2. Aspetti generali
Possedere marchi vs. gestire brand
Semplici segni commerciali vs. identità che
suscitano emozione, evocano situazioni, idee ed
esperienze
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3. Dal no-brand al brand: mutamenti
nello scenario competitivo
Brand come veicolo di
arricchimento dell’offerta
e di differenziazione
competitiva
Mix di cultura aziendale e
condizioni competitive
dell’industry di riferimento
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4. Dal no-brand al brand: mutamenti
nello scenario competitivo
L’impresa televisiva deve considerare il brand come elemento
costitutivo centrale della propria offerta, di pari rilevanza rispetto al
prodotto. È il binario lungo il quale scorre nel tempo la fedeltà della
propria audience e dei propri investitori pubblicitari
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5. Dal no-brand al brand: mutamenti
nello scenario competitivo
FENOMENI ESOGENI
Atteggiamento competitivo positivo nei confronti della
tecnologia
Progressiva accettazione dell’idea di economia di mercato
basata su player che competono
L’economia europea cerca nuovi settori trainanti
Le società occidentali sperimentano una fase di transizione
verso modelli nuovi e rinnovati
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6. Dal no-brand al brand: mutamenti
nello scenario competitivo
FENOMENI COMPETITIVI
Moltiplicazione delle piattaforme tecnologiche tv
Atteggiamento meno ostile verso l’idea di pagare per fruire
dei contenuti televisivi
Cresce il mercato dell’home entertainment, in livello e
dinamismo
Frammentazione delle società e delle istanze di consumo
culturale
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7. Quali brand per quali prodotti in tv?
CULTURA AZIENDALE CULTURA AZIENDALE ORIENTATA AL MANTENIMENTO
ORIENTATA DINAMICO
ALL’ACQUISIZIONE
Player televisivi nuovi Player non televisivi Player televisivi tradizionali
diversificati
e rinnovati
Branding: Branding: Branding:
Priorità gestionale: creare Priorità gestionale: trasportare Priorità gestionale: cavalcare
notorietà e consapevolezza di la reputazione del brand sul l’innovazione in armonia con la
marca. prodotto televisivo. tradizione.
Vincoli: bassi. Vincoli: medio-alti. Vincoli: elevati/legisl.
Strenght: percepiti come Strenght: target-oriented; Strenght: posizionamento a
innovatori; target-oriented; valorizzazione del patrimonio di telecomando; notorietà e
approccio aggressivo al brand e clientela. reputazione.
mercato.
Weakness: obbligo di Weakness: non credibilità nel Weakness: percezione di bassa
mantenere alta la soglia di nuovo contesto; rischio di innovatività; lentezza.
attenzione e visibilità; danneggiamento del brand
innovazione continua; bassi originario; bassi valori di
valori di audience. audience
Sky, Fox, Lei, Jimmy DeaKids, DeeJay TV, La7, Rai, Mediaset
Repubblica.tv, Inter Channel
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8. Quali brand per quali prodotti in tv?
Il prodotto è ciò che il marchio va a denotare e a connotare. Due
tipologie di declinazine:
Palinsesto (visione ampliata)
Programma (visione focalizzata)
È nella generazione e nella gestione dinamica del palinsesto che si
esplicitano le competenze distintive del management televisivo, il
quale utilizza i programmi come “ingredienti della formula”
d’offerta da presentare ai pubblici di riferimento attraverso i
molteplici canali che la tecnologia oggi rende accessibili.
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10. Il modello di riferimento
Il brand deve indurre il target a compiere la scelta più
favorevole all’impresa televisiva:
eleggere il canale/palinsesto a riferimento principale dei
propri consumi televisivi, nel caso dello spettatore;
eleggere il canale/palinsesto a spazio primario di
destinazione degli investimenti promo-pubblicitari, nel caso
dell’inserzionista.
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11. Il modello di riferimento
Lo spettatore:
Aspetti personali (io-individuo, io-sociale)
Aspetti contingenti situazionali (io-decisore)
L’inserzionista:
Aspetti personali (decisore, centri media, agenzie)
Aspetti contingenti situazionali (condizioni competitive e
obiettivi tecnici di mercato)
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12. Il modello di riferimento
Il brand facilita il processo decisionale del cliente, lavorando
quindi a livello dell’io-decisore.
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13. L’ideazione di un brand system
Branding televisivo customer oriented: conferire centralità al
ricco mondo mentale dello spettatore, fatto di saperi,
sensazioni, ricordi, idiosincrasie, passioni, etc.
I vincoli endogeni: il piano industriale
focalizzare la visione di medio/lungo periodo sulla creazione
di valore e lo sviluppo del business
fungere da guida operativa per la gestione dell’attività
quotidiana
posizionare l’azienda nel quadro concorrenziale
definire le implicazioni finanziarie delle attività poste in essere
disegnare il sistema incentivante finalizzato al raggiungimento
degli obiettivi
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14. L’ideazione di un brand system
I vincoli endogeni: il piano editoriale
Entra nel merito della gestione del portafoglio di offerta e
definendo:
gli obiettivi di posizionamento strategico dei canali che
lo compongono
le azioni volte al presidio di target specifici
le azioni da intraprendere su prodotti e generi televisivi
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15. Struttura di piano editoriale di
un’emittente televisiva
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16. L’ideazione di un brand system
Il marketing è in costante relazione con l’esperimento
delle attività editoriali, facendosi carico di condurre:
l’analisi dei costi di produzione, per verificare
l’economicità del prodotto e il suo contributo alla
marginalità complessiva
il monitoraggio dei consumi televisivi rispetto al
portafoglio di offerta esistente
l’analisi della domanda a supporto dell’innovazione
la definizione della personalità e dei tratti semantici dei
canali rispetto ai target prescelti
la definizione del piano di comunicazione
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17. La scelta delle componenti cognitive
del brand
Le componenti cognitive del brand sono quelle che
generano nell’individuo la conoscenza del brand stesso
e la consapevolezza della sua natura: awareness.
Conoscenza: cognizione dell’esistenza di un dato termine
Consapevolezza: la coscienza di quale sia l’ambito di appartenenza
Brand name
Brand logo (lettering, visual identity) BRAND RECOGNITION
Brand slogan BRAND RECALL
Brand sound
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18. La scelta del profilo d’immagine del
brand
La brand image è un costrutto che attiene ai significati,
alle associazioni mentali, alle utilità (funzionali e
simbolico-emozionali) dei prodotti; lavora sul piano del
senso, del significato, dei valori, dell’interpretazione
soggettiva.
Brand identity
Brand reputation
Brand heritage
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19. La scelta del profilo d’immagine del
brand
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20. Le componenti di valore nel branding
televisivo
Diverse prospettive sulla brand equity:
Gli effetti che un brand produce sugli individui in
termini di utilità addizionale apportata al prodotto e di
conseguente risposta positiva agli stimoli di marketing
Il contributo che il brand offre al valore dell’impresa
proprietaria (innalzamento del suo valore patrimoniale,
premium price)
Il potenziale di generazione di flussi di cassa futuri che
un brand oggi manifesta e possiede
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21. Le componenti di valore nel branding
televisivo
Il valore complessivo di un
brand televisivo può
essere scomposto in due
elementi:
Viewership value
Advertising value
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22. Storie di tv branding
Due prospettive sul brand televisivo:
Tattica: identità visiva, design, logo
Strategica: specifica attività manageriale che crea
valore per l’impresa
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23. Storie di tv branding: Fox Channels
Italia
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24. Storie di tv branding: Boing
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25. Storie di tv branding: Rai4
L’heritage aziendale al centro - innovazioni
coerenti con:
La filosofia aziendale
Le competenze distintive
La mission
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26. La gestione di un brand system
Quadro di riferimento:
un target
l’individuazione dei competitor
la scelta di uno o più punti di differenza rispetto a
questi
Il mercato televisivo è oggi probabilmente il più
avanzato laboratorio di sperimentazione della
frammentazione psicosociale della società italiana
(marketing postmoderno)
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27. Attività primarie e di supporto
Attività primarie Attività di supporto
Comunicazione di marketing Marketing research
Obiettivi: Obiettivi:
• creazione di brand awareness • supportare, con informazioni affidabili e
tempestive, i processi decisionali
• trasferimento del messaggio di brand
identity al target • condurre indagini sperimentali per
individuare nuovi target e temi di identity
• valorizzazione del brand heritage
• sostegno del posizionamento competitivo di
brand
Continuity Customer relationship management
Obiettivi: Obiettivi:
• mantenere la coerenza fra posizionamento • creare le condizioni per la generazione di
del brand system e il prodotto televisivo economie di clientela
• governare la brand fusion • supportare l’engagement con le basi
tecnologiche adeguate
Engagement
Obiettivi:
• coinvolgere il target nell’esperienza di
consumo del canale attraverso forme di
partecipazione diretta
• rinforzare la brand equity
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28. Il piano di comunicazione a supporto
del brand
Obiettivi:
far conoscere il brand e l’offerta che esso veicola;
rendere l’offerta di contenuti distintiva rispetto allo
scenario competitivo, esaltandone gli aspetti che la
rendono preferibile rispetto all’offerta concorrente
rendere la proposta editoriale attraente per il target
obiettivo rispetto ai bisogni di fruizione specifici (es.
fascia oraria, device di fruizione ecc.);
diversificare i linguaggi rispetto ai mezzi usati e ai
target di riferimento
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29. Il piano di comunicazione a supporto
del brand
Principali punti di un piano:
1. la specificazione degli obiettivi della campagna
2. l’indicazione degli indicatori di performance (grp)
desiderati
3. i contenuti da trasmettere (di prodotto, istituzionali ecc.)
4. la definizione del posizionamento di riferimento
5. l’indicazione del target
6. il concept creativo
7. la media strategy
8. il timing
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31. Le altre attività per il brand system
1. Continuity management: governo della coerenza fra la brand
image di un canale e il suo piano editoriale
2. Engagement: passaggio da una dimensione individualista e
passiva del consumo media a una sociale e partecipativa
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32. Conclusioni
Occorrerà che l’azienda televisiva sviluppi una
duplice funzione di produzione:
editoriale, focalizzata sul palinsesto
semantica, focalizzata sul brand system
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Notas do Editor
quando il programma televisivo possiede un proprio brand, occorre tener presente la natura dell’influenza (eventualmente reciproca) che questo esercita sul brand di canale.