Genesi 1
1:1 In principio (BeRESHIT) Dio
(ELOHIM) creò (BARA’) il cielo
(hashshamayim) e la terra.
1:2 La terra era informe e
deserta (TOHU WA BOHU) e le
tenebre (HoSHEKH))
ricoprivano l’abisso (TeHOM) e
il vento (RUA’H) di Elohim
aleggiava sulle acque.
il primo versetto può essere interpretato come il titolo,
oppure la parola BRSHT con diversa vocalizzazione può
significare QUANDO invece che “in principio”.. Questa
interpretazione è più coerente con il racconto, infatti il
cielo è creato il giorno 2 mentre la terra il 3.
Elohim è un nome generico
per indicare una divinità
Barà non significa “creare dal nulla”
ma “fare qualcosa di nuovo, inaudito,
mai visto”, nella Bibbia ha sempre e
solo Dio come soggetto
il secondo verso descrive la
situazione di partenza, dominata
da elementi del caos (il vuoto,
l’indistinto, le tenebre, l’abisso e il
vento impetuoso di Elohim che
sembra alimentare il disordine)
Elohim disse (WAYYO’MER (1):
«Sia la luce!» (YEHI’ ÒR). E la
luce fu.
1:4 Elohim vide che la luce era
cosa buona (TOV) e Elohim
SEPARÒ (WAY-YABDÈL) la luce
dalle tenebre.
1:5 Elohim chiamò la luce
giorno, mentre chiamò le
tenebre notte. E fu sera e fu
mattina: giorno uno.
Perché la creazione possa iniziare, Elohim domina, calma la potenza
del suo vento cessando di alimentare il caos cioè l’indistinto in cui tutto
è vuoto perché confuso (tohu e bohu). Il vento allora diventa suono e il
suono si fa Parola (Logos) e la creazione può iniziare.(cfr. salmo 33,6)
L’espressione
(wayyomer elohim)
si ripete x10 volte.
9 precedono un
ordine, mentre
l’ultima introdurrà
un dono (la
vegetazione come
cibo)
Le separazioni costituiscono
le creature nella loro alterità.
Ogni cosa è collocata nel
suo posto e messa in
relazione con l’altro.
Separare è distinguere, dare
una forma, un limite che
definisce e diventa spazio
d’incontro e di relazione.
Appare evidente il
collegamento con i 10
comandamenti
(decalogo), dove 9 ordini
sono preceduti da un
dono (la libertà e la
salvezza) cfr Esodo 20
vuoto= luogo di
confusione, inabitabile
spazio= luogo di relazione
tra enti distinti perché
de-limitati
separazioni= 1) lo spazio
(luce-tenebre).
2) il tempo (giorno-notte)
? cos’è
questa luce
senza stelle?
Elohim disse (2) : «Sia un firmamento
(RAQIYA’) in mezzo alle acque per
SEPARARE le acque dalle acque».
1:7 Elohim fece il firmamento e
SEPARO’ le acque che sono sotto il
firmamento dalle acque che sono
sopra il firmamento. E così avvenne.
(è assente il ritornello “vide che era
cosa buona”)
1:8 Elohim chiamò il firmamento
cielo. E fu sera e fu mattina: secondo
giorno.
YeHI’ (sia) è la parola della
creazione, precede l’essere
di ogni creatura. E’ il verbo
essere nel quale si nasconde
il nome (JHWH) che Dio
rivelerà a Mosè nel roveto
ardente.
nel racconto della creazione
il verbo essere (HYW)
compare 26 volte.
Y=10 H=5 W=6 H=5
Anche se nascosto dietro il
generico Elohim il nome di
Dio è presente in tutto il
racconto.
Nel secondo giorno è creato il Cielo: lo spazio che separa e mette in
relazione il sopra e il sotto, separa le acque della vita (la pioggia che fa
crescere i frutti) dalle acque della morte (i flutti spaventosi del mare)
separazioni= le
acque dell’abisso
SOPRA e SOTTO
il cielo.
1:9 Elohim disse (3) : «Le acque
che sono sotto il cielo si
raccolgano in un unico luogo e
appaia l’asciutto». E così avvenne.
1:10 Dio chiamò (WAYQRÀ)
l’asciutto terra, mentre chiamò la
massa delle acque mare. Dio vide
che era cosa buona.
(fine separazione - inizio
popolamento)
Separazione e distinzioni avvengono attraverso la Parola (così come fa
l’uomo con il linguaggio). La Parola colloca ogni cosa nel suo posto,
fondando la sua unicità e differenza. La realtà, distinta e ordinata nel suo
limite, è così gravida di vita e fecondità perché inscritta in uno spazio di
relazioni e questo è cosa buona.(TOB)
WAYQRÀ=
CHIAMARE
compare x5 volte
(giorno-notte/
cielo/ terra-mare).
Cioè il tempo e lo
spazio, la scena
in cui apparirà la
Vita.
separazioni= le acque del
mare e la terra asciutta
TERZO GIORNO 1
Dal caos primordiale elohim ha ordinato
delimitandoli tre SPAZI: IL CIELO, IL
MARE, LA TERRA ASCIUTTA
1:11 Elohim disse (4): «La terra
produca germogli, erbe che producono
seme e alberi da frutto (3), che fanno
sulla terra frutto con il seme, ciascuno
secondo la propria specie». E così
avvenne. 1:12 E la terra produsse
germogli, erbe che producono seme,
ciascuna secondo la propria specie, e
alberi che fanno ciascuno frutto con il
seme, secondo la propria specie.
Elohim vide che era cosa buona (tob).
1:13 E fu sera e fu mattina: terzo
giorno.
Il terzo giorno è il giorno dell’ornamento, della bellezza e della varietà
che prepara la comparsa della vita.
La creazione della
vegetazione non è
diretta ma mediata da
una materia (la terra).
Essa non crea bensì
PRODUCE.
Non ci sono separazioni,
ma DISTINZIONI in 3
forme (germogli, erbe,
alberi).
Elohim crea separando,
distinguendo,
catalogando.
Il ritornello “secondo la
propria specie” compare 3
volte, l’ultima volta è seguito
dallo sguardo compiaciuto di
Elohim. Il Dio della genesi
promuove e si compiace di
ogni diversità che la terra
produce.
TERZO GIORNO 2
Elohim disse (5): «Ci siano fonti di luce nel
firmamento del cielo, per separare il giorno dalla
notte; siano segni per le feste, per i giorni e per
gli anni (3) 1:15 e siano fonti di luce nel
firmamento del cielo per illuminare la terra». E
così avvenne. 1:16 E Elohim fece le due fonti di
luce grandi: la fonte di luce maggiore per
governare il giorno e la fonte di luce minore per
governare la notte, e le stelle.(3) 1:17 Elohim le
pose nel firmamento del cielo per illuminare la
terra 1:18 e per governare il giorno e la notte e
per separare (3) la luce dalle tenebre. Elohim vide
che era cosa buona.
1:19 E fu sera e fu mattina: quarto giorno.
Il quarto giorno è dedicato ai grandi luminari:
governatori del tempo degli uomini.
Anche le luci sono
distinte in tre forme
(Sole, Luna, stelle).
Elohim conferisce
loro un triplice
potere: Illuminare (la
terra), governare (il
tempo) e separare
(luce e tenebre).
luce e tenebre si definiscono in
relazione (l’essere=la luce; il non
essere= le tenebre) la relazione è
anche il limite che gli conferisce
un posto e un tempo (il giorno e
la notte)
Elohim disse (6): «Le acque brulichino di
esseri viventi e uccelli volino sopra la terra,
davanti al firmamento del cielo». 1:21
Elohim creò i grandi mostri marini e tutti gli
esseri viventi che guizzano e brulicano nelle
acque, secondo la loro specie, e tutti gli
uccelli alati (3), secondo la loro specie. Dio
vide che era cosa buona. 1:22 Elohim li
benedisse (BARA’K): «Siate fecondi e
moltiplicatevi e riempite le acque dei mari;
gli uccelli si moltiplichino sulla terra».
1:23 E fu sera e fu mattina: quinto giorno.
Con la
benedizione
Elohim condivide
con gli esseri
creati, il potere di
generare la vita.
Al termine del processo che ha messo ordine, dando un luogo e un tempo a ciò che prima era
indistinto e deserto (tohu e bohu) , compare la VITA che riempie i primi spazi creati: il mare e il
cielo. Ritorna il verbo CREO’.
Anche la Vita appare
distinta inizialmente in
tre forme: mostri marini,
pesci e uccelli alati.
Anche gli esseri viventi
così come la
vegetazione riceve la
facoltà di organizzarsi in
molteplici forme
...perchè manca il
ritornello “e vide
che era cosa
buona”?
Elohim disse (7): «La terra PRODUCA
esseri viventi secondo la loro specie:
bestiame, rettili e animali selvatici
(3) , secondo la loro specie». E così
avvenne.
1:25 Elohim FECE gli animali
selvatici, secondo la loro specie, il
bestiame, secondo la propria specie,
e tutti i rettili del suolo, secondo la
loro specie. Elohim vide che era cosa
buona.
SESTO GIORNO 1
Nella prima parte del sesto giorno Dio conferisce alla terra il potere di
produrre gli esseri viventi che vivono sulla terra asciutta. Tra questi ci sarà
anche l’uomo, ma non subito.
Anche la vita
terrestre si distingue
in tre forme:
bestiame, rettili,
animali selvatici
Ciò che prima è
prodotto dalla terra
adesso è riportato
ad Elohim, unico
creatore. Il verbo
FARE sostituisce il
PRODURRE che
aveva la terra come
soggetto.
sesto giorno 2
Elohim disse (8): «Facciamo l’uomo
(ha’adam) a nostra IMMAGINE
(sèlèm) secondo la nostra
SOMIGLIANZA (demùt):
DOMINI sui pesci del mare e sugli
uccelli del cielo, sul bestiame, su
tutti gli animali selvatici e su tutti i
rettili che strisciano sulla terra».
(mancano i mostri marini)
Buon ULTIMO arriva anche il momento dell’UMANO. La sua creazione è preceduta
dal verbo FARE come nel caso degli altri animali terrestri, tuttavia qui lo troviamo
alla prima persona plurale “FACCIAMO”. Dio coinvolge l’uomo nella sua stessa
creazione, si pone come collaboratore dello sviluppo dell’umanità di ogni uomo.
ha adam è l’umano
ancora indistinto
nel genere.
IMMAGINE (sèlèm)
indica la corrispondenza
plastica tra un modello e
la sua riproduzione (es.
la statua, oppure un
ritratto)
SOMIGLIANZA
(demùt) indica la
corrispondenza tra
due realtà
paragonabili per il
loro aspetto (es.
padre e figlio)
Dio crea e partecipa all’IMMAGINE (come Dio l’uomo è dotato di ragione che
lo rende libero) ma lascia la SOMIGLIANZA (il diventare figlio) come compito
e responsabilità. Un compito che inizia con il DOMINARE l‘animalità che è
nel mondo ma anche dentro di lui.
sesto giorno 3
1:27 E Elohim creò l’umano
a sua IMMAGINE; a
IMMAGINE di Elohim lo
creò: maschio e femmina li
creò.
(manca la somiglianza)
Nella creazione dell’umano ricorre per 3 volte il verbo “CREO’”, come a sottolineare
che l’IMMAGINE di Dio nell’uomo è perfetta, completa e tuttavia solo dell’uomo si
specifica che è distinto in MASCHIO e FEMMINA.
La precisazione
“maschio e femmina”
non si riferisce
all’immagine di Dio ma
indica l’appartenenza
dell’umano al mondo
animale e ai suoi istinti,
che dovrà dominare per
divenire UOMO e
DONNA. (cfr.genesi
7,9)
Lo creò= l’umanità tutta,
nessuno escluso, è UNA
come Dio
Li creò= il plurale indica
qui la distinzione sessuale
che richiama la prossimità
dell’umano con gli animali rispetto al progetto iniziale manca la somiglianza che
come detto in precedenza è affidata come compito.
L’umano pienamente realizzato sarà colui che
ASSOMIGLIERA’ come un figlio a Dio che sarà allora
suo PADRE.
Sesto giorno 4
1:28 Elohim li benedisse e
Elohim disse (9) loro: «Siate
fecondi e moltiplicatevi,
riempite la terra e
SOGGIOGATELA, DOMINATE sui
pesci del mare e sugli uccelli
del cielo e su ogni essere
vivente che striscia sulla
terra».
(manca “e vide che era cosa
buona”, cfr 2 giorno)
Nella distinzione sessuale l’umano viene separato, distinto in maschio-femmina,
nell’alterità scoprirà il suo limite, rendendo possibile quello spazio relazionale che
sarà la sessualità, benedetta con il dono della fecondità. Il potere della vita è
consegnato dal creatore a tutti gli esseri viventi.
Con 2 verbi Elohim indica
all’uomo come realizzare la
somiglianza: KABA’SH
(soggiogare) e RADA’H
(dominare)
L’umano si umanizzerà
divenendo simile al suo
creatore, per farlo dovrà
imparare 1) a soggiogare la
terra: rendendola una casa
accogliente e 2) dominare
l’animalità che lo costituisce in
parte.
Il dominio dell’animalità (istinti, desideri,passioni) sarà possibile attraverso il dominio di sé (autocontrollo).
cioè la capacità di saper gestire il caos interiore che abita ogni uomo. Ci riuscirà?
sesto giorno 4
Elohim disse (10): «Ecco, io vi do ogni erba
che produce seme e che è su tutta la terra, e
ogni albero fruttifero che produce seme:
saranno il vostro cibo.
1:30 A tutti gli animali selvatici, a tutti gli
uccelli del cielo e a tutti gli esseri che
strisciano sulla terra e nei quali è alito di
vita, io do in cibo ogni erba verde». E così
avvenne.
1:31 Elohim vide quanto aveva fatto, ed ecco,
era cosa molto buona. E fu sera e fu mattina:
sesto giorno.
L’ultima delle 10 parole di
Elohim riguarda il dono del
cibo che è vita ma contiene
un limite, una proibizione
alimentare.
Somigliando a Dio, l’uomo imparerà ad esercitare il controllo e il dominio richiesto,
con la stessa mitezza del creatore, senza distrugge o annichilire, escludendo
qualsiasi forma di violenza.
Gli esseri viventi
(l’umano riceve lo
stesso dono/limite
degli altri animali)
per vivere dovranno
mangiare
escludendo però
qualsiasi forma di
violenza e
sopraffazione, si
ciberanno solo di
erbe e frutti.
Al tramonto del sesto giorno, la
creazione affidata al dominio mite
dell’umano è vista come cosa
MOLTO BUONA.
Così furono portati a compimento il cielo e
la terra e tutte le loro schiere.
2:2 Dio, nel settimo (SHEBA’) giorno, portò
a compimento il lavoro che aveva fatto e
cessò (SHABAT) nel settimo giorno da ogni
suo lavoro che aveva fatto.
2:3 Dio benedisse il settimo giorno e lo
consacrò, perché in esso aveva cessato da
ogni lavoro che egli aveva fatto creando.
(manca “e fu sera e fu mattina settimo giorno”)
Il settimo giorno Elohim si riposa completando la sua creazione. Il riposo (shabàt) consente di separare il
tempo dell’agire dal tempo del riposare e consegna al creato l’ultimo dono del suo creatore: l’autonomia del
creato.
Il riposo di Dio
insegnerà all’uomo
la corretta gerarchia
di valori tra VITA e
LAVORO.
Il riposo di Dio ci mostra
la sua natura: creatore
potente che
generosamente
consegna il suo potere
(generare, governare,
illuminare, dominare,
soggiogare) alle sue
creature
Così come la vita, anche il sabato viene benedetto (cfr. Luca 14,1-6)
omettendo il solito ritornello che concludeva i giorni precedenti, il narratore
proietta questo giorno alla fine di tutti i giorni quando anche il tempo finirà
per introdurre la creazione nell’infinito e nell’eterno.