2. Virgilio non parla molto di sé (carattere schivo e ombroso che tutti, contemporanei e posteri, gli riconobbero).
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4. Publio Virgilio Marone proviene dalla Gallia Cisalpina (patria di molti poeti neoterici). Nasce nel 70 a.C. ad Andes , un villaggio non lontano da Mantova, sulla riva destra del Mincio, da una famiglia di agiati proprietari terrieri.
5. Secondo il racconto di Donato , il padre, modesto vasaio in gioventù, grazie a un fortunato matrimonio si era ritrovato una piccola proprietà che aveva ampliato con l’acquisto di boschi e l’introduzione dell’apicoltura. Qui Virgilio conosce gli umili lavori dei contadini
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8. Ma le fonti antiche parlano di un profondo interesse per gli studi filosofici, le scienze naturali, le matematiche, l’astronomia. La sua cultura letteraria è improntata ai modelli alessandrini e neoterici.
9. Durante lo scontro civile fra Cesare e Pompeo, Virgilio abbandona Roma per Napoli (città greca di lingua greca) dove segue le lezioni di due filosofi epicurei , Sirone e Filodèmo di Gàdara . Da Sirone, a Posillipo, il giovane poeta impara concretamente il significato della massima epicurea «vivi nascosto», a cui terrà fede per tutta la vita.
10. Non conosciamo molto del periodo che va da Farsàlo (48 a.C.) al dopo Filippi (42 a.C.). Probabilmente Virgilio continua ad abitare nel napoletano, frequentando gli amici epicurei e componendo fra il 42 e il 39 le Bucoliche .
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13. La Campania, salvo rare permanenze nella casa romana sull’Esquilino, resterà per sempre la sua residenza abituale. Desideroso di tranquillità e di solitudine, dedito agli studi e alla poesia, fedele all’insegnamento epicureo, Virgilio vive negli anni successivi al riparo da ogni evento sociale e politico.
14. La pubblicazione delle Bucoliche (39 a.C.) gli vale il successo e l’ingresso nel circolo di Mecenate Nel 38 Virgilio presenta Orazio a Mecenate , che i due poeti accompagnano durante il famoso iter Brundisinum narrato da Orazio nella satira I 5. Da questo momento Mecenate risulta l’unico referente politico di Virgilio > sparisce il nome di Asinio Pollione.
15. La seconda opera di Virgilio, le Georgiche , nasce ideologicamente nell’ambiente di Mecenate e di Ottaviano.
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17. Nell’estate del 29 Ottaviano, di ritorno dall’Asia, si ferma alcuni giorni ad Atella , in Campania, dove Virgilio gli legge in quattro giorni l’intera opera. Inetto all’oratoria forense, Virgilio, secondo Donato, declamava invece «in modo soave e con seduzione mirabile» (cum suavitate, lenociniis miris).
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19. L’Eneide è quasi conclusa, nel 19, quando Virgilio intraprende un viaggio in Grecia deve raccogliere materiale per il poema, prima della revisione finale. Poi si sarebbe dedicato interamente agli studi filosofici. Ad Atene incontra Augusto, di ritorno dall’Oriente, e decide di rientrare in patria con lui. Durante una visita alla città di Megara viene colto da malore; le sue condizioni si aggravano durante il viaggio per mare.
20. Muore a Brindisi, poco dopo essere sbarcato. Le sue ceneri vengono deposte a Napoli, in un sepolcro sulla via di Pozzuoli, a meno di due miglia dalla città.
24. Bucolica è aggettivo plurale neutro che sottintende il sostantivo carmina: bucolica carmina , cioè «canti di pastori». Deriva dal greco bukolos («mandriano, pastore»), e fa riferimento ai personaggi-protagonisti di queste brevi e delicate composizioni: pastori e pastorelle dediti alla cura del gregge e alla coltivazione del loro piccolo podere.
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26. Prima Syracosio dignata est ludere versu/ nostra neque erubuit silvas habitare Thalia Nel proemio alla VI ecloga Virgilio rivendica il merito di aver trasferito per primo a Roma la poesia di argomento bucolico: (« Prima Talia, la mia Musa, si degnò di cantare nel verso di Siracusa, e non arrossì di abitare le selve »).
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39. All’infelicità dell’amore, i pastori oppongono la potenza del canto che placa l’animo e lo rasserena : la poesia mitiga i tormenti d’amore, riavvicina l’uomo alla natura.
40. Nell’ecloga VI, il bellissimo canto del Sileno (che descrive le origini del mondo, canta le leggi che presiedono alla vita e narra le storie d’amore del mito) si trasforma in una sorta di medicina amandi, di rimedio contro l’amore.
41. Nella V ecloga (vv. 45-47), il pastore Menalca si rivolge a Dafni (mitico eroe pastorale assunto in cielo come un dio), elogiandone il canto rasserenante: Tale tuum carmen nobis, divine poeta,! quale sopor fessis in gramine, quale per aestum/ dulcis aquae saliente sitim restinguere rivo («Tale il tuo canto per noi, divino poeta,! quale il sonno nell’erba agli stanchi, quale nell’afa spegnere la sete a un rivo zampillante d’acqua dolce»).
42. Le ecloghe virgiliane sono il culmine dell’arte alessandrina: una poesia di carattere erudito, organizzata secondo il principio della variatio o poikilia, ricca di citazioni e di reminiscenze poetiche. Una poesia esplicitamente rivolta a una ristretta cerchia di poeti; le numerose dichiarazioni di poetica rientrano nel gusto alessandrino e neoterico.
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45. Anche quando il tono si fa più alto (paulo maiora canamus, IV ecloga), V. ribadisce il carattere tenue della sua ispirazione con l’immagine, poi ripresa da Pascoli, delle humiles myricae, le modeste tamerici che simboleggiano, assieme agli arbusti, l’umiltà della poesia pastorale.
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Notas do Editor
Qui Virgilio conosce gli umili lavori dei contadini e degli artigiani, i cicli delle stagioni che si susseguono ininterrotte ed eguali, la dolcezza del paesaggio padano, il fiume che erra «in curve pigre e vela le rive di molle canna» (Georgiche III, 15), i filari dei pioppi, l’azzurra lontananza dei monti: elementi destinati a imprimersi per sempre nella sua memoria poetica.