3. L’area del
Belgiardino è di
200.000 mq., in
parte attrezzata con
servizi ed
infrastrutture per il
tempo libero e lo
sport e con percorsi
naturalistici di
media e lunga
percorrenza, a
ridosso del fiume
Adda. Il sito offre
spunti di riflessione
a livello percettivo
visivo nel rapporto
città/ fiume, con
biosistemi
caratteristici del
bacino fluviale.
4. Interessante risulta
essere anche il
lungo-Adda, tra la
stessa area e la zona
del nuovo raccordo
stradale e del
secondo ponte sul
fiume. In questo
senso l’analisi ci può
portare a verificare
sia il rapporto tra la
città ed il fiume, sia
quello tra la città e la
campagna, attraverso
il riconoscimento
qualitativo degli
spazi, delle
attrezzature, dei
collegamenti a
fiume, dello sviluppo
periferico della città,
dell’inserto del
nuovo raccordo
stradale in un
contesto agricolo.
6. Il biancospino comune (Crataegus monogyna) è riconoscibile dalle sue foglie
brevemente spicciolate, romboidali, profondamente incise, le punte dei lobi sono
profondamente incise. È un arbusto spinoso delle rosacee, spontaneo nei boschi e nelle
siepi; ha abbondanti fiori bianchi e frutti rossi; è coltivato nelle varietà a fiori rosa,
rossi, semplici o doppi.
7. Il salice bianco (Salix
alba), è la pianta
arborea, delle salicacee,
maggiormente presente
nelle zone umide, dioica,
con
fiori
a
impollinazione
anemofila. Le foglie sono
lanceolate.
8. Una piccola quercia (Farnia),
è stata piantata lungo la riva
dalla cava. La farnia (Quercus
pedunculata) è una pianta
arborea
delle
fagacee,
ampiamente diffusa in Europa.
L’albero adulto, ha una
chioma espansa e irregolare,
foglie caduche e ghiande
peduncolate; il legno è molto
pregiato. La corteccia è scura,
le foglie sono foglie lobate,
con corto picciolo e ghiande
riunite in gruppi.
9. Al di la del recinto si
nota una vegetazione
non
autoctona
rappresentata
dai
sempreverdi
abeti
(conifere).
In primo piano, prima
del
recinto,
un
biancospino,
tipico
della zona
11. Pioppo bianco o
gettice
(Populus
alba), delle salicacee,
coltivati a scopo
ornamentale e per la
produzione
di
cellulosa e legname;
hanno Ha foglie
alterne, inferiormente
biancastre. I frutti
(capsule) a maturità
liberano
semi
cotonosi.
12.
13. L’Adda è un fiume con
un’ittiofauna
molto
varia:
luccio,
trota
mormorata,
spinarello, trota fario, lasca,
savetta,
pigo,
alborella,
cavedano, carassio sono i pesci
più rappresentativi.
Un pescatore locale ci mostra
in un sacchetto di plastica i
pesci appena pescati: alborella,
cavedano, carassio, savetta e
pigo.
La savetta si nutre di
microrganismi presenti sui
ciottoli del letto del fiume, il
pigo
invece
di
alghe
filamentose. La contaminazione
delle acque influisce su queste
specie riducendo la loro
presenza o eliminandole del
tutto.
14. L’alborella
(Alburnus) è un
pesce teleosteo dei
cipriniformi (lungo
10-20 cm), con corpo
compresso, verdastro
nella parte superiore
e argenteo in quella
inferiore.
Le sue squame con
tiene cristalli di
guanina, che una
volta servivano per la
preparazione
delle
perle artificiali.
15. LOMBRICO (anellidi)
gruppo zoologico di animali
vermiformi, formato dalle classi
dei policheti, degli archianellidi,
dei mizostomidi, degli oligocheti
e degli irudinei. Il nostro
esemplare è un lombrico,
appartenente alla classe degli
oligocheti. I lombrichi vivono
nei terreni umidi, dove scavano
gallerie e si nutrono delle materie
organiche contenute nella terra.
Ingoiano continuamente una
grande quantità di terra mentre
scavano con la loro testa; poi
espellono questa terra, e hanno
perciò
una
funzione
importantissima
nella
fertilizzazione
del
terreno
vegetale. Durante l'inverno, i l.
rimangono completamente inerti,
attorcigliati fra loro a circa 2
metri di profondità.
16.
17. Gli elementi percettivi della ricerca fotografica che appartengono all’oasi di
Belgiardino, ci stimolano su alcuni versanti:
- uno squarcio di naturalezza rotto solo dal fruscio delle foglie e da quell’esile lamento
degli animali che lo vivono;
- il contino scorrere dell’acqua, che disturba la magia e la quiete di quel posto
18. La bellezza di questo luogo
che ancora non è stato
toccato dalla mano
deturpante dell’uomo, non
si lascia contaminare dal
disordine entropico della
città. Un’attenzione
particolare può essere
posta su alcuni aspetti della
pavimentazione stradale,
nel recupero di materiali
tradizionali e nel richiamo
tra centro storico e
periferia fluviale.
19. La natura spontanea
veste questo parco e
tocca
immediatamente le
sensazioni di chi la
osserva , dando a
quest’ultimo l’idea
di essere in un
mondo purificato e
libero
20.
21. Risulta evidente quanto sia più attenta e mirata la manutenzione del Centro ricreativo
sportivo della zona, rispetto ai percorsi naturalistici adiacenti. Questo sicuramente
perchè legato ad interessi economici diretti alla fruizione di spazi collettivi per il tempo
libero.
Ma questo dimostra, da un altro punto di vista quanta fatica si faccia per mettere sullo
stesso piatto della bilancia economia e ambiente: da qui il riscontro diretto di spazi
verdi inquinati da spazzatura
22. Piantumazioni ed arbusti malcurati o sradicati dalla loro sede, un argine
fluviale molto delicato ed eroso ( sicuramente abbisogna di interventi di
rinforzo ).
23. Un parcheggio facile alle pozzanghere e provvisorio nella
manutenzione.
Un tratto del fiume ricco di prodotti organici industriali (indice di
inquinamento)
24. Di riscontro, un intervento positivo ci è
sembrato quello legato al recupero di una
pavimentazione tradizionale della bassa
lombarda: l’uso del ciottolo e della pietra lungo
i due tratti di lungo Adda in prossimità del
ponte. Oltre che a migliorare l’immagine di un
percorso stradale, diventa un richiamo agli
antichi materiali del centro storico e nello
stesso tempo raccordo ideale tra le pietre della
città ed il sasso del fiume.
25.
26. Durante questa uscita ci siamo soffermati maggiormente sul legame che
intercorre tra la città e l’Adda.
Ci siamo resi conto che la città “vive” in modo sufficientemente positivo il
fiume: in altre parole il corso d’acqua è utilizzato, non solo per la pesca, ma
anche come luogo di svago. Infatti, durante le stagioni calde si possono vedere
sulle sue acque canoe e barche e sulle sue rive, persone che passeggiano, che si
rilassano all’ombra degli alberi, o bambini che giocano nel verde.
27. Passeggiando in
bicicletta lungo il fiume,
ad un certo punto la
strada di ciottolo e pietra,
è interrotta e lascia il
posto ad una strada
dissestata, che sarebbe da
riqualificare nel fondo,
ricucendo in modo
positivo il percorso
ciclabile nel rapporto
città – fiume.
28. Transitando sul lungo Adda, tra i due ponti, il rapporto tra città e campagna non
risulta essere valorizzato, in quanto la cortina dell’edificato aggredisce
l’orizzonte dei campi.
Quindi si potrebbe intervenire creando una quinta botanica, che attenuerebbe lo
stacco tra l’edificato e la natura.
29. La città non deve
essere solo in armonia
con il fiume che
l’attraversa, ma anche
con la campagna che
la circonda, cercando
di trovare un buon
equilibrio tra prati,
campi e edifici senza
rovinare la bellezza e
la
delicatezza
di
questo paesaggio da
proteggere
e
da
valorizzare.
30.
31. Sulle sponde
dell’Adda si
disputarono grandi
battaglie nel 490 tra
Odoacre e
Teodorico, nel 1437
tra Nicolò Piccinino
al servizio di Milano
e l’esercito
veneziano e nel
1796 tra Napoleone
e l’esercito
austriaco.
32. Camminando lungo il
fiume, percepiamo
altri tipi di immagini:
le donne che con tanta
pazienza lavavano i
panni; i bambini che
accompagnando le
loro madri in riva al
fiume, coglievano
l’occasione per
trascorrere un
pomeriggio
divertendosi nelle
acque.
33. I pescatori che con piccole imbarcazioni navigavano nel fiume nella speranza
di pescare il cibo che avrebbero consumato la sera.
34. Il sentiero che porta alla lanca è ricco di vegetazione, salici, pioppi, querce e
edera rampicante sui tronchi. In silenzio il gruppo procede per scoprire le
ricchezze naturali di questo bellissimo posto.