2. FIAB ONLUS - www.fiab-onlus.it
Ogni giorno dalla parte di chi pedala
FIAB è l’associazione nazionale, che riunisce 160 associazioni e sezioni che promuo-
vono in tutta Italia l’utilizzo della bicicletta come mezzo di trasporto. FIAB aderisce
alla European Cyclists’ Federation (ECF). Fanno parte del network FIAB, oltre a
Bicitalia: Albergabici, CIAB, Comuni Ciclabili, Centro Studi Riccardo Gallimbeni-Area
Tecnica, Rivista BC.
BICITALIA - www.bicitalia.org
Rete Ciclabile Nazionale
Bicitalia è il progetto per una rete di vie verdi, piste in sede e strade calme senza
traffico da percorrere a piedi ed in bicicletta, che collega le principali città e le più
importanti attrazioni naturali e culturali, per promuovere la mobilità attiva ai fini
quotidiani e ricreativi.
EDITORE RESPONSABILE
FIAB - Federazione Italiana Amici della Bicicletta ONLUS
Via Caviglia, 3/A - 20139 Milano - c.f. / p.iva 11543050154
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23 novembre 2018
PHOTO CREDITS
Archivio FIAB; ECF
GRAFICA
Francesco Cangiano
TESTI
Giuseppe Dimunno
CITAZIONI
FIAB, “Bicitalia. 20 Ciclovie per 20 Regioni”, 2018
RINGRAZIAMENTI
Si ringraziano in particolare tutti i membri della comunità FIAB, i componenti del
Comitato Tecnico Scientifico Bicitalia, Corrado Marastoni, il webmaster del sito
bicitalia.org Massimo Conter e tutti quelli che aiutano a far crescere il progetto
Bicitalia di FIAB.
DONA
Questa pubblicazione è stata prodotta senza alcun contributo pubblico o privato,
bensì con risorse proprie di FIAB. Per contribuire economicamente al progetto
Bicitalia, è possibile effettuare una donazione sul sito www.bicitalia.org oppure
scrivere a info@bicitalia.org.
RETE CICLABILE NAZIONALE
3. Una lunga storia riassunta in breve
Gallimbeni entrano a far parte per conto di
FIAB del gruppo di lavoro per la
pianificazione della rete ciclabile europea
da parte della Federazione Europea dei
Ciclisti (ECF). Nel 2000, all’interno di un
convegno internazionale sul cicloturismo
tenutosi a Torino, il progetto Bicitalia,
corrispettivo italiano di EuroVelo, viene
presentato all’esterno, riscuotendo subito
grande interesse.
Passano gli anni, cambiano i governi, ma, a
parte minimi aggiornamenti, il disegno
originale di Bicitalia è destinato a rimanere
sostanzialmente lo stesso per più di un
lustro. L’attività dei vari ministeri si fa
attendere a lungo, e l’impegno delle
Regioni non riesce mai ad imporsi con
costanza ed incisività a livello nazionale.
Non essendo un riferimento ufficiale,
alcune regioni finiscono per realizzare
molte ciclabili turistiche senza tener conto
di Bicitalia (mentre altre non ne realizzano
affatto). Eppure sono ben quattro le rotte
EuroVelo che interessano l’Italia (EV5 Via
Romea Francigena, EV7 Sun Route e EV8
Mediterranean Route in gran parte lungo il
Po con prolungamento adriatico fino a
Trieste, EV9 Baltic-Adriatic per un breve
pezzo al confine sloveno), ed almeno su
queste sarebbe stato opportuno
condividere una cabina di regia nazionale.
Nel 2014 il nostro progetto viene
finalmente finanziato grazie ad un bando
del Ministero dell’Ambiente e per un paio
d’anni siamo riusciti a coinvolgere una
decina di regioni condividendo standard
tecnici e di qualità. Nasce così una rete di
18 itinerari nazionali estesa per circa 18
mila chilometri, fissata nell’edizione di
riferimento della mappa Bicitalia, anno
2015. Tale lavoro ha permesso a FIAB di
diventare un interlocutore autorevole e di
poter incidere – non sempre però alla
stessa maniera – sulle scelte progettuali e
pianificatorie delle singole Regioni, anche
con il grave handicap di dover contare più
sulla disponibilità volontaria dei singoli che
su uno staff all’uopo.
Veniamo ai nostri giorni. La pietra miliare è
senz’altro la nuova “legge quadro” sulla
mobilità ciclistica, pubblicata all’inizio del
2018 dopo voto unanime in Parlamento,
che richiama esplicitamente la “Rete
Ciclabile Nazionale” Bicitalia e la
inserisce per la prima volta all’interno
dell’istituto normativo. Nel frattempo, la
mappa e la descrizione degli itinerari
consegnata tre anni prima al Ministero
dell’Ambiente, era già stata evidenziata
anche nel Def 2017 (documento
economico e finanziario) del Ministero
delle Infrastrutture e dei Trasporti.
Per far fronte a queste novità, la dirigenza
nazionale FIAB decide di darsi delle regole
per quanto riguarda le attività di
aggiornamento della rete Bicitalia e di
valutazione delle proposte di inserimento
Premessa.
di Antonio Dalla Venezia, responsabile area cicloturismo FIAB
La cartina della “rete nazionale di percorribilità ciclistica”, già dalla prima stesura, prevede
un sistema di longitudinali e coast2coast che toccano tutte le regioni italiane integrandosi con le
dorsali transazionali, avendo cura di valorizzare quanto fino a quel momento era stato già
realizzato ad opera di poche, volenterose, Regioni e Province.
Bicitalia nasce alla fine degli anni ‘90
allorquando Claudio Pedroni e Riccardo
4. È così che nel 2016 nasce il Comitato
Tecnico Scientifico di Bicitalia, presieduto
dal sottoscritto e coordinato da Giovanni
Cardinali, consigliere nazionale FIAB e
ingegnere di comprovata professionalità
ed esperienza nel settori dei lavori pubblici
e della pianificazione strategica delle
infrastrutture.
Attualmente sono componenti del CTS a
titolo non oneroso i seguenti tecnici ed
esperti in diverse discipline,
dall’urbanistica al diritto: Angelo Velatta,
Roberto Pallottini, Enzo Russo, Fabio Gon,
Valerio Montieri, Giuseppe Dimunno,
quest’ultimo responsabile del
coordinamento EuroVelo in Italia per FIAB.
Tra i compiti del CTS, anche quello di
seguire con attività di advocacy il
cosiddetto “Sistema Nazionale delle
Ciclovie Turistiche” e di esaminarne le
relazioni con Bicitalia.
Con la legge di stabilità 2016, il
Parlamento, infatti, ha destinato un totale
di 91 milioni di euro per lo sviluppo della
mobilità ciclistica e in particolare per la
realizzazione delle prime 4 ciclovie del
SNCT (la Verona-Firenze come parte della
Ciclovia del Sole, il GRAB di Roma,
l’Acquedotto Pugliese e VenTo),
incrementati a 361 con la manovra
finanziaria dell’anno seguente che ha
incluso altri 6 itinerari: Ciclovia della
Sardegna, Anello del Garda, Ciclovia
Adriatica (suddivisa in due blocchi, a nord
e sud di Venezia), Ciclovia della Magna
Grecia e Ciclovia Tirrenica; alcuni di questi
itinerari non sono previsti da Bicitalia o,
per lo meno, non nella configurazione con
cui sono stati finanziati. Ad oggi, non sono
ancora stati firmati tutti gli appositi
protocolli di intesa tra regioni interessate e
MIT. Siamo in forte ritardo, ma il fatto che
FIAB sia presente a tutti i tavoli tecnici
ministeriali finora attivati, fa sperare che
una volta avviata la discussione dei
progetti si possa procedere con la dovuta
urgenza.
Fondamentale è il lavoro del CTS Bicitalia
che, analizzando le nuove proposte,
incluse quelle previste dal programma
governativo SNCT, è giunto a una nuova
fotografia dell’esistente.
Le novità più salienti della nuova mapopa
riguardano: l’inserimento di alcune ciclovie
come la Magna Grecia (in avvicendamento
alla Ciclovia dei Tre Mari) e l’Acquedotto
Pugliese, ex variante della Ciclovia degli
Appennini, la sostituzione di alcune ciclovie
ora classificate interregionali di interesse
nazionale (TI-Bre Dolce, Versilia-Romagna,
Conero-Argentario, l’Adda e Vasto-Gaeta);
l’aggiunta di ben 6 nuovi itinerari nazionali:
Claudia Augusta, Tirrenica, Alpe Adria,
Tibur Valeria, Sardegna e AIDA; infine, è
stato rimodulato il fascio di itinerari in
precedenza definito “Ciclovia dei Fiumi
Veneti” focalizzando la Dolomiti-Venezia
quale parte del corridoio internazionale
Monaco-Venezia. Un risultato ben
sintetizzato dal motto: “20 Ciclovie per 20
Regioni”.
2016
La nascita del
Comitato Tecnico
Scientifico di Bicitalia
o emendamento dei tracciati, così da
rispondere in modo organico alle
numerose richieste di collaborazione di
altri soggetti, pubblici e privati.
5. La mappa Bicitalia 2019
nella sua versione completa
delle ciclovie interregionali
di interesse nazionale
6. Introduzione alla mappa 2019
Il CTS Bicitalia, a partire dalla sua
istituzione come organo tecnico di FIAB nel
febbraio 2016, ha iniziato un percorso di
partecipazione attiva e di co-progettazione
per aggiornare lo schema di rete ciclabile
nazionale da inviare alle Regioni e al
Ministero Infrastrutture e Trasporti, al fine
di contribuire all’attuazione dell’art. 4 della
nuova L. 11 gennaio 2018 n. 2
“Disposizioni per lo sviluppo della mobilità
in bicicletta e la realizzazione della rete
nazionale di percorribilità ciclistica”.
La nuova mappa Bicitalia è stata
presentata per la prima volta alla fiera
COSMO BIKE (Verona) del settembre 2017
inizialmente come un’“edizione di
transizione”, ancora ridondante di
alternative in fase di studio, varianti e
collegamenti, poi sviscerati nei mesi
successivi, dopo aver vagliato i pareri
espressi dai membri del CTS, dai
coordinatori regionali e da altri esperti
FIAB, tutti con una lunga esperienza di
partecipazione alle “bicistaffette” FIAB, la
manifestazione annuale che dal 2001
promuove sul campo la realizzazione di
migliori infrastrutture ciclabili per il paese.
L’edizione 2019 della mappa Bicitalia è
stata impostata con un grafo
infrastrutturale più semplice e chiaro. Il
CTS nella seduta del 13 giugno 2018 ha
definito i criteri di appartenenza alla rete
ciclabile nazionale, passando in rassegna
le caratteristiche di ogni singolo itinerario,
dopo averne verificato la presenza o meno
nelle pianificazioni di settore regionali, e
stabilendo così una nuova classificazione
funzionale basata sull’identificazione di
venti dorsali nazionali, sui cui nodi
principali si saldano a loro volta varianti ed
ulteriori collegamenti interregionali e
regionali.
I criteri ritenuti indispensabili per
definire una ciclovia turistica come
“nazionale” Bicitalia sono:
1) sua previsione all’interno di EuroVelo;
2) l’itinerario attraversa almeno 3 regioni
ovvero 1/2 regioni oltre ad uno stato
confinante;
3) lunghezza minima di 150 km;
4) presenza dimostrata di flussi
cicloturistici consolidati;
5) l’itinerario è già inserito o include una
ciclovia turistica del SNCT;
6) l’itinerario si svolge lungo un corridoio
con caratteristiche intermodali (bici+treno
o bus);
7) l’itinerario include tratti rilevanti su
ferrovie dismesse o altro tipo di sedimi;
8) l’itinerario è nel corridoio di una strada
consolare romana.
“L’edizione 2019 della mappa Bicitalia che
diamo alla luce non è soltanto il traguardo
di una storia ventennale scritta da FIAB, ma
è soprattutto un nuovo punto di partenza
nell’auspicio che il CTS Bicitalia possa
costituire un valido e permanente supporto
alle istituzioni che si accingono, finalmente,
a pianificare la mobilità ciclistica in Italia in
attuazione della legge quadro entrata in
vigore il 15 febbraio 2018.”
1- Il CTS ha stabilito che il criterio 1 garantisce
l'inserimento automatico in Bicitalia, i criteri 2 e 3
devono essere entrambi rispettati dalla ciclovia
nazionale e rappresentano un prerequisito
indispensabile; i criteri dal 4 all'8 possono essere
presenti anche singolarmente.
Bicitalia.
di Giovanni Cardinali, coordinatore del CTS Bicitalia
Esempio dell'uso combinato della
segnaletica Bicitalia ed EuroVelo
7. APPENDICE. L’art. 4 (Rete ciclabile nazionale «Bicitalia») della legge 2/2018
1. La Rete ciclabile nazionale denominata
«Bicitalia» costituisce la rete infrastrutturale di
livello nazionale integrata nel sistema della rete
ciclabile transeuropea «EuroVelo». Essa e'
composta dalle ciclovie di interesse nazionale
di cui all'articolo 3, comma 3, lettera b),
compresi i relativi accessori e pertinenze,
dedicate ai ciclisti e, in generale, agli utenti
non motorizzati. Le infrastrutture della Rete
ciclabile nazionale costituiscono infrastrutture
di interesse strategico nazionale.
2. La Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» è
individuata nell'ambito del Piano generale della
mobilità ciclistica di cui all'articolo 3 sulla base
dei seguenti criteri:
a) sviluppo complessivo non inferiore a 20.000
chilometri in base a una struttura a rete,
articolata in una serie di itinerari da nord a
sud, attraversati da itinerari da est ad ovest,
che interessano tutto il territorio nazionale;
b) integrazione e interconnessione con le reti
infrastrutturali a supporto delle altre modalità
di trasporto e con le altre reti ciclabili presenti
nel territorio;
c) collegamento con le aree naturali protette e
con le zone a elevata naturalità e di rilevante
interesse escursionistico, paesaggistico,
storico, culturale e architettonico;
d) integrazione con altre reti di percorrenza
turistica di interesse nazionale e locale, con
particolare attenzione alla rete dei cammini e
sentieri, alle ippovie, alle ferrovie turistiche e ai
percorsi fluviali, lacustri e costieri;
e) sviluppo di piste ciclabili e vie verdi ciclabili o
greenway;
f) utilizzo eventuale della viabilita' minore
esistente;
g) recupero a fini ciclabili, per destinazione a
uso pubblico, di strade arginali di fiumi,
torrenti, laghi e canali; tratturi; viabilità
dismessa o declassata; sedimi di strade ferrate
dismesse e comunque non recuperabili
all'esercizio ferroviario; viabilità forestale e
viabilità militare radiata; strade di servizio; altre
opere infrastrutturali lineari, comprese opere
di bonifica, acquedotti, reti energetiche,
condotte fognarie, cablaggi, ponti dismessi e
altri manufatti stradali;
h) collegamento ciclabile tra comuni limitrofi,
attraversamento
di ogni capoluogo regionale e penetrazione
nelle principali città di interesse
turistico-culturale con il raggiungimento dei
rispettivi centri storici;
i) continuità e interconnessione con le reti
ciclabili urbane, anche attraverso la
realizzazione di aree pedonali e zone a traffico
limitato, nonché attraverso l'adozione di
provvedimenti di moderazione del traffico;
l) attribuzione agli itinerari promiscui che
compongono la Rete ciclabile stessa della
qualifica di itinerario ciclopedonale prevista
dall'articolo 2, comma 2, lettera F-bis, del
codice della strada, di cui al decreto legislativo
30 aprile 1992, n. 285, ove ricorrano le
caratteristiche ivi richieste, e loro
assoggettamento in ogni caso a pubblico
passaggio.
3. Nel Piano generale della mobilità ciclistica
sono stabiliti gli obiettivi programmatici
concernenti la realizzazione e la gestione della
Rete ciclabile nazionale «Bicitalia» e i relativi
oneri riferibili agli aspetti di rilevanza
sovraregionale e di competenza statale, cui si
provvede nel rispetto del quadro finanziario
definito ai sensi dell'articolo 3, comma 3,
lettera e), e dei suoi eventuali aggiornamenti.
4. Le regioni provvedono, sentiti gli enti locali
interessati, a predisporre i progetti necessari
alla realizzazione della Rete ciclabile nazionale
«Bicitalia» entro dodici mesi dall'approvazione
del Piano generale della mobilità ciclistica. Al
fine di consentire l'utilizzo a fini ciclabili di aree
facenti parte del demanio militare o del
patrimonio della Difesa o soggette a servitù
militari, le regioni stipulano appositi protocolli
di intesa con il Ministero della difesa.
[...]
9. L'approvazione dei progetti di cui al comma
4, secondo le modalità definite dai commi da 4
a 8, costituisce, ai sensi del testo unico delle
disposizioni legislative e regolamentari in
materia edilizia, di cui al decreto del Presidente
della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380,
variante a tutti gli strumenti urbanistici vigenti.
8. È l’itinerario nazionale n° 1 che collega l’Italia, già realizzato nel tratto a nord,
dalle Alpi al Po. È parte di EuroVelo 7 Sun Route da Capo Nord a Malta.
BI 1
SUL PERCORSO
Dalle Alpi al Garda. Per chi arriva dal
nord, il primo tratto solca la val Pusteria
provenendo da Prato alla Drava per poi
ricongiungersi alla ciclabile dell’Isarco.
Prosegue poi morbida attraversando il
paesaggio dei meleti lungo l’Adige fino a
Trento, l’Adige-Sole e poi il Canale Biffis
fino al Garda o a Verona. A Rivoli
Veronese, infatti, il percorso si sdoppia:
un ramo raggiunge il lago mentre l’altro
collega più direttamente Verona
continuando a seguire il corso
dell’Adige.
Attraverso la pianura Padana. Il
paesaggio si appiana lungo la Ciclovia
del Mincio tra borghi di carattere e
canali sino a farsi padano attorno a
Ostiglia nel mantovano. La Ciclovia del
Mincio è una ciclovia ideale per le
famiglie, con i suoi 45 km di un facile
percorso in begli ambienti naturali, con
buona ricettività agrituristica. Da lì si
traguarda la pianura tra viabilità
minore e brevi tratti dedicati, tra cui un
assaggio in comune con la Ciclovia del
Po e EuroVelo 8. Il fiume Secchia ci
traguarda fino al bivio di Concordia, da
una parte Modena e dall’altra Bologna.
Ciclabili di Toscana. Dopo aver
valicato l’Appennino Tosco-Emiliano, si
giunge in Toscana passando Pistoia e
Prato. A Firenze si sogna la ciclabile
dell’Arno, e si pratica la comoda ciclovia
che in 61 chilometri da Arezzo porta a
Chiusi sul Canale della bonifica in val di
Chiana: non asfaltata ma facile. La
tratta Verona-Firenze è inserita nel
Sistema Nazionale delle Ciclovie
Turistiche.
Umbria e Lazio. Le strade bianche di
Toscana e il paesaggio collinare delle
città etrusche, lungo il bordo del Canale
Maestro della Chiana, ci accompagnano
in Umbria, a Orvieto, dove si incontra la
ciclabile del Tevere da prolungare fino
alla Capitale.
Corridoio a Mezzogiorno. Da Roma in
giù la ciclovia è per ora solo corridoio,
che sfrutta l’Appia Antica fino a
guadagnare la costa tirrenica nei pressi
di Latina, dopo una pausa suggestiva
presso il Giardino di Ninfa.
CICLOVIA DEL SOLE
Lunghezza: 2000 chilometri di cui 1600 EuroVelo
Partenza / Arrivo: San Candido (Prato alla Drava) / Palermo
Regioni attraversate: Trentino-Alto Adige, Veneto, Lombardia, Emilia-Romagna,
Toscana, Umbria, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia
9. Quindi la litoranea domiziana, i campi
flegrei fino a Napoli. Da Napoli si
prosegue sul Miglio d’Oro fino a
Pompei dove l’itinerario si dirama: al
“nastro blu” sulla Costiera Amalfitana
corrisponde una versione più interna
seguendo il canale nocerino; quindi,
Paestum e il mare del Cilento, ma non è
da escludere l’ipotesi di recupero della
più interna ex ferrovia
Sicignano-Lagonegro a due passi dalla
Certosa di Padula. Si attraversa la
Basilicata e anche qui l’alternativa è fra
la costa di Maratea e l’interno
lagonegrese, dov’è in corso il recupero
ai fini ciclabili dell’ex ferrovia
calabro-lucana che porta dolcemente
sui piani del Pollino. L’itinerario
dovrebbe seguire in Calabria la più
morbida costa ionica, per poi ritornare
nuovamente sul Tirreno nei pressi
dell’istmo di Catanzaro, e di qui giù fino
a Scilla in parte sulla statale della Costa
Viola; l’unica alternativa fattibile al
momento è, però, quella di percorrere
tutta la costa Tirrenica dal Golfo di
Policastro in giù, variante prediletta dai
cicloviaggiatori diretti in Sicilia.
Da Messina si percorre la costa
orientale passando per Taormina, Noto
e Siracusa. L’itinerario EuroVelo a
Pozzallo s’imbarca per Malta, mentre
quello Bicitalia prosegue toccando
Agrigento, Trapani e Palermo.
EuroVelo 7 Sun Route
www.eurovelo.com/en/eurovelos/eurovelo-7
Il sogno della Ciclovia del Sole di FIAB dà il
nome all’itinerario EuroVelo 7, progetto di
unione tra le Italie della bicicletta,
sfruttando il principale corridoio di
penetrazione dei flussi cicloturistici
provenienti dal Nord Europa: la Scandinavia,
la Copenaghen - Berlino, Salisburgo e
l’Austria. Il Garda, Firenze, Roma, Napoli e il
Mezzogiorno sono le mete in cima ai
desideri dei cicloturisti stranieri.
L’itinerario è parzialmente segnalato come
EuroVelo in Provincia di Mantova.
10. Il grande fiume accompagna questo viaggio a contatto con le genti del Po, tra
paesaggi sospesi e città d’arte, un’unica grande infrastruttura ciclabile parte di
EuroVelo 8.
BI 2
SUL PERCORSO
Sull’argine maestro. L’itinerario nasce
alle falde del Monviso (Pian del Re,
2000 mslm) facendo riferimento al Po
come corridoio da percorrere sulle due
sponde, anche se Il miglior percorso
praticabile oggi si ottiene a volte
passando da una sponda all’altra per
ottenere la migliore sicurezza e non
sempre direttamente sul fiume.
L’argine maestro del Po è una preziosa
risorsa ciclabile già dal tratto torinese,
con i suoi viottoli nel parco della
Colletta. A Torino il corridoio ha
chiaramente una doppia funzione: non
solo turistica, ma anche quotidiana
grazie al fatto di collegare la città
metropolitana con San Mauro Torinese,
Chivasso e Casale Monferrato, ad un
passo dalle langhe ed al confine con la
Lomellina e la Provincia di Pavia.
Gioco di sponde. In attesa che veda la
luce il progetto VenTo, inserito nel
Sistema Nazionale della Ciclovie
Turistiche, l’itinerario migliore tra il
Piemonte e la Lombardia è quello che
coincide nel tratto intorno a Pavia e
Piacenza con la Via Francigena,
tenendo sempre la sinistra del fiume.
Caposaldo la città di Cremona.
Poco più in là a Casalmaggiore, la scelta
è se stare sul lato più vicino a Mantova
(eventualmente, con una deviazione
attraverso il sito UNESCO di
Sabbioneta) oppure se sconfinare nella
Bassa Reggiana (Guastalla) e nei
territori dell’Oltrepò Mantovano,
ralletando il ritmo tra piccoli borghi
ornati da porticati, castelli e cascine, e
scoprendo piatti semplici e saporiti.
Via verde fino al Delta. A Ferrara,
sull’argine destro, si pedala dall’abitato
di Stellata al Delta del Po, oggi sito
UNESCO: una lunga cavalcata (131 km
di asfalto, facile, con solo qualche breve
tratto aperto al traffico) dal cuore della
pianura ai territori deltizi con luoghi
dove il tempo sembra essersi fermato
come Contarina e Gorino. Il panorama
verde cattura con la biodiversità della
golena e le zone umide all’incontro con
l’Adriatico.
CICLOVIA DEL PO
Lunghezza: 1300 chilometri (entrambe le sponde)
di cui metà EuroVelo
Partenza / Arrivo: Sorgenti del Po a Pian del Re / Delta del Po
Regioni attraversate: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Veneto
11. EuroVelo 8 Mediterranean
Route
www.eurovelo8.com
Da Cadice a Cipro è la dorsale europea più
prossima al mare, da percorrere non solo
d’estate.
EV8 in Italia non si basa solo su BI2 Ciclovia
del Po, ma anche sull’itinerario
Ventimiglia-Cuneo attraverso le Alpi Marittime
(servito da una delle ferrovie più belle del
mondo), BI12 da Cuneo a Saluzzo, BI6
Adriatica (tratto Delta del Po-Muggia al confine
con la Slovenia; il breve tratto Trieste-Muggia è
anche parte di EuroVelo 9 Baltico-Adriatico da
Danzica a Pola).
Nel 2018 FIAB, in qualità di coordinamento
nazionale EuroVelo, ha avviato la richiesta di
estensione di EV8 alla Ciclovia della Sardegna,
in modo da arricchire il tema mediterraneo
dell’intero itinerario europeo.
L’itinerario è parzialmente segnalato come
Bicitalia ed EuroVelo in Provincia di Mantova e
in Friuli Venezia Giulia.
12. Lungo l’asse portante dell’antica Via Francigena e le sue varianti storiche: da
Como e, oltreconfine, a Brindisi lungo EuroVelo 5 che arriva dal Nord Europa.
BI 3
SUL PERCORSO
Da Como ai navigli. Dal lago di Como
al confine con la Svizzera, l’itinerario si
fa strada tra viabilità minore, piste
ciclabili e sentieri natura nel Parco del
Lura, questi ultimi già segnalati, fino al
Duomo di Milano. Dalla darsena si
segue l’alzaia del Naviglio Pavese,
itinerario ciclopedonale di 36 km
pianeggiante e in prevalenza su sede
propria; a tiro è la monumentale
Certosa di Pavia.
Sulle orme di Sigerico. Se da Como a
Milano, la Francigena in bici è una
versione più “laica” della via dei
pellegrini, che risponde ai migliori
standard di ciclabilità del Passo del
Gottardo e all’esigenza di ricollegarsi
all’itinerario nazionale svizzero n° 3
Nord-Sud, da Pavia si segue più
fedelmente l’itinerario medievale
tracciato dall’arcivescovo Sigerico nel
suo viaggio fra Canterbury e Roma. Si
seguono i segnavia della Francigena
scendendo il Ticino, poi il Po sino a
Piacenza (tra Pavia e Piacenza sono 80
km di ciclovia, al 90% in sede propria).
Varianti da nordovest. Su questa
direttrice si innestano altri tracciati
legati a percorsi “Romei” da nord ovest:
la direttrice vera e propria percorsa da
Sigerico transita per per il Gran San
Bernardo, Aosta, Vercelli fino a Pavia,
mentre l’altra variante dal passo del
Moncenisio attraversa Piemonte e
Liguria per unirsi all’itinerario principale
a Sarzana. In Toscana le varianti si
saldano per poi scendere insieme verso
la Capitale.
Dalla Cisa a Roma. Il Passo della Cisa,
ai tre cantoni tra Liguria,
Emilia-Romagna e Toscana, è la via
tracciata dai longobardi, in alternativa
alle strade consolari romane. Lucca,
San Gimignano, Siena e la Val d’Orcia
sono i luoghi simbolo del paesaggio
della Toscana, tra sacro e profano,
incrociando le strade bianche
dell’Eroica. Si fa ingresso nel Lazio
passando dalle colline del lago di
Bolsena, poi la Tuscia e infine il Tevere
in comune con la Ciclovia del Sole da
Prima Porta a Roma.
CICLOVIA FRANCIGENA
Lunghezza: 2000 chilometri di cui 1600 EuroVelo
Partenza / Arrivo: Como–Susa–Valled’Aosta/Brindisi
Regioni attraversate: Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia,
EmiliaRomagna,Liguria,Toscana,Lazio,Molise,Campania,Basilicata,Puglia
13. Da Roma all’arco di Traiano a
Benevento. La Prenestina è il corridoio
in uscita dalla Capitale, ad oggi non
ancora infrastrutturato. A Paliano si
pedala sul primo tratto di via verde
sull’ex ferrovia per Fiuggi, poi Ferentino
e la Valle del Sacco su strade a basso
traffico. A Cassino, lungo la storica linea
Gustav, l’itinerario sale sui primi
contrafforti appenninici per
raggiungere Venafro, in Molise, e poi
ridiscendere seguendo la valle del
Volturno e ricongiungersi per un pezzo
con l’Appia Antica nei pressi di Alife. Si
attraversano su strade secondarie i
pregiati vigneti del Sannio, per poi
raggiungere Benevento sulla vecchia
ferrovia.
Sud-Est. L’arco di trionfo di Traiano è il
punto di riferimento, da cui si staccava
la Via Traiana, variante direttissima
dell’Appia Antica, e che conduce nella
verde Irpinia, dove attualmente si
percorrono strade a basso traffico di
fondovalle ed è in progetto la
dismissione di parte del tracciato
ferroviario Foggia-Benevento. Ariano
Irpino è lo spartiacque geografico fra il
Tirreno e l’Adriatico, con nulla da
invidiare alla Cisa in fatto di pendenze.
Dopo l’attraversamento appenninico, la
vista si allarga tra i declivi dei Monti
Dauni, la piana del Tavoliere da una
parte e il Vulture dall’altro, ai tre confini
tra Campania, Basilicata e Puglia. Si
riprende la più interna Via Appia che si
insinua nella fossa bradanica in
territorio lucano con la bella Venosa,
città di Orazio, per poi concedersi un
ultimo strappo sulla Murgia e
raggiungere Matera. Si attraversa la
Terra delle Gravine per poi affacciarsi
sul panorama post-industriale di
Taranto, dove sogniamo il recupero
della ex ferrovia militare
Circummarpiccolo. Seguendo strade di
campagna immerse negli uliveti piantati
nella terra rossa, si raggiunge Brindisi
dove due colonne di Traiano segnavano
la fine dell’Appia.
È disponibile l’app
ufficiale EuroVelo 5
EuroVelo 5 - Via Romea (Francigena)
www.viafrancigena.com
EV5 nasce a Canterbury, non distante da
Londra, e dopo aver attraversato la Manica
da Dover a Calais. In Francia si allontana dall’itinerario classico per camminatori
disegnando un perfetto percorso per i pellegrini in bicicletta del Terzo Millennio,
toccando i luoghi più significativi dell’identità europea: Strasburgo, Bruxelles, le
Ardenne, teatro delle più atroci battaglie del Novecento, Basilea.
Grazie al fatto di percorrere principalmente strade a scarso traffico, è l’itinerario
nazionale con la più alta percentuale di immediata percorribilità da nord a sud, anche
se segnalato come Bicitalia ed EuroVelo solo nel Parco del Lura.
14. Un intreccio di percorsi di qualità che guarda oltreconfine, connettendosi
all’Austria (Innsbruck) e alla Germania (Monaco), utilizzando il comodo passo
del Brennero.
BI 4
Lunghezza: 350 chilometri
Partenza / Arrivo: Brennero / Venezia
Regioni attraversate: Trentino Alto Adige, Veneto.
SUL PERCORSO
Brennero e Val Pusteria. Partendo dal
comodo passo del Brennero, aperto
tutto l’anno, inizia la ciclabile dell’Isarco
che percorre inizialmente il vecchio
tracciato ferroviario giungendo ad uno
dei borghi più belli d'Italia, Vipiteno. Nei
pressi di Fortezza, si ha un nodo con la
Ciclovia del Sole che proviene da San
Candido nel cuore delle Dolomiti con
cui condivide per circa 60 km il
percorso della ciclabile della Val
Pusteria: mentre Bicitalia 1 prosegue
lungo l’Isarco fino a Bressanone e
quindi Bolzano, l’itinerario Bicitalia 4
risale fino a Dobbiaco, la porta delle
Dolomiti.
Lunga Via delle Dolomiti. Dal cuore
delle Dolomiti, l’itinerario riprende a
scendere per circa 50 km sulla ciclabile
ricavata da un’ex ferrovia nel Bellunese
passando per Cortina d’Ampezzo e per
la valle del Cadore fino a Calalzo: una
ciclabile a portata di tutti con cui si
raggiungono note località turistiche
devote allo sci nella stagione invernale
e sempre più orientate verso il
cicloturismo e la mountain bike per
destagionallizare il turismo, come
avviene già da tempo in Austria e
Svizzera.
Giù al Piave. Il Piave è il compagno per
un viaggio ancor più lungo, 220 km
dalle Alpi al Mediterraneo percorrendo
il fiume sacro alla patria, dal bellunese
alle Prealpi trevigiane fino a Vittorio
Veneto e Conegliano. Treviso e la
pianura veneta, percorrendo la
“greenway del Sile” fino a Quarto
d’Altino e quindi la laguna di Venezia via
Mestre, con una diramazione che
attraverso Jesolo si ricongiunge alla
Serenessima da Punta Sabbioni.
CICLOVIA DOLOMITI-VENEZIA
15. E’ legata in parte alle vie consolari Annia e Popilia, che congiungevano Aquileia
a Rimini, e in parte al corridoio Tiberino-Adriatico per la Mitteleuropa.
BI 5
Lunghezza: 800 chilometri
Partenza / Arrivo: Tarvisio / Roma
Regioni attraversate: Friuli Venezia Giulia, Veneto,
Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Lazio
SUL PERCORSO
Da Tarvisio ai Colli Euganei. Se la
prima parte del percorso fino a
Gemona è in comune con la BI17 CAAR,
la Via Romea Tiberina intercettata la
valle del Tagliamento segue il corso del
fiume passando per Spilimbergo a
ricongiungersi con l’antica Via Postumia,
proveniente da Aquileia, per connettere
Portogruaro, Concordia Sagittaria e
Quarto d’Altino su viabilità minore.
Anche il tratto da Quarto d’Altino a
Padova, via Mestre, è in comune con la
BI 20 AIDA. Da Padova, la Via Romea
Tiberina s’innesta sul Canale Battaglia
che rappresenta un filo diretto fino a
Monselice, sotto i Colli Euganei, per poi
proseguire su viabilità secondaria in
provincia di Rovigo attraversando prima
l’Adige e poi il Po nel Polesine per
giungere a Ferrara.
Adriatico e via! In Emilia, si pedala
lungo le famose ciclovie ferraresi fino a
Romea, la marina di Ravenna, passando
per Argenta. Si prosegue in comune
con la Ciclovia Adriatica fino a Lido di
Savio dove, mare alle spalle, si risale il
fiume Savio sino al confine della
Toscana salendo verso il valico di
Montecoronaro.
Tesori sul Tevere. Se è vero che tutte
le strade portano a Roma, il Tevere
costituisce la via naturale per accedere
alla Capitale. Nella prima parte del
corridoio fluviale, percorso impegnativo
e in sede promiscua; ma occhio agli
incontri sul percorso, come Pieve Santo
Stefano, che ospita il gioiello
dell’archivio diaristico nazionale. In
Toscana, una diramazione porta da una
parte ad imboccare la Ciclovia del Sole
(che, in questo tratto, coincide con
l’itinerario storico della Romea
Germanica), mentre dall’altra l’itinerario
principale, aggirando l’invaso di
Montedoglio, conduce a Sansepolcro.
Poi in Umbria la pista ciclabile del
Tevere a San Giustino quindi Città di
Castello, Umbertide e Perugia,
proseguendo per Marciano, Todi,
Orvieto, Orte. E fino a Roma il percorso
è in comune con quello della Ciclovia
del Sole.
CICLOVIA ROMEA TIBERINA
16. Litoranea per eccellenza, fra spiagge dorate, il delta del Po, le ciclabili costiere
romagnole, marchigiane de abruzzesi, con tuffo finale nel mare cristallino
pugliese.
BI 6
Lunghezza: 1300 chilometri
Partenza / Arrivo: Muggia / Santa Maria di Leuca
Regioni attraversate: Friuli Venezia Giulia, Veneto,
Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Molise, Puglia
SUL PERCORSO
CICLOVIA ADRIATICA
Golfo di Venezia. Dal confine con la
Slovenia a Muggia l’Adriatica entra in
Italia lungo la Parenzana, ex ferrovia
che collegava l’Istria a Trieste. Già
pedalabile fino a Venezia e oltre
(Chioggia), sono in itinere numerosi
interventi di messa a regime. La zona
della laguna di Venezia sfrutta il
trasporto pubblico locale via mare per
un’esperienza bici+barca a portata di
tutti.
Ciclabili a bordo spiaggia. Diversi
tratti di ciclabile (una piccola dote che
cresce, tra Ravenna e Cervia, e sui 13
km tra Pesaro e Fano) alleggeriscono
già nel tratto tra Romagna e Marche il
rapporto della ciclovia con la statale 16.
Più a sud, da Civitanova a San
Benedetto fra viabilità costiera e
ciclabili non si sfiora nemmeno la
statale salvo alcuni ponti sui fiumi. In
Abruzzo il corridoio prosegue con
maggiore continuità e con il bel ponte
ciclabile di Pescara.
Via Verde dei Trabocchi. L’Abruzzo
meridionale, dal fascino intatto, è lo
scenario in cui si potrà pedalare su una
ciclopedonale di 40 km fino a Vasto,
quasi al confine con il Molise dove si
proseguirà in gran parte su pista
ciclabile.
Puglia. In Puglia si pedala lungo strade
sempre tranquille, incluso – fuori dai
picchi estivi - il bellissimo giro costiero
del Gargano, di cui è alternativa una
variante interna lungo l’ex ferrovia
garganica. A seguire percorso
pianeggiante lungo la catena delle città
costiere da Barletta a Bari e oltre,
collegate da viabilità minore e tratti
dismessi della SS 16. Si arriva così a
Brindisi utilizzando complanari e tratti
di Via Traiana rivitalizzata come ciclovia
dal Parco delle Dune Costiere a Ostuni.
Dopo Brindisi, rientrati dalla costa, si
raggiunge Lecce su viabilità minore fra
ulivi secolari, e da qui la litoranea per
Otranto e Leuca, con saliscendi a picco
sul mare.
17. L’antica via Tiburtina-Valeria che collegava Roma con Tivoli, antica Tibur, e
con il mare Adriatico, corridoio oggi completamente servito dalla ferrovia.
BI 7
Lunghezza: 300 chilometri
Partenza / Arrivo: Roma / Pescara
Regioni attraversate: Lazio, Abruzzo
SUL PERCORSO
CICLOVIA TIBUR VALERIA
Verso Tibur. Lungo l’Aniene si svolgeva
uno dei più antichi percorsi della
transumanza delle greggi d’Abruzzo
verso la campagna romana, direttrice
che poi sarebbe diventata la Via Valeria
o Tiburtina. Si giunge poi alla città di
Tivoli, sito UNESCO, alle pendici dei
monti Tiburtini, in uno scenario
impreziosito dal momunento naturale
della cascata.
Marsica e Peligni. Carsoli, Tagliacozzo,
Magliano e Avezzano, per poi superare
Celano, con il suo imponente castello,
la campagna centuriata dai romani e
crocevia dei Regi Tratturi. Nel territorio
dei Marsi, ci inoltriamo nelle aree
ricadenti nel Parco del Sirente-Velino. Si
sale verso la Piana del Fucino valicando
per la prima volta l’Appennino a Olmo
di Bobbi per raggiungere il paesino di
Cocullo, noto in tutto il mondo per la
Festa dei Serpari che si tiene a maggio,
e Anversa, nel cui territorio comunale si
trovano un’oasi naturale e la suggestiva
frazione di Castrovalva, immortalata da
Escher nei suoi disegni. La valle del
fiume Sagittario si segue fino a
Sulmona, antichissima città preromana,
che custodisce nelle sue campagne
l’Abbazia di Santo Spirito ai piedi della
Majella. Verso Popoli seguendo
stradine interne che attraversano le
fertili campagne della Valle Peligna con
il suo ricco patrimonio naturalistico. Si
prosegue per Scafa imboccando la valle
del fiume Pescara e per visitare le
sorgenti solfuree del Lavino, con
l’omonimo parco. L’ultimo tratto urbano
unisce i capoluoghi di Chieti e Pescara,
terminando sulla passerella dei due
mari sull’Adriatico.
18. Una collana di ciclovie che inanella uno dopo l’altro i parchi più verdi, aree
interne da custodire e borghi tipici da godere, per ciclisti allenati o con
pedalata assistita.
BI 8
SUL PERCORSO
CICLOVIA DEGLI APPENNINI
Dal Cadibona alla Garfagnana. Dalla
saldatura con le Alpi sul colle di
Cadibona, la lunga dorsale si collega
con l’Appennino Tosco Emiliano,
attraversando la Garfagnana, il Mugello,
le foreste casentinesi e camaldolesi con
l’Arno sempre a vista.
Tra Marche, Umbria e Lazio. Dalla
Toscana, dopo Pieve di Santo Stefano,
si scollina in Umbria raggiungendo l’Alto
Tevere, percorrendo un tratto di
ciclabile in comune con BI5. Si lascia
l’altopiano a Città di Castello e si sale
fino alla dorsale appenninica umbra. Al
confine tra Marche e Umbria si apre la
scenografica piana di Norcia, ai piedi
dei Sibillini, si attraversa la valle del
Tronto giungendo ad Amatrice.
Terre dei Tratturi. In Abruzzo
dominano i grandi parchi nazionali coi
loro ghiacciai. L’itinerario corre, però,
sull’altopiano prima lungo una ex
ferrovia nei pressi di Sulmona e poi
lungo i tratturi della transumanza
solcati dai pastori e dai loro armenti per
millenni per raggiungere il tavoliere di
Puglia. L’Aquila, Castel di Sangro,
Campobasso sono le tappe principali di
questo itinerario culturale unico, che
corre in alcuni tratti parallelo a quello
della “Transiberiana d’Italia”
Sulmona-Carpinone.
Appennini meridionali. Un lungo
saliscendi tra il Sannio e la generosa
Irpinia. Da Potenza a Laurenzana è in
progetto il recupero della vecchia
ferrovia, che accompagna dolcemente
nel cuore del Parco Nazionale
dell’Appennino Lucano. Giunti sul
Pollino, la Ciclovia dei Parchi, già
progettata dalla Regione Calabria. Si
attraversa lo stretto di Messina,
percorrendo l’Appennino Siculo per
tuffarsi nel Mediterraneo vicino Cefalù.
Lunghezza: 1500 chilometri
Partenza / Arrivo: Colle di Cadibona / Madonie
Regioni attraversate: Liguria, Emilia-Romagna, Toscana,
Umbria, Lazio, Marche, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia
19. Sulle tracce dell’antica Salaria, la strada consolare romana che deve il nome
all’oro bianco, trasportato lungo l’arteria, dal Campus Salinarum sul litorale
romano.
BI 9
SUL PERCORSO
CICLOVIA SALARIA
Fuori porta. Il punto di partenza è la
litoranea ostiense, per permettere il
collegamento con la Ciclovia Tirrenica.
Appena oltre la cintura di Roma, dopo
Settebagni, pedalare diventa più
tranquillo, e il panorama più
appagante: si attraversa in salita la
Sabina, si raggiunge Poggio San
Lorenzo. Il tratto successivo fino a Rieti
è pianeggiante per poi diventare più
impegnativo man mano che ci si
avvicina ad Antrodoco. A una manciata
di chilometri da qui si trovano le
caratteristiche terme di Cotilia, graziosa
località molto frequentata in epoca
romana. Si consiglia anche un fuoripista
per percorrere le viuzze attorno al
Laghetto di Canetra.
Gole del Velino. Il percorso si addentra
poi nell’Alta Valle del Velino, dove si
incontrano le omonime gole: si pedala
per 14 chilometri godendosi il
panorama suggestivo creato dal fiume
Velino, che ha scavato gole
profondissime, intervallate da cascate.
Da qui si raggiunge il passo della
Tornita, a 1.010 metri sul livello del
mare, incrociando la Ciclovia degli
Appennini presso Amatrice.
Verso Ascoli. Una volta nelle Marche,
da Colli del Tronto al mare si incontra
un corridoio verde: 20 chilometri, a
fondo misto, già realizzati e segnalati
come Bicitalia. Alcuni tratti di ciclabile
sono già disponibili all’uscita di Ascoli e
più avanti, in fondo naturale, da
Pagliare a Porto d’Ascoli, dove si
incontra il mare per poi lambirlo lungo
la riviera delle Palme.
Lunghezza: 300 chilometri
Partenza / Arrivo: Roma / San Benedetto del Tronto
Regioni attraversate: Lazio, Marche
20. Un viaggio nel tempo tra le civiltà del Mezzogiorno, da mare a mare, sul filo
conduttore della storia dell’Italia pre-unitaria, tra Bari e Napoli con intermezzo
a Matera.
BI 10
Lunghezza: 400 chilometri
Partenza / Arrivo: Bari / Napoli
Regioni attraversate: Puglia, Basilicata, Campania
SUL PERCORSO
CICLOVIA DEI BORBONE
Castel del Monte. La Ciclovia dei
Borbone attraversa la Puglia che dal
Medioevo adotta le forma simbolica di
Castel del Monte, sintesi formale di
antichità classica, mondo islamico,
culture del nord Europa, avamposto
federiciano nel cuore del Parco dell’Alta
Murgia.
Mezzogiorno nascosto. La ridottissima
densità del traffico veicolare regala
tranquillità anche su provinciali e statali,
su cui si avvistano centri storici custodi
di tesori architettonici quali Venosa e
Melfi, e la Campania più nascosta e
selvaggia, quella dell’Irpinia con i suoi
boschi e la valle dell’Ofanto, dove il
percorso è per un tratto in comune con
la Ciclovia dell’Acquedotto Pugliese.
Via Regia delle Puglie. Da Nola a
Napoli ci si muove sull’antica Via Regia
delle Puglie alternando traffico e tratti
di ciclabile in sede propria, a cui si
potranno aggiungere tronconi della
dismessa ferrovia circumvesuviana
(alcuni chilometri già riconvertiti a
Pomigliano d’Arco). Da Bari a Napoli in
tutto 340 chilometri, per gambe
allenate e spirito d’avventura.
Variante Matera. Vale la pena seguire
la variante che partendo da Bari arriva
a Matera dopo circa 80 km, passando
per Altamura, attraversando boschi di
roverelle e mandorleti, i pascoli dell’Alta
Murgia, con le fermate della ferrovia
Bari-Matera sempre a portata di mano.
21. Via verde ma anche itinerario storico-culturale che permette di pedalare
sull’acqua seguendo il più lungo acquedotto d’Europa.
BI 11
Lunghezza: 500 chilometri
Partenza / Arrivo: Caposele / Santa Maria di Leuca
Regioni attraversate: Campania, Basilicata, Puglia
SUL PERCORSO
CICLOVIA DELL’ACQUEDOTTO PUGLIESE
Alle sorgenti del Sele. L’itinerario ha
inizio in Alta Irpinia presso le
monumentali sorgenti Sanità di
Caposele. In Campania e parzialmente
anche in Basilicata, il canale principale
dell’acquedotto scorre in galleria
cosicché si pedala prevalentemente su
viabilità pubblica a basso traffico. Il
primo tratto è in salita per raggiungere
la sella di Conza, spartiacque tra
Adriatico e Tirreno.
Il Vulture melfese. Passati l’Ofanto
sotto Calitri e la storica ferrovia
Avellino-Rocchetta (tutto da progettare
l’attraversamento della linea ferrata),
l’itinerario si spinge in Basilicata
attraversando i territori di Rapone e
Ruvo del Monte. Scenografico il
passaggio sui ponti-canale della fiumara
di Atella: sono questi i primi tratti in cui
si ha la possibilità di pedalare sulle
opere d’arte del canale. Su viabilità
pubblica si completa il giro delle pendici
del vulcano ormai spento del Vulture.
Terminata la parte appenninica
dell’itinerario, si incominciano a
percorrere i primi tratti della pista di
servizio dell’acquedotto che in questo
tratto scorre parallelo all’asse dell’Appia
Antica e di EuroVelo 5.
Murgia ed entroterra salentino.
L’acquedotto pugliese descrive una
dorsale della Puglia più interna. Solo la
prima parte, la risalita dalla fossa
bradanica sulla linea di confine
apulo-lucana all’Alta Murgia è in salita:
da Castel del Monte fino a Villa Castelli
si pedala quasi senza interruzioni sulla
pista di servizio, costantemente in
discesa. Proprio qui in Valle d’Itria, un
primo tratto è diventato ciclabile: 15
chilometri, da Figazzano a Ceglie
Messapica, interamente in sede propria.
In provincia di Taranto, termina il canale
principale alimentato dal Sele e l’acqua
viene trasportata da un tubo per
approvvigionare il Salento: le strade di
servizio del consorzio di bonifica
dell’Arneo, prima, e del nuovo
acquedotto del Sinni, poi, rendono
possibile una prosecuzione in sede
protetta del percorso fino a gettarsi nel
mare a Santa Maria di Leuca, dove
l’acquedotto termina con la sua cascata
monumentale.
22. Le valli e i primi rilievi dell’intero arco alpino dal Carso triestino alla saldatura
con l’Appennino del Colle di Cadibona, sognando l’epopea dei grandi passi di
montagna.
BI 12
Lunghezza: 1100 chilometri
Partenza / Arrivo: Trieste / Savona
Regioni attraversate: Friuli Venezia Giulia, Veneto,
Trentino-Alto Adige, Lombardia, Piemonte, Liguria
SUL PERCORSO
CICLOVIA PEDEMONTANA ALPINA
Ai margini della pianura triveneta.
Centri ricchi di storia e di una vitalità a
misura d’uomo. Il percorso tocca, da
est a ovest, comuni da scoprire, negli
angoli più appartati della pianura
padana, come Cividale del Friuli,
Sarmede e Vittorio Veneto. Il raccordo
tra Trentino e Veneto è garantito dalla
ciclabile della Valsugana, che con
morbide pendenze porta in 82 km da
Bassano del Grappa a Pergine Valsuga-
na, con il conforto di bicigrill per la
sosta lungo il percorso.
I grandi laghi. Eccetto che per il Garda,
dov’è previsto di percorrere la parte
nord occidentale del periplo seguendo
parte del progetto inserito nel SNCT, i
grandi laghi vengono toccati di solito
alla base, dove nascono emissari che
spesso offrono percorsi dedicati alle
biciclette a bordo fiume (un esempio è
quello del Ticino). Ma vengono toccati
anche importanti capoluoghi come
Brescia, Bergamo, Como e Varese.
Langhe, saliscendi tra i vigneti. .
Rinunciando alle vette per il piano, si
devono anche mettere in conto tratti su
un territorio fortemente antropizzato,
ma in provincia di Biella ci viene in
soccorso la possibilità di recuperare
sedimi ferroviari dismessi ormai da
anni.
Più diradati i segni dell’uomo in
Piemonte, dove si pedala su strade
secondarie passando per Ivrea, Pinero-
lo, Saluzzo e Cuneo. Il percorso si
increspa nei paraggi delle Langhe, terra
di colline e celebri vitigni, da poco
patrimonio UNESCO, per poi raggiunge-
re il traguardo in terra ligure scenden-
do dal Cadibona al mare di Savona.
23. L’antica strada romana che collega il Danubio al Po e all’Adriatico, rivive come
uno dei corridoi cicloturistici più attrezzati e di successo fra Austria e Italia.
BI 13
Lunghezza: 350 chilometri
Partenza / Arrivo: Passo di Resia / Ostiglia
Regioni attraversate: Trentino-Alto Adige, Veneto,
Lombardia
SUL PERCORSO
CICLOVIA CLAUDIA AUGUSTA
Ciclabili del Trentino-Alto Adige.
L’itinerario si basa inizialmente sulla
ciclabile della Val Venosta (Vinschgauer
Radweg) che ha inizio al Passo di Resia
(1504 mslm) non lontano dalla sorgen-
te dell’Adige nel comune di Curon
Venosta. Il celebre campanile nel lago
rappresenta un vero e proprio
landmark. Il tratto iniziale ha spesso
forti e costanti pendenze fino a Prato
allo Stelvio dove il corridoio intercetta la
valle creata dal fiume Adige, per poi
seguirla fino a Verona senza particolari
dislivelli eccetto un piccolo strappo nei
pressi di Merano, tuttavia in discesa nel
verso nord-sud. Da Merano la ciclabile
dell’Adige continua il suo corso caratte-
rizzato dalla vinicoltura e dalla coltiva-
zione di mele, affascina anche con
incantevoli borghi, numerosi castelli e
fortezze.
Verona - Ostiglia. Da Trento la strada
romana si divideva in due: un ramo
attraversando la Valsugana e il
bellunese si concludeva ad Altino
presso Venezia, ma il miglior corridoio
ciclabile è certamente quello
“ostiliense” che nel tratto Trento-Verona
coincide con Bicitalia 1. Il progetto della
ciclovia da Verona a Ostiglia, fondato
per la maggior parte sull’utilizzo degli
argini del fiume Tartaro, permetterà in
circa 60 km di ottenere un
collegamento direttissimo con il Po, ma
occhio agli incontri sul percorso: Isola
della Scala, un’”insula” di origini romane
che sorge in un territorio pieno di
risorgive con produzioni tipiche di riso
e Gazzo Veronese all’interno della zona
delle Valli Grandi Veronesi, paludi
bonificate nell’Ottocento e nel
Novecento, in cui sono tuttora in corso
campagne di scavo per riportare alla
luce i resti di epoca romana
24. Il bacino del golfo di Taranto, tre regioni, tre scenari sullo Ionio attraverso i
luoghi più significativi della civiltà magnogreca del Sud.
BI 14
Lunghezza: 600 chilometri
Partenza / Arrivo: Taranto / Reggio Calabria
Regioni attraversate: Puglia, Basilicata e Calabria
SUL PERCORSO
CICLOVIA DELLA MAGNA GRECIA
Progetto Taranto. L’inizio dell’itinerario
è Taras, la città spartana, con il suo
museo archeologico (MARTA) e il suo
straordinario itinerario archeologico
urbano da una parte, ed il progetto che
prevede l’attraversamento della zona
industriale con la riconversione del
territorio oggi occupato dalle acciaierie
e dall’arsenale militare per ricucire la
città con le pinete costiere che si
estendono fino al fiume Bradano, che
segna il confine apulo lucano.
La Piana di Metaponto. Il paesaggio è
quello tipico delle bonifiche del Nove-
cento che hanno permesso di recupe-
rare ad una funzione prevalentemente
agricola i terreni racchiusi tra i principali
fiumi della Basilicata: Bradano, Basento,
Agri e Sinni. Ancora una volta, la ciclovia
è un grande progetto di riqualificazione
territoriale, che prevede la realizzazione
di altrettante passerelle per dare
continuità ai percorsi lungo le strade
rurali e fra le dune costiere. Da non
perdere i musei nazionali di Metaponto
e della Siritide.
Calabria Jonica. Da Sibari fino allo
stretto di Messina, la costa jonica
calabrese è un susseguirsi di antiche
vestigia e città moderne spesso costrui-
te sulla stretta fascia costiera come
“doppi” dei paesi dell’interno collinare.
Lungo la conurbazione costiera jonica,
alle città di Corigliano, Crotone, Catan-
zaro e Reggio si alternano i siti archeo-
logici di Capo Colonna, Caulonia e della
Locride. Le fiumare si fanno sempre più
numerose man mano che ci si avvicina
all’Aspromonte, e con esse la necessità
di pensare a soluzioni innovative di
attraversamento come passerelle e
guadi. L’itinerario termina con una visita
ai Bronzi di Riace.
Da Taranto a Reggio Calabria l’itinerario
ricalca quello della SS 106 ed una parte
di esso potrebbe essere realizzato con
la dismissione di tratti della vecchia
statale oppure dei sedimi della ferrovia
jonica, che verrà presto ammodernata.
25. Uno dei tracciati nord-sud, che si riconnette al percorso nazionale svizzero 3
nel Cantone Ticino, dalle Alpi al Tirreno sulla Via del Mare tra Piemonte e
Liguria.
BI 15
Lunghezza: 500 chilometri
Partenza / Arrivo: Domodossola / Imperia
Regioni attraversate: Piemonte, Liguria
SUL PERCORSO
CICLOVIA SVIZZERA - MARE
Patchwork di paesaggi. Dal Cantone
Ticino svizzero alla Riviera dei Fiori,
scorre sotto gli occhi una successione
sorprendente di paesaggi, punteggiati
dalla trama di città storiche. Il primo
tratto è servito dalla ferrovia Domodos-
sola-Locarno, detta anche “Vigezzina”,
che assicura l’intermodalità. Dai lussu-
reggianti giardini del Verbano Cusio
Ossola, alle specchiature cangianti
disegnate dalle risaie del novarese e
vercellese, ai movimentati profili di colli,
borghi e castelli del Monferrato,
attraverso le città di Novara, Vercelli,
Casale, Asti, Alba, il cuore della cultura
enogastronomica piemontese.
Greenway sul Tanaro. La ciclovia
attraversa sei province del Piemonte
fino al bacino del Tanaro costeggiando
il Roero e le Langhe, fino all’Alta Valle
presso il Colle di Nava. Un tratto che
promette tranquillità e percorsi famiglia
è quello lungo le anse del Tanaro,
nell’Alessandrino, dove una ferrovia
ormai inutilizzata attende di essere
recuperata come via verde. E infine il
tratto ligure lungo gli aerei crinali e le
terrazze di ulivi del retroterra imperie-
se, a ricollegarsi alla Ciclovia Tirrenica:
la Provenza da una parte, la Riviera
ligure dall’altra.
26. Un anello che permette di alternare i paesaggi costieri con quelli
dell’entroterra, in modo da esaltare le diverse anime della regione.
BI 16
Lunghezza: 1250 chilometri
Partenza / Arrivo: Porto Torres
Regioni attraversate: Sardegna
SUL PERCORSO
CICLOVIA DELLA SARDEGNA
La costa occidentale. L’anello parte da
Porto Torres e si sviluppa verso l’inte-
rno collegando la città di Sassari per poi
proseguire sulla ferrovia dismessa sino
alla stazione di Tirso (Illorai). Da questo
punto, è prevista una biforcazione che
consente da un lato di collegarsi alla
dorsale orientale via Nuoro e Dorgali
attraverso la Barbagia, mentre l’itinera-
rio principale prosegue trasversalmen-
te nell’altra direzione verso il Mare della
Sardegna. Quello di Oristano è territo-
rio interamente pianeggiante caratteriz-
zato dal paesaggio delle bonifiche
dell’inizio del Novecento.
Inland sarda. Verso l’interno per
raggiungere il sito UNESCO del nuraghe
“Su Nuraxi” di Barumini a cui fanno da
contorno i paesaggi del Monte Arci e
delle Giare. Da qui la tratta ripercorre la
ferrovia dismessa attraverso l’altopiano
del Campidano e si ricollega a Cagliari,
dopo aver attraversato il “paese museo”
San Sperate e Elmas.
La costa orientale e settentrionale.
L’itinerario cagliaritano si sviluppa in
sede protetta sul lungomare e lungo i
canali dello stagno di Molentargius.
Sulla litoranea si continua fino alle
pianure costiere di Tortolì. Ecco il
Supramonte a picco sul mare. Dopo il
valico, si lascia l’entroterra nuorese
riguadagnando la costa nei pressi di
Siniscola, per poi proseguire sino a
Olbia. Si pedala attraversando i luoghi
di attrazione turistico balneare più noti
tra cui la Costa Smeralda, e poi la costa
settentrionale: Santa Teresa di Gallura,
sbocco per la Corsica, e ritorno a Porto
Torres.
La costa occidentale. L’itinerario si
completa con una seconda variante che
si sviluppa interamente lungo la costa
occidentale da Porto Torres a Cagliari,
permettendo di collegare la costa di
Alghero a nord e quella del Sulcis a sud,
nei pressi dei siti più importanti del
Geoparco Minerario della Sardegna.
27. Tratto italiano della transfrontaliera CAAR, forse la prima vera ciclovia di
respiro transnazionale che collega l’Italia con la Slovenia e l’Austria.
BI 17
Lunghezza: 180 chilometri
Partenza / Arrivo: Tarvisio / Grado
Regioni attraversate: Friuli Venezia Giulia
SUL PERCORSO
CICLOVIA ALPE ADRIA RADWEG – CAAR
Pontebbana. La Ciclovia lungo l’ex
ferrovia Pontebbana guida alla scoperta
del territorio, da Tarvisio a Gemona del
Friuli per 72 km di asfalto, al 90% in
sede propria ed in comune con Bicitalia
5 Via Romea Tiberina. È una delle
possibile vie per entrare in Italia
dall’Austria, oggi perfettamente attrez-
zata da Salisburgo in poi ed integrata
col servizio bici+treno grazie ad un
accordo transfrontaliero tra la Regione
Friuli Venezia Giulia e le ferrovie
austriache che collega la Carinzia
(Villaco) a Udine. Si costeggia il fiume
Fella fino alla confluenza nel Tagliamen-
to, giungendo a Venzone, circondata
dalle imponenti mura medievali e
costellata di numerosi monumenti
storici come il Duomo di Sant'Andrea e
la misteriosa e antica Cappella di San
Michele, dimora delle storiche
mummie.
Ciclabili friulane di qualità. Da
Gemona l’itinerario inanella una serie di
ciclabili valorizzate dalla messa in rete
nella ReCIR, rete di ciclovie regionali del
Friuli Venezia Giulia. A Udine si costeg-
gia la Roggia, uno dei canali d’acqua più
antichi della città fino al centro in Piazza
della Libertà. Attraverso le vigne si
giunge a Palmanova, la Città Stellata, e
quindi imboccando il suggestivo
sentiero degli Spalti, si giunge all’antica
Aquileia. Da qui si inizia a sentire il
profumo del mare Adriatico, che viene
preannunciato dall’apparizione di una
vista magnifica sulla Laguna di Grado.
28. Unisce gioielli naturalistici e alcune delle città più belle d’Italia; lungo il
tracciato vi sono anche potenziali greenway da valorizzare, la Via Flaminia e
l’ex ferrovia Fano-Urbino.
BI 18
Lunghezza: 400 chilometri
Partenza / Arrivo: Fano / Grosseto
Regioni attraversate: Marche, Umbria, Toscana
SUL PERCORSO
CICLOVIA FANO GROSSETO
La gola delle meraviglie. Da Fano, la
città del Carnevale, ci si addentra nelle
Marche per raggiungere la riserva
naturale della Gola del Furlo, creata dal
fiume Candigliano fra il monte Pietrala-
ta e il monte Paganuccio. Da pianificare
il recupero di ben due ex ferrovie nelle
Marche: la Fano-Urbino e la Fermigna-
no-Fabriano.
Tra i paesaggi del medioevo. Tra
Marche, Umbria e Toscana ci si muove
sui crinali di un paesaggio che è stato
reso celebre dai maestri della pittura
già dal Medioevo e dal Rinascimento: si
toccano città d’arte come Gubbio,
Arezzo, Siena e Grosseto. Pianificato il
recupero della ex ferrovia FAC Arez-
zo-Fossato di Vico.
Ciclabile nella macchia. Da Grosseto
una superstrada ciclabile porta al borgo
di Castiglione della Pescaia, ad intercet-
tare la Ciclovia Tirrenica, addentrandosi
a nord nelle pinete costiere, con negli
occhi la suggestione dei quadri
macchiaioli. Il tracciato, fresco e
ombreggiato, costeggia parte dell’Oasi
di San Felice culminando, dopo quasi
dieci chilometri, ai piedi di Castiglione
della Pescaia, “la Svizzera della Marem-
ma”, nell’ultimo tratto del fiume Bruna.
Il ramo a sud di Marina di Grosseto
porta al Parco Nazionale della Marem-
ma tramite una bellissima passerella
nei pressi della foce del fiume Ombro-
ne.
29. Alla conquista di Roma oltre le terre degli Etruschi. La Ciclovia Tirrenica è stata
pensata per raggiungere la Capitale dal confine francese senza mai perdere di
vista il mare.
BI 19
Lunghezza: 1000 chilometri
Partenza / Arrivo: Ventimiglia / Latina
Regioni attraversate: Liguria,
Toscana, Lazio
SUL PERCORSO
CICLOVIA TIRRENICA
Via verde Riviera dei Fiori. Una
superstrada per biciclette, larga,
asfaltata e panoramica, consente di
pedalare con aristocratica flemma per
25 chilometri tra Ospedaletti - San
Lorenzo a Mare sbucando dalle
gallerie e transitando per i giardini e le
ville liberty di Sanremo, sul sedime della
ex ferrovia a ridosso delle spiagge e
delle scogliere. È il nuovo gioiello della
Riviera dei Fiori, tassello di una futuribi-
le ciclabile
Genova-Marsiglia.
Versilia. Una “passerella” ciclabile che
raccorda a bordo spiaggia i centri più
mondani della Versilia. una pedalata
slow su una ciclabile dedicata al
‘campionissimo’ Fausto Coppi.
Maremma segreta. Lasciata la costa
livornese, piste ciclabili e sentieri
nascosti costituiscono punti di vista
privilegiati per scoprire la Costa degli
Etruschi e la Maremma delle spiagge
incontaminate come Cala Violina,
nonché testimonianze storiche e
paesaggistiche del Geoparco delle
Colline Metallifere, dal 2016 patrimonio
protetto dell’UNESCO. Per i meno
allenati, lungo tutto l’itinerario, le
numerose stazioni ferroviarie consen-
tono il trasporto biciclette sui treni
regionali.
Dall’Etruria a Roma. Dalla stazione di
Grosseto si raggiunge il Parco Regiona-
le della Maremma attraverso un
itinerario che si snoda sull’argine del
fiume Ombrone, e lo attraversa su un
bellissimo ponte ciclopedonale. Da
Alberese si lascia la costa, raggiungen-
do Magliano in Toscana e risalendo le
colline del pregiato Morellino di Scansa-
no, per proseguire verso sud e scoprire
i tesori della Costa d’Argento, prima di
entrare nella Tuscia laziale incontro alle
capitali etrusche di Vulci e Tarquinia,
Civitavecchia e quindi il litorale di Roma.
Da Ostia si continua fino al nodo con la
Ciclovia del Sole a Latina lungo un
percorso pianeggiante, alternativa più
accessibile, come uscita a sud della
Capitale, rispetto al basolato dell’Appia
Antica e ai dislivelli dei Castelli Romani.
30. Una sinfonia di ciclovie in gran parte già esistenti o in via di sviluppo, per unire
le città della Pianura Padana da Susa a ovest al Carso a est.
BI 20
Lunghezza: 950 chilometri
Partenza / Arrivo: Susa / Trieste
Regioni attraversate: Piemonte, Lombardia,
Veneto, Friuli Venezia Giulia
SUL PERCORSO
CICLOVIA AIDA
ALTA ITALIA DA ATTRAVERSARE
Navigli e canali tra Piemonte e
Lombardia. Il percorso si sviluppa a
partire dal passo del Moncenisio sulla
Via Francigena della Val di Susa e
giunge a Torino, da dove procede in
comune con la Ciclovia del Po. A
Chivasso incontra la prima di una lunga
serie di opere d’ingegneria idraulica: il
Canale Cavour che dona l’acqua alle
risaie fino a Vercelli e Novara. Superato
il confine naturale del Ticino, si apre lo
skyline di Milano con le vie d’acqua
disegnate per la prima volta da Leonar-
do Da Vinci: il Villoresi in ingresso e la
Martesana in uscita verso Caravaggio e
Brescia. Quindi, i vigneti della Francia-
corta e le colline moreniche a sud del
lago di Garda.
Le Venezie. Itinerario nazionale sì, ma
fondamentale anche perché ricollega i
capoluoghi della Serenessima: dal Lago
di Garda ai campanili di Verona, per
attraversare alcune tra le principali città
venete, con le loro ville, i teatri e le
università, che sono gemme di una
collana che incanta: Vicenza; Padova;
Mestre, terraferma veneziana; la
superba pista del Sile in risalita fino a
Treviso e di qui su strade secondarie
passando il confine col Friuli Venezia
Giulia a Oderzo ed un tratto di fiume
Livenza fino a Sacile. I paesaggi si fanno
più aspri, e la cultura mitteleuropea,
verso Pordenone, Udine, le prime
avvisaglie del Carso, fino a concludersi a
Trieste sulla piazza sul mare più grande
d’Italia.
31. La Rete Ciclabile Nazionale in fatti e numeri
18.000
Ciclovie nazionali
per 20 Regioni
km di vie verdi, itinerari ciclopedonali
e strade calme senza traffico
100
oltre
tra siti UNESCO e parchi naturali sulla RCN
44
0,5
miliardi di €
miliardi di € all’anno
di spese sanitarie risparmiate
grazie agli spostamenti attivi sulla RCN
15%più del
della RCN è utilizzata
per gli spostamenti urbani
e quotidiani
l’impatto economico generato
dal cicloturismo in Europa, di cui 2,3 in Italia
15.000posti di lavoro già generati in Italia
da attività legate alla bike economy
ed in particolare dal cicloturismo
32. Centro di Coordinamento Nazionale EuroVelo
Qual è il ruolo di Fiab?
FIAB è responsabile in Italia per la gestione, il
supporto e lo sviluppo di EuroVelo, il progetto di rete
ciclabile europea, assicurandone il coordinamento
insieme alla Federazione Europea dei Ciclisti (ECF), in
modo da raggiungere l’obiettivo di trasformare in
realtà i 6000 km di EuroVelo in Italia entro il 2030.
Coordinare gli itinerari e la segnaletica e assicurare l’implementazione della rete
secondo standard europei di qualità;
Promozione di una rete di servizi e di intese sul trasporto pubblico;
Portare avanti l’attività di advocacy e di comunicazione.
Abbiamo bisogno di una piattaforma,
per raggiungere gli obiettivi del
Centro di Coordinamento EuroVelo:
Aiutaci a realizzare
la strategia EuroVelo
in Italia!
Promozione della ciclabilità
in tutti i suoi aspetti e dell’Italia
come destinazione
“bike friendly” all’estero
valutazione, monitoraggio
e governance delle ciclovie nazionali
network: forza di proposta, fonte
di expertise, scambio di buone pratiche
EuroVelo è il progetto di rete ciclabile europea
sviluppato da ECF, composta da 15 itinererari,
per un totale di 70.000 km di cui 40.000 già
realizzati.
Nel 2014, in seguito ad una campagna di
advocacy di successo a livello europeo, EuroVelo
viene inserita dalla Commissione UE come
modello per un’infrastruttura ciclabile europea
nel documento TEN-T (Trans European Network
– Transport) Guidelines.
EuroVelo è un brand registrato, e solo le ciclovie
approvate da FIAB e ECF possono chiamarsi
EuroVelo. Si tratta di un importante marchio di
qualità sia per i ciclisti sia per i promotori delle
ciclovie.