2. Introduzione
Se la prima guerra mondiale era scoppiata dopo un evento singolo
ed improvviso, la seconda guerra mondiale, a distanza di 25 anni,
era stata sicuramente più prevedibile e in parte causata dalle
conseguenze del primo conflitto. Questo scontro drammatico e
si è protratto dal 1939 al 1945. I due principali contendenti in campo
erano l’“Asse” (Germania, Italia e Giappone) e gli “alleati” (Francia,
Gran Bretagna, Stati Uniti, Unione Sovietica, Cina). Per molti aspetti,
dunque, si trattava della prosecuzione, dopo una pausa di 20 anni,
della prima guerra mondiale, sebbene, come vedremo, con elementi
differenti.
Il numero dei morti complessivi oscilla tra i 40 ed i 50 milioni e con
questo triste record si aggiudica il primato del conflitto più
sanguinoso della storia.
3. Il preannuncio
della guerra
Durante la conferenza di Monaco, a settembre del 1938, le
democrazie avevano praticamente ceduto i Sudeti alla Germania.
Soltanto un mese dopo, erano già pronti i piani dei nazisti per
occupare altre due popolose regioni della Cecosclovacchia:
la Moravia e la Boemia, che nel marzo del ‘39 Hitler annetterà
al terzo Reich, mentre le varie nazioni che componevano la
Cecoslovacchia lottavano, ognuna per la propria indipendenza, in
particolare la Slovacchia. Questo provoca una svolta
nell’atteggiamento di Francia e Gran Bretagna, che si assicurano
l’assistenza militare di molte nazioni, in particolare della Polonia. La
Polonia sarebbe stato il prossimo obiettivo di Hitler, che puntava alla
città di Danzica.
4. La formazione
di nuovi patti
Nel frattempo. Germania e Italia stringevano il patto d’acciaio: se
uno dei due paesi si fosse trovato in guerra, anche nel ruolo di
aggressore, l’altro paese avrebbe dovuto intervenire al suo fianco.
L’Italia non era preparata militarmente alla guerra, e Mussolini lo
sapeva, ma Hitler aveva detto (a voce) che la guerra non sarebbe
scoppiata prima di due o tre anni: la seconda guerra mondiale era
invece molto più vicina del previsto. A questo punto,
inaspettatamente, i nazisti e l’Urss firmano un patto di non
aggressione. Hitler può a questo punto attaccare la Polonia (1
settembre 1939) senza temere ripercussioni russe, dando il via
alla seconda guerra mondiale. Mentre l’Italia, nonostante il patto
d’acciaio, dichiara la non belligeranza, Francia
ed Inghilterra dichiarano formalmente guerra alla Germania.
5. Le rapide
conquiste
della Germania
La conquista della Polonia avviene con una rapidità sorprendente,
soprattutto grazie all’innovativa tecnica militare tedesca, la guerra-
lampo: la vera novità della seconda guerra mondiale era l’utilizzo
di mezzi corazzati, grazie ai quali la guerra non era più statica. Già alla
fine di settembre Varsavia cedeva ai bombardamenti tedeschi, mentre i
russi occupavano le zone ad est in modo spietato: rimane tristemente
celebre l’esecuzione a freddo di migliaia di ufficiali polacchi, massacrati
dai sovietici e nascosti in 8 fosse comuni che sarebbero state ritrovate
anni dopo. Dopo questi avvenimenti la guerra rimane in stallo per sette
mesi, durante i quali la Russia attacca la Finlandia per risolvere alcune
questioni di confine, mentre la Germania, già nella primavera del ‘40,
riesce ad occupare la Danimarca (che si arrende senza combattere) e la
Norvegia. I nazisti controllavano ormai la maggior parte dell’Europa
settentrionale e centrale: a questo punto toccava alla Francia.
6. L'entrara in
guerra
dell'Italia
Mentre Hitler occupava la Francia, Mussolini, convinto di una
prossima fine della seconda guerra mondiale, annuncia con
notevole ritardo l’intervento italiano a fianco dell’alleato nazista. I
motivi per cui l’Italia non era entrata in guerra prima (nonostante
il patto d’acciaio) erano l’effettiva impreparazione dell’esercito e
la carenza di materie prime. La velocità con cui la Francia era
definitivamente crollata, però, aveva fatto cambiare idea non
soltanto a Mussolini, ma anche al re, agli industriali, e ai gerarchi
fascisti più moderati. Sembrava che l’Italia avrebbe ottenuto una
vittoria gloriosa con sforzi minimi. Il 10 giugno del 1940, dal balcone
di Piazza Venezia, a Roma, da cui era solito parlare al popolo, il duce
annuncia alla folla l’entrata dell’Italia nella seconda guerra
mondiale.
7. Primi
fallimenti
italiani
L’offensiva contro la Francia parte il 21 giugno, soltanto un giorno prima
che Pétain avrebbe firmato l’armistizio con i nazisti, e non è il successo
sperato: la penetrazione in territorio francese è molto limitata, e le
perdite piuttosto alte. Nonostante questo, la Francia stremata chiede
subito l’armistizio (firmato il 24 giugno), che prevede soltanto qualche
piccola variazione nei confini e una limitata smilitarizzazione.
Contemporaneamente Mussolini attacca gli inglesi nel Mediterraneo.
La flotta italiana viene sconfitta in Calabria e nell’Egeo, mentre
un’offensiva contro gli inglesi in Libia si ferma per la carenza di mezzi. Gli
italiani attaccheranno la Grecia il 28 ottobre del 1940, scontrandosi
ancora una volta con una resistenza al di sopra delle aspettative e
dovendo ripiegare in Albania. A dicembre, gli inglesi conquistano
la Cirenaica, ed è a questo punto che Mussolini deve accettare gli aiuti
tedeschi per riconquistare la regione.
8. La resistenza
dell'Inghilterra
Alla fine del ‘40, l’unica potenza in grado di fronteggiare con qualche
successo l’avanzata della Germania nazista nel corso della seconda
guerra mondiale era l’Inghilterra. Il primo ministro, il
conservatore Winston Churchill, al potere dal maggio del ‘40, aveva
un programma semplice: guerra totale contro la Germania nazista,
che dal canto suo, pur di veder riconosciute le recenti conquiste,
sarebbe stata disposta persino a trattare, per il momento.
Nell’autunno del 1940, a Hitler non rimaneva che tentare
di invadere l’Inghilterra. Il punto di forza della Gran Bretagna era la
propria flotta, e per questo i nazisti scelgono la via aerea,
bombardando continuamente per tre mesi obiettivi sia militari che
industriali.
9. Guerra alla
Russia
Il 22 giugno del 1941 la Germania nazista, ormai priva di fronti aperti
in occidente (fatta eccezione per il Nordafrica), inizia ad invadere
l’Urss, che del resto era da anni il principale obiettivo
dell’imperialismo nazista. Ad ottobre viene lanciato l’attacco finale
su Mosca: ma il maltempo favorisce la resistenza sovietica. Il fronte
russo è ormai un problema per Hitler, che non era riuscito a mettere
sotto combattimento i sovietici. Gran parte dell’esercito nazista era
bloccato in pianura, alle prese con un inverno gelido, con una
resistenza efficace, e soprattutto con una disponibilità di uomini
quasi infinita
10. L'entrata in
guerra del
Giappone e la
Carta
Atlantica
Il presidente Franklin D. Roosevelt, unico presidente degli Stati Uniti ad essere
eletto per la terza volta, aveva interrotto soltanto a maggio le relazioni con Italia
e Germania. Ad agosto aveva firmato con Churchill la Carta Atlantica: documento
in otto punti che condannava il fascismo e stabiliva alcune linee guida per un
nuovo ordine democratico a venire, basato sull’autodeterminazione dei popoli,
sul commercio libero, sulla cooperazione internazionale e sulla rinuncia all’utilizzo
della forza tra Stati. Per molti versi ricordava i quattordici punti di Wilson. Nel
frattempo, il Giappone, principale potenza asiatica, si era legato dal settembre
del 1940 ad un patto (il patto tripartito) con Germania e Italia. Il paese era
all’epoca dominato da una politica militarista ed espansionista, e dal 1936 aveva
firmato con i nazisti un patto anti comunista. L’obiettivo nipponico, fortemente
voluto dai vertici militari del paese, era quello di espandersi per tutto il Sud-Est
Asiatico, ed in questo senso il paese era già impegnato in tentativi di conquista ai
danni della Cina dal 1937.
11. L'entrata in
guerra degli
Stati Uniti
Poco prima delle otto di mattina del 7 dicembre 1941, l’aeronautica
giapponese sferra un devastante attacco alla base navale
americana di Pearl Harbor, nell’isola di Oahu, alle Hawaii. Si trattava
un attacco a sorpresa, senza nessuna formale dichiarazione di
guerra. Centinaia di aerei giapponesi erano partiti da una portaerei,
e attaccarono con due ondate le maggiori navi da guerra americane.
Gli americani non si aspettavano un attacco del genere, e perdono
più di 2.000 soldati, 55 civili, centinaia di aerei. Le perdite
giapponesi sono minime. Il giorno dopo, gli Stati uniti approvano
la dichiarazione di guerra al Giappone, e l’11 dicembre Germania e
Italia, secondo il patto tripartito, dichiarano a loro volta guerra agli
Stati Uniti. La seconda guerra mondiale inizia ad assumere nuove
tinte.
12. La svolta della guerra
Nel maggio del 1942 gli americani iniziano a fermare l’avanzata
giapponese nel Pacifico, che nel febbraio del ‘43 si arresterà
definitivamente, mentre nell’Atlantico americani e britannici iniziano a
difendersi più efficacemente dai temibili sottomarini tedeschi.
A Stalingrado (oggi Volgograd), sul fiume Volga, i sovietici riescono
a resistere ai nazisti, che assediano la città tra agosto e novembre del
‘42: si trattava della sconfitta peggiore finora subita dai tedeschi nel
corso della seconda guerra mondiale, un simbolo di come la situazione
si stava capovolgendo. Perdere Stalingrado sarebbe stato fatale per la
Russia, perché la città non era non soltanto una base di rifornimento sul
maggiore corso d’acqua della Russia, ma anche un punto che avrebbe
consentito ai tedeschi di circondare mosca. La battaglia era stata
devastante sia per i tedeschi che per i sovietici, in particolare per gli
abitanti di Stalingrado, che non erano stati evacuati.
13. La caduta del
fascismo
Lo sbarco in Sicilia dei contingenti anglo-americani, che in poche
settimane si impadroniranno dell’isola, avviene nel luglio del
1943. Il 25 luglio del 1943 Mussolini cade, e lo fa per colpa di una
singolare congiura voluta, tra gli altri, dal re e dagli esponenti più
moderati del regime. La notte precedente, una riunione del Gran
consiglio del fascismo aveva invitato il re a riprendere il controllo
formale dell’esercito. Il 25 Mussolini viene invitato a rassegnare le
dimissioni ed arrestato dai carabinieri, mentre Pietro Badoglio viene
nominato capo del governo. Poco tempo dopo, il 3 settembre l’Italia
e gli alleati stipulano un armistizio, reso noto l’8 settembre.
Badoglio ed il re fuggono verso Brindisi, mentre l’Italia centrale e
l’Italia del nord vengono occupate dai tedeschi, il Sud è occupato
dagli alleati, e l’esercito italiano è allo sbando.
14. La formazione
delle bande
partigiane
Alla fine del ‘43 si formano le prime bande partigiane, riunendo sia
antifascisti che disertori della Repubblica di Salò. Nelle città si
formano i Gruppi di azione patriottica. I partigiani tendevano a
riunirsi in base all’orientamento politico:
-Il gruppo più numeroso erano le brigate Garibaldi, in prevalenza
costituite da comunisti;
-I socialisti si riunivano nelle Brigate Matteotti.
15. La nascita del
Comitato di
liberazione
nazionale
I rappresentanti dei partiti antifascisti danno vita al Comitato di
liberazione nazionale (Cln), che aveva lo scopo di dare vita ad un’Italia
democratica, antifascista, ma anche contraria al re,considerato anche lui
un responsabile del fascismo e della guerra, e a Badoglio . Il Cln
rappresentava il movimento partigiano , ma non aveva né una base di
massa né la fiducia degli alleati. Il 24 aprile viene formato il
primo governo di unità nazionale, che include rappresentanti del Cln ed
è capeggiato da Badoglio. Vittorio Emanuele III nominerà suo figlio
Umberto ‘luogotenente del regno’ nel giugno del ‘44, e anche Badoglio
si dimetterà. Il prossimo governo sarà interamente deciso dal Cln,
presieduto da Ivanoe Bonomi, e avrà concreti legami col movimento
partigiano, ormai riunito anch’esso in un Cln Alta Italia (Clnai) rinforzato
e molto attivo in tutta l’Italia del nord, nonostante le rappresaglie
tedesche.
16. La conquista
di Francia
e Berlino
Tra 1943 e ‘44 i sovietici, al costo di enormi sacrifici, respingono i
tedeschi ed iniziano ad avanzare verso occidente: nella primavera del
‘45 conquisteranno Berlino. Alla fine del 1943 c’era stata la conferenza
di Teheran, dove i leader dei tre principali stati
alleati, Roosevelt, Stalin e Churchill si erano incontrati, e gli anglo-
americani si erano impegnati a sbarcare sulle coste della Francia,
in Normandia. L’operazione scatta il 6 giugno del 1944 all’alba, il nome
in codice è operazione Overlord: Questa operazione è stata
documentata dal fotografo Robert Capa, in alcune drammatiche foto
che ritraggono l’assalto ad Omaha Beach in tutta la foga dell’azione. Nel
giro di un mese più di un milione e mezzo di uomini saranno in Francia.
Alla fine di luglio, le difese tedesche sono definitivamente stroncate, e
ad agosto Parigi è ormai libera, mentre i nazisti si riorganizzavano per
un’ultima volta intorno ai vecchi confini del 1939.
17. La fine della
seconda
guerra
mondiale
Gli americani iniziano a bombardare sistematicamente il
Giappone alla fine del ‘44 con l’apporto di grandi portaerei e
giganteschi ‘bombardieri strategici’ (delle vere e proprie fortezze
volanti). L’attacco via terra e via mare nel territorio giapponese era
previsto per l’estate del ‘45, ma il Giappone non sembrava affatto sul
punto di arrendersi. Al contrario, i kamikaze continuavano
inesorabilmente a farsi esplodere sulle navi americane. Nel
frattempo il presidente Roosevelt era morto (12 aprile 1945), e fu il
suo successore Harry Truman a decidere di utilizzare la bomba
atomica, un devastante ordigno messo a punto da pochissimo
contro il Giappone.
18. La morte di
Mussolini ed
Hitler
Il 25 aprile, in Italia, il Cln proclama l’insurrezione generale mentre i
tedeschi abbandonano Milano. Mussolini tenta di rifugiarsi in
Svizzera travestito da soldato tedesco, ma viene catturato, fucilato
partigiani ed esposto a piazzale Loreto a Milano. Quanto ad Hitler, il
30 aprile si spara un colpo di revolver alle tempie nel proprio
bunker sotterraneo (ormai sede del governo). A questo punto, il
Reich non può che chiedere la resa agli alleati. Il 7 maggio del ’45 a
Reims si firma la capitolazione dell’esercito tedesco e le ostilità
cessano formalmente nei due giorni successivi. Erano morti i due
dittatori che più di tutti avevano voluto la seconda guerra mondiale,
che si concludeva dopo quasi sei anni. L’unico paese dell’asse a
restare in piedi era il Giappone.