49. Decommissioning: i debiti che lascia il nucleare Il costo del “decommissioning” Francia : 70 Miliardi di Euro a prezzi 2004 Gran Bretagna : 104 Miliardi di Euro a prezzi 2007 USA : 54 Miliardi di Dollari (prezzi 1998) solo per il deposito permanente dello Yucca Mountain. D ai 200 ai 1.000 miliardi di dollari e dai 70 ai 100 anni per raccogliere e conservare in maniera sicura le oltre 77.000 tonnellate di rifiuti radioattivi, ora giacenti in 131 depositi di fortuna sparsi nel paese. Italia : 5,2 Miliardi di Euro a prezzi 2008 (non ancora tutti stanziati) Fonte: rapporti delle Corti dei Conti di FR, GB e IT
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51. Risorse accertate e residue stimate di uranio per classi di prezzi di estrazione - 2009
57. Perché diciamo no all’atomo Il ciclo nucleare non è carbon free Emissioni di CO2 per KWh, ripartito nelle varie fasi del ciclo nucleare, per un reattore attivo per 31 anni e che utilizza uranio contenente lo 0,15% di U3O8
58. Ogni kWh prodotto da una centrale nucleare è responsabile dell’emissione in atmosfera tra 95 e 134 grammi di CO 2 Il ciclo dell’uranio e la CO 2 Per produrre il combustibile di uranio si emettono 55g. di CO 2 /kWh 1 Per costruire una centrale nucleare si emettono 12g. di CO 2 /kWh 2 Per trattare le scorie e smantellare gli impianti si emettono 28-66 g. di CO 2 /kWh 3
68. Impianto di arricchimento di Tricastin – Francia – 16 km 2 4 centrali per 3.000 MW servono solo a far funzionare l’impianto L’occupazione del territorio – quello che NON ci fanno vedere
69. L’occupazione del territorio – quello che non ci dicono Secondo il Brookhaven National Laboratory e la Columbia University, gli impianti nucleari USA utilizzano 120 m 2 /GWh. Un impianto da 1.000 MW che sia operativo per 40 anni ha bisogno di un territorio di 38 km 2 Su 38 km 2 si possono installare 2.400 MW di solare Fotovoltaico e produrre 3.500 GWh all’anno di Energia Elettrica.
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75. I veri concorrenti del Nucleare …1 82.000 GWh 19,5 % al 2020 Costo 5 Miliardi di Euro 1 - L’ Efficienza Energetica Potenziale Economicamente Conveniente (costo < di 6 €cent/kWh) Fonte: Rapporto eERG, Politecnico di Milano - 2008 Benefici Economici 65 Miliardi di Euro al netto degli investimenti Benefici Occupazionali 63.000 posti di lavoro stabili
76. I veri concorrenti del Nucleare …2 10.000 MW ele al 2020 25.000 GWh Investimenti 15 Miliardi di Euro Occupazione 165.000 posti di lavoro stabili 2 - la Generazione Distribuita Fonti Rinnovabili aggiuntive al 2020 Co-generazione a gas (produzione combinata di Energia Elettrica e di Calore) Investimenti 48 Miliardi di euro Occupazione 440.000 posti di lavoro stabili 3 - le Fonti Rinnovabili di Energia
77. I veri concorrenti del Nucleare …3 Nucleare – Sono stati stimati tra i 20.000 e i 25.000 posti di lavoro: - 10.000 per il settore elettromeccanico (stima ANIE) - 10-15.000 per il settore delle costruzioni e movimento terra (stima ANCE)
Notas do Editor
When talking about nuclear reactor designs, it’s becoming common to refer to them in terms of generations Gen I: Early prototype reactors of the 1950’s and 60’s Gen II: Vast majority of reactors currently operating around the world: Western designed LWRs (PWRs and BWRs), the Canadian heavy water moderated reactors (CANDU), and Russian designed reactors Gen III: so called advanced LWRs developed through mid-90’s; they have been built so far only in Asia (to my knowledge) and are evolutionary advances Gen III+: Further evolutionary improvements targeting mainly better economics Gen IV: Future Generation systems; goal of the R&D is for these systems to be …
A partire dal 2003 tutti i più importanti centri di ricerca si sono cimentati per prevedere quale sarà il costo dell’energia elettrica prodotta con i nuovi impianti nucleari. Nel 2003 il Massachusset Institute of Technology di Boston indicava un costo di produzione di 48€/MWh, aggiornato a 60€/MWh nel 2007 IL Dipartimento per l’Energia degli Stati Uniti ha stimato nel 2004, per impianti al 2020 il costo di 63€/MWh Il Keystone center, per impianti al 2012 ha stimato un costo di 69€/MWh. All’inizio del 2010 la più grande banca americana, CityGroup, ha valutato che per meno di 70€/MWh un impianto nucleare non può stare sul mercato. Enel continua a sostenere che l’energia nucleare italiana costerà 30€/MWh. Le dichiarazioni Enel sono basate sul costo di previsione del reattore di Olkiluoto (Finlandia), costruito da Areva, di 3 Mld. di Euro … … che è già arrivato a 6 Mld di Euro e … … che si prevede arriverà, a impianto finito, a 8 Mld di Euro. D’altra parte la stessa Areva ha offerto recentemente 2 EPR allo Stato dell’Ontario in Canada a 8,3 Mld di Euro ciascuno.
La Corte dei Conti francese ha calcolato che per smantellare le centrali nucleari presenti in Francia serviranno 70 miliardi di Euro Il National Audit Office inglese, equivalente alla Corte dei Conti, ha stimato che, in Gran Bretagna serviranno 104 miliardi di Euro. Le cifre in gioco negli Stati Uniti sono ancora più grandi: 54 miliardi di Dollari solo per realizzare il deposito permanente dello Yucca Mountain nello stato del Nevada; Dai 200 ai 1.000 miliardi di dollari per 70-100 anni per smalire le oltre 77.000 tonnellate di rifiuti altamente radioattivi, che ora giacciono in 131 depositi provvisori sparsi nel paese; In Italia ce la caviamo con poco: la Corte dei Coni ha stimato in 5,2 miliardi di € il costo per smantellare le quattro centrali atomiche dismesse 20 anni fa: Trino Vercellese, Caorso, Garigliano e Latina.
La produzione dell’uranio è una tipica attività mineraria che comporta l’escavazione del minerale, la frantumazione, la macinazione e la preparazione dell’ossido di uranio chiamato anche yellocake. Poi quest’uranio deve essere arricchito per portarlo ad una concentrazione tale da poter alimentare i reattori commerciali con un processo estremamente costoso in termini energetici. Tutto ilprocesso di preparazione del combustibile nucleare comporta l’emissione di 56 grammi di CO2 per ogni kWh che verrà poi prodotto dalla centrale nucleare. Per costruire una centrale nucleare servono mediamente 10 anni con l’utilizzo di 150 milioni di tonnellate di cemento e 10 milioni di tonnellate di acciaio. E’ stato calcolato che per costruire una centrale nucleare si emettono 12 grammi di CO2 per ogni kWh che verrà prodotto dalla centrale stessa. Infine lo smantellamento del reattore e l’enorme debito energetico che la gestione delle scorie si porta dietro comportano un debito di emissioni di CO2 stimato tra i 28 e i 66 grammi di CO2 per kWh prodotto. Non bisogna dimenticare infatti che la gestione delle scorie nucleari occuperà i successivi 80-100 anni e il grado di incertezza è molto ampio, essendo difficile prevedere cosa succederà tra 100 anni. In conclusione ogni kWh prodotto da una centrale nucleare è responsabile dell’emissione in atmosfera tra i 96 e i 134 grammi di CO2 per kWh prodotto.
Per spingere il mercato verso le liberalizzazioni, l’Unione europea ha imposto alla Francia di aprire il mercato alla concorrenza, ma Electricité de France, il monopolista elettrico francese sostiene che, per aprire il mercato elettrico, la tariffa attuale dell’energia elettrica di 32 €/MWh, regolata dal Governo, deve salire da subito a 40 €/MWh per arrivare nel 2020 almeno a 60 €/MWh. Ma come farà l’Enel, una volta costruite le centrali nucleari, a vendere l’energia elettrica che produrrà a costi fuori mercato? Semplice: nel luglio del 2009 il Governo ha varato una legge che dispone che l’energia nucleare prodotta sul territorio nazionale abbia priorità nell’immissione in rete, al pari delle fonti rinnovabili. Ciò vuol dire che, indipendentemente da quanto costerà, saremo obbligati a consumare energia nucleare. Inoltre il Governo ha stabilito di realizzare una campagna di informazione alla popolazione italiana sull’energia nucleare, con particolare riferimento alla sua sicurezza e alla sua economicità. Basterà quindi inondare il paese di spot pubblicitari e i cittadini si convinceranno che l’energia nucleare costa di meno.
L’impianto francese di Tricastin per l’arricchimento dell’uranio. In primo piano, 4 centrali nucleari per un totale di 3.000 MW sono consacrate a produrre energia elettrica per alimentare l’impianto di arricchimento, in secondo piano. Tutto il sito occupa 16 km2
Negli Stati Uniti vi sono circa 250 miniere di uranio abbandonate per una estensione totale di circa 1.500 km2, un’area grande quanto la Provincia di Milano. Ne sud-ovest queste miniere non sono nemmeno recintate. Cartelli come questo avvertono che l’area è radioattiva, che non bisogna fermarsi per più di un giorno all’anno e soprattutto sconsigliano di campeggiare.
La maggior parte degli analisti energetici ritengono che la partita dell’energia elettrica si giochi tra Carbone, Gas naturale e Nucleare. Questo è sbagliato e fuorviante. I veri concorrenti del nucleare sono 3 1 – L’efficienza energetica. Secondo uno studio effettuato dal Politecnico di Milano, in Italia, il potenziale economicamente conveniente di risparmio energetico, cioè che costa meno che comperare energia elettrica, è di 82.000 GWh al 2020, equivalenti a 8 centrali nucleari. Inoltre spendendo 5 milardi di Euro si attivano 63.000 posti di lavoro stabili e si producono benefici economici stimati in 65 Miliardi di euro al netto degli investimenti..
Il secondo temibile concorrente del nucleare è la generazione distribuita, cioè piccoli impianti di co-generazione a gas che producono contemporaneamente sia energia elettrica sia calore. E’ stato calcolato che da qui al 2020 verranno investiti 15 miliardi di euro per realizzare 10.000 nuovi MW di piccoli impianti di cogenerazione a gas che creeranno 165.000 posti di lavoro Infine le Fonti Rinnovabili che per loro natura sono fonti estremamente distribuite sul territorio. Qui i numeri variano molto a seconda delle tecnologie considerate. Globalmente però si prevede un potenziale al 2020 di 32.000 MWh con una spesa di oltre 42 miliardi di euro e l’attivazione di oltre 400.000 posti di lavoro stabili.
Per sintetizzare, riteniamo che in Italia non ci sia bisogno di costruire centrali nucleari e che queste serviranno solo a fare aumentare il costo dell’energia elettrica. Investendo in efficienza energetica, in generazione distribuita e in fonti rinnovabili si può ottenere energia 4 volte superiore a quella che produrrebbero quattro reattori atomici, spendendo 6 volte di meno. Se i cittadini sapranno rendersi conto dell’imbroglio che c’è dietro il nucleare, forse riusciranno a reagire, informandosi, cooperando, organizzandosi localmente, minimizzando i consumi senza dover rinunciare agli standard di comfort ai quali sono abituati, sfruttando gli ultimi ritrovati della tecnica, imparando a prodursi la propria energia ed evitare così di dover dipendere dalla “Nuova Energia di Stato”. La globalizzazione è anche questo, e la conoscenza globalizzata può liberarci dalle catene dei grandi impianti centralizzati, siano essi alimentati da carbone, da gas o da nucleare. La generazione diffusa è già una realtà e in fondo, se usata bene, di energia ne basta molto poca; il sole, l’acqua, il vento possono ancora darci quello che ci serve. Le maestose quanto dispendiose centrali atomiche moriranno prima ancora di cominciare a produrre un’energia che nessuno più vorrà.