1. Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03327
Atto n. 4-03327
Pubblicato il 27 gennaio 2015, nella seduta n. 385
D'AMBROSIO LETTIERI - Ai Ministri del lavoro e delle politiche sociali e dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
Poste italiane SpA, azienda ad intero capitale pubblico che si occupa di fornire beni e servizi in
ambito logistico e finanziario e concessionaria di servizio universale ai sensi del decreto del
Presidente della Repubblica 19 settembre 1997, n. 318, negli anni, per sopperire ad una cronica
mancanza di personale, è ricorsa all'utilizzazione massiccia di forme contrattuali a tempo
determinato;
tali contratti sono stati stipulati nel periodo compreso tra il 2006 e il 2012 ai sensi dell'articolo 2,
comma 1-bis, del decreto legislativo n. 368 del 2001 che stabilisce la possibilità di effettuare
assunzioni di dipendenti a termine senza giustificarne il motivo dell'assunzione stessa per circa 10
mesi nel corso di ogni singolo anno e nella percentuale non superiore al 15 per cento dell'organico
aziendale riferito al 1° gennaio dell'anno a cui le assunzioni si riferiscono;
tali percentuali risultano essere state superate, per la maggior parte del periodo in cui gli stessi
contratti sono stati stipulati, dall'analisi dei prospetti del personale pubblicati nel bilancio pubblico
dell'azienda, ponendo l'azienda stessa da un punto di vista legale in difetto rispetto alla maggior
parte dei ricorrenti;
la linea di condotta adottata dagli amministratori di Poste italiane SpA nel consentire le assunzioni ha
determinato un grave danno economico che incide pesantemente sull'equilibrio finanziario di una
società che è patrimonio di tutti gli italiani, oltre ad aver inciso pesantemente sulla vita di circa
15.000 dipendenti precari ricorsisti;
a questi dati oggettivi si va ad aggiungere la sentenza della Corte di cassazione n. 6010 del 12
marzo 2009, che ha indicato in maniera perentoria le modalità di giudizio per ogni contenzioso posto
in essere;
infatti la sentenza afferma che "nella determinazione delle percentuali di lavoratori che possono
essere assunti con contratto a termine sul totale dei dipendenti, non è sufficiente l'indicazione del
numero massimo di contratti a termine, occorrendo altresì, a garanzia di trasparenza ed a pena di
invalidità dell'apposizione del termine nei contratti stipulati in base all'ipotesi individuata ex art. 23
citato, l'indicazione del numero dei lavoratori assunti a tempo indeterminato, sì da potersi verificare
il rapporto percentuale tra lavoratori stabili e a termine ";
alla sentenza della Corte di cassazione però si è contrapposta la posizione di Poste italiane che, nella
cause relative ai contratti stipulati ex art. 2, comma 1-bis, ha prodotto prospetti nei quali sono
indicati dati necessari alla verifica della percentuale fissata dal legge, ovvero il numero dei dipendenti
in organico;
considerato che:
ad oggi risultano circa 600 dipendenti che attualmente lavorano in azienda in attesa di giudizio
successivo o definitivo;
la situazione di precarietà nel quale si trovano ad operare questi lavoratori è stata affrontata in
diversi accordi tra Poste italiane e i rappresentanti dei lavoratori;
in tali accordi Poste italiane, in un verbale di accordo del 14 febbraio 2014, si impegnava tra l'altro a
verificare la loro posizione e "ad avviare interventi mirati ad introdurre nell'ambito dell'azienda
Mostra rif. normativi
2. specifici momenti di valorizzazione delle risorse impiegate attraverso l'avvio di processi di politica
attiva del lavoro";
inoltre, le parti nello stesso accordo si impegnavano "entro la prima decade di aprile ad effettuare
uno specifico esame al tema del consolidamento del rapporto delle risorse che abbiano già prestato
la propria attività in Azienda in virtù di un contratto a tempo determinato e che, alla data di
sottoscrizione del presente accordo vi stiano ancora operando in virtù di un provvedimento giudiziale
favorevole non ancora passato in giudizio";
all'interrogante non risulta alcun accordo successivo a quello prima citato nonostante le varie
sollecitazioni pervenute dai rappresentanti dei lavoratori nei confronti dell'azienda;
considerato, infine, che il 16 dicembre 2014 il nuovo amministratore delegato, Francesco Caio,
nell'illustrare le linee strategiche del piano di sviluppo del gruppo per il periodo 2015-2019 ha
elencato tra le linee di azione "8.000 tra nuovi ingressi e conversioni dei part time: il 50% dei nuovi
ingressi riguarderà giovani laureati e nuove professionalità. Inoltre prevediamo lo sviluppo di circa
7.000 risorse interne verso profili più qualificati",
si chiede di sapere:
se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza di quanto esposto e quali iniziative di propria competenza
intendano intraprendere;
quali misure intendano adottare, anche nei confronti di Poste italiane, ciascuno per la propria
competenza, al fine di promuovere e salvaguardare, insieme al diritto ad un lavoro stabile per i
lavoratori ricorsisti precari, le prerogative stabilite dalle sentenze della Corte di cassazione;
se intendano intervenire, con le opportune attività di competenza, in riferimento al piano di sviluppo
del gruppo, anche al fine di evitare la nascita di ulteriori contenziosi tra i lavoratori e l'azienda.