1. LA RIVOLUZIONE FRANCESELa Prima Rivoluzione francese, fu un periodo di sconvolgimento politico, sociale e culturale avvenuto in Francia tra il 1789
ed il 1799. Le principali conseguenze di tale Rivoluzione furono l’abolizione della monarchia assoluta, la proclamazione
della Repubblica con l’eliminazione delle basi economiche e sociali dell’Ancien Regime e l’emanazione della Dichiarazione
dei diritti dell’uomo e del cittadino, il fondamento delle costituzioni moderne.
2. Nella Francia del XVIII secolo il potere era riposto nella monarchia assoluta rappresentata da Luigi XVI. La società era
suddivisa in tre classi sociali: la nobiltà, il clero ed il terzo stato. Quest’ultimo costituiva il 98% della popolazione ed era la
classe maggiormente tartassata, in quanto la monarchia francese prevedeva dei consistenti privilegi per la nobiltà ed il clero.
3. Una serie di problemi economici provocarono malcontento e disordini nella popolazione, la caduta dei prezzi agricoli della
viticoltura, una siccità nel 1785 con moria di bestiame, un pessimo raccolto con crisi del pane nel 1788. La Francia era
soprattutto colpita da una gravissima crisi finanziaria iniziata sotto il regno di Luigi XV, i tentativi di riforma al sistema
giudiziario e fiscale fallirono. Per aumentare le entrate fiscali Luigi XVI impose tasse ad ogni ceto sociale, ma nobiltà e clero
ne risentirono minimamente. Le nuove imposte gravavano solamente sul terzo stato e non furono quindi in grado di
contrastare il deficit del Paese.
4. Durante i regni di Luigi XV e XVI diversi ministri tra cui Jacques Necker cercarono di risanare la situazione economica. Si
dedicarono principalmente alla modifica del sistema tributario in modo da renderlo più equo, ma non vi riuscirono in
quanto tali iniziative incontrarono forte opposizione da parte di nobiltà e clero. Nel maggio del 1788 a Grenoble le proteste
delle famiglie aumentarono. L’esercito fu obbligato ad intervenire il 7 giugno, venendo accolto da tegole lanciate dai tetti
(Giornata delle Tegole); il 21 luglio venne proclamato lo sciopero delle imposte e Luigi XVI, incapace di ristabilire l’ordine,
annunciò per il 5 maggio 1789 (prima volta dal 1614) la convocazione degli Stati Generali.
5. Prima dell’Assemblea il Terzo Stato ottenne il raddoppio dei propri rappresentanti, che erano quasi tutti di estrazione
borghese, nonostante la maggioranza degli elettori fossero contadini o artigiani. Tradizionalmente agli Stati Generali ogni
ordine poteva esprimere un voto, perciò clero e nobiltà insieme avrebbero prevalso sul Terzo Stato. I membri di quest’ultimo
chiesero che si votasse per testa, ma il re rifiutò.
6. Allora i deputati del Terzo stato fecero una scelta rivoluzionaria e si autoproclamarono Assemblea Nazionale. Il 20 giugno
1789 il re ordinò la chiusura della sala dove si riuniva l’Assemblea con il pretesto di lavori di manutenzione, cercando di
impedire la riunione. L’Assemblea si riunì allora nella sala della pallacorda, vi aderì anche parte del clero. Il 9 luglio per
ordine del re, anche l’alto clero e la nobiltà si unirono all’Assemblea che divenne Assemblea nazionale costituente con lo
smantellamento del vecchio ordine.
7. Rimaneva sempre la possibilità di un contraccolpo militare e a testimoniarlo fu l’arrivo di un grande numero di soldati
attorno a Versailles, Parigi, Sèvres e Saint-Denis. L’Assemblea chiese la rimozione delle truppe, ma Luigi XVI rifiutò,
rassicurando che era solo una misura precauzionale. Nel frattempo, l’11 luglio il ministro Necker venne destituito dal re, in
quanto troppo filo-popolare.
8. Il 12 luglio la popolazione di Parigi, venuta a conoscenza di ciò, organizzò una manifestazione di protesta, dove vennero
innalzate statue e busti di Necker e del duca d’Orleans. Alcuni soldati ricevettero l’ordine di caricare la folla, provocando
feriti e distruggendo le statue. La mattina del 13 luglio 40 dei 50 ingressi della città di Parigi vennero dati alle fiamme dalla
popolazione in rivolta. I cittadini cominciarono a saccheggiare i magazzini per le provviste di cibo e armi. La mattina del 14
luglio gli insorti attaccarono l’Hotel des Invalides e si impadronirono di 28000 fucili e alcuni cannoni, ma non trovarono
polvere da sparo.
9. Perciò decisero di assalire la Bastiglia, prigione-fortezza, nella quale c’erano solo 7 detenuti, composta da 82 invalidi
(soldati veterani) e 32 Guardie Svizzere, il governatore era René Jordan de Launay. Pierre Augustin Hulin prese la guida
degli insorti chiedendo la consegna della prigione. Launay cercò una soluzione pacifica con una negoziazione.
10. La trattativa si protrasse a lungo, fino alle 13.30, quando le catene del ponte levatoio vennero tagliate e gli insorti
penetrarono nel cortile interno, scontrandosi con le Guardie Svizzere, ci furono diversi morti. Il governatore capendo che i
suoi non avrebbero potuto resistere, decise di capitolare. Gli assalitori occuparono la prigione, le guardie trovate morte
vennero decapitate e le teste infilzate su pali appuntiti e portate attraverso tutta la città. Il resto della guarnigione fu fatto
prigioniero, Launay preso e linciato, quindi decapitato e la testa infilzata.
11. Dal 20 luglio al 6 agosto 1789, anche le campagne furono teatro di rivoluzione, i contadini si armarono di forche, falci e altri
attrezzi e tutti i castelli di campagna diventarono delle bastiglie da conquistare. Nella notte del 4 agosto l’Assemblea decise
di abolire i diritti feudali, le cariche, le disuguaglianze fiscali e tutti i privilegi in generale. Dal 20 al 26 agosto l’Assemblea
discusse sul progetto della Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino.
12. Le difficoltà di approvvigionamento di pane ed il rifiuto di Luigi XVI di ratificare le decisioni prese dall’Assemblea il 4 ed il 26
agosto, furono la causa della marcia delle donne del 5 ottobre su Versailles. Luigi XVI fu costretto a firmare i decreti e a
trasferirsi nel vecchio palazzo delle Tuileries. La Francia restò una monarchia ma il potere passò nelle mani dell’Assemblea
Nazionale, che diede un altro colpo decisivo all’ancien regime, affrontando i rapporti con la Chiesa.
13. Requisì e vendette i beni ecclesiastici, per ridurre il debito pubblico, e abolì gli ordini monastici e le discriminazioni contro i
protestanti e gli Ebrei. Nel luglio 1790 fu approvata la Costituzione civile del clero, che prevedeva che i vescovi ed i parroci
venissero eletti dai cittadini e lo Stato doveva pagare loro lo stipendio a condizione che giurassero fedeltà allo Stato. La
maggior parte del clero si rifiutò e si schierò contro la rivoluzione.
14. Nell’estate 1791, l’Assemblea nazionale costituente completò il testo della costituzione, che venne approvata dal re, perciò
la Francia divenne una monarchia costituzionale. Al re rimaneva il potere esecutivo, mentre il potere legislativo era
assegnato all’Assemblea legislativa ed il potere giudiziario ai giudici eletti anche loro dai cittadini.
15. Luigi XVI sperava sempre di ripristinare la monarchia assoluta e confidava nell’aiuto dell’Austria, della Prussia e degli
aristocratici contrari alla rivoluzione che erano fuggiti all’estero. Nel giugno 1791 anche il re con la sua famiglia tentò la fuga
all’estero, ma a Varennes, fu riconosciuto e ricondotto a Parigi.
16. Il 30 settembre 1791 L’Assemblea nazionale costituente si sciolse ed il 1 ottobre si riunì la prima Assemblea nazionale
legislativa. I più moderati formarono la destra, circa 260 monarchici di tendenza costituzionale iscritti al Club dei Foglianti,
difensori della monarchia contro l’agitazione popolare. La sinistra con 135 deputati, per la maggior parte di idee illuministe
della piccola borghesia, costituita da membri del Club dei Giacobini, dei Cordiglieri e dei Girondini. Il centro con circa 350
deputati, formava la cosiddetta Palude, rappresentava la maggioranza e difendeva gli ideali della Rivoluzione votando a
sinistra ma, non avendo una forte caratterizzazione politica, sosteneva anche proposte di destra.
17. La nuova assemblea dovette affrontare le minacce di guerra delle potenze europee, alleatesi tra loro per ristabilire la
monarchia assoluta in Francia. Allora si diffuse in Francia uno spirito patriottico, emerse la combattività dei Marsigliesi, che
intonavano una marcia militare, la Marsigliese, che divenne l’inno della rivoluzione e della Francia repubblicana.
18. Nell’agosto 1792, su pressione dei sanculotti parigini, l’Assemblea sospese il re dalle sue funzioni e indisse nuove elezioni.
Nel settembre 1792 l’esercito dei volontari francesi sconfisse i Prussiani a Valmy, per la prima volta nella storia un esercito
popolare sconfiggeva le truppe di una grande monarchia. Inoltre avvennero i “massacri di settembre” nei quali i sanculotti
parigini uccisero migliaia di uomini sospettati di essere nemici del popolo e controrivoluzionari legati agli aristocratici e alle
potenze straniere, persero la vita anche numerose persone che erano state imprigionate ingiustamente o colpevoli di reati
minori.
19. Il 21 settembre la Convenzione dichiarò l’abolizione della monarchia e la nascita della repubblica. Nella Convenzione emerse
il contrasto tra i girondini, che rappresentavano l’ala più moderata e avevano l’appoggio della borghesia (tra essi Pierre
Brissot), e i giacobini, detti anche montagnardi o deputati della montagna perché nell’aula occupavano i posti in alto a
sinistra del presidente. Erano sensibili ai problemi della gente comune ed erano disposti ad allearsi con i sanculotti per
salvare la Patria (i loro leader furono Robespierre, Danton e Marat). I deputati di centro, chiamati anche pianura, non
avevano rappresentanti di spicco e non possedevano una linea politica precisa.
20. Dopo l’arresto di Luigi XVI, i girondini cercarono di evitare il suo processo temendo che questo potesse rianimare l’ostilità
delle monarchie europee nei confronti della Francia. Ma il ritrovamento di documenti segreti che provavano il tradimento
di Luigi XVI, portò al processo e alla seguente condanna a morte del re, che fu decapitato mediante la ghigliottina, la quale,
secondo alcune testimonianze, scattò prima che fosse in posizione e dunque la lama non tagliò del tutto il collo.
21. Nel 1793 la cattiva situazione economica e le sconfitte militari ad opera delle monarchie europee coalizzate, fecero
aumentare il consenso verso i giacobini (il governo era guidato dai girondini) e indussero all’arruolamento obbligatorio di
più di 300000 soldati. Ciò provocò proteste in varie zone, soprattutto nella Vandea, regione tradizionalista, atea, dove gli
ecclesiasti non avevano giurato fedeltà allo Stato. I Vandeani si riunirono in un esercito di 40000 uomini e scoppiò la guerra
civile.
22. I giacobini presero il comando nella Convenzione e costituirono un Comitato di salute pubblica, di cui facevano parte i loro
capi, Robespierre e Danton, vararono una nuova costituzione, fecero delle riforme democratiche come la restituzione ai
contadini delle terre confiscate ai nobili e fecero una repressione contro gli insorti della Vandea.
23. Settembre 1793 è ricordato come il periodo detto “Terrore”, durante il quale vengono eliminati tutti i nemici della
rivoluzione. Fu istituito un Tribunale rivoluzionario che inflisse la pena di morte a tutti i capi girondini, così anche a Danton,
ritenuto troppo indulgente e Marat ucciso da una donna nella sua vasca da bagno. In un anno furono arrestati e uccisi più
di 16000 borghesi, artigiani, operai e contadini.
24. Nel frattempo l’esercito in Belgio sconfiggeva le truppe nemiche ed il 27 luglio 1794 (termidoro, secondo il calendario
rivoluzionario), le forze moderate con un colpo di Stato rovesciarono il governo, Robespierre fu arrestato e ghigliottinato.
Al termidoro seguì il Terrore bianco, nel quale furono uccisi numerosi giacobini.
25. Il potere era ormai nelle mani della borghesia che nel 1795 emanò una terza costituzione. Il governo fu affidato ad un
Direttorio, composto da cinque persone, mentre un’assemblea formata da due camere promulgava le leggi. Il Direttorio
affidò a Napoleone Bonaparte l’incarico di sedare le rivolte dei monarchici e la guida della spedizione contro l’Austria in
Italia.
26. Ufficiale giovane ed ambizioso, portò la Francia alle vittorie in Italia, in Egitto e dopo essere sfuggito alla vigilanza britannica,
giunto a Parigi, acclamato dalla folla, assunse il comando dell’esercito repubblicano.
27. Il 18 brumaio 1799 (9 novembre nel calendario normale) Napoleone attuò un colpo di Stato, occupò il Parlamento e lo
costrinse ad affidare il governo ad un consolato, formato da lui e altri due personaggi ininfluenti (Sieyes e Ducos). Era
sostenuto da esercito e borghesia, timorosi di un ritorno del re, ma desiderosi che un governo forte ed autorevole
impedisse nuove lotte civili con conseguenti carneficine.