La giornata mondiale contro la violenza sulle donne è stata indetta nel 1999 dall’ONU ed ogni anno torna per ricordarci che le donne sono sempre più vittime di maltrattamenti, abusi e violenze. Ma mai come quest’anno la giornata mondiale contro la violenza sulle donne è cruciale per dire basta a questo fenomeno di cui sentiamo sempre più parlare: non passa giorno in cui non leggiamo sui giornali la parola ‘femminicidio’, il tremendo epilogo di storie che nella maggior parte dei casi nascono proprio da atti di violenza. Solo in Italia, 1 donna su 3 ne è vittima; Si registrano 74.000 stupri all’anno, tra tentati e consumati: questo comporta una media di 200 al giorno; 7 casi di violenza su 10 avvengono fra le mura domestiche per opera del partner o dell’ex partner. Solo l’1% di questi alla fine viene condannato. Si tratta di fenomeni in crescita, che spesso nascono tra le mura di casa e vedono come protagonisti perdono e negazione. “Non lo farà più”, “era molto nervoso”, “è stata colpa mia, lui non voleva farlo”, sono frasi che le donne dicono per ovviare al problema, per non vedere, per convincersi che non si sono sbagliate su quella persona; ma vanno al di là dell’ingenuità e sono spesso dette per cercare di salvare la famiglia, non far sì che i figli si allontanino dal padre perché, dopotutto, è pur sempre il padre. Ma non è così: un uomo che ci ama, e che ama la sua famiglia, non ci mette le mani addosso: ed anche il più piccolo atto di violenza, se riconosciuto, è cruciale al fine di evitare una tragedia.