2. Il progetto “TripPIN” nasce per la rilettura in chiave mo-
derna di un’icona già nota: la progettazione di un souve-
nir che attualizzi la figura di Pinocchio.
Il titolo è un utile indizio per scoprire il suo concept: una
riflessiva fusione tra l’idea del viaggio e il personaggio
collodiano.
Viaggiare è giocare.
TripPIN, ancor prima che un souvenir, è uno stimolo al
viaggio, e quindi alla conoscenza diretta, alla crescita in-
tta?
teriore. ...Perché qualsiasi viaggio tu faccia, tornerai a casa
sempre un po’ “rimodellato”.
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3. Personaggio & storia: le riflessioni
Collodi Walt Disney TripPIN
L’autore non blocca la crescita del Pinocchio è ritratto come un bu- Ingenuità, ignoranza e curiosità sono
burattino allo stato infantile ma ne rattino estremamente capriccioso, viste in Pinocchio come elementi
racconta lo sviluppo. Infatti, forte fannullone, ingenuo e bugiardo, negativi. Essi, invece, sono semplice-
delle sue esperienze, nel finale Pi- che solo dopo aver imparato a com- mente aspetti innati in qualsiasi bam-
nocchio diventa un ragazzo, se non portarsi bene e ad obbedire ai suoi bino: se Pinocchio cresce,deve tutto
un vero e proprio uomo. mentori, diviene un bambino vero. alle sue avventure ed esperienze.
4. Il concept
L’idea è quella di un souvenir, un gadget, un gioco per bambini che
richiami palesemente l’idea del viaggio. Un pupazzo esso stesso for-
Il viaggio non soltanto allarga la mente: mato dalle esperienze e dalle avventure di chi lo possiede.
le dà forma.
Bruce Chatwi Perché l’esperienza è conoscenza, e la conoscenza è crescita.
Abbiamo pensato allora ad un pupazzetto formato da elementi
scomponibili, intercambiabili, personalizzabili, che attraverso colori
e pattern richiamasse i valori e la cultura di un determinato luogo.
Volgi il tuo occhio all’interno, e scopri- Queste bambole permetterebbero, grazie alle loro particolari giun-
rai migliaia di regioni, nel tuo cuore, zioni, un’ interazione tra elementi diversi, a simboleggiare come la
vergini ancora. Viaggiale tutte, e fatti crescita e la conoscenza siano proporzionali alla quantità e alla va-
esperto di cosmografia interiore. rietà delle nostre esperienze.
Henry David Thoreau
Le persone non fanno i viaggi, sono i
viaggi che fanno le persone.
John Steinbeck
5. Progetto finale: scelte e accortezze
Una bambola... ...di stoffa
• “bambino”; • materiale umile, evocativo per la semplicità dei per-
• sono presenti in ogni tempo e cultura: come gioco sonaggi del racconto;
od oggetto rituale, sono da sempre amate da collezio- • materile usato per ricreare un ;
nisti e appassionati; • materiale di passaggio
• le bambole oggi: elemento di transizione tra il legno della marionetta e
la pelle del bambino;
Art Toys : giocattoli underground in cui texture, • subisce l’esterno, essendo soggetto ad ingiallimento e
colore e forma si ricombinano ad espressione di corrosione.
nuove personalità;
Doll therapy: molte terapie non farmacologiche
si servono di bambole per i casi di decadimento
cognitivo e disturbi del comportamento.
6. Progetto finale: scelte e accortezze
essenziale... ...scomponibile
• semplicità della forma; • grazie al velcro, la figura assume più dinamicità;
• ridotto numero di elementi. • l’unione dei singoli pezzi ricorda la costruzione della marionetta;
• l’intercambiabilità tra i pezzi simboleggia la varietà di esperienze.
7. I TripPIN regionali
...un’icona nazionale
-
mandone le caratteristiche attraverso i colori e le immagini. Solo viaggiando per tutta Italia si potranno
collezionare i diversi TriPIN.
8. Emilia Romagn C a l ab r i a
a
I TripPIN regionali
Campania Piemonte
9. Trentino AA Umbria
I TripPIN regionali
Toscana Sicilia
10. Molise Liguria
I TripPIN regionali
Veneto Marche
11. Valle d’Aosta Sardegna
I TripPIN regionali
Pu g l i a Abruzzo
12. Lazio Lombardia
I TripPIN regionali
Friuli VG Basilicata
13. Una texture per Collodi
Oltre alle 20 texture regionali, ci è sembrato doveroso dedicare un TripPIN allo stesso stesso autore, omaggiando la fan-
tasia e l’acutezza che hanno portato alla stesura di questo celebre racconto. Dalla riflessione sulla favola, sono state svi-
luppate due texture, ognuna rappresentativa di un diverso punto di vista.
In questa prima texture, si è cercato di enfatizzare il Questa seconda texture, ad eccezione della prima, mira
tema dell’infanzia attraverso un tratto semplice e spon- ad un’aspetto più minimalista, capace di proiettare Pi-
taneo che sottolinei l’aspetto ludico del progetto. nocchio in una visione moderna e attuale.
14. La realizzazione
1 La definizione di un costruttivo, da
riportare successivamente sulla stoffa è
importante per definire forma (e quin-
di possibili caratterizzazioni), misure
e numero degli elementi. Tale fase è
importantissima per determinare il
prodotto finale, tenendo conto dell’im-
bottitura.
Nel nostro caso, il pupazzo si presenta
come una figura semplice la cui identi-
tà è tradita solamente dalla presenza di
un lungo naso.
Il pupazzo finale si vede composto di
pezzi: il dopppio se ne vengono consi-
derate le parti cucite tra loro.
25 30
64
15. La realizzazione
2 Stampaggio della texture su stoffa tramite
serigrafia.
3 Ritaglio della stoffa secondo misure date
dal cartamodello.
16. La realizzazione
4 Cucitura dei ritagli, in modo da creare le
“tasche” per l’imbottitura.
5 Imbottitura con poliestere apposito, anal-
lergico e lavabile.
17. La realizzazione
6 Cucitura del velcro sui vari elementi del
pupazzo.
7 Assemblaggio dei pezzi.
18. I disegni tecnici
15 32
I disegni tecnici sono chiara-
mente approssimativi: la morbi-
dezza e l’imbottitura del pupazzo
sono così variabili da non poter
definire delle misure precise.
Abbiamo provato ad attribuire
dei valori generici per rendere,
almeno parzialmente, le dimen-
sioni originali previste per ogni
TripPIN.
15
22
20
40
19.
20. Un progetto di
Lucia Biancalana
Eleonora Bompieri
Sapienza Università di Roma Atelir di Design 1
Facoltà di Architettura A.A. 2011 - 2012
C. d. L. Disegno Industriale Prof. Carlo MARTINO