8. Grotte preistoriche di Murgia Timone, Matera
Sassi di Matera In alcuni siti, le pareti di roccia facilmente scavabili vennero
trasformate in ambienti abitati dalla preistoria fino a tempi recenti, cioè per oltre
tremila anni, ne sono un esempio le grotte preistoriche di Matera, scavate nel tufo.
11. Con il Neolitico sorgono i primi villaggi stabili.
Le case, capanne generalmente di forma circolare e quadrangolare, erano costruite
in legno intonacato, in pietra o in mattoni crudi essiccati al sole.
Nei villaggi erano presenti anche stalle, pozzetti per la conservazione dei cereali,
forni per il pane o per la ceramica, recinti per animali e sepolture.
Ricostruzione
di una delle
abitazioni del
Neolitico
recente
individuate a
Sant'Andrea
di Travo, in
Val trebbia
(Emilia-
Romagna)
12. Sulle rocce delle Foppe di Nadro, in Val Canonica, è visibile una
serie di incisioni che raffigurano un intero villaggio, con le
capanne formate da un ambiente centrale sostenuto da pali
verticali e un ambiente superiore, il cui tetto a due spioventi è
sorretto da pali disposti obliquamente: al centro del tetto
sporgono figure di corna taurine di valore apotropaico.
18. LE CITTA’ DEL’ANTICA MESOPOTAMIA
Poco resta di quelle che furono le prime architetture
mesopotamiche: a causa della scarsità di pietra esse erano infatti
costruite con mattoni di argilla, seccati al sole e intonacate di
fango e calce.
Le città erano caratterizzate da un’architettura monumentale , che
celebrava la potenza del re e ne rafforzava l’autorità attraverso
due edifici principali: il palazzo e il tempio.
Il palazzo era la residenza del sovrano ma costituiva anche il
centro amministrativo della società mesopotamica, sede
dell’archivio, dei magazzini, e soprattutto del controllo di ogni
attività economica gestita da funzionari.
L’assolvimento di funzioni diverse e l’importanza crescente del
ruolo di rappresentanza resero colossali le dimensioni dei palazzi
rispetto agli altri edifici delle città.
Il tempio – ziqqurat - era la costruzione più rappresentativa delle
città e poteva raggiungere dimensioni particolarmente imponenti
nella ziqqurat, il più importante edificio sacro dedicato al dio
protettore della città.
La pianta della ziqqurat era quadrata e la struttura architettonica
era costituita da una serie di piattaforme sovrapposte, di
ampiezza decrescente, collegate da rampe di scale.
Il tempio vero e proprio sorgeva sul piano più alto ed era costituito
da un vestibolo, da un santuario esterno, dove si svolgevano i riti
quotidiani, e da uno interno, considerato dimora della divinità.
25. Mappamondo babilonese
La celebre mappa del mondo di origine babilonese (500 ca.
a.C.), conservata al British Museum di Londra, rappresenta il
globo terrestre come un disco piatto circondato dalle acque.
Questa concezione del mondo era diffusa presso le antiche civiltà
della Mesopotamia e della Grecia, dovuta anche al fatto che esse
non avevano esperienza di navigazione nell'oceano.
27. BABILONIA
Babilonia (detta anche Babele, Babel o Babil) era una città
della Mesopotamia antica, situata sull'Eufrate, le cui rovine
coincidono oggi con la città di Al Hillah, nella Provincia di
Babilonia in Iraq a circa 80 km a sud di Baghdad.
Fu la città sacra del regno omonimo nel 2300 a.C. e capitale
dell'impero Babilonese nel 612 a.C.
È il primo esempio di metropoli moderna; all'epoca di Alessandro
Magno contava forse un milione di abitanti.
Babele in lingua ebraica significa "Porta di Dio" (Bab-El).
Il nome viene dal sumero "KA.DINGIR.RA" la cui traduzione in
accadico dà Bab-Ilani, che significa «la Porta degli Dei».
28. Pianta di Babilonia
Babilonia era circondata da una doppia cinta di mura, costruita in mattoni come
d’uso in Mesopotamia, munita di torri e nella quale si aprivano otto porte, ciascuna
dedicata ad una divinità.
La porta più celebre era quella di Ishtar, dea dell'amore e della guerra, alta 15 metri,
fiancheggiati da due torri sporgenti.
29. Babilonia: ricostruzione dell’area sacra
Vi erano grandi templi, i giardini, il palazzo imperiale, una
grande strada processionale lastricata (la prima che si
conosca) e la grande Ziqqurat dominatrice del complesso
monumentale.
Nell'architettura la tecnica di costruzione usata è ancora quella
mesopotamica dei mattoni crudi, con la cottura solo per la
pavimentazione e le fondamenta.
La struttura del tempio è quella priva di un basamento artificiale,
quindi bassa in altezza, mentre il modello del palazzo segue lo
schema del tempio che presenta un numero grande di sale
attorno ad un nucleo centrale costituito da due cortili.
30. Ricostruzione Babilonia: al centro la Porta di Ishtar e la grande
strada processionale lastricata.
Dalla Porta di Ishtar partiva la via processionale che univa i due
maggiori templi della città: la strada era lastricata in calcare rosso
e bianco, che creava un ulteriore effetto policromo rispetto
all’azzurro della porta.
32. Babilonia: Porta di Ishtar
La Porta aveva funzioni cerimoniali, era ricoperta da un
rivestimento di mattoni smaltati azzurri, decorato a sua volta con
mattoni policromi modellati a rilievo, secondo una formula molto
diffusa nell’architettura mesopotamica.
I mattoni policromi raffiguravano animali diversi, tra cui draghi e
tori sacri al dio Marduk, protettore della città e dunque dei suoi
accessi.
E’ stata ricostruita e restaurata a Berlino allo Staatslisches
Museum.
33. Porta di Ishtar proveniente da Babilonia, (VII secolo a.C.)
Oggi è conservato al Pergamon Museum di Berlino
34. Ricostruzione di Babilonia: veduta di dettaglio della zona con
la Torre Babele.
Dopo la fase intermedia, nel periodo neo-babilonese, dopo
l'esaltazione dell'espressività racchiusa nel palazzo, si amplifica il
gusto del tempio, che diviene il luogo centrale anche per l'arte
assumendo forme sempre più imponenti (ziggurat). Nei palazzi
diventa dominante il gusto delle torri di forma quadrata, della
enorme sala del trono e la raffinatezza dei Giardini pensili di
Babilonia.
Una delle caratteristiche più peculiari dell'arte di questo periodo
restano comunque i mattoni smaltati raffiguranti immagini
simboliche di animali fantastici, che ricoprono le porte come le
mura.
36. BABILONIA. LA TORRE DI BABELE, secondo la descrizione
del Reverendo Padre gesuita Atanasio Kircher. Ricostruzione
molto fantasiosa.
37. BABILONIA. LA TORRE DI BABELE come venne immaginata
dagli illustratori della Encyclopédie di Diderot, intorno al 1772.
38. BABILONIA. RESTI DEI CELEBRI GIARDINI PENSILI
COSTRUITI DAL RE NABUCODONOSOR PER LA MOGLIE,
considerati una delle sette meraviglie del mondo.
Mastodontica opera fonte di ammirazione anche per Alessandro
Magno, conquistata Babilonia.
39. Hanging Gardens of Babylon - 16th century engraving by Dutch
artist Martin Heemskerck
40. ABITAZIONI BABILONESI
La società dei
babilonesi prevedeva
tre tipi di status,
c'erano gli uomini
liberi, possidenti
terrieri, c'erano i
funzionari e i
dipendenti del re, che
vivenvano in
condizione di
semiliberi e c'erano
infine gli schiavi,
destinati ai lavori
pesanti e considerati
oggetti e non persone.
I contadini vivevano in
semplici case di
mattoni cotte al sole
composte da una o
due stanze e piccole
finestre con i tetti piatti
e utilizzati come
terrazze.
Per le costruzioni fu
fatto largo uso di
mattoni disseccati al
sole, tenuti a volte
insieme con bitume
(molto abbondante in
Mesopotamia), ciò
che spiega perché tali
costruzioni andarono
facilmente in rovina.
41. Due rappresentazioni del Sirrush (Mushussu), il drago sacro al dio Marduk. Un
animale con le gambe posteriori provviste di artigli, corpo squamoso, un lungo
collo con la testa di serpente, la lingua biforcuta e un corno sul capo.
Era il guardiano e compagno degli dei.
Questo drago dall'aspetto peculiare, alto quanto un cavallo, dal collo massiccio, con
zampe anteriori da leone e posteriori da aquila, risale all'origine dei tempi, quando
era compagno ideale di molti dei ed era sacro al dio Marduk che sconfisse Tiamat
generando dal suo corpo il cielo e la terra.
Nabucodonosor in onore al dio Marduk fece rappresentare il Mushussu sulla porta di
Ishtar a Babilonia e lungo la Strada Sacra. Il Mushussu è sempre stato visto come
un drago docile e buono, dato il suo nobile lignaggio.
42. Mura di Babilonia
Sopra: Leone sui muri della strada che portava dalla porta
di Ishtar alla Torre (Museo di Berlino)
Sotto: ingrandimento
43. Stele Hammurabi
(Museo del Louvre)
Re di Babilonia, Hammurabi, durante
il suo lungo regno, che durò
probabilmente dal 1792 al 1750 a.C.,
si dimostrò abile amministratore oltre
che valido condottiero.
A lui si deve il Codice di Hammurabi,
uno dei più antichi elenchi di leggi
scritte nella storia dell'umanità.
Stele in diorite nera, alta 2,50 m.
Sotto un rilievo che rappresenta
Hammurabi davanti a Shamash. dio
del sole e della giustizia, vi è un ampio
testo in scrittura monumentale antico-babilonese,
diviso in scomparti e
colonne.
In 282 paragrafi emerge la divisione
della società in tre classi: nobili, liberi e
schiavi, sono trattati casi di diritto, reati
contro la proprietà, matrimonio,
divorzio, adozioni, casi di
compravendita, prestiti, congedi,
prezzi, salari.
46. NINIVE. Stampa dell’Ottocento. Riproduzione della “favolosa”
citta’ assira di Ninive
Gli Assiri erano un popolo di origine semita, proveniente dall’alta
valle del Tigri, il loro re Sennacherib conquistò e rase al suolo
Babilonia nel 609 a.C. Il centro dell’impero fu spostato dall’antico
capoluogo di Babilonia ad Assur, capitale dei nuovi dominatori e
insieme nome della principale divinità da loro venerata.
Vent’anni dopo saliva al trono Assurbanipal, sovrano saggio e
colto, al quale si deve l’istituzione a Ninive di una sterminata
biblioteca (ritrovata dagli archeologi), ma anche abile e
spregiudicato guerriero, che tra l’altro portò a termine la conquista
dell’Egitto.
47. NINIVE. Muraglia
Larga 10 m e alta 24 m, era posta su di una base di blocchi squadrati.
Provvista di ventiquattro porte, era circondata da un largo fossato di 42 m varcato da
un ponte in pietra.
NINIVE (attuale Iraq). RESTI DI UNA DELLE PORTE DELL’ANTICA CITTA’.
I rilievi che l’adornavano sono stati asportati.
I resti sono in stato di disfacimento avendo costruito i muri con mattoni crudi.
50. Impianto villaggio dell’antico Egitto
EGITTO. INTORNI DELLA PIRAMIDE DI ZOSER (2700 a.C.
circa).
Un tracciato ortogonale regolava le aree costruite, tanto il
recinto sacro quanto il villaggio degli schiavi addetti alla
costruzione delle piramidi, o il quartiere riservato ai sacerdoti.
51. LA CIVILTA’ EGIZIA
PRINCIPALI TIPOLOGIE COSTRUTTIVE: PIRAMIDE E TEMPIO
La civiltà egizia si sviluppò in un lunghissimo arco di tempo, ma conservò immutate
nei secoli alcune caratteristiche fondamentali, anche per la scarsa disponibilità ad
accogliere le influenze esterne.
1. Nella società egizia il culto dei morti rivestiva un’importa fondamentale, al punto
che l’attività edilizia monumentale nell’Antico e Medio Regno riguardò principalmente
l’architettura funeraria, destinata a celebrare la memoria e il prestigio dei defunti
illustri.
Alle tradizionali sepolture a mastaba (parola derivata da un termine arabo che
significa “panca”) si aggiunsero, a partire dall’Antico Regno, le piramidi, i monumenti
funerari più grandiosi costruiti in Egitto.
2. L’altra costruzione ricorrente e importante fu quella del tempio, cioè la casa del
Dio: una volta elaborato lo schema architettonico ritenuto migliore, questo si
mantenne inalterato anche durante il periodo greco e romano sino all’affermazione
del cristianesimo, senza riuscire tutta via mai a diffondersi fuori dell’Egitto.
52. ARCHITETTURA FUNERARIA IN EGITTO :
MASTABA E PIRAMIDE
Le sepolture a mastaba erano costruite su due livelli:
su quello superiore si ergeva un edificio a forma
troncopiramidale, simile a un palazzo; da questo,
attraverso un pozzo, si raggiungeva il livello inferiore,
che ospitava la camera funeraria.
Le piramidi, come le mastabe, ospitavano la tomba in
una camera sotterranea, ma avevano dimensioni
colossali e sorgevano in aree desertiche adibite a
necropoli, rigidamente separate dalle città e dalla terra
dei vivi.
Le piramidi simboleggiavano il potere personale del
faraone, ma nell’ultima fase del regno (Nuovo Regno) i
faraoni preferirono sepolture più modeste come tombe
sotterranee scavate nella roccia, impiegando sempre
più spesso le risorse dello Stato nella costruzione di
templi grandiosi, piuttosto che nell’edificazione del
proprio sepolcro.
53. PIRAMIDE DI SAQQARA (2660 a.C. ca.)
1) Mastaba primitivo; 2) prima piramide
a 4 gradoni; 3) piramide definitiva a 6
gradoni; 4) pozzo; 5) camera funeraria;
6) seconda camera
Il passaggio dalla mastaba alla piramide fu graduale e iniziò quando
Djoser commissionò la costruzione di una piramide a gradoni nell’antica
necropoli di Saqqara all’architetto Imhotep.
Quest’ultimo ingrandì una mastaba già esistente, trasformandola in una
piramide prima a quattro poi a sei gradoni, raggiungendo così i 62 m di
altezza e le dimensioni di 121x106 m nella base.
Il materiale utilizzato – blocchi di calcare squadrato – sostituiva i consueti
mattoni crudi, facilmente deperibili: nasceva così l’architettura
monumentale in pietra, costruita per durare alungo nel tempo; in seguito
furono usate anche pietre pregiate come il granito.
La piramide di Saqqara faceva parte di un complesso architettonico
composto da templi, porticati, magazzini e circondato da un muro alto 10
m.
56. Piramidi di Giza, IV dinastia, 2550-2500 circa a. C.
Nella foto:
in primo piano Piramide di Micerino," "La Piramide Divina", alta 65,5 m.,
al centro quella di Chefren, "La Grande Piramide", 143,5 m.,
poi quella di Cheope, "La Piramide che è il luogo dell'alba del tramonto".
La grande piramide di Cheope (Kufu ) si erge in tutti i suoi 146,6
metri di maestosità perfetta nella pendenza (la cuspide misura
76°), incredibilmente allineata con i quattro punti cardinali (lo
scarto è di appena 00°03’33"!), custode di conoscenza di alto
livello: ad esempio, l’apertura di entrata, sulla facciata Nord,
sprofonda all’interno con un’inclinazione di 26°18’10", pendenza
che, alla latitudine del luogo, corrisponde esattamente all’altezza
a cui si trovava la stella Thuban, l’alpha Draconis (la "Coda del
Drago"), che nel 2830 a.C. (IV dinastia) rappresentava la Stella
Polare.
57. IL TEMPIO: LA CASA DEL DIO IN EGITTO
Il tempio, vero centro della vita cittadina, era l’unico edificio costruito per
durare a lungo nel tempo e per questo motivo i mattoni crudi usati nelle
abitazioni erano sostituiti dalla pietra.
L’impianto del tempio conobbe differenti soluzioni.
Nella sua forma più avanzata prevedeva la presenza di alcune elementi
fondamentali, di solito disposti lungo un percorso obbligato: il viale
d’accesso, fiancheggiato da sfingi, conduceva ad un primo portale
(o pilone d’ingresso) che fungeva da facciata esterna al tempio; da qui,
attraverso una serie di altri piloni, cortili a cielo aperto e sale ipòstile
con soffitti sorretti da colonne, si raggiungeva la cella dove era
collocata la statua del dio.
Piloni, cortili e sale ipòstile, spesso di dimensioni gigantesche, formavano
il settore di rappresentanza del tempio, che era destinato anche alla
celebrazione del faraone mediante statue e rilievi ed era nettamente
distinto dal santuario (o sacrario), dove il dio si manifestava.
Il santuario, accessibile solo al faraone e ai sacerdoti, era costituito
dalla cella centrale e da ambienti di servizio e sale delle feste, usate
durante le processioni e per ospitare le barche sacre (barche in
legno usate per portare in processione le statue delle divinità).
La sequenza di costruzioni che conduceva dal viale di accesso alla cella
era caratterizzata dalla cosiddetta struttura a cannocchiale, ossia da
una progressiva diminuizione dell’ampiezza delle aperture,
dall’abbassamento dei soffitti e dall’innalzamento dei pavimenti: in questo
modo la luminosità degli ambienti diminuiva sempre più andando avanti
verso la cella , e il fedele, in un’atmosfera di penombra adatta alla
percezione del sacro, veniva indirizzato verso la conclusione del
percorso.
Questo percorso obbligato dalla luce al buio ebbe una notevole
influenza sulla storia degli edifici perché il loro ampliamento divenne
possibile solo aggiungendo altri piloni e nuovi cortili, quindi allungando il
percorso stesso.
Nei complessi maggiori, come i giganteschi Templi di Amon a Karnak e
a Luxor, eretti nei dintorni di Tebe, per raggiungere il santuario era
necessario attraversare una lunga serie di piloni monumentali fatti
costruire da faraoni diversi.
58. Templi funerari, templi rupestri, templi solari con obelischi
Dal modello base del tempio egizio si distinguevano i templi
funerari, dedicati al culto del faraone defunto, i templi rupestri
in parte o interamente scavati nella roccia, e i templi solari con
obelischi dedicati al culto di Ra e di Aton.
Questi ultimi costituivano una tipologia particolare. L’edifico era
ipètro, cioè il santuario era costituito da un ampio cortile con al
centro un altare a cielo aperto: la luce del sole non poteva infatti
essere racchiusa in una cella buia e il fedele doveva esservi
esposto. Questi templi, inoltre, avevano un’ulteriore caratteristica:
all’interno del recinto che delimitava lo spazio sacro c’era un
obelisco, ossia un enorme pilastro costituito da un corpo e da
una cuspide (pyramidion) che simboleggiava la pietra monolitica
ritenuta la sede del dio sole.
Gli obelischi divennero sempre più slanciati e monolitici, e molti
divennero preda di guerra e furono portati a Roma, dove ancora
si trovano.
Nell’architettura egizia erano usati diversi tipi di supporto (pilastri
e colonne). Alcuni erano destinati a ogni specie di edifico, come le
colonne papiriformi e palmiformi, mentre altri erano riservati solo
a determinati luoghi di culto.
59.
60. Complesso
monumentale di
Karnak
Recinto di Amon:
1, primo pilone del
grande tempio di Amon;
2, tempio di Sethi II;
3, grande cortile;
4, tempio di Ramses III
5, sala ipostila;
6, santuario;
7, "sala delle feste";
8, lago sacro;
9, Propilei del Sud;
10, tempio del giubileo di
Amenhotep II;
11, tempio di Khons;
12, tempio di Opet;
13, viale delle sfingi;
Recinto di Mut:
14, tempio di Mut;
15, lago sacro;
16, tempio di Amenhotep
III;
17, tempio di Ramses III;
Recinto di Montu:
18, tempio di Montu.
61.
62. Ingresso del tempio di Karnak: viale delimitato
da quaranta sfingi a testa di ariete
Karnak è un sito gigantesco, che comprende il tempio di Amon.
Il tempio sorge presso l'antica Tèbe, sulla riva orientale del Nilo.
La costruzione non si è mai conclusa, poiché i vari faraoni si sono sempre
impegnati di arricchirlo e ampliarlo nel modo più lussuoso.
L'accesso al tempio avviene grazie alla Via degli Dei, un lunghissimo viale con
quaranta sfingi in pietra, aventi la testa di ariete e il corpo del leone, poste ad
eterna guardia del tempio.
Esternamente il tempio presenta un alto pilone, nel centro si trova la Porta
Trionfale, e ci si immette nel cortile maggiore, caratterizzato da colonne.
Esso è percorso per tutta la sua lunghezza da due file di colonne che portano
verso il secondo pilone, attraverso il quale si accede alla sala ipostila, 134
colonne di stile papiriforme sorreggeva la copertura, oggi del tutto crollata.
Un corto ambiente colonnato porta al santuario che al suo interno conteneva il
Nàos , con la statua di Amon.
Nel cuore di Karnak, lo specchio d'acqua del lago sacro riflette la statua
colossale di Ramesse II.
67. LA PENISOLA GRECA E LE ISOLE DELL’EGEO
Sono indicate le principali località con ritrovamenti di età minoico-micenea
o collegate ai più antichi miti greci.
Isola di Creta: civiltà minoica
Micene
Micene sulla penisola greca: civiltà micenea
68. LA CIVILTA’ MINOICA SULL’ISOLA DI CRETA
La civiltà minoica, attiva nell’età del bronzo nell’isola di
Creta, fu la prima civiltà urbana del Mediterraneo a creare
città dotate di strutture ben definite e con residenze simili ai
palazzi mesopotamici.
I palazzi cretesi erano costruiti con tecniche edilizie
particolari, diverse da quelle usate nelle case comuni: i muri
perimetrali, per esempio, erano costituiti da grossi blocchi di
pietra, invece che da comuni mattoni.
Come i palazzi mesopotamici, anche questi palazzi erano
organizzati attorno ad ampi cortili centrali, lungo il perimetro
dei quali si disponevano gli altri ambienti.
Erano Privi di mura difensive, avevano più accessi, non
seguivano principi di rigorosa assialità e simmetria, non
ripetevano più volte gli stessi elementi architettonici.
69. PIANTA DEL PALAZZO DI CNOSSO
LEGENDA 1) Gradinate e area del teatro;
14) Cortile del canale di pietra;
2) Magazzini;
15) Sala dei colonnati;
3) Cortile;
16) Sala delle doppie asce;
4) Vestibolo;
17) Mégaron della regina;
5) Corridoio con l'affresco della
18) Bagno della regina;
processione;
19) Rampe di scale;
6) Ingressi e atri;
20) Cripte a pilastri;
7) Propilei meridionali;
21) Sala della lustrazione;
8) Santuario tripartito;
22) Portico;
9) Vestibolo;
23) Case del periodo del palazzo;
10) Sala del trono;
24) Area del palazzo con rovine di case posteriori;
11) Sala settentrionale a pilastri;
25) Edifici anteriori del palazzo.
12) Magazzini degli alti phithoi;
13) Bastioni;
70. Tavolette in maiolica dipinta, ritrovate nell’area archeologica del
Palazzo dia Cnosso, riproducono le facciate di case borghesi
che sorgevano a Cnosso. Le case erano a più piani e, particolare
rilevante, i locali prendevano luce da finestre.
72. PALAZZO DI CNOSSO. Veduta del Palazzo con i restauri
realizzati dall’archeologo Arthur John Evans a fine XIX secolo.
73. FESTO
FESTO. PLANIMETRIA DEL PALAZZO.
Il Palazzo presentava un cortile centrale, intorno al quale ruotava la vita
del palazzo. Esso costituiva il luogo di ritrovo e di passeggio degli abitanti,
e vi confluivano le derrate che venivano poi collocate nei magazzini.
Centro di smistamento in ogni direzione, il Cortile centrale aveva intorno
a sé i vari quartieri, divisi ma nello stesso tempo uniti tra di loro per mezzo
di corridoi, ideati in funzione di scopi determinati; comunicanti, ma anche
indipendenti: questo problema della comunicazione e insieme della
autonomia delle varie parti del Palazzo era stato genialmente risolto dagli
architetti con un sapiente sfruttamento del cortile centrale.
74. LA CIVILTA’ MICENEA SULLA PENISOLA GRECA
Le principali città della civiltà micenea - Micene, Tebe, Atene –
sorgevano su alture, in posizioni facilmente difendibili, ed erano
protette da mura monumentali costruite con blocchi di pietra
squadrati.
All’interno delle cinte fortificate si trovavano edifici pubblici e
privati nonché i palazzi dei sovrani, organizzati intorno alla sala
principale, il mégaron. Questo ambiente di forma rettangolare,
conteneva il trono e un grande focolare centrale di forma rotonda,
spesso circondato da quattro colonne disposte a quadrato, dotato
probabilmente di funzioni culturali.
Attorno al mègaron si disponevano sale minori, residenziali e di
servizio, spesso ornate di affreschi: vi si accedeva tramite
vestiboli e cortili, spesso porticati.
I palazzi micenei pur riprendendo alcune caratteristiche
architettoniche cretesi, come i porticati, si distinguevano
nettamente dai palazzi minoici, che erano privi di fortificazioni,
facilmente accessibili, molto più grandi e ricchi e con
un’organizzazione molto meno rigida e ordinata.
76. MICENE, PORTA DEI LEONI.
Costituisce l’ingresso
monumentale alla cittadella
dove sorgeva il Palazzo.
L’enorme architrave monolitico
misura 4,50m di lunghezza,
2m di spessore e 1m di altezza
ed sormontato dal rilievo con i
due leoni affiancati ad una
colonna. Le teste degli animali,
ora mancanti, erano rivolte
verso chi entrava a monito e
minaccia per gli eventuali
aggressori.
77. MICENE. IL TESORO DI ATREO. E’ la più grande di tutte le tombe a
tholos conosciute. La facciata in origine era riccamente decorata.