17. Dall'insieme costituito dalle tre formulazioni della legge morale si può evincere che per suo effetto la volontà soggettiva debba ampliarsi ed elevarsi a comprendere un punto di vista e d'azione universale, dove tutti i soggetti possano e debbano essere considerati sempre come dei fini in se stessi. In questo modo la legge morale kantiana istituisce una comunità ideale di uomini liberi, capaci di riconoscersi reciprocamente in dignità personale. La spontaneità della volontà allora si fonde in questo punto di vista razionale, per potersi individuare come orizzonte di determinazione comune (il regno morale dei fini è una repubblica della ragione).
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19. La formalità della legge morale costituisce dunque il dovere , che viene scoperto dalla ragione singola dell'uomo come determinazione della propria ed altrui volontà (individuazione universale). Individuazione che porta con sé lo scopo e l'azione da compiere, oltre ed eventualmente contro l'inclinazione sensibile (legata al desiderio, al bisogno o alla necessità istintuale).
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21. Il divieto alla strumentalizzazione della persona umana si accompagna in Kant al divieto della strumentalizzazione utilitaristica degli impulsi naturali. In questo modo il rigorismo kantiano intende escludere a priori la possibilità di un'eterogenesi dei fini, per la quale l'utilizzazione sensibile dei portati naturali vincoli la realizzazione di finalità sovra-naturali, razionali. In ciò consiste la terza caratteristica della legge morale kantiana: il suo disinteresse , il suo distacco da termini di realizzazione imposti contro la necessità stessa ed universalità a priori della legge morale.
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25. L'affermazione della categoricità formale della legge morale, del suo disinteresse verso le finalità materiali e naturali e la sua focalizzazione verso un principio d'applicazione necessario ed universale ( a priori ) come il dovere, se da un lato tolgono valore e legittimità all'identificazione ed immedesimazione morale dell'individuo e della collettività verso ogni forma etica di naturalismo (libertà naturale dei soggetti), dall'altro ed in modo opposto e complementare trasferiscono ed isolano il concetto di libertà in una forma astratta di autonomia: l'autonomia e la priorità dell'ordinamento razionale nei confronti di quello naturale.