2. Il problema
di noi uomini non è il
cervello,
bensì i nostri sensi.
Se riuscissimo ad
assecondarli meglio
riusciremmo a vedere
la realtà celata dietro
l’apparenza.
A volte
un’ombra
riesce ad avere
molto più fascino
dell’oggetto
che la trasmette.
ITALIANO
Luigi Pirandello
STORIA
Hitler e Mussolini
ra propaganda e realtà
INGLESE
Oscar Wilde
FISICA
Il tubo catodico
MATEMATICA
Il concetto
di infinito
GRECO-LATINO
Euripide-Seneca
La figura di Fedra
SCIENZE
Le stelle: luminosità
assoluta e relativa
FILOSOFI
A
Schopenhauer
3. La facoltà d'illuderci
che la realtà d'oggi
sia la sola vera,
se da un canto ci sostiene,
dall'altro ci precipita
in un vuoto senza fine,
perché la realtà d'oggi è
destinata
a scoprire l'illusione domani.
E la vita non conclude.
Non può concludere.
Se domani conclude, è
finita.
Pirandello
“Uno, nessuno, centomila”
“Il piacere dell’onestà”
4. "Ciò che conosciamo di noi stessi non è che una parte di quello che noi siamo.
E tante e tante cose, in certi momenti eccezionali,
noi sorprendiamo in noi stessi, percezioni, ragionamenti, stati di coscienza
che sono veramente oltre i limiti relativi della nostra esistenza normale e cosciente."
Concezione vitalisticaConcezione vitalistica::
la realtà tutta è “vita, flussola realtà tutta è “vita, flusso
continuo, incandescente,continuo, incandescente,
indistinto”, eterno divenire,indistinto”, eterno divenire,
incessante trasformazione da unoincessante trasformazione da uno
stato all’altrostato all’altro
Tutto ciò che si stacca da
tale flusso si irrigidisce,
inizia a “morire”, si
cristallizza, assume
“forma individuale”
L’uomo è parte indistinta dell’
“universale ed eterno fluire della
vita” ma tende a cristallizzarsi in
forme individuali creando una
personalità che è pura
illusione.
La forma è la maschera,
l'aspetto esteriore
che l'individuo-persona
assume nella società per
propria volontà
o perché gli altri
così lo vedono e lo giudicano.
Essa è determinata dalle
convenzioni sociali,
dall’ ipocrisia, che è alla base
dei rapporti umani.
La vera realtà è nessuna, tra
realtà e non-realtà ci sono due
distinte dimensioni:
- realtà oggettiva, esterna agli
individui e apparentemente
uguale e valida per tutti
- realtà soggettiva, la particolare
visione che ne ha il personaggio,
dipendente dalle condizioni
individuali e sociali
condanna dell'individuo a
recitare sempre la stessa parte,
imposta dall'esterno, sulla base
di convenzioni che reggono
l'esistenza della massa
5. "A noi uomini… nascendo, è toccato un tristo privilegio: quello di sentirci vivere”
Il fu Mattia Pascal, 1904
Presa di coscienzaPresa di coscienza
dell’inconsistenza dell’individuo:dell’inconsistenza dell’individuo:
smarrimento e doloresmarrimento e dolore
L’individuo soffre ad essere
fissato dagli altri in forme in cui
non può riconoscersi.
Le forme sono sentite come una trappola,
la stessa società è un’ “enorme pupazzata”
dominata dalle buone maniere, costruzione
artificiosa e fittizia.
Il protagonista, Vitangelo
Moscarda, scopre che gli altri
hanno un’immagine di sé diversa
da quella che egli si è creato di se
stesso.
Scopre di non essere “uno”, ma di
essere “centomila”, nel riflesso
delle prospettive degli altri,
quindi “nessuno”.
Il protagonista, Angelo Baldovino,
“decide” di provare il piacere di essere
onesto in una società che non rende
affatto
facile esserlo:
la sua non è l’onestà solamente formale,
che, invece, gli è stata richiesta.
Egli è disposto a sposare
"per finta una donna,
ma sul serio l’onestà"
6. ”Signor marchese,
inevitabilmente
noi ci costruiamo.
Mi spiego, io entro qua, e
divento subito, di fronte a lei,
quello che devo essere per la
relazione che debbo contrarre
Per ogni persona il soggetto deve assumere,
recitare una parte diversa per non deludere
gli altri e soprattutto per non essere
considerato pazzo e per adeguarsi ad una
società di “buone maniere”
Il mondo è fatto di apparenze e finte
identità e spesso ciascuno si crea una
maschera che lo possa proteggere
Talvolta l’uomo scopre di indossare una
maschera che non coincide con l’immagine
che egli ha di sé.
Talvolta l’uomo è costretto dal contesto
sociale a costruirsi una maschera, a
mascherare la realtà dietro una falsa
apparenza.
Pirandello vive in un’età,
quale quella fascista,
in cui le convenzioni sociali
condizionano l’individuo
che spesso confonde,
anche volutamente,
l’apparenza con la realtà.
7. “E’ Maya,
il velo ingannatore, che
avvolge gli occhi dei mortali e
fa loro vedere un mondo del
quale non può dirsi né che
esista, né che non esista;
perché ella rassomiglia al
sogno , rassomiglia al
riflesso del sole sulla sabbia,
che il pellegrino da lontano
scambia per acqua; o che
rassomiglia alla corda gettata
a terra che egli prende per un
serpente.”
Schopenhauer
“Il mondo come volontà e
rappresentazione”
8. Fenomeno
Parvenza,
realtà deformata (velo di Maya),
rappresentazione
puramente soggettiva
Noumeno
Realtà che si nasconde
dietro al velo di Maya:
la volontà
Attività formali
della mente umana
Spazio – tempo - causalità
Fenomeno
Realtà conoscibile
attraverso le forme a priori
della struttura
conoscitiva umana
Noumeno
“La cosa in sé”
pensabile,
ma non conoscibile
Attività formali
della mente umana
Io penso – 12 categorie
2 forme a priori
(spazio e tempo)
9. Il mondo come rappresentazione
“Il mondo è una mia rappresentazione: questa è una verità che vale in
rapporto a ciascun essere vivente e conoscente (…) “
Il mondo circostante
esiste sempre e soltanto
in relazione
al soggetto percipiente
Rappresentazione
2 metà inseparabili
OGGETTO:
ciò che è conosciuto
SOGGETTO:
ciò che tutto conosce
REALTA’:
insieme di
rappresentazioni ordinate con:
TEMPO
forma a priori
che collega le rappresentazioni
secondo il nesso
della successione
SPAZIO
forma a priori
che collega le rappresentazioni
secondo una determinata
posizione
CAUSALITA’
categoria che dà conto
dell’ “attività” che
la materia compie
secondo nessi di causa-effetto
10. Il mondo come volontà
Fenomeno = oggetto per il soggetto
Realtà visibile = apparenza, illusione
All’uomo il corpo è dato come
oggetto tra oggetti “ (…) qualcosa di immediatamente
conosciuto da ciascuno,
e che viene designato
con il nome di volontà”.volontà oscura
energia del mondo,
forza cieca e a-razionale,
unica, eterna
“La volontà,
in tutti i gradi del suo fenomeno,
dai più bassi ai più alti, manca affatto
d’un fine ultimo e d’uno scopo;
continuamente aspira, perché
aspirare è la sua unica essenza;
non è quindi capace
di nessun appagamento finale”.
“E’ davvero incredibile
come insignificante e priva di senso,
vista dal di fuori,
e come opaca e irriflessiva,
vista dal di dentro,
trascorra la vita di tutta l’umanità.
E’ un languido aspirare e soffrire (…)”.
Allegoria del castello
11. Schopenhauer intende fuoriuscire dalla dimensione
illusoria squarciando
il velo di Maya così da giungere alla realtà.
Egli ricorre all’allegoria del
““castello circondato dall’acqua con il ponte levatoio
sollevato”
che il viandante può osservare da tutti i lati
pur rimanendone sempre fuori.
L’uomo può esaminare la realtà da tutti i punti di vista, ma ne rimane sempre fuori. Solamente il
corpo, unica realtà che gli viene concessa, non solo come immagine, gli consente di andare al di là
delle illusioni.
12. People say sometimes
that beauty is only
superficial.
That may be so, but at least
it is not so superficial as
thought is.
To me, beauty is the wonder
of the wonders.
It is only shallow people who
do not judge by appearances.
The true mystery of the world
is the visible, not the
invisible.
Oscar Wilde
“Il ritratto di DorianGray”
13. Difference between appearance and reality through a painting
Dorian appears
forever young, beautiful, nice
He mantains his apparent
innocence and purity but
mainly his extraordinary
beauty.
The painting reveals or externalizes what Dorian
conceals: his conscience, his aging, his moral
corruption and psychological decadence.
The picture stands for the dark side of Dorian's
personality.
The story is profoundly allegorical: it is a 19th-
century version of the myth of Faust,
the story of a man who sells his soul to the devil
so that all his desires might be satisfied.
This soul becomes the picture,
which records the signs of time, the corruption,
the horror and the sins concealed
under the mask of Dorian's timeless beauty.
Dorian is cruel, vicious, depraved
14. Wilde is critical towards the Victorian moralism where the appearance is
more important than the being.
- Moral puritanism prevalent in the
Victorian age insists that the
moral fibre is what really makes
the man
- Period of unprecedented
material progress and imperial
expansion
- Prejudices: beautiful people are
considered moral people; ugly
people immoral
- Exasperated and ostentatious piety
expecially in sexuality even if it’s
only an appearance
- Prosperity and stability proved to
belong only to privileged classes
-The poor lived in segregated areas
with squalor, disease and crime
The portrait is the symbol of immorality of
the Victorian middle-class
Dorian is the symbol of bourgeois ipocrisy
with its falsity hidden by good manners
Oscar Wilde in The picture of Dorian Gray, exactly in a letter of 1894, said:
“Basil is what I think to be. Henry is what the world thinks about me.
Dorian is what I supposed to be ”.
15. “Fedeltà, dedizione
e silenzio
devono essere alla base
di una grande nazione”.
Hitler
“Era necessario farci strada con
la violenza, con il sacrificio, con
il sangue; era necessario stabilire
un ordine e una disciplina voluti
dalle masse, ma impossibili da
ottenere con una propaganda
all'acqua di rose, con parole,
parole e ancora parole e con
ingannevoli battaglie
parlamentari e giornalistiche”.
Mussolini
HitlerMussolini
16. “Quest’uomo goffo e impacciato, incapace di trovare le parole… è un
uomo qualunque, volgare.
Per la maggiore del tempo sono persone comuni, da nulla; improvvisamente
scendono in essi, come dal cielo, alcune facoltà estranee alla loro normale
personalità; alcune potenze forse li invadono, forze infernali delle quali il
loro corpo è solo un involucro provvisorio”
1912: direttore de “L’Avanti”
1919: fondatore dei Fasci di combattimento
1922: capo del governo
1933: capo del governo
1934: cancelliere e capo di stato
1938: comandante delle forze armate
LA GERMANIA DIVENTA NAZISTA:
nasce il mito del FÜHRER
L’ITALIA DIVENTA FASCISTA:
nasce il mito del DUCE
17. - Squadre denominate SA al servizio del
partito nazional socialista, trasformate poi
in SS
- Programma “contro”: contro i governanti
di Weimar, la democrazia, i comunisti, gli
“inferiori” (slavi,negri ed ebrei)
- FUHRERPRINZIP (principio del capo): il
fuhrer è fonte suprema del diritto,
interprete delle aspirazioni del popolo,
personaggio carismatico
- Mito della razza ariana: l’arianesimo,
espressione di una razza conquistatrice e
superiore, si è conservato nel popolo
tedesco benchè inquinato dalle “razze
inferiori”
- Mito dello spazio vitale: costruire un
nuovo stato tedesco esteso ad oriente a
danno dei popoli slavi e del comunismo
- Politica autoritaria esercitata con
l’appoggio del Gran Consiglio del Fascismo,
della Milizia e della polizia segreta (OVRA)
- Controllo dell’informazione (leggi
fascistissime, nuovi istituti nel mondo del
cinema)
- Diffusione di immagini del duce e
dell’emblema del fascio littorio
- Imperialismo coloniale affinchè l’Italia
diventi la nazione guida dell’Europa
- Mito dell’ “uomo nuovo”: creazione di un
nuovo uomo asservito al sistema totalitario
fascista e pronto a combattere per la
grandezza nazionale
- Mito dell’uomo fascista forte, atletico,
aggressivo e fedele al duce che “ha
sempre ragione”
“Chiudete i vostri occhi alla
pietà!
Agite con brutalità!
La ragione è del più forte”
1939
“Dopo la Roma dei Cesari, dopo quella
dei Papi, c’è oggi una Roma, quella
fascista, la quale con la simultaneità
dell’antico e del moderno si impone
all’ammirazione del mondo”
1934
18. “ E’ un individuo ‘qualunque’:
indeciso, vanitoso, ipocondriaco, a volte
semplicemente inadeguato
di fronte a scelte più grandi di lui”
Fu un assiduo lettore dei classici
greci, amante della natura e della
cultura, appassionato di musica.
Andava a cavallo, nuotava,
giocava a tennis, tirava di
scherma.
Fu sempre sobrio, attento che la sua
salute si mantenesse salda, mai avido
di denaro
In contrasto con l’idea che egli aveva
di sé e con l’immagine pubblica, agì
spesso da comprimario e visse
tormentato dai dubbi e dal timore di
rimanere solo.
Amava mostrarsi sportivo,
guidava automobili ed aerei, si
fece fotografare a torso nudo
a trebbiare il grano.
Imperialista più per ambizione
personale che per autentica
convinzione ideologica
19. “ Hitler non è solo un uomo,
è qualcosa di collettivo.
Non è un individuo; è una nazione intera.
Tolta la dimensione politica rimane poco o niente.”
Si pensava che attribuisse grande
valore alla dimensione pubblica e
non conoscesse alcuna vita privata,
nè avesse niente a che fare con le
donne. Solo la prima cosa era vera:
egli aveva un’amante, Eva Braun,
che viveva tranquillamente con lui al
Berghof. Ebbe anche altre storie
discrete.
L’ascetismo giocò un ruolo importante
nell’immagine che di sè Hitler diffondeva
nell’intera Germania. Secondo la leggenda,
a cui molti danno credito, non fumava, non
beveva, nè mangiava carne. Beveva spesso
birra e vino diluito, aveva una speciale
passione per le salsicce bavaresi.
Sembra che egli si
comportasse come un
tiranno in casa
propria, era
“terribilmente
ruvido” con la moglie
Clara e raramente le
rivolgeva parola.
Generalmente si
limitava a urlare e
sgridare i figli.
Hitler amava i cani e gli
piaceva controllarli e
dominarli. La femmina di
pastore tedesco di Hitler,
Blondi, gli offrì la cosa più
vicina all’amicizia che egli
avesse mai avuto. “Ma con
i suoi cani, così come con
ogni essere umano con cui
venisse a contatto”, scrive
Ian Kershaw, “qualsiasi
relazione era basata sulla
subordinazione al suo
dominio”.
20. “(…) caccerò il ferro
in questo petto scellerato ...
ho detto il falso
e il crimine vagheggiato
dal mio folle cuore l'ho inventato
io”
Seneca, Phaedra
“Oh! Che cos’è mai questa
tavoletta appesa alla sua cara
mano? Vuole indicare qualche
cosa di nuovo? Ma forse
l’infelice ha scritto le sue
disposizioni sul nostro
matrimonio e sui nostri figli,
rivolgendomi una preghiera? Sta’
sicura, infelice: non c’è donna che
entrerà nel letto e nella casa di
Teseo”
SenecaEuripide
21. “Cerchiamo di trovare una via
onorevole per uscire dalla
condizione in cui mi trovo”
Ippolito, Euripide
Per Fedra l’amore per Ippolito è una malattia ormai
ineliminabile la cui soluzione è solamente
un’autodistruzione di se stessa.
“κατέσχετο έρωτι δεινώ τοĩς εμοĩς
βουλεύμασιν”
Ippolito, Euripide
L’amore di Fedra per Ippolito è voluto da una divinità:
Afrodite per vendicare l’eccessiva dedizione di
Ippolito alla caccia e al culto di Artemide ed il suo
rifiuto verso ogni dimensione amorosa, scatena nella
matrigna una terribile passione.
Fedra ignara di tale realtà si tormenta per il suo
amore incestuoso, che compromette, per altro, anche
la sua apparenza di donna “perbene”
“ (…) e l’infelice piangendo straziata sotto gli
stimoli dell’amore, si consuma in silenzio: nessuno di
quella casa sa di che male ella soffre”
Ippolito, Euripide
L’opinione della gente e le convenzioni sociali la
condizionano totalmente; la sua etica aristocratica le
impone di vivere rispettando l’immagine che gli altri
hanno di lei: il suicidio è una necessità.
“Io trovo un unico rimedio alla mia disgrazia,
tanto da assicurare ai miei figli una vita
onorata, e che io mi risollevi un po’ in
confronto alla caduta che ho compiuto. Non
produrrò disonore alla mia casa di Creta, e non
mi presenterò a Teseo disonorata”.
22. Teseo crede alla moglie e si illude che Fedra sia
una donna per nulla malvagia, di animo nobile.
L’uomo decide infatti di chiedere la morte di
Ippolito che appare colpevole per vendicare la
moglie apparentemente vittima.
La divinità rivela la
verità e spiega a
Teseo il reale
svolgimento dei fatti.
Nella tavoletta Fedra
riporta le apparenti ragioni
del suo suicidio:
Ippolito ha abusato di lei.
La tavolette contenente la “falsa verità”
rappresenta l’estremo tentativo di una donna
che preferisce salvare la sua reputazione
piuttosto che la sua vita.
Fedra è colta dal rimorso dell’atto
compiuto, comprende di essere schiava
delle apparenze e della convenzioni sociali
e rivela la verità al marito.
“Io che ho perseguitato, rigido
vendicatore, un falso crimine, e sono
precipitato, così, dentro un vero
delitto”.
Phaedra, Seneca
Dopo aver dichiarato il suo amore a
Ippolito ed essere stata respinta
per salvare il proprio onore, accusa
il figliastro davanti a Teseo di
averla violentata
“Chi fu, parlami, l’uomo che ha
distrutto il nostro onore?”
“L’uomo che tu non puoi
immaginare”
“Ιππòλυτος έυννης τñς εμñς
έτλη θιγεĩν βιά”
Ippolito, Euripide
“Βοã βοã δέλτος
άλαστα”
“che Ippolito non la veda più, luce del
giorno e scenda, giovane, così, tra i morti,
furibondi contro il suo padre”
Euripi
de
Seneca
23. Scienze
Le stelle: luminosità assoluta e
relativa
Quando alz
gli occhi al cielo
per osservare un qualunque
corpo celeste luminoso,
effettuiamo un viaggio nel tempo
senza rendercene conto.
È come aprire un libro di storia
che riporta disordinatamente le
vicende accadute in un tempo
relativo allo spazio che ci separa
dalle stesse. La realtà
contemporanea dell’Universo è
dunque assai diversa dalla realtà
percettiva che ne abbiamo perché
possiamo osservare solo ciò che
ha emesso o riflesso una qualche
radiazione in un preciso momento
del passato più o meno remoto in
relazione alla distanza della
24. Le stelle
producono energia apprezzabile
attraverso la misura della loro luminosità.
Luminosità assoluta
o
intrinseca (L)
energia emessa nell’unità
di tempo, la cui
misurazione diretta è
impossibile in quanto le
stelle non sono tutte
equidistanti dalla Terra
Luminosità relativa
o
apparente (l)
luce apprezzabile dalla
Terra
l = K · L/d
magnitudine visuale (m):
magnitudine apparente apprezzata ad
occhio nudo.
Non tiene conto di
- dimensioni dell’astro
- distanza dalla Terra
magnitudine assoluta (M):
magnitudine calcolata portando
tutte le stelle ad una distanza di
10 parsec (d)
magnitudine:
misura della quantità di luce che
proviene da un corpo celeste e
dipende dalla distanza dell’astro,
dalla sua grandezza e dalla sua
temperatura
m
— = d
M
25. "L’infinito!
Nessun altro problema
ha mai scosso così profondamente
lo spirito umano; nessuna altra
idea ha stimolato così
proficuamente il suo intelletto; e
tuttavia nessun altro concetto ha
maggior bisogno di
chiarificazione che quello di
infinito”
(David Hilbert)
Infinito:
un’apparenza nella realtà,
una realtà nella matematica
Matematica
Il concetto di infinito
26. PIANO FISICO - REALE
INFINITO = illusione di aumentare o diminuire
indefinitamente una qualsiasi quantità:
APPARENZA
PIANO LOGICO - MATEMATICO
INFINITO = grandezza operativa
non più fittizia:
REALTA’
Limite di una funzione
Limite finito di una funzione
per x che tende all’infinito
Lim f (X) = l
x ∞
Per x tendente all’infinito, la funzione y = f(x)
ha per limite l se, comunque si scelga un numero positivo ε,
arbitrariamente piccolo, si può determinare,
in corrispondenza ad esso, un intorno di infinito tale che,
per ogni x di tale intorno, si abbia
│f (x) – l < ε│
Limite infinito di una funzione
per x che tende ad un valore finito
Lim f (X) = ∞
X c
Per x tendente a c, la funzione y = f(x)
ha per limite infinito se, comunque sia fissato un numero
positivo M arbitrariamente grande, si può determinare, in
corrispondenza ad esso, un intorno completo di c tale che,
per ogni x di tale intorno, escluso al più x = c si abbia
│f(x) > M│
27. “
Fisica
La formazione delle immagini nel
televisore:il tubo catodico
L’artificiale diventa
reale, l’apparire diventa
essere.
La situazione si
rovescia.
È vero, reale,
significativo
ciò che compare in
televisione. Tutto il resto
non esiste.
28. per la formazione delle immagini in un televisore a colori o in bianco e nero
- Tubo catodico in cui è praticato un
vuoto spinto
- Elevata differenza di potenziale
elettrico tra catodo e anodo
EMISSIONE DI RAGGI CATODICI
elettroni prodotti dal catodo e diretti in un
fascio verso uno schermo in prossimità
dell’anodo.
Lo schermo è rivestito di
materiale fluorescente che
eccitato dall'energia degli
elettroni emette luce.
Nelle tv a colori viene
emesso un fascio per
ciascun colore
Nei televisori e nei
monitor la superficie è
scandita secondo una
matrice predefinita di
righe successive,
chiamata raster, e
l'immagine è creata
modulando l'intensità
del fascio elettronico.
Gli elettroni passano attraverso anodi di
forma opportuna, che focalizzano il fascio
fino a renderlo di sezione puntiforme. Se
lungo il percorso del fascio di elettroni si
pongono ( esternamente al tubo ) delle
piastre elettricamente cariche o degli
elettromagneti, il fascio verrà deviato a
seconda del segnale elettrico a esse
applicato.
- un catodo (polo negativo)
piccolo elemento metallico riscaldato
all'incandescenza che emette elettroni
per effetto termoelettronico
un anodo (polo positivo)
29. - dispongono di tre catodi (1) con tre sistemi di
focalizzazione (complessivamente detti cannoni
elettronici), che generano un fascio per ciascun
colore (2) (in realtà i fasci sono invisibili, la
corrispondenza con il colore dipende
esclusivamente da quale fosforo viene colpito).
-utilizzano differenti tipi di fosfori (7 e 8 nella
figura a destra) in grado di emettere
i colori rosso, verde e blu,
disposti
in sottili strisce parallele
(tecnica aperture grille)
a gruppi di punti
(tecnica shadow mask)
sono facilmente visibili osservando uno
schermo acceso da una distanza molto
ravvicinata.
- sono dotati, a breve distanza dallo schermo, di
una maschera metallica forata (6) con la funzione
di assorbire gli elettroni che non siano sulla
traiettoria esatta per raggiungere il fosforo
corretto (7) e che causerebbero altrimenti
confusione nei colori visualizzati