1. Uno sguardo sulla letteraturaUno sguardo sulla letteratura
italiana del Primo Novecentoitaliana del Primo Novecento
[1910[1910--1945]1945]
Presentazione Prof. ZenoniPresentazione Prof. Zenoni
1
Presentazione Prof. ZenoniPresentazione Prof. Zenoni
Classe quintaClasse quinta
a.s.a.s. 20132013--20142014
2. Il “malessere” di inizio NovecentoIl “malessere” di inizio Novecento
2
WystanWystan HughHugh AudenAuden, poeta inglese, poeta inglese
parlerà di «età dell’ansia»parlerà di «età dell’ansia»
3. Il “malessere” di inizio Novecento
partiamo da Pirandello…
«Crollate le vecchie norme, non sono ancora sorte e stabilite delle
nuove: è naturale che il concetto della relatività d’ogni cosa si sia
talmente allargato in noi, da farci quasi del tutto perdere i criteri di
valutazione. Non mai, credo, la vita nostra eticamente ed
esteticamente fu più disgregata. A me la coscienza moderna dà
l’immagine di un sogno angoscioso, attraversato da rapide larve
or tristi or minacciose, d’una battaglia notturna, d’una mischia
disperata»
Luigi Pirandello, Arte e coscienza d’oggi, 1893
4. Le posizioni degli intellettuali italiani: 3 tendenze
1. Futuristi: tendono a risolvere la crisi storica e intellettuale in
un frenetico attivismo, nell’esaltazione incondizionata della
civiltà industriale, nella celebrazione della macchina e della
velocità → vedi Manifesto del Futurismo [1909]
2. Esponenti del “nuovo romanzo”: si impegnano in una2. Esponenti del “nuovo romanzo”: si impegnano in una
inquieta e tormentosa analisi della malattia dell’uomo
moderno, condannando la società contemporanea come
corrosiva e impietosa. I loro personaggi sono incapaci di
agire, di darsi una consistenza, tesi a smontare e ri raccontare
la loro storia frantumata → Svevo, Pirandello, Tozzi etc.
cfr. personaggio dell’ “inetto”
5. Le posizioni degli intellettuali italiani
3. Crepuscolari:
definizione coniata da Borgese che accomunava una serie di poeti, tra
cui Gozzano, Corazzini, Govoni che esprimevano un comune gusto
malinconico, crepuscolare quindi. Avevano come riferimento il
D’Annunzio del Poema paradisiaco, con i suoi tono intimi e il Pascoli
poeta delle piccole cose.
I crepuscolari introducono un lessico basso e una sintassi parlata e nuoviI crepuscolari introducono un lessico basso e una sintassi parlata e nuovi
temi (orti, sere domenicali, monache, vecchie) e nuovi oggetti colti nella
loro frantumazione.
Il crepuscolarismo si pone come avanguardia per la negazione della
tradizione, la critica della figura del poeta («Io mi vergogno, / sì, mi
vergogno d’essere un poeta» scrive Gozzano), l’impiego del verso libero e
il rifiuto del Sublime. Cercano una soluzione alla crisi fuggendo dalla città e
tentando di tornare alla semplicità, all’innocenza, agli affetti sani della vita
di campagna. Sono contro il poeta vate di matrice dannunziana.
7. Le riviste al centro del dibattito culturale
Leonardo (1903-1907)
Le riviste diventano adesso lo strumento privilegiato per far
conoscere e circolare idee e proposte emergenti dalla realtà
nazionale e internazionale.
La Voce (1908-1916)
Lacerba (1913-1915)
Solaria (1926-1936)
8. Leonardo (1903-1907)
È fondata da Giovanni Papini, vi collabora Giuseppe Prezzolini, si
pone contro
positivismo, erudizione, arte verista, metodo storico, materialismo,
varietà borghesi e collettivisti della democrazia.
È influenzata dall’estetismo dannunziano e dalla filosofia tedesca.
Con la sua volontà di rinnovamento, cerca di aprire le porte della
cultura italiana alle correnti più vive della filosofia dell'epoca (ad
es. l’intuizionismo francese, Friedrich Nietzsche e le esigenze
religiose appena nate).
9. La Voce (1908-1916)
È la rivista più importante del tempo
Quattro sono le fasi della sua vita
1908-1911
1912-19131912-1913
1914
1914-1916
10. La Voce (1908-1916)
1908-1911
Direttore è Giuseppe Prezzolini. Vi collaborano:
Gaetano Salvemini, socialista “dissidente”
Benedetto Croce e Giovanni Gentile,
Giovanni Amendola, liberale
Scipio Slataper, Clemente Rebora, Piero Jahier, Giovanni Boine, Camillo
Sbarbaro (Trucioli), giovani scrittori e poeti
Giovanni Papini e Ardengo SofficiGiovanni Papini e Ardengo Soffici
Luigi Einaudi, economista
L’impegno della rivista nasce è diretto ad un profondo rinnovamento
spirituale e istituzionale, per determinare una nuova cultura e una nuova figura
di intellettuale, che non deve vivere come se fosse immerso solo nella sua
arte, cioè separato dal mondo→ la letteratura è concepita come attività di
forte impegno morale e di natura perlopiù autobiografica
11. La Voce (1908-1916)
Denunciare e combattere i giudizi leggeri e avventati senza
possibilità di discussione, la ciarlataneria di artisti deficienti e di
pensatori senza reni, la mondanità chiacchierina e femminile che
trasporta le abitudini dei salotti e delle alcove nelle questioni d’arte
e di pensiero, il lucro e il mestiere dei fabbricanti di letteratura, la
vuota formulistica che risolve automaticamente ogni problema,
l’egoismo ben pasciuto che vuole la rendita annua e l’animal’egoismo ben pasciuto che vuole la rendita annua e l’anima
immortale, la paura di ogni mutamento e di ogni scossa sociale…
Già ci proponiamo di tener dietro a certi movimenti sociali ce si
complicano di ideologie, come il modernismo e il sindacalismo; di
informare, senza troppa smania di novità, di quel che di meglio si fa
all’estero; di proporre riforme e miglioramenti alle biblioteche
pubbliche; di occuparci della crisi morale delle università italiane;
di segnare le opere di lettura e di commentare la viltà della vita
contemporanea.
12. La Voce (1908-1916)
1912-1913
È direttore Giovanni Papini e la rivista assume un deciso orientamento
letterario, abbandonando il rapporto tra letteratura e vita nazionale che
aveva improntato la prima fase della rivista.
Appaiono numerosi articoli su esperienze letterarie fondamentali di
altri paesi.
La Voce aprirà le sue colonne come finora non aveva mai fatto, alla
creazione artistica dei suoi collaboratori. Essa pubblicherà non
soltanto novelle, racconti, versi, non soltanto disegni originali e
riproduzioni di quadri e di sculture, ma ogni forma di lirica, dal
diario al frammento, dallo schizzo all'impressione. Purché ci sia
VITA.
13. La Voce (1908-1916)
1914
Torna direttore Prezzolini e i temi principali tornano ad essere la
cultura e la politica. Il clima è cambiato e «La Voce», pur restando un
giornale libero, prende posizione e sceglie l'interventismo.
1914-19161914-1916
Diretta da Giuseppe De Robertis, la rivista diventa un periodico
esclusivamente letterario, lontano dalle inquadrature storiche che
cercano i rapporti esistenti tra l'artista e il momento storico.
Si punta esclusivamente sul fatto artistico utilizzando un metodo critico
che si concentra quasi esclusivamente sulla parola e sulla concezione di
una poesia pura.
14. Lacerba (1913-1915)
Chi non riconosce agli uomini di ingegno, agli inseguitori, agli artisti il
pieno diritto di contraddirsi da un giorno all'altro non è degno di
guardarti.
Tutto è nulla, nel mondo, tranne il genio.
Le nazioni vadano in sfacelo ma crepino di dolore i popoli se ciò è
necessario perché un uomo creatore viva e vinca.necessario perché un uomo creatore viva e vinca.
Le religioni, le morali, le leggi hanno la sola scusa nella fiacchezza e
canaglieria degli uomini e nel loro desidero di star più tranquilli e di
conservare alla meglio i loro aggruppamenti. Ma c'è un piano superiore
- dell'uomo solo, intelligente e spregiudicato - in cui tutto è permesso e
tutto è legittimo. Che lo spirito almeno sia libero!
15. Lacerba (1913-1915)
Di serietà e di buon senso si fa oggi un tal spreco nel mondo, che noi siamo
costretti a farne una rigorosa economia. […]
Noi siamo inclini a stimare il bozzetto più della composizione, il frammento
più della statua, l'aforisma più del trattato, il genio mancato e disgraziato ai
grand'uomini olimpici e perfetti venerati dai professori.
Queste pagine non hanno affatto lo scopo né di far piacere, né d'istruire, né
di risolvere con ponderanza le più gravi questioni del mondo.
Sarà questo un foglio stonato, urtante, spiacevole e personale.
Sarà uno sfogo per nostro beneficio e per quelli che non sono del tutto
rimbecilliti dagli odierni idealismi, riformismi, umanitarismi, cristianismi e
moralismi.
16. Solaria (1926-1936)
1. Allarga l’orizzonte dai classici della letteratura italiana ai grandi
narratori europei dell’Ottocento e Novecento (Proust, Joyce,
Dostoevskij, Mann e Kafka)
2. Culto dello stile
3. C’è la volontà di superare il frammento nella forma più articolata
del romanzo.
Guardano alla lingua dello di Leopardi4. Guardano alla lingua dello Zibaldone di Leopardi
5. Si parla di “Prosa Lirica”, densa di suggestioni memoriali, liriche
e musicali.
18. Le “Avanguardie storiche”
FuturismoFuturismo, Cubismo, Espressionismo,
Dadaismo, Surrealismo, CrepuscolarismoCrepuscolarismo
Usiamo l’aggettivo storiche, per distinguerle dalla neo-avanguardia
(post 2° guerra mondiale)
Tentano di demolire il passato nelle sue forme e nelle sue istituzioni e
progettano un nuovo mondo, con un atteggiamento di rivolta che spesso
assume i toni dello scherno e del cinismo.
Dietro le bizzarrie, le stravaganze, le eccentricità c’è un sentimento tragico
dell’esistenza, un disagio e una profonda inquietudine, il sentirsi rifiutato
dalla società e di farsi per questo “eccentrico” rispetto ad essa.
D’altra parte, con il loro ossessivo desiderio di cercare nuove forme di
espressione, le avanguardie storiche spazzarono via i tradizionali modi del
fare artistico in tutti i settori della cultura: arti figurative, poesia, teatro,
cinema, musica.
20. Crepuscolarismo
Il termine “Crepuscolarismo” fu coniato da Giuseppe Antonio Borgese per
identificare il tramonto della “gloriosa poesia” italiana:
«Si direbbe che dopo le Laudi e i Poemetti la poesia italiana
si sia spenta. Si spegne, infatti, ma in un mite e lunghissimo
crepuscolo»
Il Crepuscolarismo è un clima culturale, un modo di atteggiarsi di fronte
alla realtà e alla letteratura che esprime una raffinata nostalgia per un
mondo perduto per sempre.
Accomuna un gruppo di poeti che hanno in comune il riferimento alla
lirica europea e il rifiuto della letteratura dannunziana.
Chi? Marino Moretti, Sergio Corazzini, Govoni, Palazzeschi, Gozzano.
21. Guido Gozzano (1883-1916)
Torinese, proveniente da una famiglia dell’alta
borghesia, studia legge .
Nel 1907 pubblica La via de rifugio.
Del 1911 sono I Colloqui.
Nel 1912 si aggrava la sua tisi e, nella speranza della
guarigione, intraprende un viaggio in Oriente, dalla
quale nascono le prose Verso la cuna del mondo.quale nascono le prose Verso la cuna del mondo.
Montale lo definisce come il
primo poeta del Novecento che riuscisse […] ad attraversare D’Annunzio
per approdare ad un territorio suo.
22. I temi
Abbandono della tematica eroica a cui il Crepuscolarismo contrappone un
mondo di piccole cose, di dimessa quotidianità.
Alla mondanità delle città, delle ville, dei salotti alto-borghesi luccicanti, i
crepuscolari contrappongono gli orti, i giardini, i conventi, le chiesette, i
cimiteri di campagna, le stazioncine di provincia, il salotto buono piccolo-
borghese.
Di contro alle donne fatali e raffinate, propongono le signore che scelgon le
paste nelle confetterie, la cuoca diciottenne, le fantesche.paste nelle confetterie, la cuoca diciottenne, le fantesche.
La volontà di potenza si rovescia in un diffuso senso di malinconia e di
nostalgia, di volontà di morte, di stanchezza di vivere, di estraneità
dimessa, di disadattamento esistenziale. Il poeta non aspira più ad essere
guida e interprete delle esigenze della nazione, adesso chiede solo che lo si
lasci sognare (Gozzano) o divertire (Palazzeschi) o morire (Corazzini).
23. Lo stile
Alla poesia dal tono magniloquente, oratorio, alto, i crepuscolari
oppongono un tono dimesso, quotidiano, colloquiale, con un
periodare volutamente lineare, discorsivo, prosaicizzato e un lessico
comune, impoetico, preso dalla lingua d’uso, dai tecnicismo vari, dal
dialetto.
Alla ricerca degli effetti musicali, sofisticati, fonosimbolici,
contrappongono un casto uso della parola, della filastrocca, dellacontrappongono un casto uso della parola, della filastrocca, della
ripetizione. La parola tende a essere solo indicatore di oggetti, senza
creare attorno a sé echi musicali o simbolici.
Le rime vengono usate non in funzione di elevazione musicale, ma in
funzione ironica e dissacratoria, con l’accostamento di parole di
livello stilistico diverso: divino/intestino, malinconia/radioscopia,
fuggitivi/legumi improduttivi, Nietzsche / camicie.
24. L’ironia
La sua polemica è rivolta non solo alla tradizione letteraria, ma investe
anche i temi della sua propria poesia e se stesso come poeta.
Gli strumenti di questa polemica sono l’ironia, l’atteggiamento
critico. Gli oggetti tipici della tematica crepuscolare (vasellame, ceste,
mobili, materassi) sono consapevolmente e lucidamente definiti
ciarpame / reietto, così caro alla mia Musa!ciarpame / reietto, così caro alla mia Musa!
Il costante atteggiamento autoironico consente al poeta di prendere le
distanze e non identificarsi con l’oggetto della sua rappresentazione,
che a volte colloca lontano nel tempo e nello spazio, a volte non
prende sul serio.
25. Lo stile
Il contrasto creato dall’ironia, fra un mondo di cose evocate e
ripudiate, amate e derise, è reso nel linguaggio con l’uso frequente
dell’aggettivo antitetico: buone cose di pessimo gusto, dolci
bruttissimi versi.
Frequente il contrasto fra lessico banale, quotidiano, sciatto tipico del
crepuscolarismo (stoviglie, biciclette, rotaie del tram, ecc.) e un lessicocrepuscolarismo (stoviglie, biciclette, rotaie del tram, ecc.) e un lessico
aulico (peplo, rabescare, cornucopia, ecc.).
La rima è spesso usata contrapponendo parole di diverso livello
linguistico e con funzione di dissacrante ironia: divino/intestino.
27. Il movimento futurista
Il Futurismo nasce ufficialmente il 20 febbraio 1909 a Parigi,
quando sulle colonne del Figaro appare il Manifesto del Futurismo
a firma di Filippo Tommaso Marinetti.
Seguono Manifesto tecnico della letteratura futurista (1912) e
Distruzione della sintassi – Immaginazione senza fili – Parole in
libertà (1913).
Al movimento, accompagnato da fenomeni del gusto e della moda,
aderiscono scrittori e artisti di varia natura:
poeti (Aldo Palazzeschi)
scrittori (Giuseppe Papini, Ardengo Soffici)
pittori (Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giacomo Balla)
scrittori di teatro
musicisti
28. Il movimento futurista
Per mettere in pratica il loro programma, i futuristi cercarono anche
un canale di comunicazione più diretto e immediato con il pubblico:
riviste («Poesia» e «Lacerba»)
conferenze
opere musicali
serate futuriste > spesso finivano in rissa!
I futuristi si fanno sostenitori del nuovo, esaltandone alcuni aspetti
vistosi, come la velocità, la simultaneità, l’automobile e aprono la via
all’esaltazione, spesso indiscriminata, della civiltà industriale e urbana.
29. Futurismo
È un movimento di avanguardia che ha risonanza europea.
Esprime il bisogno di vivere globalmente e totalmente la
contemporaneità, con una carica dirompente e iconoclasta verso il
passato [distruggere le biblioteche, le accademie], con un atteggiamento
polemico e provocatorio:
Vuole programmaticamente dare una risposta al passatismo della
tradizione, coinvolgendo la totalità degli aspetti della cultura e dell’arte
Vuole porsi come modo di sentire e di vivere, sintonizzandosi con le
espressioni tipiche della vita moderna nelle sue manifestazioni più
vistose: tecnica, industria, macchina, velocità, pubblicità, città.
31. La rivoluzione formale
Sul piano tecnico-formale il Futurismo incide profondamente linguisticamente e
letterariamente:
- distruzione della sintassi, della punteggiatura, dell’aggettivo (qualificativo),
dell’avverbio, della letteratura dell’io, del ‘come’, ‘quale’, ‘simile a’:
I futuristi diranno quindi uomo-torpediniera
e non ‘uomo simile a una torpediniera’
- recupero e uso dell’onomatopea, dell’analogia, del verbo all’infinito, del
verso libero, delle parole in libertà, dello sperimentalismo grafico.verso libero, delle parole in libertà, dello sperimentalismo grafico.
- tavole parolibere, in cui i caratteri tipografici rappresentano gli oggetti, si
dispongono sulla pagina componendo dei disegni.
- Nel Manifesto tecnico del 1912 si pongono le basi per la letteratura futurista
- Serie di manifesti (Uccidiamo il chiaro di luna!, Guerra sola igiene del mondo,
Distruzione della sintassi) che venivano diffusi in quelle “serate futuriste” che
molto spesso finivano in rissa
32. Aldo Palazzeschi (1885-1974)
Pseudonimo di Aldo Giurlani.
La sua produzione abbraccia un arco vastissimo toccando
esperienze lontane fra loro.
Periodo crepuscolare: I cavalli bianchi (1905), Lanterna
(1907), Poemi (1909)
Periodo futurista: L’incendiario (1910), il romanzo Il codice di Perelà (1911), il
manifesto Il Controdolore (1914).
La prima guerra mondiale chiude tutto un periodo della produzione di Palazzeschi.
Del 1934 è il romanzo Sorelle Materassi, del 1948 I fratelli Cuccoli.
33. La fontana malata
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchette,
chchch...
È giù,
nel cortile,
la povera
fontana
malata;
che spasimo!
che hai
il cuore
mi preme.
Si tace,
non getta
più nulla.
Si tace,
non s'ode
rumore
di sorta
che forse...
che forse
sia morta?
Dio santo,
quel suo
eterno
tossire
mi fa
morire,
un poco
va bene,
ma tanto...
Che lagno!
Ma Habel!
Vittoria!
Andate,
finire,
magari...
magari
morire.
Madonna!
Gesù!
Non più!
Non più.
Mia povera
fontana,
col male
che hai,
finisciche spasimo!
Sentirla
tossire.
Tossisce,
tossisce,
un poco
si tace...
di nuovo.
Tossisce.
Mia povera
fontana,
il male
sia morta?
Orrore
Ah! No.
Rieccola,
Ancora
tossisce,
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
chchch...
La tisi
l'uccide.
Andate,
correte,
chiudete
la fonte,
mi uccide
quel suo
eterno tossire!
Andate,
mettete
qualcosa
per farla
finisci
vedrai,
che uccidi
me pure.
Clof, clop, cloch,
cloffete,
cloppete,
clocchete,
chchch...
Aldo Palazzeschi, Poemi
34. Aldo Palazzeschi (1885-1974)
Letterato dalla personalità originale, Palazzeschi sfugge a una precisa
identificazione con un movimento.
Nella prima produzione poetica ritorna il mondo caro ai crepuscolaricrepuscolari, ma
il poeta toglie a quei temi la tenerezza e la malinconia, per sostituirvi la
vocazione al riso. La funzione del poeta, ridotto a un saltimbanco
dell’anima, viene ribaltata nel grottesco e nel ridicolo e il poetare non è
altro che un divertimento.altro che un divertimento.
Del futurismofuturismo Palazzeschi rifiuta l’esaltazione della velocità e della
macchina, la celebrazione della guerra sola igiene del mondo.
Accoglie invece lo sperimentalismo delle onomatopee, delle immagini
e delle parole in libertà, l’avversione al romanticismo sentimentale,
all’estetismo. La sua produzione è tutta intrisa del tono ironico e
burlesco.
35. L’Espressionismo
1. Più che un’avanguardia organizzata, è una tendenza all’avanguardia.
2. Si sviluppa nel ventennio fra il 1905 e il 1925.
3. Esponenti principali: Gottfried Benn e Georg Trakl
4. Il termine è emerso nell’ambito delle arti figurative all’inizio del Novecento, ma
ha acquistato un significato specifico intorno al 1910, quando si è cominciato a
usarlo in Germania per definire alcune esperienze artistiche contemporanee,
caratterizzate da un rapporto diretto con la natura, da una ricerca di
astrazione e da una carica di deformazione delle figure.
5. Il termine fu assunto in un volume, Der Expressionismus, di Fechter, per5. Il termine fu assunto in un volume, Der Expressionismus, di Fechter, per
caratterizzare vari artisti tedeschi contemporanei, a partire da quelli che nel 1905
avevano fondato a Dresda il gruppo «Die Brücke» (Il ponte): da allora fu assunto
in proprio da molti artisti, scrittori e musicisti, e passò a caratterizzare una serie
molto ampia di esperienze dell’avanguardia europea
6. L’espressionismo è caratterizzato da un rifiuto dei valori e delle forme di
comunicazione borghese, da una tensione aggressiva e violenta, dalla rottura di
ogni convenzione naturalistica, da una ricerca di «espressione» di desideri,
aspirazioni e malesseri.
7. Si guarda in modo nuovo al brutto, al deforme, si subisce l’ossessione del
dolore, della distruzione, della morte, si aspira a ritrovare i valori originari e
incontaminati.
36. L’Espressionismo
• Essenziali sono l’attenzione alla corporeità e alla visceralità, la ricerca di
immagini astratte, di modelli sublimi: da tutto ciò prende forma l’immagine di
un’umanità oppressa e stravolta (cfr. «L’urlo» di Munch). In letteratura
l’espressionismo si collega alla rottura di ogni equilibrio comunicativo, a uno
sconvolgimento del linguaggio che agisce sulla sintassi, sul lessico, sulle
strutture metriche e su quelle narrative.
• Unico denominatore del movimento è la «letteratura di urlo e di distruzione»
(Contini)
• Le forme e le modalità artistiche dell’Espressionismo sono fortemente
caratterizzate e devono essere sintetiche, scorciate, ellittiche, devono «tenderecaratterizzate e devono essere sintetiche, scorciate, ellittiche, devono «tendere
alla massima rapidità, simultaneità, tensione estrema».
• Predomina la paratassi: i periodi sono brevi, secchi, nervosi, il lessico può
spaziare dall’alto al basso, con prevalenza dei modi gergali e dialettali; in poesia
domina il verso libero.
• Riconducibili all’espressionismo sono le esperienze di Tozzi e delle esperienze
della rivista fiorentina «La Voce», che nasce nel 1908 con Papini e Prezzolini
(chiude nel 1916) e voleva dare voce alla nuova generazione di intellettuali,
perché possa affermarsi come classe dirigente;
• anche Pirandello ha dei tratti che lo riconducono all’espressionismo, anche se
egli non si dichiarerà mai espressionista
37. Il Surrealismo
• Primo manifesto del Surrealismo, scritto da Breton nel 1924.
• La parola “surrealismo” sembra dovuta ad Apollinaire e viene usata da
Breton nel significato di «realtà superiore», che è l’inconscio.
• È un movimento che si propone di costruire nuove forme di esperienza
opposte alla logica borghese, scoprendo nuovi territori dell’umano, in cui
dominano il sogno, il lapsus, la magia, l’erotismo, l’umorismo e il
fantastico: si tratta della ricerca di una «soprarealtà» che mira a «cambiare la
via» in una prospettiva rivoluzionaria che ambisce a un comunismo di tipo
libertario.libertario.
• Come il Futurismo, anche il Surrealismo si pone come movimento
antiborghese, sentono l’influenza di Niezsche (assunto con connotazioni
molto lontane) e Freud, il Surrealismo cita L’interpretazione dei sogni e il
nuovo modo di avvicinarsi alla scrittura che deriva da un aspetto del setting
psicanalitico: la libera associazione.
• Di qui la proposta di una scrittura automatica, che obbedisca esclusivamente
e senza mediazione razionale ai movimenti dell’io, in modo da coglierne la
realtà nascosta. Lo scrittore deve aderire agli automatismi dell’inconscio,
seguendone le libere e casuali associazioni. Si giunge a forme di scrittura e di
disegno composte in stato di semi-ipnosi.
38. Il Surrealismo
• La scrittura automatica favoriva l’uso di tecniche nuove, come il flusso
di coscienza impiegato da Joyce nell’Ulysses; nello stesso tempo però si
crea il mito dell’inconscio come luogo dell’autentico, come realtà
positiva
• altri invece sottolineano l’aspetto polemico, distruttivo del riferimento
all’inconscio, recuperando la positività delle sue istanze “basse” in senso
anarchico, sino alla rivendicazione della perversione culturale e della
crudeltà (è la linea di Bataille).
• Nel suo rifiuto dell’arte borghese, il surrealismo si poneva agli antipodi• Nel suo rifiuto dell’arte borghese, il surrealismo si poneva agli antipodi
del militarismo futurista, lottava per un’umanità che sapesse reggersi
sull’amore, sulla libertà, sulla poesia.
• Attraverso una sua interpretazione della psicanalisi freudiana, il
surrealismo mirava a liberare ogni aspetto della vita dell’uomo, dando
libero sfogo a quanto per secoli era rimasto sepolto nell’inconscio.
• Quello surrealista era un programma di costruzione di una realtà
superiore rispetto a quella grigia e convenzionale del mondo borghese e
industriale: un programma che poteva ricollegarsi alle forme fantastiche
dell’arte del passato e alle tradizioni dell’alchimia, della magia.