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    Per una gestione SMART del territorio della Langhe:
   SGAP – Sistema di Gestione Ambiental-Paesaggistico

                                  Maria Quarta
                        Architetto paesaggista – Socio AIAPP
               Via Moncalvo 29, 10125 Chieri (TO), tel. +390114324518
                             maria.quarta@archiworld.it




1. Premessa

Il tema proposto dal convegno - “nutrirsi di paesaggio” - evoca una serie di
concetti riassumibili in un indicatore sintetico: la qualità. Pensare al paesaggio
come nutrimento, del corpo e dell’anima, permette di focalizzare l’attenzione sul
ruolo delle politiche, degli strumenti e delle competenze necessarie per garantire
la qualità del cibo, la qualità del paesaggio, la qualità della vita.
Può l’Architetto del Paesaggio dare un contributo significativo a tutto questo? Se
egli interpreta il suo ruolo, come indicato dalla International Federation of
Landscape Architects (IFLA), cioè ricercando e promuovendo metodi innovativi
per ogni attività che riguardi il paesaggio, dalla pianificazione alla progettazione,
alla realizzazione degli interventi ed alla gestione, è evidente come la risposta sia
affermativa.
L’Architetto del Paesaggio, nella ricerca e sperimentazione di nuove modalità di
azione, non può prescindere dal confronto e dall’integrazione del suo sapere con
quello di altre figure professionali. Egli deve saper interpretare e tradurre in
progetto le esigenze espresse dalla comunità, deve fornire un supporto agli
amministratori pubblici alle decisioni e proporre soluzioni efficaci per una corretta
pianificazione e gestione delle risorse territoriali, paesaggistiche ed ambientali.
In un sistema complesso come quello attuale, il concetto di integrazione diventa
imperativo. La necessità di perseguire uno sviluppo sostenibile impone una
revisione complessiva dei modi di pensare, dei metodi di lavoro e degli strumenti.
Emerge con forza l’importanza di adottare un approccio integrato sia
orizzontalmente - ovvero tra gli strumenti di pianificazione che riguardano
territorio, paesaggio e ambiente - sia verticalmente, cioè lungo tutto il processo di
analisi, valutazione, pianificazione, progettazione, realizzazione e gestione delle




                                         1
risorse territoriali, paesaggistiche ed ambientali. Sperimentare nuovi metodi, in
armonia con quanto indicato da IFLA, per mettere a sistema e integrare le
diverse fasi dei processi di trasformazione antropica: dalla fase di condivisione
delle strategie con tutti i soggetti interessati a quella della traduzione delle scelte
in piani, programmi e progetti, alla realizzazione degli stessi, alla gestione e
manutenzione delle opere realizzate, nonché alla gestione sistemica dell’intero
processo.

Una sperimentazione che tenta di armonizzare in un nuovo strumento i concetti
di integrazione sopraindicati – questo è il progetto che qui si intende presentare –
è stata compiuta da chi scrive insieme a Riccardo Beltramo, che nel 2004 hanno
ideato il Sistema di Gestione Ambiental-Paesaggistico (SGAP)1, progettato per
l’Unione dei Comuni delle Colline di Langa e Barolo. Un territorio particolarmente
interessante per le sue connotazioni e per la presenza di pregevoli paesaggi
viticoli, candidato a diventare patrimonio dell’umanità. Il progetto SGAP propone
una combinazione tra strumenti di governo che finora sono stati lontani tra loro: la
pianificazione urbanistica e paesaggistica e la certificazione di qualità attraverso i
percorsi EMAS. Il progetto SGAP rappresenta una proposta metodologica per
l’integrazione del Sistema di Gestione Ambientale e Audit (EMAS) con la
Convenzione Europea del Paesaggio (CEP), nonché l’integrazione sistemica
delle attività di analisi e valutazione del paesaggio con le attività di pianificazione
e di gestione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente.


2. SGAP: uno strumento per la gestione integrata di paesaggio, ambiente e
territorio in rapporto al nuovo paradigma SMART

Un nuovo modello di riferimento, rappresentabile col termine “SMART”, si sta
facendo largo, nelle politiche come nelle ricerche scientifiche. Riferito
inizialmente alle città, Smart Cities, si sta arricchendo di significati, sintetizzabili
nel concetto di “gestione intelligente” del territorio. Con il termine smart si
intende, infatti, un insieme coordinato di interventi che mirano a rendere la città
ed il territorio più sostenibile. Sostenibilità intesa nella qualità dei servizi urbani,
del paesaggio, delle politiche e degli strumenti che governano le trasformazioni

1
  Il progetto di ricerca per la realizzazione e certificazione di un Sistema di Gestione Ambiental-Pesaggistico per
l’Unione dei Comuni Colline di Langa e Barolo è stato co-ideato da Riccardo Beltramo e Maria Quarta e
realizzato dal Dipartimento di Scienze Merceologiche dell’Università di Torino. La ricerca ha preso avvio nel
2005 con un finanziamento della Regione Piemonte, Assessorato Ambiente (che lo ha assunto come progetto
pilota, finalizzato a diffondere l’applicazione del Regolamento EMAS nella P.A.) ed ha concluso il suo iter
progettuale nel giugno 2009 con la definizione delle Linee Guida per la realizzazione del Sistema di Gestione
Ambiental-Pesaggistico e con la pubblicazione del libro “SGAP - Sistema di Gestione Ambiental-Pesaggistico:
una metodologia per la gestione integrata dell’ambiente e del paesaggio”, a cura di Aracne, nel 2011.
Si veda anche: R. Beltramo, M. Quarta, “SGAP - Sistema di Gestione Ambiental-Pesaggistico: aspetti
introduttivi e impostazione metodologica”, in: Rivista della Associazione Analisti Ambientali - Valutazione
Ambientale n. 12 -Edicom Edizioni, Luglio-Dicembre 2007.




                                                        2
territoriali e, più in generale, nella qualità della vita. Ci si chiede quanto le
Pubbliche Amministrazioni ed i governi locali possano fare nella programmazione
strategica, nella gestione delle risorse e nelle scelte operative per far diventare
“più intelligenti” le città ed i territori.
Le città del mondo, per essere più sostenibili dal punto di vista ambientale e
quindi più vivibili, devono affrontare oggi una serie di sfide che riguardano
l’agricoltura, la produzione alimentare, le fonti energetiche, la mobilità. Temi che
non possono essere considerati a compartimenti stagni ma devono essere trattati
in maniera integrata e sistemica, acquisendo una nuova prospettiva
interdisciplinare. Ed a questa logica risponde SGAP, il Sistema di Gestione
Ambiental-Paesaggistico che si propone come strumento smart a disposizione di
Amministrazioni Pubbliche che intendono attuare politiche e processi di
governance orientati allo sviluppo sostenibile. SGAP ha una                 smarticità
intrinseca; le sue caratteristiche incontrano, infatti, i criteri “SMART”, come si
evince dalla schema indicato nella figura 1.




 Figura 1.    Caratteristiche   obiettivi       Figura 2. SGAP: uno strumento di
 SMART e obiettivi SGAP                         SMART governance


Inoltre, il suffisso smart attribuito a SGAP sta ad indicare “intelligenza”, intesa
come capacità di progettazione sistemica, di integrazione in un’unica cornice di
tanti aspetti che fino ad oggi erano stati affrontati separatamente. SGAP
rappresenta il “collante” per tematiche diverse, inglobate e integrate in un
Sistema che garantisce il controllo e la riduzione degli impatti, diretti e indiretti,
derivanti dalle attività di pianificazione e gestione del territorio, che
un’Amministrazione Pubblica utilizza per attuare le proprie politiche. SGAP è
anche uno strumento di governance perché prevede azioni di comunicazione e
coinvolgimento degli stakeholder e dei cittadini per definire politiche più vicine ai
loro bisogni ed allo sviluppo sostenibile.
L’Unione Europea attribuisce al termine smart city la capacità di incidere
positivamente sulla qualità urbana secondo una valutazione basata su parametri
economici, sociali, culturali, ambientali e gestionali.




                                            3
SGAP, come si è detto, è uno strumento gestionale capace di incidere
positivamente sulla qualità urbana - ma più specificatamente sulla qualità del
territorio, del paesaggio e dell’ambiente - e sulla qualità della vita in generale,
secondo i parametri illustrati nello schema della figura 2.


3. SGAP: un focus sul paesaggio

Il paesaggio all’interno di SGAP trova spazio in ognuna delle fasi che caratterizza
l’operato di un’Amministrazione che svolga funzioni di governo del territorio: nella
fase di pianificazione, di analisi e valutazione, come in quella di gestione e
controllo delle trasformazioni territoriali e paesaggistiche. Trova spazio anche
nella rappresentazione della percezione che le comunità locali esprimono sui loro
paesaggi, in ossequio alla Convenzione Europea del Paesaggio (CEP).
L’integrazione del Regolamento EMAS (che disciplina i Sistemi di Gestione
Ambientale) con la CEP si esprime attraverso l’implementazione nello SGAP di
tutti i concetti enunciati dalla CEP. Essi costituiscono il riferimento principale sia
per quanto riguarda il concetto di paesaggio - esteso all’intero territorio (alle parti
che presentano valori eccezionali, a quelle ordinarie e a quelle degradate) come
percepito dalla popolazione - sia per le definizioni di pianificazione e di gestione
del paesaggio sia, infine, per le azioni di sensibilizzazione e di formazione che
intorno al paesaggio la CEP richiede di attivare.

A partire, quindi, dalla fase di pianificazione, SGAP prevede l’analisi e la
valutazione degli strumenti urbanistici vigenti, finalizzata ad evidenziare il grado
di incidenza delle norme sulla qualità del paesaggio. L’obiettivo è quello di
mettere in luce gli eventuali impatti negativi che le norme, pensate
essenzialmente per governare le trasformazioni del territorio, generano anche sul
paesaggio e di individuare un percorso di miglioramento.
Per l’analisi dei piani, generalmente strutturati in maniera differente, si è adottato
un metodo di lettura finalizzato alla restituzione di informazioni omogenee e
confrontabili: sono state individuate 5 aree tematiche: centro storico, aree
residenziali (esistenti, di completamento e di nuova espansione), aree agricole
(nuclei rurali, residenze rurali, capannoni e aree a coltivo), aree destinate ad
insediamenti produttivi ed aree a salvaguardia ambientale. Per ciascuna di esse
è stato individuato un set di indicatori ai quali attribuire un punteggio, che riflette il
grado di attenzione riservato dal PRG all’indicatore specifico. L’esito dell’analisi è
rappresentato da una valutazione relativa alle singole aree tematiche e da una
valutazione complessiva dello strumento, riferita all’intero territorio comunale.
L’analisi e la valutazione degli strumenti urbanistici consente alle Amministrazioni
Pubbliche (che, dotandosi di SGAP, hanno scelto di attuare politiche orientate
allo sviluppo sostenibile) di avere costantemente un quadro chiaro sugli effetti
delle politiche territoriali attuate mediante tali strumenti e fornisce indicazioni utili




                                            4
all’introduzione di meccanismi correttivi, laddove le scelte adottate si rivelino
inadeguate a sostenere una buona qualità del paesaggio.

La valutazione delle norme urbanistiche è accompagnata da una valutazione
della qualità visiva del paesaggio. La metodologia proposta valuta le proprietà
sceniche del paesaggio sia in chiave estetico-formale sia in chiave percettiva,
attraverso il coinvolgimento e la condivisione con la popolazione. L’analisi tiene in
conto gli aspetti storico-testimoniali, culturali e naturalistici e la percezione visiva.
Costituiscono un importante riferimento il metodo di valutazione utilizzato dal
Bureau of Land Management2 (BLM) e la Norma UNI 11109:2004, i quali sono
stati sottoposti ad aggiustamenti e tarature per rendere la valutazione
maggiormente aderente al contesto locale.
Questo metodo di valutazione prevede la ripartizione del territorio in unità di
paesaggio e l’attribuzione di valori per ciascuna di queste secondo le componenti
considerate determinanti. Un primo adattamento della metodologia BLM ha
riguardato le modalità di scelta delle unità di paesaggio: la perimetrazione è stata
effettuata seguendo sia il criterio morfologico (confini naturali come corsi d’acqua,
curve di livello, ecc.) e/o dei segni antropici dell’organizzazione territoriale
(strade, delimitazioni varie) – tipico delle modalità di perimetrazione utilizzate
nella pianificazione – sia riferendo le unità agli ambiti in cui è stato suddiviso il
territorio comunale nell’analisi dei PRG. È stata cioè utilizzata la stessa
suddivisione in centro storico, aree residenziali di secondo impianto, aree
produttive, aree agricole e aree di pregio ambientale, al fine di poter effettuare un
confronto, sovrapponendo la valutazione della qualità visiva del paesaggio con la
valutazione delle norme urbanistiche per le singole unità di paesaggio.

Gli aspetti legati alla percezione sociale completano le fasi di analisi e
valutazione del paesaggio previste da SGAP. Si procede con l’individuazione dei
soggetti da intervistare (opinion leader, stakeholder, scuole…) ai quali vengono
somministrati dei questionari, finalizzati a rilevare la loro percezione del
paesaggio. Dalla valutazione delle risposte emerge sia il grado di riconoscimento
degli intervistati nei valori identitari che il paesaggio esprime nelle sue diverse
connotazioni, sia la manifestazione della esigenza di tutela o di valorizzazione di
alcuni elementi o tipologie di paesaggi, nonché di recupero dei paesaggi
degradati. Si prevedono momenti di confronto per una condivisione ampia delle
interpretazioni della popolazione attraverso l’organizzazione di eventi ed attività
che favoriscano la sensibilizzazione, la formazione e la diffusione della cultura
del paesaggio tra i cittadini, gli amministratori ed i professionisti.



2
  U.S. BUREAU OF LAND MANAGEMENT (1980), in G. GHISOTTI, S. BRUSCHI, Valutare l’ambiente. Guida agli studi di
impatto ambientale, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1990.




                                                     5
4. SGAP e il Piano di Gestione dei siti UNESCO

Il modello di gestione del paesaggio proposto da SGAP, presenta significative
analogie con il modello di Piano di Gestione che il MIBAC richiede per i siti
UNESCO.
Entrambi i modelli prevedono un’analisi integrata dello stato dei luoghi,
l’identificazione degli obiettivi raggiungibili e le possibili strategie, la valutazione
degli impatti sul sistema locale, la scelta di piani di azione per conseguire i
traguardi prefissati, le modalità di attuazione e la verifica del conseguimento degli
obiettivi tramite una serie di indicatori che attuano il monitoraggio sistematico dei
risultati nel tempo.
Sia SGAP sia il Piano di Gestione per i siti UNESCO sono strumenti strategici ed
operativi perché, da un lato, individuano gli obiettivi di breve e lungo periodo, e
dall’altro, le strategie e le azioni che si intendono mettere in campo per
perseguirli. Infine, entrambi i modelli incorporano un insieme flessibile di regole
operative, di procedure e di idee progettuali e sono in grado di evolvere e di
recepire aggiornamenti e modificazioni con il cambiare delle circostanze e
l’evoluzione dell’ambiente al quale si rivolge.
Il modello di gestione proposto da SGAP si differenzia da quello UNESCO nel
campo di applicazione: il Piano di Gestione pei i siti UNESCO esercita la sua
azione su una parte limitata di territorio, quello comprendente il sito da
conservare e valorizzare, SGAP estende il suo campo di attività all’intero
territorio, nelle sue parti di eccezionale valore ed in quelle ordinarie e degradate,
come vuole la CEP.
SGAP, come si è detto, è stato progettato per l’Unione dei Comuni Colline di
Langa e Barolo. L’ideazione è avvenuta nel 2004 e i lavori di progettazione sono
stati avviati nel 2005, ancor prima della proposta di candidatura UNESCO de “I
paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Monferrato e Roero”, a dimostrazione
dell’importanza riconosciuta dagli amministratori dell’Unione dei Comuni di
tutelare e valorizzare un patrimonio storico-culturale e paesaggistico di notevole
pregio attraverso uno strumento innovativo, orientato allo sviluppo sostenibile,
capace di gestire con rigore e sistematicità tutto il territorio e le componenti
ambientali e paesaggistiche in maniera non episodica ma nella loro globalità.




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Sgap sistema di gestione ambiental-paesaggistico

  • 1. "Città Visibili" - Torino Smart Festival 2012 Convegno internazionale NUTRIRSI DI PAESAGGIO Lingotto Fiere - 4 / 5 giugno 2012 Per una gestione SMART del territorio della Langhe: SGAP – Sistema di Gestione Ambiental-Paesaggistico Maria Quarta Architetto paesaggista – Socio AIAPP Via Moncalvo 29, 10125 Chieri (TO), tel. +390114324518 maria.quarta@archiworld.it 1. Premessa Il tema proposto dal convegno - “nutrirsi di paesaggio” - evoca una serie di concetti riassumibili in un indicatore sintetico: la qualità. Pensare al paesaggio come nutrimento, del corpo e dell’anima, permette di focalizzare l’attenzione sul ruolo delle politiche, degli strumenti e delle competenze necessarie per garantire la qualità del cibo, la qualità del paesaggio, la qualità della vita. Può l’Architetto del Paesaggio dare un contributo significativo a tutto questo? Se egli interpreta il suo ruolo, come indicato dalla International Federation of Landscape Architects (IFLA), cioè ricercando e promuovendo metodi innovativi per ogni attività che riguardi il paesaggio, dalla pianificazione alla progettazione, alla realizzazione degli interventi ed alla gestione, è evidente come la risposta sia affermativa. L’Architetto del Paesaggio, nella ricerca e sperimentazione di nuove modalità di azione, non può prescindere dal confronto e dall’integrazione del suo sapere con quello di altre figure professionali. Egli deve saper interpretare e tradurre in progetto le esigenze espresse dalla comunità, deve fornire un supporto agli amministratori pubblici alle decisioni e proporre soluzioni efficaci per una corretta pianificazione e gestione delle risorse territoriali, paesaggistiche ed ambientali. In un sistema complesso come quello attuale, il concetto di integrazione diventa imperativo. La necessità di perseguire uno sviluppo sostenibile impone una revisione complessiva dei modi di pensare, dei metodi di lavoro e degli strumenti. Emerge con forza l’importanza di adottare un approccio integrato sia orizzontalmente - ovvero tra gli strumenti di pianificazione che riguardano territorio, paesaggio e ambiente - sia verticalmente, cioè lungo tutto il processo di analisi, valutazione, pianificazione, progettazione, realizzazione e gestione delle 1
  • 2. risorse territoriali, paesaggistiche ed ambientali. Sperimentare nuovi metodi, in armonia con quanto indicato da IFLA, per mettere a sistema e integrare le diverse fasi dei processi di trasformazione antropica: dalla fase di condivisione delle strategie con tutti i soggetti interessati a quella della traduzione delle scelte in piani, programmi e progetti, alla realizzazione degli stessi, alla gestione e manutenzione delle opere realizzate, nonché alla gestione sistemica dell’intero processo. Una sperimentazione che tenta di armonizzare in un nuovo strumento i concetti di integrazione sopraindicati – questo è il progetto che qui si intende presentare – è stata compiuta da chi scrive insieme a Riccardo Beltramo, che nel 2004 hanno ideato il Sistema di Gestione Ambiental-Paesaggistico (SGAP)1, progettato per l’Unione dei Comuni delle Colline di Langa e Barolo. Un territorio particolarmente interessante per le sue connotazioni e per la presenza di pregevoli paesaggi viticoli, candidato a diventare patrimonio dell’umanità. Il progetto SGAP propone una combinazione tra strumenti di governo che finora sono stati lontani tra loro: la pianificazione urbanistica e paesaggistica e la certificazione di qualità attraverso i percorsi EMAS. Il progetto SGAP rappresenta una proposta metodologica per l’integrazione del Sistema di Gestione Ambientale e Audit (EMAS) con la Convenzione Europea del Paesaggio (CEP), nonché l’integrazione sistemica delle attività di analisi e valutazione del paesaggio con le attività di pianificazione e di gestione del territorio, del paesaggio e dell’ambiente. 2. SGAP: uno strumento per la gestione integrata di paesaggio, ambiente e territorio in rapporto al nuovo paradigma SMART Un nuovo modello di riferimento, rappresentabile col termine “SMART”, si sta facendo largo, nelle politiche come nelle ricerche scientifiche. Riferito inizialmente alle città, Smart Cities, si sta arricchendo di significati, sintetizzabili nel concetto di “gestione intelligente” del territorio. Con il termine smart si intende, infatti, un insieme coordinato di interventi che mirano a rendere la città ed il territorio più sostenibile. Sostenibilità intesa nella qualità dei servizi urbani, del paesaggio, delle politiche e degli strumenti che governano le trasformazioni 1 Il progetto di ricerca per la realizzazione e certificazione di un Sistema di Gestione Ambiental-Pesaggistico per l’Unione dei Comuni Colline di Langa e Barolo è stato co-ideato da Riccardo Beltramo e Maria Quarta e realizzato dal Dipartimento di Scienze Merceologiche dell’Università di Torino. La ricerca ha preso avvio nel 2005 con un finanziamento della Regione Piemonte, Assessorato Ambiente (che lo ha assunto come progetto pilota, finalizzato a diffondere l’applicazione del Regolamento EMAS nella P.A.) ed ha concluso il suo iter progettuale nel giugno 2009 con la definizione delle Linee Guida per la realizzazione del Sistema di Gestione Ambiental-Pesaggistico e con la pubblicazione del libro “SGAP - Sistema di Gestione Ambiental-Pesaggistico: una metodologia per la gestione integrata dell’ambiente e del paesaggio”, a cura di Aracne, nel 2011. Si veda anche: R. Beltramo, M. Quarta, “SGAP - Sistema di Gestione Ambiental-Pesaggistico: aspetti introduttivi e impostazione metodologica”, in: Rivista della Associazione Analisti Ambientali - Valutazione Ambientale n. 12 -Edicom Edizioni, Luglio-Dicembre 2007. 2
  • 3. territoriali e, più in generale, nella qualità della vita. Ci si chiede quanto le Pubbliche Amministrazioni ed i governi locali possano fare nella programmazione strategica, nella gestione delle risorse e nelle scelte operative per far diventare “più intelligenti” le città ed i territori. Le città del mondo, per essere più sostenibili dal punto di vista ambientale e quindi più vivibili, devono affrontare oggi una serie di sfide che riguardano l’agricoltura, la produzione alimentare, le fonti energetiche, la mobilità. Temi che non possono essere considerati a compartimenti stagni ma devono essere trattati in maniera integrata e sistemica, acquisendo una nuova prospettiva interdisciplinare. Ed a questa logica risponde SGAP, il Sistema di Gestione Ambiental-Paesaggistico che si propone come strumento smart a disposizione di Amministrazioni Pubbliche che intendono attuare politiche e processi di governance orientati allo sviluppo sostenibile. SGAP ha una smarticità intrinseca; le sue caratteristiche incontrano, infatti, i criteri “SMART”, come si evince dalla schema indicato nella figura 1. Figura 1. Caratteristiche obiettivi Figura 2. SGAP: uno strumento di SMART e obiettivi SGAP SMART governance Inoltre, il suffisso smart attribuito a SGAP sta ad indicare “intelligenza”, intesa come capacità di progettazione sistemica, di integrazione in un’unica cornice di tanti aspetti che fino ad oggi erano stati affrontati separatamente. SGAP rappresenta il “collante” per tematiche diverse, inglobate e integrate in un Sistema che garantisce il controllo e la riduzione degli impatti, diretti e indiretti, derivanti dalle attività di pianificazione e gestione del territorio, che un’Amministrazione Pubblica utilizza per attuare le proprie politiche. SGAP è anche uno strumento di governance perché prevede azioni di comunicazione e coinvolgimento degli stakeholder e dei cittadini per definire politiche più vicine ai loro bisogni ed allo sviluppo sostenibile. L’Unione Europea attribuisce al termine smart city la capacità di incidere positivamente sulla qualità urbana secondo una valutazione basata su parametri economici, sociali, culturali, ambientali e gestionali. 3
  • 4. SGAP, come si è detto, è uno strumento gestionale capace di incidere positivamente sulla qualità urbana - ma più specificatamente sulla qualità del territorio, del paesaggio e dell’ambiente - e sulla qualità della vita in generale, secondo i parametri illustrati nello schema della figura 2. 3. SGAP: un focus sul paesaggio Il paesaggio all’interno di SGAP trova spazio in ognuna delle fasi che caratterizza l’operato di un’Amministrazione che svolga funzioni di governo del territorio: nella fase di pianificazione, di analisi e valutazione, come in quella di gestione e controllo delle trasformazioni territoriali e paesaggistiche. Trova spazio anche nella rappresentazione della percezione che le comunità locali esprimono sui loro paesaggi, in ossequio alla Convenzione Europea del Paesaggio (CEP). L’integrazione del Regolamento EMAS (che disciplina i Sistemi di Gestione Ambientale) con la CEP si esprime attraverso l’implementazione nello SGAP di tutti i concetti enunciati dalla CEP. Essi costituiscono il riferimento principale sia per quanto riguarda il concetto di paesaggio - esteso all’intero territorio (alle parti che presentano valori eccezionali, a quelle ordinarie e a quelle degradate) come percepito dalla popolazione - sia per le definizioni di pianificazione e di gestione del paesaggio sia, infine, per le azioni di sensibilizzazione e di formazione che intorno al paesaggio la CEP richiede di attivare. A partire, quindi, dalla fase di pianificazione, SGAP prevede l’analisi e la valutazione degli strumenti urbanistici vigenti, finalizzata ad evidenziare il grado di incidenza delle norme sulla qualità del paesaggio. L’obiettivo è quello di mettere in luce gli eventuali impatti negativi che le norme, pensate essenzialmente per governare le trasformazioni del territorio, generano anche sul paesaggio e di individuare un percorso di miglioramento. Per l’analisi dei piani, generalmente strutturati in maniera differente, si è adottato un metodo di lettura finalizzato alla restituzione di informazioni omogenee e confrontabili: sono state individuate 5 aree tematiche: centro storico, aree residenziali (esistenti, di completamento e di nuova espansione), aree agricole (nuclei rurali, residenze rurali, capannoni e aree a coltivo), aree destinate ad insediamenti produttivi ed aree a salvaguardia ambientale. Per ciascuna di esse è stato individuato un set di indicatori ai quali attribuire un punteggio, che riflette il grado di attenzione riservato dal PRG all’indicatore specifico. L’esito dell’analisi è rappresentato da una valutazione relativa alle singole aree tematiche e da una valutazione complessiva dello strumento, riferita all’intero territorio comunale. L’analisi e la valutazione degli strumenti urbanistici consente alle Amministrazioni Pubbliche (che, dotandosi di SGAP, hanno scelto di attuare politiche orientate allo sviluppo sostenibile) di avere costantemente un quadro chiaro sugli effetti delle politiche territoriali attuate mediante tali strumenti e fornisce indicazioni utili 4
  • 5. all’introduzione di meccanismi correttivi, laddove le scelte adottate si rivelino inadeguate a sostenere una buona qualità del paesaggio. La valutazione delle norme urbanistiche è accompagnata da una valutazione della qualità visiva del paesaggio. La metodologia proposta valuta le proprietà sceniche del paesaggio sia in chiave estetico-formale sia in chiave percettiva, attraverso il coinvolgimento e la condivisione con la popolazione. L’analisi tiene in conto gli aspetti storico-testimoniali, culturali e naturalistici e la percezione visiva. Costituiscono un importante riferimento il metodo di valutazione utilizzato dal Bureau of Land Management2 (BLM) e la Norma UNI 11109:2004, i quali sono stati sottoposti ad aggiustamenti e tarature per rendere la valutazione maggiormente aderente al contesto locale. Questo metodo di valutazione prevede la ripartizione del territorio in unità di paesaggio e l’attribuzione di valori per ciascuna di queste secondo le componenti considerate determinanti. Un primo adattamento della metodologia BLM ha riguardato le modalità di scelta delle unità di paesaggio: la perimetrazione è stata effettuata seguendo sia il criterio morfologico (confini naturali come corsi d’acqua, curve di livello, ecc.) e/o dei segni antropici dell’organizzazione territoriale (strade, delimitazioni varie) – tipico delle modalità di perimetrazione utilizzate nella pianificazione – sia riferendo le unità agli ambiti in cui è stato suddiviso il territorio comunale nell’analisi dei PRG. È stata cioè utilizzata la stessa suddivisione in centro storico, aree residenziali di secondo impianto, aree produttive, aree agricole e aree di pregio ambientale, al fine di poter effettuare un confronto, sovrapponendo la valutazione della qualità visiva del paesaggio con la valutazione delle norme urbanistiche per le singole unità di paesaggio. Gli aspetti legati alla percezione sociale completano le fasi di analisi e valutazione del paesaggio previste da SGAP. Si procede con l’individuazione dei soggetti da intervistare (opinion leader, stakeholder, scuole…) ai quali vengono somministrati dei questionari, finalizzati a rilevare la loro percezione del paesaggio. Dalla valutazione delle risposte emerge sia il grado di riconoscimento degli intervistati nei valori identitari che il paesaggio esprime nelle sue diverse connotazioni, sia la manifestazione della esigenza di tutela o di valorizzazione di alcuni elementi o tipologie di paesaggi, nonché di recupero dei paesaggi degradati. Si prevedono momenti di confronto per una condivisione ampia delle interpretazioni della popolazione attraverso l’organizzazione di eventi ed attività che favoriscano la sensibilizzazione, la formazione e la diffusione della cultura del paesaggio tra i cittadini, gli amministratori ed i professionisti. 2 U.S. BUREAU OF LAND MANAGEMENT (1980), in G. GHISOTTI, S. BRUSCHI, Valutare l’ambiente. Guida agli studi di impatto ambientale, La Nuova Italia Scientifica, Roma, 1990. 5
  • 6. 4. SGAP e il Piano di Gestione dei siti UNESCO Il modello di gestione del paesaggio proposto da SGAP, presenta significative analogie con il modello di Piano di Gestione che il MIBAC richiede per i siti UNESCO. Entrambi i modelli prevedono un’analisi integrata dello stato dei luoghi, l’identificazione degli obiettivi raggiungibili e le possibili strategie, la valutazione degli impatti sul sistema locale, la scelta di piani di azione per conseguire i traguardi prefissati, le modalità di attuazione e la verifica del conseguimento degli obiettivi tramite una serie di indicatori che attuano il monitoraggio sistematico dei risultati nel tempo. Sia SGAP sia il Piano di Gestione per i siti UNESCO sono strumenti strategici ed operativi perché, da un lato, individuano gli obiettivi di breve e lungo periodo, e dall’altro, le strategie e le azioni che si intendono mettere in campo per perseguirli. Infine, entrambi i modelli incorporano un insieme flessibile di regole operative, di procedure e di idee progettuali e sono in grado di evolvere e di recepire aggiornamenti e modificazioni con il cambiare delle circostanze e l’evoluzione dell’ambiente al quale si rivolge. Il modello di gestione proposto da SGAP si differenzia da quello UNESCO nel campo di applicazione: il Piano di Gestione pei i siti UNESCO esercita la sua azione su una parte limitata di territorio, quello comprendente il sito da conservare e valorizzare, SGAP estende il suo campo di attività all’intero territorio, nelle sue parti di eccezionale valore ed in quelle ordinarie e degradate, come vuole la CEP. SGAP, come si è detto, è stato progettato per l’Unione dei Comuni Colline di Langa e Barolo. L’ideazione è avvenuta nel 2004 e i lavori di progettazione sono stati avviati nel 2005, ancor prima della proposta di candidatura UNESCO de “I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Monferrato e Roero”, a dimostrazione dell’importanza riconosciuta dagli amministratori dell’Unione dei Comuni di tutelare e valorizzare un patrimonio storico-culturale e paesaggistico di notevole pregio attraverso uno strumento innovativo, orientato allo sviluppo sostenibile, capace di gestire con rigore e sistematicità tutto il territorio e le componenti ambientali e paesaggistiche in maniera non episodica ma nella loro globalità. 6