Martino Trapani
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Attuale struttura SSN
•Tre livelli
CENTRALE - Ministero della salute e Organi tecnici;
REGIONALE - Assessorati e Direzioni generali Sanità;
LOCALE - Aziende USL e le Aziende ospedaliere (AO);
•Aziende sanitarie gestite da Manager (Direttore Generale) di
nomina regionale coadiuvato da Direttore Sanitario e Direttore
Amministrativo;
•Organizzazione strutture sanitarie;
Dipartimenti con responsabili nominati da DG;
Strutture complesse e Strutture semplici;
•Federalismo con garanzia prestazioni essenziali;
•Accreditamento e pagamento per prestazioni
(DRG);
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Legge n.405/2001
conversione DL con accordo Stato-Regione 8 Agosto 2001
Disavanzi di gestione sono coperte dalle regioni con:
•Compartecipazione alla spesa sanitaria;
•Variazione addizionale IRPEF regionale o altre misure fiscali
•Altri meccanismi inclusi interventi sulla distribuzione dei
farmaci;
Dal 2002 max 13% per spesa farmaceutica;
Con Legge Costituzionale numero 3 del 10 ottobre
2001 “Modifiche al titolo V della parte seconda della
Costituzione” la materie sanitaria diviene regionale, si assisterà
alla creazione di 21 sistemi sanitari distinti nell’ambito
nazionale. Le regioni, e le Province Autonome, sono, fra le
altre cose, tenute a stilare il Piano Sanitario Regionale (PSR)
entro 150 giorni dall’emanazione del PSN.
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Il Livello Centrale
• Programmazione;
• Definizione dei LEA e verifica che siano
garantiti in tutto il Paese;
• Finanziamento;
• Organizzazione;
• Monitoraggio;
• Finanziamento della ricerca;
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Ministero Salute
Istituito come Ministero della Sanità nel 1958 dalla Legge
296, eliminato dalla Bassanini nel 1999 (a far data dal
2001), fu re-istituito proprio nel 2001 come Ministero della
Salute, brevemente accorpato al Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali nel 2009, è stato poi di nuovo
reintrodotto nel 2009.
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Ministero della Salute
Il Ministero della Salute è l'organo centrale del Servizio
Sanitario Nazionale, cui sono attribuite le funzioni
spettanti allo Stato in materia di sanità, ovvero
programmazione, definizione di obiettivi, standard e
coordinamento dell’intero SSN.
Rappresenta L’Italia presso l’OMS.
Opera direttamente nel campo o indirettamente
nell’assistenza, nella formazione e nella ricerca scientifica con
propri laboratori, ambulatori, biblioteche, oltre che con i
distaccamenti periferici (USMAF, UVAC, PIF, SASN) e
coordina l’attività del Comando dei Carabinieri per la tutela
della Salute (NAS).
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Ministero della Salute
• il Dipartimento della Qualità, con 3 Direzioni Generali (Programmazione
Sanitaria, Livelli di Assistenza e Principi Etici di Sistema; Risorse Umane e
Professioni Sanitarie; Sistema Informativo);
• il Dipartimento dell'Innovazione, con 3 Direzioni Generali (Farmaci e
Dispositivi Medici; Ricerca Scientifica e Tecnologica; Personale, Organizzazione e
Bilancio);
• il Dipartimento Prevenzione e Comunicazione, con 3 Direzioni
Generali: (Prevenzione Sanitaria; Comunicazione e Relazioni Istituzionali; Rapporti
con l'Unione Europea e Rapporti Internazionali);
• il Dipartimento per la sanità pubblica veterinaria, la nutrizione e
la sicurezza degli alimenti, con 2 Direzioni Generali ed 1 Segretariato
(Sanità Animale e Farmaco Veterinario; Sicurezza degli Alimenti e della Nutrizione;
ed il Segretariato nazionale della Valutazione del Rischio della Catena Alimentare.
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Ministero Salute
Dipartimento della sanità pubblica e dell'innovazione:
•tutela della salute;
•tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro;
•tutela dell'ambiente e delle condizioni di vita e di benessere
delle persone;
•promozione e sviluppo della ricerca scientifica e tecnologica in
materia sanitaria;
•finanziamento e vigilanza sugli istituti di ricovero e cura a
carattere scientifico e su altri enti o istituti nazionali previsti
dalla legge;
•relazioni istituzionali in ambito nazionale;
•relazioni internazionali;
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Ministero Salute: Dipartimento della
programmazione e dell'ordinamento del Servizio
sanitario nazionale
• programmazione:;
• sviluppo e monitoraggio di sistemi di garanzia della qualita' e di
valorizzazione del capitale fisico, umano e sociale del Servizio sanitario
nazionale;
• coordinamento e gestione delle politiche riguardanti l'organizzazione dei
servizi sanitari;
• assistenza sanitaria degli Italiani all'estero e degli stranieri in Italia;
• sistema informativo e statistico del Servizio sanitario nazionale;
• formazione del personale del Servizio sanitario nazionale e
individuazione dei relativi fabbisogni formativi;
• assistenza sanitaria al personale navigante;
• organizzazione territoriale dell'assistenza farmaceutica;
• medicinali, ferme restando le competenze in materia attribuite all’Agenzia
Italiana del farmaco AIFA;
• dispositivi medici e altri prodotti di interesse sanitario;
• rischio clinico;
• funzioni medico-legali;
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Ministero Salute
Dipartimento della sanità pubblica veterinaria, della
sicurezza alimentare e degli organi collegiali
per la tutela della salute:
•sanità pubblica veterinaria, nutrizione e sicurezza alimentare;
•benessere degli animali;
•ricerca e sperimentazione nel settore alimentare e veterinario;
•coordinamento e finanziamento degli Istituti zooprofilattici
sperimentali e vigilanza sugli stessi;
•valutazione del rischio in materia di sicurezza alimentare;
•funzionamento del Consiglio superiore di sanità;
•dietetici e integratori alimentari;
•farmaci veterinari;
•Fitofarmaci;
•alimentazione animale;
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Ministero Salute
Ufficio generale delle risorse, dell'organizzazione e del bilancio:
•organizzazione, razionalizzazione e innovazione dei modelli organizzativo-
gestionali, dei processi e delle strutture degli uffici centrali e periferici del
Ministero;
•sistemi di valutazione del personale;
•attuazione degli indirizzi assunti dalla Conferenza di cui all'articolo 2,
comma 10, in materia di gestione delle risorse umane, dei servizi comuni e
degli affari generali svolti in gestione unificata, nonche' delle direttive
impartite dall' organismo indipendente di valutazione della performance;
•banche dati del personale, comunicazione e pubblicazione dei relativi dati e
adempimenti per la trasparenza;
•servizio di archiviazione e protocollazione informatica, gestione digitale dei
flussi documentali;
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Ministero Salute
Ufficio generale delle risorse, dell'organizzazione e del bilancio:
•logistica, coordinamento dell'applicazione delle modifiche legislative e
regolamentari aventi impatto sull'organizzazione del Ministero;
•supporto alla realizzazione e al funzionamento del Centro polifunzionale
per la salute pubblica;
•predisposizione e coordinamento del bilancio del Ministero;
•monitoraggio delle entrate e delle spese;
•riassegnazione delle entrate per servizi resi dalle strutture del Ministero
•controllo di gestione;
•trattamento giuridico, ruoli, programmazione e reclutamento del personale;
•fabbisogno di risorse umane e dotazioni organiche;
•mobilità esterna e interna, fatte salve le competenze dei Capi dipartimento
e sentito, in ogni caso, il Capo dipartimento per la mobilità del personale
degli uffici periferici;
•segreteria della Conferenza dei Capi dipartimento;
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Ministero Salute
Ufficio generale delle risorse, dell'organizzazione e del bilancio:
•procedure di conferimento degli incarichi dirigenziali;
•sviluppo e formazione del personale;
•trattamento economico fondamentale e accessorio, trattamento di
quiescenza, riscatti e ricongiunzioni del personale centrale e periferico;
•contenzioso del lavoro;
•servizio ispettivo interno;
•procedimenti disciplinari;
•relazioni sindacali e contrattazione;
•promozione del benessere organizzativo e del benessere psicofisico nei
luoghi di lavoro;
•pari opportunità;
•servizio di prevenzione e protezione per il personale assegnato alle
strutture centrali;
•front office;
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Ministero Salute
Ufficio generale delle risorse, dell'organizzazione e del bilancio:
•Ufficio relazioni con il pubblico;
•Centralino;
•Biblioteca;
•programmazione, acquisizione e gestione dei servizi generali, dei beni
mobili e immobili e relativa manutenzione per il funzionamento del Ministero
e per il funzionamento del Comando Carabinieri per la tutela della salute;
•ufficio tecnico;
•ufficio economato;
•ufficio cassa;
•gestione e sviluppo degli impianti tecnologici;
•gestione e sviluppo dei sistemi informativi di fonia in attuazione delle
strategie individuate dalla Direzione generale del sistema informativo e
statistico sanitario;
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Sono organi controllati del Ministero della
Salute:
• Il Consiglio Superiore di Sanità (CSS);
• L'Istituto Superiore di Sanità (ISS);
• Centro per il Controllo delle Malattie (CCM);
• L'Istituto Superiore per la Prevenzione e Sicurezza del Lavoro
(ISPESL);
• L'Agenzia nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (AGeNAS);
• Gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS);
• Gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali – (IZS);
• L'Agenzia italiana del farmaco (AIFA);
• La Croce Rossa Italiana (CRI);
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Consiglio Superiore Sanità
• E’ un Organo tecnico consultivo, con compiti di consultazione
e proposizione.
• Attualmente è costituito da 5 sezioni (programmazione sanitaria, Lea,
finanziamento e spesa SSN; ricerca sanitaria, sistema informativo;
requisiti strutture sanitarie per accreditamento, qualità, Asl e ospedali,
professioni sanitarie e formazione; sangue, emoderivati e trapianti; igiene
e sicurezza lavoro, inquinamento, malattie infettive, bioterrorismo,
tossicodipendenze, acque minerali; nutrizione, alimenti e sicurezza
alimentare, animali e veterinaria; farmaci e dispositivi medici),
• è composto di 99 membri (30 di diritto, 2 giureconsulti, 48 esperti nei vari
settori della medicina e dell'igiene, 8 benemeriti nel campo della sanità
pubblica ed 11 designati da altre amministrazioni) fra cui un Presidente.
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Consiglio Superiore Sanità
Esamina, su richiesta del Ministro, argomenti di sanità pubblica
e può chiedere al Ministro di esaminare i problemi o condurre
indagini circa le medesime problematiche, ovvero:
•Propone indagini scientifiche su avvenimenti di rilevante interesse nel
campo dell'igiene e della sanità.
•Propone la formulazione di schemi, norme e provvedimenti per la tutela
della salute pubblica.
•Propone la preparazione di norme per l'edificazione di opere per l'igiene
pubblica da parte di pubbliche amministrazioni.
•Esprime pareri sui regolamenti e sulle convenzioni internazionali che
riguardano la salute pubblica, sulle tabelle delle lavorazioni insalubri e dei
coloranti nocivi, sulle norme per la tutela della salute pubblica, sugli
insetticidi; sui lavori pericolosi delle donne e dei fanciulli e sulle norme
igieniche del lavoro, sugli stupefacenti, sui servizi diretti a prevenire ed
eliminare i danni delle emanazioni radioattive e delle contaminazioni
atmosferiche.
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Istituto Superiore Sanità
Organo tecnico-scientifico del SSN: Svolge funzioni di ricerca,
sperimentazione, controllo e formazione del personale:
•Ambiente e connessa prevenzione primaria;
•Biologia cellulare e neuroscienze;
•Centro nazionale AIDS;
•Centro nazionale di epidemiologia, sorveglianza e promozione della salute;
•Centro nazionale malattie rare;
•Centro nazionale ONDICO;
•Centro nazionale sangue;
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Istituto Superiore Sanità
• Centro nazionale per la ricerca e la valutazione dei prodotti
immunobiologici;
• Centro nazionale sostanze chimiche;
• Centro nazionale trapianti;
• Ematologia , oncologia e medicina molecolare;
• Farmaco;
• Malattie infettive, parassitarie ed immunomediate;
• Sanità Pubblica veterinaria e sicurezza alimentare;
• Tecnologie e salute;
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Centro Controllo Malattie (CCM)
Il CCM è un organismo di coordinamento tra il Ministero e le
Regioni per le attività di sorveglianza, prevenzione e risposta
tempestiva alle emergenze.
Istituito nel 2004 (Legge 138) con lo scopo di contrastare le emergenze di
salute pubblica legate prevalentemente alle malattie infettive e diffusive ed
al bioterrorismo.
Il CCM opera in coordinamento con le strutture regionali attraverso
convenzioni con l’ISS, l’ISPESL, gli IZS, gli IRCCS, le Università e le
istituzioni di sanità militare.
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Centro Controllo Malattie
(CCM), compiti:
• Verifica con le Regioni dei piani di sorveglianza e di prevenzione attiva;
• Supporto ai sistemi nazionali di allerta e risposta rapida anche al
bioterrorismo;
• Disegno di programmi di prevenzione primaria, secondaria e terziaria;
• Promozione di programmi di valutazione della performance sanitaria;
• Promozione dell’aggiornamento e della formazione del personale;
• Collegamento con altre realtà istituzionali e con altre realtà analoghe
europee e internazionali;
• Diffusione delle informazioni alla popolazione;
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ISTITUTO SUPERIORE PER LA PREVENZIONE
E LA SICUREZZA SUL LAVORO
Attività tecnico-scientifiche e tutte le funzioni consultive che
riguardano la prevenzione delle malattie professionali e degli
infortuni sul lavoro.
E’ stato assorbito dall’INAIL per effetto della legge 122/2011.
Sono affidati compiti di ricerca, di studio, di sperimentazione e
di elaborazione delle tecniche per la prevenzione e la sicurezza
del lavoro in stretta connessione con l’evoluzione tecnologica degli
impianti, dei materiali, delle attrezzature e dei processi produttivi, nonché di
determinazione dei criteri di sicurezza e dei relativi metodi di rilevazione ai
fini della omologazione di macchine, di impianti, di apparecchi, di strumenti
e di mezzi personali di protezione e dei prototipi.
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AGENZIA NAZIONALE SERVIZI SANITARI
REGIONALI
L’Age.Na.S. è un organo di supporto per il Ministero della
Salute e per le Regioni;
Svolge funzioni di supporto delle attivita regionali, di
valutazione comparativa dei costi e rendimenti dei servizi resi ai
cittadini e di segnalazione di disfunzioni e sprechi nella
gestione delle risorse personali e materiali e nelle forniture, di
trasferimento dell'innovazione e delle sperimentazioni in materia
sanitaria.
•Valutazione di efficacia dei L.E.A.;
•Rilevazione e analisi dei costi;
•Formulazione di proposte per l’organizzazione dei servizi sanitari;
•Analisi delle innovazioni di sistema, della qualità e dei costi dell’assistenza;
•Sviluppo e diffusione di sistemi per la sicurezza delle cure;
•Monitoraggio dei tempi di attesa;
•Gestione delle procedure per l’educazione continua in medicina (ECM).
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AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
Istituita nel 2003 (Decreto 269), svolge tutte le attività legate al
processo regolatorio dei farmaci in Italia, dalla registrazione e
autorizzazione all’immissione in commercio al controllo delle
officine produttive e della qualità di fabbricazione; dalla verifica
della sicurezza e appropriatezza d’uso alla negoziazione del
prezzo, dall’attribuzione della fascia di rimborsabilità alle
attività di Health Technology Assessment (HTA).
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AGENZIA ITALIANA DEL FARMACO
•Provvedere al governo della spesa farmaceutica assicurando
l’unitarietà nazionale del sistema farmaceutico, l’innovazione, la
semplificazione e l’efficienza delle procedure di registrazione;
•Autorizzazione sperimentazioni cliniche e l’immissione in
commercio dei farmaci (AIC);
•Monitoraggio delle reazioni avverse;
•Compiti ispettivi sulle aziende produttrici, di informazione e di
promozione della ricerca.
L’AIFA si avvale di alcuni organismi consultivi tra i quali:
Commissione Tecnico Scientifica (CTS) che ha assorbito le funzioni
attribuite in passato alla Commissione Unica del Farmaco (CUF).
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CONFERENZA STATO- REGIONI
•La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le
Province autonome di Trento e di Bolzano è stata costituita nel 1993
(D.Lgs. 266/93);
•Ha funzioni di consulenza per il Governo ed in particolare il
compito di determinare le linee-generali della politica sanitaria
nazionale (Accordi Stato-Regioni);
•Vi partecipano i Presidenti (o Assessori competenti o funzionari delegati) di
tutte le Regioni e Province autonome;
•La conferenza Stato-Regioni è "sede privilegiata" della negoziazione
politica tra le Amministrazioni centrali e il sistema delle autonomie regionali.
•Il suo "peso politico" e andato crescendo negli ultimi anni per il maggior
peso delle Regioni sulle decisioni in materia sanitaria, tanto che il D.Lgs.
229/99 prevede obbligatoriamente una serie di compiti consultivi;
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Il Livello Regionale
I governi regionali sono responsabili della attuazione
a livello regionale degli obiettivi definiti dal PSN.
Attraverso i propri organismi devono garantire che le USL e gli
ospedali forniscano le prestazioni alla popolazione.
Sono responsabili di:
• funzioni legislative, amministrative, di
programmazione, organizzazione dell’offerta in
funzione dei bisogni della popolazione;
• monitoraggio della qualita, appropriatezza ed
efficienza dei servizi.
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Il Livello Regionale: Funzione esecutiva
I governi regionali utilizzano il PSR per definire gli
obiettivi strategici e i criteri economici e organizzativi
di gestione delle strutture. Sono responsabili della:
• allocazione delle risorse alle aziende USL e ospedaliere;
• applicazione dei sistemi di autorizzazione e accreditamento secondo gli
schemi nazionali;
• coordinamento tecnico attraverso la conferenza permanente stato regioni;
• monitoraggio della efficacia, efficienza, appropriatezza dei servizi forniti
dalle strutture accreditate;
• definizione degli ambiti geografici delle aziende territoriali;
• nomina dei direttori generali;
• definizione dei limiti dell’autonomia gestionale dei direttori generali
all’interno della programmazione strategica;
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Attuali compiti delle Province e dei Comuni
• La Province autonome (TN-BZ) hanno potestà legislativa;
• Altre province non hanno compiti in materia sanitaria;
(solo indirettamente per questioni ambientali)
• Sindaco rimane la massima Autorità sanitaria locale;
Potere Ordinanza per situazioni contingibili ed urgenti
• Comuni approvano regolamenti locali;
Regolamenti di igiene, edilizi, di polizia veterinaria
• Comuni singoli o associati sono consultati dalla locale
Azienda USL;
Conferenze dei Sindaci
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Il livello locale: USL
Responsabilità di fornire le prestazioni in maniera diretta o
attraverso il finanziamento dei diversi erogatori pubblici e
privati.
Le attività sono definite nei piani locali in coerenza con la
programmazione regionale.
Devono garantire uguaglianza di accesso, efficacia degli
interventi di prevenzione, cura, riabilitazione, efficienza nella
produzione e distribuzione dei servizi.
Hanno responsabilità di bilancio.
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Organizzazione delle Aziende sanitarie
(AO, ASL)
n o r m a t iv a v ig e n t e
D i r e t t o r e s a n i t a r i o D i r e t t o r e a m m i n i s t r a t i v o
D IR E T T O R E G E N E R A L E
D i r i g e n t e m e d i c o
D i r i g e n t e s t r . c o m p l e s s a
D i r i g e n t e m e d i c o D i r i g e n t e m e d i c o D i r i g e n t e m e d i c o
D i r i g e n t e s t r . c o m p l e s s a
D i r i g e n t e m e d i c o D i r i g e n t e m e d i c o
D i r i g e n t e s t r . s e m p l i c e
D i r i g e n t e m e d i c o
D i r i g e n t e s t r . s e m p l i c e
R e s p o n s a b i l e D i p a r t i m e n to
Martino Trapani
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Organizzazione delle Aziende sanitarie
(AO, ASL)
DIRETTORE GENERALE:
E’ il legale rappresentante della ASL e responsabile della
gestione aziendale, nominato dalla giunta regionale con
incarico da 3 a 5 anni, rinnovabile. Deve essere in possesso di un
qualsiasi diploma di laurea e dimostrata esperienza almeno quinquennale
in ambito dirigenziale. Nomina i direttori sanitario ed amministrativo
aziendale ed i direttori di U.O.C. ed U.O.S. Può decadere solo per gravi
motivi (reati, grave disavanzo, ecc.).
DIRETTORE SANITARIO AZIENDA:
Laureato in Medicina e Chirurgia, deve avere esperienza di
direzione tecnico sanitaria almeno quinquennale, dirige i servizi
sanitari dell’azienda, presiede il Consiglio dei Sanitari e
partecipa al Collegio di direzione. Viene nominato dal Direttore
Generale, e da questi può essere revocato, resta in carica per 3-5 anni,
rinnovabili.
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Organizzazione delle Aziende sanitarie
(AO, ASL)
DIRETTORE AMMINISTRATIVO:
Laureato in materie giuridiche od economiche, deve avere
esperienza dirigenziale in area tecnico-amministrativa almeno
quinquennale, si occupa di dirigere l’amministrazione
dell’azienda, partecipa al Collegio di Direzione. Viene nominato
dal Direttore Generale, e da questi può essere revocato, resta in carica per
3-5 anni, rinnovabili.
COLLEGIO SINDACALE:
Si occupa di vigilare sulla corretta gestione dell’azienda, sotto
il profilo amministrativo e contabile; è tenuto alla accertare la
conformità dei libri contabili e deve relazionale trimestralmente
alla regione. Resta in carica per 3 anni ed è composto da 5 membri:
•2 delegati nominati dalla Regione;
•1 delegato nominato dal Ministero dell’Economia;
•1 delegato nominato dal Ministero della Salute;
•1 delegato nominato dalla Conferenza dei Sindaci.
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Organizzazione delle Aziende sanitarie
(AO, ASL)
COLLEGIO DI DIREZIONE:
Si occupa della gestione complessiva della ASL, deliberando
circa la programmazione e la valutazione delle attività sanitarie
ed amministrative, nonché formulando obiettivi e programmi. E’
presieduto dal Direttore Generale e composto dai Direttori Sanitario ed
Amministrativo Aziendale, dai Direttori Sanitari dei Presidi e dei Distretti e
dai Direttori dei Dipartimenti, nonché dal coordinatore delle attività
infermieristiche.
COLLEGIO SANITARI:
Si tratta di un organismo consultivo che esprime pareri (non
vincolanti) sulle determinazioni del Direttore Generale. La sua
composizione è variabile perché disciplinata da regolamenti aziendali e
perché di natura elettiva, normalmente è composto da 15-20 membri eletti
fra la dirigenza medica, i medici convenzionati, il personale infermieristico e
tecnico. E’ comunque presieduto dal Direttore Sanitario Aziendale e dura in
carica, di norma, 5 anni.
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Organigramma ASL
Direttore
Sanitario
Servizi Tecnico-
Amministrativi
Direttore
Amministrativo
Direttore
Generale
Direttore
Sociale
Presidi
Ospedalieri
Servizi Sociali
Dipartimenti
Sanitari
Distretti
Sanitari
Dipartimento di
Prevenzione
Presidio
Ospedaliero
Unità
Operative
Presidio
Ospedaliero
Unità
Operative
Unità
Operative
MMG - Unità
Operative
Unità
Operative
Unità
Operative
Consiglio dei
Sanitari
Organi di Staff
Dipartimento di
Salute Mentale
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Dipartimento Prevenzione:
• garantisce la tutela della salute collettiva attraverso gli
obiettivi di promozione della salute, prevenzione delle
malattie e disabilità, miglioramento della qualità della
vita;
• promuove azioni volte a individuare e rimuovere le cause
di nocività e malattie di origine ambientale, umana e
animale;
E’ Organizzato:
• Igiene e sanità pubblica;
• Igiene degli alimenti e della nutrizione;
• Prevenzione e sicurezza luoghi di lavoro;
• Sanità animale;
• Igiene degli alimenti di origine animale;
• Igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche;
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Dipartimento Salute Mentale:
• Centro salute mentale;
• Ambulatori;
• Servizi psichiatrici di diagnosi e cure;
• Centri diurni;
• Strutture residenziali;
• Collegamento con le Cooperative di lavoro;
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Distretti
Le attività sanitarie territoriali e socio-assistenziali delle
ASL sono organizzate a livello distrettuale o interdistrettuale
a seconda dei servizi da erogare.
Il distretto è l’articolazione organizzativa su base territoriale
il cui scopo è di assicurare il coordinamento permanente
degli operatori e delle relative funzioni, la gestione
dell’assistenza sanitaria, dell’educazione sanitaria,
dell’informazione e prevenzione e delle attività socio-
assistenziali attribuite alla competenza delle ASL.
Il distretto assicura l’analisi e l’orientamento della domanda,
garantendo l’accesso ai servizi socio-sanitari e la continuità
assistenziale nei diversi luoghi di trattamento
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Direzione Medica P.O. Garbagnate Milanese –ASST RHODENSE
Il livello locale: Assistenza primaria
•Ruolo dei MMG;
•Team delle cure primarie;
•Pianificazione centralizzata vs messa a sistema delle
esperienze;
• Strumenti di governo clinico;
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Direzione Medica P.O. Garbagnate Milanese –ASST RHODENSE
Il livello locale: servizi socio sanitari
•Prestazioni sanitarie di elevata rilevanza
sociale (gestite dalle USL);
•Prestazioni sociali di elevata rilevanza sanitaria
(assistenza ai disabili), a carico dei comuni;
•Prestazioni socio-sanitarie ad elevata
integrazione (materno infantile- AIDS) a
gestione comune;
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Il livello locale: servizi socio sanitari
Prestazioni sanitarie di elevata rilevanza
sociale, sono finalizzate:
•alla promozione della salute;
•alla prevenzione, individuazione, rimozione e contenimento degli
esiti degenerativi o invalidanti di patologie congenite o acquisite;
•contribuendo, tenuto conto delle condizioni ambientali, alla
partecipazione alla vita sociale e alla espressione personale;
Sono prestazioni di competenza delle ASL ed a carico
delle stesse
•inserite in progetti personalizzati di durata medio/lunga;
•e sono erogate in regime ambulatoriale, domiciliare o nell’ambito di
strutture residenziali o semiresidenziali;
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Direzione Medica P.O. Garbagnate Milanese –ASST RHODENSE
Il livello locale: servizi socio sanitari
Prestazioni sociali a rilevanza sanitaria
Attività del sistema sociale che hanno l’obiettivo di supportare la persona in
stato di bisogno con problemi di disabilità o di emarginazione condizionanti lo
stato di salute;
Sono attività di competenza dei Comuni, prestate con
partecipazione alla spesa, da parte dei cittadini, che si
concretizzano in:
•Interventi di sostegno a favore dell’infanzia, adolescenza e responsabilità
familiari;
•Interventi per contrastare la povertà;
•Interventi di sostegno e aiuto domestico e familiare finalizzati a favorire
l’autonomia e la permanenza nel proprio domicilio di persone non
autosufficienti;
•Interventi di ospitalità alberghiera presso strutture residenziali e
semiresidenziali di adulti e anziani non assistibili a domicilio;
• Interventi anche di natura economica, atti a favorire l’inserimento sociale di
soggetti affetti da disabilità o patologia psicofisica o da dipendenza;
Martino Trapani
Direzione Medica P.O. Garbagnate Milanese –ASST RHODENSE
Il livello locale: servizi socio sanitari
Prestazioni sociosanitarie ad elevata integrazione
sanitaria
Prestazioni caratterizzate da particolare rilevanza terapeutica e
intensità della componente sanitaria, che attengono
prevalentemente alle aree:
•materno-infantile;
•Anziani;
•Handicap;
•patologie psichiatriche;
•dipendenze da droghe, alcool e farmaci;
•infezioni da HIV;
•patologie terminali;
•inabilità o disabilità conseguenti a patologie cronico-degenerative;
Si tratta sostanzialmente di prestazioni attribuite alla fase post-acuta.
Sono prestazioni erogate dalle ASL a carico del fondo sanitario erogate in
regime ambulatoriale, domiciliare o nell’ambito di strutture residenziali o
semiresidenziali.
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Attività di riabilitazione
Tutte quelle prestazioni sanitarie dirette al recupero
funzionale e sociale dei soggetti affetti da minorazioni
fisiche, psichiche e sensoriali, dipendenti da qualsiasi
causa.
che sono dirette a:
•consentire il massimo recupero possibile delle funzioni lese a
seguito di eventi patologici
•curare la disabilità al fine di contenere ed evitare l’handicap
•consentire alla persona disabile la migliore qualità di vita e
l’inserimento psico-sociale
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Prestazioni di riabilitazione
Ambiti generali e gradi di intervento
•Attività riabilitativa generica - indirizzata ad eliminare o contenere qualsiasi forma di
disabilità;
•Attività riabilitativa specifica - caratterizzata dal ricorso a tecniche, mezzi ed operatori
sanitari, finalizzati alla soluzione di problemi medico-riabilitativi piùcomplessi;
Livelli di intervento
I livello - attività finalizzate a mantenere al più alto grado di
autosufficienza possibile
• Assistenza domiciliare integrata, strutture residenziali di natura
socioassistenziale, possibilmente coordinate dal medico di famiglia;
II livello - attività di maggiore intensità assistenziale da erogare
• in fase acuta nelle strutture ospedaliere;
• in fase sub-acuta in strutture abilitate alla lungodegenza e in strutture
ambulatoriali;
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Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)
Il campo specifico di questa forma di assistenza è quello della tutela
della popolazione anziana e dei disabili,
– ma si sta sempre piùestendendo anche alla cura di altre patologie, quali:
•la cura dell'AIDS;
•l'Alzheimer;
•e dei pazienti allo stato terminale;
– nell'ottica di orientare gli interventi verso forme non ospedalizzate di assistenza e più
vicine al rispetto della qualità della vita della popolazione.
L' ADI assicura al domicilio del paziente le seguenti prestazioni:
•Medicina generale;
•Medicina specialistica;
•Infermieristiche domiciliari e di riabilitazione;
•Di aiuto domestico da parte dei familiari o del competente servizio delle aziende;
•Di assistenza sociale.
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Strutture territoriali per Assistenza
riabilitativa
• Centri ambulatoriali di riabilitazione con apporto
multidisciplinare medico, psicologico e pedagogico per l’età
evolutiva per condizioni di menomazione e/o disabilità;
• Presidi di riabilitazione extraospedaliero a ciclo diurno e/o
continuativo per recupero post acuti;
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Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)
Servizio rivolto ad anziani non autosufficienti e ad altri soggetti non autosufficienti non
assistibili a domicilio.
La RSA trova riferimento normativo nella legge 67/88 e nel DPCM 22/12/89.
Si differenzia dalle strutture riabilitative per la minore intensità delle cure sanitarie e
per i tempi piùprolungati di permanenza degli assistiti, che in relazione al loro stato
psico-fisico possono trovare in essa anche "ospitalità permanente".
La RSA è composta da una Unità di base che è il nucleo:
•composto di 20-25 posti per gli anziani non autosufficienti;
•e di 10-15 posti (secondo la gravità dei pazienti) per disabili fisici, psichici e
sensoriali;
Sono, quindi, ospiti delle RSA:
•gli anziani non autosufficienti;
•e i disabili fisici, psichici e sensoriali;
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L’Hospice: assistenza al malato non più
guaribile
“Viviamo in una società che nega la morte. Emarginiamo sia il morente
che il vecchio. Ma essi ci ricordano il nostro essere mortali. Noi
dovremmo dare alle famiglie e ai pazienti il supporto spirituale, emotivo
e finanziario per facilitare l’assistenza finale nelle loro case”
F. Wald
l’Hospice ovvero il concetto di cure palliative
• L’hospice nasce nel 1963 in Inghilterra da un’idea di Dame Sanders, diffusa da Wald
nel mondo, negli USA ha un’ ascesa e una organizzazione sempre piùorganica dagli
anni ottanta;
• È un concetto di cure per un particolare tipo di paziente, la cui aspettativa di vita è di
poche settimane o qualche mese.
• Le cure palliative sono cure globali erogate ai pazienti e ai loro familiari da una
équipe multidisciplinare, dopo che i medici hanno stabilito che non è possibile la
guarigione, che non hanno lo scopo di prolungare la vita, ma di aiutare il paziente e i
familiari a giungere al momento finale della morte.
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Il governo delle aziende USL e Ospedaliere
Direttori generali nominati per 5 anni sulla base della
qualificazione professionale e manageriale (albo);
Rivalutazione periodica dei risultati;
Responsabili del buon andamento economico finanziario e del
raggiungimento degli obiettivi di piano definiti a livello
regionale;
•Autonomia organizzativa e imprenditoriale;
•Definizione di un piano strategico aziendale;
•Responsabile della nomina dei direttori sanitario e
amministrativo (direzione strategica)
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Assistenza Ospedaliera
Sedi ove si eroga l’assistenza di livello secondario e
terziario, dirette da un dirigente medico (Direttore
Sanitario di Presidio) ed uno amministrativo
(Direttore Amministrativo di Presidio) sono
attualmente classificati in:
•Aziende Ospedaliere: sono aziende autonome rispetto alle
ASL, con personale non esclusivamente dipendente (anche
universitario), devono essere presenti almeno tre U.O. ad alta
specializzazione (cardiochirurgia, neurochirurgia, ecc.),
dipartimento emergenza-urgenza di secondo livello, elevata
complessità della casistica trattata, struttura organizzativa e
patrimoniale adeguata.
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Assistenza Ospedaliera
•Presidi Ospedalieri: Gestiti dalle ASL, godono di una certa
autonomia sia tecnica che amministrativa, e il personale
dipende dalla ASL; normalmente il livello di complessità delle
cure è intermedio.
•IRCCS: strutture indipendenti dalle ASL sottoposte al
controllo del Ministero della Salute, devono erogare prestazioni
ad alta specializzazione ed elevate complessità ed avere anche
una produzione scientifica adeguata.
•Case di cura private accreditate: strutture sanitarie
private for profit o non for profit che devono rispondere a dei
precisi criteri di accreditamento e che possono avere
convenzionate, da parte delle ASL, in tutto od in parte le loro
attività sanitarie.
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Il Dipartimento?
Dal francese “departir”, ossia “dividere in parti”;
Nel 1790 l’Assemblea Nazionale di Francia decise di sostituire le Province
con dei “Dipartimenti”;
Nella sanità:
•per la prima volta l’organizzazione dipartimentale si afferma negli anni
‘60 negli ospedali di insegnamento americani per conseguire
una gestione ottimale e quindi una condivisione più efficiente
delle alte tecnologie;
•il “Cogweel Report” (1967) in Inghilterra sostiene la necessità di
“federare” le unità primariali con medesimi interessi scientifici
ed assistenziali costituendo delle “divisions” (dipartimenti) che
condividono spazi, posti letto, personale, attrezzature e altre
risorse.
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L’ospedale prima dei dipartimenti
• L'ospedale Italiano, per anni, è andato avanti con una
struttura fondata su una suddivisione interna tra reparti
(unità con posti letto) e servizi (unità senza posti letto) che
da una parte ha favorito lo sviluppo di una forte
specializzazione e di elevate competenze; dall'altra, ha
prodotto un'eccessiva frammentazione delle competenze
generando livelli di complessità sempre piùelevati.
• Nel tempo è sorta la necessità di recuperare
integrazione e coordinamento conservando, al
tempo stesso, la linea di specializzazione,
fondamentale per la trasmissione delle
conoscenze e delle competenze soprattutto in
ambito ospedaliero.
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Cos’è un Dipartimento:
Entità organizzativa di base che aggrega una pluralità di
discipline e funzioni assistenziali, tra loro affini o
complementari, ne assicura la gestione unitaria al fine di
integrare le competenze presenti, ottimizzando la qualità
dell’assistenza e l’utilizzo delle risorse complessivamente
assegnate.
ATTRIBUZIONI: favorire l’interdisciplinarietà intra-inter dipartimentale
mediante la promozione del reciproco scambio di competenze:
• piani di attività;
• gestione risorse;
• favorire il collegamento extra ospedaliero;
• sviluppo e coordinamento attività didattica, formazione, agg.to;
• individuare e proporre nuove attività/i modelli di assistenza;
• valutare la qualità;
• programmare iniziative di ricerca, educazione, informazione sanitaria;
coordinamento spazio temporale dell’attività dei gruppi con
riferimento all’uso delle risorse
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Il Dipartimento- contesto organizzativo:
Struttura organizzativa del dipartimento:
•Dipartimento strutturale: ha autonomia gestionale ed
economica;
•Dipartimento funzionale: non c’è giurisdizione sulle specifiche
risorse ma coordinazione, integrazione appropriatezza, qualità
ottimizzare le politiche assistenziali destinate a specifiche
categorie …….di pazienti/quadri clinici e
massimizzare l’efficacia e la qualità del …...prodotto delle
politiche medesime
formalizzare meccanismi di interazione necessari per rendere
più …..espliciti i rapporti tra le varie figure che si devono
integrare
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Obiettivi del Dipartimento:
Il dipartimento rappresenta una modalità organizzativa
che consente di raggiungere 4 obiettivi (Cicchetti 2004; Lega
e De Pietro, 2005; Braithwaite, 2006):
•Organizzativo: miglior coordinamento delle attività di assistenza
per pazienti che necessitano di un sistema complesso di
competenze e risorse;
•Clinico: capacità di diffondere nuove conoscenze attraverso
l’utilizzo di percorsi diagnostico terapeutici condivisi per ridurre la
variabilità nelle procedure e nei risultati.
•Economico: coordinamento di tutte le risorse impiegate all’interno
delle aziende sanitarie con la finalità di perseguire l’ efficacia
attraverso una migliore gestione delle risorse
•Strategico: miglioramento delle conoscenze utili allo sviluppo
futuro delle organizzazioni
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L’organizzazione delle strutture
ospedaliere: i Dipartimenti
Unità operative omogenee, affini o complementari, che
perseguono comuni finalità e sono quindi tra loro
interdipendenti, pur mantenendo la propria autonomia e
responsabilità professionale.
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I criteri di Dipartimentazione:
• Organizzativo
• Economico-Finanziario
• Strategico
• Clinico
• Organizzativo
• Economico-Finanziario
• Strategico
• Clinico
I criteri di
accorpamento delle
unità operative non
sono indipendenti
dagli obiettivi che
l’azienda si pone
attraverso
l’adozione del
modello
dipartimentale Meta-Criteri
Criteri razionali
Criterio co-strutturale
Criterio “politico”
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Criteri per la scelta delle aggregazioni
dipartimentali
• Intensità e gradualità delle cure: i pazienti trovano collocazione e si
spostano in relazione alla necessità assistenziale (intensiva, semi-
intensiva, valutativa, riabilitativa);
• settore nosologico: si accorpano funzioni assistenziali in base alla
categoria nosologica (cardio-vascolare, oncologico, ecc.);
• fasce d’età: pazienti identificati in base all’appartenenza alla medesima
fascia d’età (anziani, bambini, …);
• branca specialistica: si accorpano funzioni assistenziali in rapporto alla
omogeneità degli strumenti clinici di intervento ( chir. generale, chir.
Specialistica, diagnostica per immagini, ….);
• organo o apparato: si accorpano funzioni assistenziali di pazienti che
presentano quadri morbosi acarico del medesimo organo o apparato (app.
nervoso, respiratorio, ….);
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Cosa avviene nella realtà?
Distribuzione dipartimenti per tipologia
Più del 50% ricade nelle
prime 5 categorie di
dipartimenti.
A livello nazionale 59
Dipartimenti gestionali.
9 dipartimenti Mono unità
Il primo dipartimento che
presenta un criterio di
aggregazione nosologico in
base alla categoria di pazienti.
Fonte: indagine Nazionale 2005,
Ministero della Salute- UCSC
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Organizzazione interna al Dipartimento
Direttore di
Dipartimento
Unità operativa 1 Unità operativa 2 Unità operativa 3 Unità operativa 4
Assemblea di
Dipartimento
Comitato di
Dipartimento
RADRID
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Organizzazione interna al Dipartimento
Organizzazione interna al Dipartimento:
•Direttore Dipartimento;
•Comitato di Dipartimento;
•Assemblea di Dipartimento;
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Le strutture Operative:
Struttura
•Articolazione aziendale alla quale è attribuita la
responsabilità di risorse umane, materiali,
tecnologiche e finanziarie.
•Costituisce “Centro di responsabilità” ed il suo
direttore/responsabile partecipa alla costruzione e
definizione del processo di budgeting
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Le strutture Operative:
La loro individuazione avviene tenendo conto di:
•rilevanza strategica in relazione alla programmazione aziendale;
•riconducibilità del sistema tecnico (competenze e conoscenze) a discipline
definite;
•rilevanza, intensità e frequenza dei rapporti istituzionali da intrattenere con
management aziendale e soggetti esterni all’azienda;
•grado di intersettorialità, interdisciplinarietà ed interprofessionalità che
occorre governare per assicurare migliori livelli di efficacia ed efficienza;
•rilevanza quali-quantitativa delle risorse da allocare, monitorare, organizzare
e gestire;
•Livello di autonomia e di responsabilità necessario per un appropriato
assolvimento della funzione;
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Le strutture Operative:
Il diverso combinarsi di tali fattori, che può mutare nel tempo, determina
la individuazione di
Strutture Complesse
Articolazioni organizzative affidate ad un Direttore alle quali è attribuita la
gestione delle risorse umane, tecniche e finanziarie dedicate, coordinate
a livello dipartimentale.
Strutture Semplici
Articolazioni organizzative all’interno di strutture aziendali - complesse o
dipartimentali - affidate ad un Responsabile, alle quali è attribuita la
gestione di risorse umane, tecniche e finanziarie dedicate, coordinate a
livello di Struttura complessa o di Dipartimento.
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Le strutture Operative:
Il Direttore di Struttura complessa:
•negozia il budget;
•definisce i piani di attività in relazione agli obiettivi assegnati;
•effettua la valutazione dei propri collaboratori;
•avvia i procedimenti disciplinari;
•definisce i protocolli e ne accerta la applicazione;
•assicura la formazione professionale;
•concorre alla definizione dei programmi aziendali;
•definisce ed assegna gli obiettivi ai dirigenti della sua struttura;
•predispone una relazione annuale sui risultati conseguiti, le criticità riscontrate, le
opportunità da cogliere;
•governa le risorse assegnategli;
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Le strutture Operative:
Il Responsabile di Struttura semplice
•coadiuva il direttore della Struttura complessa o del Dipartimento nella
valutazione del personale assegnatogli;
•negozia con il Direttore della Struttura cui appartiene il budget e lo gestisce;
•dirige il personale assegnatogli;
•Definisce i piani di attività in relazione agli obiettivi assegnatigli;
•predispone una relazione annuale sui risultati conseguiti, le criticità
riscontrate, le opportunità da cogliere;
•concorre alla definizione dei programmi aziendali;
•definisce ed assegna gli obiettivi ai dirigenti della sua struttura;
Programmazione e principi di economia
sanitaria
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La Programmazione:
Un metodo di lavoro che permette di operare le
scelte secondo criteri scientifici;
programmare vuol
dire:
• analizzare il contesto;
• definire obiettivi da raggiungere;
• valutare le alternative;
• scegliere una strategia operativa;
• avviare e monitorare il
programma;
• valutare i risultati;
Tutto ciò al fine di ottenere il maggior beneficio possibile
compatibilmente con l’ammontare di risorse di cui si
dispone.
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La Programmazione:
LE FASI DELLA PROGRAMMAZIONE
1. ANALISI DEL CONTESTO
(PROFILO DI COMUNITA’)
2. DEFINIZIONE OBIETTIVI
E AZIONI
3. MONITORAGGIO
DEL PROGRAMMA
VALUTAZIONE DEI
RISULTATI
4. AZIONI
CORRETTIVE
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La Programmazione:
1. Plan
• Identificazione del problema;
• Ricerca delle cause;
• Proposte di soluzione, valutazione efficacia/fattibilità tenendo
conto dei vincoli e delle risorse;
• Definizione dell’obiettivo;
2. Do
• Definizione del Piano di miglioramento;
3. Check
• Verifica dei risultati;
4. Act
• Standardizzazione della soluzione o riavvio del ciclo PDCA;
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Piano Sanitario Nazionale
E’ lo strumento attraverso il quale lo Stato
stabilisce le linee di indirizzo che la sanità italiana
deve seguire in un determinato triennio.
La funzione di programmazione e gestita dal Dipartimento
della Programmazione del Ministero della Salute. Il
Ministero propone al Tesoro il livello di risorse pubbliche da
destinare alla assistenza sanitaria.
Attraverso il PSN il Ministero suggerisce come
allocare le risorse tra diversi livelli, soddisfare i
bisogni di salute monitorati nella relativa
reportistica.
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Piano Sanitario Regionale
Piano strategico degli interventi relativi al
raggiungimento degli obiettivi di salute e al
funzionamento dei servizi, anche in riferimento
agli obiettivi del PSN
PIANI ATTUATIVI LOCALI
• Aziende ASL
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Piramide per genere ed età: Italia situazione al 1
gennaio 2010
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Indicatori principali per la quantificazione
dell’attività ospedaliera
Indicatore Modalità di calcolo
Tasso di ospedalizzazione Rapporto tra ricoveri registrati in un anno e
popolazione residente, generalmente moltiplicato
per 1000;
Durata media della degenza Rapporto tra giornate di degenza effettive e
ricoveri registrati nell’anno;
Tasso di occupazione dei
posti letto
Rapporto tra giornate di degenza erogate in un
anno e numero di posti letto moltiplicato per 365;
Indice di rotazione del posto
letto
Rapporto tra numero dei ricoveri e dei posti letto;
Intervallo di turnover Misura il periodo di tempo, espresso in giorni, che
intercorre tra la dimissione di un paziente e la
successiva ammissione di un altro ed è calcolato
rapportando la differenza tra giornate di degenza
teoriche ed effettive al numero di ricoverati;
Indice di case-mix Frequenza relativa dei pazienti con determinate
caratteristiche cliniche (diagnosi, gravità della
malattia, consumo di risorse ecc) sul totale dei
pazienti assistiti in un determinato periodo di
tempo;
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Spesa sanitaria pubblica in alcuni paesi europei
Anno 2012 (dollari per abitante in parità di potere d'acquisto)
Paesi 2012
Paesi Bassi 4.375
Danimarca 4.029
Lussemburgo 3.846
Austria 3.716
Germania 3.691
Svezia 3.336
Francia 3.317
Regno Unito 2.762
Finlandia 2.669
Irlanda 2.628
ITALIA 2.481
Spagna 2.190
Slovenia 1.907
Repubblica Ceca 1.745
Portogallo 1.718
Grecia 1.617
Slovacchia 1.468
Estonia 1.139
Ungheria 1.128
Polonia 1.065
Fonte: Oecd, Health data 2014
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Posti letto per regione
Anno 2011 (per 1.000 abitanti)
Regioni Posti letto per 1.000
abitanti
Piemonte 3,7
Valle d'Aosta/Vallée
d'Aoste 3,8
Liguria 3,2
Lombardia 3,8
Bolzano/Bozen 3,7
Trento 4,1
Veneto 3,5
Friuli-Venezia Giulia 3,6
Emilia-Romagna 4,1
Toscana 3,1
Umbria 3,0
Marche 3,5
Lazio 3,4
Abruzzo 3,2
Molise 3,8
Campania 2,8
Puglia 3,3
Basilicata 3,2
Calabria 3,1
Sicilia 2,9
Sardegna 3,7
Italia 3,4
Fonte: Elaborazioni Istat su dati Ministero della salute
Posti letto per regione
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Posti letto nei Paesi UE
Anno 2011 (per 1.000 abitanti)
Posti letto nei Paesi UE
Paesi
Posti letto
per 1.000 abitanti
Germania 8,2
Austria 7,6
Lituania 7,4
Ungheria 7,2
Repubblica Ceca 6,8
Polonia 6,5
Bulgaria 6,4
Francia 6,4
Belgio 6,4
Slovacchia 6,1
Romania 6,1
Lettonia 5,9
Croazia 5,8
Finlandia 5,5
Lussemburgo 5,4
Estonia 5,3
Grecia 4,8
Paesi Bassi 4,7
Slovenia 4,6
Malta 4,5
Cipro 3,5
Danimarca 3,5
ITALIA 3,4
Portogallo 3,4
Spagna 3,1
Irlanda 2,9
Regno Unito 2,9
Svezia 2,7
Ue28 n.d.
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Tasso di ospedalizzazione per regione
- Anno 2005
Regioni Tasso di
ospedalizzazione
Piemonte 116,4
Valle d'Aosta-Vallée d'Aoste 111,8
Lombardia 148,1
Liguria 143,1
Bolzano-Bozen 167,4
Trento 125,3
Veneto 128,8
Friuli-Venezia Giulia 112,0
Emilia-Romagna 153,1
Toscana 125,9
Umbria 132,7
Marche 134,2
Lazio 157,9
Abruzzo 188,1
Molise 188,1
Campania 137,5
Puglia 158,7
Basilicata 104,1
Calabria 136,4
Sicilia 143,0
Sardegna 149,5
Italia 142,0
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Fondi Integrativi
Si tratta di fondi costituiti da istituzioni pubbliche
(Enti locali) o private (Assicurazioni), tenute ad
assicurare il singolo cittadino senza operare
selezioni in base rischi (malati/sani,
giovani/anziani, ecc.).
Questi fondi hanno lo scopo di coprire le spese
sanitare per prestazioni escluse dai L.E.A. (cure
odontoiatriche, termali, riabilitazione, ecc.), le
eventuali compartecipazioni dovute (ticket), o le
spese sostenute per prestazioni Intramoenia.
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DRG
• Anni ’70: negli USA il professor FETTER di
YALE studia il sistema di classificazione
isorisorse DRGs.
• Anni ’80: applicazione negli USA del sistema
DRGs ai pazienti MEDICARE (prospective
payment system).
• Anni ’90: applicazione sistema DRGs/ROD in
Italia legato all’introduzione del pagamento
prospettico per le prestazioni ospedaliere.
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DRG - Diagnosis Related Groups
È un sistema di classificazione dei pazienti dimessi
dagli ospedali per acuti che attualmente viene
utilizzato anche in Italia come base per il
finanziamento delle Aziende Ospedaliere.
Tale sistema si basa su alcune informazioni contenute nella
scheda di dimissione ospedaliera (SDO) ed individua circa
500 classi di casistiche, tendenzialmente omogenee per
quanto riguarda il consumo di risorse, la durata della degenza
e, in parte, il profilo clinico.
Con l'applicazione di tale sistema viene introdotto
nel SSN una nuova modalità di finanziamento delle
attività ospedaliere basato sulla remunerazione
delle prestazioni mediante tariffe predeterminate.
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Definizione dei gruppi
Categorie Diagnostiche Principali
(MDC - Major Diagnostic Categories)
01 - Malattie e disturbi del sistema nervoso;
02 - Malattie e disturbi dell’occhio;
03 - Malattie e disturbi dell’orecchio, del naso e della gola;
04 - Malattie e disturbi dell’apparato Respiratorio;
05 - Malattie e disturbi dell’apparato Cardio-circolatorio;
06 - Malattie e disturbi dell’apparato Digerente;
07 - Malattie e disturbi epatobiliari e del pancreas;
08 - Malattie e disturbi dell’apparato muscolo scheletrico e del tessuto connettivo;
09 - Malattie e disturbi della pelle, del tessuto sottocutaneo e della mammella;
10 - Malattie e disturbi endocrini, metabolici e funzionali;
11 - Malattie e disturbi del rene e delle vie urinari;
12 - Malattie e disturbi dell’apparato riproduttivo maschile;
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SCHEDA DIMISSIONE OSPEDALIERA (SDO)
Strumento informativo per la raccolta dei dati relativi ai singoli
dimessi dagli istituti di ricovero ospedaliero; costituisce la sintesi
delle informazioni contenute nella cartella clinica.
La identificazione delle informazioni da rilevare attraverso la scheda di
dimissione e le relative modalità di compilazione e codifica sono disciplinate
dal D.M. 28.12.91 e dal D.M. 26.07.93.
Le classificazioni per DRG si basano sulle informazioni contenute nella Scheda
di Dimissione Ospedaliera -SDO- del paziente.
Costituisce la base per il finanziamento delle Aziende Ospedaliere erogato
precedentemente associata a ciascun DRG in rapporto alla tariffa
La SDO è lo strumento di raccolta delle informazioni essenziali alla conoscenza
della prestazione ospedaliera.
Viene compilata dai medici che hanno avuto in cura il paziente ed
inviata al Ministero della salute ed all’Assessorato regionale
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LA SDO SI COMPONE:
La sezione prima, contiene le informazioni anagrafiche di seguito
riportate:
1) denominazione dell'ospedale di ricovero;
2) numero della scheda;
3) cognome e nome del paziente;
4) sesso;
5) data di nascita;
6) comune di nascita;
7) stato civile;
8) comune di residenza;
9) cittadinanza;
10) codice sanitario individuale;
11) regione di residenza;
12) azienda unità sanitaria locale di residenza
13) regime di ricovero;
14) data di ricovero;
15) unità operativa di ammissione;
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LA SDO SI COMPONE:
La sezione seconda, contiene almeno le informazioni del seguente
elenco:
16) onere della degenza;
17) provenienza del paziente;
18) tipo di ricovero;
19) traumatismi o intossicazioni;
20) trasferimenti interni;
21) unità operativa di dimissione;
22) data di dimissione o morte;
23) modalità di dimissione;
24) riscontro autoptico;
25) motivo del ricovero in regime diurno;
26) numero di giornate di presenza in ricovero diurno;
27) peso alla nascita;
28) diagnosi principale di dimissione;
29) diagnosi secondarie;
30) intervento chirurgico principale o parto;
31) altri interventi chirurgici e procedure diagnostiche o terapeutiche.
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STRUTTURA DELLA SDO
ANAGRAFICA ISTITUTO RICOVERO E PAZIENTE: riguarda i
dati identificativi.
ACCETTAZIONE: fornisce informazioni sulle condizioni e sul motivo
del ricovero del paziente nonché altri dati di tipo amministrativo e sul
reparto di ricovero.
MOVIMENTO INTERNO: viene compilata a cura della caposala del
reparto e trasmessa all’amministrazione (ufficio spedalità), per la
registrazione delle giornate di degenza e la loro attribuzione ai singoli
reparti operanti nell’ospedale. Riguarda solo i ricoveri in regime
ordinario.
DIMISSIONE: le parti relative alla dimissione sono, invece, di
competenza medica.
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Riparto del fondo sanitario
Il riparto del fondo alle Regioni avviene
attraverso il meccanismo cosiddetto della «quota
capitaria pesata»
Si chiama metodo della quota capitaria “pesata” perché in
esso ogni cittadino non ha peso “uno” (come nel metodo
della «quota capitaria secca»), ma ha un peso che
differisce da uno e che dipende dai criteri che vengono
utilizzati per il riparto.
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Riparto del fondo sanitario
Il meccanismo della quota capitaria pesata, così come
applicato nel nostro Paese, è costituito da due momenti:
•in una prima fase vengono identificati i singoli
livelli essenziali di assistenza da finanziare (e le
relative quote del fondo a essi assegnate);
•successivamente, per ogni LEA identificato,
vengono definiti i criteri da applicare alle
popolazioni delle Regioni (i pesi).
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I L.E.A.
Il SSN assicura i livelli essenziali e uniformi di assistenza
definiti dal PSN nel rispetto dei principi della dignità della
persona umana, del bisogno di salute, dell’equità
nell’accesso all’assistenza, della qualità delle cure e della
loro appropriatezza riguardo alle specifiche esigenze
nonché dell’economicità nell’impiego delle risorse.
L’individuazione dei livelli essenziali e uniformi di assistenza
assicurati dal SSN ….. è effettuata contestualmente all'individuazione
delle risorse finanziarie destinate al SSN … Le prestazioni sanitarie
comprese nei livelli essenziali di assistenza sono garantite dal SSN a
titolo gratuito o con partecipazione alla spesa, nelle forme e secondo
le modalità previste dalla legislazione vigente.
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I L.E.A.
Sono classificati in tre macrogruppi:
1. Prestazioni garantite dal SSN:
•Assistenza sanitaria e collettiva in ambiente di vita e di
lavoro;
•Assistenza distrettuale;
•Assistenza ospedaliera;
I L.E.A. introdotti dal 502/92 furono definiti dal D.P.C.M.
29/11/2001 ed aggiornati da quello 23/04/2008.
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I L.E.A.
2. Prestazioni che sono completamente escluse dai L.E.A.
(Allegato 2A) figurano:
•Medicina e chirurgia estetica;
•Circoncisione rituale;
•Medicine non convenzionali;
•Vaccinazioni eseguite per viaggi all’estero;
•Certificazioni per interesse privato;
•Alcune pratiche di medicina fisica e riabilitativa;
(esercizio assistito in acqua, idromassoterapia, ginnastica vascolare in acqua,
diatermia a onde corte e microonde, agopuntura con moxa revulsivante, ipertemia
NAS, massoterapia distrettuale riflessogena, pressoterapia o presso-
depressoterapia intermittente, elettroterapia antalgica, ultrasuonoterapia, trazione
scheletrica, ionoforesi, laserterapia antalgica, mesoterapia, fotoferesi terapeutica,
fotochemioterapia extracorporea, fotoferesi extracorporea)
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I L.E.A.
3. Prestazioni escluse dai L.E.A., ma offerte in talune
condizioni (Allegato 2B) figurano:
•Assistenza odontoiatrica;
•Densitometria ossea;
•Chirurgia refrattiva;
•Tutte le prestazioni riabilitative non incluse nell’Allegato 2;
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I L.E.A.
LEA da finanziare (e le relative quote percentuali del
FSN): Ministero e Regioni
•prevenzione (5%);
•assistenza territoriale (17,1%);
•medicina di base (7%);
•assistenza farmaceutica (13,6%);
•assistenza specialistica (13,3%), per un totale distrettuale del51%;
•assistenza ospedaliera (44%).
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Trend spesa sanitaria corrente:
2013: la spesa sanitaria prevista è di 111,108 miliardi di euro con
un’incidenza sul Pil del 7,1% ;
2014: la spesa sanitaria prevista è di 113,029 miliardi di euro con
un’incidenza sul Pil del 7,0%;
2015: la spesa sanitaria prevista è di 115,424 miliardi di euro con
un’incidenza sul Pil del 6,9%;
2016: la spesa sanitaria prevista è di 117,616 miliardi di euro con
un’incidenza sul Pil del 6,8%;
2017: la spesa sanitaria prevista è di 119,789 miliardi di euro con
un’incidenza sul Pil del 6,7%.
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Pianificazione e Programmazione:
la: la:
PIANIFICAZIONE
“ intervento dello
Stato finalizzato
ad orientare e/o
regolare le attività
di politica
economica ”
PROGRAMMAZIONE
“ insieme di studi
preventivi e di azioni
atti a rendere
esecutivo un piano ”
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La Pianificazione :
• Rappresenta un processo di natura politica
e tecnica attraverso il quale, partendo
dall’analisi della situazione esistente, per
quanto riguarda i bisogni di salute della comunità,
si prevedono le politiche di tutela della
salute (obiettivi generali) da perseguire nel
medio lungo periodo e le grandi azioni per
realizzarle (strategie da attuare).
• I documenti di pianificazione fondamentali sono,
dunque, rappresentati dal Piano Attuativo
Locale (PAL) e dal Piano di Zona dei
servizi sociali.
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La Programmazione :
E’ un processo di natura prevalentemente
tecnica attraverso il quale si prevede in
dettaglio come perseguire nel breve
periodo un obiettivo o più obiettivi
specifici.
Il programma è un insieme di progetti con obiettivi
omogenei.
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Pianificazione e Programmazione :
La pianificazione ingloba la
programmazione poiché quest’ultima è
un suo prolungamento:
il legame tra pianificazione è
programmazione è logico, poiché
assicura una certa coerenza dell’azione
iniziata dalla prima (pianificazione) e
quella della programmazione;.
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Pianificazione e Programmazione :
A livello statale il principale strumento di pianificazione
è rappresentato dal Piano sanitario nazionale, di durata
triennale.
A livello regionale, si avrà, invece, il Piano sanitario
regionale che rappresenta il piano strategico degli interventi
per gli obiettivi di salute e il funzionamento dei servizi
regionali.
Un ulteriore strumento per agevolare la programmazione
sanitaria e misurarne l'effettività è costituito dalla Relazione
sullo stato sanitario del Paese.
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Patti della salute :
Consistono in accordi tra Stato e
Regioni, di valenza triennale,
riguardanti la spesa e la
programmazione del SSN e
finalizzati a tendere all’unitarietà
del sistema.
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Le competenze programmatorie attribuite allo
Stato:
• gli obiettivi strategici del SSN, il cui
perseguimento garantisce:
• da un lato, la coerenza tra le linee di
indirizzo della programmazione sanitaria
nazionale e gli orientamenti
programmatori internazionali;
• e, dall'altro, la capacità di rispondere
alle modificazioni del quadro
epidemiologico;
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Le competenze programmatorie attribuite allo
Stato:
i livelli uniformi di assistenza
sanitaria, che, abbiamo detto,
rappresentano il contenuto ordinario
delle attività esercitate dal Servizio
sanitario nazionale, in quanto
esplicitano l'insieme delle prestazioni
alle quali il Servizio stesso garantisce
uguali opportunità di accesso per i
cittadini;
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Le competenze programmatorie attribuite allo
Stato:
un sistema di verifica del conseguimento
degli obiettivi definiti e della congruità
delle risorse consumate rispetto alle
attività erogate (attività di monitoraggio).
Ciò richiede la disponibilità di un sistema
informativo sanitario, che renda possibile
la comunicazione fra i diversi livelli di
responsabilità del SSN.
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Le Regioni definiscono:
• i modelli organizzativi dei servizi
sanitari, tenendo conto della
specifica tipologia della domanda
presente nel territorio e delle
modalità per migliorare
l'accessibilità ai servizi da parte
dei cittadini;
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Le Regioni definiscono:
• i criteri per la distribuzione delle risorse
tra le singole aziende, tenendo conto delle
priorità definite in sede di programmazione
sanitaria nazionale e regionale, delle necessità
di riequilibrio territoriale, nonché della esigenza
di tendere al miglioramento dei livelli di
efficienza gestionale delle aziende stesse e del
sistema nel suo complesso;
• le modalità per l'attuazione dei controlli
sui livelli di efficacia e di efficienza conseguiti
dalle singole aziende e dall'intero sistema
regionale
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Le programmazione su tre livelli:
• A livello statale avremo, infatti, il Piano
Sanitario Nazionale (PSN);
• a livello regionale il Piano Sanitario
Regionale (PSR);
• a livello locale i Piani Attuativi Locali
(PAL);
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Piano Sanitario Nazionale:
• Il PSN è un atto amministrativo di
durata triennale che individua obiettivi,
attività e strumenti per il raggiungimento
dei risultati prefissati entro un
determinato periodo.
• I contenuti sono sviluppati tenendo conto della
programmazione economica nazionale, del
finanziamento riservato al SSN e degli obiettivi
di tutela della salute fissati a livello
internazionale.
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Piano Sanitario Nazionale:
Scopo principale del PSN è quello di determinare e
programmare le priorità in materia di salute,
traducendole in precisi obiettivi, da correlare alla
disponibilità economica e finanziaria del Paese.
Con il PSN sono definiti i LEA assicurati dal SSN a
tutti i cittadini.
Il PSN viene predisposto dal Governo su proposta del
Ministro della salute, sentite le Commissioni parlamentari
competenti per materia, che si esprimono entro 30 giorni
dalla trasmissione dell’atto, nonché le confederazioni
sindacali maggiormente rappresentative, le quali comunicano
il loro parere entro 20 giorni.
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Piano Sanitario Nazionale:
Qualora il Governo intenda discostarsi da tale parere delle
Commissioni parlamentari deve fornire una adeguata
motivazione.
Il Governo deve, inoltre, tener conto delle proposte di piano
formulare dalle Regioni entro il 31 luglio dell’ultimo anno di
vigenza del Piano precedente, con riferimento alle esigenze
territoriali.
Quando il procedimento di formazione è terminato il Piano
viene adottato con Decreto del Presidente della Repubblica
previa deliberazione del Consiglio dei Ministri, d’intesa con la
Conferenza unificata entro il 30 novembre dell’ultimo anno di
vigenza del piano precedente.
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Piano Sanitario Regionale:
Il Piano sanitario regionale rappresenta il
piano strategico di durata triennale è
adottato dalla Regione per soddisfare le
esigenze di salute della popolazione
regionale.
(art. 1 commi 13, 14, 15, 16, 17 d. lgs. n. 502/1992).
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Piano Sanitario Regionale:
Il PSR deve essere predisposto tenendo conto
degli obiettivi stabiliti nel PSN e, proprio al fine di
assicurarne il coordinamento, le Regioni inviano i
progetti di piano al Ministro della Salute al fine di
acquisirne il parere.
Tale parere, a detta della giurisprudenza costituisce
espressione del potere di indirizzo e coordinamento della
pianificazione sanitaria tant’è che è illegittimo il piano
sanitario regionale approvato e reso efficace
mediante pubblicazione senza il necessario
adeguamento ai rilievi contenuti nel parere
obbligatorio del Ministero della sanità;
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Piano Sanitario Regionale:
• Entro 150 giorni dall’entrata in vigore del PSN,
infatti, le Regioni devono adottare il proprio PSR
la cui predisposizione è di competenza della Giunta
regionale.
• Ruolo partecipativo importante è, poi, quello svolto dalle
autonomie locali, dalle formazioni sociali private senza
scopo di lucro, impegnate nell’assistenza sociale e
sanitaria, dalle organizzazioni sindacali degli operatori
sanitari pubblici e privati ed, infine, dalle strutture
accreditate dal SSN.
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Piano Sanitario Regionale:
• Nelle ipotesi in cui il piano sanitario non venga
adottato dalla Regione, si applicano le disposizioni
contenute nel PSN: in questo caso si parla di
intervento sostitutivo del Governo.
• La Regione rimasta inadempiente, entro un anno
dall’entrata in vigore del PSN deve provvedere
entro un termine stabilito dal Ministro della Salute,
non inferiore a tre mesi. Decorso tale termine, il
Consiglio dei Ministri, su proposta dello stesso Ministro della
Salute, sentita l’Agenzia per i servizi sanitari regionali,
d’intesa con la Conferenza permanente Stato-Regioni, adotta
i provvedimenti necessari a dare attuazione al PSN nella
Regione, se del caso anche mediante la nomina di un
commissario ad acta.
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Piano attuativi locali:
Il PAL designa lo scenario complessivo e specifico degli indirizzi
e delle scelte che la nostra comunità è chiamata a realizzare per
il miglioramento dei livelli assistenziali e del benessere collettivo
nei prossimi anni. Ha durata triennale ed è adottato dal Direttore
Generale entro il 31 dicembre dell’anno precedente, rispetto al triennio di
riferimento.
È trasmesso alla Regione per l’approvazione e viene aggiornato
annualmente e descrive le politiche assistenziali, organizzative e le azioni
che l’azienda ha intenzione di realizzare nel triennio.
Si pone come strumento di pianificazione e programmazione che qualifica
l’azione dell’azienda, descrivendone le logiche, gli obiettivi strategici ed
operativi e permette di tradurre i bisogni di salute e di assistenza della
popolazione in azioni concrete svolgendo un ruolo fondamentale per chi
opera al suo interno.
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Livelli di Programmazione:
Regione
ASL
Distretti
Risorse - Regole - Indirizzi - Obiettivi di
sistema
Politiche / Obiettivi aziendali –
Articolazione risorse (Bilancio – Budget) -
Contratti/ Accordi con erogatori – Percorsi
PDTA condivisi
Organizzazione della rete di offerta locale in
funzione della domanda –
Contestualizzazione percorsi PDTA –
Condivisione con i Comuni - Integrazione
socio sanitaria
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Livelli di Programmazione:
Regione
Piano socio sanitario
Regole di sistema
ASL
Ciclo di programmazione annuale
Documento di
Programmazione aziendale
Contratti con erogatori
Accordi con medici
cure primarie (mmg/pdf)
Obiettivi e budget
Distretti e Dipartimenti
Obiettivi e budget
Distretti e
DipartimentiAccordi
con MMG/PDF
Monitoraggio
cruscotto direzionale
Individuazione criticità e
attivazione azioni di
miglioramento
Indirizzi provvedimenti e
accordi regionali
Valutazione domanda / offerta
e verifica a livello locale con i
portatori di interesse
Piani di salute
distrettuali
Comuni
Piani di Zona
Medici cure
primarie
Altri portatori
di interesse
Coinvolgimento rete
di offerta e portatori
di interesse
Tavoli tecnici
a livello di ASL
e di Distretto
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Due linee di Programmazione tra loro
integrate:
Piano di salutePiano di salute
ContenutiContenuti
• Prestazioni sanitarie
• Condizioni e problemi di
di salute utili alla
programmazione dei
servizi sociali
Piano di ZonaPiano di Zona
ContenutiContenuti
Prestazioni sociali
• Condizioni e problemi
sociali utili alla
programmazione dei
servizi sanitari
Prestazioni socio sanitarie ad alta integrazione
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I livelli e gli organismi di governance:
Livelli di governance
della rete di offerta
Funzioni Atti di competenza
Organismi istituzionali Condivisione di atti di
programmazione e definizione di
Contratti / Accordi / Intese, con
l’assunzione di specifici impegni
da parte dei diversi attori della rete
Atti di programmazione dei servizi
sanitari e socio sanitari
Contratti tra ASL e Soggetti erogatori
Accordi tra ASL e Medici delle cure
primarie
Organismi di
coordinamento e indirizzo
Coordinamento e indirizzo tra i
diversi nodi della rete su
specifiche aree di intervento e
monitoraggio delle attività
Formulazione di analisi, proposte e
progetti di intervento che prevedono
livelli di integrazione fra i diversi
nodi della rete
Tavoli tecnici Condivisione di percorsi di
prevenzione, diagnosi, cura e
assistenza tra i professionisti dei
diversi livelli di cura
Definizione di percorsi diagnostico
terapeutici (PDT), procedure,
protocolli, strumenti operativi,
prontuari terapeutici
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Il livello istituzionale di governance della
rete
Organismi Soggetti coinvolti Atti di competenza
Conferenza dei Sindaci
Assemblee dei Sindaci
ASL
Sindaci dei Comuni del
territorio
Indirizzo e validazione degli
atti di programmazione
sanitari socio sanitari e
sociali
Consiglio dei Sindaci ASL - Sindaci eletti dalla
Conferenza dei Sindaci
Conferenza degli erogatori /
Consulta erogatori
ASL – Aziende Ospedaliere
Strutture di ricovero e cura
private accreditate
Indirizzi di programmazione
per la rete di offerta della
medicina specialistica –
Contratti ASL / AO e
Erogatori privati accreditati
Comitati aziendali e
distrettuali Medici medicina
generale
ASL – Rappresentanti
medici di medicina generale
e medici di continuità
assistenziale
Accordi aziendali per la
medicina generale
Comitati aziendali e
distrettuali Pediatri di
famiglia
ASL – Rappresentanti dei
pediatri di famiglia
Accordi aziendali per la
pediatria di famiglia
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Progettazione organizzativa:
Nell’attività di pianificazione e di programmazione
occorre tenere in considerazione anche tutta una
serie di elementi mutevoli che possono influenzare
tale attività.
Ne sono esempi il progresso tecnologico e l’ambiente
istituzionale di riferimento.
Infatti, il riconoscimento che un sistema sanitario vitale è in
continuo progresso costituisce anche la base politica sulla quale
fondare i rapporti tra i diversi livelli istituzionali, le varie
componenti responsabili del servizio ed in particolare i rapporti
tra gli utenti e gli operatori.
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Progettazione organizzativa:
Da ciò ne consegue che la progettazione
organizzativa può essere considerata come la
risultante di un’attività che si esprime
nell’insieme di azioni rivolte a costruire e
modificare l’assetto organizzativo delle
aziende, al fine di meglio rispondere alle
proprie finalità (pluralismo).
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Il Futuro dei professionisti sanitari:
Efficacia/Efficienza, Eticità, Appropriatezza e
Qualità sono alla base dei nuovi criteri di gestione
delle strutture sanitarie che devono essere viste in una
nuova ottica organizzativa e di economicità.
Deriva da tutto ciò un profondo e complesso
processo di rinnovamento del mondo sanitario
dove i medici e tutte le figure professionali
coinvolte devono assumere un doppio
impegno e una doppia responsabilità:
1. Sanitaria (tecnica – professionale);
2.Economica (gestionale – organizzativa);
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Evoluzione del concetto di PROFESSIONE:
da …da … aa
Conoscere il proprio
lavoro tecnico
Conoscere il proprio
sistema di clienti
esterni ed interni
Fare bene il proprio
lavoro
Soddisfare le esigenze
dei clienti
Lavorare in
“verticale”
Lavorare in
“orizzontale”
Lavoro =
presenza
Lavoro =
impegno vs. obiettivi
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Evoluzione del concetto di PROFESSIONE:
• Orientamento al risultato/obiettivo
• Sviluppo delle capacità
manageriali
• Gestione e valorizzazione dei
collaboratori
• Orientamento alla delega
• Comunicazione interna efficace
• Lavoro integrato e “orizzontale”
• Innovazione & valori
• Creazione di sinergie/integrazione
• Creazione di valore e competitività
• Leadership
• Competenze trasversali
• Capacità di lavorare in team
• Problem solving
• Decision making e taking
• Gestione del tempo
• Creatività / Ideazione
• Capacità previsionale
• Pianificazione e controllo
• Miglioramento continuo
es.es. Project ManagementProject Management
• E’ un modello di gestionemodello di gestione
managerialemanageriale orientato a gestire il
cambiamento in situazioni
organizzative complesse.
• E’ processo metodologicoprocesso metodologico in grado
di diffondere in modo efficace e
trasversale alla organizzazione le
competenze tecniche.
Nuova cultura del lavoro
valori obiettivo
Competenze da rinforzare
persone e professionalità
Nuovi modelli di lavoro
processi e metodi innovativi
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Evoluzione del concetto di PROFESSIONE:
[input][input]
Fattori
produttivi
o risorse
* lavoro
* capitale
* materiale
di consumo
[output][output]
prestazioni
*visite specialistiche
*esami diagnostici
*analisi di laboratorio
*ricoveri
*casi trattati (DRG)
[outcome][outcome]
esiti
> stato di salute
efficienzaefficienza
efficaciaefficacia
rendimentorendimento
(esito intermedio) (esito finale)(struttura)
[[processprocess]]
(processo)
Il processo di produzione in sanitàIl processo di produzione in sanitàIl processo di produzione in sanitàIl processo di produzione in sanità
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In Sintesi:
1. tutti i sistemi sanitari devono confrontarsi
con problematiche di tipo demografico,
sociale e tecnologico;
2. che spingono il sistema verso un aumento
dei costi per la tutela della salute;
3. che a sua volta richiede lo sviluppo di :
> nuove competenze;
> nuovi approcci organizzativi;
> nuove evidenze sugli esiti anche economici delle
scelte terapeutiche e di politica sanitaria.
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I Principi dell’Economia Sanitaria:
Il PRINCIPIO FONDAMENTALE che regola il mondo
economico è la LIMITATEZZA DELLE RISORSE.
L’ECONOMIA è la scienza che studia il modo in cui
all’interno della nostra società gli individui, le
imprese, le autorità pubbliche e le altre
organizzazioni compiono le proprie SCELTE; essa
studia, inoltre, come queste scelte determinano il
modo in cui le RISORSE disponibili vengono
utilizzate.
(Stiglitz, 1993)
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I Principi dell’Economia Sanitaria:
L’ECONOMIA SANITARIA si occupa del modo in cui
i singoli individui e le società effettuano le loro
scelte circa la QUANTITÀ DI RISORSE da destinare
al settore sanitario,
l’ALLOCAZIONE DELLE RISORSE fra impieghi
alternativi all’interno del settore sanitario e la
DISTRIBUZIONE DEI PRODOTTI ottenuti fra gli
individui o i gruppi di popolazione.
Quindi, l’economia sanitaria cerca di rispondere ai
tre quesiti fondamentali: COSA, COME e PER CHI
produrre, ovvero, quali trattamenti erogare, in quale
modo, a favore di chi.
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Economia Sanitaria:
Applicazione della scienza economica al settore
sanitario.
Risorse limitate devono
essere allocate in modo tale da massimizzare i
benefici e allo stesso tempo assicurare che i servizi
sanitari siano ripartiti in modo giusto per la società
(principi di priorità ed equità).
(G. Mooney, 1996)
Perché ?Perché ?Perché ?Perché ?
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I Principi dell’Economia Sanitaria:
Negli ultimi 20/30 anni sia la domanda che l’offerta di
assistenza sanitaria sono cresciute rapidamente a
causa di:
• Variazioni di tipo economico (aumento del reddito e dei
prezzi);
• Variazioni di tipo demografico;
• Variazioni di tipo epidemiologico;
• Variazioni nella ricerca e nel progresso tecnologico;
• Variazioni di tipo sociale;
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I Principi dell’Economia Sanitaria:
• Diff. Incontrollata dell`innovazione tecnologica;
• Invecchiamento demografico;
• Prestazioni e servizi inadeguati e inefficienti;
• Medicalizzazione della società;
• Conflitti di interesse, corruzione;
• Precarizzazione, disoccupazione;
• Transizione epidemiologica;
• Avversione al rischio;
• PROBLEMI DI CRESCITA
ECONOMICA;
• CRISI DELLE FINANZE
PUBBLICHE;
• STAGNAZIONE DEL REDDITI;
• PRECARIZZAZIONE DEL
LAVORO (DISOCCUPAZIONE);
FIN
AN
ZIAM
EN
TO
DOM
ANDA-COSTI
03.10.05durabilitasistemisanitari.ppt
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I Principi dell’Economia Sanitaria:
Non esiste un “giusto” ammontare
di spesa per l’Assistenza Sanitaria.
Data però la scarsità di risorse a
disposizione, efficienza macro e
micro – economica sono diventate
gli obiettivi da perseguire nel
settore.
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Efficienza:
• Efficienza macroeconomica: ha l’obiettivo di
determinare una quota appropriata del
Prodotto Interno Lordo (PIL) da destinare
ad uno determinato scopo (sanità) in
relazione alle altre voci di spesa;
• Efficienza microeconomica: ha l’obiettivo di
scegliere il mix di servizi che permette di
massimizzare il risultato data una certa
quota di PIL attribuita.
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Efficienza microeconomica:
• Efficienza di tipo allocativo: la distribuzione delle
risorse disponibili tra la prevenzione, l’assistenza primaria e
la medicina curativa in modo da massimizzare i benefici
per la collettività in termini di efficacia del sistema;
• Efficienza di tipo tecnico: la scelta dei processi
produttivi che riescano a minimizzare i costi evitando
le duplicazioni e lo spreco di risorse;
• Efficienza di tipo gestionale: l’insieme di azioni volte a
limitare al massimo la burocrazia inutile e a creare
una rete di controlli al fine di prevenire sprechi ed
inefficienze.
Martino Trapani
Direzione Medica P.O. Garbagnate Milanese –ASST RHODENSE
Efficienza Allocativa:
L’efficienza allocativa richiede che le risorse
siano destinate in via prioritaria alle attività
sanitarie in grado di garantire i più alti benefici
(per unità di spesa) in termini di salute.
Il concetto dell’efficienza allocativa è quindi
legato a quello di efficacia.
La produzione di servizi non efficaci impedisce
infatti l’impiego delle risorse (scarse) in grado
di migliorare la salute degli individui.
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Efficacia ed Efficienza- quale priorità?
Alla Medicina spetta il compito di fissare e
raggiungere i propri obiettivi (efficacia);
Alla Economia e alla Politica Sanitaria spetta il
compito di applicare i propri principi
(efficienza).
Non si può raggiungere l’EFFICIENZA senza passare per
l’EFFICACIA.
In altre parole, non si può pensare di aumentare l’efficienza se
coloro che devono acquistare o pianificare prestazioni da
garantire agli utenti del servizio sanitario nazionale non sono in
grado di distinguere ciò che è efficace da ciò che non lo è .
(A. Cochrane, 1972)
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Efficacia ed Efficienza
L’efficacia è stata anche definita
come "fare le cose giuste",
possibilmente bene;
mentre l’efficienza sarebbe "fare le
cose bene", ma non
necessariamente le cose giuste.
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Efficienza:
Capacità di raggiungere un obiettivo
col minor impiego di risorse;
L’efficienza si valuta ponendo in relazione i
risultati ottenuti con le risorse impiegate e
permette di confrontare diverse strategie di
intervento.
OUTPUT / INPUT
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Efficacia:
capacità di raggiungere un
determinato obiettivo di salute
prefissato.
L’efficacia si valuta ponendo a confronto i
risultati ottenuti con gli obiettivi prefissati di
salute.
PRESTAZIONI / SALUTE
outcome/output
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Appropriatezza (definizione):
Erogazione di una prestazione sanitaria
al paziente giusto
a chi ne ha bisogno
nel momento giusto
quando ne ha bisogno
nella giusta quantità
per quanto ne ha bisogno
al livello organizzativo ottimale
dove può essere meglio soddisfatto il suo bisogno
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Appropriatezza :
Fare la cosa giusta
Il di meno è violazione di un diritto del cittadino
e del dovere dello Stato;
Il di più è uno spreco, anche esso violazione di un
diritto del cittadino e del dovere dello Stato;
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Appropriatezza organizzativa:
E’ riferita al livello assistenziale (reparto per
acuti, day hospital, ambulatorio specialistico, medicina
di base) che deve essere adeguato
all’intervento sanitario clinicamente
appropriato, in termini di sicurezza e di
economicità nel consumo delle risorse.
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Ricoveri appropriati:
Sono inappropriati i casi trattati in regime di
ricovero ordinario che le strutture potrebbero
trattare in diverso modello assistenziale
aziendale con:
•Identico beneficio per il paziente;
•Minore impiego di risorse;
Sono stati individuati 43 DRG ad alto rischio di
inappropriatezza se trattati in regime di ricovero
ordinario.