Chi è Giulio Iacchetti? - History of nowaday designers
1.
2. Nato nel 1966 a Castellone (Cremona) e
laureato al Politecnico di Milano, si occupa
di industrial design dal 1992. All’attività di
progettista alterna l’insegnamento presso
numerose università e scuole di design, in
Italia e all’estero.
Caratteri distintivi del suo fare sono la
ricerca e la definizione di nuove tipologie
oggettuali. Con l’ideazione e il
coordinamento del progetto collettivo
Eureka Coop, realizzato per Coop Italia, ha
portato il design nella grande distribuzione
organizzata e caratterizzato la nuova
generazione del design italiano. Nel 2009
questo progetto gli è valso il Premio dei
Premi per l’innovazione conferitogli dal
Presidente della Repubblica Italiana.
All’attività di progettista si aggiunge la
direzione artistica per importanti marchi
come iB rubinetterie, ceramica Globo,
Guzzini, Meritalia, Pandora design, Thonet
Vienna, Coccio design edition.
3. “Noi dobbiamo essere consapevoli
che ogni volta che disegniamo una
cosa nuova, qualcos’altro
invecchia. Le cose invecchiano
perché nascono cose nuove.
Il pensiero che ho è che non tutte
le cose che invecchiano siano da
dimenticare e vorrei tanto
progettare oggetti “meno
prodotti” e lasciare più vita alle
cose che ci sono Perché solo così
eviteremo di concorrere alla
produzione inutile.
Io punto alla decrescita felice.
Bisogna incentivare la nuova
generazione del design italiano,
capace e sensibile al rapporto tra
design e artigianato.”
Mappamondo “Odnom” per Palomar, 2009
4. “ Ognuno ha un proprio codice colore,
una sua appartenenza cromatica, un suo
riconoscersi: è qualcosa di intimo e
personale. Per me l’attribuzione di un
colore è un lavoro molto importante ed
esigente poiché impone una riflessione
sulla forma. Il lavoro difficile è
‘abbinamento di colore e forma, poiché
quest’ultima già esprime una tonalità.
Bisogna ascoltare la forma.
Oggi c’è un uso sfacciato del colore. Ci
spacciano la libertà come un uso infinito
dei colori. In realtà questa è una tecnica
subdola del mercato per farci credere di
avere un grande potenziale di scelta.
Il design italiano degli anni’60 ebbe il suo
successo proprio per l’originalità di dar
colori nuovi a forme nuove.
Il colore evoca più dei suoni, dei
profumi.”
Parete modulare Geko per Caimi Brevetti, 2006
5. “ Il design è un panorama domestico di
riferimento e un elemento di socializzazione.
Gli oggetti animano la nostra scena, sono
elementi indispensabili ma soprattutto
portatori di conoscenza, valori, di narrazioni
e storie. Ogni volta che utilizziamo un
oggetto e se questo è performante secondo
tale punto di vista, aggiunge un capitolo
nuovo nella sua e nella nostra storia.
In un oggetto, vedo il lavoro delle persone,
vedo la persona che me l’ha regalato, i ricordi
che evoca. Questa è una potenza spesso
inespressa negli oggetti.
Sto lavorando molto sul concetto di “oggetti
parlanti”, in grado di farsi portatori di storie.
Mi interessa questo aspetto sacrale
dell’oggetto, poiché vettore di valori. ”
Formaghiaccio “Lingotto” per Fratelli Guzzini, 2006
Spremiagrumi “St. Peter Squezzer” per Pandora Design, 2007
6. Il Moscardino è sicuramente il progetto più
celebre di Giulio Iacchetti, la cui nascita si
deve a diverse ritrattazioni del progetto fino
ad arrivare all’essenzialità pura.
Per Pandora design, questa posata ibrida
nasce nel 2000.
“Questo oggetto ha segnato in modo
irripetibile la mia storia professionale.
Tutti i miei prodotti mi rappresentano, sono
parte di me. Non c’è un prodotto che mi
rappresenti di più di altri. Ogni prodotto
realizzato è una scheggia del mio fare e del
mio pensare.
Il Moscardino è forse più facile da
evidenziare tra tutti i miei prodotti perché
ha fatto vincere a me e a Matteo (Ragni) il
Compasso d’Oro nel 2001.
Il Moscardino ha segnato l’apertura a
concetti nuovi del design: piccoli oggetti
d’uso con materiali sostenibili, nuove
funzioni.”
7. Nato dalla combinazione di cucchiaio e forchetta, è una posata da aperitivo e cene a buffet
che offre un servizio comodo, economico e poco invadente.
Nel 2006, l’intuizione di Pandora, azienda di catering in sviluppo, fu quella di sostituire le
“colate in argento” ed utilizzare il design per pareggiare il gap tra sostanze servite e posate,
rivoluzionando il concetto di utensile usa-e-getta.
Inizialmente composto totalmente in Mater-Bì, composto ricavato dall’amido di mais e fecola
di patate biodegradabile al 100%, per darne un lato sostenibile, è oggi disponibile anche in
plastica nera o trasparente. Lo considero un piccolo ma geniale contributo all’evoluzione della
tavola contemporanea.
8. “All’inizio il progetto prevedeva la
combinazione di tre funzioni: cucchiaio,
forchetta e coltello. Analizzando l’oggetto
ci parve che il coltello fosse superfluo,
soprattutto se indirizzato al mangiare in
piedi.
Successivamente avevamo seghettato la
forma mantenendo sempre un’immagine
del coltello, accennando a questa terza
funzione…
L’eliminazione del coltello dal progetto è
stata la svolta. Con un lavoro di riduzione
della forma, siamo riusciti a soddisfare i
nostri obiettivi.
Sapere che il Moscardino è esposto al
MoMA nella collezione permanente di
design.”
Il Moscardino ha delle dimensioni molto
ridotte (8x4 cm). E’ disponibile al pubblico
in un set da 24 pezzi al costo di 14 euro.
9. La lampada Magneto è stata per Foscarini
nel 2011, ma disponibile al pubblico solo da
marzo 2012. La sua funzionalità si deve
un’estrema versatilità di angolazione e di
riposizionamento data dal gioco di
magnetismo.
“ L’idea di Magneto nasce
dall’osservazione della forza attrattiva
di un magnete. Oggi il fulcro di questa
lampada è proprio una sfera magnetica
che catalizza l’attenzione di un
progetto dalle linee semplici, dal segno
estremamente lineare e sintetico. La
sfera magnetica svolge anche una
funzione importante: tiene insieme
l’asta di sostegno, sorretta da una base,
e lo stretto diffusore a forma tronco-
conica, libero di scorrere in verticale
lungo l’asta. Possiamo quindi dire che il
campo magnetico generato dalla sfera
è la struttura su cui ho costruito questo
progetto: una forza di attrazione che lo
caratterizza e lo rende funzionale.”
10. “Lo stretto diametro del diffusore aveva
bisogno di una fonte luminosa dagli
ingombri molto ridotti, siamo così
pervenuti al LED, che produce una luce
intensa ma puntuale.
Questa è l’idea originaria: avevo pensato
che la sfera potesse diventare il cuore
del progetto. Il magnete trascina con sé
una magia che, anche se un fisico
saprebbe spiegarcela perfettamente,
resta tale…una magia.”
Inizialmente la sfera magnetica era
posizionata alla sommità del sostegno
verticale. Questo primo progetto della
lampada si caratterizzava molto nel
sistema formale ma ovviamente non
era una versione definitiva, non era ben
risolta la questione dell’alloggiamento
del cavo e la movimentazione della
lampada era limitata a poca superficie.
Lo sviluppo del progetto ha permesso di
risolve in modo ottimale l’innesto del
cavo all’interno della sede del profilato
che, estraendolo e reintroducendolo,
permette libero movimento della fonte
luminosa, regolandone l’altezza.
11. “E’ qualcosa di speciale: il cavo si adatta a
forme geometriche del tutto casuali. Il
porta-LED è una forma estremamente
semplice, minima perché il peso doveva
essere ridotto all’essenziale per essere
sorretto dal magnete e al contempo
impugnabile nel regolarlo.
E’ una lampada pensata per la lettura,
disponibile per la versione da tavolo e da
terra.
Magneto, a mio parere, va ad occupare un
terreno libero, che si oppone alla lampada
da tavolo tradizionale, per la forza del
segno, e le lampade più tecniche, con
bracci snodati, per la centralità della
funzione illuminante in questo progetto.
Una funzione per la quale è stato pensato
il movimento del diffusore. Con Magneto
infatti è possibile direzionare a piacere la
luce, richiamando un gesto molto intuitivo
e pratico: quello di orientare una normale
torcia elettrica.”
Con il diffusore in ABS e la base in acciaio verniciato, è disponibile a
298 euro per la versione da tavolo, 380 euro per quella da terra.
12. “Eureka! Coop è stata una bellissima storia con lieto fine nel 2009. Tutto inizia nel settembre 2003:
con Matteo Ragni, ho l’idea di organizzare un incontro alla Triennale di Milano con giovani designer,
i miei piccoli maestri.
Decidiamo di iniziare un progetto insieme: subito abbiamo l’idea di contattare la grande
distribuzione organizzata per forzare la possibilità di progettare per tutti. Dopo aver contattato
Coop Italia, riusciamo a decidere un breath di progetto, indirizzato ai prodotti per la casa, per la
pulizia e il bucato.Dopo aver scartato numerose idee, al Salone del Mobile del 2005 questi progetti
diventano prototipi presentati in un supermercato Coop.
E’ stato un gran successo, del tutto inaspettato per pubblico e critica.”
13. Il gruppo, coordinato da Giulio Iacchetti, era
composto da una vera e propria nuova
generazione di designer che rispondono ai
nomi di Enrico Azzimonti, Carlo Contin,
Lorenzo Damiani, DeepDesign (Matteo
Bazzicalupo e Raffaella Mangiarotti),
Odoardo Fioravanti, Ilaria Gibertini,
JoeVelluto, Miriam Mirri, Matteo Ragni,
Paolo Ulian.
“Le persone possono per la prima volta
vedere in un supermercato oggetti di
design, di buona qualità e addirittura
votare per decidere quali di questi mettere
in produzione.
Nel febbraio del 2008, questi oggetti
durante il Torino World Design Capital
sono presentati alla stampa e poi venduti
nei supermercati. Il Presidente della
Repubblica, l’8 giugno 210 ha premiato il
progetto “Design alla Coop” col Premio dei
Premi: Un riconoscimento “che il Governo
italiano attribuisce agli “attori
dell’innovazione, sostenendo il loro ruolo
nello sviluppo sociale, economico e
scientifico del Paese”.
Sturalavandini, Miriam Murri
Guanto toglipelucchi, Paolo Ulian
14. “Si tratta di elementi monomaterici
realizzati in polipropilene. Dallo stampo
escono in formazione "a corolla" composta
da 12 pezzi.
L'assenza di un ulteriore passaggio
industriale (come il montaggio-
assemblaggio e l'aggiunta di una molla
metallica) incide fortemente sulla
riduzione del costo del prodotto. Sarà
l'utente finale a staccare ogni singolo
pezzo dalla corolla, avviando una sorta di
gioco con un oggetto che da sempre
rientra nelle cose base di ogni casa.”
Design alla Coop’ non è stata solo un
evento legato all’affermazione del
‘design democratico’ ma è stata
un’occasione per i progettisti coinvolti di
conoscersi e di comunicare. Dopo avere
lavorato insieme, tra alcuni di questi
designer sono nate ulteriori
collaborazioni.
15. 4 Occhi sono stati prodotti da Aspesi
1910 – Milano nel 2009. E’ un
occhiale tecnico provocatorio che
esce dal concetto montatura per
delineare il proprio stile.
“Due paia di occhiali in uno, basta
capovolgere gli occhiali da vista
per indossare quelli per il sole, e
viceversa.
Ho pensato di unire il dilettevole
all'utile...
L'occhiale con quattro lenti, con
montatura doppia, segue la logica
delle lenti classiche bifocali, per cui
la scelta delle lenti da utilizzare è
varia: da vista, da sole, per lontano
e per vicino, chiare o scure, da
riposo...”
16. “ Sono miope di quasi 4 diottrie in
entrambi gli occhi dall’età di dieci
anni, la vista è un argomento che mi
sta molto a cuore.
Ho voluto inoltre creare un incontro
con materiali differenti da quelli
solitamente conosciuti nel campo
dell’ottica.
La montatura è realizzata
artigianalmente in Cadore in
acetato di cellulosa, una plastica
vegetale che deriva dal cotone e dal
legno e che una volta veniva
utilizzata per fabbricare i pettini e i
bottoni.”
Gli occhiali sono disponibili in sei
colori: nero, trasparente, verde
acido, rosso, bianco, tartaruga. Il
loro costo è di circa 255 euro,
disponibile solo presso Aspesi 1910.
17. Questo divertente accessorio da scrivania nasce
nel 2011, firmato da Alessi. Il suo richiamo al
colibrì, con forme fortemente espressive e
decorative, rende Uselen, “uccellino” in dialetto,
un oggetto di grande maneggevolezza e
personalità.
“Noi non inventiamo niente ma imitiamo
cose che la natura ci racconta.
La nascita di questo tagliacarte è opposta al
Moscardino: in quest’ultimo forma e
funzionalità hanno trovato corrispondenza
sin dall’inizio, non si può dire lo stesso per
Uselen. Sono rimasto affascinato dal colibrì
per l’eleganza di quel suo lungo becco
affusolato, quindi ne ho studiato la forma e
solo dopo l’ho adattata alla funzione. Sarà
sufficiente un solo colpo di coda
dell’uccellino, in acciaio, per aprire una
busta. ”
18. “Più step ci sono voluti, però, per la sua
progettazione definitiva … numerosi prototipi
in legno,schizzi... Lo sviluppo dimostra come
forma si sia via via semplificata e perfezionata.
Quando si realizza un oggetto che deve essere
impugnato, l’avvicinamento al prodotto finito
richiede più tentativi.”
Uselen è completamente realizzato in acciaio inossidabile 18/10 satinato. E’ stato presentato
all’edizione 2011 del Maison et Objet di Parigi e al MACEF. E’ disponibile presso Alessi al costo di 20
euro circa.
21. “ Noi dobbiamo essere consapevoli che ogni volta
che disegniamo una cosa nuova, qualcos’altro
invecchia.
Le cose invecchiano perché nascono cose nuove.
Il pensiero che ho è che non tutte le cose che
invecchiano siano da dimenticare e vorrei tanto
progettare oggetti meno prodotti e lasciare più
vita alle cose che ci sono Perché solo così
eviteremo di concorrere alla produzione inutile. ”