L’impero di fronte al
dinamismo del Vangelo
L’impero romano facilita con la sua organizzazione la
predicazione del Vangelo in tutto il bacino mediterraneo.
Il Vangelo risponde a una attesa profonda degli uomini di
quei tempi.
Senza proporre una rivoluzione sociale, la comunità
cristiana accoglie tutti gli uomini perché essi sono uguali
davanti a Dio e salvati da Cristo.
prof. Vincenzo Cremone
L’impero di fronte al
dinamismo del
Vangelo
In un mondo duro per
essi, gli schiavi, i poveri, le
donne e i bambini sono
particolarmente sensibili
a tale messaggio.
Il cristianesimo rifiuta una
religione riservata a un
piccolo numero di iniziati.
Non vuole mescolarsi con
altri culti e non accetta la
divinizzazione dello
stato.
prof. Vincenzo Cremone
L’impero di fronte al
dinamismo del
Vangelo
La testimonianza di
fervore, di amore
fraterno e di carità
verso tutti dimostrata
dai cristiani.
prof. Vincenzo Cremone
L’Impero di fronte al dinamismo del
Vangelo.
Abbiamo qui la
spiegazione della lotta
dell’Impero contro I
cristiani, ma anche
dell’attrattiva sempre
maggiore del Vangelo
per gli abitanti
dell’Impero stesso.
prof. Vincenzo Cremone
Le persecuzioni
Tre grandi accuse circolavano tra il popolo contro i cristiani:
I cristiani sono atei
I cristiani praticano l’incesto
I cristiani sacrificano e mangiano i bambini
prof. Vincenzo Cremone
Le persecuzioni
I cristiani sono atei
Essi non partecipano ai culti tradizionali né al culto
dell’imperatore, ciò faceva pensare che non avessero
alcuna religione.
Oltretutto adoravano uno che era stato condannato
alla croce, cioè un bandito.
prof. Vincenzo Cremone
Le persecuzioni
I cristiani praticano l’incesto
Si riuniscono di notte per consumare un pasto
(Eucarestia) e poi si danno alle orge tra «fratelli» e
«sorelle» (tra di loro, i cristiani, si chiamano fratelli e
sorelle).
prof. Vincenzo Cremone
Le persecuzioni
I cristiani sacrificano e mangiano i bambini
La concezione errata che i non cristiani avevano
dell’Eucarestia.
prof. Vincenzo Cremone
Le persecuzioni
Non mancano le accuse anche degli intellettuali
per i quali il cristianesimo è considerato come
una «superstizione»
irragionevole e senza misura
nuova e dannosa
detestabile
prof. Vincenzo Cremone
Le persecuzioni
Fu Nerone il primo imperatore a
dare inizio alle persecuzioni
contro I cristiani.
Per discolparsi dell’accusa
dell’incendio di Roma,
approfittando dell’odio che il
popolo aveva nei confonti dei
cristiani, fece cadere su di loro la
colpa dell’incendio.
prof. Vincenzo Cremone
Le persecuzioni
La persecuzione di
Nerone avvenne nel 64 e
fu circoscritta nella città
di Roma e, tramanda la
tradizione, furono
martirizzati Pietro e
Paolo.
prof. Vincenzo Cremone
Le persecuzioni
prof. Vincenzo Cremone
La persecuzione ai cristiani non fu sempre continua e generale, cioè
estesa a tutto l’Impero, né fu sempre egualmente crudele e cruenta.
A periodi di dure persecuzioni seguirono periodi di relativa
tranquillità.
Nelle Apologie (“discorsi di difesa”) degli scrittori cristiani del
tempo (tra i tanti citiamo Tertulliano † 230), indirizzate anche agli
imperatori, i cristiani chiedevano di non essere condannati
ingiustamente, senza essere conosciuti e senza prove.
L’epoca dei martiri
prof. Vincenzo Cremone
Martire = testimone
Il martire è colui che testimonia la
sua fede in Gesù anche di fronte
alla minaccia di morte.
L’epoca dei martiri
prof. Vincenzo Cremone
La repressione di massa, tuttavia, non arrestò il
proselitismo dei cristiani; anzi, di fronte all’intransigenza
dei martiri, che preferivano testimoniare la loro fede con
la morte, ogni persecuzione era seguita da nuove
conversioni anche nella classe dirigente. Tertulliano così
scriveva ai persecutori:
«Noi ci moltiplichiamo ogni volta che siamo mietuti da
voi: il sangue dei cristiani è seme»
Le persecuzioni del III sec.
prof. Vincenzo Cremone
Poiché il rifiuto di compiere sacrifici in onore agli imperatori, come
pure alle altre divinità romane, era considerato reato di alto
tradimento: nel 202 l’imperatore Settimio Severo condannò la
conversione al cristianesimo con la pena di morte.
Salito al trono in un periodo di grave crisi per l'impero, Decio nel
250 volle invece costringere ogni cittadino dell'impero, pena la
morte, a professare devozione agli dei pagani ed implicitamente
all'imperatore, in primis i cristiani che erano ormai molto numerosi,
soprattutto nelle regioni orientali dell'impero.
La grande persecuzione
prof. Vincenzo Cremone
Partita nel 303 come attacco mirato ai leader
delle comunità ed ai loro beni, la "grande
persecuzione" voluta da Diocleziano
diventò violenta nel 304, nella parte orientale
dell’l'impero. Fu proseguita principalmente
da Galerio fino al 311.
Fine delle persecuzioni
prof. Vincenzo Cremone
Nel III secolo quindi la religione cristiana
rivaleggiava ormai con i vecchi culti
soprattutto nei grossi centri urbani, e molti
convertiti occupavano posizioni chiave nella
vita politica e sociale. Gli stessi imperatori,
pertanto, cominciarono a mostrarsi tolleranti e
cercarono di assorbire la spinta rivoluzionaria
del Cristianesimo. Nel 311 l’imperatore
Galerio pose fine alle persecuzioni in oriente.
Fine delle
persecuzioni
Le persecuzioni cessarono
definitivamente per ordine
dell’imperatore Costantino,
divenuto unico imperatore
dell’Occidente. Allora, d’accordo
con l’imperatore d’Oriente, Licinio,
nel 313 emanò l’Editto di
tolleranza di Milano, il quale
riconosceva la libertà di professare
la religione cristiana al pari di
quelle tradizionali e stabiliva,
inoltre, che fossero restituiti ai
cristiani tutti i beni confiscati.
prof. Vincenzo Cremone