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Conegliano 26 marzo 2015 1
Alunni con ADHD a scuolaAlunni con ADHD a scuola
Strategie didattiche efficaci
2
Matteo
• Matteo dice che non gli piace la scuola. Le
insegnanti lo richiamano spesso perché non sta
fermo, si distrae, interrompe la lezione con reazioni
di fastidio dei compagni. Chiede di uscire di
frequente per andare a bere, in realtà per farsi un
giretto. I lavori di Matteo sono disordinati e
incompleti, consegna sempre per primo.
A volte passa del tempo prima che cominci a
lavorare perché non trova più la penna.
Spesso non riesce a leggere la sua scrittura, i
compagni ridono e Matteo si infuria.
3
• Quando combina guai, cade dalle nuvole o incolpa i
compagni.
• Se qualcuno si difende, Matteo è anche capace di
alzare le mani o di insultarlo.
• Per l’impulsività non di rado finisce nei pericoli, a
volte anche al Pronto Soccorso( per fortuna per
incidenti a casa).
• La mamma è disperata perché da sempre il
bambino non l’ascolta; quando è ora di fare i
compiti, nasconde il diario.
Di conseguenza arriva a scuola con materiali che
mancano, lavori non svolti e comunicazioni senza
firma.
• A casa distrugge regolarmente i giochi con il
martello per vedere “cosa hanno dentro la pancia”.
Così la mamma ha deciso di non comprarne più.
4
Nel caso di M
 Sono presenti i sintomi primari del Disturbo
Inattenzione –Impulsività - Iperattività
 Un deficit nelle Funzioni Esecutive( abilità di
rappresentazione del compito e dell’obiettivo,di
pianificazione strategica, di inibire la risposta impulsiva)
scarsa capacità di organizzazione,
di gestione dell’impegno
di autoregolazione del comportamento
5
L’intervento della scuola
Si sviluppa intorno a questi tre nuclei critici:
scarsa capacità di organizzazione,
di gestione dell’impegno,
di autoregolazione del comportamento
con interventi di gestione efficace delle
difficoltà prodotte dal Disturbo
in un contesto strutturato e prevedibile.
6
Capacità di organizzazione
azioni per la gestione efficace di materiali
e spazi di lavoro
• Utile, in classe, collocare l’alunno lontano da
distrattori, in posizione da potersi alzare senza
disturbare, vicino a un compagno tranquillo, senza
troppo “pubblico” davanti.
• Permettere che a tratti lavori in piedi accanto al
banco.
• Insegnare a ricoprire quaderni/libri con una
copertina di diverso colore;
7
• Realizzare insieme all’alunno/a pro-memoria
illustrati con i materiali necessari per le diverse
aree/discipline - da tenere nel diario- e
consultare la sera prima della lezione( aiuto della
famiglia);
• Insegnare a porsi domande di autoregolazione:
Che materia tocca ora? Cosa devo preparare sul
banco? Cosa non mi serve più?
• Far fare esercizio, anche a voce alta, di come si
tengono in ordine i materiali sul banco a scuola;
8
Strategie di aiuto per gestire l’impegno
• Quando si inizia la lezione è importante comunicare:
attività/argomenti da affrontare( magari li scrivo in un
angolo alla lavagna, cancellando ogni punto svolto),
per quali serve poca attenzione, per quali occorre molto
impegno di attenzione;
• Curare la comunicazione didattica: immagini, testo,
multimedialità;
• Alternare attività impegnative ad altre più leggere;
• Dare consegne brevi, con dati essenziali;
*anche a casa( fare alleanza con famiglia)
9
• Evitare di duplicare consegne chiare;
• Far leggere all’alunno/a la consegna e farsi
spiegare cosa e come deve fare*
• Se il compito è complesso, spezzettarlo o
assegnandolo a dosi*
• Permettere alternative diverse di svolgimento del
compito ( domande-risposte, scelta multipla,
cloze….)
*anche a casa( fare alleanza con famiglia)
10
• Insegnare a mettere un segno sul compito se ci si accorge
che da quel momento è caduta l’attenzione*
• Concordare segnali di aiuto per mantenere e/o riprendere
l’attenzione (avvicinarsi o toccare il banco, rivolgere
all’alunno uno sguardo d’intesa..);
• Avvicinarsi frequentemente all’alunno/a per fornire
feedback sulla correttezza del lavoro*
• Insegnare strategie di produzione del testo: generazione di
idee, pianificazione, revisione( trovare gli errori per
categoria( lettere maiuscole, doppie…)
11
• Insegnare strategie di studio : concetti chiave,
schematizzazione, ristrutturazione, riduzione del
testo (mostrare come si fa fino ad
automatizzazione)
• Interrompere il protrarsi degli errori, suggerendo
indicazioni per correggere
• Attenzione alla multimedialità incontrollata, alla
libera navigazione in Internet
• Attenzione a modalità di apprendimento
cooperativo senza regole
• Essenziale il principio della padronanza guidata
12
• Essenziale il principio della padronanza guidata:
mostrare come si fa, far provare un po’ alla volta,
ridurre progressivamente l’aiuto
• Verificare al termine di ogni fase com’ è stato
svolto il lavoro per offrire feedback e rinforzi
positivi anche molto semplici:uno smile, un
complimento, un apprezzamento.
• Questo momento di gratificazione costituisce una
pausa piacevole per l’ alunno/a, di vicinanza
affettiva con l’ insegnante, di riconoscimento del
successo davanti a tutta la classe.
13
Strategie per la regolazione del
comportamento che è…
• …..variabile, imprevedibile, influenzato dalle situazioni,
problematico.
• Comportamento problematico
situazioni scatenanti: tutte le situazioni “fluide” a causa di regole e
ruoli poco definiti, percezione di abbandono, compiti noiosi, difficili
Esempi: inizio e fine lezione, intervalli vari, tempi di gioco, contesti
di lavoro, mensa, passaggio da un luogo all’altro dentro scuola,
uscite..
Come intervenire?
14
• Poche regole, semplici, chiare, concordate, scritte con
proposizioni positive( es. alza la mano per parlare)
• Intervallo-ricreazione: es. prevedere un calendario di
attività o accordarsi sui giochi da fare prima di uscire;
• rientro da ricreazione: alcuni minuti di “decompressione”,
mettendo in ordine il banco, chiacchierando con il compagno;
• attese varie: fare/finire un disegno;sfogliare/leggere un
libretto; ordinare materiali( altre cose gradite all’alunno)
• passaggi di ambienti: in fila indiana, per 2, capofila e chiudi-
fila programmati, calibrare i tempi per evitare confusione,
dimenticanza di materiali
15
• fine lezione: evitare la fretta, dettare i compiti, consegnare
avvisi con ragionevole anticipo rispetto alla campanella per
verificare che siano stati compresi e annotati , saluto
• mensa: stabilire e svolgere ruoli: tutti, a turno; premiare l’
alunno e la sua classe per comportamenti adeguati a tavola(
smile, figurine, minuti in più al computer, di gioco…)
• post mensa: libera scelta di giochi di piccolo gruppo, coppia
• Assegnare “compiti motori” per orientare in positivo il
bisogno di muoversi dell’alunno( distribuire materiali,
raccogliere quaderni, bagnare le piantine, riordinare
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Gratificare ogni minimo progresso!
16
Perché è meglio gratificare?
• Un alunno gratificato per un comportamento
adeguato può manifestare ancora quel
comportamento in analoga circostanza perché sa
che dopo accadrà qualcosa di piacevole per lui: si
innesca così una dinamica di apprendimento.
• La strategia della gratificazione va praticata
dall’insegnante secondo criteri di immediatezza,
autenticità, coerenza, gradualità
17
- La gratificazione permette di
- stimolare aspetti positivi nascosti
- consolidare azioni corrette presenti, ma poco praticate
- sviluppare comportamenti desiderabili
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- offrire agli altri un’immagine diversa da quella del
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frutto dell’impegno personale.
Il bambino con ADHD è molto sensibile
alle gratificazioni!
18
E la punizione?
• Ignorare i comportamenti inadeguati non gravi,
in modo coerente:
proteste per divieti,
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penne),
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19
Punire i comportamenti gravi
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Alunni con ADHD a scuola

  • 1. Conegliano 26 marzo 2015 1 Alunni con ADHD a scuolaAlunni con ADHD a scuola Strategie didattiche efficaci
  • 2. 2 Matteo • Matteo dice che non gli piace la scuola. Le insegnanti lo richiamano spesso perché non sta fermo, si distrae, interrompe la lezione con reazioni di fastidio dei compagni. Chiede di uscire di frequente per andare a bere, in realtà per farsi un giretto. I lavori di Matteo sono disordinati e incompleti, consegna sempre per primo. A volte passa del tempo prima che cominci a lavorare perché non trova più la penna. Spesso non riesce a leggere la sua scrittura, i compagni ridono e Matteo si infuria.
  • 3. 3 • Quando combina guai, cade dalle nuvole o incolpa i compagni. • Se qualcuno si difende, Matteo è anche capace di alzare le mani o di insultarlo. • Per l’impulsività non di rado finisce nei pericoli, a volte anche al Pronto Soccorso( per fortuna per incidenti a casa). • La mamma è disperata perché da sempre il bambino non l’ascolta; quando è ora di fare i compiti, nasconde il diario. Di conseguenza arriva a scuola con materiali che mancano, lavori non svolti e comunicazioni senza firma. • A casa distrugge regolarmente i giochi con il martello per vedere “cosa hanno dentro la pancia”. Così la mamma ha deciso di non comprarne più.
  • 4. 4 Nel caso di M  Sono presenti i sintomi primari del Disturbo Inattenzione –Impulsività - Iperattività  Un deficit nelle Funzioni Esecutive( abilità di rappresentazione del compito e dell’obiettivo,di pianificazione strategica, di inibire la risposta impulsiva) scarsa capacità di organizzazione, di gestione dell’impegno di autoregolazione del comportamento
  • 5. 5 L’intervento della scuola Si sviluppa intorno a questi tre nuclei critici: scarsa capacità di organizzazione, di gestione dell’impegno, di autoregolazione del comportamento con interventi di gestione efficace delle difficoltà prodotte dal Disturbo in un contesto strutturato e prevedibile.
  • 6. 6 Capacità di organizzazione azioni per la gestione efficace di materiali e spazi di lavoro • Utile, in classe, collocare l’alunno lontano da distrattori, in posizione da potersi alzare senza disturbare, vicino a un compagno tranquillo, senza troppo “pubblico” davanti. • Permettere che a tratti lavori in piedi accanto al banco. • Insegnare a ricoprire quaderni/libri con una copertina di diverso colore;
  • 7. 7 • Realizzare insieme all’alunno/a pro-memoria illustrati con i materiali necessari per le diverse aree/discipline - da tenere nel diario- e consultare la sera prima della lezione( aiuto della famiglia); • Insegnare a porsi domande di autoregolazione: Che materia tocca ora? Cosa devo preparare sul banco? Cosa non mi serve più? • Far fare esercizio, anche a voce alta, di come si tengono in ordine i materiali sul banco a scuola;
  • 8. 8 Strategie di aiuto per gestire l’impegno • Quando si inizia la lezione è importante comunicare: attività/argomenti da affrontare( magari li scrivo in un angolo alla lavagna, cancellando ogni punto svolto), per quali serve poca attenzione, per quali occorre molto impegno di attenzione; • Curare la comunicazione didattica: immagini, testo, multimedialità; • Alternare attività impegnative ad altre più leggere; • Dare consegne brevi, con dati essenziali; *anche a casa( fare alleanza con famiglia)
  • 9. 9 • Evitare di duplicare consegne chiare; • Far leggere all’alunno/a la consegna e farsi spiegare cosa e come deve fare* • Se il compito è complesso, spezzettarlo o assegnandolo a dosi* • Permettere alternative diverse di svolgimento del compito ( domande-risposte, scelta multipla, cloze….) *anche a casa( fare alleanza con famiglia)
  • 10. 10 • Insegnare a mettere un segno sul compito se ci si accorge che da quel momento è caduta l’attenzione* • Concordare segnali di aiuto per mantenere e/o riprendere l’attenzione (avvicinarsi o toccare il banco, rivolgere all’alunno uno sguardo d’intesa..); • Avvicinarsi frequentemente all’alunno/a per fornire feedback sulla correttezza del lavoro* • Insegnare strategie di produzione del testo: generazione di idee, pianificazione, revisione( trovare gli errori per categoria( lettere maiuscole, doppie…)
  • 11. 11 • Insegnare strategie di studio : concetti chiave, schematizzazione, ristrutturazione, riduzione del testo (mostrare come si fa fino ad automatizzazione) • Interrompere il protrarsi degli errori, suggerendo indicazioni per correggere • Attenzione alla multimedialità incontrollata, alla libera navigazione in Internet • Attenzione a modalità di apprendimento cooperativo senza regole • Essenziale il principio della padronanza guidata
  • 12. 12 • Essenziale il principio della padronanza guidata: mostrare come si fa, far provare un po’ alla volta, ridurre progressivamente l’aiuto • Verificare al termine di ogni fase com’ è stato svolto il lavoro per offrire feedback e rinforzi positivi anche molto semplici:uno smile, un complimento, un apprezzamento. • Questo momento di gratificazione costituisce una pausa piacevole per l’ alunno/a, di vicinanza affettiva con l’ insegnante, di riconoscimento del successo davanti a tutta la classe.
  • 13. 13 Strategie per la regolazione del comportamento che è… • …..variabile, imprevedibile, influenzato dalle situazioni, problematico. • Comportamento problematico situazioni scatenanti: tutte le situazioni “fluide” a causa di regole e ruoli poco definiti, percezione di abbandono, compiti noiosi, difficili Esempi: inizio e fine lezione, intervalli vari, tempi di gioco, contesti di lavoro, mensa, passaggio da un luogo all’altro dentro scuola, uscite.. Come intervenire?
  • 14. 14 • Poche regole, semplici, chiare, concordate, scritte con proposizioni positive( es. alza la mano per parlare) • Intervallo-ricreazione: es. prevedere un calendario di attività o accordarsi sui giochi da fare prima di uscire; • rientro da ricreazione: alcuni minuti di “decompressione”, mettendo in ordine il banco, chiacchierando con il compagno; • attese varie: fare/finire un disegno;sfogliare/leggere un libretto; ordinare materiali( altre cose gradite all’alunno) • passaggi di ambienti: in fila indiana, per 2, capofila e chiudi- fila programmati, calibrare i tempi per evitare confusione, dimenticanza di materiali
  • 15. 15 • fine lezione: evitare la fretta, dettare i compiti, consegnare avvisi con ragionevole anticipo rispetto alla campanella per verificare che siano stati compresi e annotati , saluto • mensa: stabilire e svolgere ruoli: tutti, a turno; premiare l’ alunno e la sua classe per comportamenti adeguati a tavola( smile, figurine, minuti in più al computer, di gioco…) • post mensa: libera scelta di giochi di piccolo gruppo, coppia • Assegnare “compiti motori” per orientare in positivo il bisogno di muoversi dell’alunno( distribuire materiali, raccogliere quaderni, bagnare le piantine, riordinare oggetti…) Gratificare ogni minimo progresso!
  • 16. 16 Perché è meglio gratificare? • Un alunno gratificato per un comportamento adeguato può manifestare ancora quel comportamento in analoga circostanza perché sa che dopo accadrà qualcosa di piacevole per lui: si innesca così una dinamica di apprendimento. • La strategia della gratificazione va praticata dall’insegnante secondo criteri di immediatezza, autenticità, coerenza, gradualità
  • 17. 17 - La gratificazione permette di - stimolare aspetti positivi nascosti - consolidare azioni corrette presenti, ma poco praticate - sviluppare comportamenti desiderabili - rafforzare la riduzione di comportamenti inadeguati - offrire agli altri un’immagine diversa da quella del “rompiscatole” - imparare a stabilire e prevedere le conseguenze di un comportamento - sviluppare consapevolezza che ogni traguardo raggiunto è frutto dell’impegno personale. Il bambino con ADHD è molto sensibile alle gratificazioni!
  • 18. 18 E la punizione? • Ignorare i comportamenti inadeguati non gravi, in modo coerente: proteste per divieti, dispetti vari, azioni di disturbo( picchiettare sul banco con le penne), parolacce per farsi notare.
  • 19. 19 Punire i comportamenti gravi per far decrescere la probabilità che si ri- attivi il comportamento grave Punizione Priva di aggressività Neutra psicologicamente,conseguenza di un certo comportamento, non attacco alla persona Immediata Proporzionale alla gravità dell’azione Facilmente applicabile e inevitabile