3. IL movimento dei Macchiaioli
Contesto storico: Nella caotica situazione politica e istituzionale
dell’Italia preunitaria, sussistono ancora le tre grandi aree
d’influenza politica previste nel 1815 dal congresso di Vienna.
A Nord il Regno Lombardo Veneto è infatti sotto il controllo
austriaco, come anche il Gran Ducato di Toscana;
Al centro vige il potere temporale dei papi;
Al Sud il Regno delle Due Sicilie è
sempre in mano ai Borboni.
4. …in Toscana…
Solo il Gran Ducato di Toscana vive una propria autonomia politica e
culturale: infatti il granduca Leopoldo II garantisce ai suoi sudditi un
governo moderato e non eccessivamente repressivo.
Firenze pertanto è una delle capitali culturali
più libere e attive d’Italia, punto di
riferimento sicuro e stimolante per tutti gli
artisti e perseguitati politici costretti al
silenzio e alla fuga dagli altri Governi.
5. …Caffè Michelangelo…
A Firenze si forma così il movimento artistico più importante
dell‘Ottocento, quello dei Macchiaioli:
artisti, provenienti da ogni parte d'Italia, che si riunivano al Caffè
Michelangelo (Michelangiolo) di Firenze in Via Larga fra il 1855 e il
1867 e propugnavano una pittura antiaccademica atta a riprodurre
l'impressione del vero, volta a cogliere il senso più che l'apparenza delle
cose, attraverso la tecnica abbreviata e diretta della macchia.
6. La scuola della macchia…
Questo movimento è l'unico che nel panorama del secolo meriti
veramente il nome di scuola sia per la comunità di intenti che legava i
componenti del gruppo provenienti da diverse regioni e tradizioni
artistiche, sia per l'alta qualità complessiva dei risultati pittorici
raggiunti.
Il termine macchiaioli venne usato per la prima volta sulla gazzetta del
popolo nel 1862.
7. …scambi di idee…
In questi tempi la saletta del Caffè Michelangelo in Via Larga oggi Via
Cavour era affollata di giovani talenti e qui gli artisti amavano
scambiarsi le proprie idee al di fuori di ogni regola scolastica ed
accademica, in un atmosfera forse confusionaria ed irrequieta ma densa
di stimoli e fermenti creativi.
8. …Cecioni…
L'arte di questi pittori come la definì Adriano Cecioni teorico e
critico del movimento, consisteva: "nel rendere le impressioni
che ricevevano dal vero col mezzo di macchie di colori di
chiari e di scuri".
9. …Martelli…
Al suo ritorno da Parigi anche Il critico Diego Martelli,anima
intellettuale del gruppo, nel corso di un importante conferenza sugli
impressionisti fatta a Livorno nel 1879, parla del caffè Michelangelo
,descrivendolo come un luogo ricco di discussioni sui problemi dell'arte
e di come la cultura figurativa locale si fosse diffusa, uscendo così dai
limiti della provincia toscana internazionalizzandosi.
10. …in cosa consiste…
Il movimento dei Macchiaioli nasce di fatto nel 1856; affermando che la
forma non esiste ma è creata dalla luce e che l'individuo vede tutto il
mondo circostante attraverso forme non isolate dal contesto della natura
quindi come macchie di colore distinte o sovrapposte ad altre macchie di
colore, perché la luce colpendo gli oggetti viene rinviata al nostro
occhio come colore.
Il colore, è per l'individuo l'unico modo di entrare a contatto con la
realtà, che dovrà, per i macchiaioli essere restituita nel quadro come
una composizione a macchie.
11. …fino all’impressionismo…
Da questa teoria prende le mosse e viene influenzato il movimento degli
impressionisti francesi nato ben più tardi ed informato delle nuove
tendenze dalle frequenti visite a Parigi dei nostri artisti.
12. …i teorici…
Teorici del gruppo sono Diego Martelli critico
d'arte del movimento ed Adriano Cecioni che dettò
le regole basilari dello "stile".
A Telemaco Signorini è
invece fatta risalire la
proposta di assumere il
nome "Macchiaioli” da
parte dei pittori del
movimento, che così
facendo accettavano con
ironia il termine usato in
senso dispregiativo da
parte della stampa del
periodo.
13. …esponenti…
I principali esponenti di questo movimento sono:
Serafino De Tivoli, Vincenzo Cabianca, Cristiano Banti, Nino Costa,
Vito d'Ancona, Odoardo Borrani, Giuseppe Abbati, Raffaello Sernesi,
Giovanni Boldini, Giuseppe De Nittis, Giovanni Fattori, Silvestro
Lega, Telemaco Signorini.
Per accedere ad alcuni fra questi torna a diap. 2
14. I Pittori Macchiaioli
•Diego Martelli(teorico)
•Telemaco Signorini
•Giuseppe Abbati
•Nino Costa
•Adriano Cecioni
•Giovanni Fattori
16. La sua importanza nel movimento
L’importanza del critico Diego Martelli per il movimento dei
Macchiaioli è stata fondamentale. Personaggio molto dinamico,
amico di molti pittori impressionisti francesi, Martelli riuscì a
collegare le ricerche dei suoi amici pittori toscani con quanto di
più innovativo avveniva in Francia. Di personalità anfitrionica,
nella sua tenuta presso Castiglioncello ospitò diverse volte, nei
periodi estivi, i pittori macchiaioli.
17. Ritratto da Fattori
In questo ritratto che gli dedica Fattori traspare tutto il sereno e
rilassato clima estivo, con un linguaggio formale di grande sintesi ma
di notevole espressività.
22. Vita
Nasce a Firenze nel 1835 e lì vi muore nel 1901. Dopo aver frequentato
la Scuola libera del Nudo all'Accademia fiorentina, e dopo aver dipinto
dal vero con Borrani frequentò il caffè Michelangiolo. Fu il primo a
illustrare le novità espressive della macchia e a interessarsi della pittura
europea, che conobbe attraverso continui viaggi di studio.
23. Vita
Nel 1858 si reca a La Spezia alla ricerca
di un ambiente visivo che gli rendesse più facile nel diretto rapporto con
il "vero", la definizione di quel netto contrasto tra luce ed ombre capace
di individuare la macchia come elemento grammaticale dell'opera.
Dopo l'esperienza garibaldina del 1859, inizia il periodo di maggiore
intransigenza macchiaiola, affiancata da Banti e Cabianca, durante un
suggiorno in Liguria. Negli anni seguenti viaggiò molto in Europa, in
particolare in Inghilterra e Francia.
24. “Il bagno penale a Portoferraio”
T. Signorini
Galleria
d'Arte
Moderna di
Palazzo
Pitti,
Firenze
32. I primi anni
Nacque a Napoli, figlio del pittore Vincenzo, il 13-1-1836. Studiò a
Venezia, all'Accademia, col Grigoletti. Ma ritornò a Napoli nel 1853.
Qui lavorò con il padre fino alla spedizione dei Mille, alla quale
partecipò perdendo un occhio nella battaglia del Volturno.
33. Il contatto con i Macchiaioli
Giunto a Firenze nel 1860, entrò subito nel vivo del movimento
macchiaiolo, distinguendosi per alcuni "interni" delle chiese fiorentine,
dipinti con una sobrietà di rapporti e un impianto solido di figure
nell'architettura.
34. Gli ultimi anni
Nel 1866 combattè di nuovo con le truppe di Giuseppe Garibaldi nel
Trentino.
Morì a Firenze, in seguito al morso del suo cane, idrofobo, il 21 febbraio
1868.