Da Koha 3.4 a Koha 3.10 - Stefano Bargioni (slides)
Relazione biblioteca serantini_luglio_2013
1. Biblioteca Franco Serantini
archivio e centro di documentazione di storia sociale e contemporanea
largo Concetto Marchesi, s.n. civ. – 56124 Pisa
tel./fax 331 1179799
www.bfs.it – biblioteca@bfs.it
«La migrazione del catalogo della Biblioteca F. Serantini da
ISIS/TECA a Koha»
La Biblioteca Franco Serantini ha avviato l’informatizzazione del proprio catalogo nel 1993
aderendo al Sistema Bibliotecario Toscano (SBT)1
, con l’inizio della catalogazione del materiale
librario mediante l’applicativo TECA del software per la gestione dei dati CDS/ISIS. I record
bibliografici erano creati, nel rispetto delle RICA e dello standard ISBD(m), e venivano
periodicamente forniti al Servizio beni librari della Regione, in formato di esportazione ISO 27092
per essere riversati nel Catalogo Unico Toscano.
La prima versione di CDS/ISIS era stata sviluppata negli anni ’60 su mainframe, presso il CERN di
Ginevra, ma la sua evoluzione e diffusione è dovuta all’UNESCO, che produsse le versioni per
personal computer, prima utilizzabili su sistema operativo DOS, poi su Windows (WinISIS), con
notevoli miglioramenti nell’interfaccia. La distribuzione del software, che era basata sul
presupposto della gratuità, adottava una strategia di tipo decentrato e la Regione Toscana si
proponeva come distributrice per la biblioteche di propria competenza, nell’ambito del
Programma automazione biblioteche toscane (A.BI.TO.)3
. Anche l’implementazione di pacchetti
applicativi rispondeva ad una logica decentrata, tanto che, spesso, sono stati prodotti da gruppi di
utenti, più o meno formalmente organizzati: la Biblioteca Serantini all’epoca aveva adottato
ISIS/TECA e ISIS/SETE4
. Il primo, sviluppato da un gruppo di lavoro per conto del Servizio beni
librari della Regione Toscana, è utilizzato per le monografie; il secondo, elaborato da Luciano
Vannucci della Biblioteca Forteguerrina di Pistoia, è studiato per la catalogazione dei periodici
secondo lo standard ISBD(s), procedura informatizzata che la Serantini ha avviato nel 1996.
Sul finire del 1994 la biblioteca possedeva circa 10.000 tra libri e opuscoli, 2.400 periodici cessati e
250 in corso, 300 buste d’archivio e oltre 2.000 fotografie, dopo circa 8 anni, nel 2002, il
1
Convenzione tra Regione Toscana - Servizio Beni Librari e Biblioteca “Franco Serantini”: adesione al Sistema Bibliotecario Toscano,
firmata da Franco Bertolucci e Luciano Della Torre per la biblioteca (Pisa, 26 aprile 1993) e da Gian Luigi Betti per l’amministrazione
regionale (Firenze, 19 maggio 1993). Per queste e le informazioni che seguono cfr. L. Balsamini, Una biblioteca tra storia e memoria.
La “Franco Serantini” (1979-2005), Pisa, BFS edizioni, 2006, pp. 27-33.
2
Formato che è una generalizzazione e una ridefinizione rigorosa del formato adottato dalla specifica MARC per la
rappresentazione dell'informazione bibliografica.
3
Il distributore nazionale di questo software è stata la DBA - Associazione per la Documentazione, le Biblioteche e gli Archivi,
mentre gli enti dipendenti dal Ministero della Pubblica Istruzione possono rivolgersi all’INDIRE (Istituto nazionale di
documentazione per l’innovazione e la ricerca educativa, Firenze). Cfr.: B. GIALLUCA, La prima Conferenza Nazionale degli utenti
CDS/ISIS, «Archivi e computer», 2 (1992), n. 2, p. 186-189; R. C., Gli sviluppi annunciati di CDS/ISIS: tra fede e ragione, «Archivi e
computer», 4 (1994), n. 3, p. 263-270; <http://www.dba.it>. Un recente manuale per l’utilizzo dell’applicativo TECA è: Manuale
Teca Winisis: Winisis e Teca: un’applicazione bibliografica ad uso libero realizzata con Winisis 1.5 e Teca: manuale adottato dalla
DBA per il corso base ad indirizzo bibliografico, a cura di Francesca Andreini, Impruneta: Saperfare, 2004; il manuale è distribuito
anche in versione elettronica: <http://www.dba.it/dba/uploads/download/WinTecaMan.pdf>. Sul programma A.BI.TO. si veda: G.L.
BETTI, Il programma di cooperazione interbibliotecario A.BI.TO. della Regione Toscana, in Il linguaggio della biblioteca: scritti in
onore di Diego Maltese, a cura di Mauro Guerrini, Milano: Bibliografica, 1996, p. 191-200.
4
La biblioteca aveva prodotto alla fine degli anni Novanta anche un applicativo sperimentale per la catalogazione dei manifesti e
fogli volanti ISIS/MANI.
2. Biblioteca Franco Serantini
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patrimonio era salito a circa 15.000 record catalografici di monografie e opuscoli e oltre 3.000
periodici. Oggi, a vent’anni dall’inizio dell’informatizzazione, il patrimonio della biblioteca è giunto
a contare 40.000 monografie e opuscoli circa, oltre 4.500 testate di periodi e numeri unici di cui
oltre un centinaio in corso, alcune migliaia di fotografie e cartoline illustrate, manifesti con un
centinaio di fondi d’archivio, di persone e organizzazioni, decine e decine di audiovisivi, opere
d’arte e, ancora, testimonianze materiali come cimeli, bandiere, striscioni e simili, il tutto per un
totale di oltre 2000 metri lineari di scaffalature.
I cataloghi elettronici della biblioteca, a partire dal novembre 2000, sono stati messi a
disposizione tramite la rete internet. Gli utenti di riferimento, reali o ancora potenziali, che per
una biblioteca come la Serantini non conoscono limiti geografici, potevano così accedere alle
banche dati dei record catalografici collegandosi al nuovo sito della struttura. Contestualmente,
una postazione internet veniva allestita anche nella sala di consultazione della biblioteca, a libera
disposizione dei frequentatori sia per l’interrogazione del catalogo, sia per altre ricerche, non solo
bibliografiche, in rete. La ricerca sui cataloghi delle monografie (ISIS/TECA) e dei periodici
(ISIS/SETE) era permessa dall’utilizzo dell’interfaccia JAVAISIS Client/Server, software sviluppato da
Renato Enea nel 1998, distribuito e supportato dall’UNESCO.
La presenza in rete data in realtà dal 1996, ma il primo sito riguardava essenzialmente l’attività
editoriale della BFS. All’indirizzo <http://www.imprese.com/bfs> era possibile scorrere il catalogo
delle pubblicazioni, suddiviso per collane, con un ulteriore canale di ricerca offerto dall’indice
alfabetico degli autori e da una pagina dedicata alle ultime novità.
Dall’ottobre 1999 il sito della BFS viene completamente rinnovato, nella grafica e nei contenuti,
con possibilità di ricerca per autore, titolo, argomento e con brevi schede di presentazione per
ogni libro, accompagnate dall’immagine della copertina.
La vera svolta avviene, come già accennato, nel novembre 2000, quando fa il suo ingresso on line il
sito http://www.bfs.it.
L’impostazione del sito compie poi un notevole salto di qualità nel 2002 per poi essere sostituito
da un CMS dinamico (Content management system) alla fine del 2009. In questo periodo è iniziato
lo studio di come sostituire il data base ISIS/TECA e passare ad un software ILS per la gestione
integrata e in rete del patrimonio bibliografico e documentario al passo con l’aggiornamento
tecnologico/informatico.
Abbiamo sentito parlare di Koha per la prima volta a Losanna nel settembre del 2007 durante un
meeting internazionale di centri di documentazione. Nel 2008/2009 una nostra collega ha
partecipato alla traduzione italiana della prima versione di Koha curata all’epoca dal CILEA e
guidata da Zeno Tajoli. Tra il 2009 e il 2010 abbiamo confrontato Koha con altri sistemi sia open
source sia proprietari, quest’ultimi quasi subito esclusi per gli alti costi gestionali che la nostra
biblioteca non poteva sostenere. In particolare è stato fatto un confronto con un altro programma
open source PMB, diffuso soprattutto nell’area delle biblioteche di lingua francese. PMB
(PhpMyBibli) è un sistema integrato open source per la gestione delle biblioteca ideato e avviato
nell'ottobre 2002 da François Lemarchand direttore della biblioteca pubblica di Agneaux, ora
mantenuto da PMB Servizi (società francese). La nostra biblioteca dopo una fase sperimentale
durata circa due anni tra il 2010 e il 2011 ha scelto Koha che poi è stato adottato ufficialmente nel
maggio 2012.
La decisione di scegliere Koha come sistema per la gestione della Biblioteca Serantini è dovuta
ad una serie di motivi culturali e tecnologici: Koha, infatti, è un sistema integrato di automazione
3. Biblioteca Franco Serantini
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per biblioteche con un’architettura interamente realizzata secondo un approccio web-based
nell’ambito della comunità Open Source e rilasciato sotto licenza GPL (General Public License).
Koha presenta tutte le caratteristiche e funzionalità tipiche di un ILS
(Integrated library system): supporta i formati MARC21 e UNIMARC e, oltre ai moduli classici
(OPAC, catalogazione originale e derivata, ricerche personalizzabili, gestione anagrafica utenti,
circolazione e prestito, prestito interbibliotecario, amministrazione del sistema, statistiche di
utilizzo flessibili, funzionalità di formattazione per la stampa), gestisce le acquisizioni, le riviste e i
periodici, voci di autorità e thesauri e permette lo scambio di record bibliografici tramite
protocollo Z39.50 (client e server), integra funzionalità di identificazione tramite tecnologia RFID e
bar-code. Alcuni aspetti interessanti del sistema sono, inoltre, la possibilità integrata di gestire
contenuti aggiuntivi con estrema flessibilità e la possibilità di dialogare con servizi esterni (Google,
Amazon, etc.) comunicando anche tramite Web Services.
Da sottolineare, infine, l’apertura al mondo dei social network e del web 2.0 che si manifesta
nelle funzionalità che permettono agli utenti autenticati di “taggare” (associare proprie etichette)
ai libri e lasciare commenti a disposizione degli altri, oltre alla possibilità di attivare feed RSS5
. Tutti
i moduli citati sono integrati nel sistema e realizzati con tecnologie web conformi agli standard
W3C (World Wide Web Consortium)6
. A livello di prestazioni, dotato di un’infrastruttura hardware
adeguata, Koha non ha limiti per quanto riguarda numero di biblioteche7
, di record catalografici, di
utenti, volume di prestiti, operatori contemporanei, numero di query simultanee che è in grado di
gestire senza particolari problemi.
A differenza di applicativi che evolvono sulla base di logiche prettamente commerciali, Koha, in
quanto prodotto OS (Open Source), è soggetto a continui rilasci di aggiornamenti, grazie alla
presenza di un comunità diffusa a livello mondiale e pronta a risolvere problematicità emerse, a
migliorare funzionalità esistenti e a svilupparne di nuove per soddisfare esigenze emerse dal
quotidiano utilizzo del prodotto. In tale contesto vengono frequentemente realizzati e messi a
disposizione ulteriori moduli e aggiornamenti, che di volta in volta verranno valutati e, se ritenuti
utili, potranno essere integrati nel sistema senza sostenere costi aggiuntivi.
Inoltre, Koha essendo installato esclusivamente su un server, permette l’accesso a tutti gli altri
operatori, previa autenticazione, da qualsiasi postazione connessa ad Internet, utilizzando un
comune browser web senza dover installare in sede locale un client.
Grazie a queste caratteristiche, alle sue potenzialità di personalizzazione, alla flessibilità
tecnologica, alla gratuità della licenza e ai costi contenuti la Biblioteca ha scelto di dotarsi di un
installazione di Koha partendo dalla versione 3.6.
5
RSS (acronimo di RDF Site Summary, spesso riportato come Really Simple Syndication o Rich Site Summary) è uno dei più popolari
formati per la distribuzione di contenuti Web; è basato su XML, da cui ha ereditato la semplicità, l'estensibilità e la flessibilità.
L'applicazione principale per cui è noto sono i flussi RSS che permettono di essere aggiornati su nuovi articoli o commenti
pubblicati nei siti di interesse senza doverli visitare manualmente uno a uno.
6
È risaputo: il World Wide Web Consortium (W3C) crea gli standard Web. Il suo scopo è lead the Web to its full
potential ovvero portare il Web al suo massimo potenziale, mediante lo sviluppo di tecnologie (specifiche, linee guida, software e
tools) che possano creare un forum per informazioni, commercio, ispirazioni, pensiero indipendente e comprensione collettiva.
Questo sunto spiega in 7 punti gli obiettivi e i principi strategici del W3C.
7
A questo proposito la nostra installazione è utilizzata anche dalla biblioteca “Domaschi” di Verona che sta informatizzando il
proprio patrimonio bibliografico partendo dai dati bibliografici della Biblioteca Serantini.
4. Biblioteca Franco Serantini
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Il nostro sistema Koha (versione 3.6) è installato su sistema operativo Ubuntu 11.10 64 bit Server
Edition e ospitato su un server virtuale con processore dual-core 3.2 GHz, 8GB di RAM e hard disk
da 400 GB. L’Opac è raggiungibile all’indirizzo http://bfsopac.org/.
L'installazione e configurazione base del sistema Koha di produzione non è stata particolarmente
impegnativa, in particolar modo grazie alla distribuzione del software in pacchetti .deb che ha
segnato una semplificazione rispetto alla precedente distribuzione8
, che richiedeva la
compilazione manuale del codice e offriva un numero minore di script di assistenza alla
configurazione.
La migrazione del pregresso catalogato in ISIS/TECA invece ha richiesto molte settimane di
raffinazione dei dati e di test di importazione, per cui il preziosissimo contributo di Umberto
Parrini della Scuola Normale Superiore di Pisa è stato determinante.
L'approccio seguito è stato quello della generazione di record UNIMARC a partire da quelli
ISIS/TECA tramite una FST (Field Select Table)9
originariamente sviluppata da Maurizio Biraghi e
appositamente modificata per il contesto, in particolar modo per la corretta gestione delle copie in
Koha.
La migrazione, che ha coinvolto 33070 monografie e 4403 periodici, ha dato ottimi risultati, in
particolar modo per quel che riguarda le schede bibliografiche delle monografie. Non sono
mancati, tuttavia, alcuni inconvenienti: abbiamo dovuto rinunciare agli indici delle autorità e alle
schede figlie dei periodici catalogati in ISIS, e le collocazioni delle copie successive alla prima,
annotate in maniera non strutturata in un unico campo di ISIS, sono state corrette manualmente
in seconda battuta, associando le singole collocazioni alle rispettive copie.
Le operazioni successive alla migrazione hanno riguardato innanzitutto la catalogazione, ad
esempio l'estensione dei paesi e delle lingue nelle liste di valori autorizzati, la creazione di un
tracciato bibliografico esteso, la definizione del tipo di dato per i manifesti e fogli volanti, la
realizzazione degli indici di autorità per le case editrici e le collane.
Successivamente è stata avviata una revisione manuale delle schede catalografiche appartenenti a
materiali misti, multimediali e per opere complesse. Si deve anche segnalare che è stata avviata
una catalogazione ad hoc dei manifesti e fogli volanti, che nel corso di un anno di lavoro si è
arricchita di mille record. Ad oggi il catalogo online della Biblioteca consta di oltre 40mila schede
bibliografiche (di cui oltre 3000 creati ex-novo in quest’arco di tempo).
8 I file .deb sono dei pacchetti per l'installazione di applicativi utilizzati nelle distribuzioni Linux Debian e derivate, come Ubuntu.
9 Diversamente dalla FDT (Field Definition Table), la tabella che definisce il tracciato descrittivo dei dati in ISIS, la FST (Field Select
Table) è una tabella per l'estrazione di informazioni da ISIS.