Una presentazione utile e preziosa. Per chi vuole capire e...cambiare! Cosa significa investire Cosa dice la legge italiana a riguardo Chi sono gli intermediari autorizzati al collocamento dei vari prodotti finanziari in Italia Conflitto di interessi Rischi e opportunità

1. Investire oggi
A cura di Valerio Rossi, formatore, saggista
e divulgatore digitale

2. Sommario
+Cosa significa investire
+Cosa dice la legge italiana a riguardo
+Chi sono gli intermediari autorizzati al
collocamento dei vari prodotti
finanziari in Italia
+Conflitto di interessi
+Rischi e opportunità
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3. Informazione ai lettori
Disclaimer
Nel rispetto del codice di condotta prescritto dal
D.Lgs. nr.70 del 09/04/2003 tutto quanto comunicato
e contenuto in questa presentazione
➢ Chi relaziona non fa promozione finanziaria,
non sollecita il pubblico risparmio e non invita il
pubblico ad alcun investimento.
Questa presentazione relativa al settore degli
investimenti finanziari è volta esclusivamente a far
conoscere le leggi, gli intermediari autorizzati, il
funzionamento e le condizioni operative delle stesse e
il rischio che queste operazioni possono comportare.
Trattasi quindi di presentazione a livello formativo ed
accademico e si esclude ogni interpretazione che non
abbia questa natura specifica.
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4. Cosa significa investire
2. Impiegare utilmente risparmî (o somme
in genere) in capitale o in imprese
fruttifere, fare degli investimenti: i. grosse
somme in case, in terreni, in azioni; i. il
ricavato di una vendita in titoli di stato; chi
aveva qualche quattrino da
parte, l’investiva in pane e
farina (Manzoni); anche assol.: dispone di
centinaia di euro liquidi da investire.
Fonte:
https://www.treccani.it/vocabolario/investir
e
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5. Cosa dice la legge italiana a riguardo
Abbiamo assistito ad un processo di trasformazione del modo di impiego del
risparmio e della conseguente ristrutturazione delle Banche nell’organizzare i primi
Uffici titoli che sono diventati centrali dopo la nascita dei fondi comuni di
investimento di diritto italiano che sono stati istituiti con la Legge n° 77 del 1983,
definita quale “Istituzione e disciplina dei fondi comuni d'investimento mobiliare” o
legge sulle S.I.M.[3], anche se, a quella data, esistevano già una decina di fondi di
diritto lussemburghese, sconosciuti alla grande massa dei risparmiatori.
Si inizia così una trasformazione del modo di risparmiare degli italiani ma anche
della funzione delle Banche che dalla sua natura storica di istituti di credito
diventano sempre più degli istituti di intermediazione e di gestione di nuovi
strumenti di risparmio attraverso anche la costituzione di S.I.M.(Società di
Intermediazione Mobiliare) e S.G.R.(Società di Gestione del Risparmio).
Le S.I.M. (società di intermediazione mobiliare) sono INTERMEDIARI
MOBILIARI, ovvero operano agevolando lo scambio diretto sui mercati, non fanno
investimento del risparmio, ma danno assistenza sui mercati.
Le S.G.R. (società di gestione del risparmio) sono organismi di investimento
collettivo e cosiddetti INVESTITORI ISTITUZIONALI, soggetti qualificati che svolgono
per professione attività di investimento del risparmio.
Ancora un chiarimento sull'industria del risparmio gestito. Esistono due tipologie di
gestione del risparmio:
1) gestione collettiva: fondi comuni di investimento, attività riservata alle S.G.R.,
introdotte nel 1998 dal Testo Unico sulla Finanza, e alle SICAV, società di
investimento a capitale variabile.
2) gestione individuale: può essere offerta dalle banche, dalle S.I.M. e dalle S.G.R.,
unico intermediario nel nostro sistema italiano a poter esercitare entrambe le
gestioni.
La più grande trasformazione della nota industria del risparmio avvenuta
principalmente nel decennio dal 1984 al 1994 e successivamente nel 1998 con
l’introduzione delle norme di attuazione del decreto legislativo 24 febbraio 1998, n.
58 in materia di intermediari, delle S.I.M. e S.G.R.
Fonte: «Investire consapevolmente» di Valerio Rossi, Gabrielli Editore
https://www.libreriauniversitaria.it/investire-consapevolmente-guida-pratica-
non/libro/9788860993694
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6. Chi sono gli intermediari autorizzati al collocamento dei vari
prodotti finanziari in Italia
La legge è piuttosto chiara: in Italia, ai sensi dell'art. 31 del Testo
unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria,
viene indicato come promotore finanziario la persona fisica che, in
qualità di dipendente, agente monomandatario, esercita
professionalmente l'offerta fuori sede di strumenti finanziari e di
servizi di investimento ovvero l'unica figura professionale che in
rappresentanza di un intermediario abilitato, cioè di una banca, di
una Società di intermediazione mobiliare (S.I.M. o di una Società di
Gestione del Risparmio (S.G.R.), può svolgere nei confronti dei
risparmiatori attività di promozione e collocamento di strumenti
finanziari e servizi d'investimento in luogo diverso dalla sede legale o
dalle dipendenze dell'intermediario per il quale opera.
Per legge, l'attività del promotore finanziario può essere svolta
esclusivamente nell'interesse di un solo soggetto: i promotori
finanziari sono, dunque, agenti monomandatari, possono, cioè,
vendere soltanto prodotti finanziari per conto dell'istituto finanziario
per il quale lavorano, ma comunque di qualsiasi emittente, pena la
radiazione dall'Albo[3a].
Fonte: «Investire consapevolmente» di Valerio Rossi, Gabrielli Editore
https://www.libreriauniversitaria.it/investire-consapevolmente-guida-pratica-
non/libro/9788860993694
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7. Fonte: «Investire consapevolmente» di Valerio Rossi, Gabrielli Editore
https://www.libreriauniversitaria.it/investire-consapevolmente-guida-pratica-non/libro/9788860993694
La legge quindi impone ai soggetti che collocano i prodotti di risparmio siano monomandatari e quindi in palese conflitto di interessi e in
palese e totale assenza di analisi personalizzata verso ogni singolo risparmiatore che io chiamo “consulenza”.
Quella vera però!
Conflitto di interessi
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8. Cosa significa consulente finanziario
indipendente
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Il consulente finanziario indipendente è una nuova figura professionale
normata dalla direttiva europea Mifid recepita in Italia a novembre 2007. Si
tratta di un professionista remunerato esclusivamente a parcella (come un
avvocato o un medico), che studia i mercati finanziari e prospetta le
alternative migliori, spiegando al cliente vantaggi, costi e rischi di ogni
alternativa. Il compito del consulente finanziario indipendente è quello di
capire a fondo le esigenze del cliente per poter scegliere gli strumenti che
hanno la più alta probabilità di raggiungere gli obiettivi che si pone il cliente
nel rispetto dei vincoli di rendimento, rischio e costi. Senza limiti territoriali o
nazionali.
Il Consulente Finanziario Indipendente può essere una persona fisica o
associato in società previste dalla nuova legge e non può prestare alcun altro
servizio di investimento e, viene regolamentato dall'articolo 18-bis del decreto
legge 58/98 che cita “la riserva di attività di cui all’articolo 18 - ovvero l'attività
di consulenza - non pregiudica la possibilità per le persone fisiche, in
possesso dei requisiti di professionalità, onorabilità, indipendenza e
patrimoniali stabiliti con regolamento adottato dal Ministro dell’Economia e
delle Finanze, sentite la Banca d’Italia e la Consob, di prestare la consulenza
in materia di investimenti, senza detenere somme di denaro o strumenti
finanziari di pertinenza dei clienti”. A questo scopo l’art. 18, comma 2 istituisce
l’Albo delle persone fisiche consulenti finanziari indipendenti, alla cui tenuta,
in conformità alle disposizioni che dovranno essere emanate dalla Consob,
dovrà provvedere un organismo formato da rappresentanti nominati con
decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze sentita la Banca d’Italia e
la Consob[3b].

9. Oggetto della consulenza
La Consob stabilisce che l'attività di consulenza in materia di investimenti in strumenti finanziari
consiste nel fornire al cliente indicazioni utili per effettuare scelte di investimento e nel consigliare le
operazioni più adeguate in relazione alla situazione economica e agli obiettivi del cliente stesso.
In particolare, essa è caratterizzata:
a. dall'esistenza di un rapporto bilaterale e personalizzato fra il consulente e il cliente, fondato sulla
conoscenza degli obiettivi di investimento e della situazione finanziaria del cliente stesso, così che le
indicazioni siano elaborate in considerazione della situazione individuale dello specifico investitore;
b. dalla posizione di strutturale indipendenza del consulente rispetto agli investimenti consigliati;
c. dall'inesistenza di limiti predeterminati in capo al consulente circa gli investimenti da consigliare;
d. dalla circostanza che l'unica remunerazione percepita dal consulente sia quella ad esso pagata
dal cliente nel cui interesse il servizio è prestato.
Esiste al momento attuale un Albo professionale che .
A differenza delle altre categorie il semplice fatto che il consulente finanziario indipendente non è in
conflitto di interessi e non ha accesso al patrimonio del cliente in nessuna forma mi sembrano due
buoni motivi per distinguersi dalle altre categorie.
Questo non significa che tutti i consulenti indipendenti siano la verità assoluta o la scelta obbligata
ma una buona e ottima scelta: indipendente. La categoria per sua natura è molto più obiettiva delle
altre categorie dove l’interesse di chi colloca è strettamente collegato alla commissione piuttosto
che al risultato.
Ci sono ovviamente molti fondi di investimento gestiti con professionalità e competenza e, in
controtendenza rispetto al mercato, hanno dato ai risparmiatori anche rendimenti soddisfacenti e, a
volte eccellenti, ma questa è la storia del senno di poi. Il consiglio è informarsi subito per evitare
problemi. Dopo.
Bisognerebbe che il risparmiatore considerasse la sua scelta di investimento come un momento
importante e, a volte, fondamentale nell’economia del proprio patrimonio e della propria famiglia.
A volte scelte affrettate e scellerate hanno portato a conseguenze tragiche, non solo dal
punto di vista economico ma personale. E riguardo a questo punto fondamentale nessun
Albo o legge può proteggere l’investitore impreparato o poco prudente!
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10. Con delibera n. 19548 del 17 marzo 2016, Consob, l’organismo di controllo dei mercati
finanziari, ha adottato nei propri atti regolamentari, le nuove denominazioni di
consulente finanziario abilitato all’offerta fuori sede (in sostituzione di promotore
finanziario);
consulente finanziario autonomo (in sostituzione di consulente finanziario) e albo unico
dei consulenti finanziari (in sostituzione di albo unico dei promotori finanziari).
REQUISITI DI UN CONSULENTE FINANZIARIO
INDIPENDENTE
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11. Collocamento
E’ molto evidente che l’attuale collocamento dei vari prodotti finanziari e bancari
sopra citati confermano una scarsa propensione alla diversificazione e una cultura
finanziaria quasi inesistente da parte dei risparmiatori che con le loro decisioni di
investimento hanno, troppo spesso, mostrato il fianco a speculazioni o collocamenti
finiti tragicamente come l’esempio della Parmalat.
Il paradosso è che da una parte il risparmiatore è notoriamente diffidente nei riguardi
di soggetti terzi atipici, come i consulenti finanziari indipendenti, e poi vanno
dall’amico in Banca a sottoscrivere BTP o fondi azionari con un promotore
finanziario. Pensate solo alla notoria attenzione che normalmente ognuno di noi pone
nell’acquisto di una nuova casa o una nuova automobile. Con che cura e disponibilità
di tempo ci si reca in diverse agenzie immobiliari o concessionarie a confrontare le
varie offerte e le condizioni di acquisto con meticolosa attenzione.
Quando invece si tratta di investire i propri risparmi, ripeto i propri, si delega la
decisione ai soliti intermediari(leggi Banca o Promotore finanziario) solitamente con
leggerezza e approssimazione al pari del pagamento delle imposte piuttosto che di
una bolletta della luce allo sportello postale. Un esempio: quanti risparmiatori che
hanno sottoscritto un fondo di investimento, sia esso di diritto italiano o
lussemburghese, hai mai letto tutto il prospetto informativo?
La risposta ve la potete dare da soli.
Fonte: «Investire consapevolmente» di Valerio Rossi, Gabrielli Editore
https://www.libreriauniversitaria.it/investire-consapevolmente-guida-pratica-non/libro/9788860993694
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12. Situazione del passato da evitare
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13. L'unico modo per
iniziare a fare
qualcosa è smettere
di parlare e agire.
Walt Disney
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14. Rischi
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La definizione di rischio è principalmente la seguente: il rischio è la potenzialità che un'azione o un'attività
scelta (includendo la scelta di non agire) porti a una perdita o ad un evento indesiderabile.
La nozione implica che una scelta influenzi il risultato.
Le stesse perdite potenziali possono anche essere chiamate "rischi".
Sebbene ogni comportamento umano sia rischioso alcuni hanno una percentuale di rischio maggiore.
[Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Rischio ].
Ciò premesso ci sono diversi procedimenti mentali e comportamentali del risparmiatore che portano a
scelte di investimento a maggiore rischio che variano da soggetto a soggetto.
E’ verosimile che ad un maggiore rischio corrisponde un maggiore guadagno ma nel mercato dei capitali
esistono dei principali fattori di rischio che sono i seguenti:
1. Rischio emittente
2. Rischio mercato
3. Rischio tipologia di strumento finanziario
4. Rischio soggetto collocatore o promotore
5. Rischio atteggiamento del risparmiatore
Fonte: «Investire consapevolmente» di Valerio Rossi, Gabrielli Editore
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15. Opportunità
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Sarete d’accordo con me che ogni singolo risparmiatore, per età, reddito, risparmio disponibile, obiettivo, profilo di rischio, ceto
sociale, stato di salute e situazione familiare abbia naturalmente una esigenza diversa da un altro soggetto. Va da sé che
idealmente ogni persona dovrebbe avere una pianificazione finanziaria diversa da un altro. Ne consegue che sottoscrivere in massa
uno stesso fondo o distribuire nel mercato finanziario dei prodotti standardizzati non è certo una risposta alla esigenza di
personalizzazione e di consulenza che sempre di più richiedono i risparmiatori italiani.
Gli investimenti “alternativi”
Per investimenti alternativi intendono quelli sconosciuti alla maggioranza dei risparmiatori ma che offrono delle
interessanti opportunità di crescita nel medio-lungo periodo. Quando parliamo di investimenti alternativi possiamo
considerare alcuni settori o tipologie non propriamente finanziarie che possano garantire al risparmiatore una
prospettiva di conservazione del capitale e dei possibili profitti futuri.
A tal proposito, secondo il mio parere, ci sono alcune tipologie di investimenti alternativi che vi propongo:
1.Terreni agricoli e prodotti finanziari che investono nell’agricoltura
2. Oro fisico e monete d’oro
3. Nuovi materiali
4. Energie alternative
5. Immobili
6. Aziende “start-up” nel settore della biotecnologia e biofarmaceutica
7. Criptovalute e aziende legate allo sviluppo di prodotti e servizi progettati sulla blockchain(crypto
business)
Fonte: «Investire consapevolmente» di Valerio Rossi, Gabrielli Editore
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16. Morale
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18. Riepilogo
Non esiste una formula magica per moltiplicare i propri investimenti.
Non è una partita a scacchi.
Esistono però formule in cui il capitale iniziale rimane sotto il tuo
controllo e nella Tua disponibilità.
E questo è il fattore essenziale, a prescindere dal grado di rischio.
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19. Grazie per
l’attenzione.
+Valerio Rossi
+vrfinanza@pm.me
+Sito Web:
http://vrfinanzasmarteducationschool.net/index.
html
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