8. Parlare di formazione significa
parlare di …
Organizzazione (struttura, vision, mission, valori, cultura)
Processi (legati all’organizzazione, alle attività, al contesto progettuale e
didattico)
Persone (fuori e dentro l’organizzazione)
Apprendimento, crescita e diffusione della conoscenza
Competenze [tecniche e trasversali]
Comunicazione
Change management
9. Definire la formazione
“Intervenire, in maniera finalizzata
e organizzata, sulla cultura
professionale di individui e gruppi,
attraverso la metodologia
dell’apprendimento consapevole”.
10. Definire la formazione
… rete di attività e relazioni
finalizzate alla promozione della
crescita individuale, in una
direzione di innovazione e sviluppo,
che si accordi con l’esigenza di
crescita dell’organizzazione.
11. Il duplice ruolo del formatore
Percezione/definizione del
fabbisogno formativo
dell’organizzazione
Percezione/definizione del
fabbisogno formativo degli
individui
RISPOSTA
UNICA
12. Obiettivo primario di ogni
attività formativa
AGEVOLARE l’apprendimento
Facilitazione vs. Insegnamento
CAMBIAMENTO
14. «La formazione, come un buon racconto,
mette in fila le parole giuste, le immagini
giuste, la punteggiatura più efficace.»
«Formare vuol dire lavorare perché le parole
assumano la forza di azioni»
15. FORMARE vuol dire costruire continuamente
nuovi significati e generare conoscenza
Il significato della formazione si costruisce
attraverso le attività e il confronto con altri, in un
contesto di apprendimento riconosciuto come tale.
Prende il via da stimoli specifici (un’idea, una
provocazione, un’attivazione, un progetto, ecc) e si
sviluppa creativamente nel breve, medio, lungo
periodo.
16. • Nell’attuale scenario globale parte
della competitività delle imprese si
gioca sulla capacità di
“apprendere” con maggior rapidità
rispetto ai concorrenti: la
conoscenza costituisce il più
importante “vantaggio
competitivo”
(Gherardi, Nicolini)
17. Vision, Mission, Valori,
situazione contingente
Verifica situazione
organizzativa e
primi input
Valutazione dei
risultati
Erogazione
Analisi dei
fabbisogni
Progettazione
Il processo di formazione continua
21. Quand’è che si attiva la
funzione formazione?
Periodicamente e stabilmente [piani formativi annuali]
Esigenze legate all’innovazione nel settore di riferimento
Riscontro di gap nelle attività e nelle prestazioni
Nuove mansioni o incremento delle aree responsabilità
Neo inseriti
30. Resistenza all’apprendimento
Concetto di sé e della propria utilità nell’organizzazione
Sistema di motivazione/gratificazioni esterne
Comportamenti attesi nella relazione con gli altri
31. Il gruppo come “leva”
per l’apprendimento
Lavorare in gruppo non è soltanto una tecnica,
ma è soprattutto un modo di pensare.
Bernard Bass
32. Il gruppo in apprendimento
•
Perché il gruppo favorisce l’apprendere?
Elaborazione perplessità, mobilitazione energie emotive
Superamento momentaneo della cultura precedente e
adesione ad una nuova cultura
Ruolo dei leaders d’opinione
Aspetto simbolico del confronto tra “anime” differenti
33. Gli ingredienti della
formazione
Nel pensare al nostro intervento formativo dobbiamo ricordare di
utilizzare sempre questi 4 ingredienti:
INFORMAZIONE
COMUNICAZIONE
FORMAZIONE
INTRATTENIMENTO
34. Gli stakeholder della
formazione
INDIVIDUO
HO MIGLIORATO LA MIA
CONDIZIONE?
ORGANIZZAZIONE
C’E’ STATO UN RITORNO ECONOMICO
O OPERATIVO?
SOCIETA’ DI FORMAZIONE
L’ATTIVITA’ E’ STATA CORRISPONDENTE
ALLA COMMESSA E APPREZZATA?
SINDACATI
C’E’ STATO UN AVANZAMENTO DI
CARRIERA O UN CONSOLIDAMENTO
PROFESSIONALE?
35. Organizzare e gestire i processi
formativi: ottica del responsabile
Strutturare l’organico del dipartimento formazione (ruoli, compiti,
responsabilità)
Monitoraggio fabbisogni formativi
Politiche di make or buy
Pianificazione, organizzazione e controllo degli interventi
Verifica di efficienza/efficacia
Confronto continuo con i soggetti coinvolti
36. Organizzare e gestire i processi
formativi: ottica progettista
Sviluppare una corretta analisi dei fabbisogni: focus sulle aspettative
Identificare gli obiettivi formativi e gli obiettivi didattici
Fare ricerca – predisporre strumenti
Organizzare contenuti
Progettare il percorso più adatto in tutti i suoi aspetti (contenuti,
modalità di erogazione, rispetto di tempi e costi, ecc)
Gestire le relazioni con i fondi interprofessionali
37. Organizzare e gestire i processi
formativi: ottica formatore d’aula
Partecipare all’analisi dei fabbisogni
Coadiuvare il lavoro del progettista
Sviluppare il percorso d’aula secondo le modalità previste, con
particolare focus sul livello di gradimento e apprendimento
Facilitare la mobilitazione delle energie cognitive, fattive e motivazionali
Fornire feedback sui partecipanti
Fornire suggerimenti per eventuali calibrature
38. Organizzare e gestire i processi
formativi: ottica tutor
Essere coinvolto nelle logiche dei progetti
Attivare continui confronti sull’andamento e al termine degli stessi
(follow up)
Presidiare aspetti tecnico-logistici e di processo
Monitorare le dinamiche d’aula, fornire nuove chiavi di lettura al lavoro
di gruppo
Valutare il gradimento
40. Significato e origine
Guardiano, protettore, custode;
Colui che “fa sviluppare” e “rende sicuro”;
L’oggetto cui si ricorre quando c’è qualcosa da
“correggere”;
E’ il “difensore” della tensione verso la crescita;
E’ un consulente, una figura istituzionale che
rappresenta l’Azienda
41. Funzioni della tutorship d’aula
Migliorare la qualità e l’efficacia
dei servizi formativi attraverso
un’attività di gestione,
coordinamento, monitoraggio
delle fasi e degli attori coinvolti
nel percorso.
42. Tutoring e gestione d’aula:
aspetti organizzativi
Setting fisico della location
Contatto docenti/partecipanti (date, orari, luoghi, ecc)
Preparazione/distribuzione materiale didattico
Apertura/chiusura corso
Gestione tempi e spazi
Co-gestione esercitazioni
Monitoraggio svolgimento
Questionari gradimento/apprendimento
Report finale evento formativo
43. Tutoring e gestione d’aula:
dinamiche relazionali
Stakeholders del tutor:
Organizzazione (committenti)
Docenti/relatori (interni o esterni)
Partecipanti
45. I “rischi” del mestiere
Non sapere dove collocarsi negli “spazi” dell’evento formativo
Avere la sensazione di perdere tempo
Vedere scarsamente valorizzato il proprio ruolo
Entrare in competizione con il docente/relatore
Non valutare correttamente la “distanza” dal gruppo
47. Costruire il ruolo del tutor
•Stilare una Job description chiara e realistica
•Coinvolgerlo nelle fasi che precedono l’erogazione
•Sensibilizzarlo sull’importanza del suo ruolo
•Fornire accesso alle informazioni
•Garantire sempre referenti e flussi di
comunicazione adeguati
48. Gli strumenti del tutor d’aula
Report di iniziative precedenti
(capitalizzazione)
Interviste a partecipanti/relatori
Schede di feedback
Griglie di osservazione
49. Organizzare e gestire i processi
formativi: direttore scientifico
Presidiare il reclutamento e coordinamento di professionisti – formatori
– testimonial coinvolti nel progetto
Garantire elevati standard qualitativi di tipo contenutistico
Favorire la socializzazione e la promozione del progetto
Svolgere il ruolo di mediatore/relatore durante lo svolgimento
dell’evento formativo
50. Organizzare e gestire i processi
formativi: coach
Coadiuvare il coachee nello sviluppo del proprio potenziale
Favorire la corretta formazione dei suoi obiettivi e garantirne la
realizzazione
Monitorare il percorso di crescita professionale e personale
Agevolare il confluire degli obiettivi individuali verso quelli organizzativi
51. Tipologie di «prodotto»
formativo
Corsi su misura o Taylor made (progettati ad hoc su richiesta specifica
dell’azienda)
Corsi a catalogo (offerta fissa)
Corsi residenziali (location)
Seminari, convegni , multifocus (numero partecipanti- relatori)
Tavole rotonde (dibattito tra tecnici con coordinatore)
Workshop (taglio pratico)
Fad (e-learning)
Outdoor training (attivazioni esperienziali)
Action learning (problem solving avanzato)
52. Un formatore è
Un facilitatore dell’apprendimento (sviluppa il capitale intellettuale
dell’organizzazione)
Un ricercatore (non solo di informazioni, ma anche di strategie, idee,
novità)
Un manager (presidia l’organizzazione, le politiche di make or buy, i
processi di trasferimento della conoscenza dentro i flussi operativi)
53. La cassetta degli attrezzi
Interesse per le persone
Passione per la condivisione del sapere
Capacità di lettura ed interpretazione degli eventi organizzativi
Capacità tecniche di utilizzo degli strumenti della ricerca sociale
Capacità relazionale e comunicativa
Capacità negoziale
Curiosità ed intuito
55. Le “nuove” organizzazioni
Diminuisce la possibilità di prevedere il futuro
nei comportamenti dell’utente-cliente
nell’evoluzione del mercato e dei concorrenti
nello sviluppo delle conoscenze e delle tecnologie
L’instabilità e la discontinuità diventano costanti
nel legame tra soggetto e azienda
nelle strutture organizzative e negli organigrammi
nelle carriere professionali
nelle conoscenze e nelle professionalità necessarie
56. Elementi macro da
considerare
Aumento delle forme di collaborazione atipiche [faccio crescere chi mi
lascerà tra 1 anno?]
Continui processi di reengineering [eliminazione e creazione ruoli e
funzioni]
Utilizzo di team di progetto, maggiore attenzione ai processi che alle
funzioni [competenze richieste spesso incompatibili]
57. Quale ruolo della formazione
in questo scenario?
Collaborare col management nel
“riformulare le condizioni emotive e
organizzative che facciano convergere in
modo dinamico le prospettive di persone e
imprese”.
58. Utilità della formazione
Ottimizza risorse, procedure e azioni
Supporta lo stretching della mappa mentale
Valorizza il talento individuale
Consolida e sviluppa le competenze tecniche e trasversali
Consolida e tramanda cultura e valori dell’organizzazione
Supporta la circolazione delle informazioni, delle buone pratiche, del
know how
Supporta ogni processo di cambiamento, in qualsiasi sua fase