1. Anche l’atelier, come tutta la scuola, può essere
considerato uno spazio di vita al cui interno si interseca
una vivace e complessa rete di relazioni e interazioni; è
uno spazio di crescita individuale e collettiva. Uno
spazio in cui i bambini, geneticamente competenti fin
dalla nascita, costruiscono le proprie identità in relazione
fra loro, con l’adulto, con l’ambiente, con le tecniche e i
materiali: osservano, scelgono, esplorano, costruiscono,
toccano, interpretano, inventano, sperimentano,
colorano, manipolano… si stupiscono usando una
molteplicità di linguaggi espressivi.
2. Scuola Statale dell’Infanzia “L’albero delle farfalle” Montecavolo di Quattro Castella (RE)
Atelier luogo di culture, saperi e relazioni
L’atelier: un magico “filo di Arianna” che unisce bambini, conoscenze, competenze…
percorsi, progetti…
settembre 2009 – giugno 2010
3. L’uomo è dove è il suo cuore, non dove è il suo corpo.
Mohandas Karamchand Gandhi
- Alle bambine e ai bambini protagonisti dei progetti di atelier
- Al gruppo di lavoro (insegnanti, educatori, collaboratori, operatori CIR…)
4.
5. Il mappamondo tutto tondo
Giulia
Ahmed: Cos’è questo! Io voglio prendere il mio Paese. Ci sono i nostri
Paesi..
Anna: E’ la nostra Terra; il mappamondo.
Leonardo: Il mappamondo è la terra…
Ahmed: Di tutti i Paesi.
Fatima: A me mi sembra un grandissimo mappamondo.
Lorenzo: Un mappamondo, per me, grandissimo.
Elia V.: Se è grandissimo dovresti dire che è una esplosione di grande!
Lorenzo: Ti devo dire un’altra cosa; per me è extragrande.
Davide: Per me è grande e sotto c’è il ghiaccio. Il mappamondo e un
mondo che ha il sole!
6. Atelier luogo di culture, saperi e relazioni
E’ una presentazione/raccolta; un indice visivo che attraverso il fare, i
“trafficamenti”, gli stupori… le attenzioni dei bambini lette dalle
documentazioni, vuole dichiarare come l’atelier li accomuna, li unisce diventando ponte,
collegamento fra sezioni, progetti, percorsi della scuola… per fare emergere e dare
trasparenza a competenze, conoscenze, abilità…… di tutti i suoi abitanti.
7. Protagonisti dei progetti di atelier: le bambine e i bambini
della Scuola Statale dell’Infanzia “L’albero delle farfalle”
Conduttore delle proposte: Pierangelo Giovanetti, atelierista
8. Si ringrazia per la gradita e preziosa collaborazione:
- tutte le bambine e tutti i bambini protagonisti dei progetti
- il gruppo di lavoro della Scuola
(insegnanti, educatori, collaboratori, operatori CIR)
9. Sono convinto che tutte le arti hanno un fondo comune.
E’ un errore separare categoricamente le arti,
come fossero del tutto indipendenti tra loro.
Eugenio Montale
12. Il cuore è una ricchezza che non si vende e non si compra, ma si regala.
(Gustave Flaubert)
13. I bambini vivono in continuazione approcci con diverse tipologie
cromatiche; in casa e a scuola ci sono dei colori, la natura offre straordinarie
colorazioni…, per strada, nelle riviste, nei libri, nei giocattoli…, sono colori che sono
fatti per essere toccati, scoperti, sperimentati, manipolati, vissuti, agiti,
campiti...
La scuola è un ambiente educativo e organizzato proprio per accettare e
valorizzare le conoscenze e il “fare” dei bambini e delle bambine evidenziandone
le loro competenze.
14. Il percorso ha favorito un approccio al “colore fra le mani”. Ha visto i bambini protagonisti
attivi che si sono rapportati con esso interagendo con diversi materiali, strumenti e
tecniche. Si sono voluti introdurre “elementi straordinari” come la luce,
l’acqua,, tipologie differenti di materiali di recupero e colori (tempere,
chine, ecoline…), per far conoscere ai bambini trasparenze, luminosità, gradazioni
cromatiche differenti… attraverso le diverse esperienze “trafficate” e sperimentate..
Gli strumenti, i materiali e le proposte di attività hanno permesso ai bambini approcci con
modalità creative, espressive, costruttive, suggerendo loro emozioni, narrazioni, pensieri
diversi. Le mani e gli occhi,, direttamente con il cervello, sono diventati protagonisti
degli agiti creativi e comunicativi.
16. Quali sono i colori che conoscete?
Gaia: Il giallo.
Emma: Il blu.
Sofia F.: Il rosa.
Sofia Z.: Il bianco come la mia maglietta. Ci ho anche la felpa di duchessa, rosa.
Filippo: Il blu e l’arancione.
17. Leonardo: L’arancione.
Matilde: Il rosa.
Sara: Il rosso.
Kevin: Il rosa.
Aurora: Invece io conosco l’arancione, il rosa e il grigio.
Lorenzo A.: Il blu.
20. Con che colori hai disegnato?
Emma : Con questi (e indica i pennarelli sul tavolo davanti a lei).
Filippo: Con l’arancio, il viola e il giallo.
Sofia Z.. Il rosa, il “fucchia” e il rosa.
Gaia: Il arancione, il viola, il rosso, l’azzurro e il verde.
Sofia F.: Il cerchio, il marrone e il rosa.
28. I colori sono un dono della Natura
Un patrimonio prezioso,
che pochi sanno però apprezzare nella giusta misura.
Leonardo
29. I bambini amano la natura. Alberi, fiori, foglie, siepi e
cespugli… rendono straordinari e fantastici parchi, giardini, aiuole. Inoltre la
natura offre eccezionali colorazioni; un campo di papaveri rossi, un bel prato verde…
le foglie durante l’autunno rivestono gli alberi di cromatismi meravigliosi, stupendo e
catturando curiosità e attenzioni.
Anche i bambini, sensibilissimi e attenti osservatori, ne rimangono attratti
dichiarandone stupori e interessi, per cui diventano “modelli” ispiratori per essere
indagati, disegnati, modellati, vissuti, rielaborati dalla loro creatività.
30. Partendo dalla convinzione che ci rapportiamo quotidianamente con bambini
“forti” e competenti, registi e attori della propria evoluzione, si è pensato ad
un macro progetto sull’albero. come focus che è diventato elemento indagante, per
ricercare nei loro saperi e nelle loro conoscenze.
La scuola è un serbatoio di molteplici potenzialità per i suoi abitanti ed è pensata
come ambiente ricco di opportunità di incontri, di trafficamenti, di scoperte,
di ricerche, di sperimentazioni… ,
Perciò l’albero è stato disegnato, campito, creato con i materiali di recupero,
modellato, colorato,, descritto…utilizzando tecniche e strumenti differenti,
osservato, “studiato”, “incontrato”, toccato e scavalcato in diversi
luoghi; cortili, “oasi”, parchi…
31. Grafiche di alberi
Alessio: Vuoi che ti dico io qualcosa? Allora
tanti alberi possono formare un bosco o
una foresta.
Qual è la differenza?
Alessio: E’ il nome forse.
Roberto B.: Non lo so.
32. Cos’è l’albero?
Filippo F.: Ci ha il tronco lungo che io mi arrampico sopra e vedo tutte le case.
Giulia P.: L’albero è una cosa che ci ha le foglie.
Valentina: E’ una cosa che io e il papà ci arrampichiamo e vediamo tutto il cielo.
Margherita: Quello di frutta.
Lorenzo: Una pianta.
.
33. .
Marcello: Una pianta anche a me.
Giulia M.: Una pianta.
Roberto B.: E’ una casa.
Di chi è la casa?
Roberto B.: Delle talpe.
Margherita: No, le talpe vivono sotto terra.
Amalia: Gli uccellini ci vivono. Anche per me è una pianta.
36. Perché ci sono gli alberi?
Alessio: Boh! Perché così mangiamo i frutti; il cocco, le mele, le pere.
Giada G.: Perché a me, a casa mia gli alberi nascono quando c’è la pioggia.
Elisa: E… perché se ci sono gli alberi dei frutti mio papà li raccoglie tutti e in un
battibaleno li mangiamo.
Roberto B.: Perché gli alberi e l’erba crescono.
40. Alberi manipolati
Che tipo di alberi conoscete?
Elisa: Io conosco una pianta con tutte le rose.
Giada G.: Io conosco gli alberi con le foglie.
Omar: Grandi.
Marisela: Quelle con le foglie.
Andrea G.: Grandi con le foglie.
41. Bosco
Tanti alberi che cosa formano?
Roberto B.: Un bosco.
Andrea G.: Pier, gli alberi crescono sotto terra.
Lorenzo: Adesso lo dico io. Sai cosa formano gli alberi? Una foresta.
Andrea G.: Pier, gli alberi non è che crescono sotto terra; ci sono dei piccoli,
piccoli semini così (e lo fa vedere con le dita).
42. Chi è stato nel bosco?
Davide: Sì.
Alessandro: Anch’io.
Roberto C.: Sì, ho visto lupi, civette…
io ci sono stato tante volte nel bosco!
Alessandro: Io mille volte!
.
43. Un albero speciale:
L’albero di Natale
Perché avete fatto l’albero di Natale?
Valentina: Perché era Natale.
Federico: Perché era Natale.
Marcello: Perché è Natale, perché era
Natale poi. Tutti dicono così perché era
Natale. Oppure me l’ha detto la mamma.
Giulia M.: Perché era Natale.
Marisela: Perché era Natale.
Filippo F.: Perché era Natale e adesso
non è più Natale e dopo l’abbiamo
disfatto.
. Roberto C.: Sai perché l’ho fatto?
Perché la mamma voleva che lo
facciamo e poi l’abbiamo smontato dopo,
la Vigilia.
Elisa: L’ho montato alla Vigilia e l’ho
smontato quando era finito il Natale.
47. Il desiderio di vedere accompagna nel bambino il desiderio del toccare. Il vedere più il
toccare rafforzano il percepire, l’esplorare e l’apprendere. E appagano sentimenti
importanti di intimità, di padronanza, di azione.
Loris Malaguzzi
48. I bambini, a scuola, creano dei messaggi per gli amici, per i genitori e per le
insegnanti. A cinque anni queste loro comunicazioni realizzate con disegni e grafiche
vengono arricchite con lettere e numeri. Da qui è nata l’idea di proporre un
percorso progettuale; l’intento non è stato quello di insegnare a scrivere, ma il focus
si è orientato sulle possibilità creative generate da vocali, consonanti,
scritture e alfabeti di alcuni popoli…
Le lettere sono state animate, disegnate, colorate, pitturate. Durante
gli incontri i bambini hanno espresso e dichiarato saperi e conoscenze, hanno
avanzato ipotesi, tesi…, hanno fatto nascere in loro curiosità, il desiderio di un “fare”
e di un agire sempre maggiore che hanno rimandato ad una immagine di bambini
competenti in un clima costruttivo e partecipato.
50. Che lettere conoscete?
Anna: Tutte, tutte quelle dell’alfabeto (e dice tutte le lettere dalla A alla Z).
Elia V.: Io… conosco quelle di mia mamma e le mie.
Quali sono?
Elia V.: Uno, c’è anche una lettera uno!
Angelica: A e N.
Emma: La E, la C, la O, la R, la T, la…A di albero, eh… la C, la I, la R, S, T.
Alessio: A, B, C, O.
51. Sara T.: A, B, C, F, D.
Lorenzo: La A.
Valentina: La V.
Giorgia: La R, perché è nel mio nome.
Eric: Eh… la B.
Leonardo: Eh… zero.
Valentina: S di Simona.
Lorenzo: La S di Simona.
52. Leonardo: Eh… zero.
Valentina: S di Simona.
Lorenzo: La S di Simona.
Lo zero è una lettera o un numero?
Valentina: Un numero.
Aya: Un numero.
Giorgia: E’ una lettera.
Eric: Umh… una lettera.
Quali sono altri numeri?
Valentina: Io dico la Z.
Leonardo: La E.
Giorgia: A.
Lorenzo: Dico… sei.
Aya: Otto.
Giorgia: Otto pancotto.
54. Cos’è l’alfabeto?
Giulia: Sono tutte le letterine
Emma: Sono le lettere dell’inglese.
Giulia: E io dico che sono tutte le
lettere in fila che fanno l’alfabeto.
Eric: Per me sono dei libri da leggere.
Shrivesh: Il treno con le lettere.
Anna: Sono delle lettere messe in fila
che fanno l’alfabeto.
Giulia: Le lettere si usano per scrivere.
Emma: E poi le lettere servono per
imparare l’inglese.
Eric: L’alfabeto serve anche per
imparare a scrivere.
Angelica: Le lettere servono per fare i
nomi.
Emma: Quello delle lettere.
Davide: Per me…l’alfabeto è imparare.
Alessio: Alfabeto di lettere.
F
57. Che parole conoscete che iniziano
con la lettera A?
Rivolto a Lucia
Come si chiama il tato?
Lucia: Andrea.
E il papà?
Lucia: Alberto.
Lorenzo: Acca.
Fatima: Arancia.
Matteo: Ape.
Lorenzo: Arancia, albicocca. A
Fatima: Anche io,
Emma: Albero, asino.
Sara O.: Ape.
Leonardo: Anatra.
Elia M.: Ape.
Lorenzo: Albero.
Sara O.: Aquila.
Emma: Amore.
Sara O.: Albicocca.
Leonardo: Artista. A
Lorenzo: Arrosto.
Emma: Arancione
60. Che parole conoscete che iniziano con
la lettera B?
Angelica: Barca, Martina Benatti.
Ahmed: Barca.
Elia M.: Biba.
Valentina: Balena.
Aya: Balena.
Emma: Ehm… Barbara.
Leonardo: Barbapapà.
Davide: Io ho guardato il cartone di
Barbapapà.
Leonardo: Bidone.
Giorgia: Benatti
Chiara: Birichino.
Giulia: Bart.
Chi è Bart?
Giulia: Bart è il mio cane e scappa.
63. Qual è la lettera che sembra un pallone?
E’ rotonda come una palla.
Elia M.: Una O.
Leonardo: Lo zero.
Lo zero è un numero.
Leonardo: Lo so.
Aya: La O.
Elia V.: La O.
Shrivesh: La O.
Sara T.: La O.
Leonardo: Tutti la O, tranne io lo zero.
Sara O.: O.
Emma: La O.
Giorgia: Umh… ehm… la E.
Valentina: Uhm… la V.
Ahmed: La H.
Giulia : La A.
Chiara: La O.
Emma: Come me.
Eric: Quella così! (e fa vedere con le dita)
La mia lettera, la lettera prima.
Angelica: La N.
64. Qual è quell’animale che inizia con la
lettera O?
Anna: Orso.
Davide: Orso
Leonardo: Orso.
Elia M.: Topo.
Leonardo: Topo inizia con la T,
altrimenti sarebbe otopo.
Elia M.: Orto.
Lorenzo: Scoiattolo.
Alessio: Ollo.
Emma: Occhio.
Giulia: Ci devo pensare. Ho pensato:
Occhiali.
Eric: Orecchio e hotel.
Ahmed: Oca.
Chiara: Oca.
E’ già stato detto!
Ahmed: Io l’ho detto.
Valentina: O.
Giorgia: E io dico Otto.O
67. Qual è la lettera che sembra un
serpente?
Anna: La S.
Leonardo: La S.
Ahmed: La H, quella di Zorro.
Elia V.: No quella di Zorro è
appuntita.
Anna: Quella è una Z.
Shrivesh: La biscia.
Elia V.: Ehm…
Shrivesh: Io ho pensato S.
Leonardo: La S.
Elia V.: La S.
Leonardo: La U.
Perché?
Leonardo: Perché quando i serpenti
si aggrappano all’albero per
dondolarsi, sembra una U.
Giorgia: Per me la S.
Aya: La S.
Emma: La S.
Perché?
Emma: Perché è la S di serpente e di
scimmia.
68. Conoscete una parola che inizia
con la lettera S?
Giulia: Simona.
Giorgia: Sara.
Emma: Io invece dico Scimmia e
Serpente.
Aya: Io dico Sara.
Giorgia: Ma l’ho detto prima io!
Martina B.: Io dico Sì.
Alessio: Esso.
Aya: Il due è come la S.
Giulia: Serpente.
Davide: Simo.
Sara O.: Sami che è il mio fratello
birichino.
Elia M.: Sono.
Lorenzo: Suono.
Matteo: Io dico Leone.
Elia M.: Savane.
Sara O.: Sedie. S
70. Per offrire maggiori possibilità ludiche ed espressive è stato offerto ai bambini
l’occasione di incontrare e di giocare con le lettere dell’alfabeto e la lavagna
luminosa. Sbalordimenti e stupori sono stati osservati durante i loro agiti. Il
telo è diventato una grossa lavagna, un enorme foglio di quaderno, un grande
scenario luminoso e fantastico dove hanno sperimentato parole, vocaboli,
lettere insieme a diversi materiali trasparenti (di recupero); scritte e
cromatismi fatti di luce e trasparenze.
71.
72.
73. Il mappamondo
Per far conoscere e avvicinare i
bambini a culture, a lingue e ad
alfabeti differenti sono state proposte
diverse esperienze sul mappamondo
inteso anche come unione, ponte,
collegamento con i diversi progetti di
sezione.
74.
75. Tutti gli uomini parlano la stessa lingua e
scrivono la stessa scrittura?
Angelica: No.
Martina B.: No.
Alessio: Alessio dice di no.
Eric: Qualche volta no e qualche volta sì.
Davide: Sì.
Lorenzo: No.
Elia M.. No.
Anna: No.
Aya: No.
Elia M.. E per me no!
Chiara: Ci sono alcune persone che
parlano italiano.
Ahmed: E anche l’arabo.
Perché no?
Anna: Perché se parlavamo la stessa
lingua non c’erano Paesi diversi.
Lorenzo: Per me ci sono degli uomini che
parlano inglese.
Aya: Perché qualcuno vive nel suo Paese.
Elia M.. Perché altri uomini parlano
un’altra lingua.
76. Che lingua parlano a Montecavolo?
Chiara: Parlano la lingua normale.
Alcune persone scrivono e parlano
in modo diverso dall’italiano?
Shrivesh: No.
In coro gli altri: Sì.
In che modo?
Emma: In canadese.
Giorgia: Per me in francese.
Leonardo: In giapponese.
Sara O.: In Marocco.
Giulia: Per me in giapponese.
Fatima: Per me in pakistano.
77. Farfalle
Le farfalle ballano
velocemente un ballo
rosso, nero, arancione,
verde, azzurro, bianco,
granata, giallo, violetto,
nell’aria, nei fiori,
nel nulla, sempre volanti,
consecutive e remote.
PABLO NERUDA
Scuola Statale dell’Infanzia “L’albero delle farfalle”, giugno 2010