1. A cura di Matteo Dreoni
MANIERISMO FIORENTINO
DEPOSIZIONE
ROSSO FIORENTINO
2. Firenze fu uno dei primi centri di elaborazione del manierismo.
I ”manieristi" erano infatti quegli artisti che avevano smesso di
prendere a modello la natura, secondo l'ideale rinascimentale;
Uno di questi è proprio Giovanni Battista di Iacopo, detto
Rosso Firentino (Firenze 1495 - Fontainebleau 1540).
Si formò nella bottega di Andrea del Sarto, ma mostrò una
personalità autonoma e originale fin da subito.
Spirito aggressivo e iconoclasta, Rosso diede nelle opere
successive un contributo fondamentale al momento più
ricco e inquietante del manierismo fiorentino.
Rosso Fiorentino otteneva con la sua arte un effetto di
alienazione deformando la realtà in modo quasi grottesco e
astratto:si spiega così la Deposizione (1521) conservata oggi a
Volterra,grande capolavoro manierista.
Manierismo Fiorentino
3. Storia dell'opera
La cosiddetta Deposizione di Volterra fu dipinta da Rosso
Fiorentino nel 1521 per la Cappella della Confraternita della
Croce di Notte, annessa alla Chiesa di San Francesco di
Volterra. L’opera, firmata e datata sul piede della scala in
basso (RUBEUS FLOR. A.S. MDXXI), è, secondo la critica,
l’espressione più stilisticamente esasperata di tutto il filone
anticlassico del primo Cinquecento.
4. Il colore e luce
I colori delle vesti sono brillanti e il
loro chiaroscuro trasforma i tessuti
in legno scolpito. La luce scultorea e
fredda crea un’atmosfera fantastica
e irreale..
Inquadratura
La composizione della
Deposizione di Rosso Fiorentino
è articolata su due registri
sovrapposti. Le due parti
sembrano scene autonome
create per coinvolgere al
massimo l’osservatore.
5. Lo spazio e la narrazione sono dominati dalla
grande croce, intorno alla quale si affannano
quattro personaggi, arrampicati con fare incerto su
tre scale dalle diverse inclinazioni e impegnati a
sostenere il corpo del Cristo, prossimo a cadere,
che l’uomo in cima alla scala di sinistra (forse
Giuseppe d’Arimatea) indica urlando.
Composizione e
Personaggi
6. Prendendo in analisi l'opera è inevitabile
notare San Giovanni Evangelista,dai capelli
rossi, raffigurato in basso a destra.
Esso volge le spalle alla scena e nasconde il
volto con le mani, pietrificato dal dolore: è
stato ipotizzato che possa essere un
autoritratto dell’artista.
San Giovanni o Rosso
Fiorentino?
7. La Maddalena, inginocchiata, non abbraccia
la croce come nell’iconografia tradizionale
ma la Madonna, la quale sembra essere
appena svenuta ed è sorretta da due donne
la cui granitica fissità contrasta con
l’agitazione degli uomini più in alto.
Una madonna
diversa dal
solito
8. Le influenze che agirono sulla pittura di Rosso
Fiorentino derivarono soprattutto da Michelangelo Dal
grande maestro derivò il colore, la composizione e il
modellato dei corpi seppur più asciutto. Le anatomie
infatti risultano molto curate ma piuttosto legnose. Da
Raffaello,invece deriva la grazia delle posture molto
evidente nel gruppo delle donne che accompagna
Maria. Le posizioni degli uomini che operano nella parte
alta sono invece insolite e molto artificiose.
Vi furono, altre fonti di riferimento, che esprimono che
Rosso avrebbe potuto trarre alcune espressioni e
caratterizzazioni fisionomiche dalla produzione a
stampa del Dürer(un pittore, incisore, matematico e
trattatista tedesco.)
Le influenze
9. Curiosità cinematografica
Pasolini inserisce nel girato "La ricotta" la riproduzione di due celebri dipinti incentrati sul
momento conclusivo della Passione di Cristo: la Deposizione dalla Croce di Rosso
Fiorentino del 1521, destinato alla Cappella della Croce di Giorno a Volterra, e il Trasporto
di Cristo di Jacopo da Pontormo del 1526-1528, conservato nella chiesa Santa Felicita a
Firenze.