2. Premessa – la vera storia
Adrienne (Le)Couvreur (1692 -1730)
• Attrice, esordì giovanissima nei teatri privati di Parigi.
• Nel 1717 fu chiamata alla Comédie-Française dove la sua arte delicata e la
dizione limpida risultarono originali di fronte all'enfatica declamazione tradizionale.
• Fu ammirata specialmente nelle tragedie di J. Racine e nel Polyeucte di P.
Corneille; ma ebbe anche successo nel repertorio moderno (Voltaire, A. La Motte-
Houdar, A. Danchet, P. de Crébillon, P. de Marivaux, A. Piron).
• Non bella, ma elegante e graziosa, fu amata da molti, tra gli altri da Voltaire, ma la
sua grande passione fu quella per Maurizio di Sassonia, che aiutò generosamente
nella sfortunata impresa di Curlandia (1725-28).
• Alla sua morte improvvisa, si diffusero voci di un avvelenamento a opera della
duchessa di Bouillon, sua rivale in amore
(https://www.treccani.it/)
3. La giovane scuola italiana
• Gruppo di operisti italiani attivi tra fine ‘800 – inizio ‘900
• I più notevoli
- Alfredo Catalani (1854 – 1893)
- Ruggero Leoncavallo (1857 – 1919)
- Giacomo Puccini (1858 – 1924)
- Pietro Mascagni (1863 – 1945)
- Francesco Cilea (1866 – 1950)
- Umberto Giordano (1867 – 1948)
4. Le opere di Francesco Cilea
• Gina (1889)
• La Tilda (1892)
• L'Arlesiana (1897)
• Adriana Lecouvreur (1902)
• Gloria (1907)
Numerose altre composizioni oltre ai cinque melodrammi
(1913 - poema sinfonico Il canto del cigno in onore di
Giuseppe Verdi su versi di Sem Benelli)
7. Adrienne Lecouvreur di Scribe e Legouvé
• La vicenda di Adrienne Lecouvreur ispira una «comedie drame en cinq
actes», in prosa, che viene composta da Ernest Legouvé e Eugène Scribe,
membro dell’ Académie française (Legouvé lo sarà dal 1855)
• Si tratta di una commedia tragica, che mette in scena la vita dell’attrice e la
sua misteriosa morte.
• Rappresentata per la prima volta il 14 aprile 1849, a Parigi, l’opera ebbe
successo notevole, come molte altre di Scribe, che, grazie anche ai
numerosi collaboratori, fu uno dei più prolifici scrittori francesi ed uno dei
librettisti d'opera più fecondi (ca. 500 lavori accreditati)
• Ispirò altri lavori, tra cui il melodramma Adriana Lecouvreur e La Duchessa
di Bouillon di Edoardo Vera su libretto di Achille de Lauzières (1856),
l’operetta Adrienne con musiche di Walter W. Goetze, prodotta ad Amburgo
nel 1926, e diversi adattamenti cinematografici, come Dream of Love (1928),
con Joan Crawford, e Adrienne Lecouvreur (1938) una coproduzione franco-
tedesca diretta da Marcel L'Herbier e interpretata da Yvonne Printemps
8. Dice Cilea:
«Fra i tanti lavori che lessi in quel tempo,
mi colpì quello di Scribe e Legouvé. La
varietà dell’azione che potevano offrirmi
situazioni nuove ed eleganti, la fusione
della commedia e del dramma nella
cornice dell’ambiente settecentesco (che
conoscevo bene), il passionale amore
della protagonista toccarono il mio cuore
e accesero la mia fantasia»
9. Il librettista – Arturo Colautti
• Nato a Zara (città dalmata dell’impero Austro Ungarico) nel 1851, padre
ingegnere friulano, madre francese (di Antibes)
• Scrittore e giornalista, esordì giovanissimo come poeta (1867)
• Laureato a Vienna in storia e geografia "cum maxima laude" (1877)
• Diresse, fra l'altro, il Corriere del mattino e il Corriere di Napoli, con fervore di
irredentista;
• Scrisse libretti d'opera (per L. Mancinelli, Paolo e Francesca; F. Cilea; U.
Giordano, Fedora), versi, poemi (Il terzo peccato, 1902, n. ed. 1908; ecc.) e
romanzi (Fidelia, 1886; Il figlio, 1894; ecc.)
• Nobile ispirazione, enfasi patriottica e dannunziana risultano quasi sempre a
scapito dell'arte
• Morì a Roma nel 1914, i funerali furono un'imponente manifestazione
interventistica
10.
11. Il musicista - Francesco Cilea
• Nato il 23 luglio 1866 a Palmi (RC)
• Real Collegio di Musica San Pietro a Majella di Napoli, nel 1887 medaglia d’oro del MPI e nomina a
Primo Alunno Maestrino.
• 1889, al termine degli studi musicali, melodramma "Gina".
• 1892, "La Tilda", melodramma commissionato dall'editore Sonzogno, rappresentato nel Teatro
Pagliano di Firenze e poi al Teatro dell’Esposizione di Vienna
• 1897 "L’Arlesiana" al Lirico, fra i protagonisti il grande Enrico Caruso.
• 1898 cattedra di Armonia al Regio Istituto Musicale di Firenze
• 1902 "Adriana Lecouvreur" al Teatro Lirico di Milano, ancora con Caruso nel cast
• 1907 "Gloria", alla Scala, diretta da Arturo Toscanini,
• 1913 "Il canto della vita", su versi di Sem Benelli; partecipa al concorso per direttore al
conservatorio di Palermo, risultando primo.
• 1916 direttore del Conservatorio di Napoli, fino al 1935
• 1938 nominato Accademico d'Italia.
• Morì a Varazze (SV), di cui era cittadino onorario, il 20 novembre 1950
12. Le altre composizioni di Cilea
• per orchestra: Suite (1887) in quattro tempi, di cui due, Idillio e Alla gavotta, trascritti per pianoforte, pubblicati
dall'editore Curci (Napoli-Milano); Suite in tre tempi (Milano 1932);
• per pianoforte: Tre piccoli pezzi: Melodia, Serenata, Danza (Napoli-Milano 1888); La petite coquette (air de
danse); C'est toi que j'aime (impromptu à la mazurka), Milano 1890; Mazurka, Flatterie, Badinage, II Danza,
Chanson du rouet, Chant du matin, Aria campestre, Notturno, Au village, Sérénade mélancolique, Gouttes de
rosée, A la mazurka, Valse (Napoli-Milano 1890-94); Tre pezzi: romanza, scherzino, barzelletta (ibid. 1895);
Berceuse (Milano 1895);tre pezzi per pianoforte a quattro mani: Chansonnette, Refrain de l'enfance, Amour
joyeux (Napoli-Milano 1895); Foglio d'album (Milano 1904); Trois petits morceaux: Loin dans la mer, Feuille
d'album, Pensée espagnole (Berlin 1904); Suite nello stile antico op. 42 (Milano 1915); Invocazione (ibid.
1916); Serenata a dispetto (ibid. 1916); Tre pezzi: Vorrà, Acque correnti, Valle fiorita (Napoli-Milano 1923); Due
pezzi, Risonanze nostalgiche, Festa silana (Milano 1930);
• musica da camera: Trio in quattro tempi per violino, violoncello e pianoforte (1886, ined.); Sonata per
violoncello e pianoforte (Napoli-Milano 1889); Tema con variazioni per violino e pianoforte (Milano 1932); Suite
in mi maggiore per violino e pianoforte (ibid. 1948); Tema e variazioni per violoncello e pianoforte (ibid. 1949);
• liriche per canto e pianoforte: Non ti voglio amar (Milano 1890); Lontananza (Londra 1904); Nel ridestarmi,
Vita breve (Napoli-Milano 1923); Dolce amor di povertade, su testo di Jacopone da Todi (Milano 1949);
• Tre vocalizzi da concerto e Tre vocalizzi per canto e pianoforte (Milano 1931-32).
13. Cilea e la sua musica
• Attento alle correnti più avanzate del linguaggio musicale contemporaneo,
senza sottrarsi a atmosfere di derivazione tardo romantica,
• Più che a Verdi, guarda all’intimismo naturalistico della scuola operistica
francese individuabile in certe preziosità armonico-strumentali oltre che in
atmosfere di stampo decadente.
• Isolato nel panorama operistico a cavallo tra i due secoli, aderì inizialmente al
melodramma «verista» con l'opera Tilda, però con aspetti stilistici belcantistici
d'impronta belliniana;
• Melodizzare ampio, flessuoso, venato di inflessioni malinconiche vicino ad
atmosfere d'ascendenza tardoromantica; la personale e vigorosa incisività di
fraseggio rende più penetranti ed efficaci nelle situazioni drammatiche,
dominate da grandi passioni amorose destinate a concludersi tragicamente.
14. • Conservatore, usa strutture del passato rinforzandole con gli apporti dei
tempi nuovi, attento alle novità per tenersi al passo con i tempi e di
rinnovare la sua maniera espressiva.
• Significativo il ruolo dell’orchestra: raffinate sonorità timbriche derivate dal
sinfonismo europeo dell'ultimo Ottocento, francese in particolare;
attenzione per le correnti più avanzate del linguaggio musicale europeo,
• Procedimenti orchestrali che, se lo avvicinano alle formule adottate dai
compositori della «giovane scuola», tradiscono il fascino su di lui
esercitato dalle atmosfere dell'orchestra mahleriana
• Opere: Gina e la Tilda, saggio di conservatorio la prima, tentativo di
affrontare il teatro verista la seconda, quelle in cui si rivela meglio la sua
personalità sono L'Arlesiana e Adriana Lecouvreur , Gloria meno riuscita
15. La fortuna dell’opera
• Rappresentata a Milano il 6 novembre 1902, al Teatro Lirico, ebbe un successo
immediato, grazie anche all’ottima compagnia di canto (con Enrico Caruso)
• Jules Messenet (1842 – 1912) gli scrive: «Caro collega (confrére), […] Mercoledì sono
stato al Lirico, e ho ammirato la tua Adriana: amo la tua musica, la tua strumentazione è
così chiara, così espressiva, così colorata, che sensazione pittoresca accanto
all'espressione drammatica! La tua Adriana è una partitura commovente e seducente;
ed è stato un grande successo...»
• «Non segnerà quindi l'Adriana una nuova impronta nella storia del nostro teatro, né
potrà, appunto perché essa è la sintesi delle formule teatrali oggi in uso fra noi, avere un
carattere di originalità... Dove manca la poderosità creativa del genio, il Cilea sopperisce
con un'arte matura e sensata, propria del suo temperamento artistico, raggiungendo lo
scopo se non coll'impetuosità di una manifestazione artistica geniale, nello studio
paziente e preparato dell'effetto, con un corredo di cognizioni teatrali e di coltura
musicale veramente dovizioso» (La Tribuna del 20/02/1905, dopo la prima romana)
17. I personaggi e le voci
• Maurizio, conte di Sassonia (tenore)
• Il principe di Bouillon (basso)
• L'abate di Chazeuil (tenore)
• Michonnet, direttore di scena alla Comédie Française (baritono)
• Quinault, socio della Comédie (basso)
• Poisson, idem (tenore)
• Un maggiordomo (tenore)
• Adriana Lecouvreur della Comédie (soprano)
• La principessa di Bouillon (mezzosoprano)
• Mad.lla Jouvenot, socia della Comédie (soprano)
• Mad.lla Dangeville, idem (mezzosoprano)
• Una cameriera, (comparsa)
• Dame - Signori - Comparse - Servi di scena - Valletti (coro)
18.
19. La vicenda
ATTO I
Parigi 1730. Il foyer della Comédie-Française.
• Il non più giovane direttore di scena Michonnet è da tempo innamorato della celebre attrice
Adriana Lecouvreur e, prima dello spettacolo, risolve di dichiararle il proprio amore. Ma Adriana
lo previene, confidandogli di amare Maurizio, un alfiere del Conte di Sassonia che ella non sa
essere, in realtà, il Conte stesso, pretendente al trono di Polonia.
• Maurizio la raggiunge e l’attrice gli dona un mazzetto di viole, promettendogli di incontrarlo al
termine della recita. Nel frattempo, il Principe di Bouillon ha intercettato una lettera anonima
indirizzata dalla sua amante – l’attrice Duclos – al Conte di Sassonia, nella quale ella gli fissa un
appuntamento in un villino di proprietà del Principe.
• Ignorando che la mandante della lettera è, in realtà, sua moglie, la Principessa di Bouillon,
innamorata del Conte, egli invita a una festa nel suo villino tutti gli attori della compagnia per
smascherare pubblicamente la Duclos e il suo amante. Mentre Michonnet ascolta il monologo di
Adriana, il Conte, ricevuta la lettera, comunica all’amata che non potrà recarsi all’appuntamento.
• La rappresentazione è terminata. Alla notizia che il Conte di Sassonia sarà presente alla festa,
Adriana accoglie l’invito del Principe. Ella potrà così perorare la causa del suo giovane
innamorato
20. ATTO II
Il “nido” della Grange-Batelière (villetta della Duclos)
• Il Conte di Sassonia – che ha corteggiato in passato per convenienza politica la Principessa di
Bouillon, sua protettrice – desidera ora troncare quella relazione. Ma la Principessa lo ama
appassionatamente ed egli, per tentare di placare la gelosia della donna, le dona il mazzetto di
viole ricevuto da Adriana.
• Il sopraggiungere inatteso del Principe suo consorte costringe la Principessa a nascondersi nella
stanza attigua. Sicuro che il Conte nasconda la Duclos, il Principe ringrazia il rivale per avergli
offerto un pretesto per liberarsi dell’amante, indi gli presenta Adriana. L’attrice, sorpresa, scopre
così che Maurizio e il Conte di Sassonia sono la stessa persona, e teme di essere da lui tradita
con la Duclos. Ma egli la rassicura: nella stanza attigua non c’è la Duclos, bensì un’altra donna
con la quale egli ha avuto un incontro segreto, dettato da ragioni politiche.
• Maurizio chiede a Adriana di salvaguardare l’anonimato e favorire la fuga della sua interlocutrice.
L’attrice acconsente e, rimasta sola, invita la misteriosa donna a fuggire. Ma la Principessa
desidera conoscere l’identità della sua salvatrice e dalle reticenze di questa, comprende di trovarsi
di fronte alla nuova amante di Maurizio.
• Quando le due donne sono ormai sul punto di fronteggiarsi, il ritorno del Principe costringe la
Principessa alla fuga
21. ATTO III
Il Palazzo Bouillon
• Fervono i preparativi per una festa. La Principessa è tormentata dalla gelosia e vorrebbe conoscere
l’identità della sua rivale che, dal tono di voce, ella crede di ravvisare in Adriana Lecouvreur. Decide,
allora, di mettere l’attrice alla prova, affermando dinanzi a lei che il Conte è caduto ferito in duello. A
quella notizia, Adriana sviene, ma si riprende rapidamente al sopraggiungere del Conte.
• Ora la Principessa non ha più dubbi. Dopo un ballo arcadico, ella invita ironicamente Adriana a
recitare. L’attrice – che, a sua volta, ha compreso di trovarsi di fronte alla misteriosa dama da lei
salvata – le indirizza, recitando in pubblico, versi ingiuriosi. La Principessa giura vendetta.
ATTO IV
La casa di Adriana.
• Michonnet e i colleghi vegliano Adriana, ancora sconvolta da quanto è accaduto. In un cofanetto da
poco consegnatole, ella rinviene il mazzetto di viole donato a Maurizio. Credendo si tratti di un brutale
addio, Adriana inspira sconsolatamente il profumo dei fiori ormai appassiti.
• Maurizio la raggiunge e le chiede di diventare sua sposa. Ma la gioia di Adriana è breve: i fiori che ha
odorato sono stati avvelenati dalla Principessa di Bouillon. L’attrice muore tra le braccia dell’amato.
(Alberto Bentoglio, Libretto in sintesi, https://www.teatroallascala.org )
22. Io son l'umile ancella
Del Genio creator:
Ei m'offre la favella,
Io la diffondo ai cuor.
Del verso io son l'accento,
L'eco del dramma umano,
Il fragile strumento
Vassallo della man.
Mite, gioconda, atroce,
Mi chiamo Fedeltà;
Un soffio è la mia voce,
Che al nuovo dì morrà
Olivero, Tebaldi, Montserrat Caballé
Io son l'umile ancella, romanza di Adriana (Atto I)
23. Poveri fiori, romanza di Adriana (Atto IV)
Poveri fiori,
gemme de’ prati,
pur ieri nati,
oggi morenti,
quai giuramenti
d’infido cor!
L’ultimo bacio,
o il bacio primo,
ecco v’imprimo
soave e forte
bacio di morte,
bacio d’amor...
Tutto è finito!
Col vostro olezzo
muoia il disprezzo:
con voi d’un giorno
senza ritorno
cessi l’error!...
Tutto è finito!
Netrebko, Callas, Olivero
24. Il sistema dei personaggi
MICHONNET
MAURIZIO
ADRIANA
PRINCIPESSA
di Bouillon
PRINCIPE
di Bouillon
Abate di
Chazeuil
Gli attori
(e l’invisibile Duclos)