1. Formazione e Supporto di
Prevenzione all’Abuso di Droghe
Organizzato dal collegio Nazionale dei
Professori di Educazione Fisica e Sportiva e dal
Comitato Italiano Sport contro Droga –
autorizzato dal MIUR
Roma, 6 Dicembre 2011
2. Fattori di rischio e di protezione
in ambito scolastico
Dr.ssa Francesca Luisa Acone
3. CHE COS’E’ LA PREVENZIONE?
La prevenzione è l’insieme delle azioni tese ad impedire,
ritardare, o ridurre la probabilità che si verifichino eventi
indesiderati.
• Prevenzione primaria: intervento prima del verificarsi del
problema;
• Prevenzione secondaria:diagnosi precoce di un processo
patologico o di un problema in corso di sviluppo, ma che non
presenta manifestazioni cliniche;
• Prevenzione terziaria:prevenzione della recidiva di una
malattia o limitazione delle conseguenze di una patologia
clinica manifesta o di un problema di comportamento ad uno
stadio precoce. Può essere di tipo A o di tipo B.
4. La ricerca ha dimostrato che, nella prevenzione
delle tossicodipendenze, nessun approccio
specifico può essere usato con tutti i gruppi
target. La forma più efficace è costituita da un
programma allargato, articolato intorno a più
approcci diversi.
5. I modelli di prevenzione più noti sono:
• il modello del fornire informazioni (modello
medico);
• la prevenzione attraverso mezzi legislativi e
regolamenti;
• l’approccio centrato sulla persona (o sullo
sviluppo personale);
• i modelli di sviluppo della comunità;
• strategie rivolte ai pari (peer education);
• l’approccio basato sul fattore di rischio.
6. In sintesi, la cultura preventiva si può definire
attraverso i seguenti criteri:
• Ridurre i fattori di rischio e promuovere quelli
protettivi;
• Influenzare, attraverso l’agire politico dei
singoli e delle organizzazioni, il modello di
sviluppo sociale;
• Aumentare l’empowerment (acquisizione di
potere) a livello individuale, organizzativo e
comunitario.
7. La prevenzione in ambito scolastico
I fattori di rischio e di protezione sono
costituiti da specifiche caratteristiche
dell’individuo o dei suoi contesti di vita (nel
caso dell’adolescente famiglia, scuola, gruppo
dei pari, tempo libero) che possono favorire
(fattori di rischio) o al contrario limitare
(fattori di protezione) il coinvolgimento nel
rischio.
8. • La scuola è uno dei principali contesti di riferimento
dell’adolescente; è riconosciuto come un importante
fattore di protezione, ma contemporaneamente è
anche un banco di prova che influenza le valutazioni
dell’adolescente su di sé, in termini di capacità,
valore personale, soddisfazione generale di sé.
• Nella scuola si esplicitano i compiti di sviluppo che il
pre-adolescente e l’adolescente devono affrontare (i
passaggi fra cicli di studio differenti; la costruzione di
esperienze di padronanza; il confronto con il giudizio
degli altri, gli apprendimenti sociali; il
fronteggiamento dell’insuccesso e il raggiungimento
dei propri standard di successo scolastico.
9. Fattori di protezione nella scuola
Qualità dell’esperienza scolastica. Si fa riferimento alle
caratteristiche di una scuola caring, cioè che promuove e
sostiene lo sviluppo personale e sociale dello studente. Una
scuola caring:
• È motivata al cambiamento;
• Ascolta e promuove potenzialità;
• Si costituisce come agenzia formativa;
• Educa alla libertà di pensiero;
• Non è strettamente legata allo svolgimento dei contenuti
didattico-disciplinari, ma ha spazi che favoriscono un
confronto sul piano emotivo;
• Sa integrare l’alunno nella comunità scolastica in modo
ottimale;
• Punta sulla qualità dell’istruzione, più che sulla quantità.
10. Organizzazione scolastica. Si fa riferimento ad esempio:
• alle regole, ai modelli e ai ruoli, che devono essere chiari,
per un comportamento appropriato;
• alle attività didattiche: preferire la partecipazione e il
coinvolgimento degli studenti nei compiti e nelle
decisioni scolastiche.
Caratteristiche degli insegnanti. Ad esempio:
• Preparazione;
• Disponibilità;
• Competenze relazionali;
• Stile educativo;
• Aspettative.
11. Promozione di competenze individuali. Strutturare
esperienze che stimolino:
• il senso di competenza personale e di autoefficacia:
riuscire, avere successo in qualche ambito;
• il senso di appartenenza: sentire di avere un ruolo, un
valore, un compito;
• il senso di utilità: sentire che c’è bisogno del proprio
contributo;
• il senso di forza personale: sentire che si fanno dei
progressi, che si va avanti;
• il senso di fiducia: sentirsi incoraggiato, sostenuto,
nutrire speranze;
• il senso della cooperazione: sentire di dare e ricevere
aiuto.
12. • La pratica sportiva, in quanto attività più o meno
strutturata, è un fattore importante di protezione
dal coinvolgimento, soprattutto in adolescenza, in
comportamenti rischiosi perché sostiene, in modo
positivo, il processo di costruzione dell’identità e il
superamento dei numerosi compiti evolutivi di
questa fase del ciclo di vita.
• Molte ricerche dimostrano che lo sport è collegato
ad un’accresciuta autostima, una maggiore capacità
di gestire lo stress, migliori prestazioni scolastiche e
migliori rapporti con la propria famiglia.
13. • Fare attività motoria -anche assieme ad altre persone- ci
consente di rappresentarci come “soggetti in relazione” e
non come individui isolati che “allenano” semplici parti
anatomiche del loro corpo.
• L’osservazione dei comportamenti e degli atteggiamenti
di adolescenti durante le attività sportive possono essere
molto utili nell’individuare situazioni a rischio.
• Lo sport può rappresentare un’occasione per confrontarsi
e costruire relazioni sia con i coetanei, con cui
condividere interessi e valori, sia con insegnanti ed
allenatori, ossia adulti che ricoprono un ruolo educativo
diverso da quello delle figure genitoriali e altrettanto
importante per la crescita.
14. Uno dei principali obiettivi dei programmi di educazione
fisica dovrebbe essere quello di sviluppare e
mantenere un livello elevato di desiderio di
partecipazione allo sport, proprio perché se ne
riconoscono le influenze positive nella crescita.
Ogni anno decine di migliaia di giovani abbandonano
l’attività sportiva. Spesso ciò accade perché non
vengono soddisfatti i bisogni che li avevano
inizialmente spinti ad intraprendere quell’attività.
Quali sono, quindi, le azioni e le possibilità che si
possono compiere per usare l’educazione motoria e lo
sport in generale come uno strumento preventivo?
16. La specificità dell’educazione
motoria e dello sport come
prevenzioni possibili
• A scuola: si cambia ambiente. Palestra, cortile,
etc.
• Si cambiano le forme dell’insegnamento
• Il gruppo degli studenti e degli alunni si “ri-
forma”
• Si può competere direttamente, si gioca, si
imparano cose nuove in forme diverse
17. I valori dello sport
e delle attività motorie
• La sfida con sé stessi e con gli altri; il
miglioramento
• La disciplina, le regole
• L’individuo nel gruppo
• La canalizzazione degli istinti
18. L’importanza delle attività e delle
organizzazioni dello sport
• Organizzazioni sportive come “società civile”
• Radicate nel territorio, disponibili, vicine
• Opportunità per tutti
19. Le possibilità dello sport
e delle attività motorie di
funzionare come prevenzione - 1
• Prevenzione come “osservatorio” dei
comportamenti disfunzionali degli adolescenti
e dei tardo adolescenti:
• Isolamento
• Violenza, eccessi, competitività esasperata
• Amicizie, funzionamento nel gruppo
• Confidenza diretta
• Che fare dopo?
20. Le possibilità dello sport
e delle attività motorie di
funzionare come prevenzione - 2
• Le attività motorie come prevenzione generale
ed universale:
• I valori
• Lo sport come “palestra”
21. Le possibilità dello sport
e delle attività motorie di
funzionare come prevenzione - 3
• Interventi “diretti” sui comportamenti, sulle
attitudini, sulle convinzioni:
• Parlarne “direttamente”, sia individualmente
che in gruppo
• I “rituali” di squadra come veicolo di
informazione e di attitudini