Il tema della sostenibilità è cruciale per le aziende della grande distribuzione organizzata, che stanno superando il vecchio approccio del greenwashing a favore di interventi più solidi e strutturati. Questo è il dato positivo che emerge dalla ricerca “Gli approcci alla sostenibilità della GDO italiana” condotta da Accenture insieme a JEME, Junior Enterprise dell’Università Bocconi.
Dall’analisi si nota come le insegne inizino a muoversi in modo strutturato al loro interno, tuttavia, se è vero che la pianificazione non manca, ci sono ancora incertezze nell’allocare un budget chiaro a inizio anno e nel definire KPI misurabili.
2. Gli approcci
alla sostenibilità
della GDO italiana
Struttura dell’indagine
e campione analizzato
Sei principali
aree esaminate
45%
Aree di azione
e driver o barriere
per il cambiamento
Organizzazione
interna e processi Parco fornitori
Efficienza nell’uso
delle risorse
Spreco alimentare Comunicazione
e iniziative
per il consumatore
Ricerche condotte tra Marzo e Aprile 2020
Ricerca desk
• Analisi del settore
• Analisi dei trend
• Questionari
• Interviste
Ricerca con il
coinvolgimento
delle aziende
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Diventare sostenibili
è l’unico modo per
essere competitivi
70% Presentano
unità o ruoli dedicati
alla sostenibilità
80% Richiede
certificazioni
di sostenibilità
ai propri fornitori
100%
Ha introdotto
iniziative per
incentivare un
comportamento
sostenibile
67%
Misura abitualmente
il proprio consumo
di energia e le emissioni
di gas serra
55%
Adotta misure
per contrastarlo,
quali la donazione
3. Gli approcci
alla sostenibilità
della GDO italiana
Il tema della sostenibilità sta diventando
sempre più centrale nelle aziende della grande
distribuzione organizzata (GDO),
che stanno superando il vecchio approccio
del greenwashing a favore di interventi più solidi
e strutturati. È il dato positivo che emerge
dalla ricerca “Gli approcci alla sostenibilità
della GDO italiana” condotta da Accenture
insieme a JEME, Junior Enterprise dell’Università
Bocconi. Si tratta di un tema di grande rilievo
per Accenture, che da più di dieci anni ha
attivato la practice ‘sustainability’ e si è posta
a sua volta obiettivi ambiziosi per ridurre
l’impatto ambientale delle sue attività, come
le “Net-zero emissions” e lo “Zero Waste”
entro il 2025, mettendo in campo più di 350
progetti per la sostenibilità negli ultimi 24
mesi. Un impegno che si nutre anche della
convinzione che, come ha sottolineato la CEO
di Accenture Julie Sweet, “la rapida accelerazione
attuale verso il digitale ci offre l’opportunità
enorme di creare un futuro più sostenibile”.
4. Gli approcci
alla sostenibilità
della GDO italiana
Struttura dell’indagine
e campione analizzato
La ricerca è stata strutturata in due parti. La prima
si è sostanziata in una ricerca desk finalizzata
alla contestualizzazione della tematica sostenibilità
nel contesto della GDO tramite un’analisi del settore,
dei maggiori trend, del contesto normativo, della
filiera e infine un focus sul packaging.
La seconda ha visto invece il coinvolgimento diretto
delle aziende, tramite questionari e interviste
di approfondimento, condotte tra Marzo e Aprile 2020,
per raccogliere i dati necessari a comprendere
gli approcci alla sostenibilità e il grado di maturità
della GDO italiana. La ricerca ha coinvolto,
in particolare, un panel di aziende rappresentativo
delle diverse tipologie di organizzazioni che
popolano il mercato della GDO in Italia: cooperative,
consorzi e unioni, operatori indipendenti
della grande distribuzione, gruppi distributivi multi-
insegna e discount, che include anche 8 dei primi
10 brand per fatturato della GDO alimentare. Chi ha
risposto al questionario ricopre per la maggioranza
ruoli all’interno delle direzioni CSR e Marketing.
Sei aree principali
L’obiettivo della ricerca è capire il livello
di consapevolezza e le performance delle imprese
rispetto al tema della sostenibilità in un settore
di rilievo primario. L’indagine racconta uno scenario
in trasformazione, tra punti di forza e criticità.
Sono sei le aree prese in esame: le aree di azione
e driver o barriere per il cambiamento, l’organizzazione
interna e i processi, il parco fornitori, l’efficienza
nell’uso delle risorse, lo spreco alimentare
e la comunicazione e le iniziative per il consumatore.
1. Aree di azione e driver o barriere
per il cambiamento
In linea generale, le azioni a sostegno della
sostenibilità nel settore della GDO si concretizzano
nella riduzione/ottimizzazione del packaging, nello
sviluppo di prodotti più sostenibili, nella riduzione
degli sprechi alimentari e dei rifiuti, nelle iniziative
green per i consumatori e nella ricerca di efficienza
nell’uso delle risorse. Quasi la metà (il 45%)
2. Organizzazione interna e processi
Nel 70% delle aziende del campione sono
presenti unità o ruoli esclusivamente dedicati alla
sostenibilità che, nella gran parte delle imprese,
fanno capo a responsabili CSR o marketing.
Metà delle aziende comunica le proprie
performance sostenibili con report ad hoc, mentre
delle aziende ritiene che diventare sostenibili
sia l’unico modo per essere competitivi in futuro
e migliorare la reputazione del proprio brand. Il 33%
vede nella sostenibilità un’occasione di sfruttare
nicchie di business, come i prodotti gluten free
o vegani. Secondo il 45% degli intervistati non
esistono barriere interne per attuare il cambiamento
green, anche se il 30% lamenta la mancanza
di sistemi di misurazione della performance
sostenibile e di forme di incentivo correlate.
Il 23% crede infine che il cambiamento green abbia
un impatto pesante sui processi interni.
5. Gli approcci
alla sostenibilità
della GDO italiana
la maggioranza segnala problemi di misurazione
di questa performance: il 67% dichiara infatti
di non avere un sistema di KPI adeguato. Per quanto
riguarda piano e budget, il 67% dei rispondenti
definisce un piano formale e strutturato, ma solo
il 33% si basa su un budget definito a inizio anno.
3. Parco fornitori
Diventano più stringenti i criteri di selezione
dei fornitori. Il 55% degli intervistati afferma
di considerare la loro performance ambientale,
a partire da elementi come la riciclabilità dei
prodotti fino alla sostenibilità del packaging,
degli ingredienti e dello stesso processo
di trasformazione e distribuzione. Non solo,
ma l’80% afferma di richiedere certificazioni
di sostenibilità ai propri fornitori.
4. Efficienza nell’uso delle risorse
Il 67% delle aziende intervistate dichiara
di misurare abitualmente il proprio consumo
di energia e le emissioni di gas serra, mentre più
della metà degli intervistati (55%) afferma di aver
definito piani per diminuire entrambi e per passare
alle energie rinnovabili. Questa volontà di migliorare
l’uso delle risorse riguarda in misura uguale le sedi
principali, i magazzini, i negozi e la stessa flotta
dei trasporti, che le aziende stanno provando
a ripensare in termini di ottimizzazione dei percorsi
(33%), rinnovamento (28%), introduzione di mezzi
elettrici (17%) e ricerca di un mix migliore (11%).
5. Spreco alimentare
Tra le aree di azione sulle quali le imprese
intervengono più massicciamente c’è quella
dello spreco alimentare. Il 55% dice di misurarlo
abitualmente e di attuare una serie di misure
per contrastarlo, quali la donazione (75%)
o la vendita promozionale (60%) di prodotti
in scadenza, la razionalizzazione dei processi
6. Comunicazione e iniziative
per il consumatore
L’aspetto più maturo è sicuramente quello
della comunicazione: il 100% delle aziende riporta
di avere introdotto iniziative per incentivare
un comportamento sostenibile: da quelle più
tradizionali di educazione sostenibile (87%),
come campagne a favore di un’alimentazione sana
o per la riduzione della plastica, a quelle
più innovative come i programmi fedeltà che
premiano acquisti sostenibili (25%).
di riordino (75%) e il riutilizzo dei prodotti
in scadenza (25%). Tuttavia, secondo il 70%
degli intervistati a frenare questo circolo virtuoso
c’è l’assenza di incentivi aziendali mirati per negozi
e centri logistici che riducono lo spreco alimentare.
Nella maggior parte dei casi, infine, si nota come
le decisioni siano prese a livello centrale
e non locale.
6. Gli approcci
alla sostenibilità
della GDO italiana
Evidenze e take-aways
ACIN: un luogo di sperimentazione
anche per la sostenibilità
In conclusione, quindi, dal comparto della GDO
arrivano segnali positivi ma manca ancora
un approccio di sistema alle tematiche di sostenibilità.
La comunicazione risulta essere l’area più sviluppata,
mentre l’aspetto più critico riguarda i sistemi
di misurazione ancora acerbi: la strutturazione di KPI
e responsabilità specifici genererebbe un impegno
maggiore delle aziende nel raggiungimento
degli obiettivi. In più, vanno trovate forme di incentivi
innovativi e a scala per favorire i comportamenti
sostenibili dei consumatori.
Grazie alle evoluzioni tecnologiche, che già da
prima della pandemia stavano rivoluzionando
il nostro modo di lavorare e vivere, si possono oggi
reinventare l’economia e interi settori industriali.
L’obiettivo comune, come più volte sottolineato
anche da Julie Sweet, deve essere quello
di accogliere e promuovere il cambiamento che,
nel caso della sostenibilità, si traduce in un impegno
sia globale che locale, per portare un beneficio
collettivo che coinvolge dai clienti ai partner fino a
tutta la comunità.
Accenture a Milano, all’interno del suo centro di innovazione internazionale,
l’Accenture Customer Innovation Network (ACIN), ha ideato un percorso dedicato
alla sostenibilità, attraversando tutta la catena del valore della GDO, per supportare
la trasformazione dei modelli di business attraverso la sperimentazione di soluzioni
tecnologicamente avanzate.
Si tratta di un percorso che parte dalla fase di realizzazione del prodotto e arriva
a tutta una serie di best practice che includono i trasporti per le consegne, utilizzo
di energie rinnovabili, il packaging ma anche la promozione di comportamenti
virtuosi dei consumatori grazie alle potenzialità offerte da Blockchain e Mixed
Reality. Un contributo concreto per la svolta sostenibile della GDO, un possibile
modello da sviluppare insieme agli operatori del settore, per arrivare a definire
processi innovativi, facendo convergere competenze, progettualità, visione,
tendenze di mercato e nuove tecnologie.
7. Accenture Jeme
Accenture è un’azienda leader
a livello globale nel settore dei servizi
professionali che fornisce una vasta
gamma di servizi nei settori strategy
consulting, interactive, technology
e operations, con capacità digitali
in ognuno di essi. Combiniamo
un’esperienza unica e competenze
specialistiche in più di 40 settori
industriali - sostenuti dalla più ampia
rete al mondo di centri Advanced
Technology e Intelligent Operations.
Con 513.000 professionisti impegnati
a servire i suoi clienti in più di 120
paesi, Accenture porta innovazione
costante per aiutare i clienti
a migliorare le proprie performance
e creare valore duraturo attraverso
le proprie imprese.
www.accenture.it
www.accenture.com
Dario Caltagirone
Managing Director, Accenture Italia
dario.caltagirone@accenture.com
Angela Perego
Research Manager, Accenture Italia
angela.perego@accenture.com
Riccardo Cella Mazzariol
Consulente Jeme
riccardo.cella@jeme.it
JEME è la Junior Enterprise
dell’Università Bocconi,
un’associazione studentesca
che svolge attività di impresa,
realizzando servizi di consulenza
strategico manageriale taylor made
per startup e PMI. Fondata nel 1988,
JEME mette a disposizione
del cliente oltre trenta anni di esperienza
nel settore, declinati secondo
i tradizionali valori dell’imprenditorialità
e dell’innovazione. Con un organico
medio di 50 associati, JEME
contribuisce alla crescita
delle imprese, rappresentando
al contempo un’esperienza formativa
unica per lo studente associato
che aiuta quest’ultimo a colmare il gap
tra università e mondo del lavoro.
www.jeme.it