Materiali didattici per studenti di quinta superiori. Baudelaire e la Parigi del Secondo Impero, con cenni all'evoluzione dei luoghi di consumo e al piano urbanistico del Barone Haussmann. Insomma, gli spunti di Walter Benjamin a uso e consumo degli studenti delle superiori.
2. •
Un poeta che cerca la propria ispirazione nella moderna metropoli e non nella
natura idilliaca.
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Il flaneur, il passeggiatore ozioso, l’esteta curioso che osserva la folla cittadina in
cerca di nuovi stimoli, diviene per Baudelaire il modello dell’artista moderno.
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Baudelaire è il capostipite dei “poeti maledetti” (dopo di lui arriveranno
Rimbaud, Verlaine, Laforgue, in Italia Dino Campana), poeti bohémien, che
rifiutano il perbenismo borghese, che sfidano il pubblico con una condotta
trasgressiva. Alcune poesie di Baudelaire saranno censurate per oscenità.
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All’epoca di Baudelaire si comincia a teorizzare l’arte pura, o l’arte per l’arte. La
poesia non deve fornire insegnamenti morali, né essere veicolo di di ideologie
politiche o civili: deve essere giudicata soltanto in chiave estetica, il suo scopo è
la ricerca del bello.
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Ci si allontana dal modello del poeta Vate, rappresentante della comunità
nazionale, capace di parlare alle masse. Il poeta è invece un professionista della
parola, uno specialista, capace di parlare solo a un pubblico di cultori della
poesia, dal gusto raffinato ed esigente.
3. Perdita d’aureola.
“E che! Voi qui, caro mio! Voi in un postaccio! Voi, il bevitore di quintessenza! Il
mangiatore d’ambrosia! In verità, è roba da non credere!”
“Mio caro, conoscete bene il mio terrore dei cavalli e delle vetture. Poco fa, mentre
attraversavo il viale di gran fretta, saltellando nel fango, attraverso quel caos in
movimento dove la morte arriva al galoppo da ogni lato, la mia aureola, forse per un
movimento brusco, mi è scivolata dalla testa giù nel fango del macadam. Non ho
avuto il coraggio di raccattarla. Ho giudicato meno disdicevole perdere le mie
insegne di farmi rompere le ossa. E poi, mi sono detto, la sfortuna forse torna utile.
Posso adesso camminare in incognito, compiere azioni basse, darmi alla crapula,
come i comuni mortali. Ed eccomi appunto, del tutto simile a voi, come vedete!”
“Dovreste almeno mettere un annuncio per ritrovare codesta aureola, o reclamarla al
commissariato”.
“Onestamente, no! Sto bene così. Voi solo mi avete riconosciuto. Del resto la dignità
mi annoia. E poi penso che qualche poetastro la raccatterà e se ne agghinderà
impudentemente. Far la felicità di qualcuno, che gioia! E soprattutto un felice che mi
farà ridere! Pensate a X, o a Z, ci sarà da ridere!
4. A UNE PASSANTE
La rue assourdissante autour de moi hurlait.
Longue, mince, en grand deuil, douleur majestueuse,
Une femme passa, d’une main fastueuse
Soulevant, balançant le feston et l’ourlet;
Agile et noble, avec sa jambe de statue.
Moi, je buvais, crispé comme un extravagant,
Dans son oeil, ciel livide où germe l’ouragan,
La douceur qui fascine et le plaisir qui tue.
Un éclair… puis la nuit! – Fugitive beauté
Dont le regard m’a fait soudainement renaître,
Ne te verrai-je plus que dans l’éternité?
Ailleurs, bien loin d’ici! trop tard! jamais peut-être!
Car j’ignore où tu fuis. Tu ne sais où je vais,
Ô toi que j’eusse aimée, ô toi qui le savais!
5. A una passante
Ero per strada, in mezzo al suo clamore.
Esile e alta, in lutto, maestà di dolore,
una donna è passata. Con un gesto sovrano
l'orlo della sua veste sollevò con la mano.
Era agile e fiera, le sue gambe eran quelle
d'una scultura antica. Ossesso, istupidito,
bevevo nei suoi occhi vividi di tempesta
la dolcezza che incanta e il piacere che uccide.
Un lampo... e poi il buio! - Bellezza fuggitiva
che con un solo sguardo m'hai chiamato da morte,
non ti vedrò più dunque che al di là della vita,
che altrove, là, lontano - e tardi, e forse mai ?
Tu ignori dove vado, io dove sei sparita;
so che t'avrei amata, e so che tu lo sai!
Secondo un critico tedesco,
Walter Benjamin, Baudelaire
pone al centro della sua
ispirazione lo shock, quei traumi
improvvisi,
quelle
sorprese
continue, che caratterizzavano la
vita nella moderna metropoli. La
folla cittadina, anonima e
frenetica, è una presenza
costante nella sua poesia. E nel
caso di questa celebre lirica,
interviene nella riscrittura di un
tema proverbiale: l’amore a
prima vista.
7. Dall’intrico medievale alle strade rettilinee
Nell’ile de la cité, cuore di Parigi vengono inserite
nuove arteree rettilinee, parchi e piazze al posto di
vecchi edifici e nuovi palazzi pubblici
8. Un tipico boulevard di nuova concezione, il boulevard de Sébastopol.
Rigidi regolamenti urbani concernono la larghezza della strada (4 carreggiate), l’altezza massima degli edifici, l’inclinazione dei tetti, la
manutenzione delle facciate. Haussmann impone che gli edifici che si affacciano sui nuovi boulevard abbiano piani e terrazze continue, a ordini
sovrapposti, con l’uso dell’angolo smussato a 45° in corrispondenza di incroci e caroselli. La sua è una concezione che applica alla strada l’idea
rinascimentale della prospettiva. Tutto deve essere perfettamente visibile, come su un palcoscenico.
9. Le ragioni della haussmanizzazione:
Politiche: Estirpare da Parigi il pericolo della rivoluzione.
Vengono “bonificati” i vecchi quartieri incontrollabili con il
loro dedalo di viuzze.
I nuovi boulevard erano così larghi da parmettere il
passaggio delle truppe e l’eventuale cannoneggiamento dei
cortei degli insorti.
Nei boulevard diveniva impossibile innalzare barricate o
utilizzare edifici come fortificazioni.
Igieniche: viene costruito un nuovo sistema fognario, la
facilitazione nella raccolta dei rifiuti e gli “sventramenti” dei
quartieri malsani e sovraffollati favoriscono un calo sensibile
delle malattie epidemiche (tubercolosi, colera).
10. La nuova mappa della città, segnata dalle grandi arterie
del traffico. Alla raggiera medievale si sovrappone il
reticolo moderno.
11. Boulevard parigini in un quadro realista: La place de
l’Europe, temps de pluie di Gustave Caillebotte (1877)
12. e in un quadro impressionista di Camille Pissarro del 1897, il Boulevard de
Montmartre un matin d’hiver
13. L’invenzione
dei
mercati
coperti:
les
Halles
di
Parigi
Voluta da Napoleone, ma costruita sotto Napoleone terzo (gli ultimi padiglioni sono ultimati nel 1936),
questa grande opera si propone di concentrare e razionalizzare il commercio di generi alimentari a
Parigi.
I banchi vengono suddivisi in vari padiglioni (vino, cacciagione, vitello, grano, cuoio, biancheria...) di ferro
e vetro. Al suo culmine transitano da questo mercato 40.000 fra addetti e clienti al giorno e 1/5 di tutto
il mercato alimentare francese. Sostituiti dai supermercati all’americana e dai centri di smistamento in
periferia, meglio raggiungibili dagli autotraspottatori saranno demoliti fra 1965 e ’72 per far posto a un
centro commerciale multifunzionale e una grande stazione ferroviaria (forum des halles).
14. I passages di Parigi
Qualcosa di simile accade nel resto del commercio, nei negozi di
abbigliamento, stoffe e oggettistica che vengono concentrati in gallerie
coperte da tettoie di vetro: i passages
15. Dai magasins de nouveautées ai primi grandi
magazzini: nasce lo shopping moderno
(Cit. da Mark Tungate, Fashion Brands)
Tale sistema 19° secolo negozianti per oltre erano ancora impantanati in un
All’inizio delfu accantonatoi nel 1790 ma francesi trent’anni i commercianti restarono
tenacemente attaccati alle vecchie strutture. Solo attorno al 1820 un nuovo tipo di
sistema palesemente medievale. Storicamente,la l’accesso ai commerci e alle
negozio, denominato magasin de nouveautés, fece
sua comparsa. Raggruppando
professioni era altri articoli sotto uno stessoqualcosa di più di un mero commercianti
tessili, ombrelli e stato regolato da un sistema di corporazioni. I “negozio di
L’idea di Boucicault era quella di creare tetto, queste piccole botteghe svilupparono
tecniche ossia un a e proprio emporio.un prezzi indicati meno o Gustave e non
novità”, rivoluzionarie come vetrine in Assoldò niente di chiaramente e la divisioni
erano obbligati verospecializzarsi allettanti, singolo prodotto che servizio Eiffel
delle merci in corridoirealizzare ilIn uno di questi negozi iniziò manipolare il ferro e il
scaffali. suo sogno. Eiffel era abile a la sua
perché lo aiutasse a e espandersi in altri mercati. Le imprese sicarriera Aristide
potevano legalmente
trasmettevano
Boucicault nel 1830. Circa trent’anni dopo egli in società con vetrine e spazi di un punto
vetro, il che significava che egli poteva costruire le enormi Paul Videau aprì vendita
di padre in figlio, e in mente. Il nuovo Bon Marché in versione accresciuta aprì
gli affari si facevano de clienti abituali, faccia a faccia,
vendita più prestigioso. Situato all’angolo fra Rue conSèvres e Rue du Bac, si chiamava
che Boucicault aveva
Le Bon Marché. Grazie e propria alleraramente si avventuravano al di là filtrava
spesso su Era una verasoprattutto cattedrale del commercio da Boucicault, soprattutto
nel 1870. appuntamento. I clienti innovazioni apportate con la luce che dei loro
alle imponenti lucernari e alla rapida a cui si degli stock, in scaloni a i suoi profitti
da vendite promozionali e non erano scritti e il mercanteggiare erano una
venditori locali. I prezzipadiglioni rotazione accedeva da pochi anni spirale. La
crebbero da 450.000 a più di 7 quadri di dava lavoro a 3000 addetti. Le tecniche che
milioni e franchi. A questo
struttura copriva 52800 metri escludeva il ricorso alla punto Boucicault rilevò anche
pratica abituale. Tutto ciò
pubblicità, alle vetrine e ad
la quota del usava perecircuire i consumatori erano sbalorditive nella loro modernità:
suo socio si imbarcò in un ambizioso piano di espansione.
Boucicault
ogni altra forma di vendita che richiamasse gli occhi.
consegna a domicilio, rimborsi, saldi stagionali, cataloghi illustrati e commissioni per
gli addetti alle vendite sono solo pochi delle innovazioni che egli apportò al
commercio.
16. Dai magazins de nouveautées ai primi grandi
magazzini: nasce lo shopping moderno