4. La caratteristica di questo nostro Calendario è il tema: l’Eros, in
quanto componente fondamentale dell’Amore, raccontato nella
sua connotazione al femminile. Celebreremo soprattutto la Donna
ma non con i classici slogan o i consunti luoghi comuni: bensì
quella vera, piena di passioni e incertezze, attenta e frivola; oggi
di fuoco, domani glaciale. Quella Donna che a volte viene frainte-
sa, in questa società “mordi e fuggi”, dove tanti sono disposti a
credere che tutto si può comprare e in certi casi, purtroppo, otte-
nere… anche ricorrendo alla violenza.
Le donne, gli Amori e... i Cavalieri che troverete nel Calendario
sono un ritratto, un piccolo contributo, alla comprensione del
complicato e affascinante universo femminile, raccontato da chi
ha fatto della comunicazione artistica più che un hobby, una Pas-
sione...
QQuuaarrttaa EEddiizziioonnee -- AApprriillee 22001166
a cura di “The Queens”
6. Emily roteò la manopola del volume nella sua autoradio.
La musica inondò l’abitacolo. Prese a cantare a squarciago-
la le parole di una canzone Pop. Le dita affusolate laccate
di rosso ticchettarono sullo sterzo. L’orologio digitale se-
gnò le tre del mattino. Si sentiva estremamente ilare, forse
più del normale. Probabilmente, merito di tutto l’alcol che
aveva in corpo. Fuori dai finestrini parzialmente appannati,
scorse dei lampeggianti. Rise e pigiò il piede
sull’acceleratore. Non gliene fregava niente. Detestava tut-
to il genere umano. In particolar modo quello maschile. In-
curante della sirena che echeggiava alle sue spalle continuò
la sua avanzata fuori controllo. Aveva i nervi a pezzi.
L’ultima settimana era trascorsa tra fiumi di lacrime e urla.
Aveva scoperto che il suo fidanzato la tradiva.
ʺBasta!” si disse. Doveva smetterla di compatirsi. Non ne
valeva la pena. Gli uomini erano tutti dei traditori, era nel
loro DNA. La volante della polizia le sfrecciò accanto su-
perandola. Emily frenò di colpo, evitando lo scontro per un
soffio. Un agente in divisa nera scese dall’auto e avanzò
minaccioso verso di lei. Fece segno di abbassare il finestri-
no. Emily sbuffò ma obbedì. Si pentì amaramente di averlo
fatto quando si ritrovò faccia a faccia con lo sguardo duro e
sensuale dell’agente: giovane, fisico atletico, spalle larghe
e che dire di quegli occhi verde giada che la scrutavano in-
tensamente! Emily sorrise amabilmente:
«Ho…ho fatto qualcosa di male?» Farfugliò
L’uomo gettò uno sguardo all’interno dell’abitacolo e pun-
tò il fascio di luce della sua torcia verso la borsa.
«Esca dall’auto» Intimò. Emily fece per protestare ma poi
ci ripensò.
7. In fin dei conti poteva rivelarsi un’interessante occasione.
Aprì lo sportello e scese giù. Con passi malfermi avanzò
verso l’agente. Sorrise civettuola:
«Non vorrà mica farmi una multa?»
«Signora…»
«Signorina, prego» Corresse lei.
«Bene, signorina» Sottolineò «da dove comincio? Dunque:
non si è fermata allo stop. Guidava senza cintura di sicu-
rezza. Ha superato il limite di velocità consentito. Ha igno-
rato l’Alt di un agente e da ciò che vedo…temo aggiunge-
rò, guida in stato d’ebrezza.»
Emily finse sdegno, ma in realtà sarebbe scoppiata volen-
tieri a ridere per la paradossale situazione. Lei che era
sempre stata attenta e perfetta per non dar adito a chiac-
chiere. La serietà fatta persona. Esempio concreto di virtù.
«Non sono affatto brilla mio caro!» Protestò scuotendo il
capo.
Il poliziotto sorrise: due fossette sensuali si disegnarono ai
lati di quelle labbra carnose e invitanti.
«Mi faccia vedere» Replicò ironico «cammini dritto tenen-
do l’indice premuto sul naso».
Emily gli lanciò uno sguardo minaccioso che avrebbe im-
paurito solo un chiwawa. Gli sfilò davanti zoppicando. Si
poggiò il pollice sul naso. Fece un paio di passi, ma tutto
intorno vorticò. Perse l’equilibrio, cadde e si ritrovò tra le
braccia muscolose dell’agente. Col fiato corto, allacciò le
dita attorno alla sua nuca. Il succinto tubino nero che in-
dossava si sollevò, scoprendo interamente le gambe snelle
e toniche e la micro lingerie di pizzo nero.
8. Scese un silenzio imbarazzante. Sorrise maliziosamente
all’agente:
«Posso sapere come ti chiami?» Chiese passando diretta-
mente al tu.
Indubbiamente, anche l’agente era teso. I suoi occhi lascia-
vano trapelare tutta la sua inquietudine.
«Alexander» Rispose roco. Nervosamente l’aiutò ad alzar-
si.
Emily si passò una ciocca di capelli biondi dietro
l’orecchio e si morse il labbro inferiore in modo suadente.
Dalla volante s’udì la voce disturbata della radio trasmit-
tente richiedere la presenza dell’agente. Alexander si allon-
tanò senza perderla d’occhio. Aprì lo sportello e si acco-
modò sul sedile anteriore. Sollevò la trasmittente e rispose.
Lei l’osservò ammaliata. Forse a causa dei vari cocktail o
per la rabbia che le ribolliva dentro, prese una decisione
folle. Ancheggiando in modo ridicolo sui tacchi raggiunse
l’autopattuglia. Alexander alzò lo sguardo, fece per obbiet-
tare ma venne messo a tacere dalla bocca vorace di lei. E-
mily lo immobilizzò salendogli a cavalcioni. La carica ero-
tica di quel bacio spiazzò l’agente. Cedette. Assecondò la
lingua di lei massaggiandola con desiderio. Quella donna
era conturbante, sensuale, al punto di fargli perdere total-
mente la testa. Le sue robuste dita s’insinuarono sotto la
gonna. Raggiunse gli esili slip di pizzo, li scostò. Il contat-
to con quella pelle delicata, già eccitata gli procurò un fre-
mito per tutto il corpo: la desiderava ardentemente. La vo-
leva sua.
Emily con gesti frenetici slacciò uno a uno i bottoni della
divisa. Mise a nudo il torace muscoloso del poliziotto.
9. Odorava di maschio. Strinse i suoi pettorali sodi senza
smettere mai di baciarlo. Era droga pura per lei. Gemette e
divaricò maggiormente le gambe quando l’agente
s’introdusse con l’indice dentro il fiore della sua femminili-
tà, stuzzicandola. Alexander la strinse con prepotenza. Le
sue labbra presero a giocare prepotentemente, assaporando-
la come il più dolce dei frutti. Era ormai, fuori controllo.
Emily sospirò di piacere lasciandosi andare a quei baci in-
fuocati. Dio quanto aveva desiderato tutto ciò. La sua vita
era sempre stata monotona. Persino fare l’amore era diven-
tata una tediosa routine. Un atto dovuto per soddisfare il
suo partner. Ma adesso non le importava più di niente. Vo-
leva sentirsi libera da ogni tabù. Libera di vivere l’amore
così come l’aveva sempre desiderato. Il conturbante agente
abbassò la lampo del suo abitino e lo sfilò. Poi fu la volta
del reggiseno. Istintivamente si chinò sui suoi capezzoli
turgidi. L’inumidì con la lingua disegnando attorno alle a-
reole. Emily inarcò la schiena offrendosi a lui. Era così abi-
le, così virile! Sapeva esattamente dove toccarla e come
toccarla. Era passionale ma al contempo delicato. Si fermò
un istante. Si guardarono negli occhi. Le loro labbra umide
rischiarate dalla luce fioca della luna. Il cuore aumentò i
suoi battiti nel momento in cui Alexander si sfilò la cintura
e con disinvoltura si liberò degli ultimi indumenti, se pur
goffamente, data la posizione. Lei rise. Ma non vi era im-
barazzo, solo desiderio puro e genuino. Lui la prese per i
fianchi sollevandola leggermente. Il pulsante membro si
fece largo dentro di lei nonostante l’iniziale resistenza. Non
aveva mai provato nulla di simile. Mugolò di piacere, lo
bramava, lo desiderava ardentemente.
10. Era folle ciò che stava accadendo, ma troppo tardi per fer-
marsi. Si lasciò andare alla passione godendo di ogni suo
tocco, ogni affondo. Lo sentiva prepotente muoversi dentro
di lei. Con vigore senza darle tregua. Strinse le sue mani e
lo accompagnò in quella danza paradisiaca sin quando non
raggiunsero entrambi l’apice del piacere. Alexander inarcò
la schiena. Annientò ogni centimetro che li separava e si
lasciò andare a un orgasmo intenso, liberatorio. Emily pog-
giò la guancia su torace muscoloso e chiuse gli occhi in at-
tesa che i battiti del suo cuore tornassero alla normalità.
Appagata e serena contemplò la perfezione di quel corpo
mascolino accarezzandolo con dolcezza. La ricetrasmitten-
te Spezzò quella magia. Esigevano l’intervento del poli-
ziotto. Alexander con i capelli arruffati blaterò qualche im-
precazione. Emily si sollevò per guardarlo negli occhi: non
le importava di finire in prigione, ma il solo pensiero di
perderlo le causò una fitta allo stomaco. Lo guardò mesta.
Lui sorrise. Come se le avesse letta nel pensiero disse:
«Senti non sono bravo con le parole ma…» Si passò una
mano tra i capelli, imbarazzato «insomma, io…vorrei rive-
derti.»
Emily ebbe un sussulto a quelle parole inaspettate. Il cuore
perse qualche battito: «Mi stai dicendo, che non sono più in
arresto?»
«Ti sto dicendo, che sei la cosa più bella che mi sia capitata
e non voglio perderti».
«Quindi…Niente più multa agente». Ironizzò con rinnova-
ta speranza.
Alexander sorrise:«Nessuna multa. Ma fossi in te eviterei
11. d’ubriacarmi, almeno che tu non voglia, essere ammanetta-
ta?»
«Non saprei agente, l’idea mi alletta parecchio. Ti lascio il
mio numero, se vuoi».
«Non occorre. Ho già quello della tua targa» La schernì
baciandola a stampo.
Emily rise e ricambiò quel bacio con trasporto. Per una
volta forse, aveva fatto davvero la cosa giusta. Quella follia
l’aveva liberato dalla schiavitù chiamata senso di respon-
sabilità. Perché fare l’amore non deve essere un dovere, ma
solo un…Piacere.
13. Cavalcando nubi di fumo
troverei la strada.
Nel buio ascolto
la musica del cuore.
Seguo il ritmo cadenzato
ma non ho forza di cantare.
Se avessi meno affanni
danzerei.
col vento che mi guida
in un abbraccio sereno.
Il cielo offre
gocce di sale
che non voglio
sanno di pianto.
Muoio d’amore
per te raggio di sole
pur solo desiderato.
Fugace istante.
Aprirò gli occhi
dopo il gelo.
E sarà ancora
primavera.
15. Si svegliò che erano già le otto, il marito dormiva ancora
sotto la trapunta grigia. Era tornato tardi e si era agitato tut-
ta la notte. Era la coscienza che non lo faceva dormire.
Maria gli voltò le spalle e guardò la luce tenue del mattino
intrappolata nel tessuto pesante delle tende. Le faceva male
la testa perché aveva bevuto troppo. La bottiglia è un ami-
co che ti chiede il conto ogni mattina.
Fu allora che la vide. Era appesa a un’anta dell’armadio,
proprio di fronte ai piedi del letto. Una bellissima pelliccia
bianca e vaporosa che sembrava essersi materializzata dal
nulla.
Il mio regalo di compleanno.
Si alzò e si avvicinò per toccarla. Doveva sentire con le sue
mani che era una cosa vera, che non era un sogno.
Il marito si svegliò proprio in quel momento e la vide in
piedi davanti alla pelliccia mentre la accarezzava. La mano
con le unghie laccate di rosso la lisciavano come se fosse
una cosa viva. Questa cosa lo eccitò.
- Spogliati – le disse. – Togli tutto e indossa solo la pellic-
cia.
Maria fece un sorriso tiepido e fece scivolare le coulotte a
terra. Poi indossò la pelliccia e lasciò che il marito la toc-
casse.
Muove le mani come se stesse impastando qualcosa.
Quando la sua erezione raggiunse livelli soddisfacenti, si
inginocchiò davanti alla moglie e cominciò a baciare ora la
pelliccia, ora i peli passando da uno all’altro come se fosse-
ro una cosa sola. Nel farlo si masturbava muovendo la ma-
no sempre più veloce.
16. Le venne sulla pelliccia con un grugnito e la sculacciò per
ringraziarla di averlo fatto godere così tanto.
Mentre il marito era in bagno, Maria si tolse la pelliccia e
la appese di nuovo alla stampella: impregnata di sperma e
di saliva sembrava già vecchia.
C’era una bottiglia in frigo, bisognava brindare a questa
cosa.
17. AAnnggoolloo ccoottttuurraa……
di Giovanna Esse
Questo mese mi approprio dell’angolo dedicato alla cucina per
promuovere un piatto semplice e genuino, a base di prodotti tipici
della tradizione e assolutamente italiani.
A Napoli, per Pasqua, si mette in tavola il Piatto Santo, ma la sua
facile composizione ne fa un graditissimo antipasto primaverile.
18. Piatto Santo, semplicissimo.
Procuratevi uova freschissime (calcolare circa 2 uova a persona)
e fatele sode dalla mattina, poi salumi affettati: Salame Napoli,
Salame Milano, Salsiccia piccante, Spianata, Pancetta tesa sta-
gionata e Capocollo.
Per chi gradisce anche qualche fetta di Speck o di crudo di Par-
ma.
Procuratevi poi una Ricotta Salata, tipo Montella, da tagliare a fet-
te di circa un centimetro. Preparate il tutto in una sperlunga di
porcellana, per aggiungere un tocco speciale, grattugiate un po’
di scorza di limone sulle fette di ricotta e delle paprica sulle uova,
tagliate a metà.
19. VViivvoo
di Pietro Sanzeri
Guardo il cielo, ascolto le emozioni,
sussurro alle stelle,
Piango.
Il tuo sguardo penetra il mio cuore
Le tue lacrime lentamente solcano il mio viso
Piango
Sono tormentato da mille paure
Mille insicurezze. Ti penso, ma tu non ci sei
Piango.
Languidi baci sulla pelle morbida,
tu ci sei.
Vivo.
21. NNaauugghhttyy PPeenncciill
by Mauro A.
Mauro A. è un illustratore specializzato nella realizzazione di af-
fascinanti ed eleganti progetti grafici. Incantato, come tanti artisti,
dalla versatile, incomparabile, bellezza del corpo femminile, nei
suoi nudi, banalmente e volutamente definiti col termine “Pin Up”,
Mauro riesce a cogliere quel mix scabroso, tipicamente femmini-
le, quella soave contraddizione, che si estrinseca dalle sue tavo-
le: innocenza, sensualità… mistero.
Ogni opera di Mauro, nella raffinata e sapiente semplicità del trat-
to è un incanto per i sensi: impossibile descrivere la ridda di emo-
zioni che solo l’originale può trasmettere. Laddove la carta, lie-
vemente ruvida, trattiene e trasmette tutta l’emozione dell’artista
e dell’anima erotica della sua modella.
Le Opere di Mauro A. sono pezzi unici e rari, vengono realizzate
in grande formato e inviate complete di cornice a giorno.
Per richieste, curiosità o informazioni:
CONTATTI: meetown@outlook.it