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Mediterraneo
Salvatore Capasso
Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo-CNR
un Mare di differenze e opportunità
Napoli, 15 maggio 2019
This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International License
Dal 2005
un osservatorio sul
Mediterraneo
Focus 2018: Gli squilibri
Emerge un quadro ricco di differenze che rappresentano
opportunità di crescita ma anche tensioni sui territori
Grandi forze di cambiamento:
•Demografia
•Condizioni Socio-Economiche
•Instabilità Istituzionale e politica
Focus 2019: L’Ambiente
Il Rapporto sulle economie del Mediterraneo
Obiettivi della presentazione
I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
Evidenziare gli squilibri sociali ed economici tra i paesi che si affacciano nel
Mediterraneo e le possibili implicazioni per l’Area (alcuni dati Rapporto Economie del
Mediterraneo 2018).
II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
Discutere delle possibili implicazioni dei differenziali nell’area.
I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
Le economie del Mediterraneo sono lungi dall’essere omogenee.
Sussiste, tuttavia un certo grado di omogeneità tra aree: nord, sud e est.
Tra squilibri e omogeneità
La crescita nell’area è stata fortemente diseguale: i paesi più ricchi sono cresciuti a tassi
nettamente inferiori a quelli più poveri.
Crescita diseguale
I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
LE DISTORSIONI DELL’AREA
Aree ricche e mature a più lenta crescita si contrappongono ad aree più povere ma più
dinamiche e giovani
Est M
Albania
Bosnia
Croazia
Macedonia
Montenegro
Serbia
Euro M
Cipro
France
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Italia
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Algeria
Marocco
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Turchia
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Giordania
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Libia
Tunisia
Squilibri sociali ed economici
I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
LA DINAMICA DEMOGRAFICA E I SUOI EFFETTI
La transizione demografica è avvenuta solo in parte nei paesi della riva sud:
•La fecondità che negli anni ’50 si attestava per i tre paesi del Maghreb su una media di 6
figli per donna, ora ha raggiunto i 2,56 figli per donna in Tunisia e Algeria, 2,9 in Marocco.
•Si registra un calo della Mortalità significativo in tutti i paesi
I differenziali demografici tra le due rive del bacino hanno generato:
•Da un lato, flussi migratori dal Nord Africa e Medio Oriente verso la sponda Nord;
•Dall’altro, un aumento delle esportazioni di merci grazie all’allargamento del mercato
connesso all’aumento di popolazione nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente
Squilibri sociali ed economici
I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
La forza della Demografia
I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
Un Mediterraneo sempre più integrato
L’integrazione commerciale tra le diverse aree del Mediterraneo è fortemente
cresciuta negli ultimi due decenni.
Anche non considerando i prodotti energetici, gli scambi dei paesi dell’area
Euro Med sono aumentati sia verso quelli del Sud che quelli dell’Est.
I flussi commerciali sono rimasti alti nonostante la crisi finanziaria, la crisi del
debito dei paesi della sponda Nord e il rallentamento del commercio
internazionale.
II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
Rapporti Commerciali (1/2)
Crescente integrazione tra i «tre mediterranei»: Export dell’Euro Med verso
l’East Med e Import dall’area
II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
Rapporti Commerciali (2/2)
Crescente integrazione tra i «tre mediterranei»: Export dell’Euro Med verso il South Med
e Import dall’area.
II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
Andamento Commercio Bilterale Med
Commercio Bilaterale nel Med meglio del Commercio Mondiale negli anni di crisi
II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
Pressione Demografica e Crescita Economica
Cambiamenti Demografici
Crescita rapida popolazione nel
Mediterraneo del Sud
(+85 milioni di persone
nei prossimi 20 anni)
Superata la fase di instabilità politica
nel Mediterraneo del Sud,
Gli scambi bilaterali tra le sponde del
Mediterraneo ritorneranno ai valori
di crescita del 2001-2008.
II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
Sviluppo Infrastrutture
Investimenti in infrastrutture
fisiche
Investimenti nelle infrastrutture portuali
sono l’obiettivo primario di quasi tutti
i paesi del Sud Med.
Marocco, Egitto, Israele e Turchia
sono un passo avanti su questa strada.
Tunisia e Algeria pianificano di
costruire infrastrutture portuali
per le acque profonde.
Queste infrastrutture rafforzeranno
i legami commerciali tra le due
sponde del Mediterraneo.
II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
La primavera araba:
anche fragilità economica (1/2)
Bisogni crescenti…
16
II. CAUSALITA’ DIRETTE E INVERSE
…e crescenti costi hanno generato instabilità
17
II. CAUSALITA’ DIRETTE E INVERSE
La primavera araba:
anche fragilità economica (2/2)
In conclusione
I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
In economia le distanze e le differenze possono essere strumento di crescita e
sviluppo. Il Mediterraneo è un'opportunità per le economie europee più mature.
II. CAUSALITA’ DIRETTE E INVERSE
Le pressioni demografiche e socio-economiche alterano fortemente lo sfruttamento
delle risorse e l’ambiente. Questo è particolarmente vero nel bacino del
Mediterraneo. Politiche migratorie ed energetiche efficaci devono tenere conto di
questi fattori.
III. IL CNR-ISSM PER L’AMBIENTE
Negli ultimi anni l’ISSM ha investito molto nelle attività di ricerca, divulgazione,
formazione per l’Ambiente.
Mediterraneo
Salvatore Capasso
Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo-CNR
un Mare di differenze e opportunità
Napoli, 15 maggio 2019

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Mediterraneo: un mare di differenze e opportunita'

  • 1.
  • 2. Mediterraneo Salvatore Capasso Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo-CNR un Mare di differenze e opportunità Napoli, 15 maggio 2019 This work is licensed under a Creative Commons Attribution-NonCommercial 4.0 International License
  • 3. Dal 2005 un osservatorio sul Mediterraneo Focus 2018: Gli squilibri Emerge un quadro ricco di differenze che rappresentano opportunità di crescita ma anche tensioni sui territori Grandi forze di cambiamento: •Demografia •Condizioni Socio-Economiche •Instabilità Istituzionale e politica Focus 2019: L’Ambiente Il Rapporto sulle economie del Mediterraneo
  • 4. Obiettivi della presentazione I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI Evidenziare gli squilibri sociali ed economici tra i paesi che si affacciano nel Mediterraneo e le possibili implicazioni per l’Area (alcuni dati Rapporto Economie del Mediterraneo 2018). II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO Discutere delle possibili implicazioni dei differenziali nell’area.
  • 5. I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI Le economie del Mediterraneo sono lungi dall’essere omogenee. Sussiste, tuttavia un certo grado di omogeneità tra aree: nord, sud e est. Tra squilibri e omogeneità
  • 6. La crescita nell’area è stata fortemente diseguale: i paesi più ricchi sono cresciuti a tassi nettamente inferiori a quelli più poveri. Crescita diseguale I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
  • 7. LE DISTORSIONI DELL’AREA Aree ricche e mature a più lenta crescita si contrappongono ad aree più povere ma più dinamiche e giovani Est M Albania Bosnia Croazia Macedonia Montenegro Serbia Euro M Cipro France Grecia Italia Portogallo Spagna Malta Slovenia Sud M Algeria Marocco Egitto Siria Turchia Israele Giordania Libano Libia Tunisia Squilibri sociali ed economici I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
  • 8. LA DINAMICA DEMOGRAFICA E I SUOI EFFETTI La transizione demografica è avvenuta solo in parte nei paesi della riva sud: •La fecondità che negli anni ’50 si attestava per i tre paesi del Maghreb su una media di 6 figli per donna, ora ha raggiunto i 2,56 figli per donna in Tunisia e Algeria, 2,9 in Marocco. •Si registra un calo della Mortalità significativo in tutti i paesi I differenziali demografici tra le due rive del bacino hanno generato: •Da un lato, flussi migratori dal Nord Africa e Medio Oriente verso la sponda Nord; •Dall’altro, un aumento delle esportazioni di merci grazie all’allargamento del mercato connesso all’aumento di popolazione nei paesi del Nord Africa e del Medio Oriente Squilibri sociali ed economici I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
  • 9. La forza della Demografia I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI
  • 10. Un Mediterraneo sempre più integrato L’integrazione commerciale tra le diverse aree del Mediterraneo è fortemente cresciuta negli ultimi due decenni. Anche non considerando i prodotti energetici, gli scambi dei paesi dell’area Euro Med sono aumentati sia verso quelli del Sud che quelli dell’Est. I flussi commerciali sono rimasti alti nonostante la crisi finanziaria, la crisi del debito dei paesi della sponda Nord e il rallentamento del commercio internazionale. II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
  • 11. Rapporti Commerciali (1/2) Crescente integrazione tra i «tre mediterranei»: Export dell’Euro Med verso l’East Med e Import dall’area II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
  • 12. Rapporti Commerciali (2/2) Crescente integrazione tra i «tre mediterranei»: Export dell’Euro Med verso il South Med e Import dall’area. II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
  • 13. Andamento Commercio Bilterale Med Commercio Bilaterale nel Med meglio del Commercio Mondiale negli anni di crisi II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
  • 14. Pressione Demografica e Crescita Economica Cambiamenti Demografici Crescita rapida popolazione nel Mediterraneo del Sud (+85 milioni di persone nei prossimi 20 anni) Superata la fase di instabilità politica nel Mediterraneo del Sud, Gli scambi bilaterali tra le sponde del Mediterraneo ritorneranno ai valori di crescita del 2001-2008. II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
  • 15. Sviluppo Infrastrutture Investimenti in infrastrutture fisiche Investimenti nelle infrastrutture portuali sono l’obiettivo primario di quasi tutti i paesi del Sud Med. Marocco, Egitto, Israele e Turchia sono un passo avanti su questa strada. Tunisia e Algeria pianificano di costruire infrastrutture portuali per le acque profonde. Queste infrastrutture rafforzeranno i legami commerciali tra le due sponde del Mediterraneo. II. POSSIBILITA’ DI CRESCITA E SVILUPPO
  • 16. La primavera araba: anche fragilità economica (1/2) Bisogni crescenti… 16 II. CAUSALITA’ DIRETTE E INVERSE
  • 17. …e crescenti costi hanno generato instabilità 17 II. CAUSALITA’ DIRETTE E INVERSE La primavera araba: anche fragilità economica (2/2)
  • 18. In conclusione I. SQUILIBRI SOCIALI ED ECONOMICI In economia le distanze e le differenze possono essere strumento di crescita e sviluppo. Il Mediterraneo è un'opportunità per le economie europee più mature. II. CAUSALITA’ DIRETTE E INVERSE Le pressioni demografiche e socio-economiche alterano fortemente lo sfruttamento delle risorse e l’ambiente. Questo è particolarmente vero nel bacino del Mediterraneo. Politiche migratorie ed energetiche efficaci devono tenere conto di questi fattori. III. IL CNR-ISSM PER L’AMBIENTE Negli ultimi anni l’ISSM ha investito molto nelle attività di ricerca, divulgazione, formazione per l’Ambiente.
  • 19. Mediterraneo Salvatore Capasso Istituto di Studi sulle Società del Mediterraneo-CNR un Mare di differenze e opportunità Napoli, 15 maggio 2019

Notas do Editor

  1. Presentazione istituzionale CNR-ISSM 2017 versione 1.0 (ITA) Comunicazione CNR-ISSM
  2. La bilancia commerciale risulta in avanzo costante per i paesi Euro Med nell’arco del ventennio, ma percentualmente in contrazione: infatti, la bilancia commerciale normalizzata è risultata pari a +5,2% nel 1996, +6,1% nel 2006, +10,0% nel 2016. Cresce la componente energetica all’interno delle esportazioni dei paesi Euro, quota che arriva al 10% nel 2016.
  3. Bilancia commerciale in attivo per l’Euro Med a inizio e fine periodo, ma i dati del 2006 mostrano un deficit di circa 20 miliardi di dollari (-13,7% la bilancia commerciale normalizzata), a causa della forte incidenza dei prodotti energetici all’interno delle importazioni dalla sponda sud. L’incidenza della componente energetica è alta in Import (intorno al 50% nel 1996 e nel 2006 e 27,9% nel 2016, si tratta soprattutto di prodotti fossili greggi) ma è notevole anche in Export (10,8% l’incidenza nel 2016, si tratta soprattutto di prodotti raffinati)
  4. La bilancia commerciale risulta in avanzo costante per i paesi Euro Med nell’arco del ventennio, ma percentualmente in contrazione: infatti, la bilancia commerciale normalizzata è risultata pari a +5,2% nel 1996, +6,1% nel 2006, +10,0% nel 2016. Cresce la componente energetica all’interno delle esportazioni dei paesi Euro, quota che arriva al 10% nel 2016.