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Il branding televisivo: aspetti
teorici ed esperienza d’impresa


                            Prof. Carlo Nardello
Aspetti generali



 Possedere marchi vs. gestire brand
 Semplici segni commerciali vs. identità che
  suscitano emozione, evocano situazioni, idee ed
  esperienze




                                         Prof. Carlo Nardello
Dal no-brand al brand: mutamenti
nello scenario competitivo



 Brand come veicolo di
  arricchimento dell’offerta
  e di differenziazione
  competitiva
 Mix di cultura aziendale e
  condizioni competitive
  dell’industry di riferimento


                                   Prof. Carlo Nardello
Dal no-brand al brand: mutamenti
nello scenario competitivo

   L’impresa televisiva deve considerare il brand come elemento
 costitutivo centrale della propria offerta, di pari rilevanza rispetto al
 prodotto. È il binario lungo il quale scorre nel tempo la fedeltà della
          propria audience e dei propri investitori pubblicitari




                                                            Prof. Carlo Nardello
Dal no-brand al brand: mutamenti
nello scenario competitivo


FENOMENI ESOGENI
 Atteggiamento competitivo positivo nei confronti della
  tecnologia
 Progressiva accettazione dell’idea di economia di mercato
  basata su player che competono
 L’economia europea cerca nuovi settori trainanti
 Le società occidentali sperimentano una fase di transizione
  verso modelli nuovi e rinnovati



                                                 Prof. Carlo Nardello
Dal no-brand al brand: mutamenti
nello scenario competitivo


FENOMENI COMPETITIVI
 Moltiplicazione delle piattaforme tecnologiche tv
 Atteggiamento meno ostile verso l’idea di pagare per fruire
  dei contenuti televisivi
 Cresce il mercato dell’home entertainment, in livello e
  dinamismo
 Frammentazione delle società e delle istanze di consumo
  culturale



                                                   Prof. Carlo Nardello
Quali brand per quali prodotti in tv?


   CULTURA AZIENDALE                CULTURA AZIENDALE ORIENTATA AL MANTENIMENTO
       ORIENTATA                                      DINAMICO
    ALL’ACQUISIZIONE
    Player televisivi nuovi          Player non televisivi          Player televisivi tradizionali
                                         diversificati
         e rinnovati
          Branding:                        Branding:                          Branding:


 Priorità gestionale: creare    Priorità gestionale: trasportare     Priorità gestionale: cavalcare
notorietà e consapevolezza di    la reputazione del brand sul      l’innovazione in armonia con la
            marca.                    prodotto televisivo.                     tradizione.
        Vincoli: bassi.               Vincoli: medio-alti.              Vincoli: elevati/legisl.
  Strenght: percepiti come         Strenght: target-oriented;       Strenght: posizionamento a
 innovatori; target-oriented;   valorizzazione del patrimonio di     telecomando; notorietà e
   approccio aggressivo al              brand e clientela.                 reputazione.
          mercato.
    Weakness: obbligo di         Weakness: non credibilità nel     Weakness: percezione di bassa
  mantenere alta la soglia di     nuovo contesto; rischio di           innovatività; lentezza.
    attenzione e visibilità;      danneggiamento del brand
 innovazione continua; bassi       originario; bassi valori di
      valori di audience.                  audience
    Sky, Fox, Lei, Jimmy            DeaKids, DeeJay TV,                  La7, Rai, Mediaset
                                 Repubblica.tv, Inter Channel

                                                                                Prof. Carlo Nardello
Quali brand per quali prodotti in tv?



Il prodotto è ciò che il marchio va a denotare e a connotare. Due
   tipologie di declinazine:
 Palinsesto (visione ampliata)
 Programma (visione focalizzata)


È nella generazione e nella gestione dinamica del palinsesto che si
 esplicitano le competenze distintive del management televisivo, il
    quale utilizza i programmi come “ingredienti della formula”
    d’offerta da presentare ai pubblici di riferimento attraverso i
      molteplici canali che la tecnologia oggi rende accessibili.


                                                       Prof. Carlo Nardello
Quali brand per quali prodotti in tv?




                                        Prof. Carlo Nardello
Il modello di riferimento


Il brand deve indurre il target a compiere la scelta più
  favorevole all’impresa televisiva:
 eleggere il canale/palinsesto a riferimento principale dei
  propri consumi televisivi, nel caso dello spettatore;
 eleggere il canale/palinsesto a spazio primario di
  destinazione degli investimenti promo-pubblicitari, nel caso
  dell’inserzionista.




                                                    Prof. Carlo Nardello
Il modello di riferimento


Lo spettatore:
 Aspetti personali (io-individuo, io-sociale)
 Aspetti contingenti situazionali (io-decisore)



L’inserzionista:
 Aspetti personali (decisore, centri media, agenzie)
 Aspetti contingenti situazionali (condizioni competitive e
  obiettivi tecnici di mercato)

                                                   Prof. Carlo Nardello
Il modello di riferimento

Il brand facilita il processo decisionale del cliente, lavorando
  quindi a livello dell’io-decisore.




                                                    Prof. Carlo Nardello
L’ideazione di un brand system


Branding televisivo customer oriented: conferire centralità al
 ricco mondo mentale dello spettatore, fatto di saperi,
 sensazioni, ricordi, idiosincrasie, passioni, etc.
I vincoli endogeni: il piano industriale
 focalizzare la visione di medio/lungo periodo sulla creazione
  di valore e lo sviluppo del business
 fungere da guida operativa per la gestione dell’attività
  quotidiana
 posizionare l’azienda nel quadro concorrenziale
 definire le implicazioni finanziarie delle attività poste in essere
 disegnare il sistema incentivante finalizzato al raggiungimento
  degli obiettivi
                                                        Prof. Carlo Nardello
L’ideazione di un brand system


I vincoli endogeni: il piano editoriale
Entra nel merito della gestione del portafoglio di offerta e
 definendo:
 gli obiettivi di posizionamento strategico dei canali che
  lo compongono
 le azioni volte al presidio di target specifici
 le azioni da intraprendere su prodotti e generi televisivi




                                                    Prof. Carlo Nardello
Struttura di piano editoriale di
un’emittente televisiva




                                   Prof. Carlo Nardello
L’ideazione di un brand system


Il marketing è in costante relazione con l’esperimento
  delle attività editoriali, facendosi carico di condurre:
 l’analisi dei costi di produzione, per verificare
  l’economicità del prodotto e il suo contributo alla
  marginalità complessiva
 il monitoraggio dei consumi televisivi rispetto al
  portafoglio di offerta esistente
 l’analisi della domanda a supporto dell’innovazione
 la definizione della personalità e dei tratti semantici dei
  canali rispetto ai target prescelti
 la definizione del piano di comunicazione
                                                   Prof. Carlo Nardello
La scelta delle componenti cognitive
del brand


Le componenti cognitive del brand sono quelle che
 generano nell’individuo la conoscenza del brand stesso
 e la consapevolezza della sua natura: awareness.
Conoscenza: cognizione dell’esistenza di un dato termine
Consapevolezza: la coscienza di quale sia l’ambito di appartenenza
 Brand name
 Brand logo (lettering, visual identity)      BRAND RECOGNITION
 Brand slogan                                 BRAND RECALL

 Brand sound


                                                       Prof. Carlo Nardello
La scelta del profilo d’immagine del
brand


La brand image è un costrutto che attiene ai significati,
 alle associazioni mentali, alle utilità (funzionali e
 simbolico-emozionali) dei prodotti; lavora sul piano del
 senso, del significato, dei valori, dell’interpretazione
 soggettiva.


 Brand identity
 Brand reputation
 Brand heritage



                                               Prof. Carlo Nardello
La scelta del profilo d’immagine del
brand




                                       Prof. Carlo Nardello
Le componenti di valore nel branding
televisivo


Diverse prospettive sulla brand equity:
 Gli effetti che un brand produce sugli individui in
  termini di utilità addizionale apportata al prodotto e di
  conseguente risposta positiva agli stimoli di marketing
 Il contributo che il brand offre al valore dell’impresa
  proprietaria (innalzamento del suo valore patrimoniale,
  premium price)
 Il potenziale di generazione di flussi di cassa futuri che
  un brand oggi manifesta e possiede



                                                Prof. Carlo Nardello
Le componenti di valore nel branding
televisivo




Il valore complessivo di un
  brand televisivo può
  essere scomposto in due
  elementi:
 Viewership value
 Advertising value




                                       Prof. Carlo Nardello
Storie di tv branding



Due prospettive sul brand televisivo:
 Tattica: identità visiva, design, logo
 Strategica: specifica attività manageriale che crea
  valore per l’impresa




                                               Prof. Carlo Nardello
Storie di tv branding: Fox Channels
Italia




                                      Prof. Carlo Nardello
Storie di tv branding: Boing




                               Prof. Carlo Nardello
Storie di tv branding: Rai4




L’heritage aziendale al centro - innovazioni
 coerenti con:
 La filosofia aziendale
 Le competenze distintive
 La mission
                                         Prof. Carlo Nardello
La gestione di un brand system



Quadro di riferimento:
 un target
 l’individuazione dei competitor
 la scelta di uno o più punti di differenza rispetto a
  questi


Il mercato televisivo è oggi probabilmente il più
  avanzato laboratorio di sperimentazione della
  frammentazione psicosociale della società italiana
  (marketing postmoderno)

                                                 Prof. Carlo Nardello
Attività primarie e di supporto


                Attività primarie                            Attività di supporto
 Comunicazione di marketing                     Marketing research
 Obiettivi:                                     Obiettivi:
 • creazione di brand awareness                 • supportare, con informazioni affidabili e
                                                tempestive, i processi decisionali
 • trasferimento del messaggio di brand
 identity al target                             • condurre indagini sperimentali per
                                                individuare nuovi target e temi di identity
 • valorizzazione del brand heritage
 • sostegno del posizionamento competitivo di
 brand
 Continuity                                     Customer relationship management
 Obiettivi:                                     Obiettivi:
 • mantenere la coerenza fra posizionamento     • creare le condizioni per la generazione di
 del brand system e il prodotto televisivo      economie di clientela
 • governare la brand fusion                    • supportare l’engagement con le basi
                                                tecnologiche adeguate
 Engagement
 Obiettivi:
 • coinvolgere il target nell’esperienza di
 consumo del canale attraverso forme di
 partecipazione diretta
 • rinforzare la brand equity

                                                                              Prof. Carlo Nardello
Il piano di comunicazione a supporto
del brand


Obiettivi:
 far conoscere il brand e l’offerta che esso veicola;
 rendere l’offerta di contenuti distintiva rispetto allo
  scenario competitivo, esaltandone gli aspetti che la
  rendono preferibile rispetto all’offerta concorrente
 rendere la proposta editoriale attraente per il target
  obiettivo rispetto ai bisogni di fruizione specifici (es.
  fascia oraria, device di fruizione ecc.);
 diversificare i linguaggi rispetto ai mezzi usati e ai
  target di riferimento

                                                  Prof. Carlo Nardello
Il piano di comunicazione a supporto
del brand


Principali punti di un piano:
1. la specificazione degli obiettivi della campagna
2. l’indicazione degli indicatori di performance (grp)
   desiderati
3. i contenuti da trasmettere (di prodotto, istituzionali ecc.)
4. la definizione del posizionamento di riferimento
5. l’indicazione del target
6. il concept creativo
7. la media strategy
8. il timing
                                                    Prof. Carlo Nardello
Il piano mezzi




                 Prof. Carlo Nardello
Le altre attività per il brand system



1. Continuity management: governo della coerenza fra la brand
   image di un canale e il suo piano editoriale
2. Engagement: passaggio da una dimensione individualista e
   passiva del consumo media a una sociale e partecipativa




                                                 Prof. Carlo Nardello
Conclusioni



Occorrerà che l’azienda televisiva sviluppi una
  duplice funzione di produzione:
 editoriale, focalizzata sul palinsesto
 semantica, focalizzata sul brand system




                                           Prof. Carlo Nardello

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4 Il Branding Televisivo Aspetti Teorici Ed Esperienza Dimpresa

  • 1. Il branding televisivo: aspetti teorici ed esperienza d’impresa Prof. Carlo Nardello
  • 2. Aspetti generali  Possedere marchi vs. gestire brand  Semplici segni commerciali vs. identità che suscitano emozione, evocano situazioni, idee ed esperienze Prof. Carlo Nardello
  • 3. Dal no-brand al brand: mutamenti nello scenario competitivo  Brand come veicolo di arricchimento dell’offerta e di differenziazione competitiva  Mix di cultura aziendale e condizioni competitive dell’industry di riferimento Prof. Carlo Nardello
  • 4. Dal no-brand al brand: mutamenti nello scenario competitivo L’impresa televisiva deve considerare il brand come elemento costitutivo centrale della propria offerta, di pari rilevanza rispetto al prodotto. È il binario lungo il quale scorre nel tempo la fedeltà della propria audience e dei propri investitori pubblicitari Prof. Carlo Nardello
  • 5. Dal no-brand al brand: mutamenti nello scenario competitivo FENOMENI ESOGENI  Atteggiamento competitivo positivo nei confronti della tecnologia  Progressiva accettazione dell’idea di economia di mercato basata su player che competono  L’economia europea cerca nuovi settori trainanti  Le società occidentali sperimentano una fase di transizione verso modelli nuovi e rinnovati Prof. Carlo Nardello
  • 6. Dal no-brand al brand: mutamenti nello scenario competitivo FENOMENI COMPETITIVI  Moltiplicazione delle piattaforme tecnologiche tv  Atteggiamento meno ostile verso l’idea di pagare per fruire dei contenuti televisivi  Cresce il mercato dell’home entertainment, in livello e dinamismo  Frammentazione delle società e delle istanze di consumo culturale Prof. Carlo Nardello
  • 7. Quali brand per quali prodotti in tv? CULTURA AZIENDALE CULTURA AZIENDALE ORIENTATA AL MANTENIMENTO ORIENTATA DINAMICO ALL’ACQUISIZIONE Player televisivi nuovi Player non televisivi Player televisivi tradizionali diversificati e rinnovati Branding: Branding: Branding: Priorità gestionale: creare Priorità gestionale: trasportare Priorità gestionale: cavalcare notorietà e consapevolezza di la reputazione del brand sul l’innovazione in armonia con la marca. prodotto televisivo. tradizione. Vincoli: bassi. Vincoli: medio-alti. Vincoli: elevati/legisl. Strenght: percepiti come Strenght: target-oriented; Strenght: posizionamento a innovatori; target-oriented; valorizzazione del patrimonio di telecomando; notorietà e approccio aggressivo al brand e clientela. reputazione. mercato. Weakness: obbligo di Weakness: non credibilità nel Weakness: percezione di bassa mantenere alta la soglia di nuovo contesto; rischio di innovatività; lentezza. attenzione e visibilità; danneggiamento del brand innovazione continua; bassi originario; bassi valori di valori di audience. audience Sky, Fox, Lei, Jimmy DeaKids, DeeJay TV, La7, Rai, Mediaset Repubblica.tv, Inter Channel Prof. Carlo Nardello
  • 8. Quali brand per quali prodotti in tv? Il prodotto è ciò che il marchio va a denotare e a connotare. Due tipologie di declinazine:  Palinsesto (visione ampliata)  Programma (visione focalizzata) È nella generazione e nella gestione dinamica del palinsesto che si esplicitano le competenze distintive del management televisivo, il quale utilizza i programmi come “ingredienti della formula” d’offerta da presentare ai pubblici di riferimento attraverso i molteplici canali che la tecnologia oggi rende accessibili. Prof. Carlo Nardello
  • 9. Quali brand per quali prodotti in tv? Prof. Carlo Nardello
  • 10. Il modello di riferimento Il brand deve indurre il target a compiere la scelta più favorevole all’impresa televisiva:  eleggere il canale/palinsesto a riferimento principale dei propri consumi televisivi, nel caso dello spettatore;  eleggere il canale/palinsesto a spazio primario di destinazione degli investimenti promo-pubblicitari, nel caso dell’inserzionista. Prof. Carlo Nardello
  • 11. Il modello di riferimento Lo spettatore:  Aspetti personali (io-individuo, io-sociale)  Aspetti contingenti situazionali (io-decisore) L’inserzionista:  Aspetti personali (decisore, centri media, agenzie)  Aspetti contingenti situazionali (condizioni competitive e obiettivi tecnici di mercato) Prof. Carlo Nardello
  • 12. Il modello di riferimento Il brand facilita il processo decisionale del cliente, lavorando quindi a livello dell’io-decisore. Prof. Carlo Nardello
  • 13. L’ideazione di un brand system Branding televisivo customer oriented: conferire centralità al ricco mondo mentale dello spettatore, fatto di saperi, sensazioni, ricordi, idiosincrasie, passioni, etc. I vincoli endogeni: il piano industriale  focalizzare la visione di medio/lungo periodo sulla creazione di valore e lo sviluppo del business  fungere da guida operativa per la gestione dell’attività quotidiana  posizionare l’azienda nel quadro concorrenziale  definire le implicazioni finanziarie delle attività poste in essere  disegnare il sistema incentivante finalizzato al raggiungimento degli obiettivi Prof. Carlo Nardello
  • 14. L’ideazione di un brand system I vincoli endogeni: il piano editoriale Entra nel merito della gestione del portafoglio di offerta e definendo:  gli obiettivi di posizionamento strategico dei canali che lo compongono  le azioni volte al presidio di target specifici  le azioni da intraprendere su prodotti e generi televisivi Prof. Carlo Nardello
  • 15. Struttura di piano editoriale di un’emittente televisiva Prof. Carlo Nardello
  • 16. L’ideazione di un brand system Il marketing è in costante relazione con l’esperimento delle attività editoriali, facendosi carico di condurre:  l’analisi dei costi di produzione, per verificare l’economicità del prodotto e il suo contributo alla marginalità complessiva  il monitoraggio dei consumi televisivi rispetto al portafoglio di offerta esistente  l’analisi della domanda a supporto dell’innovazione  la definizione della personalità e dei tratti semantici dei canali rispetto ai target prescelti  la definizione del piano di comunicazione Prof. Carlo Nardello
  • 17. La scelta delle componenti cognitive del brand Le componenti cognitive del brand sono quelle che generano nell’individuo la conoscenza del brand stesso e la consapevolezza della sua natura: awareness. Conoscenza: cognizione dell’esistenza di un dato termine Consapevolezza: la coscienza di quale sia l’ambito di appartenenza  Brand name  Brand logo (lettering, visual identity) BRAND RECOGNITION  Brand slogan BRAND RECALL  Brand sound Prof. Carlo Nardello
  • 18. La scelta del profilo d’immagine del brand La brand image è un costrutto che attiene ai significati, alle associazioni mentali, alle utilità (funzionali e simbolico-emozionali) dei prodotti; lavora sul piano del senso, del significato, dei valori, dell’interpretazione soggettiva.  Brand identity  Brand reputation  Brand heritage Prof. Carlo Nardello
  • 19. La scelta del profilo d’immagine del brand Prof. Carlo Nardello
  • 20. Le componenti di valore nel branding televisivo Diverse prospettive sulla brand equity:  Gli effetti che un brand produce sugli individui in termini di utilità addizionale apportata al prodotto e di conseguente risposta positiva agli stimoli di marketing  Il contributo che il brand offre al valore dell’impresa proprietaria (innalzamento del suo valore patrimoniale, premium price)  Il potenziale di generazione di flussi di cassa futuri che un brand oggi manifesta e possiede Prof. Carlo Nardello
  • 21. Le componenti di valore nel branding televisivo Il valore complessivo di un brand televisivo può essere scomposto in due elementi:  Viewership value  Advertising value Prof. Carlo Nardello
  • 22. Storie di tv branding Due prospettive sul brand televisivo:  Tattica: identità visiva, design, logo  Strategica: specifica attività manageriale che crea valore per l’impresa Prof. Carlo Nardello
  • 23. Storie di tv branding: Fox Channels Italia Prof. Carlo Nardello
  • 24. Storie di tv branding: Boing Prof. Carlo Nardello
  • 25. Storie di tv branding: Rai4 L’heritage aziendale al centro - innovazioni coerenti con:  La filosofia aziendale  Le competenze distintive  La mission Prof. Carlo Nardello
  • 26. La gestione di un brand system Quadro di riferimento:  un target  l’individuazione dei competitor  la scelta di uno o più punti di differenza rispetto a questi Il mercato televisivo è oggi probabilmente il più avanzato laboratorio di sperimentazione della frammentazione psicosociale della società italiana (marketing postmoderno) Prof. Carlo Nardello
  • 27. Attività primarie e di supporto Attività primarie Attività di supporto Comunicazione di marketing Marketing research Obiettivi: Obiettivi: • creazione di brand awareness • supportare, con informazioni affidabili e tempestive, i processi decisionali • trasferimento del messaggio di brand identity al target • condurre indagini sperimentali per individuare nuovi target e temi di identity • valorizzazione del brand heritage • sostegno del posizionamento competitivo di brand Continuity Customer relationship management Obiettivi: Obiettivi: • mantenere la coerenza fra posizionamento • creare le condizioni per la generazione di del brand system e il prodotto televisivo economie di clientela • governare la brand fusion • supportare l’engagement con le basi tecnologiche adeguate Engagement Obiettivi: • coinvolgere il target nell’esperienza di consumo del canale attraverso forme di partecipazione diretta • rinforzare la brand equity Prof. Carlo Nardello
  • 28. Il piano di comunicazione a supporto del brand Obiettivi:  far conoscere il brand e l’offerta che esso veicola;  rendere l’offerta di contenuti distintiva rispetto allo scenario competitivo, esaltandone gli aspetti che la rendono preferibile rispetto all’offerta concorrente  rendere la proposta editoriale attraente per il target obiettivo rispetto ai bisogni di fruizione specifici (es. fascia oraria, device di fruizione ecc.);  diversificare i linguaggi rispetto ai mezzi usati e ai target di riferimento Prof. Carlo Nardello
  • 29. Il piano di comunicazione a supporto del brand Principali punti di un piano: 1. la specificazione degli obiettivi della campagna 2. l’indicazione degli indicatori di performance (grp) desiderati 3. i contenuti da trasmettere (di prodotto, istituzionali ecc.) 4. la definizione del posizionamento di riferimento 5. l’indicazione del target 6. il concept creativo 7. la media strategy 8. il timing Prof. Carlo Nardello
  • 30. Il piano mezzi Prof. Carlo Nardello
  • 31. Le altre attività per il brand system 1. Continuity management: governo della coerenza fra la brand image di un canale e il suo piano editoriale 2. Engagement: passaggio da una dimensione individualista e passiva del consumo media a una sociale e partecipativa Prof. Carlo Nardello
  • 32. Conclusioni Occorrerà che l’azienda televisiva sviluppi una duplice funzione di produzione:  editoriale, focalizzata sul palinsesto  semantica, focalizzata sul brand system Prof. Carlo Nardello

Notas do Editor

  1. quando il programma televisivo possiede un proprio brand, occorre tener presente la natura dell’influenza (eventualmente reciproca) che questo esercita sul brand di canale.