1. Stress lavorativo e
disturbi da adattamento
Guida pratica all’inquadramento della
patologia professionale da stress
Fabio Piccini MD PhD
Centro Polidiagnostico Regionale - Firenze
2. Agenda
• Definizioni: cosa si intende con il termine disturbo dell’adattamento (DA)
• Classificazione: come il DSM classifica questo tipo di patologia (criteri diagnostici)
• Costrittività vs. resilienza: perché alcuni soggetti sono più a rischio di altri
• Differenziazioni: la diagnosi differenziale dei DA
• Fisiologia e patologia: la reazione da stress
• Meccanismi predisponenti e scatenanti: cosa causa che cosa in chi e perché
• Valutazione: come misurare l’entità del danno
• Esempi: il burnout (che è una malattia non riconosciuta) e il mobbing (che non è una malattia)
• COVID-19: in che modo la pandemia influirà sulla prevalenza dei DA
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
4. Stress at work
«Lo stress dovuto al lavoro può essere definito come un
insieme di reazioni fisiche ed emotive dannose che si
manifesta quando le richieste poste dal lavoro non sono
commisurate alle capacità, risorse, o esigenze del lavoratore.
Lo stress connesso al lavoro può influire sulle condizioni di
salute e provocare persino infortuni»
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
Fonte: NIOSH, STRESS AT WORK, DHHS Publications 1999, 99-101
5. Lavoro e disadattamento (pre-COVID)
• Nel mondo industrializzato, l’avanzare delle moderne tecnologie e i cambiamenti dell’organizzazione lavorativa, hanno determinato
un radicale mutamento delle tipologie di lavoro, con conseguenti modificazioni dei rischi e delle patologie professionali
• Da un lavoro che era prevalentemente agricolo, si è pervenuti ad una fase industriale che ha raggiunto il culmine negli anni ’80
con il 41,5% di occupati nel settore, mentre il terziario ha subito un incremento continuo e costante nel corso degli anni fino ad
attestarsi al 63.2% nel 2002
• Nell'ultimo decennio il volto del mercato del lavoro è cambiato radicalmente, con alcuni settori che prima erano marginali (ad
es. i servizi alle famiglie) che hanno guadagnato ampio spazio rispetto ad altri quali l’industria e l’artigianato e ciò ha causato
spostamenti di centinaia di migliaia di lavoratori tra un settore e l'altro
• Essendo tali spostamenti avvenuti in un periodo di crisi, ciò ha portato all'esplosione di molte situazioni che da anni vivevano
profonde criticità. Il motivo è che questi cambiamenti sono avvenuti più per necessità che non per scelta, con tutte le
conseguenze che questo fenomeno ha portato sugli equilibri psico-fisici, ma anche socio-economici, delle persone
• Il passaggio da occupazioni nel settore dell'industria, spesso tutelate da contratti collettivi caratterizzati da buone tutele per i
lavoratori e salari dignitosi, ad alcune branche dei servizi meno tutelate e con salari inferiori, ha inciso molto sugli equilibri
complessivi, con tutte le conseguenze che questo ha avuto in termini di tenuta psicologica e sociale del paese
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
Fonte: Rapporto Annuale ISTAT 2018
6. • Le mutate condizioni lavorative hanno determinato da una parte la riduzione o la scomparsa di alcune malattie da
lavoro, dall’altra il prospettarsi di nuove patologie stress-correlate che trovano, nel lavoro d’ufficio e in concetti di
efficienza talvolta male applicati un fertile terreno di coltura per il proliferare di condizioni di disagio lavorativo
• Negli ultimi decenni, si è osservata una crescente attenzione verso il ruolo che gli eventi stressanti possono acquisire nella
patogenesi dei disturbi psichiatrici, tuttavia la ricerca psichiatrica attuale così come la psicopatologia classica hanno
scarsamente approfondito le relazioni tra la patologia psichiatrica e aspetti legati al mondo produttivo e all’organizzazione
del lavoro
• Vi è uno stretto rapporto fra stress e disturbi mentali in quanto, se in condizioni ordinarie, il 20% degli stressors
quotidiani minori sono attribuibili a situazioni lavorative (quali: relazioni interpersonali negative con superiori e
colleghi), in contesti particolari (come ristrutturazioni aziendali o marcata disfunzione nell’organizzazione delle risorse
umane), in cui la situazione ambientale cambia in senso peggiorativo, lo stress lavorativo può essere più intenso con
riflessi negativi sulla salute mentale del lavoratore, fino al punto di osservare l’esordio di un disturbo clinicamente
rilevante
• In realtà il lavoro, nella psichiatria moderna, dovrebbe rappresentare una risorsa poiché il reinserimento socio-lavorativo
dei pazienti può favorire l’ampliamento dei contatti sociali, un’indipendenza economica, lo sviluppo di capacità di coping nei
confronti dei sintomi, l’efficacia personale, e può ridurre il ricorso ai servizi psichiatrici e la dipendenza da questi
Di che cosa parliamo
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
7. Abbecedario
• La presenza di psicopatologia rappresenta una quota rilevante delle cause di assenza per malattia e della disabilità
lavorativa e nei Paesi sviluppati la disabilità lavorativa imputabile a disturbi mentali tende ormai a superare quella
dovuta alla patologia somatica
• Nella Unione Europea i costi annui diretti (quali cura e riabilitazione) e indiretti (quali perdita di produttività) della
salute mentale vengono calcolati in oltre 300 miliardi di euro, pari al 4-5% del PIL dell’Unione Europea
• Già prima dell’arrivo della pandemia, si stimava che nei prossimi dieci anni i disturbi e le disabilità di natura psico-
comportamentale sarebbero andati a costituire la voce più pesante della spesa socio-sanitaria nei paesi del vecchio
continente (proviamo dunque a immaginare come questi dati potrebbero cambiare nel dopo-COVID)
• Uno studio epidemiologico europeo (ESEMeD/MHEDEA 2000) che nel periodo 2000-2004 ha preso in considerazione -
insieme alle diagnosi psichiatriche in atto - anche la percentuale di giorni di lavoro perduti nell’ultimo mese, documenta
l’impatto sostanziale sulla produttività dei lavoratori riconducibile ai disturbi più diffusi nella popolazione generale: si rileva
mediamente il 22% di giorni di lavoro persi nell’ultimo mese in concomitanza con un qualunque disturbo psichiatrico in
atto, soprattutto per effetto della diagnosi di Distimia, Episodio Depressivo Maggiore, Disturbi da Stress, Fobia Sociale e
Disturbo di Panico
Fonte: Int J Methods Psychiatr Res. 2003;12(3):165. PMID: 12459795
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
8. Cosa dice il DSM-5
• Secondo il DSM-5 un Disturbo dell’Adattamento (DA) è «una reazione negativa ad uno o più eventi o fattori stressanti
(chiaramente definibili) che si manifesta con sintomi sul piano cognitivo, emotivo e comportamentale, tali da causare una
compromissione del funzionamento precedente del soggetto»
• Si tratta di «eventi che possono essere stressanti per la maggior parte degli individui, o soltanto interpretati come tali dal
soggetto, ma sono comunque associati con una significativa variazione delle strategie di coping ordinarie del soggetto da cui
deriva la psicopatologia»
• L’individuo deve sviluppare i sintomi «in un lasso di tempo che va da qualche giorno a tre mesi dall’occorrenza degli eventi»
• La reazione deve essere «qualitativamente diversa rispetto alla presenza di sintomi cognitivi, affettivi e comportamentali di
un disturbo preesistente che può esserci, ma che deve apparire come chiaramente modificato dalla reazione di
adattamento»
• Il Disturbo dell'adattamento di suddivide in 4 sottotipi: DA con umore depresso: la persona mostra un tono dell'umore
basso, piange facilmente, si mostra disperata; DA con ansia: la persona si mostra tesa, nervosa, inquieta; l'agitazione e
l'ansia da separazione sono predominanti; DA con alterazione della condotta: la persona manifesta cambiamenti repentini
nelle abitudini, negli atteggiamenti; può iniziare o aumentare il consumo di alcool, tabacco o sostanze; DA con
manifestazioni miste tra quelle sopraelencate
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
9. Il pelo nell’uovo
• Nella pratica clinica la diagnosi di un DA presenta non di rado delle difficoltà
• Per via delle sue caratteristiche di aspecificità dei sintomi, ad esso sono spesso ricondotte tutte quelle
forme di disturbi psichici che non soddisfano i criteri per altre diagnosi
• Talora un DA viene considerato come una diagnosi di transizione o sotto-soglia che precede l’esordio di
un disturbo più grave e meglio definibile
• Questa aspecificità è sicuramente uno dei motivi che hanno determinato una scarsa attenzione sia da
parte del mondo della ricerca, che da parte di quello della clinica, con colpevoli ritardi che riguardano sia
la concettualizzazione del DA quanto la definizione di specifiche linee-guida terapeutiche
• Da un punto di vista psicodinamico però il DA ha una sua identità ben precisa, in quanto rappresenta il
modello che permette di definire i fattori che collegano l’evento stressante con la reazione del soggetto e
che ci permettono di valutare il livello di resilienza individuale
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
11. Da dove origina la vulnerabilità?
• Nel corso della vita tutte le persone sperimentano eventi traumatici spiacevoli con cui devono
necessariamente confrontarsi
• Alcuni studi hanno dimostrato che episodi traumatici precoci possono lasciare tracce psicobiologiche che
rendono vulnerabili le persone per tutto il corso della vita ponendole più a rischio di reazioni negative di fronte a
situazioni avverse. Sulla base di tale vulnerabilità si possono strutturare quadri psicopatologici diversi
• E stato dimostrato che più precoce è l’avvenimento traumatico tanto piu profonde sono le modificazioni sul
piano biologico che stanno alla base della vulnerabilità dell’individuo
• Recentemente la letteratura scientifica, ampliando l’ottica di indagine in settori meno abituali per la psichiatria, ha
dimostrato che gli avvenimenti traumatici possono attivare una serie di risposte biologiche come l’attivazione di
processi infiammatori con la riduzione del sistema immunitario, dimostrando cosi che i disturbi mentali possono
rappresentare un modello di malattia sistemica, in cui sono coinvolte componenti diverse in una visione
unitaria mente-corpo
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
12. Da dove origina la resilienza
• Una buona relazione di attaccamento con la madre, nelle fasi iniziali dello sviluppo psicologico, predispone il bambino
all’apprendimento di difese dell’Io adattative che contribuiranno a proteggerlo per il resto della vita
• Una «madre sufficientemente buona» viene definita come quella che si prende cura del proprio bambino senza
anteporre i propri bisogni a quelli di quest’ultimo e che è in grado di «rispecchiarlo» adeguatamente
• Tra i mediatori coinvolti nel determinare, o nel proteggere, dallo sviluppo di un quadro psicopatologico di risposta allo
stress, quelli ambientali sembrano rivestire un ruolo determinante
• La letteratura sottolinea l’importanza della rete sociale, quale fattore protettivo in quanto, se quest’ultima ricca e
variegata, può proteggere dallo sviluppo (e migliorare il decorso) di un disturbo psichiatrico
• Anche fattori ambientali, cosiddetti più prossimali, come l’atmosfera e l’ambiente della famiglia in cui vive una
persona vulnerabile, potrebbero, se caratterizzati da atteggiamenti critici, ostili, e/o di eccessivo iper-coinvolgimento
affettivo, causare il rischio di una reazione meno favorevole a qualsiasi evento stressante
• La resilienza si sviluppa nel corso dell’evoluzione psicologica dell’individuo molto prima che questi inizi a lavorare
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
13. Fattori di debolezza cognitivi ed emotivi
• Accanto ai fattori ambientali, anche meccanismi interiori, come quelli cognitivi ed emotivi, se disfunzionali, possono
indurre persone più vulnerabili ad interpretare il significato degli eventi in modo erroneo
• Tra gli stili di pensiero problematici si annoverano: la maggiore tendenza ad attribuire a se stessi eventuali
successi, ed eventuali fallimenti, ad altri o al caso (Self-Serving Bias), la maggiore tendenza a saltare alle
conclusioni (Jumping to Conclusion), la maggiore tendenza a non prestare attenzione alle prove disconfermanti
(Bias Against Disconfirmatory Evidence), l’eccessiva sicurezza verso gli errori di memoria (Memory Bias) e la
tendenza ad interpretare gli eventi attraverso schemi di pensiero auto-svalutanti (Idealization and Devaluation) e
depressogeni
• Per via di questi stili di pensiero alcuni individui, infatti, sono portati a compiere errori di attribuzione (credere, ad
esempio, di avere poche possibilità di influenzare eventi, dovuti, secondo loro, al caso o da chi ha maggiore potere,
ecc…) o a saltare troppo precocemente a conclusioni che si dimostrano poi errate
• Un altro fattore cognitivo importante e rappresentato dal senso di auto-efficacia, ovvero la capacità di un individuo
di esercitare il controllo in situazioni negative, consapevole delle proprie potenzialità nel determinare il corso degli
eventi
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
14. Cognizione sociale, resilienza e vulnerabilità
• Tra i fattori di rischio, grande rilievo negli ultimi anni e stato dato al deficit di cognizione sociale, definita come
la somma di quei processi cognitivi che consentono agli individui di una stessa specie di interagire tra loro
• Essa include la capacità di percepire ed interpretare il comportamento altrui in termini di stati mentali, di
concettualizzare le relazioni tra individui e di utilizzare tali informazioni per guidare il proprio comportamento e
predire quello degli altri
• la cognizione sociale è un costrutto cognitivo, che comprende una vasta gamma di conoscenze e abilita di tipo
sociale ed emozionale, che maturano nel corso dell’evoluzione, consentendo a un individuo di modulare il proprio
comportamento in riferimento all’organizzazione sociale/professionale a cui appartiene
• La compromissione della cognizione sociale comporta una incapacità nel costruire relazioni appropriate con
gli altri, problemi nella vita sociale e difficoltà di adattamento alle continue e multiple richieste di un contesto
sociale e lavorativo complesso ed eterogeneo
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
15. Che cos’è la reazione da stress
• La reazione da stress è una reazione aspecifica che il corpo mette in atto di fronte a un improvviso
aumento di pressione psico-fisica da parte dell’ambiente
• Deriva da situazioni che vengono percepite come pericolose. Più una situazione viene percepita come
pericolosa, maggiore sarà lo stress che scatenerà nell’individuo che vi si trova di fronte
• Nasce da una interpretazione (valutazione cognitiva) di un evento e dalla successiva auto-valutazione
delle capacità della persona di far fronte a quell’evento (valutazione emozionale)
• Ogni evento stressante scatena immediatamente delle reazioni emotive, neuropsichiche, ormonali,
motorie e immunologiche (PNEI) che hanno funzione adattativa e che formano il quadro conosciuto
come Sindrome Generale di Adattamento
• L’adattamento ha lo scopo di modificare l’equilibrio interno dell’organismo per aiutare l’individuo ad
affrontare il pericolo, tipicamente con una reazione di attacco o di fuga
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
16. Stress acuto vs. stress cronico
• Il problema dello stress cronico consiste nel fatto che l’organismo umano non è progettato per tollerare a
lungo la risposta da stress
• Mentre lo stress acuto può avere paradossalmente un effetto positivo (eustress) rinforzando le nostre
capacità di reagire a stimoli simili nel futuro, lo stress che si prolunga e diviene cronico è spesso causa di
reazioni negative (distress)
• La differenza essenziale tra i due consiste nella durata della stimolazione e nella percezione soggettiva
di non essere in grado di far fronte alle richieste di adattamento che lo stimolo stressante richiederebbe
• Mentre lo stress acuto viene spesso percepito come una sfida che può essere vinta e rendere più forti,
lo stress cronico viene solitamente percepito come una battaglia persa che porta all’esaurimento delle
risorse fisiologiche e alla paura di soccombere allo stimolo
• Così si spiega il ricco corteo sintomatologico che si accompagna allo stress cronico
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
17. STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
Fonte: adattato da Selye H (1950) Stress And The General Adaptation Syndrome, BMJ 06/17 1384-1392
18. I sintomi del distress
I sintomi dello stress possono anche essere di diverse tipologie: fisici, mentali, emotivi e comportamentali.
• SINTOMI FISICI: mal di stomaco, mal di testa, nausea, disturbi digestivi, sintomi di colon irritabile,
dolori conseguenti a stati di tensione muscolare, tachicardia, ipertensione arteriosa, secchezza delle fauci,
dolore costrittivo al petto, insonnia, senso di spossatezza, aumentata suscettibilità alle infezioni
• SINTOMI MENTALI: difficoltà a organizzare i pensieri, problemi di memoria, incapacità a concentrarsi,
preoccupazioni immotivate, fuga dei pensieri, diminuita capacità di giudizio
• SINTOMI EMOTIVI: pessimismo, irritabilità, infelicità, ansia, sbalzi d’umore, depressione, senso di
solitudine, negatività, scarsa autostima, sensazione di essere sopraffatti dagli impegni
• SINTOMI COMPORTAMENTALI: perdita del desiderio sessuale, perdita dell’appetito/iperfagia,
comportamento aggressivo, consumo di alcool, nicotina, stupefacenti, difficoltà a prendere decisioni,
isolamento sociale, tendenza a rimandare o procrastinare, evitare le responsabilità
16/12/2020
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
19. Trattamento del DA
• Sebbene i sintomi disturbanti vadano in genere incontro a remissione spontanea nel giro di 6 mesi, è
comunque consigliabile ricorrere a un supporto psicologico al fine di abbreviarne la durata, ridurre il
rischio di cronicizzazione del disturbo, rafforzare la resilienza del soggetto, ma soprattutto prevenire
l’insorgenza di co-morbidità depressive
• Come nel caso del PTSD, gli interventi consigliati sono la terapia cognitivo-comportamentale (CBT) e la
Eye Movement Desensitization and Reprocessing (EMDR)
• Particolarmente utili sono inoltre le tecniche di rilassamento e approcci di auto-aiuto per affrontare
situazioni in cui, a causa del protrarsi nel tempo di diverse fonti di stress, si rischi di preparare il terreno al
disadattamento vero e proprio, fornendo in tal modo al paziente risorse utili allo sviluppo di una efficace
resilienza
• Se non sono presenti sintomi di particolare gravità non è indicata la terapia farmacologica che
andrebbe invece riservata alle co-morbidità
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
20. Burnout: sindrome o malattia professionale?
• Da quando Herbert Freudenberger la descrisse per la prima volta nel 1974, sulla sindrome da burnout sono stati
pubblicati migliaia di lavori scientifici e questo trend non sembra affatto diminuire
• Dopo essersi affermata a livello internazionale come una sindrome caratterizzata da esaurimento emotivo,
depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale nelle professioni d’aiuto, il suo costrutto è stato criticato,
messo in discussione e sottoposto a profonde modifiche
• A oggi, tuttavia, in Italia e in molti altri Paesi non è possibile diagnosticarlo, perché l’Organizzazione Mondiale
della Sanità, nell’ultima revisione della classificazione internazionale delle malattie (ICD-10), non ha indicato alcun
criterio clinico che possa, allo stato attuale, consentire una chiara definizione diagnostica di tale sindrome
• Lo stesso dicasi per la quinta revisione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM-5),
contrariamente a quanto atteso, la sindrome da burnout non ha trovato spazio tra i disturbi psichici come
entità nosografica specifica
• Rimane dibattuto, di conseguenza, il possibile inquadramento di tale sindrome dal punto di vista medico-legale
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
21. Workplace Bullying
«Workplace bullying is a situation in which one or more
persons systematically and over a long period of time perceive
themselves to be on the receiving end of negative treatment
on the part of one or more persons, in a situation in which the
person(s) exposed to the treatment has difficulty in defending
themselves against this treatment»
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
Fonte: Einarsen, et al. (eds), Bullying and Emotional Abuse in the Workplace: International Perspectives in Research and Practice. London: Taylor & Francis 2003
22. Il mobbing non è una malattia
• «Mobbing» non è una diagnosi di disagio psicologico ma piuttosto una diagnosi di un disagio
organizzativo
• Il mobbing viene infatti definito come un «workplace bullying» che può procedere dall’alto verso il
basso, dal basso verso l’alto, oppure orizzontalmente (alle volte anche contemporaneamente)
• Nei paesi Europei ha una prevalenza compresa tra il 10 e il 15% a seconda dei luoghi di lavoro
• Da quando è stato riconosciuto come patologia organizzativa (e indennizzato) ne è aumentata
sensibilmente la denuncia, probabilmente anche per via del fatto che viene identificato più spesso
• Il miglior modo per evitare il mobbing consiste nella sua prevenzione, favorendo la crescita di una cultura
organizzativa improntata all’addestramento del personale a tutti i livelli e allo sviluppo di iniziative
orientate a una cultura del rispetto e dell’inclusione delle persone all’interno degli ambienti di lavoro
• Il mobbing può dare luogo a diverse patologie da stress nelle vittime di bullismo
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
23. Mobbing vs. costrittività organizzativa
• Il mobbing, inteso come bullismo, può svilupparsi in maniera verticale (dall’altro verso il basso e
viceversa) oppure in maniera orizzontale (tra pari grado)
• Nelle diverse modalità di bullismo che caratterizzano il mobbing vengono comprese sia le azioni
chiaramente vessatorie, discriminative e intimidatorie, che la cosiddetta costrittività organizzativa
• Il primo tipo di azioni rientra nella sfera della responsabilità individuale del/dei persecutore/i
• Il secondo tipo di azioni, che coinvolgono in modo più o meno diretto ed esplicito l’organizzazione del
lavoro e la posizione lavorativa, risulta di carattere più sfumato e talora meno evidente
• Il risultato di tutte queste azioni è comunque il medesimo: la distruzione psicologica della vittima
• Nei casi di mobbing di maggiore gravità entrambi questi due tipi di fenomeni si sovrappongono in un
continuum e sono chiaramente evidenziabili
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
24. Approfondimenti diagnostici utili
• Vista la difficoltà di diagnosticare (specialmente a livello differenziale) il DA distinguendolo dalle altre
patologie acute e croniche derivanti dalla reazione ad eventi stressanti, un utile ausilio per la diagnosi
può venire dall’utilizzo di un test di personalità
• Il mio suggerimento è quello di usare un MMPI-2 o – ancora meglio – la sua versione più aggiornata
MMPI-2-RF che ritengo dovrebbe divenire uno standard in questo tipo di valutazioni
• Questo reattivo di personalità, di sperimentata efficacia, oltre a permetterci di evidenziare l’affidabilità
delle affermazioni del soggetto (attraverso numerosi indici di validità) ci permette anche di differenziare
il DA da altre comorbidità (grazie a diverse scale di patologia), quali ad esempio i disturbi fittizi, i
disturbi psicosomatici, la sindrome di Munchausen e i disturbi distimici
• Sempre utili per integrare la diagnosi sono inoltre il dosaggio plasmatico del cortisolo al mattino e il
dosaggio urinario delle catecolamine totali delle 24 ore
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
26. L’indennizzo dei disturbi da mobbing
• L’ INAIL indennizza anche la malattia causata dalla condotta vessatoria del datore di lavoro. La tutela assicurativa INAIL si
applica anche agli effetti del mobbing, ovvero ad ogni forma di tecnopatia di natura fisica o psichica, che sia
conseguenza dell’attività lavorativa svolta. E’ quanto chiarito dalla Corte di Cassazione, Sez. Lavoro, nell’ordinanza 14
maggio 2020, n. 8948 confermando di fatto precedenti sentenze
• La Cassazione ha più volte accolto queste domande, precisando che, secondo un risalente e consolidato indirizzo
giurisprudenziale di legittimità, enunciato nell’ambito dell’assicurazione sociale di cui al D.P.R. n. 1124 del 1965, art. 1,
assume rilievo non solo il rischio specifico proprio della lavorazione, ma anche quello c.d. specifico improprio,
ovvero il rischio non strettamente insito nell'atto materiale della prestazione ma collegato con la prestazione stessa
• Dunque, la Cassazione ha stabilito che ogni forma di tecnopatia che sia conseguenza di attività lavorativa vada ritenuta
assicurata all'INAIL, anche nel caso in cui essa non sia inserita tra le malattie tabellate o tra i rischi tabellati, dovendo il
lavoratore, in tale caso, dimostrare soltanto l’esistenza del nesso di causa tra la lavorazione patogena e la malattia
• L’oggetto di tutela non è infatti il rischio di malattia professionale bensì «questi eventi in quanto incidenti sulla capacità
di lavoro e collegati con un nesso causale con un’attività tipicamente valutata dalla legge come meritevole di tutela»
STRESS E DISTURBI DA ADATTAMENTO
27. DA in tempo di COVID-19
• I Disturbi dell'Adattamento, a differenza del Disturbo da Stress Acuto (sintomi per almeno 3 giorni dopo
l'esposizione al trauma fino a massimo 1 mese) e del PTSD (sintomi per almeno 1 mese dopo l'esposizione
al trauma), insorgono a seguito di eventi stressanti caratterizzati da qualsiasi livello di gravità, quindi
non necessariamente di natura estrema
• La persona che ha difficoltà nell'adattarsi ad una situazione nuova, di cambiamento, manifesta una
sofferenza sproporzionata rispetto alla gravità o all'intensità dell'evento stressante e tale gravità
è definita dalla conseguente compromissione delle sue relazioni e del suo funzionamento lavorativo
• Dall’inizio della pandemia si è osservato un aumentato numero di diagnosi di DA nei soggetti afferenti
ai Centri di Salute Mentale
• Il difficile di fronte all’attuale situazione consiste dunque nel differenziare tra loro i diversi tipi di
reazioni allo stress pandemico che stanno emergendo all’orizzonte clinico, sia da parte del personale
sanitario, che da parte dei pazienti, che da parte della popolazione in genere
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO
29. Conclusioni
• I disturbi da stress correlati all’ambiente di lavoro sono andati aumentando nel corso degli ultimi decenni in parallelo
all’evoluzione del mercato del lavoro dal mondo dell’agricoltura, a quello dell’industria a quello del terziario avanzato
• I Disturbi da Adattamento (DA) includono tutte le reazioni che le persone mettono in atto per proteggersi dagli eventi
stressanti e che derivano dall’estremizzazione/cronicizzazione delle reazioni fisiologiche allo stress
• I DA costituiscono una categoria diagnostica molto rappresentata a livello clinico ma sono stati complessivamente poco studiati
in quanto di difficile isolamento dai meglio noti disturbi post-traumatici da stress e dai disturbi da stress acuto
• Meglio studiati sono i disturbi da stress conseguenti a bullismo sul luogo di lavoro (mobbing) e a costrittività organizzativa
• Trattandosi di condizioni patologiche che colpiscono sia l’organizzazione come tale che gli individui, hanno maggiore visibilità dei
disturbi clinici che vengono ancora troppo spesso classificati con il termine di «esaurimento nervoso»
• L’attuale epidemia di COVID-19 minaccia di rappresentare un importante fattore scatenante per tutti i disturbi correlati allo
stress sia nei sanitari (burnout e PTSD), che nei pazienti, che nella popolazione in genere
• Per questo motivo, è opportuno approfondire lo studio delle strategie preventive allo sviluppo e alla cronicizzazione dei
disturbi da stress
STRESS LAVORATIVO E DISTURBI DA ADATTAMENTO