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tremila anni, ne sono un esempio le grotte preistoriche di Matera, scavate nel tufo.
CAPANNA PREISTORICA
Ricostruzione di una capanna in ossa di mammut; 17-14.000 
anni fa. Ucraina.
Con il Neolitico sorgono i primi villaggi stabili. 
Le case, capanne generalmente di forma circolare e quadrangolare, erano costruite 
in legno intonacato, in pietra o in mattoni crudi essiccati al sole. 
Nei villaggi erano presenti anche stalle, pozzetti per la conservazione dei cereali, 
forni per il pane o per la ceramica, recinti per animali e sepolture. 
Ricostruzione 
di una delle 
abitazioni del 
Neolitico 
recente 
individuate a 
Sant'Andrea 
di Travo, in 
Val trebbia 
(Emilia- 
Romagna)
Sulle rocce delle Foppe di Nadro, in Val Canonica, è visibile una 
serie di incisioni che raffigurano un intero villaggio, con le 
capanne formate da un ambiente centrale sostenuto da pali 
verticali e un ambiente superiore, il cui tetto a due spioventi è 
sorretto da pali disposti obliquamente: al centro del tetto 
sporgono figure di corna taurine di valore apotropaico.
LE TERREMARE
PALAFITTE
MESOPOTAMIA
LE CITTA’ DEL’ANTICA MESOPOTAMIA 
Poco resta di quelle che furono le prime architetture 
mesopotamiche: a causa della scarsità di pietra esse erano infatti 
costruite con mattoni di argilla, seccati al sole e intonacate di 
fango e calce. 
Le città erano caratterizzate da un’architettura monumentale , che 
celebrava la potenza del re e ne rafforzava l’autorità attraverso 
due edifici principali: il palazzo e il tempio. 
Il palazzo era la residenza del sovrano ma costituiva anche il 
centro amministrativo della società mesopotamica, sede 
dell’archivio, dei magazzini, e soprattutto del controllo di ogni 
attività economica gestita da funzionari. 
L’assolvimento di funzioni diverse e l’importanza crescente del 
ruolo di rappresentanza resero colossali le dimensioni dei palazzi 
rispetto agli altri edifici delle città. 
Il tempio – ziqqurat - era la costruzione più rappresentativa delle 
città e poteva raggiungere dimensioni particolarmente imponenti 
nella ziqqurat, il più importante edificio sacro dedicato al dio 
protettore della città. 
La pianta della ziqqurat era quadrata e la struttura architettonica 
era costituita da una serie di piattaforme sovrapposte, di 
ampiezza decrescente, collegate da rampe di scale. 
Il tempio vero e proprio sorgeva sul piano più alto ed era costituito 
da un vestibolo, da un santuario esterno, dove si svolgevano i riti 
quotidiani, e da uno interno, considerato dimora della divinità.
Çatal Hüyük, planimetría, reconstrucción
I SUMERI 
VILLAGGI AGRICOLI STABILI
VILLAGGI AGRICOLI STABILI 
TEMPIO SUMERO
Ricostruzione delle Ziggurat di Nabonidus e di Ur
Mappamondo babilonese 
La celebre mappa del mondo di origine babilonese (500 ca. 
a.C.), conservata al British Museum di Londra, rappresenta il 
globo terrestre come un disco piatto circondato dalle acque. 
Questa concezione del mondo era diffusa presso le antiche civiltà 
della Mesopotamia e della Grecia, dovuta anche al fatto che esse 
non avevano esperienza di navigazione nell'oceano.
Tavolette sumere
BABILONIA 
Babilonia (detta anche Babele, Babel o Babil) era una città 
della Mesopotamia antica, situata sull'Eufrate, le cui rovine 
coincidono oggi con la città di Al Hillah, nella Provincia di 
Babilonia in Iraq a circa 80 km a sud di Baghdad. 
Fu la città sacra del regno omonimo nel 2300 a.C. e capitale 
dell'impero Babilonese nel 612 a.C. 
È il primo esempio di metropoli moderna; all'epoca di Alessandro 
Magno contava forse un milione di abitanti. 
Babele in lingua ebraica significa "Porta di Dio" (Bab-El). 
Il nome viene dal sumero "KA.DINGIR.RA" la cui traduzione in 
accadico dà Bab-Ilani, che significa «la Porta degli Dei».
Pianta di Babilonia 
Babilonia era circondata da una doppia cinta di mura, costruita in mattoni come 
d’uso in Mesopotamia, munita di torri e nella quale si aprivano otto porte, ciascuna 
dedicata ad una divinità. 
La porta più celebre era quella di Ishtar, dea dell'amore e della guerra, alta 15 metri, 
fiancheggiati da due torri sporgenti.
Babilonia: ricostruzione dell’area sacra 
Vi erano grandi templi, i giardini, il palazzo imperiale, una 
grande strada processionale lastricata (la prima che si 
conosca) e la grande Ziqqurat dominatrice del complesso 
monumentale. 
Nell'architettura la tecnica di costruzione usata è ancora quella 
mesopotamica dei mattoni crudi, con la cottura solo per la 
pavimentazione e le fondamenta. 
La struttura del tempio è quella priva di un basamento artificiale, 
quindi bassa in altezza, mentre il modello del palazzo segue lo 
schema del tempio che presenta un numero grande di sale 
attorno ad un nucleo centrale costituito da due cortili.
Ricostruzione Babilonia: al centro la Porta di Ishtar e la grande 
strada processionale lastricata. 
Dalla Porta di Ishtar partiva la via processionale che univa i due 
maggiori templi della città: la strada era lastricata in calcare rosso 
e bianco, che creava un ulteriore effetto policromo rispetto 
all’azzurro della porta.
Babilonia: Porta di Ishtar
Babilonia: Porta di Ishtar 
La Porta aveva funzioni cerimoniali, era ricoperta da un 
rivestimento di mattoni smaltati azzurri, decorato a sua volta con 
mattoni policromi modellati a rilievo, secondo una formula molto 
diffusa nell’architettura mesopotamica. 
I mattoni policromi raffiguravano animali diversi, tra cui draghi e 
tori sacri al dio Marduk, protettore della città e dunque dei suoi 
accessi. 
E’ stata ricostruita e restaurata a Berlino allo Staatslisches 
Museum.
Porta di Ishtar proveniente da Babilonia, (VII secolo a.C.) 
Oggi è conservato al Pergamon Museum di Berlino
Ricostruzione di Babilonia: veduta di dettaglio della zona con 
la Torre Babele. 
Dopo la fase intermedia, nel periodo neo-babilonese, dopo 
l'esaltazione dell'espressività racchiusa nel palazzo, si amplifica il 
gusto del tempio, che diviene il luogo centrale anche per l'arte 
assumendo forme sempre più imponenti (ziggurat). Nei palazzi 
diventa dominante il gusto delle torri di forma quadrata, della 
enorme sala del trono e la raffinatezza dei Giardini pensili di 
Babilonia. 
Una delle caratteristiche più peculiari dell'arte di questo periodo 
restano comunque i mattoni smaltati raffiguranti immagini 
simboliche di animali fantastici, che ricoprono le porte come le 
mura.
BABILONIA. LA TORRE DI BABELE. 
RICOSTRUZIONE (ipotesi)
BABILONIA. LA TORRE DI BABELE, secondo la descrizione 
del Reverendo Padre gesuita Atanasio Kircher. Ricostruzione 
molto fantasiosa.
BABILONIA. LA TORRE DI BABELE come venne immaginata 
dagli illustratori della Encyclopédie di Diderot, intorno al 1772.
BABILONIA. RESTI DEI CELEBRI GIARDINI PENSILI 
COSTRUITI DAL RE NABUCODONOSOR PER LA MOGLIE, 
considerati una delle sette meraviglie del mondo. 
Mastodontica opera fonte di ammirazione anche per Alessandro 
Magno, conquistata Babilonia.
Hanging Gardens of Babylon - 16th century engraving by Dutch 
artist Martin Heemskerck
ABITAZIONI BABILONESI 
La società dei 
babilonesi prevedeva 
tre tipi di status, 
c'erano gli uomini 
liberi, possidenti 
terrieri, c'erano i 
funzionari e i 
dipendenti del re, che 
vivenvano in 
condizione di 
semiliberi e c'erano 
infine gli schiavi, 
destinati ai lavori 
pesanti e considerati 
oggetti e non persone. 
I contadini vivevano in 
semplici case di 
mattoni cotte al sole 
composte da una o 
due stanze e piccole 
finestre con i tetti piatti 
e utilizzati come 
terrazze. 
Per le costruzioni fu 
fatto largo uso di 
mattoni disseccati al 
sole, tenuti a volte 
insieme con bitume 
(molto abbondante in 
Mesopotamia), ciò 
che spiega perché tali 
costruzioni andarono 
facilmente in rovina.
Due rappresentazioni del Sirrush (Mushussu), il drago sacro al dio Marduk. Un 
animale con le gambe posteriori provviste di artigli, corpo squamoso, un lungo 
collo con la testa di serpente, la lingua biforcuta e un corno sul capo. 
Era il guardiano e compagno degli dei. 
Questo drago dall'aspetto peculiare, alto quanto un cavallo, dal collo massiccio, con 
zampe anteriori da leone e posteriori da aquila, risale all'origine dei tempi, quando 
era compagno ideale di molti dei ed era sacro al dio Marduk che sconfisse Tiamat 
generando dal suo corpo il cielo e la terra. 
Nabucodonosor in onore al dio Marduk fece rappresentare il Mushussu sulla porta di 
Ishtar a Babilonia e lungo la Strada Sacra. Il Mushussu è sempre stato visto come 
un drago docile e buono, dato il suo nobile lignaggio.
Mura di Babilonia 
Sopra: Leone sui muri della strada che portava dalla porta 
di Ishtar alla Torre (Museo di Berlino) 
Sotto: ingrandimento
Stele Hammurabi 
(Museo del Louvre) 
Re di Babilonia, Hammurabi, durante 
il suo lungo regno, che durò 
probabilmente dal 1792 al 1750 a.C., 
si dimostrò abile amministratore oltre 
che valido condottiero. 
A lui si deve il Codice di Hammurabi, 
uno dei più antichi elenchi di leggi 
scritte nella storia dell'umanità. 
Stele in diorite nera, alta 2,50 m. 
Sotto un rilievo che rappresenta 
Hammurabi davanti a Shamash. dio 
del sole e della giustizia, vi è un ampio 
testo in scrittura monumentale antico-babilonese, 
diviso in scomparti e 
colonne. 
In 282 paragrafi emerge la divisione 
della società in tre classi: nobili, liberi e 
schiavi, sono trattati casi di diritto, reati 
contro la proprietà, matrimonio, 
divorzio, adozioni, casi di 
compravendita, prestiti, congedi, 
prezzi, salari.
GLI ASSIRI 
CITTA’ DI ASSUR
NINIVE (attuale Iraq)
NINIVE. Stampa dell’Ottocento. Riproduzione della “favolosa” 
citta’ assira di Ninive 
Gli Assiri erano un popolo di origine semita, proveniente dall’alta 
valle del Tigri, il loro re Sennacherib conquistò e rase al suolo 
Babilonia nel 609 a.C. Il centro dell’impero fu spostato dall’antico 
capoluogo di Babilonia ad Assur, capitale dei nuovi dominatori e 
insieme nome della principale divinità da loro venerata. 
Vent’anni dopo saliva al trono Assurbanipal, sovrano saggio e 
colto, al quale si deve l’istituzione a Ninive di una sterminata 
biblioteca (ritrovata dagli archeologi), ma anche abile e 
spregiudicato guerriero, che tra l’altro portò a termine la conquista 
dell’Egitto.
NINIVE. Muraglia 
Larga 10 m e alta 24 m, era posta su di una base di blocchi squadrati. 
Provvista di ventiquattro porte, era circondata da un largo fossato di 42 m varcato da 
un ponte in pietra. 
NINIVE (attuale Iraq). RESTI DI UNA DELLE PORTE DELL’ANTICA CITTA’. 
I rilievi che l’adornavano sono stati asportati. 
I resti sono in stato di disfacimento avendo costruito i muri con mattoni crudi.
ANTICO EGITTO 
Territorio attuale dell’Egitto
Territorio dell’antico Egitto
Impianto villaggio dell’antico Egitto 
EGITTO. INTORNI DELLA PIRAMIDE DI ZOSER (2700 a.C. 
circa). 
Un tracciato ortogonale regolava le aree costruite, tanto il 
recinto sacro quanto il villaggio degli schiavi addetti alla 
costruzione delle piramidi, o il quartiere riservato ai sacerdoti.
LA CIVILTA’ EGIZIA 
PRINCIPALI TIPOLOGIE COSTRUTTIVE: PIRAMIDE E TEMPIO 
La civiltà egizia si sviluppò in un lunghissimo arco di tempo, ma conservò immutate 
nei secoli alcune caratteristiche fondamentali, anche per la scarsa disponibilità ad 
accogliere le influenze esterne. 
1. Nella società egizia il culto dei morti rivestiva un’importa fondamentale, al punto 
che l’attività edilizia monumentale nell’Antico e Medio Regno riguardò principalmente 
l’architettura funeraria, destinata a celebrare la memoria e il prestigio dei defunti 
illustri. 
Alle tradizionali sepolture a mastaba (parola derivata da un termine arabo che 
significa “panca”) si aggiunsero, a partire dall’Antico Regno, le piramidi, i monumenti 
funerari più grandiosi costruiti in Egitto. 
2. L’altra costruzione ricorrente e importante fu quella del tempio, cioè la casa del 
Dio: una volta elaborato lo schema architettonico ritenuto migliore, questo si 
mantenne inalterato anche durante il periodo greco e romano sino all’affermazione 
del cristianesimo, senza riuscire tutta via mai a diffondersi fuori dell’Egitto.
ARCHITETTURA FUNERARIA IN EGITTO : 
MASTABA E PIRAMIDE 
Le sepolture a mastaba erano costruite su due livelli: 
su quello superiore si ergeva un edificio a forma 
troncopiramidale, simile a un palazzo; da questo, 
attraverso un pozzo, si raggiungeva il livello inferiore, 
che ospitava la camera funeraria. 
Le piramidi, come le mastabe, ospitavano la tomba in 
una camera sotterranea, ma avevano dimensioni 
colossali e sorgevano in aree desertiche adibite a 
necropoli, rigidamente separate dalle città e dalla terra 
dei vivi. 
Le piramidi simboleggiavano il potere personale del 
faraone, ma nell’ultima fase del regno (Nuovo Regno) i 
faraoni preferirono sepolture più modeste come tombe 
sotterranee scavate nella roccia, impiegando sempre 
più spesso le risorse dello Stato nella costruzione di 
templi grandiosi, piuttosto che nell’edificazione del 
proprio sepolcro.
PIRAMIDE DI SAQQARA (2660 a.C. ca.) 
1) Mastaba primitivo; 2) prima piramide 
a 4 gradoni; 3) piramide definitiva a 6 
gradoni; 4) pozzo; 5) camera funeraria; 
6) seconda camera 
Il passaggio dalla mastaba alla piramide fu graduale e iniziò quando 
Djoser commissionò la costruzione di una piramide a gradoni nell’antica 
necropoli di Saqqara all’architetto Imhotep. 
Quest’ultimo ingrandì una mastaba già esistente, trasformandola in una 
piramide prima a quattro poi a sei gradoni, raggiungendo così i 62 m di 
altezza e le dimensioni di 121x106 m nella base. 
Il materiale utilizzato – blocchi di calcare squadrato – sostituiva i consueti 
mattoni crudi, facilmente deperibili: nasceva così l’architettura 
monumentale in pietra, costruita per durare alungo nel tempo; in seguito 
furono usate anche pietre pregiate come il granito. 
La piramide di Saqqara faceva parte di un complesso architettonico 
composto da templi, porticati, magazzini e circondato da un muro alto 10 
m.
Piramide di Snefru a Meidum
Interno di una piramide 
PIRAMIDE DI CHEOPE
Piramidi di Giza, IV dinastia, 2550-2500 circa a. C. 
Nella foto: 
in primo piano Piramide di Micerino," "La Piramide Divina", alta 65,5 m., 
al centro quella di Chefren, "La Grande Piramide", 143,5 m., 
poi quella di Cheope, "La Piramide che è il luogo dell'alba del tramonto". 
La grande piramide di Cheope (Kufu ) si erge in tutti i suoi 146,6 
metri di maestosità perfetta nella pendenza (la cuspide misura 
76°), incredibilmente allineata con i quattro punti cardinali (lo 
scarto è di appena 00°03’33"!), custode di conoscenza di alto 
livello: ad esempio, l’apertura di entrata, sulla facciata Nord, 
sprofonda all’interno con un’inclinazione di 26°18’10", pendenza 
che, alla latitudine del luogo, corrisponde esattamente all’altezza 
a cui si trovava la stella Thuban, l’alpha Draconis (la "Coda del 
Drago"), che nel 2830 a.C. (IV dinastia) rappresentava la Stella 
Polare.
IL TEMPIO: LA CASA DEL DIO IN EGITTO 
Il tempio, vero centro della vita cittadina, era l’unico edificio costruito per 
durare a lungo nel tempo e per questo motivo i mattoni crudi usati nelle 
abitazioni erano sostituiti dalla pietra. 
L’impianto del tempio conobbe differenti soluzioni. 
Nella sua forma più avanzata prevedeva la presenza di alcune elementi 
fondamentali, di solito disposti lungo un percorso obbligato: il viale 
d’accesso, fiancheggiato da sfingi, conduceva ad un primo portale 
(o pilone d’ingresso) che fungeva da facciata esterna al tempio; da qui, 
attraverso una serie di altri piloni, cortili a cielo aperto e sale ipòstile 
con soffitti sorretti da colonne, si raggiungeva la cella dove era 
collocata la statua del dio. 
Piloni, cortili e sale ipòstile, spesso di dimensioni gigantesche, formavano 
il settore di rappresentanza del tempio, che era destinato anche alla 
celebrazione del faraone mediante statue e rilievi ed era nettamente 
distinto dal santuario (o sacrario), dove il dio si manifestava. 
Il santuario, accessibile solo al faraone e ai sacerdoti, era costituito 
dalla cella centrale e da ambienti di servizio e sale delle feste, usate 
durante le processioni e per ospitare le barche sacre (barche in 
legno usate per portare in processione le statue delle divinità). 
La sequenza di costruzioni che conduceva dal viale di accesso alla cella 
era caratterizzata dalla cosiddetta struttura a cannocchiale, ossia da 
una progressiva diminuizione dell’ampiezza delle aperture, 
dall’abbassamento dei soffitti e dall’innalzamento dei pavimenti: in questo 
modo la luminosità degli ambienti diminuiva sempre più andando avanti 
verso la cella , e il fedele, in un’atmosfera di penombra adatta alla 
percezione del sacro, veniva indirizzato verso la conclusione del 
percorso. 
Questo percorso obbligato dalla luce al buio ebbe una notevole 
influenza sulla storia degli edifici perché il loro ampliamento divenne 
possibile solo aggiungendo altri piloni e nuovi cortili, quindi allungando il 
percorso stesso. 
Nei complessi maggiori, come i giganteschi Templi di Amon a Karnak e 
a Luxor, eretti nei dintorni di Tebe, per raggiungere il santuario era 
necessario attraversare una lunga serie di piloni monumentali fatti 
costruire da faraoni diversi.
Templi funerari, templi rupestri, templi solari con obelischi 
Dal modello base del tempio egizio si distinguevano i templi 
funerari, dedicati al culto del faraone defunto, i templi rupestri 
in parte o interamente scavati nella roccia, e i templi solari con 
obelischi dedicati al culto di Ra e di Aton. 
Questi ultimi costituivano una tipologia particolare. L’edifico era 
ipètro, cioè il santuario era costituito da un ampio cortile con al 
centro un altare a cielo aperto: la luce del sole non poteva infatti 
essere racchiusa in una cella buia e il fedele doveva esservi 
esposto. Questi templi, inoltre, avevano un’ulteriore caratteristica: 
all’interno del recinto che delimitava lo spazio sacro c’era un 
obelisco, ossia un enorme pilastro costituito da un corpo e da 
una cuspide (pyramidion) che simboleggiava la pietra monolitica 
ritenuta la sede del dio sole. 
Gli obelischi divennero sempre più slanciati e monolitici, e molti 
divennero preda di guerra e furono portati a Roma, dove ancora 
si trovano. 
Nell’architettura egizia erano usati diversi tipi di supporto (pilastri 
e colonne). Alcuni erano destinati a ogni specie di edifico, come le 
colonne papiriformi e palmiformi, mentre altri erano riservati solo 
a determinati luoghi di culto.
Complesso 
monumentale di 
Karnak 
Recinto di Amon: 
1, primo pilone del 
grande tempio di Amon; 
2, tempio di Sethi II; 
3, grande cortile; 
4, tempio di Ramses III 
5, sala ipostila; 
6, santuario; 
7, "sala delle feste"; 
8, lago sacro; 
9, Propilei del Sud; 
10, tempio del giubileo di 
Amenhotep II; 
11, tempio di Khons; 
12, tempio di Opet; 
13, viale delle sfingi; 
Recinto di Mut: 
14, tempio di Mut; 
15, lago sacro; 
16, tempio di Amenhotep 
III; 
17, tempio di Ramses III; 
Recinto di Montu: 
18, tempio di Montu.
Ingresso del tempio di Karnak: viale delimitato 
da quaranta sfingi a testa di ariete 
Karnak è un sito gigantesco, che comprende il tempio di Amon. 
Il tempio sorge presso l'antica Tèbe, sulla riva orientale del Nilo. 
La costruzione non si è mai conclusa, poiché i vari faraoni si sono sempre 
impegnati di arricchirlo e ampliarlo nel modo più lussuoso. 
L'accesso al tempio avviene grazie alla Via degli Dei, un lunghissimo viale con 
quaranta sfingi in pietra, aventi la testa di ariete e il corpo del leone, poste ad 
eterna guardia del tempio. 
Esternamente il tempio presenta un alto pilone, nel centro si trova la Porta 
Trionfale, e ci si immette nel cortile maggiore, caratterizzato da colonne. 
Esso è percorso per tutta la sua lunghezza da due file di colonne che portano 
verso il secondo pilone, attraverso il quale si accede alla sala ipostila, 134 
colonne di stile papiriforme sorreggeva la copertura, oggi del tutto crollata. 
Un corto ambiente colonnato porta al santuario che al suo interno conteneva il 
Nàos , con la statua di Amon. 
Nel cuore di Karnak, lo specchio d'acqua del lago sacro riflette la statua 
colossale di Ramesse II.
Colonne nel Tempio di Karnak
TEMPIO DI LUXOR
LA CIVILTA' MINOICO-MICENEA
LA PENISOLA GRECA E LE ISOLE DELL’EGEO 
Sono indicate le principali località con ritrovamenti di età minoico-micenea 
o collegate ai più antichi miti greci. 
Isola di Creta: civiltà minoica 
Micene 
Micene sulla penisola greca: civiltà micenea
LA CIVILTA’ MINOICA SULL’ISOLA DI CRETA 
La civiltà minoica, attiva nell’età del bronzo nell’isola di 
Creta, fu la prima civiltà urbana del Mediterraneo a creare 
città dotate di strutture ben definite e con residenze simili ai 
palazzi mesopotamici. 
I palazzi cretesi erano costruiti con tecniche edilizie 
particolari, diverse da quelle usate nelle case comuni: i muri 
perimetrali, per esempio, erano costituiti da grossi blocchi di 
pietra, invece che da comuni mattoni. 
Come i palazzi mesopotamici, anche questi palazzi erano 
organizzati attorno ad ampi cortili centrali, lungo il perimetro 
dei quali si disponevano gli altri ambienti. 
Erano Privi di mura difensive, avevano più accessi, non 
seguivano principi di rigorosa assialità e simmetria, non 
ripetevano più volte gli stessi elementi architettonici.
PIANTA DEL PALAZZO DI CNOSSO 
LEGENDA 1) Gradinate e area del teatro; 
14) Cortile del canale di pietra; 
2) Magazzini; 
15) Sala dei colonnati; 
3) Cortile; 
16) Sala delle doppie asce; 
4) Vestibolo; 
17) Mégaron della regina; 
5) Corridoio con l'affresco della 
18) Bagno della regina; 
processione; 
19) Rampe di scale; 
6) Ingressi e atri; 
20) Cripte a pilastri; 
7) Propilei meridionali; 
21) Sala della lustrazione; 
8) Santuario tripartito; 
22) Portico; 
9) Vestibolo; 
23) Case del periodo del palazzo; 
10) Sala del trono; 
24) Area del palazzo con rovine di case posteriori; 
11) Sala settentrionale a pilastri; 
25) Edifici anteriori del palazzo. 
12) Magazzini degli alti phithoi; 
13) Bastioni;
Tavolette in maiolica dipinta, ritrovate nell’area archeologica del 
Palazzo dia Cnosso, riproducono le facciate di case borghesi 
che sorgevano a Cnosso. Le case erano a più piani e, particolare 
rilevante, i locali prendevano luce da finestre.
PALAZZO DI CNOSSO
PALAZZO DI CNOSSO. Veduta del Palazzo con i restauri 
realizzati dall’archeologo Arthur John Evans a fine XIX secolo.
FESTO 
FESTO. PLANIMETRIA DEL PALAZZO. 
Il Palazzo presentava un cortile centrale, intorno al quale ruotava la vita 
del palazzo. Esso costituiva il luogo di ritrovo e di passeggio degli abitanti, 
e vi confluivano le derrate che venivano poi collocate nei magazzini. 
Centro di smistamento in ogni direzione, il Cortile centrale aveva intorno 
a sé i vari quartieri, divisi ma nello stesso tempo uniti tra di loro per mezzo 
di corridoi, ideati in funzione di scopi determinati; comunicanti, ma anche 
indipendenti: questo problema della comunicazione e insieme della 
autonomia delle varie parti del Palazzo era stato genialmente risolto dagli 
architetti con un sapiente sfruttamento del cortile centrale.
LA CIVILTA’ MICENEA SULLA PENISOLA GRECA 
Le principali città della civiltà micenea - Micene, Tebe, Atene – 
sorgevano su alture, in posizioni facilmente difendibili, ed erano 
protette da mura monumentali costruite con blocchi di pietra 
squadrati. 
All’interno delle cinte fortificate si trovavano edifici pubblici e 
privati nonché i palazzi dei sovrani, organizzati intorno alla sala 
principale, il mégaron. Questo ambiente di forma rettangolare, 
conteneva il trono e un grande focolare centrale di forma rotonda, 
spesso circondato da quattro colonne disposte a quadrato, dotato 
probabilmente di funzioni culturali. 
Attorno al mègaron si disponevano sale minori, residenziali e di 
servizio, spesso ornate di affreschi: vi si accedeva tramite 
vestiboli e cortili, spesso porticati. 
I palazzi micenei pur riprendendo alcune caratteristiche 
architettoniche cretesi, come i porticati, si distinguevano 
nettamente dai palazzi minoici, che erano privi di fortificazioni, 
facilmente accessibili, molto più grandi e ricchi e con 
un’organizzazione molto meno rigida e ordinata.
PLANIMETRIA CITTA’ DI MICENE
MICENE, PORTA DEI LEONI. 
Costituisce l’ingresso 
monumentale alla cittadella 
dove sorgeva il Palazzo. 
L’enorme architrave monolitico 
misura 4,50m di lunghezza, 
2m di spessore e 1m di altezza 
ed sormontato dal rilievo con i 
due leoni affiancati ad una 
colonna. Le teste degli animali, 
ora mancanti, erano rivolte 
verso chi entrava a monito e 
minaccia per gli eventuali 
aggressori.
MICENE. IL TESORO DI ATREO. E’ la più grande di tutte le tombe a 
tholos conosciute. La facciata in origine era riccamente decorata.

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2. LE ORIGINI DELL'ARCHITETTURA: DALL'ARCHITETTURA PREISTORICA E MEGALITICA ALL'ARCHITETTURA MINOICO-MICENEA

  • 2.
  • 3. Esempio di dolmen Dolmen Li Scusi a Minervino di Lecce, Salento
  • 4. Dolmen - Salento Dolmen - Mores (Sardegna)
  • 5. Esempio di Cromlech Stonehenge, Inghilterra
  • 6.
  • 7.
  • 8. Grotte preistoriche di Murgia Timone, Matera Sassi di Matera In alcuni siti, le pareti di roccia facilmente scavabili vennero trasformate in ambienti abitati dalla preistoria fino a tempi recenti, cioè per oltre tremila anni, ne sono un esempio le grotte preistoriche di Matera, scavate nel tufo.
  • 10. Ricostruzione di una capanna in ossa di mammut; 17-14.000 anni fa. Ucraina.
  • 11. Con il Neolitico sorgono i primi villaggi stabili. Le case, capanne generalmente di forma circolare e quadrangolare, erano costruite in legno intonacato, in pietra o in mattoni crudi essiccati al sole. Nei villaggi erano presenti anche stalle, pozzetti per la conservazione dei cereali, forni per il pane o per la ceramica, recinti per animali e sepolture. Ricostruzione di una delle abitazioni del Neolitico recente individuate a Sant'Andrea di Travo, in Val trebbia (Emilia- Romagna)
  • 12. Sulle rocce delle Foppe di Nadro, in Val Canonica, è visibile una serie di incisioni che raffigurano un intero villaggio, con le capanne formate da un ambiente centrale sostenuto da pali verticali e un ambiente superiore, il cui tetto a due spioventi è sorretto da pali disposti obliquamente: al centro del tetto sporgono figure di corna taurine di valore apotropaico.
  • 14.
  • 17.
  • 18. LE CITTA’ DEL’ANTICA MESOPOTAMIA Poco resta di quelle che furono le prime architetture mesopotamiche: a causa della scarsità di pietra esse erano infatti costruite con mattoni di argilla, seccati al sole e intonacate di fango e calce. Le città erano caratterizzate da un’architettura monumentale , che celebrava la potenza del re e ne rafforzava l’autorità attraverso due edifici principali: il palazzo e il tempio. Il palazzo era la residenza del sovrano ma costituiva anche il centro amministrativo della società mesopotamica, sede dell’archivio, dei magazzini, e soprattutto del controllo di ogni attività economica gestita da funzionari. L’assolvimento di funzioni diverse e l’importanza crescente del ruolo di rappresentanza resero colossali le dimensioni dei palazzi rispetto agli altri edifici delle città. Il tempio – ziqqurat - era la costruzione più rappresentativa delle città e poteva raggiungere dimensioni particolarmente imponenti nella ziqqurat, il più importante edificio sacro dedicato al dio protettore della città. La pianta della ziqqurat era quadrata e la struttura architettonica era costituita da una serie di piattaforme sovrapposte, di ampiezza decrescente, collegate da rampe di scale. Il tempio vero e proprio sorgeva sul piano più alto ed era costituito da un vestibolo, da un santuario esterno, dove si svolgevano i riti quotidiani, e da uno interno, considerato dimora della divinità.
  • 19. Çatal Hüyük, planimetría, reconstrucción
  • 20.
  • 21.
  • 22. I SUMERI VILLAGGI AGRICOLI STABILI
  • 23. VILLAGGI AGRICOLI STABILI TEMPIO SUMERO
  • 24. Ricostruzione delle Ziggurat di Nabonidus e di Ur
  • 25. Mappamondo babilonese La celebre mappa del mondo di origine babilonese (500 ca. a.C.), conservata al British Museum di Londra, rappresenta il globo terrestre come un disco piatto circondato dalle acque. Questa concezione del mondo era diffusa presso le antiche civiltà della Mesopotamia e della Grecia, dovuta anche al fatto che esse non avevano esperienza di navigazione nell'oceano.
  • 27. BABILONIA Babilonia (detta anche Babele, Babel o Babil) era una città della Mesopotamia antica, situata sull'Eufrate, le cui rovine coincidono oggi con la città di Al Hillah, nella Provincia di Babilonia in Iraq a circa 80 km a sud di Baghdad. Fu la città sacra del regno omonimo nel 2300 a.C. e capitale dell'impero Babilonese nel 612 a.C. È il primo esempio di metropoli moderna; all'epoca di Alessandro Magno contava forse un milione di abitanti. Babele in lingua ebraica significa "Porta di Dio" (Bab-El). Il nome viene dal sumero "KA.DINGIR.RA" la cui traduzione in accadico dà Bab-Ilani, che significa «la Porta degli Dei».
  • 28. Pianta di Babilonia Babilonia era circondata da una doppia cinta di mura, costruita in mattoni come d’uso in Mesopotamia, munita di torri e nella quale si aprivano otto porte, ciascuna dedicata ad una divinità. La porta più celebre era quella di Ishtar, dea dell'amore e della guerra, alta 15 metri, fiancheggiati da due torri sporgenti.
  • 29. Babilonia: ricostruzione dell’area sacra Vi erano grandi templi, i giardini, il palazzo imperiale, una grande strada processionale lastricata (la prima che si conosca) e la grande Ziqqurat dominatrice del complesso monumentale. Nell'architettura la tecnica di costruzione usata è ancora quella mesopotamica dei mattoni crudi, con la cottura solo per la pavimentazione e le fondamenta. La struttura del tempio è quella priva di un basamento artificiale, quindi bassa in altezza, mentre il modello del palazzo segue lo schema del tempio che presenta un numero grande di sale attorno ad un nucleo centrale costituito da due cortili.
  • 30. Ricostruzione Babilonia: al centro la Porta di Ishtar e la grande strada processionale lastricata. Dalla Porta di Ishtar partiva la via processionale che univa i due maggiori templi della città: la strada era lastricata in calcare rosso e bianco, che creava un ulteriore effetto policromo rispetto all’azzurro della porta.
  • 32. Babilonia: Porta di Ishtar La Porta aveva funzioni cerimoniali, era ricoperta da un rivestimento di mattoni smaltati azzurri, decorato a sua volta con mattoni policromi modellati a rilievo, secondo una formula molto diffusa nell’architettura mesopotamica. I mattoni policromi raffiguravano animali diversi, tra cui draghi e tori sacri al dio Marduk, protettore della città e dunque dei suoi accessi. E’ stata ricostruita e restaurata a Berlino allo Staatslisches Museum.
  • 33. Porta di Ishtar proveniente da Babilonia, (VII secolo a.C.) Oggi è conservato al Pergamon Museum di Berlino
  • 34. Ricostruzione di Babilonia: veduta di dettaglio della zona con la Torre Babele. Dopo la fase intermedia, nel periodo neo-babilonese, dopo l'esaltazione dell'espressività racchiusa nel palazzo, si amplifica il gusto del tempio, che diviene il luogo centrale anche per l'arte assumendo forme sempre più imponenti (ziggurat). Nei palazzi diventa dominante il gusto delle torri di forma quadrata, della enorme sala del trono e la raffinatezza dei Giardini pensili di Babilonia. Una delle caratteristiche più peculiari dell'arte di questo periodo restano comunque i mattoni smaltati raffiguranti immagini simboliche di animali fantastici, che ricoprono le porte come le mura.
  • 35. BABILONIA. LA TORRE DI BABELE. RICOSTRUZIONE (ipotesi)
  • 36. BABILONIA. LA TORRE DI BABELE, secondo la descrizione del Reverendo Padre gesuita Atanasio Kircher. Ricostruzione molto fantasiosa.
  • 37. BABILONIA. LA TORRE DI BABELE come venne immaginata dagli illustratori della Encyclopédie di Diderot, intorno al 1772.
  • 38. BABILONIA. RESTI DEI CELEBRI GIARDINI PENSILI COSTRUITI DAL RE NABUCODONOSOR PER LA MOGLIE, considerati una delle sette meraviglie del mondo. Mastodontica opera fonte di ammirazione anche per Alessandro Magno, conquistata Babilonia.
  • 39. Hanging Gardens of Babylon - 16th century engraving by Dutch artist Martin Heemskerck
  • 40. ABITAZIONI BABILONESI La società dei babilonesi prevedeva tre tipi di status, c'erano gli uomini liberi, possidenti terrieri, c'erano i funzionari e i dipendenti del re, che vivenvano in condizione di semiliberi e c'erano infine gli schiavi, destinati ai lavori pesanti e considerati oggetti e non persone. I contadini vivevano in semplici case di mattoni cotte al sole composte da una o due stanze e piccole finestre con i tetti piatti e utilizzati come terrazze. Per le costruzioni fu fatto largo uso di mattoni disseccati al sole, tenuti a volte insieme con bitume (molto abbondante in Mesopotamia), ciò che spiega perché tali costruzioni andarono facilmente in rovina.
  • 41. Due rappresentazioni del Sirrush (Mushussu), il drago sacro al dio Marduk. Un animale con le gambe posteriori provviste di artigli, corpo squamoso, un lungo collo con la testa di serpente, la lingua biforcuta e un corno sul capo. Era il guardiano e compagno degli dei. Questo drago dall'aspetto peculiare, alto quanto un cavallo, dal collo massiccio, con zampe anteriori da leone e posteriori da aquila, risale all'origine dei tempi, quando era compagno ideale di molti dei ed era sacro al dio Marduk che sconfisse Tiamat generando dal suo corpo il cielo e la terra. Nabucodonosor in onore al dio Marduk fece rappresentare il Mushussu sulla porta di Ishtar a Babilonia e lungo la Strada Sacra. Il Mushussu è sempre stato visto come un drago docile e buono, dato il suo nobile lignaggio.
  • 42. Mura di Babilonia Sopra: Leone sui muri della strada che portava dalla porta di Ishtar alla Torre (Museo di Berlino) Sotto: ingrandimento
  • 43. Stele Hammurabi (Museo del Louvre) Re di Babilonia, Hammurabi, durante il suo lungo regno, che durò probabilmente dal 1792 al 1750 a.C., si dimostrò abile amministratore oltre che valido condottiero. A lui si deve il Codice di Hammurabi, uno dei più antichi elenchi di leggi scritte nella storia dell'umanità. Stele in diorite nera, alta 2,50 m. Sotto un rilievo che rappresenta Hammurabi davanti a Shamash. dio del sole e della giustizia, vi è un ampio testo in scrittura monumentale antico-babilonese, diviso in scomparti e colonne. In 282 paragrafi emerge la divisione della società in tre classi: nobili, liberi e schiavi, sono trattati casi di diritto, reati contro la proprietà, matrimonio, divorzio, adozioni, casi di compravendita, prestiti, congedi, prezzi, salari.
  • 46. NINIVE. Stampa dell’Ottocento. Riproduzione della “favolosa” citta’ assira di Ninive Gli Assiri erano un popolo di origine semita, proveniente dall’alta valle del Tigri, il loro re Sennacherib conquistò e rase al suolo Babilonia nel 609 a.C. Il centro dell’impero fu spostato dall’antico capoluogo di Babilonia ad Assur, capitale dei nuovi dominatori e insieme nome della principale divinità da loro venerata. Vent’anni dopo saliva al trono Assurbanipal, sovrano saggio e colto, al quale si deve l’istituzione a Ninive di una sterminata biblioteca (ritrovata dagli archeologi), ma anche abile e spregiudicato guerriero, che tra l’altro portò a termine la conquista dell’Egitto.
  • 47. NINIVE. Muraglia Larga 10 m e alta 24 m, era posta su di una base di blocchi squadrati. Provvista di ventiquattro porte, era circondata da un largo fossato di 42 m varcato da un ponte in pietra. NINIVE (attuale Iraq). RESTI DI UNA DELLE PORTE DELL’ANTICA CITTA’. I rilievi che l’adornavano sono stati asportati. I resti sono in stato di disfacimento avendo costruito i muri con mattoni crudi.
  • 48. ANTICO EGITTO Territorio attuale dell’Egitto
  • 50. Impianto villaggio dell’antico Egitto EGITTO. INTORNI DELLA PIRAMIDE DI ZOSER (2700 a.C. circa). Un tracciato ortogonale regolava le aree costruite, tanto il recinto sacro quanto il villaggio degli schiavi addetti alla costruzione delle piramidi, o il quartiere riservato ai sacerdoti.
  • 51. LA CIVILTA’ EGIZIA PRINCIPALI TIPOLOGIE COSTRUTTIVE: PIRAMIDE E TEMPIO La civiltà egizia si sviluppò in un lunghissimo arco di tempo, ma conservò immutate nei secoli alcune caratteristiche fondamentali, anche per la scarsa disponibilità ad accogliere le influenze esterne. 1. Nella società egizia il culto dei morti rivestiva un’importa fondamentale, al punto che l’attività edilizia monumentale nell’Antico e Medio Regno riguardò principalmente l’architettura funeraria, destinata a celebrare la memoria e il prestigio dei defunti illustri. Alle tradizionali sepolture a mastaba (parola derivata da un termine arabo che significa “panca”) si aggiunsero, a partire dall’Antico Regno, le piramidi, i monumenti funerari più grandiosi costruiti in Egitto. 2. L’altra costruzione ricorrente e importante fu quella del tempio, cioè la casa del Dio: una volta elaborato lo schema architettonico ritenuto migliore, questo si mantenne inalterato anche durante il periodo greco e romano sino all’affermazione del cristianesimo, senza riuscire tutta via mai a diffondersi fuori dell’Egitto.
  • 52. ARCHITETTURA FUNERARIA IN EGITTO : MASTABA E PIRAMIDE Le sepolture a mastaba erano costruite su due livelli: su quello superiore si ergeva un edificio a forma troncopiramidale, simile a un palazzo; da questo, attraverso un pozzo, si raggiungeva il livello inferiore, che ospitava la camera funeraria. Le piramidi, come le mastabe, ospitavano la tomba in una camera sotterranea, ma avevano dimensioni colossali e sorgevano in aree desertiche adibite a necropoli, rigidamente separate dalle città e dalla terra dei vivi. Le piramidi simboleggiavano il potere personale del faraone, ma nell’ultima fase del regno (Nuovo Regno) i faraoni preferirono sepolture più modeste come tombe sotterranee scavate nella roccia, impiegando sempre più spesso le risorse dello Stato nella costruzione di templi grandiosi, piuttosto che nell’edificazione del proprio sepolcro.
  • 53. PIRAMIDE DI SAQQARA (2660 a.C. ca.) 1) Mastaba primitivo; 2) prima piramide a 4 gradoni; 3) piramide definitiva a 6 gradoni; 4) pozzo; 5) camera funeraria; 6) seconda camera Il passaggio dalla mastaba alla piramide fu graduale e iniziò quando Djoser commissionò la costruzione di una piramide a gradoni nell’antica necropoli di Saqqara all’architetto Imhotep. Quest’ultimo ingrandì una mastaba già esistente, trasformandola in una piramide prima a quattro poi a sei gradoni, raggiungendo così i 62 m di altezza e le dimensioni di 121x106 m nella base. Il materiale utilizzato – blocchi di calcare squadrato – sostituiva i consueti mattoni crudi, facilmente deperibili: nasceva così l’architettura monumentale in pietra, costruita per durare alungo nel tempo; in seguito furono usate anche pietre pregiate come il granito. La piramide di Saqqara faceva parte di un complesso architettonico composto da templi, porticati, magazzini e circondato da un muro alto 10 m.
  • 54. Piramide di Snefru a Meidum
  • 55. Interno di una piramide PIRAMIDE DI CHEOPE
  • 56. Piramidi di Giza, IV dinastia, 2550-2500 circa a. C. Nella foto: in primo piano Piramide di Micerino," "La Piramide Divina", alta 65,5 m., al centro quella di Chefren, "La Grande Piramide", 143,5 m., poi quella di Cheope, "La Piramide che è il luogo dell'alba del tramonto". La grande piramide di Cheope (Kufu ) si erge in tutti i suoi 146,6 metri di maestosità perfetta nella pendenza (la cuspide misura 76°), incredibilmente allineata con i quattro punti cardinali (lo scarto è di appena 00°03’33"!), custode di conoscenza di alto livello: ad esempio, l’apertura di entrata, sulla facciata Nord, sprofonda all’interno con un’inclinazione di 26°18’10", pendenza che, alla latitudine del luogo, corrisponde esattamente all’altezza a cui si trovava la stella Thuban, l’alpha Draconis (la "Coda del Drago"), che nel 2830 a.C. (IV dinastia) rappresentava la Stella Polare.
  • 57. IL TEMPIO: LA CASA DEL DIO IN EGITTO Il tempio, vero centro della vita cittadina, era l’unico edificio costruito per durare a lungo nel tempo e per questo motivo i mattoni crudi usati nelle abitazioni erano sostituiti dalla pietra. L’impianto del tempio conobbe differenti soluzioni. Nella sua forma più avanzata prevedeva la presenza di alcune elementi fondamentali, di solito disposti lungo un percorso obbligato: il viale d’accesso, fiancheggiato da sfingi, conduceva ad un primo portale (o pilone d’ingresso) che fungeva da facciata esterna al tempio; da qui, attraverso una serie di altri piloni, cortili a cielo aperto e sale ipòstile con soffitti sorretti da colonne, si raggiungeva la cella dove era collocata la statua del dio. Piloni, cortili e sale ipòstile, spesso di dimensioni gigantesche, formavano il settore di rappresentanza del tempio, che era destinato anche alla celebrazione del faraone mediante statue e rilievi ed era nettamente distinto dal santuario (o sacrario), dove il dio si manifestava. Il santuario, accessibile solo al faraone e ai sacerdoti, era costituito dalla cella centrale e da ambienti di servizio e sale delle feste, usate durante le processioni e per ospitare le barche sacre (barche in legno usate per portare in processione le statue delle divinità). La sequenza di costruzioni che conduceva dal viale di accesso alla cella era caratterizzata dalla cosiddetta struttura a cannocchiale, ossia da una progressiva diminuizione dell’ampiezza delle aperture, dall’abbassamento dei soffitti e dall’innalzamento dei pavimenti: in questo modo la luminosità degli ambienti diminuiva sempre più andando avanti verso la cella , e il fedele, in un’atmosfera di penombra adatta alla percezione del sacro, veniva indirizzato verso la conclusione del percorso. Questo percorso obbligato dalla luce al buio ebbe una notevole influenza sulla storia degli edifici perché il loro ampliamento divenne possibile solo aggiungendo altri piloni e nuovi cortili, quindi allungando il percorso stesso. Nei complessi maggiori, come i giganteschi Templi di Amon a Karnak e a Luxor, eretti nei dintorni di Tebe, per raggiungere il santuario era necessario attraversare una lunga serie di piloni monumentali fatti costruire da faraoni diversi.
  • 58. Templi funerari, templi rupestri, templi solari con obelischi Dal modello base del tempio egizio si distinguevano i templi funerari, dedicati al culto del faraone defunto, i templi rupestri in parte o interamente scavati nella roccia, e i templi solari con obelischi dedicati al culto di Ra e di Aton. Questi ultimi costituivano una tipologia particolare. L’edifico era ipètro, cioè il santuario era costituito da un ampio cortile con al centro un altare a cielo aperto: la luce del sole non poteva infatti essere racchiusa in una cella buia e il fedele doveva esservi esposto. Questi templi, inoltre, avevano un’ulteriore caratteristica: all’interno del recinto che delimitava lo spazio sacro c’era un obelisco, ossia un enorme pilastro costituito da un corpo e da una cuspide (pyramidion) che simboleggiava la pietra monolitica ritenuta la sede del dio sole. Gli obelischi divennero sempre più slanciati e monolitici, e molti divennero preda di guerra e furono portati a Roma, dove ancora si trovano. Nell’architettura egizia erano usati diversi tipi di supporto (pilastri e colonne). Alcuni erano destinati a ogni specie di edifico, come le colonne papiriformi e palmiformi, mentre altri erano riservati solo a determinati luoghi di culto.
  • 59.
  • 60. Complesso monumentale di Karnak Recinto di Amon: 1, primo pilone del grande tempio di Amon; 2, tempio di Sethi II; 3, grande cortile; 4, tempio di Ramses III 5, sala ipostila; 6, santuario; 7, "sala delle feste"; 8, lago sacro; 9, Propilei del Sud; 10, tempio del giubileo di Amenhotep II; 11, tempio di Khons; 12, tempio di Opet; 13, viale delle sfingi; Recinto di Mut: 14, tempio di Mut; 15, lago sacro; 16, tempio di Amenhotep III; 17, tempio di Ramses III; Recinto di Montu: 18, tempio di Montu.
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  • 62. Ingresso del tempio di Karnak: viale delimitato da quaranta sfingi a testa di ariete Karnak è un sito gigantesco, che comprende il tempio di Amon. Il tempio sorge presso l'antica Tèbe, sulla riva orientale del Nilo. La costruzione non si è mai conclusa, poiché i vari faraoni si sono sempre impegnati di arricchirlo e ampliarlo nel modo più lussuoso. L'accesso al tempio avviene grazie alla Via degli Dei, un lunghissimo viale con quaranta sfingi in pietra, aventi la testa di ariete e il corpo del leone, poste ad eterna guardia del tempio. Esternamente il tempio presenta un alto pilone, nel centro si trova la Porta Trionfale, e ci si immette nel cortile maggiore, caratterizzato da colonne. Esso è percorso per tutta la sua lunghezza da due file di colonne che portano verso il secondo pilone, attraverso il quale si accede alla sala ipostila, 134 colonne di stile papiriforme sorreggeva la copertura, oggi del tutto crollata. Un corto ambiente colonnato porta al santuario che al suo interno conteneva il Nàos , con la statua di Amon. Nel cuore di Karnak, lo specchio d'acqua del lago sacro riflette la statua colossale di Ramesse II.
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  • 64. Colonne nel Tempio di Karnak
  • 67. LA PENISOLA GRECA E LE ISOLE DELL’EGEO Sono indicate le principali località con ritrovamenti di età minoico-micenea o collegate ai più antichi miti greci. Isola di Creta: civiltà minoica Micene Micene sulla penisola greca: civiltà micenea
  • 68. LA CIVILTA’ MINOICA SULL’ISOLA DI CRETA La civiltà minoica, attiva nell’età del bronzo nell’isola di Creta, fu la prima civiltà urbana del Mediterraneo a creare città dotate di strutture ben definite e con residenze simili ai palazzi mesopotamici. I palazzi cretesi erano costruiti con tecniche edilizie particolari, diverse da quelle usate nelle case comuni: i muri perimetrali, per esempio, erano costituiti da grossi blocchi di pietra, invece che da comuni mattoni. Come i palazzi mesopotamici, anche questi palazzi erano organizzati attorno ad ampi cortili centrali, lungo il perimetro dei quali si disponevano gli altri ambienti. Erano Privi di mura difensive, avevano più accessi, non seguivano principi di rigorosa assialità e simmetria, non ripetevano più volte gli stessi elementi architettonici.
  • 69. PIANTA DEL PALAZZO DI CNOSSO LEGENDA 1) Gradinate e area del teatro; 14) Cortile del canale di pietra; 2) Magazzini; 15) Sala dei colonnati; 3) Cortile; 16) Sala delle doppie asce; 4) Vestibolo; 17) Mégaron della regina; 5) Corridoio con l'affresco della 18) Bagno della regina; processione; 19) Rampe di scale; 6) Ingressi e atri; 20) Cripte a pilastri; 7) Propilei meridionali; 21) Sala della lustrazione; 8) Santuario tripartito; 22) Portico; 9) Vestibolo; 23) Case del periodo del palazzo; 10) Sala del trono; 24) Area del palazzo con rovine di case posteriori; 11) Sala settentrionale a pilastri; 25) Edifici anteriori del palazzo. 12) Magazzini degli alti phithoi; 13) Bastioni;
  • 70. Tavolette in maiolica dipinta, ritrovate nell’area archeologica del Palazzo dia Cnosso, riproducono le facciate di case borghesi che sorgevano a Cnosso. Le case erano a più piani e, particolare rilevante, i locali prendevano luce da finestre.
  • 72. PALAZZO DI CNOSSO. Veduta del Palazzo con i restauri realizzati dall’archeologo Arthur John Evans a fine XIX secolo.
  • 73. FESTO FESTO. PLANIMETRIA DEL PALAZZO. Il Palazzo presentava un cortile centrale, intorno al quale ruotava la vita del palazzo. Esso costituiva il luogo di ritrovo e di passeggio degli abitanti, e vi confluivano le derrate che venivano poi collocate nei magazzini. Centro di smistamento in ogni direzione, il Cortile centrale aveva intorno a sé i vari quartieri, divisi ma nello stesso tempo uniti tra di loro per mezzo di corridoi, ideati in funzione di scopi determinati; comunicanti, ma anche indipendenti: questo problema della comunicazione e insieme della autonomia delle varie parti del Palazzo era stato genialmente risolto dagli architetti con un sapiente sfruttamento del cortile centrale.
  • 74. LA CIVILTA’ MICENEA SULLA PENISOLA GRECA Le principali città della civiltà micenea - Micene, Tebe, Atene – sorgevano su alture, in posizioni facilmente difendibili, ed erano protette da mura monumentali costruite con blocchi di pietra squadrati. All’interno delle cinte fortificate si trovavano edifici pubblici e privati nonché i palazzi dei sovrani, organizzati intorno alla sala principale, il mégaron. Questo ambiente di forma rettangolare, conteneva il trono e un grande focolare centrale di forma rotonda, spesso circondato da quattro colonne disposte a quadrato, dotato probabilmente di funzioni culturali. Attorno al mègaron si disponevano sale minori, residenziali e di servizio, spesso ornate di affreschi: vi si accedeva tramite vestiboli e cortili, spesso porticati. I palazzi micenei pur riprendendo alcune caratteristiche architettoniche cretesi, come i porticati, si distinguevano nettamente dai palazzi minoici, che erano privi di fortificazioni, facilmente accessibili, molto più grandi e ricchi e con un’organizzazione molto meno rigida e ordinata.
  • 76. MICENE, PORTA DEI LEONI. Costituisce l’ingresso monumentale alla cittadella dove sorgeva il Palazzo. L’enorme architrave monolitico misura 4,50m di lunghezza, 2m di spessore e 1m di altezza ed sormontato dal rilievo con i due leoni affiancati ad una colonna. Le teste degli animali, ora mancanti, erano rivolte verso chi entrava a monito e minaccia per gli eventuali aggressori.
  • 77. MICENE. IL TESORO DI ATREO. E’ la più grande di tutte le tombe a tholos conosciute. La facciata in origine era riccamente decorata.