Nell'ambito del PON Lingua, Letteratura e Cultura in una dimensione europea nella Scuola presidio Battisti Giovanni XXIII di Corato (tutor Maria Lina Tarricone) , la classe 3^ B guidata dalla prof.ssa Silvana Cantatore ha realizzato la sperimentazione del percorso di Italiano Le scritture del mito-La figura di Ulisse nel tempo.
Le scritture del mito la figura di Ulisse nel tempo. Sperimentazione PON Classe 3^B
1. Istituto Comprensivo « Battisti – Giovanni XXIII» - Corato
Anno scolastico 2012 – 2013
Classe III B
Prof.ssa Silvana Cantatore
Sperimentazione PON Lingua, Letteratura e Cultura in una
dimensione europea
PON E-2-FSE-2012-184 Tutor Maria Lina Tarricone
2. Siamo delle studentesse della 3^B dell’ Istituto Comprensivo
«Battisti-Giovanni XXIII» di Corato. A nome dei nostri compagni
presentiamo un percorso didattico scelto dalla nostra
professoressa di Italiano che rientra in una sperimentazione
denominata «Lingua, letteratura e cultura in una dimensione
europea-Area italiano».
Abbiamo preso in prestito il titolo dal programma di Alberto
Angela «Ulisse: il piacere della scoperta»
La nostra, infatti , è stata una vera scoperta perché ci siamo resi
conto del fascino che questo eroe ha esercitato ed esercita
ancora oggi.
Abbiamo scoperto , grazie ai testi letterari analizzati, quante
sfaccettature abbia la figura di Ulisse.
Volete accompagnarci in questo viaggio?
3. Le scritture del mito : la figura di Ulisse nel tempo
Ulisse: il piacere della scoperta
4. Il giorno 8 aprile 2013 noi alunni della classe 3^ B abbiamo iniziato, con la
professoressa di Lettere, un percorso didattico intitolato “ Le scritture del mito:
la figura di Ulisse nel tempo” , che rientra nell’area tematica “ Istituzioni letterarie”.
Questo percorso fa parte di una sperimentazione legata al PON E-2-FSE-2012-184
Lingua, letteratura e cultura in una dimensione europea: Area Italiano.
Finalità principale è quella di imparare ad analizzare e interpretare un testo letterario
(in questo caso testi poetici, in prosa, musicali sul mito di Ulisse).
Quando la professoressa ci ha proposto questo percorso eravamo molto curiosi.
Le nostre conoscenze su Ulisse si fermavano allo studio di alcuni episodi tratti
dall’Odissea e del canto XXVI dell’Inferno di Dante Alighieri. Cosa potevamo ancora
sapere di più su Ulisse? Non potevamo immaginare quanta letteratura sia nata su
questo famoso personaggio!
La professoressa ha proiettato sulla LIM un video riguardante gli eroi rappresentati dal
cinema, dai fumetti … per arrivare poi all’eroe per antonomasia, Ulisse, e ha
focalizzato tutto il nostro percorso su due temi importanti : il “viaggio” e l’“eroe”,
spiegandoci il valore emblematico della figura di Ulisse e della sua vicenda presenti
nella nostra lingua, nell’arte, nelle metafore , nella vita quotidiana.
5. Abbiamo iniziato un brainstorming in cui ognuno di noi doveva esprimere la sua
opinione su questi temi: chi è il vero eroe? Perché Ulisse è così moderno? Quali
sono le doti di Ulisse?
Le risposte sono state diverse. Un eroe è una “persona forte” “ che non ha paura di
essere se stesso”. Ulisse è famoso “ per le sue doti di coraggio, di astuzia”. E’ moderno
perché “rispecchia le caratteristiche dei ragazzi di oggi” perché “ tutti vogliono vivere
la loro vita con coraggio”, “ per la sua sete di avventura”.
6. Aprendo la pagina di un motore di ricerca di un computer abbiamo visto
tantissime pagine web dedicate a Ulisse e alla sua Odissea. A questo punto
abbiamo deciso anche noi di intraprendere il nostro “ viaggio”
nell’“universo Ulisse”.
Il nostro compito è stato quello di esaminare quei testi letterari e iconografici
che hanno assunto Ulisse come protagonista.
Per ogni testo esaminato abbiamo individuato il nucleo tematico, abbiamo
diviso in sequenze, abbiamo attribuito un titolo alle sequenze, abbiamo
ricercato le parole-chiave, abbiamo cercato per ogni sequenza le
informazioni principali esplicite e commentato il testo.
Come inizio, la professoressa ci ha proposto, attraverso l’uso della LIM, tre
icone del re di Itaca:
La riproduzione di un cratere greco a figure nere del VI sec.a.C.
La tela di De Chirico “ Il ritorno di Ulisse”
Un’ immagine della campagna stampa per la pubblicità Touring Club Italiano.
7. Divisi in quattro gruppi di lavoro abbiamo potuto osservare con attenzione, grazie al
supporto della LIM, particolari ingranditi
e siamo giunti alle nostre interpretazioni personali dei testi proposti.
9. 1^ gruppo
Cratere del VI secolo a.C.
“ C’erano dei montoni ben grassi, dal vello foltissimo,
belli e grandi, e avevano lana colore di viola,
questi in silenzio legavo insieme coi vimini torti
su cui il Ciclope dormiva, il mostro assassino,
a tre a tre; e quello di mezzo portava un uomo,
e due di fianco, avanzando, il compagno salvavano”
vv. 425/430 trad. di R. Calzecchi Onesti
L’immagine raffigurata sul cratere ( dal greco “mestolo”: contenitore di vino
mescolato ad acqua) è caratterizzata da uno sfondo bianco, una figura nera al
centro e da dei fiori messi ai lati. Essa rappresenta un episodio tratto dall’Odissea
dove Ulisse e i suoi amici si nascondono sotto un montone per scappare da
Polifemo. Ulisse, rappresentato con una spada e il viso rivolto in avanti, incarna
una delle sue tante doti: il coraggio e l’audacia che non vengono mai meno
neanche dinanzi a drammatiche situazioni
10. 4^ Gruppo
Cratere del VI secolo a.C.
“E quando apparve la mattutina Aurora dalle dita di rose,
allora si lanciarono al pascolo i montoni;
ma le pecore, non munte, belavano presso i recinti
con le poppe pesanti. Il Ciclope trafitto
da vivi dolori, palpava sul dorso ogni pecora;
e non s’accorse, tardo di mente, che i compagni
passavano legati sotto il petto lanoso dei montoni.”
vv.430/436 da Odissea canto IX trad. S. Quasimodo.
Questo cratere del VI secolo rappresenta un’immagine tratta dall’ Odissea raffigurante
Ulisse che scappa dalla caverna di Polifemo. Dall’osservazione dell’immagine
proposta non si riesce a vedere con esattezza come sia fatto questo cratere:
sembra essere la base profonda di un cratere a calice alla quale è stato aggiunto
un orlo altissimo. Il fondo è chiaro, mentre Ulisse e il montone sono raffigurati in
nero. Si notano delle composizioni floreali ai lati del cratere. In questa immagine la
figura di Ulisse è rappresentata come quella di un eroe impavido e coraggioso,
determinato ad affrontare pericoli pur di salvare se stesso e i suoi compagni.
11. 2^Gruppo
Dipinto di De Chirico
Su questo olio su tela è raffigurato Ulisse in una pozzanghera d’acqua chiuso
in una stanza, forse della sua casa. Alla sua destra è raffigurato un tempio,
alle sue spalle un drappo e un divano rievocano il calore e l’intimità di una
casa. Su una parete si apre una grande finestra ( o quadro?) da cui si scorge il
mare, un promontorio e un tempio che sembra simile a quello raffigurato
nelle casa. L’espressione dell’eroe rappresenta un uomo quasi stupito di
trovarsi là, come sembra anche dal braccio destro proteso in avanti, nel
vuoto.
12. 3^Gruppo
CAMPAGNA PUBBLICITARIA T.C.I.
L’immagine è tratta da una campagna pubblicitaria promossa dal
Touring Club Italiano. In questa immagine c’è una parodia del
personaggio Ulisse che è rappresentato con una Sirena e si rivolge ad
un servizio di assistenza stradale. La Sirena, personaggio affascinante
e pericoloso ricordato da Omero nell’Odissea, rappresenta il suono
dell’antifurto e Ulisse non viene rappresentato come un eroe ma come
un qualsiasi uomo in difficoltà che ha bisogno di assistenza. L’eroe così
sicuro di sè è ora messo in ridicolo.
13. Abbiamo notato come i tre testi propongano esempi di diverse interpretazioni del tema e come gli autori
abbiano interpretato in maniera del tutto personale l’eroe Ulisse rispetto all’ Ulisse di Omero e di Dante.
I risultati sono stati sintetizzati in uno schema.
La prima immagine rappresenta un episodio dell’Odissea:
Ulisse, per uscire dalla grotta di Polifemo e sfuggire al Ciclope, si
nasconde sotto il ventre di un montone. Il viso dell’eroe, che
impugna una spada ,è proteso in avanti come se volesse
avere la situazione sotto controllo.
Nella seconda immagine viene rappresentata una
stanza con pareti gialle. Sullo sfondo c’è un divano
e una tenda . A destra c’è una finestra da cui si scorge
il mare e un tempio in lontananza. Al centro c’è
Ulisse in una barca in una pozzanghera di acqua.
Il suo sguardo è smarrito.
La terza immagine rappresenta una parodia.
Ulisse è rappresentato con un cellulare all’orecchio
e una Sirena accanto. Ulisse chiama l’assistenza
del Touring Club perché gli si è incantata la sirena
dell’auto. L’eroe ha perso tutta la sua dignità di
eroe per diventare un uomo qualsiasi che non sa risolvere
un problema.
14. Nella fase successiva è iniziato il nostro primo approccio ai testi letterari. Sempre con l’uso della LIM abbiamo
ascoltato e letto la canzone di Lucio Dalla “Itaca”, abbiamo letto un testo breve di Augusto Monterosso” La
tela di Penelope, o chi inganna chi” e una poesia di Cesare Pavese” Ulisse”.
15. ITACA di Lucio Dalla
Capitano
che hai negli occhi
il tuo nobile destino
pensi mai a un marinaio
a cui manca pane e vino?
Capitano che hai trovato
principesse in ogni porto
pensi mai al rematore
che sua moglie crede morto?
Itaca, Itaca, Itaca
la mia casa ce l’ho solo là
Itaca, Itaca, Itaca
ed a casa io voglio tornare
dal mare, dal mare, dal mare
Capitano che risolvi
con l’astuzia ogni avventura
ti ricordi di un soldato
che ogni volta ha più paura?
Ma anche la paura in fondo
mi dà sempre un gusto strano
se ci fosse ancora mondo
Capitano dove andiamo?
Capitano
le tue colpe
pago anch’io coi giorni miei
mentre il mio più gran peccato
fa sorridere gli dei
e se muori è un re che muore
la tua casa avrà un erede
quando io non torno a casa
entran dentro fame e sete.
17. Informazioni esplicite
Nella prima sequenza un marinaio pone le sue domande a Ulisse e gli chiede se
qualche volta pensa a un povero marinaio o a un rematore che la moglie crede
morto.
Nel ritornello il marinaio sogna di tornare a Itaca e quindi a casa sua.
Nella terza sequenza è messa in risalto una differenza tra Ulisse e il povero marinaio:
se Ulisse morirà la sua casa avrà un erede mentre la morte del marinaio
provocherà nella sua casa fame e sete.
Nella quarta sequenza il marinaio, nonostante la sua paura dell’ignoto, è pronto ad
una nuova avventura.
Commento
Questa canzone è ispirata all’Ulisse dantesco. Chi parla è un marinaio . Si rivolge a
Ulisse e gli fa notare che, per seguirlo, ha abbandonato la sua casa e la sua terra.
Ha nostalgia di casa, ha paura, teme di lasciare nella miseria la sua famiglia ma è
troppo simile al suo capitano: la paura lascia il posto alla sua sete di avventura.
Capitano dove andiamo?
19. Informazioni esplicite
Il marinaio espone il suo turbamento al capitano
Il marinaio spiega al capitano che entrambi pagheranno per le stesse colpe ma con
conseguenze diverse.
Ogni uomo avverte il fascino dell’avventura.
Commento
I grandi uomini diventano tali anche grazie ai piccoli uomini. A esprimere questa
opinione è un marinaio di Ulisse che si rivolge al suo capitano e gli dice che vuole
tornare a casa ma, nello stesso tempo, avverte il fascino dell’avventura. La canzone
fa riferimento sia all’Ulisse dantesco sia a quello di Omero.
20. Favola
di A. Monterosso
Ulisse viaggiava perché lei tesseva
Molti anni fa viveva in Grecia un uomo chiamato Ulisse ( il quale, nonostante
fosse abbastanza saggio, era molto astuto), sposato con Penelope, donna bella
e ricca di doti, il cui unico difetto era la smisurata passione per la
tessitura, abitudine grazie alla quale aveva potuto trascorrere da sola lunghi
periodi.
Dice la leggenda che ogni volta che Ulisse con la sua astuzia scopriva
che, nonostante le proibizioni, lei si accingeva a iniziare un’ennesima volta una
delle sue interminabili tele, lo si poteva vedere di notte preparare alla
chetichella gli stivali e una buona barca, e poi, senza dirle niente, se ne andava
a girare il mondo e cercare se stesso. In quel modo lei riusciva a tenerlo
lontano mentre civettava con i suoi pretendenti, facendo credere loro che
tesseva poiché Ulisse viaggiava e non che Ulisse viaggiava perché lei
tesseva, come avrebbe potuto immaginare Omero, che però, come si sa, a
volte dormiva e non si accorgeva di nulla.
22. Informazioni esplicite
Penelope, sposa di Ulisse, è una bellissima donna con tanti pregi ma un bruttissimo difetto: la
smodata passione per la tessitura.
Ulisse scappa da sua moglie perché, nonostante le sue proibizioni, lei continua a tessere.
Penelope tesse per tenere lontano il marito e poter civettare con i pretendenti, facendo credere
loro che è lei ad essere trascurata dal marito e che per questo motivo si dedica alla tessitura
di lunghissime tele.
Commento
Nella breve favola di Augusto Monterosso , scrittore guatemalteco celebre per i suoi brevi
racconti paradossali del genere satirico, Penelope, simbolo della pazienza femminile e della
fedeltà coniugale, viene rappresentata come una donna frivola e leggera, intenta a civettare
con i Proci e a tenere lontano Ulisse tessendo la sua tela ( attività che Ulisse non sopporta).
Sembra infatti che Ulisse, ogni volta che lei si accinge a tessere una nuova tela, disperato si
metta in mare in cerca di se stesso. I ruoli, all’interno della coppia, sono rovesciati, la donna
prevale sull’uomo e vediamo una nuova Penelope, annoiata dalla presenza del marito,
infedele.
Dunque, attraverso la parodia di personaggi divenuti simboli di idee che fanno parte del
patrimonio comune ( la fedeltà, la sete di conoscere) si dimostra che non esistono valori
assoluti inattaccabili e che anche eroi come Ulisse possono essere presi in giro e acquisire
una dimensione umana.
23. Ulisse
Questo è un vecchio deluso, perché ha fatto suo figlio
troppo tardi. Si guardano in faccia ogni tanto,
ma una volta bastava uno schiaffo. (Esce il vecchio
e ritorna col figlio che si stringe una guancia
e non leva più gli occhi). Ora il vecchio è seduto
fino a notte, davanti a una grande finestra,
ma non viene nessuno e la strada è deserta.
Stamattina, è scappato il ragazzo, e ritorna
questa notte. Starà sogghignando. A nessuno
vorrà dire se a pranzo ha mangiato. Magari
avrà gli occhi pesanti e andrà a letto in silenzio:
due scarponi infangati. Il mattino era azzurro
sulle piogge di un mese.
24. Per la fresca finestra
scorre amaro un sentore di foglie. Ma il vecchio
non si muove dal buio, non ha sonno la notte,
e vorrebbe aver sonno e scordare ogni cosa
come un tempo al ritorno dopo un lungo cammino.
Per scaldarsi una volta gridava e picchiava.
Il ragazzo che torna tra poco, non prende più schiaffi.
Il ragazzo comincia a essere giovane e scopre
ogni giorno qualcosa e non parla a nessuno.
Non c’è nulla per strada che non possa sapersi
stando a questa finestra. Ma il ragazzo cammina
tutto il giorno per strada. Non cerca ancor donne
e non gioca più in terra. Ogni volta ritorna.
Il ragazzo ha un suo modo di uscire di casa
che, chi resta, s’accorge di non farci più nulla
C. Pavese
26. Informazioni esplicite
Il vecchio scopre con amarezza che ha fatto suo figlio troppo tardi e non riesce più a
farsi rispettare.
Il ragazzo è scappato e quando ritorna non dice nulla e va a letto in silenzio.
Il vecchio aspetta al buio. Vorrebbe cadere nell’oblio del sonno ma non ci riesce.
Il ragazzo ora non prende più schiaffi. Si è liberato dell’autorità paterna.
Il ragazzo cammina, scopre cose nuove ma ritorna sempre a casa, senza più temere
suo padre.
Commento
Ciò che si coglie in questa poesia è il problematico rapporto padre- figlio. Il padre è
preoccupato di non potere esercitare la sua antica autorità sul figlio, il figlio si
ribella e fugge. Sembra un moderno Ulisse per quella sua sete di conoscere e fare
nuove scoperte: è da solo in strada, per il mondo. Dietro questo atteggiamento del
figlio c’è la delusione del padre che non riesce a dormire : lasciare libero per il
mondo un figlio è doloroso per chi è sempre stato abituato a farsi obbedire.
Comunque il figlio, una volta superato l’ostacolo del difficile rapporto col padre,
come Ulisse, fa ritorno a casa.
27. Con l’attività 2 abbiamo cominciato ad esaminare testi letterari più complessi per
lingua, per contenuto e per forma.
Sempre divisi in quattro gruppi abbiamo analizzato le liriche di Umberto Saba “
Ulisse” e di Giuseppe Ungaretti “ Allegria di naufragi”.
Anche per questa fase, a fine lavoro le varie ipotesi interpretative dei testi sono
state sintetizzate sulla LIM in tabelle riassuntive.
28. Ulisse
Nella mia giovinezza ho navigato
lungo le coste dalmate. Isolotti
a fior d’onda emergevano, ove raro
un uccello sostava intento a prede,
coperti d’alghe, scivolosi, al sole
belli come smeraldi. Quando l’alta
marea e la notte li annullava vele
sottovento sbandavano più al largo,
per fuggirne l’insidia. Oggi il mio regno
è quella terra di nessuno. Il porto
accende ad altri i suoi lumi; me al largo
sospinge ancora il non domato spirito,
e della vita il doloroso amore.
Umberto Saba
Allegria di naufragi
E subito
riprende
il viaggio
come
dopo il naufragio
un superstite lupo di mare.
Giuseppe Ungaretti
29.
30.
31. A questo punto del percorso abbiamo già cominciato a capire come facilmente la
figura di Ulisse possa essere interpretata in maniera personale da
chiunque, poiché è diventata un simbolo universale.
Abbiamo notato che le differenze tra i due testi poetici mostrano che la
sensibilità e le storie individuali hanno avuto un ruolo importante nella stesura
delle liriche che, pur trattando lo stesso tema, inducono a diverse
interpretazioni.
32. L’ultimo testo poetico da noi esaminato è stato il sonetto autobiografico “ A Zacinto” di
Ugo Foscolo.
In questa lirica abbiamo individuato il tema centrale, i campi semantici, la scrittura della
versione in prosa. Il lavoro di analisi della lirica è stato riassunto in tabelle. Ecco un
esempio.
33. Né più mai toccherò le amate sponde
ove il mio corpo fanciulletto giacque,
Zacinto mia, che te specchi nell’onde
del greco mar da cui vergine nacque
Venere, e fea quelle isole feconde
col suo primo sorriso, onde non tacque
le tue limpide nubi e le tue fronde
l’inclito verso di colui che l’acque
cantò fatali, ed il diverso esiglio
per cui bello di fama e di sventura
baciò la sua petrosa Itaca Ulisse.
Tu non altro che il canto avrai del figlio,
o materna mia terra; a noi prescrisse
il fato illacrimata sepoltura.
Ugo Foscolo
34. 3^ GRUPPO
Informazioni esplicite
Foscolo ricorda con molta nostalgia Zacinto ( oggi Zante) l’isola in cui è nato e ne ricorda la sua bellezza
e il suo fascino celebrati anche dal poeta Omero, famoso per aver cantato le imprese e le
peregrinazioni di Ulisse.
Il poeta non potrà più tornare in patria, la sua tomba sarà in terra straniera e Zacinto del suo figlio
lontano avrà soltanto il canto.
Tema centrale
L amore per la terra lontana
Campi semantici
Zacinto : sacre sponde, mia, onde, greco mar.
Venere : vergine, nacque, sorriso
Omero : inclito verso, cantò
Ulisse: acque fatali, diverso esiglio, bello di fama e di sventura, baciò la sua petrosa Itaca.
Figlio : canto, materna mia terra, illacrimata sepoltura.
Scrittura della versione in prosa
Il sonetto è un inno d’amore e di nostalgia per la sua terra, Zacinto, isola che sorge nel mar Egeo da cui
la mitologia fa emergere la dea Venere. Anche Omero cantò la bellezza di quel cielo e di quella
vegetazione con lo stesso ardore con cui aveva celebrato le avventure per mare e l’esilio in luoghi
diversi di Ulisse il quale però, alla fine riuscì a baciare la sua pietrosa Itaca.
Analizzando il significato della lirica, abbiamo notato quanto il parallelo tra la vita dell’autore e il
personaggio Ulisse sia evidente. La vicenda dell’eroe e quella del poeta si richiamano e si
avvicinano; la realtà dolorosa dell’esilio evoca nella mente del poeta il rimpianto di una patria
ideale in un mondo mitico lontano.
35. Interessante è stata la selezione dei campi semantici scaturita dall’esame di alcune
parole-chiave.
36. A fine attività la professoressa ha fornito a ognuno di noi un questionario per la
comprensione del testo, sugli aspetti formali (metro) e linguistici, sull’uso delle
figure retoriche e sul significato della lirica. E’ emerso un linguaggio ricco di
latinismi e termini letterari. Abbiamo notato come gli aggettivi qualificativi e
possessivi esprimano qualità attribuite soggettivamente dal poeta e un sentimento
di appartenenza ( Zacinto mia, mia terra…),come gli eventi siano collocati in un
passato mitico e in futuro lontano e quante figure retoriche abbia usato il poeta:
perifrasi, enjambements, litote.
L’attività 3 è stata ridotta dalla professoressa solo alla fase 4.
Attraverso attività di ricerca compiute individualmente, abbiamo approfondito con un
breve testo i seguenti temi:
• Ulisse omerico
• Ulisse dantesco
• Ulisse parodiato
• Ulisse nuovo
37. Ulisse omerico
Le caratteristiche di Ulisse “ uom di multiforme ingegno” sono sintetizzate nel Proemio
dell’Odissea. Ulisse è un uomo dotato di un ingegno multiforme, arricchito da
diverse esperienze, forte nel sopportare le avversità, rispettoso degli dei, fiducioso
nelle proprie capacità, generoso, tormentato dalla nostalgia per la patria e la
famiglia. E’ l’uomo dalle mille astuzie ed è noto per il suo desiderio di conoscenza e
di avventura. L’astuzia, l’intelligenza e la sua sete di conoscenza sono le tre
caratteristiche che lo portano a compiere l’interminabile viaggio prima del suo
ritorno a casa. Ulisse mette in campo la sua astuzia e la sua intelligenza quando è
costretto a lottare per la sua vita o per quella dei suoi compagni: un esempio molto
evidente è quello riguardante il ciclope Polifemo.
38. Una volta prigioniero del ciclope e capite le sue terribili intenzioni, Ulisse attua un
piano per fuggire. Dopo aver detto a Polifemo di chiamarsi Nessuno, ordina ai
compagni di levigare un grosso tronco trovato nella grotta, rendendone aguzza
una estremità, fa ubriacare Polifemo e, quando questo dorme, gli conficca il palo
aguzzo nell’unico occhio. Quando gli altri ciclopi accorrono alle grida di Polifemo,
questo dice che Nessuno è stato a fargli male. Quelli allora vanno via, pensando a
qualche malanno mandato dagli dei. Allora Ulisse si prepara per la fuga: lega i
compagni sotto il ventre delle pecore di Polifemo, mentre per sé riserva un
montone molto grande. Il mattino seguente Polifemo, ormai cieco, manda al
pascolo le sue pecore, tastandole sul dorso per catturare i fuggiaschi. Così Ulisse e i
suoi compagni possono raggiungere la nave ma, a questo punto, Ulisse pecca di
presunzione e, ormai al sicuro sulla nave, rivela a Polifemo la sua vera identità,
scatenando la maledizione del ciclope che chiede a suo padre Poseidone di
vendicarlo: infatti il dio del mare tormenterà Ulisse per tutto il suo viaggio.
39. La sua sete di conoscenza è invece il motore iniziale del viaggio perché Ulisse è
talmente desideroso di fare nuove esperienze e conoscere nuovi luoghi che rinuncia
a ritornare a casa subito dopo la guerra di Troia. Un episodio dove si mette bene in
evidenza la sua sete di conoscenza è sicuramente l’episodio delle Sirene in cui
Ulisse, pur di riuscire a sentire il famoso e fatale canto delle Sirene, tappa le
orecchie ai suoi compagni con la cera e si fa legare all’albero della nave.
Ulisse, però, è anche un uomo che prova tanto amore sia per la sua famiglia e per la
patria che per i suoi compagni. Il sentimento che gli permetterà di sopportare
disavventure e dolori è il desiderio di rivedere la sua terra e la sua famiglia .Infatti
quando Ermes arriva all’isola di Ogigia, vede Ulisse che, nonostante si trovi in
un’isola meravigliosa con una dea stupenda, è seduto sulla scogliera e piange
guardando l’orizzonte e sospirando il suo ritorno a casa.
L’amore di Ulisse per i compagni emerge soprattutto in due episodi. Quando la
maga Circe fa prigionieri i suoi compagni lui, piuttosto che abbandonarli rimane
accanto a loro fino a quando non ritornano liberi sani e salvi. Nell’episodio di Scilla
e Cariddi, quando Scilla, il mostro a sei teste, cerca di divorare i compagni,
nonostante Circe gli avesse raccomandato di non combattere il mostro, lui lo fa
comunque, pur di riuscire a salvare i compagni. Ulisse è un eroe non per la sua
forza fisica ma per la sua grande forza d’animo, per la capacità di resistere ai
rovesci della sorte, per la sua intelligenza: infatti con le sole armi della sua mente
non sarà mai un uomo vinto.
4^ gruppo ( Capogruppo: Katia Saragaglia )
40. La modernità e il fascino di Ulisse sta nel fatto che la ricerca del sapere, il desiderio di percorrere strade spesso
inesplorate, rende questo personaggio amato da tutti coloro che ritengono che la libertà di pensiero e di
ricerca sia una realtà indiscussa.
Siamo nel XXI secolo e le nuove scoperte in ogni campo( tecnologico, scientifico, medico…) dimostrano il
desiderio di fare nuove scoperte sia intimamente impresso nell’uomo del terzo millennio.
Ma Dante appartiene al Medioevo e le scoperte geografiche erano ancora lontane. Nel Medioevo si riteneva
che oltre le Colonne d’Ercole ci fosse solo la montagna del Purgatorio e che quelle terre fossero vietate ai
viventi. Certamente non si pensava al mare come una possibile via di comunicazione per i mercati
orientali, perciò le imprese di Ulisse rappresentavano per Dante una violazione alle leggi divine, un atto di
presunzione.
Per l’autore della Divina Commedia la sete di conoscenza di Ulisse ( così normale per noi uomini moderni) era
inaccettabile.
Ecco perché l’esortazione che Ulisse fa ai suoi compagni ( “ fatti non foste per viver come bruti/ ma per seguir
virtute e canoscenza”) è per Dante un consiglio fraudolento perché la virtù può esercitarsi solo nel
riconoscimento dei limiti posti alla conoscenza umana.
Per Dante Ulisse è un genio eversivo e perciò lo colloca nell’Inferno, nell’ottava bolgia tra i consiglieri
fraudolenti, nonostante forse la sua personale ammirazione per l’eroe omerico.
3^ gruppo ( capogruppo: Fabiana Petrone)
Ulisse dantesco
41. Ulisse parodiato
Con il termine “ parodia” il dizionario recita “ riferimento comico e satirico di un’opera
seria”. Che la figura dell’eroe Ulisse, prode guerriero, si presti alla satira suscita
meraviglia.
Eppure anche il mito di Ulisse, che tanto fascino ha esercitato sulla poesia di ogni
tempo, è stato oggetto di parodie.
Nel cartello pubblicitario, proposto dal Touring Club Italiano, l’eroe è raffigurato con
un cellulare in mano perché la sirena dell’allarme ( rappresentata dalla Sirena
dell’Odissea di Omero) si è incantata e vuole sapere come fare per staccare
l’antifurto.
42. Nella breve favola di Augusto Monterosso , scrittore guatemalteco celebre per i suoi brevi racconti
paradossali del genere satirico, Penelope, simbolo della pazienza femminile e della fedeltà
coniugale, viene rappresentata come una donna frivola e leggera, intenta a civettare con i
Proci e a tenere lontano Ulisse tessendo la sua tela ( attività che Ulisse non sopporta). Sembra
infatti che Ulisse, ogni volta che si accinge a tessere una nuova tela, disperato si metta in
mare in cerca di se stesso. I ruoli, all’interno della coppia, sono rovesciati, la donna prevale
sull’uomo e vediamo una nuova Penelope, annoiata dalla presenza del marito, infedele.
Dunque, attraverso la parodia di personaggi divenuti simboli di idee che fanno parte del
patrimonio comune ( la fedeltà, la sete di conoscere) si dimostra che non esistono valori
assoluti inattaccabili e che anche eroi come Ulisse possono essere presi in giro e acquisire una
dimensione umana.
1^ gruppo ( capogruppo: Valeria Di Gennaro)
43. Ulisse nuovo
Ulisse non è soltanto l’eroe omerico o il personaggio che Dante incontra nella bolgia
dei consiglieri fraudolenti del suo Inferno.
Esiste anche un Ulisse nuovo, un Ulisse che nasce dalla fantasia, dall’immaginazione e
dalle esperienze personali di molti letterati e artisti.
Ecco dunque il capitano che non si accorge del travaglio interiore del suo marinaio
(Itaca di Lucio Dalla). Nella lirica di Cesare Pavese il figlio, nuovo Ulisse, si scontra
col padre, esce di casa come e quando vuole alla scoperta del mondo, ma poi
ritorna a casa come ritorna Ulisse alla sua Itaca.
Umberto Saba rievoca la sua giovinezza di marinaio e questa sua esperienza sul
mare gli rimarrà dentro anche quando,ormai anziano, viaggia solo col cuore.
Ungaretti, naufrago nel mare della guerra, ricorda quell’Ulisse che, come un
naufrago, è costretto dal fato a peregrinare per mare e a sopportare molte
disavventure.
Infine Giorgio De Chirico ci presenta un altro Ulisse: è un personaggio intrappolato in
una stanza, ridotto in una pozzanghera d’acqua, stupito e disorientato, ben lontano
dal personaggio classico che tutti conosciamo.
2^ gruppo (capogruppo: Mariarosaria Di Gioia )
45. Alla fine del nostro percorso di studio siamo ritornati, con un breve brainstorming, alla
domanda iniziale : chi è un eroe? chi sono oggi gli Ulisse moderni? Perché Ulisse
più di altri eroi classici sopravvive nel tempo? Che significato diamo al suo
“Viaggio”?
Siamo giunti a questa conclusione.
Con il termine eroe possiamo definire chi lotta ogni giorno tra varie difficoltà per
condurre una vita dignitosa, nuovi Ulisse del terzo millennio che affidano la propria
vita al mare potrebbero essere quei disperati che ogni giorno sbarcano sulle nostre
coste in cerca di fortuna, chi affronta con coraggio le prove della vita…
Ulisse è uno di quei pochi miti che sopravvivono nel tempo per la sua
impressionante modernità: è forte, coraggioso, desideroso di sapere, astuto e
ingannatore, ma anche legato ai suoi affetti, a volte presuntuoso (quando, ormai al
sicuro, sfida Polifemo), a volte un po’ debole e umano (quando soffre di nostalgia
per la sua Itaca). Insomma un eroe moderno in cui l’uomo moderno si può
immedesimare.
Anche il suo viaggio, quel continuo peregrinare per mare per conoscere terre
sconosciute, è la metafora di quel viaggio che ognuno di noi vorrebbe fare nel mare
della vita.
47. Riflessioni conclusive
Quando la nostra professoressa ci ha proposto il percorso didattico sulla figura di
Ulisse e sui testi letterari che hanno trattato il tema dell’eroe omerico abbiamo
pensato ad una noiosa trattazione su un argomento serio e poco accattivante. Non
potevamo immaginare quanto questo personaggio sia stato trattato da letterati e
artisti di tutti i tempi e quante interpretazioni, varie e originali, ne siano state date!
A fine lavoro abbiamo imparato a:
• analizzare e interpretare un testo letterario
• stabilire confronti tra il personaggio Ulisse e le diverse interpretazioni che i vari
letterati ne hanno dato
• migliorare la nostra competenza linguistica attraverso l’analisi testuale dei testi
letterari proposti.
• risolvere, all’interno dei gruppi di lavoro, problemi e difficoltà
• agire in modo autonomo e responsabile.
Abbiamo capito di far parte di un gruppo di lavoro affiatato e fantastico: la nostra 3^B.
48. Ecco, il nostro viaggio è terminato .
Ricorderemo tante cose di quanto abbiamo studiato in questi tre anni ,ma
ricorderemo soprattutto questo breve ma bellissimo viaggio con Ulisse.