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L’ecoinnovazione nell’economia
circolare: la necessità di una
sinergia tra gli Enti
Una sfida per le Agenzie
Bruno Barbera
Ecoinnovazione ed economia circolare
L’Economia Circolare è prevista dalla decisione 1386/2013/UE
del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013
e l’assetto normativo ambientale è fortemente indirizzato alla
sua applicazione.
Strumenti privilegiati ai fini dell’Economia Circolare sono le
regolamentazioni Ecolabel, gli indicatori del ciclo di vita, il
consumo e produzione sostenibili, incentivi e certificati verdi.
L’ecoinnovazione è strettamente connessa
con l’economia circolare in un
mutuo rapporto di simbiosi.
Bruno Barbera
L’Economia Circolare si fonda su un concetto ampio che
enfatizza la necessità di occuparsi e preoccuparsi dell’uso delle
risorse prima della produzione dei beni di consumo,
incentivando il loro recupero e la conseguente reimmissione in
uno stesso o in un altro ciclo di utilizzo, al fine di sfruttare al
meglio le risorse, diminuire le emissioni di carbonio e ridurre il
ricorso allo smaltimento in discarica.
Per ecoinnovazione s’intende qualsiasi innovazione che
scaturisce in un progresso significativo verso l’obiettivo dello
sviluppo sostenibile riducendo le incidenze delle nostre
modalità produttive sull’ambiente, rafforzando la resilienza
della natura alle pressioni ambientali o permettendo un uso
più efficiente e responsabile delle risorse naturali.
Ecoinnovazione ed economia circolare
Bruno Barbera
Ecoinnovazione
Tramite il sostegno ai nuovi processi, tecnologie e servizi
che permettono un maggior rispetto dell’ambiente da parte
delle imprese, l’ecoinnovazione contribuisce alla
ottimizzazione della crescita rispondendo nel contempo alle
sfide comuni: cambiamenti climatici, penuria di risorse,
perdita di biodiversità.
L’ecoinnovazione rappresenta altresì un’opportunità per le
imprese, perché determina una diminuzione dei costi, aiuta
a cogliere nuove opportunità di crescita e migliora
l’immagine aziendale agli occhi dei consumatori.
Bruno Barbera
Ecoinnovazione
L’ecoinnovazione si riferisce a tutte le forme di innovazione,
tecnologica e no, che creano opportunità commerciali e
apportano benefici all’ambiente prevenendone o riducendone l’
impatto o ottimizzando l’uso delle risorse.
L’ecoinnovazione è strettamente correlata al modo in cui usiamo
le risorse naturali e ai nostri modelli di produzione e di consumo,
così come ai concetti di ecoefficienza e di ecoindustrie.
Incoraggia l’industria manifatturiera ad abbandonare le soluzioni
«di fine ciclo» a favore di approcci «a ciclo chiuso» che
minimizzino i flussi di materiali e di energia, mediante modifiche
dei prodotti e dei metodi di produzione, con conseguente
vantaggio competitivo in vari settori e comparti commerciali
Bruno Barbera
L’innovazione
Nel triennio 2014-2016 il 48,7% delle aziende italiane di industria
e servizi di mercato con almeno 10 addetti ha svolto attività
innovative. Di queste, il 30,3% sono “Innovatori forti” (innovano
prodotti e processi); quasi il 25% “Innovatori di prodotto” (ma
non di processo); il 18,5% “Innovatori di processo” (ma non di
prodotto); circa il 22% “Innovatori soft” (innovano solo
l’organizzazione o il marketing); il 4,9% “Potenziali innovatori”.*
L’Europa è all’avanguardia nello sviluppo di nuove tecnologie, ma
talvolta un prodotto può incontrare difficoltà in quanto sono
molti gli ostacoli allo sviluppo e ad un impiego più diffuso delle
tecnologie ambientali.
* Fonte ISTAT
Bruno Barbera
L’ecoinnovazione in Italia
L’indicatore europeo 2017 sull’ecoinnovazione colloca l’Italia al 7°
posto e la sua performance è superiore del 13% rispetto alla media
dell'UE28. Da un lato si osservano progressi compiuti nello sviluppo
e nell'attuazione di politiche dedicate all'ecoinnovazione e
all'economia circolare, dall’altro meno positivi sono i risultati relativi
alla disponibilità di capitale di rischio per la creazione e la
continuazione di progetti eco-innovativi.
L’Italia è all'avanguardia negli accordi volontari e vanta uno dei più
alti livelli di EMAS e di Eco-label nell'UE.
Altri settori in cui le ecoinnovazioni stanno procedendo includono il
riciclaggio e la bioeconomia, in particolare nell'industria alimentare
e delle bevande.
Bruno Barbera
Fonte Eurostat
L’ecoinnovazione in Italia
Andamento italiano rispetto alla media europea per l’indicatore Eco-IS disaggregato nelle
sue cinque componenti (a sx) e trend nel periodo 2010-2017 (a dx)
Bruno Barbera
Fonte Eurostat
Le Agenzie e l’ecoinnovazione
Il sistema delle Agenzie è coinvolto nell’ecoinnovazione poiché
questa è strettamente connessa all’End of Waste ed ai
sottoprodotti, quindi vi sono interazioni sia per la parte
autorizzativa che di controllo.
Le nuove produzioni necessitano di autorizzazioni che
rientrano nel case by case, con le criticità ben note per la
sentenza del Consiglio di Stato del febbraio 2018.
Le Autorità Competenti sempre più necessiteranno di un
supporto tecnico per la valutazione da parte delle Agenzie
dei progetti presentati.
Bruno Barbera
Le Agenzie e l’ecoinnovazione
I principi di tutela dell’ambiente possono trarne benefici
da progetti seri di ecoinnovazioni solo se le Agenzie
svolgono una funzione di valutazione attenta dei
progetti nonché di controllo del rispetto delle regole.
Si richiedono quindi:
• professionalità specialistiche
• capacità di analisi
• conoscenza dei principi di LCA
• conoscenze impiantistiche
• conoscenza di REACH, IED, WFD, …
Bruno Barbera
Le Agenzie e l’ecoinnovazione
Spesso i progetti rappresentano dei casi unici o
comunque non diffusi, per tale motivo solo il Sistema
nel suo insieme può vincere questa sfida, fornendo il
supporto delle proprie eccellenze in un ottica di rete
che superi i confini provinciali / regionali.
Costituire una rete in grado di connettere i detentori
delle conoscenze attraverso gruppo dinamici
fornirebbe la risposta migliore ai cittadini ed alle
imprese.
Bruno Barbera
Il sistema autorizzativo
Il sistema produttivo ci chiede di aprirci a regole che
possano renderci competitivi nel solo localmente, ma a
livello Europeo.
I cittadini ci chiedono un ambiente migliore.
Le due richieste devono e sono assolutamente coerenti e
conciliabili, ma richiedono un approccio oggettivo e
scientifico da parte del Sistema.
Le regole per favorire l’ecoinnovazione e l’economia
circolare devono tendere ad uniformarsi nell’ambito
comunitario.
Bruno Barbera
Il sistema autorizzativo
Il successo delle ecoinnovazioni sarà anche frutto di una
riflessione e di una cooperazione tra le varie componenti
(AC, SNPA, ASL, aziende, ….) che concorrono nella
valutazione del progetto e quindi dell’autorizzazione con
i doverosi vincoli connessi.
Il personale di alcuni Enti può non avere le conoscenze e
le competenze necessarie, ciò rende la diffusione delle
conoscenze e delle esperienze la chiave del successo.
Lo scambio e l’allineamento delle decisioni oltre i confini
amministrativi della singola autorizzazione può influire su
una crescita sostenibile della nostra società.
Bruno Barbera
Gli ostacoli
Bruno Barbera
• La diffidenza verso il settore rifiuti ed anche il riciclo;
• scarsa fiducia della popolazione nei confronti di chi
controlla;
• una disuniformità di approccio delle ARPA in fase di
verifica (nell’interpretazione ed applicazione della norma);
• approccio a volte burocratico;
• norme non chiare che non favoriscono né chi opera né chi
controlla.
Il ruolo del legislatore
La realizzazione dei punti precedenti richiede un preciso ruolo
del legislatore attraverso la conoscenza di fatti e cifre sui relativi
impianti di produzione o riciclaggio, i rifiuti prodotti o trattati,
ecc.
Le informazioni sul contesto sono la base per stabilire le priorità
politiche, ad esempio per ridurre i rifiuti o aumentare l'uso di
materie prime secondarie.
Le priorità devono poi essere tradotte in obiettivi (quali la
riduzione di alcuni rifiuti) e strategie "circolari" che possono
essere applicate per raggiungerli.
Bruno Barbera
Il ruolo del legislatore
Oggi la normativa, anche di derivazione europea, è spesso
inadeguata ai fini della regolamentazione puntuale di tutte le
casistiche applicative e la PA si trova a dover assumere in
autotutela le posizioni più conservative possibili in assenza di
indicazioni di leggi chiare, a scapito delle tecnologie di recupero
più innovative e magari virtuose.
La lacuna normativa, che ben presta il fianco a contraddittorie
sentenze della giurisprudenza, può generare altresì storture:
matrici ottenute da un medesimo rifiuto e pressoché identico
processo, ma sottoposte a regimi normativi diversi, non sono
obbligate a garantire medesimi standard di tutela ambientale.
Bruno Barbera
Possibili soluzioni
Bruno Barbera
Un leale e costruttivo confronto tra controllore e controllato
su come devono essere applicate le norme che produca linee
guida (modello anglosassone) sarebbe un ottimo modo per
curare insieme l’ambiente; gli operatori seri del settore rifiuti
sono interessati a volere la certezza che il proprio operato sia
condotto in modo ambientalmente sicuro.
Quindi si potrebbe pensare a linee guida da parte di SNPA
che nell’interpretare in modo pratico la norma consentano
tale percorso (es. classificazione, applicazione SEVESO III)
Esempi si possono trovare nel progetto ‘One Planet Prosperity’ della
Scottish Environmental Protection Agency e nei ‘Prosperity Agreements’
attivati dalla Northern Ireland Environment Agency
Una proposta innovativa
SNPA possiede un patrimonio di conoscenze e professionalità
che non è presente presso le AC e gli altri Enti, per questo
può svolgere un ruolo attraverso:
- incontri per esplorare lo sviluppo da parte delle imprese,
delle nuove idee ed per le questioni normative;
- incontri di gruppo per settori industriali;
- diffusione di informazioni, ad esempio orientamenti;
- help-desk;
- incoraggiare i contatti con i ricercatori e i centri tecnologici.
Bruno Barbera
La Linea Guida di IMPEL/MIW
Bruno Barbera
Il 20-21 marzo a Roma presso ISPRA si terrà la Conferenza di
presentazione della Linea Guida redatta da IMPEL e da MIW
che mira a sostenere le autorità di regolamentazione nel
consentire le “innovazioni circolari”, in particolare aiutandole a:
-comprendere le opportunità e gli ostacoli nel diritto
ambientale dell'UE;
- individuare le modalità per organizzarsi in modo più efficace;
- individuare il sostegno di cui hanno bisogno da parte dei
responsabili politici e legislativi;
- diventare più sensibili alle
esigenze e alle preoccupazioni
delle imprese innovative.
Making the Circular Economy work
Bruno Barbera
Guidance for regulators on enabling innovations for
the circular economy (prevention and recycling of
waste)
Le “innovazioni circolari” nella linea guida sono le innovazioni
negli impianti di produzione e di riciclaggio che promuovono:
- l'efficienza delle risorse, utilizzando meno materie prime;
- prevenzione dei rifiuti, riducendo l produzione di rifiuti;
- l'utilizzo degli scarti di produzione come sottoprodotti;
- il recupero dei materiali dai rifiuti (riciclaggio) e l'utilizzo di
questi materiali come materie prime secondarie (end of waste)
Incoraggiare il
sistema
produttivo
Allocare le
conoscenze
Assicurare
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Definire i controlli
Valutare i rischi
Bilanciare gli
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Competente
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Ecoinnovazione ed economia circolare
Bruno Barbera
GRAZIE PER L’ATTENZIONE
Bruno Barbera

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L’ecoinnovazione nell’economia circolare: la necessità di una sinergia tra gli Enti

  • 1. L’ecoinnovazione nell’economia circolare: la necessità di una sinergia tra gli Enti Una sfida per le Agenzie Bruno Barbera
  • 2. Ecoinnovazione ed economia circolare L’Economia Circolare è prevista dalla decisione 1386/2013/UE del Parlamento europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013 e l’assetto normativo ambientale è fortemente indirizzato alla sua applicazione. Strumenti privilegiati ai fini dell’Economia Circolare sono le regolamentazioni Ecolabel, gli indicatori del ciclo di vita, il consumo e produzione sostenibili, incentivi e certificati verdi. L’ecoinnovazione è strettamente connessa con l’economia circolare in un mutuo rapporto di simbiosi. Bruno Barbera
  • 3. L’Economia Circolare si fonda su un concetto ampio che enfatizza la necessità di occuparsi e preoccuparsi dell’uso delle risorse prima della produzione dei beni di consumo, incentivando il loro recupero e la conseguente reimmissione in uno stesso o in un altro ciclo di utilizzo, al fine di sfruttare al meglio le risorse, diminuire le emissioni di carbonio e ridurre il ricorso allo smaltimento in discarica. Per ecoinnovazione s’intende qualsiasi innovazione che scaturisce in un progresso significativo verso l’obiettivo dello sviluppo sostenibile riducendo le incidenze delle nostre modalità produttive sull’ambiente, rafforzando la resilienza della natura alle pressioni ambientali o permettendo un uso più efficiente e responsabile delle risorse naturali. Ecoinnovazione ed economia circolare Bruno Barbera
  • 4. Ecoinnovazione Tramite il sostegno ai nuovi processi, tecnologie e servizi che permettono un maggior rispetto dell’ambiente da parte delle imprese, l’ecoinnovazione contribuisce alla ottimizzazione della crescita rispondendo nel contempo alle sfide comuni: cambiamenti climatici, penuria di risorse, perdita di biodiversità. L’ecoinnovazione rappresenta altresì un’opportunità per le imprese, perché determina una diminuzione dei costi, aiuta a cogliere nuove opportunità di crescita e migliora l’immagine aziendale agli occhi dei consumatori. Bruno Barbera
  • 5. Ecoinnovazione L’ecoinnovazione si riferisce a tutte le forme di innovazione, tecnologica e no, che creano opportunità commerciali e apportano benefici all’ambiente prevenendone o riducendone l’ impatto o ottimizzando l’uso delle risorse. L’ecoinnovazione è strettamente correlata al modo in cui usiamo le risorse naturali e ai nostri modelli di produzione e di consumo, così come ai concetti di ecoefficienza e di ecoindustrie. Incoraggia l’industria manifatturiera ad abbandonare le soluzioni «di fine ciclo» a favore di approcci «a ciclo chiuso» che minimizzino i flussi di materiali e di energia, mediante modifiche dei prodotti e dei metodi di produzione, con conseguente vantaggio competitivo in vari settori e comparti commerciali Bruno Barbera
  • 6. L’innovazione Nel triennio 2014-2016 il 48,7% delle aziende italiane di industria e servizi di mercato con almeno 10 addetti ha svolto attività innovative. Di queste, il 30,3% sono “Innovatori forti” (innovano prodotti e processi); quasi il 25% “Innovatori di prodotto” (ma non di processo); il 18,5% “Innovatori di processo” (ma non di prodotto); circa il 22% “Innovatori soft” (innovano solo l’organizzazione o il marketing); il 4,9% “Potenziali innovatori”.* L’Europa è all’avanguardia nello sviluppo di nuove tecnologie, ma talvolta un prodotto può incontrare difficoltà in quanto sono molti gli ostacoli allo sviluppo e ad un impiego più diffuso delle tecnologie ambientali. * Fonte ISTAT Bruno Barbera
  • 7. L’ecoinnovazione in Italia L’indicatore europeo 2017 sull’ecoinnovazione colloca l’Italia al 7° posto e la sua performance è superiore del 13% rispetto alla media dell'UE28. Da un lato si osservano progressi compiuti nello sviluppo e nell'attuazione di politiche dedicate all'ecoinnovazione e all'economia circolare, dall’altro meno positivi sono i risultati relativi alla disponibilità di capitale di rischio per la creazione e la continuazione di progetti eco-innovativi. L’Italia è all'avanguardia negli accordi volontari e vanta uno dei più alti livelli di EMAS e di Eco-label nell'UE. Altri settori in cui le ecoinnovazioni stanno procedendo includono il riciclaggio e la bioeconomia, in particolare nell'industria alimentare e delle bevande. Bruno Barbera Fonte Eurostat
  • 8. L’ecoinnovazione in Italia Andamento italiano rispetto alla media europea per l’indicatore Eco-IS disaggregato nelle sue cinque componenti (a sx) e trend nel periodo 2010-2017 (a dx) Bruno Barbera Fonte Eurostat
  • 9. Le Agenzie e l’ecoinnovazione Il sistema delle Agenzie è coinvolto nell’ecoinnovazione poiché questa è strettamente connessa all’End of Waste ed ai sottoprodotti, quindi vi sono interazioni sia per la parte autorizzativa che di controllo. Le nuove produzioni necessitano di autorizzazioni che rientrano nel case by case, con le criticità ben note per la sentenza del Consiglio di Stato del febbraio 2018. Le Autorità Competenti sempre più necessiteranno di un supporto tecnico per la valutazione da parte delle Agenzie dei progetti presentati. Bruno Barbera
  • 10. Le Agenzie e l’ecoinnovazione I principi di tutela dell’ambiente possono trarne benefici da progetti seri di ecoinnovazioni solo se le Agenzie svolgono una funzione di valutazione attenta dei progetti nonché di controllo del rispetto delle regole. Si richiedono quindi: • professionalità specialistiche • capacità di analisi • conoscenza dei principi di LCA • conoscenze impiantistiche • conoscenza di REACH, IED, WFD, … Bruno Barbera
  • 11. Le Agenzie e l’ecoinnovazione Spesso i progetti rappresentano dei casi unici o comunque non diffusi, per tale motivo solo il Sistema nel suo insieme può vincere questa sfida, fornendo il supporto delle proprie eccellenze in un ottica di rete che superi i confini provinciali / regionali. Costituire una rete in grado di connettere i detentori delle conoscenze attraverso gruppo dinamici fornirebbe la risposta migliore ai cittadini ed alle imprese. Bruno Barbera
  • 12. Il sistema autorizzativo Il sistema produttivo ci chiede di aprirci a regole che possano renderci competitivi nel solo localmente, ma a livello Europeo. I cittadini ci chiedono un ambiente migliore. Le due richieste devono e sono assolutamente coerenti e conciliabili, ma richiedono un approccio oggettivo e scientifico da parte del Sistema. Le regole per favorire l’ecoinnovazione e l’economia circolare devono tendere ad uniformarsi nell’ambito comunitario. Bruno Barbera
  • 13. Il sistema autorizzativo Il successo delle ecoinnovazioni sarà anche frutto di una riflessione e di una cooperazione tra le varie componenti (AC, SNPA, ASL, aziende, ….) che concorrono nella valutazione del progetto e quindi dell’autorizzazione con i doverosi vincoli connessi. Il personale di alcuni Enti può non avere le conoscenze e le competenze necessarie, ciò rende la diffusione delle conoscenze e delle esperienze la chiave del successo. Lo scambio e l’allineamento delle decisioni oltre i confini amministrativi della singola autorizzazione può influire su una crescita sostenibile della nostra società. Bruno Barbera
  • 14. Gli ostacoli Bruno Barbera • La diffidenza verso il settore rifiuti ed anche il riciclo; • scarsa fiducia della popolazione nei confronti di chi controlla; • una disuniformità di approccio delle ARPA in fase di verifica (nell’interpretazione ed applicazione della norma); • approccio a volte burocratico; • norme non chiare che non favoriscono né chi opera né chi controlla.
  • 15. Il ruolo del legislatore La realizzazione dei punti precedenti richiede un preciso ruolo del legislatore attraverso la conoscenza di fatti e cifre sui relativi impianti di produzione o riciclaggio, i rifiuti prodotti o trattati, ecc. Le informazioni sul contesto sono la base per stabilire le priorità politiche, ad esempio per ridurre i rifiuti o aumentare l'uso di materie prime secondarie. Le priorità devono poi essere tradotte in obiettivi (quali la riduzione di alcuni rifiuti) e strategie "circolari" che possono essere applicate per raggiungerli. Bruno Barbera
  • 16. Il ruolo del legislatore Oggi la normativa, anche di derivazione europea, è spesso inadeguata ai fini della regolamentazione puntuale di tutte le casistiche applicative e la PA si trova a dover assumere in autotutela le posizioni più conservative possibili in assenza di indicazioni di leggi chiare, a scapito delle tecnologie di recupero più innovative e magari virtuose. La lacuna normativa, che ben presta il fianco a contraddittorie sentenze della giurisprudenza, può generare altresì storture: matrici ottenute da un medesimo rifiuto e pressoché identico processo, ma sottoposte a regimi normativi diversi, non sono obbligate a garantire medesimi standard di tutela ambientale. Bruno Barbera
  • 17. Possibili soluzioni Bruno Barbera Un leale e costruttivo confronto tra controllore e controllato su come devono essere applicate le norme che produca linee guida (modello anglosassone) sarebbe un ottimo modo per curare insieme l’ambiente; gli operatori seri del settore rifiuti sono interessati a volere la certezza che il proprio operato sia condotto in modo ambientalmente sicuro. Quindi si potrebbe pensare a linee guida da parte di SNPA che nell’interpretare in modo pratico la norma consentano tale percorso (es. classificazione, applicazione SEVESO III) Esempi si possono trovare nel progetto ‘One Planet Prosperity’ della Scottish Environmental Protection Agency e nei ‘Prosperity Agreements’ attivati dalla Northern Ireland Environment Agency
  • 18. Una proposta innovativa SNPA possiede un patrimonio di conoscenze e professionalità che non è presente presso le AC e gli altri Enti, per questo può svolgere un ruolo attraverso: - incontri per esplorare lo sviluppo da parte delle imprese, delle nuove idee ed per le questioni normative; - incontri di gruppo per settori industriali; - diffusione di informazioni, ad esempio orientamenti; - help-desk; - incoraggiare i contatti con i ricercatori e i centri tecnologici. Bruno Barbera
  • 19. La Linea Guida di IMPEL/MIW Bruno Barbera Il 20-21 marzo a Roma presso ISPRA si terrà la Conferenza di presentazione della Linea Guida redatta da IMPEL e da MIW che mira a sostenere le autorità di regolamentazione nel consentire le “innovazioni circolari”, in particolare aiutandole a: -comprendere le opportunità e gli ostacoli nel diritto ambientale dell'UE; - individuare le modalità per organizzarsi in modo più efficace; - individuare il sostegno di cui hanno bisogno da parte dei responsabili politici e legislativi; - diventare più sensibili alle esigenze e alle preoccupazioni delle imprese innovative.
  • 20. Making the Circular Economy work Bruno Barbera Guidance for regulators on enabling innovations for the circular economy (prevention and recycling of waste) Le “innovazioni circolari” nella linea guida sono le innovazioni negli impianti di produzione e di riciclaggio che promuovono: - l'efficienza delle risorse, utilizzando meno materie prime; - prevenzione dei rifiuti, riducendo l produzione di rifiuti; - l'utilizzo degli scarti di produzione come sottoprodotti; - il recupero dei materiali dai rifiuti (riciclaggio) e l'utilizzo di questi materiali come materie prime secondarie (end of waste)
  • 21. Incoraggiare il sistema produttivo Allocare le conoscenze Assicurare informazione Definire i controlli Valutare i rischi Bilanciare gli interessi Supportare l’Autorità Competente Valorizzare la cooperazione Ecoinnovazione ed economia circolare Bruno Barbera