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MOTIVAZIONE
E
APPRENDIMENTO A SCUOLA
Alessandra Spera - Psicologa, Psicoterapeuta, Career
Counselor, Certificatrice di Competenze
Cos' è la motivazione?
“una configurazione organizzata di esperienze soggettive che
consente di spiegare inizio, direzione, intensità, persistenza di
un comportamento diretto ad uno scopo” (De Beni e Moè,
2000, p.37)
Le componenti della motivazione
Quali sono queste esperienze soggettive?obiettivi, interessi,
valori, aspettative, attribuzioni, percezioni e, soprattutto,
emozioni.
Emozioni nucleo centrale della motivazione, su cui incentrare
gli interventi.
Essenziale la presenza di un obiettivo chiaro da raggiungere.
La motivazione ad apprendere
Le persone sono naturalmente motivate ad apprendere
quando (Combs e Pope, 1994):
 non sono preoccupate di eventuali fallimenti
 percepiscono l'oggetto di apprendimento come
significativo per sé stessi
 sentono di avere con gli insegnanti un rapporto fondato
sulla stima e il supporto emotivo
….Autostima...
...Empatia....
L'EDUCAZIONE SOCIOAFFETTIVA
Questo metodo (Gordon, 1971)ha come obiettivo la capacità di
ascolto empatico unitamente all’utilizzo di un linguaggio
responsabile (in prima persona) e congruente, affinché si
possano trovare soluzioni condivise a situazioni problematiche
e/o conflittuali (Marmocchi, Dall’Aglio e Zannini, 2004).
ASCOLTO E MOTIVAZIONE
 L'ascolto efficace serve a creare un clima emotivo positivo
in classe
Dedicare tempo al tono emotivo della classe e al proprio tono
emotivo significa liberare risorse cognitive per
l'apprendimento
 La capacità di nominare, riconoscere, gestire le proprie e
le altrui emozioni è detta intelligenza emotiva
EMOZIONI
Le emozioni danno conto delle priorità
…..in altri termini, il comportamento delle persone è guidato dalle
emozioni che provano, nel nostro caso, il comportamento
diretto ad uno scopo
EMOZIONI/2
...pertanto, una classe in cui l'emozione
prevalente è la rabbia o la paura, sarà
una classe poco motivata ad apprendere
Allo stesso modo, un insegnante il cui stato emotivo
prevalente sia la rabbia o la paura, sarà poco motivato a
mettersi in gioco con gli alunni e cercherà da questi
conferme
EMOZIONI E BISOGNI DI BASE
Maslow ha concettualizzato la sua famosa “piramide dei
bisogni”
EMOZIONI E BISOGNI DI BASE
 Bisogni primari – sensazioni fisiologiche- cervello rettiliano
 Bisogni di sicurezza – emozioni di base – corteccia
 Bisogni di autorealizzazione – emozioni complesse –
neocorteccia
MOTIVAZIONE ED EMOZIONI
affinchè si possano provare emozioni complesse -
come ad esempio l'orgoglio per un successo
ottenuto o la vergogna per un errore commesso,
è necessario che siano soddisfatti i bisogni di
base
EMOZIONI DI BASE
 Paura
 Rabbia
 Felicità
 Tristezza
 Disgusto
 Sorpresa
EMOZIONI COMPLESSE
 Orgoglio
 Colpa
 Vergogna
 Disprezzo
 Nostalgia
…..e molte altre.....
MOTIVAZIONE ED EMOZIONI
 Motivazione intrinseca: Skinner (1974) “volontà di
affrontare un compito per ottenere qualcosa di diverso
dall’attività di per sé”
 Motivazione estrinseca: affrontare un'attività esclusivamente
in funzione della ricompensa
DIDATTICA MOTIVAZIONALE
 Liberare risorse cognitive creando un clima sereno in
classe....ascolto empatico
 Comunicare in modo empatico per favorire la
valorizzazione di ciascun allievo e la sua
autoregolazione...comunicazione assertiva
 Sostenere l'autostima e l'autoefficacia dei ragazzi per
orientarli al processo e non al risultato...lodi e critiche
costruttive
 Sostenere la rilevanza personale dei compiti
proposti...coinvolgimento diretto degli alunni a lezione
EMPATIA E VALORE DI SE'
 Riconoscimento empatico molto più che
elargizione di premi
 Attenzione a premiare per attività svolte già con
piacere
L'EMPATIA
 L'empatia è la capacità di comprendere lo stato emotivo
dell'altro, mettendosi “nei panni dell'altro”.
 NON E' APPROVAZIONE.
 Relazione fra l'insegnante e i ragazzi
 Relazione tra i ragazzi
 Relazione fra insegnanti/dirigenti/genitori
EMPATIA/2
Il contatto empatico fa sentire l'interlocutore
autenticamente compreso e apre la
disponibilità alla comunicazione.
...riduzione delle tensioni nell'ambiente...
EMPATIA/3
Di cosa è fatta l'empatia?
 Capacità di ascolto
 Capacità di riconoscere lo stato emotivo altrui
 Capacità di riconoscere e modulare il proprio stato
emotivo
….congruenza
AUTOSTIMA SCOLASTICA
 Sicurezza
 Senso di identità
 Affiliazione
 Progettualità
 Competenza
LE BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE
 Ordinare/esigere,
 Minacciare,
 Moraleggiare,
 Predicare,
 Dare soluzioni già pronte,
 persuadere (con la logica),
 giudicare/disapprovare,
 fare complimenti immeritatamente,
 umiliare/ridicolizzare,
 interpretare,
 consolare/minimizzare,
 cambiare argomento,
 interrogare ...
ALCUNE FRASI DEMOTIVANTI
 Sei sempre il solito
 Non penserai mica che...
 Muoviti, pigrone!
 Chiudi il becco
 Spremiti le meningi
 Datti da fare
 Lascia, faccio io
 Ora te le faccio vedere io le bizze
 Toh, che miracolo!
 Ma come ti viene in mente?
 Adesso ne ho abbastanza
 Lo sapevo io!
 Che mi potevo aspettare da te?
GLI STILI COMUNICATIVI
Aggressivo.....
…..................Passivo
Manipolatorio.....
ASSERTIVO
IL MESSAGGIO “IO”
 Messaggio formulato in prima persona (non in terza persona,
come spesso accade nella normale conversazione)
 Comunica i pensieri e i sentimenti dell'emittente
 Ha come oggetto fatti concreti e circostanziati/comportamenti
che riguardano l'emittente
IL MESSAGGIO “IO”/2
 Consente di comunicare con chiarezza qualsiasi
contenuto...purchè non allusivo o offensivo.
 La parte “negativa” non va enfatizzata
 E' importante affiancarlo a messaggi “io” a contenuto
positivo
 Riflettere sulla qualità del messaggio che arriva al
destinatario.
IL MESSAGGIO “IO”/3
Attenzione ….
…....................................alla rabbia!
La rabbia è il sentimento spesso usato per mascherare
emozioni primarie che si ritiene sia “pericoloso” o
“inopportuno” mostrare.
IL FEEDBACK FENOMENOLOGICO
 Consiste nel rimandare all'altro ciò che si vede (con gli occhi),
si sente (con le orecchie), si avverte (emotivamente), si
immagina (con la fantasia)
 Esempio: quando vi parlo, sento che parlate tra voi.
 Esempio: faccio la fantasia che tu non mi stia ascoltando
 Esempio: vedo che alcuni si alzano mentre spiego
 Esempio: mi infastidisco quando alzi la voce
IL MESSAGGIO IO/5
“A volte mi interrompi (non valutativo) e questo (il
comportamento) mi infastidisce (espressione del
sentimento) perchè ci metto il doppio del tempo a dirti le
cose (effetti sull'emittente).
LA RELAZIONE CON IL BAMBINO IN ETA' 3-5 ANNI
 Modulare il tono emotivo e il tono di voce (tranquillità)
 Stabilire una relazione: ascolto, contatto visivo
 Dare istruzioni chiare, partendo da un 'titolo': oggi
facciamo...
 Prevedere pause
La relazione con il bambino 3-5 anni/2
 Contenere:
- guardare il bambino
- 'dimmi cosa è successo' (attenzione al tono)
- 'che fai?' (attenzione al tono)
- ho visto che ti sei fatto male/che Marta ti ha preso il gioco e
che questo ti ha fatto arrabbiare, ma non si morde, anche
Marta ha sentito molto male.
- contenere fisicamente con delicatezza SE NECESSARIO
LA RELAZIONE CON IL BAMBINO 5-11 ANNI
 Fase di avvio della separazione-individuazione
 Bisogno di calore, rassicurazione e stima (lieve
sovrastima)
 Modulare contenimento e autonomia
 Contenere:
- guardare il bambino
- 'dimmi cosa è successo' (attenzione al tono)
- 'che fai?' (attenzione al tono)
- vedo che non stai scrivendo/guardi altrove.
- contenere fisicamente con delicatezza SE NECESSARIO
La relazione con il bambino 5-11 anni/2
 Autonomia:
- obiettivi chiari e condivisi: “oggi facciamo...adesso faremo...
e dopo faremo...”
- concedere di prendere piccole decisioni
- favorire la discussione di gruppo
- non cercare di “risolvere” tutto
- priorità all'ascolto attivo
- non forzare a dire come si sente
 Conflitti:
- stare sul perchè è successo e non su di chi è la colpa
LA RELAZIONE CON IL RAGAZZO 11-14 ANNI (PRIMA
ADOLESCENZA).
 Compito di sviluppo: coniugare appartenenza e autonomia
 Intensificazione della differenziazione dalla famiglia
 Centralità del gruppo dei pari
 Funzione genitoriale dell'insegnante
 Sono “ancora piccoli” in prima media e “già grandi” in terza
 Seconda media fase critica, talvolta noiosa per il ragazzo
 Stabilire una relazione:
- “come state?” “come è andato il compito di matematica'”
- “Come è andato il laboratorio intercultura?”
 Utilizzare il contatto empatico (diverso da approvare!)
LA RELAZIONE CON IL RAGAZZO 11-14 ANNI (PRIMA
ADOLESCENZA).
 Compito di sviluppo: coniugare appartenenza e autonomia
 Intensificazione della differenziazione dalla famiglia
 Centralità del gruppo dei pari
 Funzione genitoriale dell'insegnante
 Sono “ancora piccoli” in prima media e “già grandi” in terza
 Seconda media fase critica, talvolta noiosa per il ragazzo
 Stabilire una relazione:
- “come state?” “come è andato il compito di matematica'”
- “Come è andato il laboratorio intercultura?”
 Utilizzare il contatto empatico (diverso da approvare!)
LA RELAZIONE CON IL RAGAZZO 11-14 ANNI (PRIMA
ADOLESCENZA)/2
 “Dimmi cosa è successo” (attenzione al tono)
 “Di cosa hai bisogno?” (attenzione al tono)
 “vedo che i tuoi voti sono calati” (attenzione al tono)
 “Vedo che quando rientri in classe parli e penso che non
segui”
 Importante stare sul fenomeno (vedo e sento con le
orecchie, penso/immagino con la fantasia)
 Evitare la sfida (età della sfida)
LA RELAZIONE CON IL RAGAZZO 11-14 ANNI (PRIMA
ADOLESCENZA)/3
 Salienza personale degli obiettivi di apprendimento
 Chiarezza di obiettivi
 Potere decisionale parziale all'alunno
 Confini
 Favorire il bisogno di relazione con i pari
LE LODI (FEEDBACK POSITIVO)
 Attenzione a quelle “al curry”!
Esempio: mi è piaciuto molto quello che hai scritto non pensavo
tu ne fossi capace
Il complimento assertivo è un apprezzamento sincero, in cui si
esprime riconoscimento per il valore dell'altro.
 Incondizionate: per l'esistere
 Condizionate: per il fare o l'essere competenti
 Esempio I: Sono felice di passare del tempo con te
 Esempio I: Mi piace ascoltare ciò che dici
 Esempio C: Mi piace molto il tuo disegno, i colori che hai
scelto sono molto belli e hai colorato con precisione, bravo!
(calibrare in base al'età)
LE LODI/2
 Specificare: collegamento stretto con la prestazione, dire con
precisione cosa si apprezza
 Argomentare: esplicitare la motivazione
 Essere sinceri: fare un complimento solo se si è
profondamente convinti
….di nuovo, congruenza......
LA CRITICA COSTRUTTIVA
 Attenzione a quella distruttiva!
Quando si riceve una critica il nostro bambino interiore “piange”
(passività) o disprezza e attacca (aggressività)
 Le critiche non devono attaccare la persona, ma descrivere
un comportamento in modo che l'altro possa cambiarlo per
migliorarlo.
LA CRITICA COSTRUTTIVA/2
 Descrivere il comportamento
 Utilizzare il messaggio Io “mi sento scoraggiato...”
 Affermare i motivi “perchè non mi sento ascoltato”
 Spiegare come poter modificare
 Illustrare i vantaggi della modifica
L'INTERESSE
 Come rendere una lezione “interessante”?
- coinvolgimento dei ragazzi
- lavoro in sottogruppi (bisogno di relazione)
- connessioni tra argomenti diversi e con temi attuali e quotidiani
- sfruttare le “incongruenze” lasciando libera la discussione
...ovviamente senza dare giudizi (soprattutto negativi!!!) sulle
idee espresse ma favorendone la ristrutturazione!
LE CREDENZE DEMOTIVANTI
 A scuola conta il risultato (e non il processo)
 Anche se si impegna, non arriverà mai al
successo....attenzione alle aspettative sugli alunni...e sui figli!
 Appena vedo che sta sbagliando devo intervenire....lasciare il
tempo di sbagliare.
 “Con me, fa”
IN GENERALE....
 Utilizzare il confronto tra idee diverse
 Utilizzare le idee preesistenti e modificare quelle se sono
errate
 Spiegare “per differenza”: se ci sono concetti che possono
confondersi/confondere, utilizzarli entrambi e spiegare in cosa
si somigliano e in cosa differiscono
 Favorire presentazioni di gruppo dei vari argomenti, dando
solo la struttura generale e lasciando ai ragazzi la
responsabilità dei contenuti e della forma
 Ridurre gradatamente il feedback
ATTENZIONE!
“Scusi...non ho capito!!”
…..evitare la fatidica domanda
…..”bene, cos'è che non hai capito?”
 Chiedere invece: “dimmi cosa hai compreso tu”
Attenzione/2
 Lasciare che l'alunno esponga come può ciò che ha
appena sentito
 Riassumere quello che l'alunno ha detto, tenendo conto degli
elementi da lui riferiti
 Domandare all'alunno se il riassunto è corretto
 Correggere integrando, togliendo, aggiungendo, modificando
elementi in funzione di quelli riferiti dall'alunno.
….LA LEZIONE EFFICACE..
 Di nuovo, l'autostima! ...dell'alunno e dell'insegnante
 Attenzione alla comunicazione non verbale...
…........dell'alunno..................
…..........................e dell'insegnante!
Grazie per l'attenzione........
….............E buon lavoro!

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Slides motivazione e apprendimento a scuola

  • 1. MOTIVAZIONE E APPRENDIMENTO A SCUOLA Alessandra Spera - Psicologa, Psicoterapeuta, Career Counselor, Certificatrice di Competenze
  • 2. Cos' è la motivazione? “una configurazione organizzata di esperienze soggettive che consente di spiegare inizio, direzione, intensità, persistenza di un comportamento diretto ad uno scopo” (De Beni e Moè, 2000, p.37)
  • 3. Le componenti della motivazione Quali sono queste esperienze soggettive?obiettivi, interessi, valori, aspettative, attribuzioni, percezioni e, soprattutto, emozioni. Emozioni nucleo centrale della motivazione, su cui incentrare gli interventi. Essenziale la presenza di un obiettivo chiaro da raggiungere.
  • 4. La motivazione ad apprendere Le persone sono naturalmente motivate ad apprendere quando (Combs e Pope, 1994):  non sono preoccupate di eventuali fallimenti  percepiscono l'oggetto di apprendimento come significativo per sé stessi  sentono di avere con gli insegnanti un rapporto fondato sulla stima e il supporto emotivo ….Autostima... ...Empatia....
  • 5. L'EDUCAZIONE SOCIOAFFETTIVA Questo metodo (Gordon, 1971)ha come obiettivo la capacità di ascolto empatico unitamente all’utilizzo di un linguaggio responsabile (in prima persona) e congruente, affinché si possano trovare soluzioni condivise a situazioni problematiche e/o conflittuali (Marmocchi, Dall’Aglio e Zannini, 2004).
  • 6. ASCOLTO E MOTIVAZIONE  L'ascolto efficace serve a creare un clima emotivo positivo in classe Dedicare tempo al tono emotivo della classe e al proprio tono emotivo significa liberare risorse cognitive per l'apprendimento  La capacità di nominare, riconoscere, gestire le proprie e le altrui emozioni è detta intelligenza emotiva
  • 7. EMOZIONI Le emozioni danno conto delle priorità …..in altri termini, il comportamento delle persone è guidato dalle emozioni che provano, nel nostro caso, il comportamento diretto ad uno scopo
  • 8. EMOZIONI/2 ...pertanto, una classe in cui l'emozione prevalente è la rabbia o la paura, sarà una classe poco motivata ad apprendere Allo stesso modo, un insegnante il cui stato emotivo prevalente sia la rabbia o la paura, sarà poco motivato a mettersi in gioco con gli alunni e cercherà da questi conferme
  • 9. EMOZIONI E BISOGNI DI BASE Maslow ha concettualizzato la sua famosa “piramide dei bisogni”
  • 10. EMOZIONI E BISOGNI DI BASE  Bisogni primari – sensazioni fisiologiche- cervello rettiliano  Bisogni di sicurezza – emozioni di base – corteccia  Bisogni di autorealizzazione – emozioni complesse – neocorteccia
  • 11. MOTIVAZIONE ED EMOZIONI affinchè si possano provare emozioni complesse - come ad esempio l'orgoglio per un successo ottenuto o la vergogna per un errore commesso, è necessario che siano soddisfatti i bisogni di base
  • 12. EMOZIONI DI BASE  Paura  Rabbia  Felicità  Tristezza  Disgusto  Sorpresa
  • 13. EMOZIONI COMPLESSE  Orgoglio  Colpa  Vergogna  Disprezzo  Nostalgia …..e molte altre.....
  • 14. MOTIVAZIONE ED EMOZIONI  Motivazione intrinseca: Skinner (1974) “volontà di affrontare un compito per ottenere qualcosa di diverso dall’attività di per sé”  Motivazione estrinseca: affrontare un'attività esclusivamente in funzione della ricompensa
  • 15. DIDATTICA MOTIVAZIONALE  Liberare risorse cognitive creando un clima sereno in classe....ascolto empatico  Comunicare in modo empatico per favorire la valorizzazione di ciascun allievo e la sua autoregolazione...comunicazione assertiva  Sostenere l'autostima e l'autoefficacia dei ragazzi per orientarli al processo e non al risultato...lodi e critiche costruttive  Sostenere la rilevanza personale dei compiti proposti...coinvolgimento diretto degli alunni a lezione
  • 16. EMPATIA E VALORE DI SE'  Riconoscimento empatico molto più che elargizione di premi  Attenzione a premiare per attività svolte già con piacere
  • 17. L'EMPATIA  L'empatia è la capacità di comprendere lo stato emotivo dell'altro, mettendosi “nei panni dell'altro”.  NON E' APPROVAZIONE.  Relazione fra l'insegnante e i ragazzi  Relazione tra i ragazzi  Relazione fra insegnanti/dirigenti/genitori
  • 18. EMPATIA/2 Il contatto empatico fa sentire l'interlocutore autenticamente compreso e apre la disponibilità alla comunicazione. ...riduzione delle tensioni nell'ambiente...
  • 19. EMPATIA/3 Di cosa è fatta l'empatia?  Capacità di ascolto  Capacità di riconoscere lo stato emotivo altrui  Capacità di riconoscere e modulare il proprio stato emotivo ….congruenza
  • 20. AUTOSTIMA SCOLASTICA  Sicurezza  Senso di identità  Affiliazione  Progettualità  Competenza
  • 21. LE BARRIERE ALLA COMUNICAZIONE  Ordinare/esigere,  Minacciare,  Moraleggiare,  Predicare,  Dare soluzioni già pronte,  persuadere (con la logica),  giudicare/disapprovare,  fare complimenti immeritatamente,  umiliare/ridicolizzare,  interpretare,  consolare/minimizzare,  cambiare argomento,  interrogare ...
  • 22. ALCUNE FRASI DEMOTIVANTI  Sei sempre il solito  Non penserai mica che...  Muoviti, pigrone!  Chiudi il becco  Spremiti le meningi  Datti da fare  Lascia, faccio io  Ora te le faccio vedere io le bizze  Toh, che miracolo!  Ma come ti viene in mente?  Adesso ne ho abbastanza  Lo sapevo io!  Che mi potevo aspettare da te?
  • 24. IL MESSAGGIO “IO”  Messaggio formulato in prima persona (non in terza persona, come spesso accade nella normale conversazione)  Comunica i pensieri e i sentimenti dell'emittente  Ha come oggetto fatti concreti e circostanziati/comportamenti che riguardano l'emittente
  • 25. IL MESSAGGIO “IO”/2  Consente di comunicare con chiarezza qualsiasi contenuto...purchè non allusivo o offensivo.  La parte “negativa” non va enfatizzata  E' importante affiancarlo a messaggi “io” a contenuto positivo  Riflettere sulla qualità del messaggio che arriva al destinatario.
  • 26. IL MESSAGGIO “IO”/3 Attenzione …. …....................................alla rabbia! La rabbia è il sentimento spesso usato per mascherare emozioni primarie che si ritiene sia “pericoloso” o “inopportuno” mostrare.
  • 27. IL FEEDBACK FENOMENOLOGICO  Consiste nel rimandare all'altro ciò che si vede (con gli occhi), si sente (con le orecchie), si avverte (emotivamente), si immagina (con la fantasia)  Esempio: quando vi parlo, sento che parlate tra voi.  Esempio: faccio la fantasia che tu non mi stia ascoltando  Esempio: vedo che alcuni si alzano mentre spiego  Esempio: mi infastidisco quando alzi la voce
  • 28. IL MESSAGGIO IO/5 “A volte mi interrompi (non valutativo) e questo (il comportamento) mi infastidisce (espressione del sentimento) perchè ci metto il doppio del tempo a dirti le cose (effetti sull'emittente).
  • 29. LA RELAZIONE CON IL BAMBINO IN ETA' 3-5 ANNI  Modulare il tono emotivo e il tono di voce (tranquillità)  Stabilire una relazione: ascolto, contatto visivo  Dare istruzioni chiare, partendo da un 'titolo': oggi facciamo...  Prevedere pause
  • 30. La relazione con il bambino 3-5 anni/2  Contenere: - guardare il bambino - 'dimmi cosa è successo' (attenzione al tono) - 'che fai?' (attenzione al tono) - ho visto che ti sei fatto male/che Marta ti ha preso il gioco e che questo ti ha fatto arrabbiare, ma non si morde, anche Marta ha sentito molto male. - contenere fisicamente con delicatezza SE NECESSARIO
  • 31. LA RELAZIONE CON IL BAMBINO 5-11 ANNI  Fase di avvio della separazione-individuazione  Bisogno di calore, rassicurazione e stima (lieve sovrastima)  Modulare contenimento e autonomia  Contenere: - guardare il bambino - 'dimmi cosa è successo' (attenzione al tono) - 'che fai?' (attenzione al tono) - vedo che non stai scrivendo/guardi altrove. - contenere fisicamente con delicatezza SE NECESSARIO
  • 32. La relazione con il bambino 5-11 anni/2  Autonomia: - obiettivi chiari e condivisi: “oggi facciamo...adesso faremo... e dopo faremo...” - concedere di prendere piccole decisioni - favorire la discussione di gruppo - non cercare di “risolvere” tutto - priorità all'ascolto attivo - non forzare a dire come si sente  Conflitti: - stare sul perchè è successo e non su di chi è la colpa
  • 33. LA RELAZIONE CON IL RAGAZZO 11-14 ANNI (PRIMA ADOLESCENZA).  Compito di sviluppo: coniugare appartenenza e autonomia  Intensificazione della differenziazione dalla famiglia  Centralità del gruppo dei pari  Funzione genitoriale dell'insegnante  Sono “ancora piccoli” in prima media e “già grandi” in terza  Seconda media fase critica, talvolta noiosa per il ragazzo  Stabilire una relazione: - “come state?” “come è andato il compito di matematica'” - “Come è andato il laboratorio intercultura?”  Utilizzare il contatto empatico (diverso da approvare!)
  • 34. LA RELAZIONE CON IL RAGAZZO 11-14 ANNI (PRIMA ADOLESCENZA).  Compito di sviluppo: coniugare appartenenza e autonomia  Intensificazione della differenziazione dalla famiglia  Centralità del gruppo dei pari  Funzione genitoriale dell'insegnante  Sono “ancora piccoli” in prima media e “già grandi” in terza  Seconda media fase critica, talvolta noiosa per il ragazzo  Stabilire una relazione: - “come state?” “come è andato il compito di matematica'” - “Come è andato il laboratorio intercultura?”  Utilizzare il contatto empatico (diverso da approvare!)
  • 35. LA RELAZIONE CON IL RAGAZZO 11-14 ANNI (PRIMA ADOLESCENZA)/2  “Dimmi cosa è successo” (attenzione al tono)  “Di cosa hai bisogno?” (attenzione al tono)  “vedo che i tuoi voti sono calati” (attenzione al tono)  “Vedo che quando rientri in classe parli e penso che non segui”  Importante stare sul fenomeno (vedo e sento con le orecchie, penso/immagino con la fantasia)  Evitare la sfida (età della sfida)
  • 36. LA RELAZIONE CON IL RAGAZZO 11-14 ANNI (PRIMA ADOLESCENZA)/3  Salienza personale degli obiettivi di apprendimento  Chiarezza di obiettivi  Potere decisionale parziale all'alunno  Confini  Favorire il bisogno di relazione con i pari
  • 37. LE LODI (FEEDBACK POSITIVO)  Attenzione a quelle “al curry”! Esempio: mi è piaciuto molto quello che hai scritto non pensavo tu ne fossi capace Il complimento assertivo è un apprezzamento sincero, in cui si esprime riconoscimento per il valore dell'altro.  Incondizionate: per l'esistere  Condizionate: per il fare o l'essere competenti  Esempio I: Sono felice di passare del tempo con te  Esempio I: Mi piace ascoltare ciò che dici  Esempio C: Mi piace molto il tuo disegno, i colori che hai scelto sono molto belli e hai colorato con precisione, bravo! (calibrare in base al'età)
  • 38. LE LODI/2  Specificare: collegamento stretto con la prestazione, dire con precisione cosa si apprezza  Argomentare: esplicitare la motivazione  Essere sinceri: fare un complimento solo se si è profondamente convinti ….di nuovo, congruenza......
  • 39. LA CRITICA COSTRUTTIVA  Attenzione a quella distruttiva! Quando si riceve una critica il nostro bambino interiore “piange” (passività) o disprezza e attacca (aggressività)  Le critiche non devono attaccare la persona, ma descrivere un comportamento in modo che l'altro possa cambiarlo per migliorarlo.
  • 40. LA CRITICA COSTRUTTIVA/2  Descrivere il comportamento  Utilizzare il messaggio Io “mi sento scoraggiato...”  Affermare i motivi “perchè non mi sento ascoltato”  Spiegare come poter modificare  Illustrare i vantaggi della modifica
  • 41. L'INTERESSE  Come rendere una lezione “interessante”? - coinvolgimento dei ragazzi - lavoro in sottogruppi (bisogno di relazione) - connessioni tra argomenti diversi e con temi attuali e quotidiani - sfruttare le “incongruenze” lasciando libera la discussione ...ovviamente senza dare giudizi (soprattutto negativi!!!) sulle idee espresse ma favorendone la ristrutturazione!
  • 42. LE CREDENZE DEMOTIVANTI  A scuola conta il risultato (e non il processo)  Anche se si impegna, non arriverà mai al successo....attenzione alle aspettative sugli alunni...e sui figli!  Appena vedo che sta sbagliando devo intervenire....lasciare il tempo di sbagliare.  “Con me, fa”
  • 43. IN GENERALE....  Utilizzare il confronto tra idee diverse  Utilizzare le idee preesistenti e modificare quelle se sono errate  Spiegare “per differenza”: se ci sono concetti che possono confondersi/confondere, utilizzarli entrambi e spiegare in cosa si somigliano e in cosa differiscono  Favorire presentazioni di gruppo dei vari argomenti, dando solo la struttura generale e lasciando ai ragazzi la responsabilità dei contenuti e della forma  Ridurre gradatamente il feedback
  • 44. ATTENZIONE! “Scusi...non ho capito!!” …..evitare la fatidica domanda …..”bene, cos'è che non hai capito?”  Chiedere invece: “dimmi cosa hai compreso tu”
  • 45. Attenzione/2  Lasciare che l'alunno esponga come può ciò che ha appena sentito  Riassumere quello che l'alunno ha detto, tenendo conto degli elementi da lui riferiti  Domandare all'alunno se il riassunto è corretto  Correggere integrando, togliendo, aggiungendo, modificando elementi in funzione di quelli riferiti dall'alunno.
  • 46. ….LA LEZIONE EFFICACE..  Di nuovo, l'autostima! ...dell'alunno e dell'insegnante  Attenzione alla comunicazione non verbale... …........dell'alunno.................. …..........................e dell'insegnante!