2. IMPRESSIONISMO MUSICALE
Il movimento dell’impressionismo nasce tra la fine dell’ottocento e i primi due decenni del xx secolo, si
sviluppa principalmente in Francia e si diffonde poi nel resto dell’Europa. Si manifesta inizialmente con
l’arte pittorica e poi i suoi principi creativi si estendono alla musica e alle altre arti.
I compositori impressionisti cercano di esprimere con la musica i propri stati d’animo, le impressioni che
la realtà suscita nella loro mente. L’armonia classica (la tonalità, scala maggiore e minore) fu la prima a
essere sconvolta dalla nuova tendenza dell’impressionismo.
Accordi e dissonanze acquisirono un valore esclusivamente timbrico, coloristico; il loro accostamento era
scelto solo al fine di creare particolari atmosfere sonore, spettacolari e affascinanti. permane in questo
periodo l’esotismo in musica: i compositori vengono a contatto con scale orientali, conosciute sia
attraverso viaggi all’estero, sia grazie all’esposizione universale di Parigi.
I maggiori esponenti dell’impressionismo musicale furono due compositori francesi: Claude Debussy e
Maurice Ravel.
3. CLAUDE DEBUSSY
• Debussy nasce a Saint Germain-en-Faye (Parigi) nel 1862, a soli dieci
anni, si iscrive al conservatorio di Parigi, dove studia pianoforte e
composizione. Successivamente si perfeziona a Roma, dove vince il Prix
de Rome con la sua prima opera “Figliol prodigo”. ritornato a Parigi, si
interessa alla musica di Wagner e frequenta gli ambienti legati
all’impressionismo e al simbolismo. Attratto dai suoni delle orchestre
orientali, Debussy costruisce una nuova scala musicale formata da soli
toni detta scala esatonale. L’uso di questa scala nelle composizioni da
alle stesse un suggestivo effetto di sospensione. Nel 1894 Debussy
ottiene il suo primo grande successo, che lo porta alla fama
internazionale, con il poema sinfonico “Prélude à l’après-midi d’un
faune” (Preludio al pomeriggio di un fauno), considerata la prima opera
musicale impressionista.
4. MAURICE RAVEL
• La scrittura musicale di Ravel (1875-1937) è diversa da quella di Debussy: più
lineare, con una forma musicale più definita, ispirata soprattutto alle
suggestioni della musica spagnola. Ravel partecipa come volontario alla prima
guerra mondiale, una esperienza che lo segna duramente. Abilissimo
orchestratore, trascrive per orchestra i «Quadri di una esposizione» di
Musorgskij, poi, nel «Boléro», considerato il suo capolavoro, tenta l'impossibile:
ripetere all'infinito uno stesso motivo, variandolo costantemente, su una base
ritmica “ostinata”. La ripetitività produce nell'ascoltatore un effetto quasi
ipnotico. Considerato inizialmente un brano di musica scandaloso, il «Boléro»
è oggi una delle pagine musicali più famose ed apprezzate del panorama
musicale classico.