1. 1
… ciao Tullio
Alcuni mesi addietro, sulle pagine di questo periodico, ho espresso alcune considerazioni sulle
varie sfaccettature dell’amicizia, riferendomi a esperienze personali.
Di una cosa non ho scritto perché, per mia fortuna, non avevo avuto alcuna esperienza del ge-
nere.
Parlo del dolore, della sensazione di vuoto, del rimpianto che si provano per la perdita di un
caro amico: ora lo so o, meglio, lo sappiamo perché, anche se scrivo in prima persona, sono certa di
condividere i sentimenti di molti, forse di tutti coloro che hanno conosciuto Tullio.
Per coloro che non hanno avuto la fortuna d’incontrarlo, posso affermare che era una persona
speciale: pacata (non l’ho mai sentito alzare la voce) molto rispettoso delle opinioni altrui, spiritoso
(le sue “battute inglesi” erano divenute famose e ribattezzate dagli amici “alla Tullio”), sempre di-
sponibile, discreto, estremamente corretto e gentile, capace di sdrammatizzare ogni situazione.
Un vero signore, un amico prezioso.
Attraverso le sue poesie è possibile intuire la grande sensibilità del suo animo ed è per questo
che il Direttivo ha ritenuto di ricordarlo mettendo a disposizione di chi lo desidera una piccola rac-
colta delle stesse.
Tuttavia quello che, forse, è più doveroso ricordare, è lo straordinario impegno che ha profuso
per l’Unitre.
Tullio Salvietti ne è stato vice presidente per circa diciotto anni.
Si è prodigato in ogni modo, disponibile per le più svariate esigenze.
Grazie alla sua competenza e impegno è stato possibile realizzare tre volumi (in lingua pie-
montese con traduzione italiana), che trattano aneddoti, antichi mestieri, storia dei territori su cui
opera la nostra Associazione.
Ha curato la realizzazione di un piccolo volume in cui sono stati pubblicati i racconti di nostri
associati, vincitori di un concorso indetto nella ricorrenza del ventennale della nostra Unitre e, in
ricordo del docente, signor Bertodatti, la pubblicazione di un libro di poesie, in lingua piemontese,
scritte dai suoi allievi.
Ha fatto suo questo periodico, curandolo, abbellendolo.
Frutto del suo lavoro sono stati i libretti verdi, gli orari, gli avvisi.
Mi fermo, perché troppo lungo sarebbe elencare in dettaglio il suo operato.
Dolore, rimpianto e un grande vuoto.
Questi i sentimenti che ci accomunano.
Ognuno di noi lo ricorderà per quanto ha condiviso con lui, lungo o breve che sia stato il tem-
po trascorso insieme. Da parte nostra (mio marito ed io) siamo grati per la fortuna di aver potuto
percorrere un lungo tratto della nostra vita con un amico prezioso.
Ciao Tullio.
Wilma Casini
unitre.alpia@libero.it
www.unitrealpica.it
XX 80 novembre 2015
2. 2
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Eccoci, il nostro NOTIZIARIO è tornato e
resterà.
La decisione è stata assunta all’unanimità
dal Direttivo, nella seduta del 31 agosto scorso,
in quanto tutti convinti che questo strumento di
comunicazione sempre molto atteso, seguito ed
apprezzato da tutti noi, la grande famiglia
dell’UNITRE, doveva continuare ad esistere.
Torna nella sua veste tipografica consueta,
forse un po’ rinnovato nella grafica, con lievi
innovazioni ma nel rispetto della continuità,
solo perché sono diverse le persone che se ne
occuperanno.
Le rubriche saranno più o meno le stesse
perché il NOTIZIARIO è soprattutto informa-
zione, poi ci saranno gli articoli di fondo, le re-
lazioni sui viaggi e gli eventi, le foto documenta-
rie delle attività. Insomma, tutto ciò che concer-
ne la nostra vitalità associativa verrà documen-
tato ed anche le poesie continueranno ad avere
una pagina dedicata.
Poche le novità, eccole.
* Affiancata alla già nota rubrica “Pillole
di Storia” nei prossimi numeri ne trove-
rete una nuova: “Notizie dal mondo del-
le Scienze”.
* Le storie legate alla memoria del passato
e della nostra infanzia rimarranno, ma
con un solo contributo per numero, in-
serito nella rubrica “Amarcord”.
In itinere si verificherà poi quale veste e
quali tematiche saranno più gradite ai nostri
associati e si valuterà.
L’importante era ripartire e noi siamo
pronti.
La redazione: Beppe Galliano
Laura Gaudenzi
Mauro Vernero
È tornato il NOTIZIARIO
Il Tesoriere
Romano Donadeo
Alpignano 31 agosto 2015
ENTRATE
Cassa e Banca iniziali al 1/9/2014
1.764,00
Contributo Regione Piemonte
Anno 2013/2014
3500,00
Quote associative + contributo infor-
matica
22.120,00
Contributo Comune di Alpignano
0.00
Contributo Comune di Pianezza
600,00
Partecipazione spese sez. Caselette
722,00
Interessi bancari su conto corrente
0,00
Totale 28.706,00
USCITE
Attività culturali
1.778,00
Riconosc. e rimborsi a Docenti e Assi-
stenti
7.400,00
Propaganda
(libret-
ti,manifesti,programmi,periodico ecc.)
1.785,00
Acquisto attrezzatura didattica
417,00
Assicurazione RC. furto e incendi
2.559,00
Contributo Associazione nazionale
800,00
Affitto locali e utenze
2.386,00
Consulenze professionali
0,00
Canone noleggio e manutenzione foto-
copiatrice
1.851,00
Diritti SIAE
61,00
Spese postali e telefoniche
1.718,00
Manutenzione attrezzatura ufficio e
didattica
136,00
Accademia d’umanità
2.360,00
Cancelleria e materiale per ufficio
267,00
Spese bancarie e bolli su estratti conto
142,00
Quota parte contrib. regionale alla
Sezione di Caselette (10%)
350,00
Interventi sociali
1.283,00
Abbonamenti a periodici
0,00
Rimborso spese per servizi vari e di
rappresentanza
146,00
Pulizia locali
209,00
Cassa e Banca al 31/8/2014
di cui : accantonamento laboratorio
informatico €. 2.500,00
Avanzo di Amministrazione
€ 558,00
3.058,00
Totale a pareggio 28.706,00 28.706,00
RENDICONTO FINANZIARIO CONSUNTIVO 2014/2015
3. 3
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Con la chiusura della Scuola Gramsci abbiamo
corso il rischio di non aver più l’Unitre ad Alpignano.
Come è giusto e naturale abbiamo dovuto
sgombrare le aule che ci erano state concesse negli
anni passati nella Scuola Turati per lasciare il posto
ai ragazzi; a questo punto non sapevamo più dove
allestire i corsi per l’anno accademico 2015-16.
Dopo estenuanti trattative, telefonate, richie-
ste mail, sopraluoghi in luoghi improponibili, incon-
tri e scontri personali con l’Amministrazione comu-
nale siamo giunti ad un compromesso, abbiamo in-
tensificato i corsi previsti al Salone Cruto, per i corsi
con maggior numero di iscritti, occupando il martedì
e venerdì sia il mattino che il pomeriggio, fatto salvo
quattro date nel mese di Dicembre per importanti
iniziative comunali.
Comunque la nostra attività non sarà interrot-
ta, per il gentile aiuto e coinvolgimento
dell’Associazione Auser che ci presta il salone a loro
concesso.
Gli altri corsi verranno svolti al pianterreno,
vicino alla nostra sede, sempre all’edificio Cruto.
Naturalmente la capienza dei locali è limitata e
di questo purtroppo molti si sono lamentati, preten-
dendo cose inattuabili e talvolta anche arrabbiandosi
maleducatamente.
E’ una questione di forza maggiore! Non pos-
siamo permetterci niente di meglio!
La nostra Associazione è composta da persone
che credono con caparbietà al volontariato, alla dif-
fusione della cultura e dell’associazionismo, e anche
questa volta è stata più forte delle difficoltà e dei pro-
blemi.
Comunque anche quest’anno l’ UNITRE c’è!!!
Voglio ringraziare e congratularmi vivamente
con tutti coloro che hanno accettato di buon grado, o
si sono proposti, per il compito di “Assistente ai cor-
si”.
L’assistente è una figura importante, di primo
piano, indispensabile per il buon funzionamento dei
corsi, è colui che accoglie gli associati e il Docente, è
il collegamento con la nostra associazione, le sue
mansioni sono semplici ma di estrema utilità: apre
l’aula, registra le presenze, favorisce la socializzazio-
ne.
Nessuna difficoltà quindi. Solo tanta buona
volontà ed il desiderio di sentirsi utile agli altri.
Chi appartiene ad una Associazione di Volon-
tariato, è l’associazione stessa.
Essere parte di una Associazione di Volonta-
riato significa farne parte integrante, per intenderci
parte attiva, e non semplici “fruitori” che partecipa-
no ai corsi sempre interessanti, agli incontri
“goderecci”, ai viaggi ben organizzati e alle piacevoli
uscite!
Tutte cose bellissime che per essere realizzate
richiedono l’attività e l’impegno di molte persone.
Significa essere compagni di viaggio, condivi-
dere lavoro, passione, dedizione, esperienze, non a
favore di se stessi, ma della comunità, perché tutti i
corsi, i progetti, i viaggi, le conferenze non nascono
da soli, dietro ci sono mesi di ricerche e di lavoro. A
volte non tutto è perfetto, ma è difficile sbagliare se
non si fa nulla!!
Fatevi avanti, coraggio, prendete contatto con
la nostra segreteria.
Senza l’opera disinteressata di tante persone di
buona volontà l’Unitre non esisterebbe!
Carissimi associati, anche quest’anno
ce l’abbiamo fatta!
GRAZIE AGLI ASSISTENTI
e COLLABORATORI
VITA ASSOCIATIVA
* Acrostico bizzarro *
P. prima
P. pensa
P. poi
P. parla
P. perché
P. parole
P. poco
P. pensate
P. possono
P. produrre
P. parecchi
P. pentimenti
Quando il Buon Dio, alitando sul viso dell’uomo,
gli ha dato il dono della parola, gli ha fatto un regalo
prezioso. Le parole è vero sono un meraviglioso stru-
mento di comunicazione, ma attenzione! Non usia-
mole a sproposito! Voglio ricordarvi che per un profi-
cuo svolgimento della lezione e perché tutti possano
fruirne in modo adeguato siamo invitati a fare do-
mande pertinenti evitando inutili critiche o peggio
sterili polemiche che porterebbero inevitabili contra-
sti di nessun interesse per tutti. Grazie.
4. 4
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Intanto la cosa più facile è cominciare a leg-
gerla individualmente: procurarsi il testo è sempli-
cissimo e poco costoso (è stata pubblicata in forma
di opuscolo in numerose edizioni di costo variabile
da 2 a 9 €, la si trova su internet a partire dal sito
ufficiale del Vaticano, w2.vatican.va/content/
francesco e su numerosi siti giornalistici).
Potrebbe essere un ottimo spunto di riflessio-
ne per Natale: credenti e non credenti non farebbero
difficoltà a riconoscere che il “pace in terra” del mes-
saggio evangelico di Natale va come “pace con la ter-
ra”.
Dario Vota
Sull’enciclica “Laudatosi’” di papa Francesco,
pubblicata a fine maggio di quest’anno, è sceso un
silenzio impressionante. Dopo i primi commenti
giornalistici “a caldo” – per lo più formalmente ri-
spettosi, ma non senza critiche malevole (soprattutto
da cattolici conservatori, avversi a questo papa) – si
è scelto di accantonarla, di farla dimenticare.
Ora, che i poteri economici che controllano i
mass media (ricordiamo sempre che i maggiori gior-
nali e le tv a diffusione nazionale sono tutti o di pro-
prietà di grandi gruppi economico-finanziari o lottiz-
zati dai poteri politici asserviti al vero potere) abbia-
no dato ordine di silenziare quest’enciclica, non stu-
pisce: se la si legge, se ne coglie subito la portata di-
rompente di riflessione critica verso i modelli di vita
dominanti e verso il sistema economico che li impo-
ne; ma che anche negli ambiti ecclesiali l’enciclica
venga per lo più ignorata (le gerarchie vaticane
l’hanno trattata con fastidio, dai vescovi – salvo
qualche iniziativa qua e là – non sono arrivati alle
parrocchie inviti a leggerla e discuterla e porla al
centro di un progetto di formazione, i preti nelle o-
melie non ne parlano), lascia molto delusi. O è segno
che i suoi contenuti costringono a fare un esame di
coscienza un po’ scomodo, che si preferisce evitare?
Eppure non è solo un importante documento
di Chiesa, è un messaggio fondamentale – per cre-
denti e non credenti (si rivolge infatti “a tutte le per-
sone di buona volontà”) – sul nostro ruolo nel mon-
do di oggi; è la riproposizione attualizzata, in base a
dati scientifici e con un linguaggio odierno, del pun-
to di vista evangelico sull’agire dell’uomo nel mondo
(e dunque l’agire economico, politico, sociale, cultu-
rale) e sulla relazione tra noi e l’ambiente in cui vi-
viamo (e dunque su come l’umanità, trascinata dal
sistema economico oggi dominante, sta rovinando le
basi naturali della sua stessa sopravvivenza).
Ed è un messaggio forte e coraggioso, non solo
ben più responsabile e consapevole dei veri problemi
rispetto alle chiacchiere vuote dei politici, ma anche
più radicale nelle sue proposte rispetto alle pur intel-
ligenti analisi di molti ecologisti.
E allora bisognerebbe che questa enciclica ve-
nisse letta, meditata e dibattuta, anche e soprattutto
negli ambienti ecclesiali (dove da un po’ di anni a
questa parte sembra che i temi sociali siano stati re-
legati in un angolino) e in quei gruppi di impegno
che hanno come riferimento il messaggio cristiano.
Riflessioni sull'enciclica “ Laudatosi’ ”
di Papa Francesco
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Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
L’inverno del 1709 è ricordato come il più
freddo in Europa degli ultimi 5 secoli: per alcuni me-
si molte regioni si trovarono strette nella morsa di
neve e ghiaccio.
Il freddo irruppe improvviso alla vigilia
dell’Epifania colpendo particolarmente l’Europa cen-
trale e mediterranea, ma quasi nessuna area del Vec-
chio Continente venne risparmiata.
Questo straordinario e inatteso freddo fu cau-
sato dalla combinazione di più fenomeni: il culmine
della così detta “piccola glaciazione”, l’eruzione di
diversi vulcani e l’estensione anomala in tutta Euro-
pa dell’Anticiclone Termico Russo.
I termometri di Parigi registrarono un calo
termico improvviso di quasi 300C.
In tutta Europa in poche ore gelarono fontane,
rivi, pozzi e anche piccoli laghi. Ghiacciarono poi
tutti i principali fiumi europei, tra cui il Po sul quale
si poteva passare liberamente con i carri. Stessa sor-
te toccò a laghi, lagune e porti: la parte medio alta
del Lago di Garda, la Laguna Veneta e i porti di Ge-
nova, Marsiglia e Livorno.
La neve coprì completamente le strade; a Ro-
ma in un mese nevicò 13 volte e in Pianura Padana
cadde oltre un metro e mezzo di neve.
Dalla gelida reggia di Versailles la duchessa
d’Orléans, cognata di Luigi XIV, scriveva ad un pa-
rente: «Sono qui seduta davanti ad un grosso fuoco,
barricata in casa, avvolta in pellicce. Sono così in-
freddolita che a malapena riesco a scriverti. Non ho
mai visto in vita mia un inverno come questo».
Drammatiche le conseguenze del gelo su ani-
mali e piante: i pesci congelarono nei fiumi, moriro-
no migliaia di uccelli, e, in Pianura Padana perirono
tutte le piante da frutto, mentre nella riviera ligure le
coltivazioni di ulivo, vite ed agrumi furono seria-
mente compromesse. Con leggere oscillazioni la
temperatura si mantenne bassa fino a primavera.
Al freddo seguirono fame, inondazioni e care-
stie. Si diffusero malattie e l’influenza si propagò
fino a diventare una vera pandemia.
Molti Stati cercarono di reagire alla drammati-
ca situazione: in Francia Luigi XIV predispose la di-
stribuzione gratuita del pane aprendo mense di be-
neficenza e a Londra la regina Anna Stuart ordinò di
distribuire carbone ai poveri. Anche la guerra di Suc-
cessione spagnola, che da nove anni infuriava in tut-
ta Europa, contribuì ad aumentare lo stato di indi-
genza della popolazione. L’11 settembre 1709 ebbe
luogo a Malplaquet, ai confini tra Francia e Belgio,
una delle battaglie più cruente del secolo nella quale
morirono più di 30000 soldati!
Gelo, carestie e guerra causarono un numero
di vittime senza precedenti: circa un milione di per-
sone (su un totale di 22) morirono in Europa in
quell’anno terribile!
Beppe Galliano
Pillole di Storia
Il 2 febbraio 1709, sull’ Isla Más a Tierra -
arcipelago delle isole Juan Fernandez, America del
Sud - il marinaio e pirata scozzese Alexander Selkirk
fu recuperato da una nave inglese dopo esservi rima-
sto da solo per 4 anni e 4 mesi: vi era stato abbando-
nato a causa di contrasti con il capitano della nave
pirata Cinq Ports, della quale era nostromo.
Fu lui ad ispirare successivamente, nel 1718, il
famoso romanzo di Daniel Defoe, Robinson Crusoe.
Nel 1966 il governo cileno rinominò l’ Isla
Más a Tierra, dove Selkirk aveva vissuto, in Isla Ro-
binson Crusoe; ad Alexander venne invece intitolata
l’ Isla Más Afuera.
In quall’anno accadeva
anche che ...
6. 6
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Poi però si continuano ad attraversare posti di
frontiera: Croazia–Bosnia, Bosnia-Repubblica Serba
di Bosnia Erzegovina, Repubblica Serba-
Montenegro. Ogni volta controlli lunghi, meticolosi
ed anche contrassegnati da richieste che hanno
l’amaro retrogusto della corruzione. Il nostro mondo
non è più così e ti senti ripiombato indietro, “in luo-
ghi estranei e non posseduti” appunto, dove il diritto
di cittadinanza vasta e diffusa, che per noi è un valo-
re scontato, là è un diritto ristretto e delimitato
nell’ambito dei singoli territori nazionali.
In Europa le frontiere sono ormai considerate
zone cerniera, là ancora vere e proprie barriere.
Da Rijeka (Città di Fiume), fino alle sponde del
lago di Scutari, ai confini con l’Albania, è tutto un
susseguirsi di
lingue diverse,
di monete di-
verse, di espres-
sioni religiose
diverse e di po-
poli che si sen-
tono ancora
diversi, ma che
per lungo tem-
po hanno con-
vissuto ed ora
tentano costan-
temente un dia-
logo allo scopo
di ritrovare una
definitiva paci-
ficazione.
Ovunque colpi-
sce il profondo
senso di religio-
sità vissuto ancora con grande devozione, con simbo-
logie, gestualità e comportamenti che non apparten-
gono più al nostro modo di esprimere la fede. Questo
è stato riscontrato in tutti i luoghi di culto visitati,
indipendentemente dal credo: la religione cattolica
come è vissuta a Medjugorie, il misticismo del mona-
stero ortodosso di Ostrog, l’aura delle moschee serbe.
“Arrivando a ogni nuova città il viaggiatore
ritrova un suo passato che non sapeva più d’avere:
l’estraneità di ciò che non sei più o non possiedi più
t’aspetta al varco nei luoghi estranei e non possedu-
ti.” (Italo Calvino)
Parto da questa citazione perché mi pare sinte-
tizzi al meglio il filo conduttore per interpretare que-
sto viaggio.
Da tempo infatti noi viviamo in Europa, ci spo-
stiamo senza limiti né frontiere, usiamo la stessa mo-
neta e, da ancor più tempo, viviamo in un clima di
pace.
Quasi nessuno di noi ha vissuto in prima per-
sona le tragedie della guerra che ci arrivano smorza-
te, come lontana eco, dai racconti familiari, dai testi
di storia o dai programmi televisivi.
Poi attraversi la frontiera Est, poco dopo Trie-
ste, e all’improvviso ti senti immerso in un mondo
che si ricollega ad un passato che non ci appartiene
più e che per molti versi ci è estraneo, ma per tutto il
tempo del viaggio ti accompagna, ti sorprende e ti
rende consapevole che a due passi da casa c’è un al-
tro modo di percepire lo spazio geografico, le relazio-
ni politiche, umane ed i valori della vita.
Intanto una guida molto giovane e preparata
esordisce dicendo che la Croazia non ha ancora supe-
rato i traumi della guerra che dal 1991 al 1995 ha
martoriato l’ex Jugoslavia. Racconta esperienze per-
sonali molto toccanti e indica tutti i segni ancora pre-
senti nel paesaggio, sui muri, sui tetti delle abitazioni
e nel cuore delle persone. Le tracce della devastazio-
ne, ma soprattutto il dolore delle perdite subite e le
intime ferite procurate da quella guerra, sono ancora
lì, presenti, in fase di rielaborazione continua ed il
superamento appare ancora lontano.
Simbolo universale del grande sforzo di ricon-
ciliazione nei Paesi dell’ex Jugoslavia è il Ponte di
Mostar, ricostruito sotto l’egida dell’UNESCO, che è
lì a testimoniare che la pace si raggiunge costruendo
ponti, non muri e che solo attraverso ponti ideali si
possono unire popoli, religioni e culture.
Viaggio attraverso Croazia, Bosnia e Montenegro
passando per la Repubblica Serba di Bosnia Erzegovina
17 - 25 maggio 2015
7. 7
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Questo viaggio culturale e mentale si è snodato
attraverso uno spazio geografico caratterizzato dai
continui contrasti del paesaggio: i colori, la quiete, la
luminosità delle zone costiere e l’asprezza dei territo-
ri carsici delle zone interne; la vivacità delle città e la
desolazione di territori completamente disabitati
dove il nulla regna sovrano; ampie zone boschive
incontaminate, ricche di verde e paesaggi lunari;
montagne con un versante lussureggiante e l’altro
inaridito e desertificato dalla Bora. Semplicemente
fantastico!
Splendide le grandi città che fanno parte
dell’immaginario collettivo storico, politico e cultura-
le come Rijeka, Kotor e Dubrovnik; curiose ed ina-
spettate le piccole città dove si vive ancora a misura
d’uomo come Mostar, Budva, Petrovac, Perast e Ce-
tinje; incantevoli le Bocche di Cattaro con le loro iso-
le silenti e le acque scure e profonde; suggestivo il
Canyon di Omiš dove abbiamo navigato sulle tracce
dei pirati; spettacolare l’isola di Pag con il suo pae-
saggio lunare; prestigiosa Opatija con la ricchezza dei
suoi palazzi d’epoca.
Come sempre succede viaggiando, il contatto
diretto con la cultura di luoghi poco conosciuti e con
le persone che ci vivono ha contribuito a sfatare mol-
ti luoghi comuni e pregiudizi, per chi li aveva ovvia-
mente.
Un esempio per tutti. Appare subito chiaro che
il Montenegro non è affatto un paese desolato, abita-
to da zingari e pecorai, ma un luogo di alta civiltà,
dove il patrimonio comune è molto curato e non vi è
traccia di degrado; che le persone sono fisicamente
belle, di alta statura, dai modi talmente gentili da
rasentare la raffinatezza e dotate di un grande talen-
to imprenditoriale.
Superati lo stupore iniziale, i luoghi comuni e
le titubanze, è rimasto tutto il tempo ed il modo di
apprezzare e godere quanto i Paesi balcanici possono
offrire.
La cucina poi mette d’accordo tutti e i cibi cu-
cinati nella tradizionale peka non hanno procurato
avanzi, vino e birra hanno costituito un ottimo ac-
compagnamento per piatti di formaggio di infinite
varietà ed era irrilevante sapere se fossimo in Croa-
zia, in Bosnia Erzegovina, nella Repubblica Serba o
in Montenegro, perché, in fondo, tutto il mondo è
paese e la convivialità ed il buon cibo accomuna tutti.
Tutto l’itinerario e le tappe di questo viaggio
hanno aggiunto tasselli e cammei alla conoscenza.
Spero che nessuno sia tornato uguale a come è parti-
to ma con la consapevolezza che le barriere sono es-
senzialmente mentali, che non ci sono né terre né
persone straniere, che la guerra divide in un attimo,
ma poi si sente forte il bisogno di riconciliazione, che
invece è un percorso lungo e doloroso da compiere;
soprattutto spero che, per chi ha partecipato, questo
pezzo di mondo non sia più estraneo e non possedu-
to.
Laura Gaudenzi
8. 8
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Casale ci è apparsa all’improvviso emergendo,
con le sue possenti mura, dalla fitta coltre di nebbia
che avvolgeva tutta la valle del PO.
L’abbiamo trovata al suo risveglio con le strade
deserte, una pace diffusa che l’avvolgeva nel silenzio,
la condizione migliore per scoprire il suo fascino.
Con tutta calma abbiamo così potuto percorre-
re il centro storico e visitare la Cattedrale di
Sant’Evasio, il Chiostro dell’ex convento Santa Croce
e la Sinagoga.
Tappa d’obbligo è poi stata la pasticceria pro-
duttrice dei tipici krumiri di cui non si poteva pro-
prio fare a meno.
E’ seguito il momento della degustazione dei
prodotti monferrini e del menu tipico, perché si sa
che la buona conoscenza di un luogo passa anche e
soprattutto attraverso le sue specificità culinarie.
Con una lunga ed impegnativa camminata ab-
biamo poi raggiunto il castello di Camino, immerso
in un grande parco di alberi secolari, da cui si ammi-
ra un meraviglioso panorama su tutto il Monferrato e
la valle del Po.
La competenza della guida ci ha permesso di
scoprire storie e leggende affascinanti, compresi i
fantasmi che in un castello degno di questo nome
non possono di certo mancare.
Ringraziamo i docenti Galliano, Caviglia e To-
fanelli per la suggestione di questo percorso culturale
e per averci dedicato la loro compagnia per tutta la
giornata.
Laura Gaudenzi
CASALE MONFERRATO e CASTELLO DI CAMINO
26 ottobre 2015
9. 9
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Una Guida Turistica, che ho trovato curiosan-
do su internet, presenta così Arezzo:
“Arezzo sembra una di quelle fanciulle che
proprio da queste parti definiscono come di bellezza
cheta; cioè non prorompente e che va giudicata con
cautela, senza valutazioni avventate. Ma poi, alla
fine, si è concordi nel dire che questa fanciulla è dav-
vero molto bella, da innamoramento”.
Direi un pensiero azzeccato per questa città
ricca di tesori d’arte, ma di aspetto discreto: da visi-
tare scoprendo piano piano le sue bellezze.
Ho scelto, tra le tante, tre “perle” artistiche
della città per ricordare brevemente il nostro bel vi-
aggio che ha avuto come mete successive Cortona,
“distesa” sulla collina che domina la Valdichiana e
circondata da mura antichissime ed il borgo di Casti-
glione del Lago, arroccato su un promontorio che
domina il Lago Trasimeno.
La Piazza Grande di Arezzo è tra le piazze più
belle d’Italia: un trapezio declinante e sghembo cir-
condato da edifici che, seppur di epoche diverse, non
ne intaccano l’armoniosità. Questo è il luogo dove
due volte all’anno si svolge la suggestiva Giostra del
Saracino e, in questi tempi, è diventata celebre nel
mondo per il film “La vita è bella” di Roberto Beni-
gni.
La chiesa di San Domenico, uno dei più rino-
mati edifici sacri di Arezzo, che conserva al suo inter-
no il crocifisso ligneo dipinto da Cimabue, uno dei
capolavori della pittura del Duecento.
Infine la chiesa di San Francesco, ispirata ai
criteri di semplicità estetica francescana, con al suo
interno, nella cappella absidale, un vero tesoro: il
ciclo di affreschi cinquecenteschi di Piero della Fran-
cesca sulla “Storia della Vera Croce”, uno dei capola-
vori assoluti di tutta la pittura rinascimentale.
Beppe Galliano
AREZZO, CORTONA e Lago TRASIMENO
9—10—11 OTTOBRE 2015
10. 10
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Penso con gratitudine alla vera e preziosa ami-
cizia presente in ogni circostanza (molto rara di questi
tempi)
Penso a della bella musica: romanze e melodie
attuali, o ad antiche canzoni che risuonano nella mia
mente con nostalgia … Canzoni che cantava spesso la
mia mamma come “vento vento portami via con te”
oppure “creola dalla bruna aureola” e molte altre.
Lavorava cantando la mia mamma, anche se la sua
vita era ricca di ristrettezze e di lavori faticosi, per
tutte le difficoltà di quei tempi, ma con tanto spirito di
rassegnazione e saggezza!
Peccherò di sentimentalismi, dettati forse
dall’età, ma seguendo questi suggerimenti constato
che la serenità e la positività sono da scoprire dentro
di noi, nel nostro modo di vivere, apprezzando le cose
più semplici e le più vere!
Apprezziamole cercando con tutta la nostra
volontà di volerle raggiungere!
Maria Voglino
Non so se questi pensieri dettati dalle mie mo-
deste considerazioni saranno condivisi da molti …
Ogni giorno che passa e senza distinzioni d’età
la nostra vita diventa sempre più complicata e assil-
lata da stress e dai troppi oneri che pesano sulla no-
stra quotidianità, tanto da paragonare le nostre gior-
nate ad un grande puzzle … in cui si cerca di incasto-
nare ogni tassello, tempo e denaro, in modo minu-
zioso e al posto giusto.
L’oggi è già associato al domani; pur senza
voler rincorrere traguardi troppo pretenziosi o sogni
irrealizzabili. La serenità e la gioia sono diventate
optional o briciole rare che, spesso per la nostra fret-
ta o apatia, non sappiamo quasi più cogliere! ... Sarà
un’assenza di emozioni? Oppure un gran desiderio
di serena normalità?
La vita è sempre qualcosa di speciale quando
scorre normale, cosa che più vado avanti negli anni e
più sento di apprezzare, pensando che sia una di-
mensione sempre più preziosa e difficile da raggiun-
gere … Ogni tanto, per sminuire queste mie tensioni,
mi regalo con la fantasia pensieri sereni, ossigenan-
do la mia mente collegandola a piacevoli giornate
trascorse in bei luoghi da ricordare, suggestivi ma
molto spartani e semplici … Come una breve vacanza
in montagna quando al calar della notte il luccicchio
delle lucciole si confondeva con la luce delle stelle!
Oppure qualche passeggiata lungo la spiaggia priva
di frastuoni, nel ritemprante silenzio, dove tra cielo e
mare non si distinguevano i confini, sostando sugli
scogli a leggermi un bel libro. Luoghi che ispirano la
nostra mente ad alternativi pensieri …
Penso al dolce e spontaneo abbraccio di un
bimbo ricco di affetto e di tenerezza, che ci sa far
sciogliere di gioia e di emozione!
Penso al gran dono della salute nonostante
qualche acciacco accettabile!
AMARCORD ...
Non desidero una rosa a Natale più di
quanto possa desiderar la neve a maggio.
D'ogni cosa mi piace che maturi quand'è la
sua stagione.
(William Shakespeare)
Pensieri
11. 11
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
FIÒCA
A son tante farfale
che ant l’ària a vòlo a balo
as àusso a giro a calo
a ton ‘d n’aria legera,
e mach che a toco tèra
as rompo j’ale.
Son fiòch ëd bambasin-a
càndia, che adasi as ràngia
antorn, antorn: së stendo
ij fioch sui bòrd e a pendo
leger coma na fràngia
fin-a fin-a.
Che ‘d bianch a ven giù adasi
e ansima al bianch as pòsa
e a fa bianca ògni còsa!
An ària ‘l bianch a biàuta,
voland da sì, da l’àutra,
adasi adasi.
Daré dla fnestra i guardo.
Ij seugn candi a fiorisso,
a më sfioro, a sparisso,
e mi i peuss nen fërmeje,
i sai pi nen canteje:
le rime a tardo.
Pinin Pacòt
INVERNO
Anche quel muro vecchio
anche quel magro cane
anche il gelo nel secchio
gode il sole stamane.
A. Saltini
L’angolo dei poeti
Era lei, la NEVE
E un mattino
appena alzati, pieni di sonno,
ignari ancora,
d’improvviso aperta la porta,
meravigliati la calpestammo:
posava, alta e pulita
in tutta la sua tenera semplicità.
Era
timidamente festosa
Era
fittissimamente di sé sicura.
Giacque
in terra
sui tetti e stupì tutti
con la sua bianchezza.
E. Evtušenko
12. 12
Anno XX Nr. 80 novembre 2015 UNITRE Università delle Tre Età - Alpignano, Pianezza e Sezione di Caselette - Pubblicazione gratuita riservata agli Associati
Hanno contribuito a questo numero:
Nicla Alessandrini, Wilma Casini,
Beppe Galliano, Laura Gaudenzi,
Dario Vota, Maria Voglino Fiore,
Maria Teresa Gambino,
Gabriella Scarparo, Romano Donadeo,
Renato Fiammengo, Mauro Vernero
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i nostri
programmi
Aprile – data da definire – Viaggio a Urbino –
proposta della docente di Storia dell’Arte Signora
Tosco
Maggio – data da definire – Gita al Lago di Como
16-21 Maggio – Viaggio : La Loira racconta –
castelli e cattedrali
11-25 Giugno – Soggiorno al mare a Torre Can-
ne (Puglia), con incluse numerose ed interessanti
escursioni (programma dettagliato da definire)
Data da definire – Visita guidata di Saluzzo e del
Castello di Castellar – proposta dei docenti di
Torino e Piemonte (Caselette) - Sigg. Galliano,
Caviglia e Tofanelli
2 Aprile – visita guidata di SUSA – proposta dei
docenti di Storia del Piemonte (Pianezza) Sigg.
Carle e Ricossa
Proverbi e Aforismi
Chi vuol provar le pene dell'inferno, d'estate il fabbro e l'or-
tolan d'inverno.
L’uomo è come un albero e in ogni suo inverno levita la
primavera che reca nuove foglie e nuovo vigore.
(Vasco Pratolini)