Cosa e come mangiava l’australopiteco Lucy circa tre milioni di anni fa? Perché Kafka ha scritto un racconto dal titolo Un artista della fame? Cosa ha mosso un digiunatore quale Rabelais a scrivere Gargantua e Pantagruel e un poeta come Holderlin a intitolare una poesia Pane e vino? Quante volte abbiamo sentito la frase: l’uomo è ciò che mangia.
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Complexity Literacy Meeting - Scheda del libro presentato da Roberto Masiero: "Artisti della fame"
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LA SCHEDA DEL LIBRO PUBBLICATO:
“ARTISTI DELLA FAME. STORIE DI VIVENTI ALLE PRESE CON IL
CIBO”
Dall’Autore: ROBERTO MASIERO
1. TITOLO: Artisti della fame; storie di viventi alle prese con il cibo
2. AUTORE: Roberto Masiero
NOTE SULL’AUTORE: Roberto Masiero ama la vita e ascoltare le storie degli altri. Casualmente, è anche
professore ordinario di Storia dell’architettura allo IUAV a Venezia. Ha pubblicato molti libri scientifici (così
si usa dire) in varie lingue. Quelli che vuole ricordare sono: Estetica e architettura (Mulino 1999); Dalla
Smart city alla smart land (Marsilio 2014); Paesaggio, paesaggi. Vedere le cose (Libria 2015); con Aldo
Bonomi, La società circolare, fordismo, capitalismo molecolare, sharing economy (DeriveApprodi 2016).
Ha curato molte mostre. È sostanzialmente indisciplinato.
3. CASA EDITRICE: DeriveApprodi
4. ANNO PUBBLICAZIONE: 2018
5. BANDELLA LATERALE con breve descrizione dei contenuti del “Libro Pubblicato”
Cosa e come mangiava l’australopiteco Lucy circa tre milioni di anni fa? Perché Kafka ha scritto un racconto
dal titolo Un artista della fame? Cosa ha mosso un digiunatore quale Rabelais a scrivere Gargantua e
Pantagruel e un poeta come Holderlin a intitolare una poesia Pane e vino? Quante volte abbiamo sentito
la frase: l’uomo è ciò che mangia. Viene da un grande filosofo dei primi dell’Ottocento, Ludwig Feuerbach.
Sarebbe bene leggerla in tedesco: der Mensch ist, was er isst. L’astuto Ludwig gioca sull’analogia tra ist,
che sta per “essere”, e isst, per “mangiare”. Vuoi vedere che non siamo ciò che mangiamo, ma siamo il
mangiare stesso? O, meglio, l’Essere (scritto maiuscolo) è ciò che mangia e digerisce il mondo stesso, è ciò
che vuole un mondo perché ha fame? Questo libro si interroga sul cibo nei suoi molti aspetti: il potere, il
sapere, i filosofi, le arti (inclusa la musica, che qualcuno definisce cibo dell’anima). E questo per capire il
gusto e il disgusto, l’eros, il dono, il tempo, la metamorfosi… perché tutto ciò che è vivente ha a che vedere
con il cibo.
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6. INDICE DEI CAPITOLI PRINCIPALI
Molti sono i capitoli del libro, tali per cui non vale la pena riportarli. Ma ciò che per l’autore è più
importante è fare in modo che il lettore si inventi un proprio indice sul quale mettere in gioco la propria
esperienza del cibo in quanto forma di conoscenza del mondo, di sé stessi e degli altri.
7. INDICARE LE POSSIBILI DECLINAZIONI IN AMBITO SISTEMICO E COMPLESSO CHE SCATURISCONO DALLA
LETTURA DEL LIBRO:
Mette in gioco con scritture stilisticamente e formalmente molto diverse tra loro i rapporti tra il cibo e una
serie di temi o di questioni come il potere, l’eros, la politica, le arti, la complessità, il digitale, etc. etc.
In fondo il libro allude, in modo sotterraneo, al fatto che è finito il tempo delle ricette e come ci insegna
ogni teoria della complessità è necessario pensare continuamente a cosa succede quando metto in
relazione la parte con il tutto o, se volete, un uovo con del latte (ma quanti modi ci sono di manipolare le
uova o il latte?) e quindi praticare le logiche del quanto basta, in cucina del Q.b.