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Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Immigrati: da emergenza a opportunità.
Dimensione, effetti economici e politiche.
Francesca Mazzolari
Luca Paolazzi
Centro Studi Confindustria
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Sull’immigrazione
i dati mettono in luce in Italia una realtà
spesso diversa dall’opinione comune.
Gli italiani sono sempre più diffidenti
verso gli stranieri (specie extra-UE) perché
hanno quattro fondamentali timori.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Gli italiani, diffidenti verso l’immigrazione,…
(% rispondenti che hanno una visione positiva/negativa dell’immigrazione)
Fonte: elaborazioni CSC su dati European Social Survey (2002, 2004 e 2012)
ed Eurobarometro (2015).
39
56
44
54
72
61
44
56
46
28
0 50 100
2002
2004
2012
2015
(Stranieri UE)
2015
(Stranieri extra-UE)
Negativa Positiva
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
…temono che gli immigrati...
(% di risposte)
Fonte: elaborazioni CSC su dati European Social Survey 2002.
UE-15 Italia
Totale Totale
Chi ha
visione
positiva
Chi ha
visione
negativa
…abbassino gli stipendi 38,6 34,0 23,2 51,3
…sottraggano posti di lavoro 39,5 39,0 25,9 63,9
…siano un costo per lo Stato 46,4 29,6 15,3 62,5
…peggiorino i problemi
legati alla criminalità
68,2 62,5 52,7 80,5
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
L’Indagine IPSOS del 2015 ci dice che il 67%
degli italiani pensa che l’immigrazione
abbia messo a dura prova i servizi pubblici
nel nostro Paese (era il 56% nel 2011).
Mentre per il 54% (quota pressoché stabile
dal 2011) gli immigrati rendono più difficile
trovare un lavoro.
Soltanto il 14% ritiene che l’immigrazione
sia un bene per la nostra economia
(era il 30% nel 2011).
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
C’è un’invasione di immigrati?
Rubano il lavoro agli italiani?
Scavano un buco nei conti dello Stato?
Perché e come promuovere la loro integrazione?
Quanti e quali immigrati attrarre?
Le questioni aperte
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Qual è il contributo dell’immigrazione
al PIL italiano?
Ma prima di tutto
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Il CSC stima che, senza l’apporto di lavoro
straniero, il PIL italiano sarebbe
di 124 miliardi più basso.
Sarebbe cresciuto meno negli anni
di espansione e sarebbe caduto di più
durante la crisi.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
1.250
1.300
1.350
1.400
1.450
1.500
1.550
1998
1999
2000
2001
2002
2003
2004
2005
2006
2007
2008
2009
2010
2011
2012
2013
2014
2015
PIL totale
PIL senza stranieri
Immigrati: un lavoro che vale oltre 120 mld
(Italia, miliardi di euro a prezzi 2015)
Produttività stranieri in 6 macrosettori pari a valore aggiunto settoriale/ULA totali.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
2015
124 mld
8,7% del PIL
2008
98 mld
6,5% del PIL
1998
31 mld
2,3% del PIL
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
C’è un’invasione di immigrati?
Le questioni aperte
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
La popolazione straniera residente in Italia
è cresciuta molto e molto velocemente:
da 2,1 milioni nel 2000 a 5,8 milioni nel 2010.
Una novità per noi, ma non per il Mondo.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Italia: nuova meta di migranti
(Numero di residenti nati all’estero)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite.
In milioni In % su popolazione totale
1990 2000 2010 2015 1990 2000 2010 2015
Mondo 152,6 172,7 221,7 243,7 2,9 2,8 3,2 3,3
Europa 49,8 56,3 72,4 76,1 6,8 7,7 9,8 10,3
Italia 1,4 2,1 5,8 5,8 2,5 3,7 9,7 9,7
Germania 5,9 9,0 11,6 12,0 7,5 11,0 14,4 14,9
Spagna 0,8 1,7 6,3 5,9 2,1 4,1 13,5 12,7
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Dai paesi extra-UE arriva il 60,1%
degli stranieri che sono in Italia (erano
il 91,9% nel 2003, prima dell’allargamento
ai paesi dell’Est).
Più della metà è venuto per lavorare.
Uno su duecento è stato ammesso
per ragioni umanitarie.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Dall’extra-UE si migra per il lavoro
(Italia, immigrati di 1a
generazione per cittadinanza e motivo, in migliaia, 2014)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
41,7% 54,2%
54,2%
41,5%
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
Non UE-28
[60,1%]
UE-28
[39,9%]
Lavoro
Famiglia
Studio
Protezione
internazionaleo asilo
Altro
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Fin qui abbiamo conteggiato solo gli stranieri
residenti (iscritti all’anagrafe).
Quanti sono gli irregolari presenti
sul territorio?
Meno di 300mila secondo le stime più
aggiornate, il 6% dell’immigrazione totale.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
E quelli che arrivano dal mare?
Quanti sono e quanti ne ospitiamo?
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Italia: quanti migranti dal mare?
(Numero di persone)
*Al 31 maggio 2016.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Ministero dell’Interno.
Migranti sbarcati in Italia
Migranti ospitati
nei centri di accoglienza
1° gennaio-
30 maggio
1° gennaio-
31 dicembre
Al 31 dicembre
2014 39.929 170.100 66.066
2015 45.876 153.842 103.792
2016 47.740 - 119mila*
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Gli immigrati in Italia sono aumentati molto
ma non sono così tanti.
Gli italiani pensano siano molti di più.
E la sovrapercezione, che c’è anche in altri
paesi, qui è più alta che altrove.
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Presenza straniera sovrapercepita…
(% su totale residenti, 2015)
Fonte: elaborazioni CSC su dati IPSOS.
Percepita Reale Differenza
USA 33 14
Italia 26 9
Francia 26 12
Germania 26 12
Belgio 24 10
Paesi Bassi 25 12
Gran Bretagna 25 13
Svezia 25 16
Spagna 22 14
19
17
14
14
14
13
12
9
8
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
(9,2; 33,3)
(5,7; 9,2)
(3,0; 5,7)
(0,0; 3,0)
…anche per la forte concentrazione
territoriale
(% su totale residenti, 31 dicembre 2014)
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Gli immigrati ci sembrano numerosi,
ma ne serviranno e aumenteranno
sempre di più.
Nel 2065 saranno 13,2 milioni,
il 22,0% della popolazione totale.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Gli stranieri ci salvano dal calo demografico
(Italia, popolazione residente in milioni al 1o
gennaio di ogni anno)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
45,0
50,0
55,0
60,0
65,0
2002
2005
2008
2011
2014
2017
2020
2023
2026
2029
2032
2035
2038
2041
2044
2047
2050
2053
2056
2059
2062
2065
Con stranieri
Senza stranieri
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Gli immigrati cresceranno per ragioni
sia di offerta sia di domanda.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Dal lato dell’offerta, i flussi migratori saranno
sostenuti dalle diverse dinamiche
della popolazione tra Nord Africa ed Europa.
Oltre che i diversi livelli di reddito.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Popolazione a fine secolo: Africa 7 volte l’UE
(Milioni di abitanti)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite.
0
500
1.000
1.500
2.000
2.500
3.000
3.500
4.000
1980 1990 2000 2010 2020 2050 2100
Africa UE-27
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Dal lato della domanda, all’Italia
gli immigrati servono per attenuare
gli squilibri demografici e…
 alimentare il progresso economico,
attraverso l’aumento della forza lavoro;
 garantire la sostenibilità del sistema di welfare,
in primis le pensioni;
 smorzare i conflitti di interesse intergenerazionali.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
In particolare, grazie alla più giovane età
(32,6 anni contro 44,9) e alla maggiore
fecondità (2,37 figli per donna
contro 1,29 nel 2012) gli immigrati
danno un notevole impulso soprattutto
alla popolazione in età lavorativa.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
-5,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0
0-4
5-9
10-14
15-19
20-24
25-29
30-34
35-39
40-44
45-49
50-54
55-59
60-64
65-69
70-74
75-79
80-84
85-89
90-94
95-99
100+
Italiani
Stranieri
2015 2065
Stranieri sempre più giovani degli italiani
(Italia, popolazione per classi di età, 2015 e 2065)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
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Rubano il lavoro agli italiani?
Le questioni aperte
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Più di un italiano su due pensa
che a causa degli immigrati sia più difficile
trovare un lavoro.
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Gli stranieri non rubano lavoro agli italiani:
 fanno lavori che questi non sarebbero
comunque disponibili a svolgere;
 in alcuni settori il loro apporto di lavoro
è cruciale;
 durante la crisi hanno sofferto come e più
dei lavoratori italiani.
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Stranieri in lavori non qualificati, anche se laureati
(% di lavoratori in diverse professioni per cittadinanza e titolo di studio, 2015)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Tipologia di professione
Totale Laureati
Italiani Stranieri Italiani Stranieri
Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche 37,3 7,1 83,8 36,7
Impiegati e addetti al commercio e servizi 31,8 27,0 14,7 30,3
Operai e artigiani 22,8 30,3 1,1 9,7
Personale non qualificato 8,1 35,7 0,4 23,2
Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
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Immigrati concentrati in alcuni settori…
(Lavoratori di cittadinanza straniera in % dei lavoratori totali, 2015)
Selezione di settori Ateco 2007 in ordine crescente per la % di stranieri sul totale occupazione.
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Totale Dipendenti
Personale
non qualificato
Amministrazione pubblica 0,2 0,2 2,0
Attività finanziarie 0,6 0,6 36,6
Commercio 6,3 6,0 21,4
Industria in senso stretto 9,6 10,5 15,6
Totale economia 10,6 12,4 34,5
Agricoltura 15,8 29,9 32,6
Costruzioni 16,3 20,1 31,0
Alberghi e ristoranti 18,7 23,3 42,6
Servizi collettivi e personali 39,9 49,0 69,6
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…e più colpiti dalla crisi
(Tasso di occupazione, 15-64 anni, valori %)
Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
Italiani Stranieri
2007 2015
Var.
2007-2015
2007 2015
Var.
2007-2015
Uomini 69,8 65,1 -4,7 83,5 69,4 -14,1
Donne 46,3 46,9 0,6 51,8 49,7 -2,1
Totale 58,1 56,0 -2,1 67,1 58,9 -8,2
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Ci sono canali attraverso i quali il lavoro
immigrato svolge un ruolo “complementare”,
permettendo agli italiani di:
 lavorare di più
 svolgere occupazioni più complesse
 essere più produttivi
 guadagnare di più
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
1o
canale di complementarietà
In virtù delle loro maggiori capacità
comunicative, i nativi si specializzano
in ruoli più elevati.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
A livelli di istruzione medio-bassi:
gli immigrati
assemblano, guidano, costruiscono,
mentre gli italiani
coordinano, supervisionano,
tengono contatti.
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A livelli di istruzione medio-alti:
gli immigrati si specializzano
in occupazioni analitico-matematiche,
mentre i nativi
in quelle manageriali e gestionali.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
2o
canale di complementarietà
Il lavoro domestico, in Italia svolto in larga
parte da lavoratrici extra-comunitarie,
facilita la conciliazione tra famiglia e lavoro
e permette a molte donne italiane di entrare
e rimanere nel mercato del lavoro.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Scavano un buco nei conti dello Stato?
Le questioni aperte
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Due italiani su tre pensano
che l’immigrazione abbia messo a dura
prova i servizi pubblici nel nostro Paese
(salute, trasporti, servizi educativi).
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
In effetti, nei comuni dove sono più
concentrati, gli immigrati ricevono
più welfare municipale degli autoctoni.
Questo perché vivono nelle aree più ricche
del Paese ma con lavori poco qualificati
e redditi bassi.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Però, tutti gli studi indicano
che nell’aggregato l’impatto
dell’immigrazione sulla finanza pubblica
italiana è positivo: 12 miliardi di euro (2009).
Il contributo medio di un immigrato
alle entrate pubbliche è inferiore
a quello di un autoctono, ma anche la spesa
pubblica di cui usufruisce è più contenuta.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Nell’aggregato aiutano i conti pubblici
(Contributo netto delle famiglie immigrate, valori in % PIL, media 2007-2009)
Le famiglie immigrate sono quelle in cui il/i capo/i famiglia è/sono nati all’estero.
Fonte: elaborazioni CSC su stime OCSE.
-1,2
-0,7
-0,2
0,3
0,8
1,3
1,8
2,3
Lussemburgo
Svizzera
Grecia
Italia
Islanda
Slovenia
Belgio
Spagna
Portogallo
Estonia
RegnoUnito
Norvegia
PaesiBassi
MediaOCSE
Svezia
Finlandia
Austria
Danimarca
Ungheria
StatiUniti
Australia
Rep.Ceca
Slovacchia
Canada
Irlanda
Polonia
Francia
Germania
Incluso pensioni Escluso pensioni
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Ma i nuovi immigrati per ragioni umanitarie
sono un importante costo per lo Stato.
La spesa pubblica per soccorso in mare,
accoglienza, sanità e istruzione è passata
da 828 milioni nel 2011 a 2,6 miliardi
nel 2015 (3,3 stimata nel 2016).
Per questo la flessibilità di bilancio
accordata dalla UE non può essere limitata
all’incremento della spesa
da un anno all’altro.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Perché e come promuovere la loro integrazione?
Le questioni aperte
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Integrare gli immigrati non è solo un dovere
morale o una questione di equità.
Va fatto anche per ragioni di efficienza
economica e lungimiranza politica.
Se gli stranieri sono ben integrati i vantaggi
che apportano alle economie ospitanti
si amplificano e diminuiscono
le probabilità di conflitto sociale.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
In Italia gli stranieri sono in fondo alla scala
sociale. Chi è arrivato e arriva oggi
può accettare questa condizione
come soddisfacente perché è fuggito
da situazioni di gravi deprivazioni.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Più basso il reddito degli stranieri
(Famiglie italiane e straniere per fasce di reddito* in migliaia, valori %, 2014)
*Gli intervalli sono individuati sulla base dei decili della distribuzione complessiva
del reddito familiare in Italia.
Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia.
0,0
5,0
10,0
15,0
20,0
25,0
30,0
<10 10-15 15-18 18-22 22-25 25-30 30-36 36-44 44-55 >55
Famiglie italiane
Famiglie straniere
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
È però importante garantire
la mobilità intergenerazionale.
Se c’è marginalizzazione si rischiano
alienazione e pericolose tensioni sociali.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Fondamentale è il ruolo della scuola,
primo canale di integrazione.
Da anni in Italia la scuola svolge questo ruolo
spontaneamente: gli alunni con cittadinanza
non italiana sono aumentati da 240mila
nel 2002 a 806mila nel 2014 (+235%).
Ora occorrono politiche scolastiche mirate.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Si deve fare di più.
La quota di abbandoni scolastici
tra i 18-24enni è per gli stranieri il triplo
di quella dei nativi (33,0% contro 13,4%).
Gli stranieri ottengono voti più bassi.
Quelli che ripetono almeno un anno
scolastico sono il 27,3% (contro il 14,3%).
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Quanti e quali immigrati attrarre?
Le questioni aperte
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
La politica dell’immigrazione in Italia oggi
consiste di un sistema a quote
per gli ingressi di lavoro.
Va modificata prevedendo
una programmazione di medio periodo
e aggiustamenti annuali ex-post
sulla base dell’effettiva evoluzione
della domanda di lavoro esplicitata
dalle aziende.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Sono anche previsti ingressi “fuori quota”
per talune categorie di lavoratori qualificati.
La lista di occupazioni deve poter essere
ampliata in modo flessibile,
per via amministrativa, non legislativa.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
La Blue card (direttiva europea 2009/50/CE)
è un permesso speciale per lavoratori
qualificati provenienti da paesi extra-UE.
È il primo passo verso una politica
di ammissione comune a livello europeo.
L’Italia ha adottata la Blue card aggiungendo
una categoria alla lista di possibili
ingressi “fuori quota”.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Blue Card: canale di ingresso in prevalenza
usato dalla Germania
(Numero di permessi rilasciati)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
2011 2012 2013 2014
UE-28 156 1.646 5.096 5.811
Germania 0 700 3.776 4.197
Spagna 107 443 303 37
Francia 0 126 371 604
Italia 0 6 84 164
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Il 20 giugno scorso la Confindustria
ha firmato un Protocollo con il Ministero
dell’Interno che consentirà alle imprese
associate, tramite l’intermediazione
delle Associazioni territoriali, di avvalersi
di una procedura semplificata
per gli ingressi con Blue Card.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
La Commissione europea, prendendo atto
della ridotta diffusione della Blue Card,
ha presentato una proposta di revisione
della direttiva che mira a introdurre
uno schema di ingresso unico che sostituisca
i vari schemi nazionali e faciliti
lo spostamento dei titolari
tra paesi dell’Unione.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Al di là degli strumenti di ingresso,
dobbiamo diventare un paese più attrattivo
per i lavoratori qualificati.
Attualmente attraiamo stranieri che hanno
livelli di istruzione inferiore ai nostri.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Belgio
Rep. Ceca
Danimarca
Germania Estonia
Irlanda
Grecia
Spagna
Francia
Croazia
Italia
Cipro
Lettonia
Lussemburgo
Ungheria
Malta
Paesi Bassi
Austria
Polonia
Portogallo
Slovenia
Slovacchia
Finlandia
Svezia
Regno Unito
Islanda
Norvegia
Svizzera
10
20
30
40
50
60
10 20 30 40 50 60
Stranieri
Autoctoni
Più laureati autoctoni, più immigrati laureati
(25-54enni laureati in % della rispettiva popolazione)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Qual è la risposta dell’Unione europea?
Quante sono e come vengono gestite
le richieste di asilo?
Come facilitare l’integrazione dei rifugiati?
Emergenza migranti
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Qual è la risposta dell’Unione europea?
È condivisibile la proposta del Governo
italiano, inclusa nel Migration Compact,
di finanziare, anche con l’emissione
di obbligazioni europee, i paesi
che controllano il flusso in uscita
e reprimono il traffico illegale.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Quante sono le richieste di asilo?
In Italia sono aumentate di oltre tre volte
tra 2013 e 2015, passando da una media
mensile di 2.200 a quasi 7.000 (sui 13mila
migranti arrivati dal mare).
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Quale probabilità hanno le domande
di asilo di essere accettate?
In Europa dipende dal paese dove vengono
presentate e in Italia dalla regione
dove sono valutate.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Forti disparità nell’accettazione nell’UE…
(Domande in migliaia; tasso di accoglienza in % delle domande, 2015)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
51,9%
56,5%
26,5%
41,5%
31,4%
0
50
100
150
200
250
300
UE-28 Germania Francia Italia Spagna
0,0
10,0
20,0
30,0
40,0
50,0
60,0
Tasso di accoglienza
Totale richieste trattate (scala destra)
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
…e anche tra le regioni italiane
(Domande in migliaia; tasso di accoglienza in % delle domande, 2015)
Fonte: elaborazioni CSC su dati Ministero dell’Interno.
44,6
40,0
45,4 44,6
33,0
25,7
64,0
45,4
24,3
34,2
75,3
15,7
27,0
0
2
4
6
8
10
12
14
16
Sicilia
Lazio
Puglia
Calabria
Lombardia
Campania
eMolise
Emilia
Romagna
Piemonte
eLiguria
Toscana
eUmbria
Veneto
FriuliVenezia
Giulia
Sardegna
Marche
0,0
20,0
40,0
60,0
80,0
Tasso di accoglienza Totalerichiestetrattate (scala destra)
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
Come facilitare l’integrazione dei rifugiati?
La questione è difficile ma prioritaria.
Tra paesi membri è eterogeneo il grado
di preparazione all’accoglienza in termini
di infrastrutture, risorse finanziarie
e misure predisposte per facilitare
l’inserimento nel mercato del lavoro.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
In Italia ci sono ampi margini
di miglioramento, per esempio in relazione
all’offerta di formazione professionale.
Confindustria firma oggi un Protocollo
di intesa con il Ministero dell’Interno
per avviare iniziative comuni
per l’inserimento al lavoro dei rifugiati,
partendo da tirocini
presso le imprese associate.
Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti.
Taluni sono giunti dai confini,
han detto che di barbari non ce ne sono più.
E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi?
Era una soluzione, quella gente.
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Immigrati: da emergenza a opportunità - Presentazione Centro Studi Confindustria

  • 1. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria
  • 2. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Immigrati: da emergenza a opportunità. Dimensione, effetti economici e politiche. Francesca Mazzolari Luca Paolazzi Centro Studi Confindustria
  • 3. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Sull’immigrazione i dati mettono in luce in Italia una realtà spesso diversa dall’opinione comune. Gli italiani sono sempre più diffidenti verso gli stranieri (specie extra-UE) perché hanno quattro fondamentali timori.
  • 4. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Gli italiani, diffidenti verso l’immigrazione,… (% rispondenti che hanno una visione positiva/negativa dell’immigrazione) Fonte: elaborazioni CSC su dati European Social Survey (2002, 2004 e 2012) ed Eurobarometro (2015). 39 56 44 54 72 61 44 56 46 28 0 50 100 2002 2004 2012 2015 (Stranieri UE) 2015 (Stranieri extra-UE) Negativa Positiva
  • 5. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria …temono che gli immigrati... (% di risposte) Fonte: elaborazioni CSC su dati European Social Survey 2002. UE-15 Italia Totale Totale Chi ha visione positiva Chi ha visione negativa …abbassino gli stipendi 38,6 34,0 23,2 51,3 …sottraggano posti di lavoro 39,5 39,0 25,9 63,9 …siano un costo per lo Stato 46,4 29,6 15,3 62,5 …peggiorino i problemi legati alla criminalità 68,2 62,5 52,7 80,5
  • 6. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria L’Indagine IPSOS del 2015 ci dice che il 67% degli italiani pensa che l’immigrazione abbia messo a dura prova i servizi pubblici nel nostro Paese (era il 56% nel 2011). Mentre per il 54% (quota pressoché stabile dal 2011) gli immigrati rendono più difficile trovare un lavoro. Soltanto il 14% ritiene che l’immigrazione sia un bene per la nostra economia (era il 30% nel 2011).
  • 7. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria C’è un’invasione di immigrati? Rubano il lavoro agli italiani? Scavano un buco nei conti dello Stato? Perché e come promuovere la loro integrazione? Quanti e quali immigrati attrarre? Le questioni aperte
  • 8. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Qual è il contributo dell’immigrazione al PIL italiano? Ma prima di tutto
  • 9. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Il CSC stima che, senza l’apporto di lavoro straniero, il PIL italiano sarebbe di 124 miliardi più basso. Sarebbe cresciuto meno negli anni di espansione e sarebbe caduto di più durante la crisi.
  • 10. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria 1.250 1.300 1.350 1.400 1.450 1.500 1.550 1998 1999 2000 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 2009 2010 2011 2012 2013 2014 2015 PIL totale PIL senza stranieri Immigrati: un lavoro che vale oltre 120 mld (Italia, miliardi di euro a prezzi 2015) Produttività stranieri in 6 macrosettori pari a valore aggiunto settoriale/ULA totali. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. 2015 124 mld 8,7% del PIL 2008 98 mld 6,5% del PIL 1998 31 mld 2,3% del PIL
  • 11. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria C’è un’invasione di immigrati? Le questioni aperte
  • 12. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria La popolazione straniera residente in Italia è cresciuta molto e molto velocemente: da 2,1 milioni nel 2000 a 5,8 milioni nel 2010. Una novità per noi, ma non per il Mondo.
  • 13. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Italia: nuova meta di migranti (Numero di residenti nati all’estero) Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite. In milioni In % su popolazione totale 1990 2000 2010 2015 1990 2000 2010 2015 Mondo 152,6 172,7 221,7 243,7 2,9 2,8 3,2 3,3 Europa 49,8 56,3 72,4 76,1 6,8 7,7 9,8 10,3 Italia 1,4 2,1 5,8 5,8 2,5 3,7 9,7 9,7 Germania 5,9 9,0 11,6 12,0 7,5 11,0 14,4 14,9 Spagna 0,8 1,7 6,3 5,9 2,1 4,1 13,5 12,7
  • 14. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Dai paesi extra-UE arriva il 60,1% degli stranieri che sono in Italia (erano il 91,9% nel 2003, prima dell’allargamento ai paesi dell’Est). Più della metà è venuto per lavorare. Uno su duecento è stato ammesso per ragioni umanitarie.
  • 15. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Dall’extra-UE si migra per il lavoro (Italia, immigrati di 1a generazione per cittadinanza e motivo, in migliaia, 2014) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 41,7% 54,2% 54,2% 41,5% 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 Non UE-28 [60,1%] UE-28 [39,9%] Lavoro Famiglia Studio Protezione internazionaleo asilo Altro
  • 16. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Fin qui abbiamo conteggiato solo gli stranieri residenti (iscritti all’anagrafe). Quanti sono gli irregolari presenti sul territorio? Meno di 300mila secondo le stime più aggiornate, il 6% dell’immigrazione totale.
  • 17. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria E quelli che arrivano dal mare? Quanti sono e quanti ne ospitiamo?
  • 18. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Italia: quanti migranti dal mare? (Numero di persone) *Al 31 maggio 2016. Fonte: elaborazioni CSC su dati Ministero dell’Interno. Migranti sbarcati in Italia Migranti ospitati nei centri di accoglienza 1° gennaio- 30 maggio 1° gennaio- 31 dicembre Al 31 dicembre 2014 39.929 170.100 66.066 2015 45.876 153.842 103.792 2016 47.740 - 119mila*
  • 19. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Gli immigrati in Italia sono aumentati molto ma non sono così tanti. Gli italiani pensano siano molti di più. E la sovrapercezione, che c’è anche in altri paesi, qui è più alta che altrove.
  • 20. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Presenza straniera sovrapercepita… (% su totale residenti, 2015) Fonte: elaborazioni CSC su dati IPSOS. Percepita Reale Differenza USA 33 14 Italia 26 9 Francia 26 12 Germania 26 12 Belgio 24 10 Paesi Bassi 25 12 Gran Bretagna 25 13 Svezia 25 16 Spagna 22 14 19 17 14 14 14 13 12 9 8
  • 21. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. (9,2; 33,3) (5,7; 9,2) (3,0; 5,7) (0,0; 3,0) …anche per la forte concentrazione territoriale (% su totale residenti, 31 dicembre 2014)
  • 22. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Gli immigrati ci sembrano numerosi, ma ne serviranno e aumenteranno sempre di più. Nel 2065 saranno 13,2 milioni, il 22,0% della popolazione totale.
  • 23. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Gli stranieri ci salvano dal calo demografico (Italia, popolazione residente in milioni al 1o gennaio di ogni anno) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. 45,0 50,0 55,0 60,0 65,0 2002 2005 2008 2011 2014 2017 2020 2023 2026 2029 2032 2035 2038 2041 2044 2047 2050 2053 2056 2059 2062 2065 Con stranieri Senza stranieri
  • 24. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Gli immigrati cresceranno per ragioni sia di offerta sia di domanda.
  • 25. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Dal lato dell’offerta, i flussi migratori saranno sostenuti dalle diverse dinamiche della popolazione tra Nord Africa ed Europa. Oltre che i diversi livelli di reddito.
  • 26. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Popolazione a fine secolo: Africa 7 volte l’UE (Milioni di abitanti) Fonte: elaborazioni CSC su dati Nazioni Unite. 0 500 1.000 1.500 2.000 2.500 3.000 3.500 4.000 1980 1990 2000 2010 2020 2050 2100 Africa UE-27
  • 27. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Dal lato della domanda, all’Italia gli immigrati servono per attenuare gli squilibri demografici e…  alimentare il progresso economico, attraverso l’aumento della forza lavoro;  garantire la sostenibilità del sistema di welfare, in primis le pensioni;  smorzare i conflitti di interesse intergenerazionali.
  • 28. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria In particolare, grazie alla più giovane età (32,6 anni contro 44,9) e alla maggiore fecondità (2,37 figli per donna contro 1,29 nel 2012) gli immigrati danno un notevole impulso soprattutto alla popolazione in età lavorativa.
  • 29. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria -5,0 -4,0 -3,0 -2,0 -1,0 0,0 1,0 2,0 3,0 4,0 5,0 0-4 5-9 10-14 15-19 20-24 25-29 30-34 35-39 40-44 45-49 50-54 55-59 60-64 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90-94 95-99 100+ Italiani Stranieri 2015 2065 Stranieri sempre più giovani degli italiani (Italia, popolazione per classi di età, 2015 e 2065) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT.
  • 30. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Rubano il lavoro agli italiani? Le questioni aperte
  • 31. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Più di un italiano su due pensa che a causa degli immigrati sia più difficile trovare un lavoro.
  • 32. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Gli stranieri non rubano lavoro agli italiani:  fanno lavori che questi non sarebbero comunque disponibili a svolgere;  in alcuni settori il loro apporto di lavoro è cruciale;  durante la crisi hanno sofferto come e più dei lavoratori italiani.
  • 33. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Stranieri in lavori non qualificati, anche se laureati (% di lavoratori in diverse professioni per cittadinanza e titolo di studio, 2015) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. Tipologia di professione Totale Laureati Italiani Stranieri Italiani Stranieri Dirigenti, professioni intellettuali e tecniche 37,3 7,1 83,8 36,7 Impiegati e addetti al commercio e servizi 31,8 27,0 14,7 30,3 Operai e artigiani 22,8 30,3 1,1 9,7 Personale non qualificato 8,1 35,7 0,4 23,2 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0
  • 34. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Immigrati concentrati in alcuni settori… (Lavoratori di cittadinanza straniera in % dei lavoratori totali, 2015) Selezione di settori Ateco 2007 in ordine crescente per la % di stranieri sul totale occupazione. Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. Totale Dipendenti Personale non qualificato Amministrazione pubblica 0,2 0,2 2,0 Attività finanziarie 0,6 0,6 36,6 Commercio 6,3 6,0 21,4 Industria in senso stretto 9,6 10,5 15,6 Totale economia 10,6 12,4 34,5 Agricoltura 15,8 29,9 32,6 Costruzioni 16,3 20,1 31,0 Alberghi e ristoranti 18,7 23,3 42,6 Servizi collettivi e personali 39,9 49,0 69,6
  • 35. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria …e più colpiti dalla crisi (Tasso di occupazione, 15-64 anni, valori %) Fonte: elaborazioni CSC su dati ISTAT. Italiani Stranieri 2007 2015 Var. 2007-2015 2007 2015 Var. 2007-2015 Uomini 69,8 65,1 -4,7 83,5 69,4 -14,1 Donne 46,3 46,9 0,6 51,8 49,7 -2,1 Totale 58,1 56,0 -2,1 67,1 58,9 -8,2
  • 36. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Ci sono canali attraverso i quali il lavoro immigrato svolge un ruolo “complementare”, permettendo agli italiani di:  lavorare di più  svolgere occupazioni più complesse  essere più produttivi  guadagnare di più
  • 37. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria 1o canale di complementarietà In virtù delle loro maggiori capacità comunicative, i nativi si specializzano in ruoli più elevati.
  • 38. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria A livelli di istruzione medio-bassi: gli immigrati assemblano, guidano, costruiscono, mentre gli italiani coordinano, supervisionano, tengono contatti.
  • 39. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria A livelli di istruzione medio-alti: gli immigrati si specializzano in occupazioni analitico-matematiche, mentre i nativi in quelle manageriali e gestionali.
  • 40. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria 2o canale di complementarietà Il lavoro domestico, in Italia svolto in larga parte da lavoratrici extra-comunitarie, facilita la conciliazione tra famiglia e lavoro e permette a molte donne italiane di entrare e rimanere nel mercato del lavoro.
  • 41. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Scavano un buco nei conti dello Stato? Le questioni aperte
  • 42. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Due italiani su tre pensano che l’immigrazione abbia messo a dura prova i servizi pubblici nel nostro Paese (salute, trasporti, servizi educativi).
  • 43. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria In effetti, nei comuni dove sono più concentrati, gli immigrati ricevono più welfare municipale degli autoctoni. Questo perché vivono nelle aree più ricche del Paese ma con lavori poco qualificati e redditi bassi.
  • 44. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Però, tutti gli studi indicano che nell’aggregato l’impatto dell’immigrazione sulla finanza pubblica italiana è positivo: 12 miliardi di euro (2009). Il contributo medio di un immigrato alle entrate pubbliche è inferiore a quello di un autoctono, ma anche la spesa pubblica di cui usufruisce è più contenuta.
  • 45. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Nell’aggregato aiutano i conti pubblici (Contributo netto delle famiglie immigrate, valori in % PIL, media 2007-2009) Le famiglie immigrate sono quelle in cui il/i capo/i famiglia è/sono nati all’estero. Fonte: elaborazioni CSC su stime OCSE. -1,2 -0,7 -0,2 0,3 0,8 1,3 1,8 2,3 Lussemburgo Svizzera Grecia Italia Islanda Slovenia Belgio Spagna Portogallo Estonia RegnoUnito Norvegia PaesiBassi MediaOCSE Svezia Finlandia Austria Danimarca Ungheria StatiUniti Australia Rep.Ceca Slovacchia Canada Irlanda Polonia Francia Germania Incluso pensioni Escluso pensioni
  • 46. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Ma i nuovi immigrati per ragioni umanitarie sono un importante costo per lo Stato. La spesa pubblica per soccorso in mare, accoglienza, sanità e istruzione è passata da 828 milioni nel 2011 a 2,6 miliardi nel 2015 (3,3 stimata nel 2016). Per questo la flessibilità di bilancio accordata dalla UE non può essere limitata all’incremento della spesa da un anno all’altro.
  • 47. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Perché e come promuovere la loro integrazione? Le questioni aperte
  • 48. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Integrare gli immigrati non è solo un dovere morale o una questione di equità. Va fatto anche per ragioni di efficienza economica e lungimiranza politica. Se gli stranieri sono ben integrati i vantaggi che apportano alle economie ospitanti si amplificano e diminuiscono le probabilità di conflitto sociale.
  • 49. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria In Italia gli stranieri sono in fondo alla scala sociale. Chi è arrivato e arriva oggi può accettare questa condizione come soddisfacente perché è fuggito da situazioni di gravi deprivazioni.
  • 50. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Più basso il reddito degli stranieri (Famiglie italiane e straniere per fasce di reddito* in migliaia, valori %, 2014) *Gli intervalli sono individuati sulla base dei decili della distribuzione complessiva del reddito familiare in Italia. Fonte: elaborazioni CSC su dati Banca d’Italia. 0,0 5,0 10,0 15,0 20,0 25,0 30,0 <10 10-15 15-18 18-22 22-25 25-30 30-36 36-44 44-55 >55 Famiglie italiane Famiglie straniere
  • 51. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria È però importante garantire la mobilità intergenerazionale. Se c’è marginalizzazione si rischiano alienazione e pericolose tensioni sociali.
  • 52. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Fondamentale è il ruolo della scuola, primo canale di integrazione. Da anni in Italia la scuola svolge questo ruolo spontaneamente: gli alunni con cittadinanza non italiana sono aumentati da 240mila nel 2002 a 806mila nel 2014 (+235%). Ora occorrono politiche scolastiche mirate.
  • 53. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Si deve fare di più. La quota di abbandoni scolastici tra i 18-24enni è per gli stranieri il triplo di quella dei nativi (33,0% contro 13,4%). Gli stranieri ottengono voti più bassi. Quelli che ripetono almeno un anno scolastico sono il 27,3% (contro il 14,3%).
  • 54. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Quanti e quali immigrati attrarre? Le questioni aperte
  • 55. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria La politica dell’immigrazione in Italia oggi consiste di un sistema a quote per gli ingressi di lavoro. Va modificata prevedendo una programmazione di medio periodo e aggiustamenti annuali ex-post sulla base dell’effettiva evoluzione della domanda di lavoro esplicitata dalle aziende.
  • 56. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Sono anche previsti ingressi “fuori quota” per talune categorie di lavoratori qualificati. La lista di occupazioni deve poter essere ampliata in modo flessibile, per via amministrativa, non legislativa.
  • 57. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria La Blue card (direttiva europea 2009/50/CE) è un permesso speciale per lavoratori qualificati provenienti da paesi extra-UE. È il primo passo verso una politica di ammissione comune a livello europeo. L’Italia ha adottata la Blue card aggiungendo una categoria alla lista di possibili ingressi “fuori quota”.
  • 58. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Blue Card: canale di ingresso in prevalenza usato dalla Germania (Numero di permessi rilasciati) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 2011 2012 2013 2014 UE-28 156 1.646 5.096 5.811 Germania 0 700 3.776 4.197 Spagna 107 443 303 37 Francia 0 126 371 604 Italia 0 6 84 164
  • 59. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Il 20 giugno scorso la Confindustria ha firmato un Protocollo con il Ministero dell’Interno che consentirà alle imprese associate, tramite l’intermediazione delle Associazioni territoriali, di avvalersi di una procedura semplificata per gli ingressi con Blue Card.
  • 60. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria La Commissione europea, prendendo atto della ridotta diffusione della Blue Card, ha presentato una proposta di revisione della direttiva che mira a introdurre uno schema di ingresso unico che sostituisca i vari schemi nazionali e faciliti lo spostamento dei titolari tra paesi dell’Unione.
  • 61. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Al di là degli strumenti di ingresso, dobbiamo diventare un paese più attrattivo per i lavoratori qualificati. Attualmente attraiamo stranieri che hanno livelli di istruzione inferiore ai nostri.
  • 62. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Belgio Rep. Ceca Danimarca Germania Estonia Irlanda Grecia Spagna Francia Croazia Italia Cipro Lettonia Lussemburgo Ungheria Malta Paesi Bassi Austria Polonia Portogallo Slovenia Slovacchia Finlandia Svezia Regno Unito Islanda Norvegia Svizzera 10 20 30 40 50 60 10 20 30 40 50 60 Stranieri Autoctoni Più laureati autoctoni, più immigrati laureati (25-54enni laureati in % della rispettiva popolazione) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat.
  • 63. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Qual è la risposta dell’Unione europea? Quante sono e come vengono gestite le richieste di asilo? Come facilitare l’integrazione dei rifugiati? Emergenza migranti
  • 64. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Qual è la risposta dell’Unione europea? È condivisibile la proposta del Governo italiano, inclusa nel Migration Compact, di finanziare, anche con l’emissione di obbligazioni europee, i paesi che controllano il flusso in uscita e reprimono il traffico illegale.
  • 65. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Quante sono le richieste di asilo? In Italia sono aumentate di oltre tre volte tra 2013 e 2015, passando da una media mensile di 2.200 a quasi 7.000 (sui 13mila migranti arrivati dal mare).
  • 66. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Quale probabilità hanno le domande di asilo di essere accettate? In Europa dipende dal paese dove vengono presentate e in Italia dalla regione dove sono valutate.
  • 67. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Forti disparità nell’accettazione nell’UE… (Domande in migliaia; tasso di accoglienza in % delle domande, 2015) Fonte: elaborazioni CSC su dati Eurostat. 51,9% 56,5% 26,5% 41,5% 31,4% 0 50 100 150 200 250 300 UE-28 Germania Francia Italia Spagna 0,0 10,0 20,0 30,0 40,0 50,0 60,0 Tasso di accoglienza Totale richieste trattate (scala destra)
  • 68. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria …e anche tra le regioni italiane (Domande in migliaia; tasso di accoglienza in % delle domande, 2015) Fonte: elaborazioni CSC su dati Ministero dell’Interno. 44,6 40,0 45,4 44,6 33,0 25,7 64,0 45,4 24,3 34,2 75,3 15,7 27,0 0 2 4 6 8 10 12 14 16 Sicilia Lazio Puglia Calabria Lombardia Campania eMolise Emilia Romagna Piemonte eLiguria Toscana eUmbria Veneto FriuliVenezia Giulia Sardegna Marche 0,0 20,0 40,0 60,0 80,0 Tasso di accoglienza Totalerichiestetrattate (scala destra)
  • 69. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria Come facilitare l’integrazione dei rifugiati? La questione è difficile ma prioritaria. Tra paesi membri è eterogeneo il grado di preparazione all’accoglienza in termini di infrastrutture, risorse finanziarie e misure predisposte per facilitare l’inserimento nel mercato del lavoro.
  • 70. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria In Italia ci sono ampi margini di miglioramento, per esempio in relazione all’offerta di formazione professionale. Confindustria firma oggi un Protocollo di intesa con il Ministero dell’Interno per avviare iniziative comuni per l’inserimento al lavoro dei rifugiati, partendo da tirocini presso le imprese associate.
  • 71. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria S’è fatta notte, e i barbari non sono più venuti. Taluni sono giunti dai confini, han detto che di barbari non ce ne sono più. E adesso, senza barbari, cosa sarà di noi? Era una soluzione, quella gente. Konstantinos Kavafis, Aspettando i barbari, 1908 (traduzione di Filippo Maria Pantani)
  • 72. Francesca Mazzolari e Luca Paolazzi – Centro Studi Confindustria

Notas do Editor

  1. Citare tasso di dipendenza
  2. Citare tasso di dipendenza
  3. Citare tasso di dipendenza
  4. Citare tasso di dipendenza
  5. Citare tasso di dipendenza
  6. Citare tasso di dipendenza
  7. Citare tasso di dipendenza
  8. Citare tasso di dipendenza