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Una settimana da Dio (genesi1.pdf)

  1. da Adamo ad Abramo lettura antropologica di genesi 1-12
  2. PRIMO RACCONTO DELLA CREAZIONE genesi 1
  3. struttura del testo
  4. Genesi 1 1:1 In principio (BeRESHIT) Dio (ELOHIM) creò (BARA’) il cielo (hashshamayim) e la terra. 1:2 La terra era informe e deserta (TOHU WA BOHU) e le tenebre (HoSHEKH)) ricoprivano l’abisso (TeHOM) e il vento (RUA’H) di Elohim aleggiava sulle acque. il primo versetto può essere interpretato come il titolo, oppure la parola BRSHT con diversa vocalizzazione può significare QUANDO invece che “in principio”.. Questa interpretazione è più coerente con il racconto, infatti il cielo è creato il giorno 2 mentre la terra il 3. Elohim è un nome generico per indicare una divinità Barà non significa “creare dal nulla” ma “fare qualcosa di nuovo, inaudito, mai visto”, nella Bibbia ha sempre e solo Dio come soggetto il secondo verso descrive la situazione di partenza, dominata da elementi del caos (il vuoto, l’indistinto, le tenebre, l’abisso e il vento impetuoso di Elohim che sembra alimentare il disordine)
  5. Elohim disse (WAYYO’MER (1): «Sia la luce!» (YEHI’ ÒR). E la luce fu. 1:4 Elohim vide che la luce era cosa buona (TOV) e Elohim SEPARÒ (WAY-YABDÈL) la luce dalle tenebre. 1:5 Elohim chiamò la luce giorno, mentre chiamò le tenebre notte. E fu sera e fu mattina: giorno uno. Perché la creazione possa iniziare, Elohim domina, calma la potenza del suo vento cessando di alimentare il caos cioè l’indistinto in cui tutto è vuoto perché confuso (tohu e bohu). Il vento allora diventa suono e il suono si fa Parola (Logos) e la creazione può iniziare.(cfr. salmo 33,6) L’espressione (wayyomer elohim) si ripete x10 volte. 9 precedono un ordine, mentre l’ultima introdurrà un dono (la vegetazione come cibo) Le separazioni costituiscono le creature nella loro alterità. Ogni cosa è collocata nel suo posto e messa in relazione con l’altro. Separare è distinguere, dare una forma, un limite che definisce e diventa spazio d’incontro e di relazione. Appare evidente il collegamento con i 10 comandamenti (decalogo), dove 9 ordini sono preceduti da un dono (la libertà e la salvezza) cfr Esodo 20 vuoto= luogo di confusione, inabitabile spazio= luogo di relazione tra enti distinti perché de-limitati separazioni= 1) lo spazio (luce-tenebre). 2) il tempo (giorno-notte) ? cos’è questa luce senza stelle?
  6. Elohim disse (2) : «Sia un firmamento (RAQIYA’) in mezzo alle acque per SEPARARE le acque dalle acque». 1:7 Elohim fece il firmamento e SEPARO’ le acque che sono sotto il firmamento dalle acque che sono sopra il firmamento. E così avvenne. (è assente il ritornello “vide che era cosa buona”) 1:8 Elohim chiamò il firmamento cielo. E fu sera e fu mattina: secondo giorno. YeHI’ (sia) è la parola della creazione, precede l’essere di ogni creatura. E’ il verbo essere nel quale si nasconde il nome (JHWH) che Dio rivelerà a Mosè nel roveto ardente. nel racconto della creazione il verbo essere (HYW) compare 26 volte. Y=10 H=5 W=6 H=5 Anche se nascosto dietro il generico Elohim il nome di Dio è presente in tutto il racconto. Nel secondo giorno è creato il Cielo: lo spazio che separa e mette in relazione il sopra e il sotto, separa le acque della vita (la pioggia che fa crescere i frutti) dalle acque della morte (i flutti spaventosi del mare) separazioni= le acque dell’abisso SOPRA e SOTTO il cielo.
  7. 1:9 Elohim disse (3) : «Le acque che sono sotto il cielo si raccolgano in un unico luogo e appaia l’asciutto». E così avvenne. 1:10 Dio chiamò (WAYQRÀ) l’asciutto terra, mentre chiamò la massa delle acque mare. Dio vide che era cosa buona. (fine separazione - inizio popolamento) Separazione e distinzioni avvengono attraverso la Parola (così come fa l’uomo con il linguaggio). La Parola colloca ogni cosa nel suo posto, fondando la sua unicità e differenza. La realtà, distinta e ordinata nel suo limite, è così gravida di vita e fecondità perché inscritta in uno spazio di relazioni e questo è cosa buona.(TOB) WAYQRÀ= CHIAMARE compare x5 volte (giorno-notte/ cielo/ terra-mare). Cioè il tempo e lo spazio, la scena in cui apparirà la Vita. separazioni= le acque del mare e la terra asciutta TERZO GIORNO 1 Dal caos primordiale elohim ha ordinato delimitandoli tre SPAZI: IL CIELO, IL MARE, LA TERRA ASCIUTTA
  8. 1:11 Elohim disse (4): «La terra produca germogli, erbe che producono seme e alberi da frutto (3), che fanno sulla terra frutto con il seme, ciascuno secondo la propria specie». E così avvenne. 1:12 E la terra produsse germogli, erbe che producono seme, ciascuna secondo la propria specie, e alberi che fanno ciascuno frutto con il seme, secondo la propria specie. Elohim vide che era cosa buona (tob). 1:13 E fu sera e fu mattina: terzo giorno. Il terzo giorno è il giorno dell’ornamento, della bellezza e della varietà che prepara la comparsa della vita. La creazione della vegetazione non è diretta ma mediata da una materia (la terra). Essa non crea bensì PRODUCE. Non ci sono separazioni, ma DISTINZIONI in 3 forme (germogli, erbe, alberi). Elohim crea separando, distinguendo, catalogando. Il ritornello “secondo la propria specie” compare 3 volte, l’ultima volta è seguito dallo sguardo compiaciuto di Elohim. Il Dio della genesi promuove e si compiace di ogni diversità che la terra produce. TERZO GIORNO 2
  9. Elohim disse (5): «Ci siano fonti di luce nel firmamento del cielo, per separare il giorno dalla notte; siano segni per le feste, per i giorni e per gli anni (3) 1:15 e siano fonti di luce nel firmamento del cielo per illuminare la terra». E così avvenne. 1:16 E Elohim fece le due fonti di luce grandi: la fonte di luce maggiore per governare il giorno e la fonte di luce minore per governare la notte, e le stelle.(3) 1:17 Elohim le pose nel firmamento del cielo per illuminare la terra 1:18 e per governare il giorno e la notte e per separare (3) la luce dalle tenebre. Elohim vide che era cosa buona. 1:19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno. Il quarto giorno è dedicato ai grandi luminari: governatori del tempo degli uomini. Anche le luci sono distinte in tre forme (Sole, Luna, stelle). Elohim conferisce loro un triplice potere: Illuminare (la terra), governare (il tempo) e separare (luce e tenebre). luce e tenebre si definiscono in relazione (l’essere=la luce; il non essere= le tenebre) la relazione è anche il limite che gli conferisce un posto e un tempo (il giorno e la notte)
  10. Elohim disse (6): «Le acque brulichino di esseri viventi e uccelli volino sopra la terra, davanti al firmamento del cielo». 1:21 Elohim creò i grandi mostri marini e tutti gli esseri viventi che guizzano e brulicano nelle acque, secondo la loro specie, e tutti gli uccelli alati (3), secondo la loro specie. Dio vide che era cosa buona. 1:22 Elohim li benedisse (BARA’K): «Siate fecondi e moltiplicatevi e riempite le acque dei mari; gli uccelli si moltiplichino sulla terra». 1:23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno. Con la benedizione Elohim condivide con gli esseri creati, il potere di generare la vita. Al termine del processo che ha messo ordine, dando un luogo e un tempo a ciò che prima era indistinto e deserto (tohu e bohu) , compare la VITA che riempie i primi spazi creati: il mare e il cielo. Ritorna il verbo CREO’. Anche la Vita appare distinta inizialmente in tre forme: mostri marini, pesci e uccelli alati. Anche gli esseri viventi così come la vegetazione riceve la facoltà di organizzarsi in molteplici forme ...perchè manca il ritornello “e vide che era cosa buona”?
  11. Elohim disse (7): «La terra PRODUCA esseri viventi secondo la loro specie: bestiame, rettili e animali selvatici (3) , secondo la loro specie». E così avvenne. 1:25 Elohim FECE gli animali selvatici, secondo la loro specie, il bestiame, secondo la propria specie, e tutti i rettili del suolo, secondo la loro specie. Elohim vide che era cosa buona. SESTO GIORNO 1 Nella prima parte del sesto giorno Dio conferisce alla terra il potere di produrre gli esseri viventi che vivono sulla terra asciutta. Tra questi ci sarà anche l’uomo, ma non subito. Anche la vita terrestre si distingue in tre forme: bestiame, rettili, animali selvatici Ciò che prima è prodotto dalla terra adesso è riportato ad Elohim, unico creatore. Il verbo FARE sostituisce il PRODURRE che aveva la terra come soggetto.
  12. sesto giorno 2 Elohim disse (8): «Facciamo l’uomo (ha’adam) a nostra IMMAGINE (sèlèm) secondo la nostra SOMIGLIANZA (demùt): DOMINI sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo, sul bestiame, su tutti gli animali selvatici e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». (mancano i mostri marini) Buon ULTIMO arriva anche il momento dell’UMANO. La sua creazione è preceduta dal verbo FARE come nel caso degli altri animali terrestri, tuttavia qui lo troviamo alla prima persona plurale “FACCIAMO”. Dio coinvolge l’uomo nella sua stessa creazione, si pone come collaboratore dello sviluppo dell’umanità di ogni uomo. ha adam è l’umano ancora indistinto nel genere. IMMAGINE (sèlèm) indica la corrispondenza plastica tra un modello e la sua riproduzione (es. la statua, oppure un ritratto) SOMIGLIANZA (demùt) indica la corrispondenza tra due realtà paragonabili per il loro aspetto (es. padre e figlio) Dio crea e partecipa all’IMMAGINE (come Dio l’uomo è dotato di ragione che lo rende libero) ma lascia la SOMIGLIANZA (il diventare figlio) come compito e responsabilità. Un compito che inizia con il DOMINARE l‘animalità che è nel mondo ma anche dentro di lui.
  13. sesto giorno 3 1:27 E Elohim creò l’umano a sua IMMAGINE; a IMMAGINE di Elohim lo creò: maschio e femmina li creò. (manca la somiglianza) Nella creazione dell’umano ricorre per 3 volte il verbo “CREO’”, come a sottolineare che l’IMMAGINE di Dio nell’uomo è perfetta, completa e tuttavia solo dell’uomo si specifica che è distinto in MASCHIO e FEMMINA. La precisazione “maschio e femmina” non si riferisce all’immagine di Dio ma indica l’appartenenza dell’umano al mondo animale e ai suoi istinti, che dovrà dominare per divenire UOMO e DONNA. (cfr.genesi 7,9) Lo creò= l’umanità tutta, nessuno escluso, è UNA come Dio Li creò= il plurale indica qui la distinzione sessuale che richiama la prossimità dell’umano con gli animali rispetto al progetto iniziale manca la somiglianza che come detto in precedenza è affidata come compito. L’umano pienamente realizzato sarà colui che ASSOMIGLIERA’ come un figlio a Dio che sarà allora suo PADRE.
  14. Sesto giorno 4 1:28 Elohim li benedisse e Elohim disse (9) loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra e SOGGIOGATELA, DOMINATE sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente che striscia sulla terra». (manca “e vide che era cosa buona”, cfr 2 giorno) Nella distinzione sessuale l’umano viene separato, distinto in maschio-femmina, nell’alterità scoprirà il suo limite, rendendo possibile quello spazio relazionale che sarà la sessualità, benedetta con il dono della fecondità. Il potere della vita è consegnato dal creatore a tutti gli esseri viventi. Con 2 verbi Elohim indica all’uomo come realizzare la somiglianza: KABA’SH (soggiogare) e RADA’H (dominare) L’umano si umanizzerà divenendo simile al suo creatore, per farlo dovrà imparare 1) a soggiogare la terra: rendendola una casa accogliente e 2) dominare l’animalità che lo costituisce in parte. Il dominio dell’animalità (istinti, desideri,passioni) sarà possibile attraverso il dominio di sé (autocontrollo). cioè la capacità di saper gestire il caos interiore che abita ogni uomo. Ci riuscirà?
  15. sesto giorno 4 Elohim disse (10): «Ecco, io vi do ogni erba che produce seme e che è su tutta la terra, e ogni albero fruttifero che produce seme: saranno il vostro cibo. 1:30 A tutti gli animali selvatici, a tutti gli uccelli del cielo e a tutti gli esseri che strisciano sulla terra e nei quali è alito di vita, io do in cibo ogni erba verde». E così avvenne. 1:31 Elohim vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina: sesto giorno. L’ultima delle 10 parole di Elohim riguarda il dono del cibo che è vita ma contiene un limite, una proibizione alimentare. Somigliando a Dio, l’uomo imparerà ad esercitare il controllo e il dominio richiesto, con la stessa mitezza del creatore, senza distrugge o annichilire, escludendo qualsiasi forma di violenza. Gli esseri viventi (l’umano riceve lo stesso dono/limite degli altri animali) per vivere dovranno mangiare escludendo però qualsiasi forma di violenza e sopraffazione, si ciberanno solo di erbe e frutti. Al tramonto del sesto giorno, la creazione affidata al dominio mite dell’umano è vista come cosa MOLTO BUONA.
  16. Così furono portati a compimento il cielo e la terra e tutte le loro schiere. 2:2 Dio, nel settimo (SHEBA’) giorno, portò a compimento il lavoro che aveva fatto e cessò (SHABAT) nel settimo giorno da ogni suo lavoro che aveva fatto. 2:3 Dio benedisse il settimo giorno e lo consacrò, perché in esso aveva cessato da ogni lavoro che egli aveva fatto creando. (manca “e fu sera e fu mattina settimo giorno”) Il settimo giorno Elohim si riposa completando la sua creazione. Il riposo (shabàt) consente di separare il tempo dell’agire dal tempo del riposare e consegna al creato l’ultimo dono del suo creatore: l’autonomia del creato. Il riposo di Dio insegnerà all’uomo la corretta gerarchia di valori tra VITA e LAVORO. Il riposo di Dio ci mostra la sua natura: creatore potente che generosamente consegna il suo potere (generare, governare, illuminare, dominare, soggiogare) alle sue creature Così come la vita, anche il sabato viene benedetto (cfr. Luca 14,1-6) omettendo il solito ritornello che concludeva i giorni precedenti, il narratore proietta questo giorno alla fine di tutti i giorni quando anche il tempo finirà per introdurre la creazione nell’infinito e nell’eterno.
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