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Il sistema educativo-scolastico 0-6
in Italia
Nido d’Infanzia:
per bambini e bambine da 3 mesi a 3 anni.
(legge 6 dicembre 1971, n.1044 istitutiva degli asili nido comunali)
Scuola dell’Infanzia:
per bambini e bambine da 3(*) anni a 6 anni.
(L.n.444 del 18 marzo 1968, L.53/2003; D.Lgs 19 febbraio 2004 n.59:
definizione delle norme generali relative alle scuole dell’infanzia;
indicazioni per il curriculo D.M.31 luglio 2007)
(*) N.B: Secondo C.M.110/dic/2007 possono essere iscritti i bambini che compiono i 3 anni entro il
31/01/2009; quelli nati dopo il 31/01 devono iscriversi alle sezioni primavera (24-36 mesi)
Il nido d’Infanzia e altri servizi
educativi 0 – 3 anni
In Emilia Romagna, a dettare i criteri generali per il nido
d’Infanzia e altri servizi educativi 0 – 3 anni ( spazio
bambini, centri bambini genitori e servizi
sperimentali)è la Legge Regionale n. 1/2000, "Norme in
materia di servizi educativi per la prima infanzia",
modificata dalla Legge Regionale n. 8/2004.
Relativamente al servizio nido, è importante sottolineare
che tale Legge contribuisce a definire le caratteristiche
del nido d’infanzia, le sue finalità, le diverse tipologie
di gestione del servizio, gli orari di apertura, il ruolo
degli educatori e del coordinatore pedagogico.
Il nido d’Infanzia
Una specifica direttiva regionale(n.646/2005) definisce
i requisiti strutturali ed organizzativi di tutti i servizi
educativi per la prima infanzia e le norme
procedurali per autorizzarne il funzionamento.
Cos’è il nido d’Infanzia
“Il nido d'infanzia e' un servizio educativo e sociale di
interesse pubblico, aperto a tutti i bambini e le
bambine in età compresa tra i tre mesi e i tre anni,che
concorre con le famiglie alla loro crescita e
formazione, nel quadro di una politica per la prima
infanzia e della garanzia del diritto all'educazione,nel
rispetto della identità individuale, culturale e
religiosa.”
da Legge Regionale 01/00
Finalità del nido d’Infanzia
“Il nido ha finalità di:
a) formazione e socializzazione dei bambini, nella
prospettiva del loro benessere psicofisico e dello
sviluppo delle loro potenzialità cognitive, affettive,
relazionali e sociali;
b) cura dei bambini che comporti un affidamento
continuativo a figure diverse da quelle parentali in un
contesto esterno a quello familiare;
c) sostegno alle famiglie nella cura dei figli e nelle scelte
educative.”
da Legge Regionale 01/00
Progetto pedagogico
L’offerta educativa viene definita nel Progetto
Pedagogico “contenente le finalità e la
programmazione delle attività educative, nonchè le
modalità organizzative e di funzionamento del
servizio”. Il progetto pedagogico è l’elemento
fondamentale per l’accreditamento dei servizi.
(art.19)
da Legge Regionale 01/00
Progetto pedagogico
Elementi imprescindibili
• Esplicitazione delle finalità: obiettivi generali, valori e
orientamenti, modalità di integrazione delle differenze;
• Organizzazione del servizio: organizzazione del personale, dei
gruppi dei bambini, il rapporto numerico adulto/bambino, i
turni del personale;
• Ambientamento o inserimento;
• Programmazione delle attività educative e articolazione della
giornata: accoglienza, ricongiungimento, routines, attività;
• Il rapporto con i genitori: modalità di rapporto sia formalizzato
che informale.
Gestione del nido d’Infanzia
“I servizi educativi per la prima infanzia possono essere
gestiti:
a) dai Comuni, anche in forma associata;
b) da altri soggetti pubblici;
c) da soggetti privati, accreditati ai sensi dell'art. 19,
convenzionati con i Comuni;
d) da soggetti privati scelti dai Comuni mediante procedura
ad evidenza pubblica;
e) da soggetti privati autorizzati al funzionamento.”
da Legge Regionale 01/00
Autorizzazione al funzionamento
(art.16)
L’apertura e la gestione dei servizi per la prima
infanzia gestiti da privati è soggetta
all’autorizzazione al funzionamento, concessa dal
Comune nel cui territorio ha sede il servizio, che la
rilascia ai soggetti richiedenti in possesso dei
requisiti strutturali ed organizzativi richiesti
(direttiva reg.le n.646/2005), sentito il parere
obbligatorio della Commissione Tecnica Provinciale
(art.23)
da Legge Regionale 01/00
Accreditamento dei servizi (art.18)
Al fine di promuovere lo sviluppo e qualificazione del
sistema educativo integrato per la prima infanzia tali
servizi sono soggetti alla procedura di
accreditamento sulla base di requisiti qualitativi
aggiuntivi, rispetto a quelli previsti per
l’autorizzazione, uniformi per i servizi pubblici e
privati, tra cui: progetto pedagogico, coordinatore
pedagogico, formazione del personale, strumenti di
valutazione.
Organizzazione e Tempi servizi prima
infanzia
I nidi d'infanzia, ivi comprese le sezioni aggregate a scuole
d'infanzia, in relazione ai tempi di apertura, possono essere a:
tempo pieno: orario di apertura pari o superiore alle 8 ore al
giorno
tempo parziale: orario di apertura inferiore alle 8 ore al giorno
Rette: servizi privati da 300 a 500€ mensili
servizi pubblici in media 350€ mensili
Servizi integrativi (spazi bambini e centro bambini genitori)
frequenza max 5 ore, minimo 3 gg sett.li per complessive 9
ore, non è previsto il servizio di mensa.
Nel Centro Bambini Genitori è prevista la presenza di adulti
accompagnatori
da Legge Regionale 01/00
Il ruolo degli educatori
“Gli educatori hanno competenze relative alla cura e
educazione dei bambini e alla relazione con le famiglie e
provvedono all'organizzazione e al funzionamento del
servizio. […]
L'attività del personale si svolge secondo il metodo del lavoro
di gruppo e il principio della collegialità, in stretta
collaborazione con le famiglie, al fine di garantire la
continuità degli interventi educativi e il pieno e integrato
utilizzo delle diverse professionalità degli operatori del
servizio.”
da Legge Regionale 01/00
Il ruolo degli educatori
Rapporto numerico tra educatori e bambini:
Sezioni 3/12 mesi (t. pieno e t. parziale) 1/5
Sezioni 12/36 mesi (t.pieno) 1/7 - t.parziale 1/8
Sezioni 24/36 mesi (t. pieno e t. parziale) 1/10.
Orari di lavoro
1 insegnante a t.p. = in media 36 ore settimanali di cui 30
ore di insegnamento e il resto per la gestione
Formazione permanente in servizio: minimo 20 ore annuali.
Il ruolo degli educatori
TITOLI DI STUDIO
• Diploma di: maturità magistrale, maturità rilasciato dal
liceo socio-psico-pedagogico, abitazione
all’insegnamento nelle scuole di grado preparatorio,
dirigente di comunità, tecnico dei servizi sociali e
assistente di comunità infantile;
• Operatore servizi sociali e assistente per l’infanzia;
• Titoli equipollenti, equiparati, o riconosciuti ai sensi di
legge.
Dal 1 gennaio 2010 gli educatori dovranno essere in
possesso di un diploma di laurea.
Il ruolo del coordinatore pedagogico
“I coordinatori pedagogici assicurano le funzioni di
coordinamento dei servizi educativi per la prima
infanzia …..svolgono altresì compiti di indirizzo e
sostegno tecnico al lavoro degli operatori, anche in
rapporto alla loro formazione permanente, di
promozione e valutazione della qualità dei servizi,
nonché di monitoraggio e documentazione delle
esperienze, di sperimentazione dei servizi innovativi,
di raccordo tra i servizi educativi, sociali e sanitari, di
collaborazione con le famiglie e la comunità locale,
anche al fine di promuovere la cultura dell'infanzia.”
da Legge Regionale 01/00
Il ruolo del coordinatore
pedagogico
Il ruolo di coordinamento viene svolto dal singolo
coordinatore per aggregazioni minime di servizi e per
ambiti territoriali anche sovracomunali.
Coordinamento pedagogico provinciale
Il C.P.P. a cui partecipano tutti i coordinatori
pedagogici dei nidi d’infanzia, servizi integrativi,
servizi sperimentali autorizzati del territorio
provinciale, è finalizzato a favorire lo scambio, la
riflessione sulla qualità dei servizi e la cultura
dell’infanzia, la formazione permanente e
l’omogeneizzazione degli interventi in ambito
provinciale.
Coordinamento pedagogico provinciale
Rappresenta per i coordinatori una preziosa
opportunità di confronto e consulenza in cui
formulare proposte, approfondire tematiche,
dibattere questioni, socializzare esperienze
significative.
Costituisce inoltre, per la Provincia una sede
appropriata di confronto e collaborazione per la
funzione di programmazione.
Quadro Provinciale Servizi
SERVIZI NIDO (comprese sezioni aggregate a scuole infanzia) N. 77
Utenza n. 2.142
SERVIZI INTEGRATIVI (Spazi bambino e Centri bambini-genitori)
n. 17
Utenza Media n. 205
SERVIZI SPERIMENTALI (Educatrice domiciliare)
n. 7
Utenza n. 35
Complessivamente
SERVIZI n. 101
UTENZA n. 2382
Scuola dell’Infanzia
La scuola dell’infanzia, non obbligatoria e di durata triennale,
concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio,
cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini
promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia, creatività,
apprendimento, e ad assicurare un’effettiva eguaglianza delle
opportunità educative; nel rispetto della primaria responsabilità
educativa dei genitori, contribuisce alla formazione integrale delle
bambine e dei bambini e, nella sua autonomia e unitarietà didattica
e pedagogica, realizza il profilo educativo e la continuità educativa
con il complesso dei servizi all’infanzia e con la scuola primaria.
(art.1 c.1 D lgs 19 febbraio 2004, n.59)
Scuola dell’Infanzia
“La scuola dell’infanzia, liberamente scelta dalle famiglie, si rivolge a tutti
i bambini dai 3 ai 6 anni di età ed è la risposta al loro diritto
all’educazione. Ha le sue origini nelle comunità locali (come i Comuni e
le Parrocchie) e in esse è cresciuta. Oggi si esprime in una pluralità di
modelli istituzionali e organizzativi promossi da diversi soggetti: lo
Stato; gli Ordini religiosi, le Associazioni e le Comunità parrocchiali;
gli Enti Locali.”(Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e
per il primo ciclo d’istruzione- D.M. 31 luglio 2007)
Le scuole non statali (comunali e private) sono riconosciute come
paritarie dalla L.62 del 10/03/2000 in presenza dei requisiti minimi
definiti dalla stessa legge.
Dall’a.s.2007/08 l’offerta educativa nella scuola dell’infanzia statale è
stata arricchita con le “Sezioni sperimentali aggregate” per fascia
24/36 mesi a seguito accordo Conferenza Unificata Stato – Regioni 14
giugno 2007.
Scuole dell’infanzia nella Provincia di Forlì - Cesena
Attualmente il numero totale delle scuole dell’infanzia
è 148 di cui:
n. 92 scuole dell’infanzia statali
(attivate a partire dal 1968)
n.56 scuole dell’infanzia non statali di cui:
n. 19 Comunali (attivate a partire dal 1970)
n.37 Paritarie private
Scuole dell’infanzia nella Provincia di
Forlì - Cesena
Competenze
Scuole dell’Infanzia Statali:
Lo Stato provvede al personale docente ed ausiliario
Tutto il resto (strutture, arredi) a carico del Comune;
Scuole dell’Infanzia Comunali:
Tutte le competenze a carico del Comune;
Scuole dell’Infanzia paritarie private:
Tutto a carico dei gestori privati con contributi statali
ed eventuali finanziamenti regionali e comunali.
COORDINAMENTO E PERSONALE DOCENTE
Coordinatore
nella scuola materna statale :dirigente scolastico o
docente figura di sistema;
nella scuola materna non statale: coordinatore pedagogico
assegnato dal gestore
DOCENTI
Parametri:
secondo apertura servizi: 1 docente fino a 25 h/sett,
2 oltre e fino a 50 h/sett.
secondo contratto di lavoro:
25 h sett.li attività educativa per docente
più altre attività fino max 40 ore
Organizzazione
Rapporto alunni/classe: max 28
Organizzazione delle classi :classi omogenee per età o
classi miste
Apertura servizi: da un min. di 25 ore fino a un max di
50 ore, secondo il progetto educativo della scuola
Le indicazioni per il curricolo
Per la scuola dell'infanzia l’identità pedagogica,
didattica e funzionale è delineata dalle Indicazioni
Nazionali per il curricolo .*
E’ importante sottolineare che le Indicazioni
contribuiscono a definire le finalità del servizio, le
proposte educative-didattiche e i campi di
esperienza.
* Approvate in via sperimentale con D.M. 31 luglio 2007 con valenza biennale (a.s.2007/08 – 2008/09)
Finalità della scuola dell’Infanzia
“Per ogni bambino o bambina, la scuola dell’infanzia si
pone la finalità di promuovere lo sviluppo dell’identità,
dell’autonomia, della competenza, della cittadinanza.”
Indicazioni per il curricolo
per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione
Le proposte educative-didattiche
“La scuola dell’infanzia organizza le proposte educative
e didattiche espandendo e dando forma alle prime
esplorazioni, intuizioni e scoperte dei bambini
attraverso un curricolo esplicito. A esso è sotteso un
curricolo implicito costituito da costanti che
definiscono l’ambiente di apprendimento e lo rendono
specifico e immediatamente riconoscibile…”
Le proposte educative-didattiche
Le componenti dell’ambiente di apprendimento sono:
Lo spazio;
I tempi;
La documentazione;
Lo stile educativo;
La partecipazione.
Lo spazio
“Lo spazio accogliente, caldo, curato, orientato dal
gusto, espressione della pedagogia e delle scelte
educative di ciascuna scuola. È uno spazio che parla
dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco,
di movimento, di espressione, di intimità e di socialità,
attraverso l’ambiente fisico, la scelta di arredamenti e
oggetti volti a creare una funzionale e invitante
disposizione a essere abitato dagli stessi bambini.”
Indicazioni per il curricolo
per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.
I tempi
“Il tempo disteso, nel quale è possibile per il bambino
giocare, esplorare, dialogare, osservare, ascoltare,
capire, crescere con sicurezza e nella tranquillità,
sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e
nelle quali si esercita. In questo modo il bambino può
scoprire e vivere il proprio tempo esistenziale senza
accelerazioni e senza rallentamenti indotti dagli
adulti.”
Indicazioni per il curricolo
per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.
La documentazione
“La documentazione, come processo che produce tracce, memoria
e riflessione, che rende visibili le modalità e i percorsi di
formazione e che permette di valutare i progressi
dell’apprendimento individuale e di gruppo.”
Lo stile educativo
“Lo stile educativo, fondato sull’osservazione e sull’ascolto, sulla
progettualità elaborata collegialmente, sull’intervento indiretto e
di regia.”
Indicazioni per il curricolo
per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.
La partecipazione
“La partecipazione, come dimensione che permette di
stabilire e sviluppare legami di corresponsabilità, di
incoraggiare il dialogo e la cooperazione nella
costruzione della conoscenza.”
Indicazioni per il curricolo
per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.
I campi d’esperienza
Nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo
della competenza suggeriscono all’insegnante
orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare
occasioni e possibilità di esperienze volte a favorire lo
sviluppo della competenza, che a questa età va inteso
in modo globale ed unitario.
I campi d’esperienza
I progetti di apprendimento individuano
principalmente i seguenti campi di esperienza:
 Il sé e l’altro: le grandi domande, il senso morale, il
vivere insieme. I bambini formulano le grandi
domande esistenziali e sul mondo e cominciano a
riflettere sul senso e sul valore morale delle loro
azioni, prendono coscienza della propria identità,
scoprono le diversità e apprendono le prime regole
necessarie alla vita sociale.
I campi d’esperienza
2) Il corpo in movimento: identità, autonomia,
salute.
I bambini prendono coscienza e acquisiscono il senso
del proprio sé fisico, il controllo del corpo, delle sue
funzioni, della sua immagine, delle possibilità
sensoriali ed espressive e di relazione e imparano ad
averne cura attraverso l’educazione alla salute.
I campi d’esperienza
3) Linguaggi, creatività, espressione: gestualità, arte,
musica, multidialità
I bambini sono portati a esprimere con immaginazione
e creatività le loro emozioni e i loro pensieri; l’arte
orienta questa propensione, educa al sentire estetico
e al piacere del bello
I campi d’esperienza
4) I discorsi e le parole: comunicazione, lingua,
cultura. I bambini apprendono a comunicare
verbalmente, a descrivere le proprie esperienze al
mondo, a conversare e dialogare, a riflettere sulla
lingua, e si avvicinano alla lingua scritta. Attraverso
la conoscenza e la consapevolezza della lingua
materna e di altre lingue consolidano l’identità
personale e culturale e si aprono verso altre culture.
I campi d’esperienza
5)la conoscenza del mondo: ordine, misura, spazio,
tempo, natura.
I bambini esplorano la realtà, imparando a organizzare
le proprie esperienze attraverso azioni consapevoli
quali il raggruppare, il comparare, il contare,
l’ordinare, l’orientarsi e il rappresentare con disegni e
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.

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Sistema educativo e formativo[1]

  • 1. Il sistema educativo-scolastico 0-6 in Italia Nido d’Infanzia: per bambini e bambine da 3 mesi a 3 anni. (legge 6 dicembre 1971, n.1044 istitutiva degli asili nido comunali) Scuola dell’Infanzia: per bambini e bambine da 3(*) anni a 6 anni. (L.n.444 del 18 marzo 1968, L.53/2003; D.Lgs 19 febbraio 2004 n.59: definizione delle norme generali relative alle scuole dell’infanzia; indicazioni per il curriculo D.M.31 luglio 2007) (*) N.B: Secondo C.M.110/dic/2007 possono essere iscritti i bambini che compiono i 3 anni entro il 31/01/2009; quelli nati dopo il 31/01 devono iscriversi alle sezioni primavera (24-36 mesi)
  • 2. Il nido d’Infanzia e altri servizi educativi 0 – 3 anni In Emilia Romagna, a dettare i criteri generali per il nido d’Infanzia e altri servizi educativi 0 – 3 anni ( spazio bambini, centri bambini genitori e servizi sperimentali)è la Legge Regionale n. 1/2000, "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia", modificata dalla Legge Regionale n. 8/2004. Relativamente al servizio nido, è importante sottolineare che tale Legge contribuisce a definire le caratteristiche del nido d’infanzia, le sue finalità, le diverse tipologie di gestione del servizio, gli orari di apertura, il ruolo degli educatori e del coordinatore pedagogico.
  • 3. Il nido d’Infanzia Una specifica direttiva regionale(n.646/2005) definisce i requisiti strutturali ed organizzativi di tutti i servizi educativi per la prima infanzia e le norme procedurali per autorizzarne il funzionamento.
  • 4. Cos’è il nido d’Infanzia “Il nido d'infanzia e' un servizio educativo e sociale di interesse pubblico, aperto a tutti i bambini e le bambine in età compresa tra i tre mesi e i tre anni,che concorre con le famiglie alla loro crescita e formazione, nel quadro di una politica per la prima infanzia e della garanzia del diritto all'educazione,nel rispetto della identità individuale, culturale e religiosa.” da Legge Regionale 01/00
  • 5. Finalità del nido d’Infanzia “Il nido ha finalità di: a) formazione e socializzazione dei bambini, nella prospettiva del loro benessere psicofisico e dello sviluppo delle loro potenzialità cognitive, affettive, relazionali e sociali; b) cura dei bambini che comporti un affidamento continuativo a figure diverse da quelle parentali in un contesto esterno a quello familiare; c) sostegno alle famiglie nella cura dei figli e nelle scelte educative.” da Legge Regionale 01/00
  • 6. Progetto pedagogico L’offerta educativa viene definita nel Progetto Pedagogico “contenente le finalità e la programmazione delle attività educative, nonchè le modalità organizzative e di funzionamento del servizio”. Il progetto pedagogico è l’elemento fondamentale per l’accreditamento dei servizi. (art.19) da Legge Regionale 01/00
  • 7. Progetto pedagogico Elementi imprescindibili • Esplicitazione delle finalità: obiettivi generali, valori e orientamenti, modalità di integrazione delle differenze; • Organizzazione del servizio: organizzazione del personale, dei gruppi dei bambini, il rapporto numerico adulto/bambino, i turni del personale; • Ambientamento o inserimento; • Programmazione delle attività educative e articolazione della giornata: accoglienza, ricongiungimento, routines, attività; • Il rapporto con i genitori: modalità di rapporto sia formalizzato che informale.
  • 8. Gestione del nido d’Infanzia “I servizi educativi per la prima infanzia possono essere gestiti: a) dai Comuni, anche in forma associata; b) da altri soggetti pubblici; c) da soggetti privati, accreditati ai sensi dell'art. 19, convenzionati con i Comuni; d) da soggetti privati scelti dai Comuni mediante procedura ad evidenza pubblica; e) da soggetti privati autorizzati al funzionamento.” da Legge Regionale 01/00
  • 9. Autorizzazione al funzionamento (art.16) L’apertura e la gestione dei servizi per la prima infanzia gestiti da privati è soggetta all’autorizzazione al funzionamento, concessa dal Comune nel cui territorio ha sede il servizio, che la rilascia ai soggetti richiedenti in possesso dei requisiti strutturali ed organizzativi richiesti (direttiva reg.le n.646/2005), sentito il parere obbligatorio della Commissione Tecnica Provinciale (art.23) da Legge Regionale 01/00
  • 10. Accreditamento dei servizi (art.18) Al fine di promuovere lo sviluppo e qualificazione del sistema educativo integrato per la prima infanzia tali servizi sono soggetti alla procedura di accreditamento sulla base di requisiti qualitativi aggiuntivi, rispetto a quelli previsti per l’autorizzazione, uniformi per i servizi pubblici e privati, tra cui: progetto pedagogico, coordinatore pedagogico, formazione del personale, strumenti di valutazione.
  • 11. Organizzazione e Tempi servizi prima infanzia I nidi d'infanzia, ivi comprese le sezioni aggregate a scuole d'infanzia, in relazione ai tempi di apertura, possono essere a: tempo pieno: orario di apertura pari o superiore alle 8 ore al giorno tempo parziale: orario di apertura inferiore alle 8 ore al giorno Rette: servizi privati da 300 a 500€ mensili servizi pubblici in media 350€ mensili Servizi integrativi (spazi bambini e centro bambini genitori) frequenza max 5 ore, minimo 3 gg sett.li per complessive 9 ore, non è previsto il servizio di mensa. Nel Centro Bambini Genitori è prevista la presenza di adulti accompagnatori da Legge Regionale 01/00
  • 12. Il ruolo degli educatori “Gli educatori hanno competenze relative alla cura e educazione dei bambini e alla relazione con le famiglie e provvedono all'organizzazione e al funzionamento del servizio. […] L'attività del personale si svolge secondo il metodo del lavoro di gruppo e il principio della collegialità, in stretta collaborazione con le famiglie, al fine di garantire la continuità degli interventi educativi e il pieno e integrato utilizzo delle diverse professionalità degli operatori del servizio.” da Legge Regionale 01/00
  • 13. Il ruolo degli educatori Rapporto numerico tra educatori e bambini: Sezioni 3/12 mesi (t. pieno e t. parziale) 1/5 Sezioni 12/36 mesi (t.pieno) 1/7 - t.parziale 1/8 Sezioni 24/36 mesi (t. pieno e t. parziale) 1/10. Orari di lavoro 1 insegnante a t.p. = in media 36 ore settimanali di cui 30 ore di insegnamento e il resto per la gestione Formazione permanente in servizio: minimo 20 ore annuali.
  • 14. Il ruolo degli educatori TITOLI DI STUDIO • Diploma di: maturità magistrale, maturità rilasciato dal liceo socio-psico-pedagogico, abitazione all’insegnamento nelle scuole di grado preparatorio, dirigente di comunità, tecnico dei servizi sociali e assistente di comunità infantile; • Operatore servizi sociali e assistente per l’infanzia; • Titoli equipollenti, equiparati, o riconosciuti ai sensi di legge. Dal 1 gennaio 2010 gli educatori dovranno essere in possesso di un diploma di laurea.
  • 15. Il ruolo del coordinatore pedagogico “I coordinatori pedagogici assicurano le funzioni di coordinamento dei servizi educativi per la prima infanzia …..svolgono altresì compiti di indirizzo e sostegno tecnico al lavoro degli operatori, anche in rapporto alla loro formazione permanente, di promozione e valutazione della qualità dei servizi, nonché di monitoraggio e documentazione delle esperienze, di sperimentazione dei servizi innovativi, di raccordo tra i servizi educativi, sociali e sanitari, di collaborazione con le famiglie e la comunità locale, anche al fine di promuovere la cultura dell'infanzia.” da Legge Regionale 01/00
  • 16. Il ruolo del coordinatore pedagogico Il ruolo di coordinamento viene svolto dal singolo coordinatore per aggregazioni minime di servizi e per ambiti territoriali anche sovracomunali.
  • 17. Coordinamento pedagogico provinciale Il C.P.P. a cui partecipano tutti i coordinatori pedagogici dei nidi d’infanzia, servizi integrativi, servizi sperimentali autorizzati del territorio provinciale, è finalizzato a favorire lo scambio, la riflessione sulla qualità dei servizi e la cultura dell’infanzia, la formazione permanente e l’omogeneizzazione degli interventi in ambito provinciale.
  • 18. Coordinamento pedagogico provinciale Rappresenta per i coordinatori una preziosa opportunità di confronto e consulenza in cui formulare proposte, approfondire tematiche, dibattere questioni, socializzare esperienze significative. Costituisce inoltre, per la Provincia una sede appropriata di confronto e collaborazione per la funzione di programmazione.
  • 19. Quadro Provinciale Servizi SERVIZI NIDO (comprese sezioni aggregate a scuole infanzia) N. 77 Utenza n. 2.142 SERVIZI INTEGRATIVI (Spazi bambino e Centri bambini-genitori) n. 17 Utenza Media n. 205 SERVIZI SPERIMENTALI (Educatrice domiciliare) n. 7 Utenza n. 35 Complessivamente SERVIZI n. 101 UTENZA n. 2382
  • 20. Scuola dell’Infanzia La scuola dell’infanzia, non obbligatoria e di durata triennale, concorre all’educazione e allo sviluppo affettivo, psicomotorio, cognitivo, morale, religioso e sociale delle bambine e dei bambini promuovendone le potenzialità di relazione, autonomia, creatività, apprendimento, e ad assicurare un’effettiva eguaglianza delle opportunità educative; nel rispetto della primaria responsabilità educativa dei genitori, contribuisce alla formazione integrale delle bambine e dei bambini e, nella sua autonomia e unitarietà didattica e pedagogica, realizza il profilo educativo e la continuità educativa con il complesso dei servizi all’infanzia e con la scuola primaria. (art.1 c.1 D lgs 19 febbraio 2004, n.59)
  • 21. Scuola dell’Infanzia “La scuola dell’infanzia, liberamente scelta dalle famiglie, si rivolge a tutti i bambini dai 3 ai 6 anni di età ed è la risposta al loro diritto all’educazione. Ha le sue origini nelle comunità locali (come i Comuni e le Parrocchie) e in esse è cresciuta. Oggi si esprime in una pluralità di modelli istituzionali e organizzativi promossi da diversi soggetti: lo Stato; gli Ordini religiosi, le Associazioni e le Comunità parrocchiali; gli Enti Locali.”(Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione- D.M. 31 luglio 2007) Le scuole non statali (comunali e private) sono riconosciute come paritarie dalla L.62 del 10/03/2000 in presenza dei requisiti minimi definiti dalla stessa legge. Dall’a.s.2007/08 l’offerta educativa nella scuola dell’infanzia statale è stata arricchita con le “Sezioni sperimentali aggregate” per fascia 24/36 mesi a seguito accordo Conferenza Unificata Stato – Regioni 14 giugno 2007.
  • 22. Scuole dell’infanzia nella Provincia di Forlì - Cesena Attualmente il numero totale delle scuole dell’infanzia è 148 di cui: n. 92 scuole dell’infanzia statali (attivate a partire dal 1968) n.56 scuole dell’infanzia non statali di cui: n. 19 Comunali (attivate a partire dal 1970) n.37 Paritarie private
  • 23. Scuole dell’infanzia nella Provincia di Forlì - Cesena Competenze Scuole dell’Infanzia Statali: Lo Stato provvede al personale docente ed ausiliario Tutto il resto (strutture, arredi) a carico del Comune; Scuole dell’Infanzia Comunali: Tutte le competenze a carico del Comune; Scuole dell’Infanzia paritarie private: Tutto a carico dei gestori privati con contributi statali ed eventuali finanziamenti regionali e comunali.
  • 24. COORDINAMENTO E PERSONALE DOCENTE Coordinatore nella scuola materna statale :dirigente scolastico o docente figura di sistema; nella scuola materna non statale: coordinatore pedagogico assegnato dal gestore
  • 25. DOCENTI Parametri: secondo apertura servizi: 1 docente fino a 25 h/sett, 2 oltre e fino a 50 h/sett. secondo contratto di lavoro: 25 h sett.li attività educativa per docente più altre attività fino max 40 ore
  • 26. Organizzazione Rapporto alunni/classe: max 28 Organizzazione delle classi :classi omogenee per età o classi miste Apertura servizi: da un min. di 25 ore fino a un max di 50 ore, secondo il progetto educativo della scuola
  • 27. Le indicazioni per il curricolo Per la scuola dell'infanzia l’identità pedagogica, didattica e funzionale è delineata dalle Indicazioni Nazionali per il curricolo .* E’ importante sottolineare che le Indicazioni contribuiscono a definire le finalità del servizio, le proposte educative-didattiche e i campi di esperienza. * Approvate in via sperimentale con D.M. 31 luglio 2007 con valenza biennale (a.s.2007/08 – 2008/09)
  • 28. Finalità della scuola dell’Infanzia “Per ogni bambino o bambina, la scuola dell’infanzia si pone la finalità di promuovere lo sviluppo dell’identità, dell’autonomia, della competenza, della cittadinanza.” Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione
  • 29. Le proposte educative-didattiche “La scuola dell’infanzia organizza le proposte educative e didattiche espandendo e dando forma alle prime esplorazioni, intuizioni e scoperte dei bambini attraverso un curricolo esplicito. A esso è sotteso un curricolo implicito costituito da costanti che definiscono l’ambiente di apprendimento e lo rendono specifico e immediatamente riconoscibile…”
  • 30. Le proposte educative-didattiche Le componenti dell’ambiente di apprendimento sono: Lo spazio; I tempi; La documentazione; Lo stile educativo; La partecipazione.
  • 31. Lo spazio “Lo spazio accogliente, caldo, curato, orientato dal gusto, espressione della pedagogia e delle scelte educative di ciascuna scuola. È uno spazio che parla dei bambini, del loro valore, dei loro bisogni di gioco, di movimento, di espressione, di intimità e di socialità, attraverso l’ambiente fisico, la scelta di arredamenti e oggetti volti a creare una funzionale e invitante disposizione a essere abitato dagli stessi bambini.” Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.
  • 32. I tempi “Il tempo disteso, nel quale è possibile per il bambino giocare, esplorare, dialogare, osservare, ascoltare, capire, crescere con sicurezza e nella tranquillità, sentirsi padrone di sé e delle attività che sperimenta e nelle quali si esercita. In questo modo il bambino può scoprire e vivere il proprio tempo esistenziale senza accelerazioni e senza rallentamenti indotti dagli adulti.” Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.
  • 33. La documentazione “La documentazione, come processo che produce tracce, memoria e riflessione, che rende visibili le modalità e i percorsi di formazione e che permette di valutare i progressi dell’apprendimento individuale e di gruppo.” Lo stile educativo “Lo stile educativo, fondato sull’osservazione e sull’ascolto, sulla progettualità elaborata collegialmente, sull’intervento indiretto e di regia.” Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.
  • 34. La partecipazione “La partecipazione, come dimensione che permette di stabilire e sviluppare legami di corresponsabilità, di incoraggiare il dialogo e la cooperazione nella costruzione della conoscenza.” Indicazioni per il curricolo per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo d’istruzione.
  • 35. I campi d’esperienza Nella scuola dell’infanzia i traguardi per lo sviluppo della competenza suggeriscono all’insegnante orientamenti, attenzioni e responsabilità nel creare occasioni e possibilità di esperienze volte a favorire lo sviluppo della competenza, che a questa età va inteso in modo globale ed unitario.
  • 36. I campi d’esperienza I progetti di apprendimento individuano principalmente i seguenti campi di esperienza:  Il sé e l’altro: le grandi domande, il senso morale, il vivere insieme. I bambini formulano le grandi domande esistenziali e sul mondo e cominciano a riflettere sul senso e sul valore morale delle loro azioni, prendono coscienza della propria identità, scoprono le diversità e apprendono le prime regole necessarie alla vita sociale.
  • 37. I campi d’esperienza 2) Il corpo in movimento: identità, autonomia, salute. I bambini prendono coscienza e acquisiscono il senso del proprio sé fisico, il controllo del corpo, delle sue funzioni, della sua immagine, delle possibilità sensoriali ed espressive e di relazione e imparano ad averne cura attraverso l’educazione alla salute.
  • 38. I campi d’esperienza 3) Linguaggi, creatività, espressione: gestualità, arte, musica, multidialità I bambini sono portati a esprimere con immaginazione e creatività le loro emozioni e i loro pensieri; l’arte orienta questa propensione, educa al sentire estetico e al piacere del bello
  • 39. I campi d’esperienza 4) I discorsi e le parole: comunicazione, lingua, cultura. I bambini apprendono a comunicare verbalmente, a descrivere le proprie esperienze al mondo, a conversare e dialogare, a riflettere sulla lingua, e si avvicinano alla lingua scritta. Attraverso la conoscenza e la consapevolezza della lingua materna e di altre lingue consolidano l’identità personale e culturale e si aprono verso altre culture.
  • 40. I campi d’esperienza 5)la conoscenza del mondo: ordine, misura, spazio, tempo, natura. I bambini esplorano la realtà, imparando a organizzare le proprie esperienze attraverso azioni consapevoli quali il raggruppare, il comparare, il contare, l’ordinare, l’orientarsi e il rappresentare con disegni e con parole. .

Notas do Editor

  1. L.R. 01/2000