Presentazione evento green 2013 - Dott. Arch. Mariangela Martellotta
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2. EDILIZIA RURALE: C‘E’ MA NON VA SOTTOVALUTA ...
Il territorio pugliese è caratterizzato dalla presenza di estesi sistemi di edifici rurali i quali
però non fanno parte di un circuito che ne tuteli in maniera chiara e omogenea i
caratteri e ne promuova il recupero ai fini di preservarne anche i valori intrinsechi.
Il recupero ed il restauro degli immobili rurali comporta sostanziali contraddizioni la dove
per un verso esse sono ritenute dai loro proprietari edifici di scarso interesse e, per
altro verso, il loro recupero comporta l’applicazione di tecniche e metodiche proprie
del «restauro monumentale»: ciò determina l’impossibilità di giustificare in termini
meramente economici il loro recupero che rimane finalizzato a destinazioni
prevalentemente residenziali, non risultando quasi mai ancorabile al reinserimento
dell’edificio in cicli produttivi. Tale destinazione però spesso condanna la masseria, il
pagliaio, il trullo, il frantoio ecc… alla funzione di deposito o annesso (a volte abusivo).
Manca una legislazione specifica che assicuri sovvenzioni pubbliche e/o incentivi e ciò ha
sostanzialmente legittimato il comportamento della maggiorparte dei proprietari,
privati e pubblici, nei confronti degli immobili rurali in loro possesso.
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3. CONTESTUALIZZAZIONE IN DECLINO: OCCORRE
INFORMAZIONE E CAPACITÀ TECNICA
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4. DEBELLARE I
SISTEMATICI FENOMENI DI OBSOLESCENZA
Tranne in pochi casi, gli edifici del patrimonio rurale sono stati sistematicamente espulsi dai
processi produttivi contemporanei. Oggi essi sono interessati da due opposti fenomeni,
che sollevano entrambi questioni relative alla sostenibilità. In Puglia abbiamo un
patrimonio inestimabile :
oltre 600 masserie di cui 45 sono divenute «masserie didattiche»
oltre 300 attività agrituristiche nate in ex complessi rurali
una quantità non ancora stimabile di manufatti minori dell’Architettura rurale e rupestre
fra trulli, chiese rurali, torri, neviere, paretoni, stalle, palmenti, edicole votive, fogge,
pozzi, aie, porte poderali, specchie monumentali, pagliai *
*In particolare per i pagliai esiste un censimento-pilota da parte del CNR avviato in Valle
d’Itria [fonte – Seminario SIGEA – Maggio 2013 – Taranto ]
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5. ABOLIRE
SPRECO E TENDENZA ALLA PERDITA DI
CARATTERI TIPICI
... le peggiori piaghe per il patrimonio edilizio rurale sono ...
1) Da un lato il disuso, la mancanza di manutenzione, l’abbandono causano una perdita di
carattere economico (un volume resta inutilizzato, va perduto il lavoro fatto per costruirli, si
perdono i materiali stessi da costruzione impiegati) e culturale (si perde una testimonianza
delle tradizioni costruttive e dei modi di vivere del passato). Questo processo di abbandono
si configura dunque come una forma di spreco.
2) Dall’altro è in crescita la domanda di riuso degli edifici rustici, anche e soprattutto a fini
abitativi stabili o temporanei. Questa domanda innesca processi controversi. Viene infatti
valorizzato sì il valore economico di questo patrimonio, ma spesso a scapito della
conservazione del suo valore culturale, quando le modalità di intervento stravolgono i
caratteri dell’edificio e dell’intorno e sono all’origine di una perdita dei materiali e del lavoro
incorporato negli edifici storici.
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6. NON PERDERE LE CONOSCENZE LEGATE ALLE TECNICHE
COSTRUTTIVE TRADIZIONALI
Insieme al patrimonio edilizio rurale si rischia di perdere anche le conoscenze ad esso connesse,
tanto quelle legate all’attività edilizia, quanto quelle inerenti alla cura del paesaggio.
Inoltre questo processo coinvolge per lo più attori esterni alla comunità locale provocando
frizioni con essa, quando non si arriva addirittura a veri e propri casi di speculazione.
Immagini tratte dalle opere del pittore grottagliese Gaspare Mastro – «I mestieri»
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7. INNALZARE I BILANCI QUALITATIVI DEGLI INTERVENTI
Nonostante queste forti criticità questo processo presenta però rilevanti aspetti socioeconomici e
non va sottovalutato come possibile fattore di sviluppo per il territorio: in particolare si
aprono scenari interessanti per il settore delle costruzioni sul versante del recupero edilizio.
Un innalzamento della qualità degli interventi deve essere garantito – e dunque richiedere –
l’innovazione nel know-how (modelli culturali, tecnologie, organizzazione industriale) delle
forze produttive e dei processi di produzione. L’innovazione va perseguita da un lato con il
recupero dei saperi tradizionali, dall’altro con l’introduzione di materiali, tecnologie, processi
costruttivi e strategie di progettazione innovativi.
La sperimentazione ha dimostrato come il recupero degli immobili rurali – importante
patrimonio e testimonianza di un modo spontaneo ma assai erudito di costruire – può
essere controllabile sotto il profilo economico e comporti valorizzazione e rivitalizzazione
di spazi, ambienti, territori e tradizioni rurali che spesso edilizia moderna e urbanità
negano e fanno estinguere.
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8. LEGAME INNOVATIVO TRA TECNOLOGIA E AMBIENTE
Nel recupero delle preesistenze l’esperienza dimostra come un’attenzione particolare va
posta sulla QUALITA’ DEL PROGETTO e su un tipo di approccio finalizzato ad un
recupero intelligente degli edifici rurali.
prodotto:
Innovazione di prodotto si apportano modifiche alle
caratteristiche del prodotto che ne variano il profilo
prestazionale e le condizioni di uso nel ciclo di vita;
procedimento:
Innovazione di procedimento si apportano modifiche
sulle materie prime, sui procedimenti fisico - chimici di
trasformazione, senza modifiche sostanziali del
«prodotto»
processo:
Innovazione di processo si apportano modifiche
organizzative ed operative nelle diverse fasi, fino
all’uso e alla dismissione, senza apportare modifiche
al «prodotto».
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L’obiettivo dell’operazione è
pertanto definire un METODO
DI INTEGRAZIONE fra strumenti
di tipo progettuale capaci di
restituire
il
sistema
di
funzionamento tecnologico ed
ambientale delle preesistenze
rurali, per individuarne le
opportune
strategie
di
intervento.
Occorre innovare il processo
senza apportare modifiche
alla natura dei manufatti.
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9. EDILIZIA RURALE: C‘È MA NON VA SOTTOVALUTA ...
CONTESTUALIZZAZIONE IN DECLINO: OCCORRE INFORMAZIONE E CAPACITÀ TECNICA
DEBELLARE I SISTEMATICI FENOMENI DI OBSOLESCENZA
ABOLIRE SPRECO E TENDENZA ALLA PERDITA DI CARATTERI
NON PERDERE LE CONOSCENZE LEGATE ALLE TECNICHE COSTRUTTIVE TRADIZIONALI
INNALZARE I BILANCI QUALITATIVI DEGLI INTERVENTI
LEGAME INNOVATIVO TRA TECNOLOGIA E AMBIENTE
QUESTA È ECOSOSTENIBILITA’
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10. CONCLUSIONI
Il concetto di Sviluppo Sostenibile e il valore testimoniale della
preesistenza dovrebbero configurarsi come il “filtro di valutazione”
dell’intero processo edilizio e come elemento di verifica delle scelte
da parte dell’istituzione che ha il compito di valutare le strategie di
valorizzazione da attuare e come offerta.
È auspicabile quindi indagare accuratamente sulle tecniche costruttive e
sui dispositivi che consentano di migliorare le prestazioni e
affrontare il progetto di recupero secondo i principi della
Bioarchitettura ®.
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11. …
Sito – Sistema Tecnologico – Efficienza Energetica – Qualità dell’ambiente
interno – Tutela dei caratteri culturali della tradizione – Sensibilità per il
riuso in chiave attualizzata degli spazi – Progettazione partecipata fra
gli stakeholder legati al recupero – Valorizzazione delle peculiarità
architettoniche tipiche – Impegno nella promozione degli interventi –
Attenzione verso l’utilizzo di materiali ecologici – Impiego di manodopera
a Km 0 ...
…e tanto altro ancora che noi dell’INBAR in particolare avremo occasione
di diffondere come principi cardine per il recupero del patrimonio
edilizio rurale del territorio del GAL Colline Joniche con chi si
interfaccerà con noi.
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