SlideShare uma empresa Scribd logo
1 de 46
Baixar para ler offline
Lezione I: Idea di Stato e Idea di
                            Nazione
      Relatore: ing. Dario de Siena


"Il principio di ogni sovranità risiede
essenzialmente nella nazione“ (art.3 Dichiarazione
dei diritti dell’uomo – 1789)
   Lo Stato è un ordinamento giuridico-politico che, a fini
    generali, esercita il potere sovrano su un determinato
    territorio e sui soggetti a esso appartenenti. Comanda
    anche mediante l'uso della forza armata, della quale
    detiene il monopolio legale.
Con la parola Stato si intendono due concetti distinti:


        Stato-comunità:          Stato-apparato (o Stato-organizzazione):
                                     potere centrale sovrano, stabile nel
     popolo, stanziato su un        tempo ed impersonale (poiché esiste
    territorio definito, che è   indipendentemente dalle singole persone
    organizzato attorno ad un       che lo fanno funzionare), può essere
                                 organizzato in differenti modi, detiene il
         potere centrale              monopolio della forza e impone il
    (comunemente chiamato               rispetto di determinate norme
         "Stato-nazione")         nell'ambito di un territorio ben definito.
dal latino superanus (colui che sta al di
  sopra), è quello Stato che superiore ad ogni
  altro soggetto presente entro i suoi confini.
Per essere tale deve essere "indipendente" nei
  rapporti con gli altri stati;
per tale ragione lo Stato è indipendente e
  sovrano;          sovrano        al        suo
  interno, indipendente nei confronti degli
  altri.
Lo Stato si definisce originario se i suoi poteri
  derivano solo da sé stesso e non per
  investitura. Con ciò si sostiene che esso non
  è subordinato ad altri soggetti e quindi è
  indipendente in un ambito definito. Esso si
  organizza e si gerarchizza per il miglior
  esercizio del potere.


Solitamente uno Stato è regolato da una Costituzione, o da uno
Statuto, e da un ordinamento giuridico che definiscono i limiti
                dello Stato e dei suoi cittadini.
La moderna concezione di Stato vuole lo Stato
  garante del diritto e delle libertà dell'uomo
  e per questo detto Stato di diritto. Nello
  Stato di Diritto ogni singolo cittadino è
  uguale di fronte allo Stato ed ha gli stessi
  diritti, senza privilegi. Attraverso le leggi lo
  Stato democratico istituisce norme che
  tendono ad equilibrare eventuali posizioni di
  privilegio o di disagio al fine di ristabilire
  l'eguaglianza dei cittadini. Le norme inoltre
  regolano la convivenza in modo da renderla
  pacifica, nel rispetto della libertà dei singoli.
Idea di Stato
«Lo Stato rappresenta l'istanza
unitaria e sovrana di neutralizzazione
dei conflitti sociali e religiosi
attraverso l'esercizio di una summa
potestas, espressa attraverso la
forma astratta e universale della
legge che si legittima in base al
mandato di autorizzazione degli
individui, in cui si realizza il
meccanismo della rappresentanza
politica; i cittadini si trovano infatti
in quella fase pre-politica che è
definita come stato di natura ed il
sovrano svolge un ruolo
"rappresentativo" unificando in sé la
"moltitudine dispersa"»
Secondo Max Weber si intende per
 Stato «un'impresa istituzionale di
carattere politico in cui l‟apparato
amministrativo avanza con successo
  una pretesa di monopolio della
coercizione della forza legittima in
     vista dell‟attuazione degli
            ordinamenti».
«Un‟organizzazione che controlla la
popolazione occupante un determinato
territorio costituisce uno Stato se e in
quanto:
1. si differenzia rispetto ad altre
   organizzazioni che operino sul
   medesimo territorio;
2. è autonoma;
3. è centralizzata;
4. le sue parti componenti sono
   formalmente coordinate le une con le
   altre».
Lo Stato moderno è una forma di
  organizzazione del potere affermatasi
  storicamente in Europa agli inizi del XIII, XIV
  secolo. I tratti dello Stato moderno sono:
 sovranità: Concentrazione di tutti i rapporti
  politici in un'unica istanza indipendente e
  sovrana su un determinato territorio;
 spersonalizzazione del comando politico.
Lo Stato moderno è il processo storico di
  accentramento del potere a partire da quella
  dispersione territoriale dei differenti centri di potere
  indipendenti che rappresentavano le signorie
  dell'Europa medievale.
Questo processo si sviluppa a supporto della Borghesia
  per le sue esigenze di sicurezza moderna.
Una delle dinamiche fondamentali che portarono alla
  formazione dei moderni stati è certamente quella
  delle «guerre civili di religione» prodotte dalla
  perdita di universalità della repubblica cristiana
  medievale, operata dalla riforma protestante.
Il risultato è la visione tecnica e mondana del
   potere del principe, che si serve di un
   apparato amministrativo: per l'esercizio
   concreto del potere secondo procedure
   sempre più precise.
Questa concezione del potere, come sintesi
   politica di tutti i rapporti sociali rappresenta
   la garanzia di sicurezza della pace interna
   tra i sudditi, sempre più svincolata dalla
   religione (processo di secolarizzazione).
Lo Stato moderno si afferma in Europa tra il XV e il XVII
   secolo. Si forma mediante un accentramento del potere e
   della territorialità.
 Scompaiono le frammentazioni feudali in favore di un potere
   centrale, e anche la Chiesa viene subordinata allo Stato.
Avviene una concentrazione del potere su uno specifico
   territorio.
Lo Stato acquisisce il monopolio legittimo dell'uso della
   forza, tramite la burocrazia e la polizia; la forza è
   necessaria per mantenere l'ordine interno e difendere la
   comunità da attacchi esterni.
Infine lo Stato moderno si basa sull'impersonalità del
   comando politico: la legittimazione proviene da regole, da
   un'obbedienza dettata dal riconoscimento da parte dei
   soggetti della legittimità del potere esercitato.
Per la nascita dello Stato moderno fu fondamentale l’affermarsi
   di un’economia monetaria: i salari erano più alti e non più in       Stato
   natura, come nel sistema feudale. Nasce una burocrazia              assoluto
   legata allo Stato. Attraverso la tassazione, lo Stato può
   mantenere la sua burocrazia. La prima forma di Stato è lo
Stato assoluto.
Nasce dai conflitti militari. L'esigenza della guerra porta al
   prelievo fiscale per pagare le spese belliche, porta alla
   crescita dell’amministrazione statale per lo sforzo bellico,         Stato
   porta all'accumulo di debiti per cui è necessario aumentare
   l’intervento statale nell’economia. Tuttavia al termine del       democratico
   conflitto è necessario assicurare ai cittadini dei diritti che
   erano stati loro promessi per ottenere consenso. Di qui si
   passa dunque, per sviluppi successivi, allo
Stato democratico,
poiché il bisogno di legittimazione del potere centrale necessita
   lo sviluppo di un consenso trasformando i sudditi in cittadini.   Stato sociale
   L'ulteriore evoluzione vede lo Stato Democratico diventare.
Stato sociale,
che interviene come attore nella vita economica del paese
   programmando lo sviluppo industriale ed economico.
In quanto promotore di servizi pubblici lo Stato
  moderno sociale ha necessità di far quadrare
  il proprio bilancio attraverso la contabilità
  nazionale ovvero attraverso manovre
  economiche o leggi finanziarie per definire
  l'agire dello Stato per le entrate che
  compensino le uscite (spesa pubblica), ad
  esempio attraverso un adeguato ricorso alla
  tassazione sui contribuenti definito a sua
  volta dalla politica fiscale, limitando così il
  deficit pubblico e conseguente debito.
Per la Dottrina sociale della Chiesa cattolica, lasciati ai
   cittadini la responsabilità ed il compito di
   determinare, a seconda delle mutevoli
   esigenze, l'organizzazione politica, tecnica ed
   istituzionale dello Stato, questo deve
   rispondere, sempre e comunque, ad alcuni requisiti:
1.   Favorire la convivenza civile;
2.   Garantire la giustizia;
3.   Perseguire il bene comune, dell'intera comunità e
     non di un gruppo a detrimento delle legittime
     esigenze degli altri;
4.   Garantire ed assicurare le giuste libertà individuali
     e sociali;
5.   Rispettare la libertà religiosa ed i diritti della
     Chiesa.
Per la teoria marxista lo Stato è destinato a scomparire al
    completamento del passaggio al nuovo modo di produzione.
    Intanto, lo Stato è un'organizzazione che non degenera
    garantendo i privilegi di pochi e, per la sua natura, non può
    perseguire il bene comune. Lo Stato, cioè, è, per il
    comunismo, sempre classista e si fonda, per sua natura, sulla
    costrizione e l’esercizio della forza. Diceva Lenin: «Lo Stato è il
    prodotto e la manifestazione dell'antagonismo inconciliabile
    delle classi...»
Per Engels inoltre: «Lo Stato è, per principio, lo stato della classe
    più potente, della classe economicamente e politicamente
    dominante...»
Da ciò deriva, secondo il comunismo, la necessità inevitabile di
    annientare e conquistare lo Stato borghese con la violenza
    (sempre Lenin affermava: «Lo Stato borghese non muore, ma è
    annientato dal proletariato nel corso della rivoluzione...») e la
    necessità della dittatura del proletariato e di uno Stato ancora
    più forte per annientare la borghesia («...tra la società
    capitalistica e la società comunista, si pone il periodo
    rivoluzionario di trasformazione dalla prima nella seconda, cui       Friedrich Engels (1838 -1895)
    corrisponde un periodo di transizione nel quale lo Stato non
    potrebbe essere altro se non la dittatura rivoluzionaria del
    proletariato» secondo Karl Marx).
Circa la natura del nuovo Stato proletario, socialista, ecco cosa ha
    scritto Lenin: ...«In realtà, questo periodo è inevitabilmente un
    periodo di lotta di classe di un'asprezza inaudita, un periodo in
    cui le forme di questa lotta diventano quanto mai acute, e
    quindi anche lo Stato di questo periodo deve essere uno Stato
    democratico in modo nuovo (per i proletari e i non possidenti in
    generale), e dittatoriale in modo nuovo (contro la borghesia).
Per il Fascismo lo Stato non deve subordinarsi agl’individui, ma gli individui devono
   vivere ed agire per lo Stato e nello Stato. Questo ha per se un valore ed una dignità
   che deve essere affermata e difesa di fronte agli altri Stati. Il fascismo vuole
   l’instaurazione di un Governo forte che affermi la potenza della Nazione italiana
   all’estero e all’interno. Quindi rafforzando il potere centrale e i suoi organi, la
   disciplina e l’autorità dello Stato.
“Nell‟attuale momento storico italiano”, ha scritto Mussolini, “Il potere esecutivo non
   è più considerato dipendente dal legislativo come uno strumento privo di valore
   proprio: la degradazione del Governo alla mera funzione esecutiva,………,è
   definitivamente scomparsa dal Diritto Pubblico Fascista … Fu un errore del
   liberalismo il ritenere che l‟unico possessore del diritto di rappresentanza dello
   Stato, cioè della sovranità, fosse la massa degli elettori, il collegio
   elettorale, nelle sue varie forme di costituzione. La sovranità dello Stato veniva
   così frazionata e polverizzata, e la pretesa sovranità reale di
   Rousseau, irrealizzabile per la mancata unanimità di concorso dei cittadini
   elettori, andò a finire nella sovranità dei capi partito e anche dei gregari
   localmente influenti dei vari partiti, i quali presero il posto delle vecchie baronie
   feudali accampate contro lo Stato con la pretesa assurda di essere svincolate da
   ogni soggezione al Governo dello Stato. Il Foscolo aveva detto che per rifare
   l‟Italia bisognava disfare le sette. La necessità storica italiana ha voluto che per
   rifare lo Stato si dovessero disfare le baronie medievali dei partiti. Questo compito
   fu assunto e risolto dal Fascismo, ed in questo momento della vita storica
   nazionale, il Governo Fascista rappresenta proprio la personalità dello Stato
   costituito dalla preminenza degli interessi generali sui particolari interessi di
   categorie o di classi economiche” (B. Mussolini – Gerarchia 1928 – n°8)
Nonostante la sua importanza la nazione
   rimane un oggetto estremamente
   complesso: “un'idea chiara in
   apparenza, ma facile a essere
   gravemente fraintesa" come scrisse
   Ernest Renan (1823 -1892).
Le ragioni di questa complessità meritano
   di essere indicate fin dal principio. In
   questa prospettiva risultano decisive tre
   differenti classi di problemi:
1.    l'estrema varietà dei fattori che
      possono di volta in volta determinare
      le strutture concrete delle nazioni e
      delle forme della coscienza nazionale;
2.    i mutamenti che vengono a prodursi
      nella storia di tali strutture tra il XVIII
      e il XIX secolo;
3.    il rapporto che lega la nazione
      all'”idea di nazione”.
Nelle riflessioni di carattere più generale sul tema
  della nazione ricorrono con una certa frequenza
  due argomenti strettamente correlati.
1. La fisionomia delle nazioni viene di regola
    determinata dall'interazione di fattori
    eterogenei quali la razza, l'etnia, il
    territorio, la lingua, le tradizioni, la
    cultura, un'eredità di memorie condivise, un
    sistema di istituzioni politiche comuni.
2. Ogni singola nazione costituisce sempre il
    prodotto di circostanze uniche e irripetibili, di
    uno sviluppo storico specifico in cui i diversi
    elementi sopra indicati - o solo alcuni di essi -
    operano in modi e con esiti di volta in volta
    differenti.
Idea di nazione
la nazione è "un corpo di
  associati che vivono sotto
  una legge
  comune, rappresentati
  dalla stessa legislatura"
a proposito delle "fonti del sentimento
  nazionale": "Qualche volta tale
  sentimento è l'effetto di identità di
  razza e di spirito; sovente comunità
  di linguaggio e di religione
  contribuiscono a farlo nascere. I
  limiti geografici sono pure una delle
  sue fonti; ma la sorgente più viva è
  l'identità del progresso politico, il
  possesso di una storia nazionale e di
  conseguenza di una comunità di
  ricordi” .
La storia delle singole nazionalità e
  delle singole forme del sentimento
  nazionale dimostra tuttavia che
  "nessuna di queste circostanze è
  indispensabile o sufficiente per se
  stessa in senso assoluto"
"Le Nazioni sono grandi e possenti comunità di
   vita sorte attraverso un lungo processo
   storico e sottoposte a movimenti e
   mutamenti ininterrotti; e perciò appunto c'è
   nella natura della Nazione qualche cosa di
   fluido. Sedi comuni, comune discendenza
   o, più esattamente, [...] uguale o simile
   mescolanza di sangue, lingua comune, vita
   spirituale comune, lega o federazione di
   parecchi Stati d'ugual natura: tutte queste
   possono essere caratteristiche
   importanti, essenziali, d'una Nazione; ma con
   ciò non è detto che una Nazione, per esser
   tale, debba possederle tutte insieme".
Alla radice delle molteplici forme storiche
   dell'esistenza nazionale vi è sempre "un
   intimo nocciolo naturale nato dalla
   consanguineità" su cui vengono poi a
   svilupparsi "quella peculiare, profonda
   comunanza spirituale, quella più o meno
   chiara coscienza di essa, che elevano le varie
   stirpi riunite a dignità di Nazione".
"la nazione, o più
  precisamente la
  razza, non consiste nella
  lingua, ma soltanto nel
  sangue"
Idea di nazione
Identificazioni deboli, intermittenti e di regola
  limitate ai ceti colti e/o politicamente attivi.
da un punto di vista politico o furono del tutto
  inerti o esercitarono una qualche funzione
  ma solo come “nazioni aristocratiche”
Nazioni popolari, in grado cioè di generare identità
forti e tendenzialmente esclusive in un pubblico di
massa dai caratteri sempre più omogenei.
Le nazioni dei moderni, in ragione del loro
carattere popolare e della fortuna teorica e
pratica delle dottrine democratiche, furono nel
nazioni sovrane o potenzialmente tali, che
iniziarono a intrattenere rapporti la sfera della
politica e dello Stato nei due significati definiti dai
principî      dell'autogoverno        popolare       e
dell'autodeterminazione nazionale.
In quanto nazioni popolari e sovrane e in virtù
della definizione di una compiuta idea di nazione
le    nazioni    dei    moderni     furono     nazioni
coscienti, dotate cioè di una “volontà di essere
nazione”
Il suo successo iniziò quando riuscì, con pochi
      uomini, a prendere prigioniero il pretore Gaio
Vetilio, impresa che gli diede la fiducia del suo popolo
     che lo scelse come capo della rivolta. Da allora
raccolse una serie di successi sgominando ogni pretore
  che Roma gli mandò contro, fino al 143 a.c., data in
cui riuscì a strappare gran parte del territorio lusitano
                          a Roma.
  La reppubblica gli mandò quindi contro il proconsole
Quinto Paolo Serviliano che dopo una serie di successi
  contro gli hispanici, cadde nella trappola tesagli dal
 capo dei ribelli lusitani durante un assedio. In cambio
       della salvezza del generale romano e del suo
 esercito, Viriato chiese e ottenne dal senato romano
il riconoscimento dell'indipendenza dallo Stato romano
       delle regioni da lui occupate in quegli anni.

    Rappresenta il primo caso
  storicamente attestato di una
         rivolta nazionale
Nel 1866 Napoleone III fece
                                              realizzare, ad Aime Millet, una
                                              statua di Vercingetorige alta sette
                                              metri; fu eretta sul sito presunto
                                              di Alesia. Sul piedistallo si può
                                              leggere: « La Gaule unie Formant
                                              une seule nation Animée d'un
                                              même esprit Peut défier
                                              l'Univers. » (Vercingetorige ai Galli
                                              in assemblea - Cesare. De Bello
                                              Gallico, vii, 29.)

La Terza Repubblica strumentalizzò Vercingetorige insistendo sul suo ruolo eroico
di resistente all'invasore. Questa propaganda era destinata ad esaltare il
sentimento di rivincita dopo la sconfitta nella guerra contro la Germania, appena
unificata nella Prussia. L'immagine del patriota gallico contro l'invasore è
magnificata dai manuali scolastici: « La Gallia fu conquistata dai
Romani, malgrado la valida difesa del Gallo Vercingetorige che è il primo eroe
della nostra storia. »(Ernest Lavisse. Histoire de France, cours moyen, 1884.)
Arminio ,cittadino romano, riscuoteva la piena fiducia di
Varo, che lo promosse suo consigliere militare.
Nel 9, a capo di Cherusci, Marsi, Catti e Bructeri, Arminio
annientò l’esercito di Varo (20.000 uomini) nella battaglia
di Teutoburgo nei pressi di Kailkriese.
Arminio condusse le tre legioni romane sotto la sua stessa
guida dentro la trappola che egli stesso aveva preparato. Il
comando tattico della battaglia viene esercitato per i due
schieramenti dallo stesso comandante.
A Teutoburgo i legionari romani non furono neppure
schierati in assetto di combattimento ma, contro tutte le
regole, furono fatti proseguire dentro un territorio ostile in
semplice assetto di marcia ed affardellati.
La maggior parte fu uccisa senza potersi difendere, i germani si lasciarono andare ad
atrocità, e si parlò di torture e mutilazioni perpetrate sui legionari catturati.
Varo si suicidò e i romani non tentarono più di conquistare le terre al di là del Reno, che segnò
per secoli il confine tra l’impero e i barbari.
Dopo questa vittoria, Arminio tentò inutilmente di creare un'alleanza permanente dei popoli
germanici con cui far fronte alla vendetta romana.
Lo sconcerto che provocò il tradimento di un cittadino romano con molti privilegi per
difendere una cultura considerata come primitiva ed inferiore fece desistere dalla
romanizzazione della Germania . Non si comprese come ciò che i romani consideravano una
emancipazione culturale potesse essere subita come una tirannia.
Giovanna d’Arco, a torto o a
ragione, è considerata come
l’artefice dell’unità territoriale
francese avendo portato alla rivolta
dei francesi contro gli inglesi, eredi
dei feudi normanni.
Rappresenta la mutazione dello
stato legato al diritto ereditario
(transnazionale) in quello legato
all’unità territoriale.
Le Nazioni Territoriali sono
Le Nazioni Culturali sono quelle
                                   quelle nelle quali un territorio
      che pur avendo una
                                    raggruppa popolazioni coese
 caratteristica etnico culturale
                                      dal punto di vista storico
  comune non sono uno stato
                                              culturale
              unico
                                   "nazioni fondate prevalentemente
                                   sopra un qualche possesso culturale
                                   conquistato con comune sforzo e
                                   nazioni che si fondano innanzitutto
                                   sulla virtù unificatrice d'una storia
                                   politica e d'una legislazione
                                   comuni".(Meinecke)
Idea di nazione
"la Patria è prima di ogni altra cosa la
coscienza della patria" e senza una tale
coscienza gli Italiani sarebbero "turba
senza nome, non Nazione; gente, non
popolo".
la comunanza di territorio, di origine e di
lingua può "costituire compiutamente
una Nazionalità" soltanto se a essa si lega
una matura "coscienza della
Nazionalità", che rappresenta "il Penso
dunque esisto de' filosofi applicato alle
Nazionalità".
“La nazione lungi dal fondarsi sul
principio 'zoologico' della razza, sulla
lingua, sulla religione, su una
comunanza di interessi o sulla
'geografia', altro non sarebbe che "un
plebiscito di tutti i giorni", il
"desiderio di vivere insieme" basato sul
"comune possesso di una ricca eredità
di ricordi" e sulla "volontà di
continuare a far valere l'eredità
ricevuta indivisa".
“Le nazioni sono antiche
    come la storia”
"la nazionalità è uno stato spirituale" e
che "l'unico modo di decidere se un
individuo appartiene a una nazione
piuttosto che a un'altra è di
domandarglielo".
"la nazionalità è formata dalla decisione di
formare una nazionalità". "nei tempi
moderni è stata la potenza di un'idea, non
il richiamo del sangue, che ha costituito e
plasmato le nazionalità";
secondo lui fu il nazionalismo - in quanto
ideologia dello Stato nazionale - a farsi
storicamente portatore di una tale idea.
"come in una comunità politica l'idea di Stato
è provocata da coloro che detengono la
potenza, così in una 'comunità culturale' - nel
senso di un gruppo di uomini ai quali, in virtù
del loro carattere, sono in modo specifico
accessibili determinate prestazioni
considerate come 'beni culturali' - i soggetti
specificamente predestinati a propagare l'idea
'nazionale' [sono] quelli che usurpano la
funzione direttiva, cioè gli 'intellettuali"'
ha sostenuto che le nazioni e i
   nazionalismi acquistano il proprio
   senso specifico in relazione alla
   formazione e al consolidamento di
   una "società industriale orientata
   alla crescita" e che rappresentano
   fenomeni tipici della modernità.
"le nazioni come maniera
   naturale, indicata da Dio, di
   classificare gli uomini, come
   destino politico intrinseco anche
   se di là da venire, sono un mito;
   il nazionalismo, che talvolta
   prende le culture preesistenti e
   le trasforma in nazioni, talvolta
   inventa queste culture e spesso le
   annulla: questa è una realtà, nel
   bene e nel male, e in genere una
   realtà inevitabile".
Il nazionalismo si basa sulla storia pre-esistente del "gruppo", un tipo di
moda questa storia in un senso di identità comune e storia comune.
Questo non vuol dire che questa storia dovrebbe essere
accademicamente valida o convincente – anzi molti nazionalismi si
basano su interpretazioni storicamente errate degli eventi del passato e
tendono a mitizzare troppo piccole parti inesatte della loro storia.
Nazionalismo non richiede che i membri di una "nazione" siano tutti
uguali, ma che sentano un intenso legame di solidarietà alla nazione e
gli altri membri che la costituiscono. Un senso di nazionalismo può
essere prodotto da qualunque ideologia dominante esistente in un
determinato luogo. Il nazionalismo si basa sulla parentela pre-
esistente, sulla religione e sui sistemi di credenze. Smith descrive i
gruppi etnici che formano la base delle nazioni moderne come " etnie ".



Quando si parla di stati nazione, "Potremmo definire uno Stato “stato-nazione” se, e solo se, una singola popolazione
etnica e culturale abita i suoi confini, e i confini di quello stato sono sovrapponibili con i confini di quella
popolazione etnica e culturale ".

Una nazione, contemporaneamente, è "una popolazione che condivide un territorio storico, miti e memorie
storiche, una Cultura pubblica, un'economia comune e comuni diritti e doveri per i suoi membri ". Etnie sono a loro
volta definite come ["unità denominata di popolazione con origini comuni miti e memorie storiche, elementi di cultura
condivisa, qualche legame con un territorio storico e un certo grado di solidarietà, almeno tra loro elite.” I confini di una
etnia possono essere abbastanza riconoscibili anche quando non sussistono tutte le sue caratteristiche.
le nazioni e le prime rudimentali forme della
coscienza nazionale iniziano per molti aspetti ad
apparire, se non già all'epoca dell'antico Israele e
dell'antica Grecia, quantomeno nell'Europa
medievale, in vari casi proprio attraverso una
problematica relazione con la nascita e lo sviluppo
degli Stati moderni. È innegabile, insomma, che le
nazioni, le forme della coscienza nazionale e, in
qualche misura, la stessa idea di nazione hanno una
storia che precede la vicenda delle nazioni e degli
Stati-nazione del XVIII-XIX secolo. Il punto
è, però, che tra quella storia e questa vicenda si
viene comunque a produrre una frattura profonda e
che le nazioni che si affermano e si consolidano a
partire dall'epoca della Rivoluzione francese sono
qualche cosa di diverso - perlopiù di radicalmente
diverso - dalle nazioni esistenti prima di allora.
I Fase: la fase dei
          'risvegliatori„
  (es. Mazzini, Cattaneo, ecc,)



II Fase: la fase dell'agitazione
           patriottica
(Pisacane, Manin, Garibaldi, ecc.)



  III Fase: consenso di massa
(Dannunzio, Gentile, Mussolini, ec
              c.)
Scuola di politica

Mais conteúdo relacionado

Mais procurados

Diritto pubblico comparato
Diritto pubblico comparatoDiritto pubblico comparato
Diritto pubblico comparatorabacu2019
 
Una Lezione Sulla Costituzione
Una Lezione Sulla CostituzioneUna Lezione Sulla Costituzione
Una Lezione Sulla Costituzioneaileno
 
L'evoluzione della nostra costituzione.
L'evoluzione della nostra costituzione.L'evoluzione della nostra costituzione.
L'evoluzione della nostra costituzione.Antonella Demichelis
 
Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana
Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicanaDallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana
Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicanadirittoeconomiacreativi
 
L'evoluzione della nostra costituzione.
L'evoluzione della nostra costituzione.L'evoluzione della nostra costituzione.
L'evoluzione della nostra costituzione.Antonella Demichelis
 
L’evoluzione della costituzione italiana.
L’evoluzione della costituzione italiana.L’evoluzione della costituzione italiana.
L’evoluzione della costituzione italiana.Antonella Demichelis
 
La nascita e lo spirito della Costituzione Italiana
La nascita e lo spirito della Costituzione ItalianaLa nascita e lo spirito della Costituzione Italiana
La nascita e lo spirito della Costituzione ItalianaCristinaGalizia
 
Lo Statuto Albertino
Lo Statuto AlbertinoLo Statuto Albertino
Lo Statuto Albertinoguest16f01a
 
Appunti di diritto parlamentare
Appunti di diritto parlamentareAppunti di diritto parlamentare
Appunti di diritto parlamentareReti
 
Presentazione della costituzione
Presentazione della costituzionePresentazione della costituzione
Presentazione della costituzioneverderico
 
Confronto tra le costituzioni francesi della I Repubblica.
Confronto tra le costituzioni francesi della I Repubblica.Confronto tra le costituzioni francesi della I Repubblica.
Confronto tra le costituzioni francesi della I Repubblica.Antonella Demichelis
 
04 - Anniversario della Costituzione Italiana
04 - Anniversario della Costituzione Italiana04 - Anniversario della Costituzione Italiana
04 - Anniversario della Costituzione ItalianaIstituto Comprensivo
 
Master Maspoli 15 Mar 08
Master Maspoli 15 Mar 08Master Maspoli 15 Mar 08
Master Maspoli 15 Mar 08cmid
 

Mais procurados (20)

Diritto pubblico comparato
Diritto pubblico comparatoDiritto pubblico comparato
Diritto pubblico comparato
 
Una Lezione Sulla Costituzione
Una Lezione Sulla CostituzioneUna Lezione Sulla Costituzione
Una Lezione Sulla Costituzione
 
L'evoluzione della nostra costituzione.
L'evoluzione della nostra costituzione.L'evoluzione della nostra costituzione.
L'evoluzione della nostra costituzione.
 
Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana
Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicanaDallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana
Dallo Statuto Albertino alla Costituzione repubblicana
 
Il pensiero politico di Rousseau.
Il pensiero politico di Rousseau.Il pensiero politico di Rousseau.
Il pensiero politico di Rousseau.
 
L'evoluzione della nostra costituzione.
L'evoluzione della nostra costituzione.L'evoluzione della nostra costituzione.
L'evoluzione della nostra costituzione.
 
Diritto e costituzione
Diritto e costituzioneDiritto e costituzione
Diritto e costituzione
 
L’evoluzione della costituzione italiana.
L’evoluzione della costituzione italiana.L’evoluzione della costituzione italiana.
L’evoluzione della costituzione italiana.
 
La Costituzione
La CostituzioneLa Costituzione
La Costituzione
 
La nascita e lo spirito della Costituzione Italiana
La nascita e lo spirito della Costituzione ItalianaLa nascita e lo spirito della Costituzione Italiana
La nascita e lo spirito della Costituzione Italiana
 
Le Slide
Le SlideLe Slide
Le Slide
 
Lo Statuto Albertino
Lo Statuto AlbertinoLo Statuto Albertino
Lo Statuto Albertino
 
Lo stato italiano
Lo stato italianoLo stato italiano
Lo stato italiano
 
Appunti di diritto parlamentare
Appunti di diritto parlamentareAppunti di diritto parlamentare
Appunti di diritto parlamentare
 
Presentazione della costituzione
Presentazione della costituzionePresentazione della costituzione
Presentazione della costituzione
 
Confronto tra le costituzioni francesi della I Repubblica.
Confronto tra le costituzioni francesi della I Repubblica.Confronto tra le costituzioni francesi della I Repubblica.
Confronto tra le costituzioni francesi della I Repubblica.
 
04 - Anniversario della Costituzione Italiana
04 - Anniversario della Costituzione Italiana04 - Anniversario della Costituzione Italiana
04 - Anniversario della Costituzione Italiana
 
Ordinamento della repubblica
Ordinamento della repubblicaOrdinamento della repubblica
Ordinamento della repubblica
 
Locke e il liberalismo politico.
Locke e il liberalismo politico.Locke e il liberalismo politico.
Locke e il liberalismo politico.
 
Master Maspoli 15 Mar 08
Master Maspoli 15 Mar 08Master Maspoli 15 Mar 08
Master Maspoli 15 Mar 08
 

Destaque

Scuola di politica – lezione x
Scuola di politica – lezione xScuola di politica – lezione x
Scuola di politica – lezione xtecnomidia
 
Scuola di politica lezione ii
Scuola di politica lezione iiScuola di politica lezione ii
Scuola di politica lezione iitecnomidia
 
Scuola di politica lezione iii
Scuola di politica lezione iiiScuola di politica lezione iii
Scuola di politica lezione iiitecnomidia
 
Scuola di politica – lezione xi
Scuola di politica – lezione xiScuola di politica – lezione xi
Scuola di politica – lezione xitecnomidia
 
Scuola di politica – lezione xii
Scuola di politica – lezione xiiScuola di politica – lezione xii
Scuola di politica – lezione xiitecnomidia
 
Scuola di politica lezione iv
Scuola di politica lezione ivScuola di politica lezione iv
Scuola di politica lezione ivtecnomidia
 
Scuola di politica – lezione xv
Scuola di politica – lezione xvScuola di politica – lezione xv
Scuola di politica – lezione xvtecnomidia
 
Invito segreterie
Invito segreterieInvito segreterie
Invito segreterietecnomidia
 
Scuola di politica lezione vii
Scuola di politica   lezione viiScuola di politica   lezione vii
Scuola di politica lezione viitecnomidia
 
Appunti parte speciale_diritto_pdf
Appunti parte speciale_diritto_pdfAppunti parte speciale_diritto_pdf
Appunti parte speciale_diritto_pdfgiosiele
 
Scuola di politica – lezione vi
Scuola di politica – lezione viScuola di politica – lezione vi
Scuola di politica – lezione vitecnomidia
 
Lezione donne e politica
Lezione donne e politicaLezione donne e politica
Lezione donne e politicaleticiaczanella
 
Scuola di politica – lezione ix
Scuola di politica – lezione ixScuola di politica – lezione ix
Scuola di politica – lezione ixtecnomidia
 
Scuola di politica – lezione xiv
Scuola di politica – lezione xivScuola di politica – lezione xiv
Scuola di politica – lezione xivtecnomidia
 
Scuola di politica – lezione v
Scuola di politica – lezione vScuola di politica – lezione v
Scuola di politica – lezione vtecnomidia
 
Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...
Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...
Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...leticiaczanella
 
Giuseppe Mazzini e il suo pensiero politico
Giuseppe Mazzini e il suo pensiero politicoGiuseppe Mazzini e il suo pensiero politico
Giuseppe Mazzini e il suo pensiero politicoElisa Farris
 
Scuola di politica – lezione xiii
Scuola di politica – lezione xiiiScuola di politica – lezione xiii
Scuola di politica – lezione xiiitecnomidia
 

Destaque (20)

Scuola di politica – lezione x
Scuola di politica – lezione xScuola di politica – lezione x
Scuola di politica – lezione x
 
Scuola di politica lezione ii
Scuola di politica lezione iiScuola di politica lezione ii
Scuola di politica lezione ii
 
Scuola di politica lezione iii
Scuola di politica lezione iiiScuola di politica lezione iii
Scuola di politica lezione iii
 
Scuola di politica – lezione xi
Scuola di politica – lezione xiScuola di politica – lezione xi
Scuola di politica – lezione xi
 
Scuola di politica – lezione xii
Scuola di politica – lezione xiiScuola di politica – lezione xii
Scuola di politica – lezione xii
 
Scuola di politica lezione iv
Scuola di politica lezione ivScuola di politica lezione iv
Scuola di politica lezione iv
 
Scuola di politica – lezione xv
Scuola di politica – lezione xvScuola di politica – lezione xv
Scuola di politica – lezione xv
 
Cap.11 Inizio
Cap.11 InizioCap.11 Inizio
Cap.11 Inizio
 
Invito segreterie
Invito segreterieInvito segreterie
Invito segreterie
 
Scuola di politica lezione vii
Scuola di politica   lezione viiScuola di politica   lezione vii
Scuola di politica lezione vii
 
Appunti parte speciale_diritto_pdf
Appunti parte speciale_diritto_pdfAppunti parte speciale_diritto_pdf
Appunti parte speciale_diritto_pdf
 
Scuola di politica – lezione vi
Scuola di politica – lezione viScuola di politica – lezione vi
Scuola di politica – lezione vi
 
Lezione donne e politica
Lezione donne e politicaLezione donne e politica
Lezione donne e politica
 
Scuola di politica – lezione ix
Scuola di politica – lezione ixScuola di politica – lezione ix
Scuola di politica – lezione ix
 
Scuola di politica – lezione xiv
Scuola di politica – lezione xivScuola di politica – lezione xiv
Scuola di politica – lezione xiv
 
Scuola di politica – lezione v
Scuola di politica – lezione vScuola di politica – lezione v
Scuola di politica – lezione v
 
Lab scuola cosa fanno i comuni
Lab scuola cosa fanno i comuniLab scuola cosa fanno i comuni
Lab scuola cosa fanno i comuni
 
Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...
Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...
Lezione_Movimenti femminili, diritti, partiti politici e donne al potere in A...
 
Giuseppe Mazzini e il suo pensiero politico
Giuseppe Mazzini e il suo pensiero politicoGiuseppe Mazzini e il suo pensiero politico
Giuseppe Mazzini e il suo pensiero politico
 
Scuola di politica – lezione xiii
Scuola di politica – lezione xiiiScuola di politica – lezione xiii
Scuola di politica – lezione xiii
 

Semelhante a Scuola di politica

Il Cittadino e la Politica.pptx
Il Cittadino e la Politica.pptxIl Cittadino e la Politica.pptx
Il Cittadino e la Politica.pptxMatteTheJester
 
SCHEMI CAPITOLO 5-6-7.docx
SCHEMI CAPITOLO 5-6-7.docxSCHEMI CAPITOLO 5-6-7.docx
SCHEMI CAPITOLO 5-6-7.docxLetizia38
 
Stato e popolo (tesi di maturita')
Stato e popolo (tesi di maturita')Stato e popolo (tesi di maturita')
Stato e popolo (tesi di maturita')Roberto Gregoratti
 
Documento Politico Programmatico
Documento Politico ProgrammaticoDocumento Politico Programmatico
Documento Politico ProgrammaticoFrancesco Candia
 
Educazione cittadinanza europea 2014 vademecum
Educazione cittadinanza europea 2014    vademecumEducazione cittadinanza europea 2014    vademecum
Educazione cittadinanza europea 2014 vademecumclassicoscadutoit
 
Presentazione costituzione definitivo 4 i
Presentazione costituzione definitivo 4 iPresentazione costituzione definitivo 4 i
Presentazione costituzione definitivo 4 iEmilia Peatini
 
L'edificazione stato moderno approfondimento
L'edificazione stato moderno   approfondimentoL'edificazione stato moderno   approfondimento
L'edificazione stato moderno approfondimentogiovanni quartini
 
L'edificazione stato moderno approfondimento
L'edificazione stato moderno   approfondimentoL'edificazione stato moderno   approfondimento
L'edificazione stato moderno approfondimentogiovanni quartini
 
SLIDES COSTITUZIONE IT.pdf
SLIDES COSTITUZIONE IT.pdfSLIDES COSTITUZIONE IT.pdf
SLIDES COSTITUZIONE IT.pdfEdoardoRella1
 
Il manifesto di ventotene ita
Il manifesto di ventotene itaIl manifesto di ventotene ita
Il manifesto di ventotene itaLepido
 
Appunti di diritto parlamentare
Appunti di diritto parlamentareAppunti di diritto parlamentare
Appunti di diritto parlamentareReti
 
la edificazione stato moderno
la edificazione stato modernola edificazione stato moderno
la edificazione stato modernogiovanni quartini
 
La politica IV F 2009/2010
La politica IV F 2009/2010La politica IV F 2009/2010
La politica IV F 2009/2010filoeducation
 
Il manifesto di ventotene
Il manifesto di ventotene Il manifesto di ventotene
Il manifesto di ventotene sara1668
 
Francesco Terracina intervista Salvatore Petrucci
Francesco Terracina intervista Salvatore PetrucciFrancesco Terracina intervista Salvatore Petrucci
Francesco Terracina intervista Salvatore Petruccimoonswolf
 

Semelhante a Scuola di politica (20)

Il Cittadino e la Politica.pptx
Il Cittadino e la Politica.pptxIl Cittadino e la Politica.pptx
Il Cittadino e la Politica.pptx
 
SCHEMI CAPITOLO 5-6-7.docx
SCHEMI CAPITOLO 5-6-7.docxSCHEMI CAPITOLO 5-6-7.docx
SCHEMI CAPITOLO 5-6-7.docx
 
Stato e popolo (tesi di maturita')
Stato e popolo (tesi di maturita')Stato e popolo (tesi di maturita')
Stato e popolo (tesi di maturita')
 
Lo Stato e i suoi elementi costitutivi
Lo Stato e i suoi elementi costitutiviLo Stato e i suoi elementi costitutivi
Lo Stato e i suoi elementi costitutivi
 
Documento Politico Programmatico
Documento Politico ProgrammaticoDocumento Politico Programmatico
Documento Politico Programmatico
 
Educazione cittadinanza europea 2014 vademecum
Educazione cittadinanza europea 2014    vademecumEducazione cittadinanza europea 2014    vademecum
Educazione cittadinanza europea 2014 vademecum
 
Presentazione costituzione definitivo 4 i
Presentazione costituzione definitivo 4 iPresentazione costituzione definitivo 4 i
Presentazione costituzione definitivo 4 i
 
L'edificazione stato moderno approfondimento
L'edificazione stato moderno   approfondimentoL'edificazione stato moderno   approfondimento
L'edificazione stato moderno approfondimento
 
L'edificazione stato moderno approfondimento
L'edificazione stato moderno   approfondimentoL'edificazione stato moderno   approfondimento
L'edificazione stato moderno approfondimento
 
SLIDES COSTITUZIONE IT.pdf
SLIDES COSTITUZIONE IT.pdfSLIDES COSTITUZIONE IT.pdf
SLIDES COSTITUZIONE IT.pdf
 
Stato nazione
Stato nazioneStato nazione
Stato nazione
 
Il manifesto di ventotene ita
Il manifesto di ventotene itaIl manifesto di ventotene ita
Il manifesto di ventotene ita
 
Lo stato
Lo statoLo stato
Lo stato
 
Appunti di diritto parlamentare
Appunti di diritto parlamentareAppunti di diritto parlamentare
Appunti di diritto parlamentare
 
la edificazione stato moderno
la edificazione stato modernola edificazione stato moderno
la edificazione stato moderno
 
La politica IV F 2009/2010
La politica IV F 2009/2010La politica IV F 2009/2010
La politica IV F 2009/2010
 
Il manifesto di ventotene
Il manifesto di ventotene Il manifesto di ventotene
Il manifesto di ventotene
 
Francesco Terracina intervista Salvatore Petrucci
Francesco Terracina intervista Salvatore PetrucciFrancesco Terracina intervista Salvatore Petrucci
Francesco Terracina intervista Salvatore Petrucci
 
Cittadinanza
CittadinanzaCittadinanza
Cittadinanza
 
Artt.1 2-3 cost
Artt.1 2-3 costArtt.1 2-3 cost
Artt.1 2-3 cost
 

Mais de tecnomidia

Scuola di politica – lezione ix
Scuola di politica – lezione ixScuola di politica – lezione ix
Scuola di politica – lezione ixtecnomidia
 
Presentazione scuola
Presentazione scuolaPresentazione scuola
Presentazione scuolatecnomidia
 
Scuola di politica lezione xvi
Scuola di politica   lezione xviScuola di politica   lezione xvi
Scuola di politica lezione xvitecnomidia
 

Mais de tecnomidia (6)

Adesioni
AdesioniAdesioni
Adesioni
 
Statuto
StatutoStatuto
Statuto
 
Scuola di politica – lezione ix
Scuola di politica – lezione ixScuola di politica – lezione ix
Scuola di politica – lezione ix
 
Presentazione scuola
Presentazione scuolaPresentazione scuola
Presentazione scuola
 
Scuola di politica lezione xvi
Scuola di politica   lezione xviScuola di politica   lezione xvi
Scuola di politica lezione xvi
 
Lezione viii
Lezione viiiLezione viii
Lezione viii
 

Scuola di politica

  • 1. Lezione I: Idea di Stato e Idea di Nazione Relatore: ing. Dario de Siena "Il principio di ogni sovranità risiede essenzialmente nella nazione“ (art.3 Dichiarazione dei diritti dell’uomo – 1789)
  • 2. Lo Stato è un ordinamento giuridico-politico che, a fini generali, esercita il potere sovrano su un determinato territorio e sui soggetti a esso appartenenti. Comanda anche mediante l'uso della forza armata, della quale detiene il monopolio legale. Con la parola Stato si intendono due concetti distinti: Stato-comunità: Stato-apparato (o Stato-organizzazione): potere centrale sovrano, stabile nel popolo, stanziato su un tempo ed impersonale (poiché esiste territorio definito, che è indipendentemente dalle singole persone organizzato attorno ad un che lo fanno funzionare), può essere organizzato in differenti modi, detiene il potere centrale monopolio della forza e impone il (comunemente chiamato rispetto di determinate norme "Stato-nazione") nell'ambito di un territorio ben definito.
  • 3. dal latino superanus (colui che sta al di sopra), è quello Stato che superiore ad ogni altro soggetto presente entro i suoi confini. Per essere tale deve essere "indipendente" nei rapporti con gli altri stati; per tale ragione lo Stato è indipendente e sovrano; sovrano al suo interno, indipendente nei confronti degli altri.
  • 4. Lo Stato si definisce originario se i suoi poteri derivano solo da sé stesso e non per investitura. Con ciò si sostiene che esso non è subordinato ad altri soggetti e quindi è indipendente in un ambito definito. Esso si organizza e si gerarchizza per il miglior esercizio del potere. Solitamente uno Stato è regolato da una Costituzione, o da uno Statuto, e da un ordinamento giuridico che definiscono i limiti dello Stato e dei suoi cittadini.
  • 5. La moderna concezione di Stato vuole lo Stato garante del diritto e delle libertà dell'uomo e per questo detto Stato di diritto. Nello Stato di Diritto ogni singolo cittadino è uguale di fronte allo Stato ed ha gli stessi diritti, senza privilegi. Attraverso le leggi lo Stato democratico istituisce norme che tendono ad equilibrare eventuali posizioni di privilegio o di disagio al fine di ristabilire l'eguaglianza dei cittadini. Le norme inoltre regolano la convivenza in modo da renderla pacifica, nel rispetto della libertà dei singoli.
  • 7. «Lo Stato rappresenta l'istanza unitaria e sovrana di neutralizzazione dei conflitti sociali e religiosi attraverso l'esercizio di una summa potestas, espressa attraverso la forma astratta e universale della legge che si legittima in base al mandato di autorizzazione degli individui, in cui si realizza il meccanismo della rappresentanza politica; i cittadini si trovano infatti in quella fase pre-politica che è definita come stato di natura ed il sovrano svolge un ruolo "rappresentativo" unificando in sé la "moltitudine dispersa"»
  • 8. Secondo Max Weber si intende per Stato «un'impresa istituzionale di carattere politico in cui l‟apparato amministrativo avanza con successo una pretesa di monopolio della coercizione della forza legittima in vista dell‟attuazione degli ordinamenti».
  • 9. «Un‟organizzazione che controlla la popolazione occupante un determinato territorio costituisce uno Stato se e in quanto: 1. si differenzia rispetto ad altre organizzazioni che operino sul medesimo territorio; 2. è autonoma; 3. è centralizzata; 4. le sue parti componenti sono formalmente coordinate le une con le altre».
  • 10. Lo Stato moderno è una forma di organizzazione del potere affermatasi storicamente in Europa agli inizi del XIII, XIV secolo. I tratti dello Stato moderno sono:  sovranità: Concentrazione di tutti i rapporti politici in un'unica istanza indipendente e sovrana su un determinato territorio;  spersonalizzazione del comando politico.
  • 11. Lo Stato moderno è il processo storico di accentramento del potere a partire da quella dispersione territoriale dei differenti centri di potere indipendenti che rappresentavano le signorie dell'Europa medievale. Questo processo si sviluppa a supporto della Borghesia per le sue esigenze di sicurezza moderna. Una delle dinamiche fondamentali che portarono alla formazione dei moderni stati è certamente quella delle «guerre civili di religione» prodotte dalla perdita di universalità della repubblica cristiana medievale, operata dalla riforma protestante.
  • 12. Il risultato è la visione tecnica e mondana del potere del principe, che si serve di un apparato amministrativo: per l'esercizio concreto del potere secondo procedure sempre più precise. Questa concezione del potere, come sintesi politica di tutti i rapporti sociali rappresenta la garanzia di sicurezza della pace interna tra i sudditi, sempre più svincolata dalla religione (processo di secolarizzazione).
  • 13. Lo Stato moderno si afferma in Europa tra il XV e il XVII secolo. Si forma mediante un accentramento del potere e della territorialità. Scompaiono le frammentazioni feudali in favore di un potere centrale, e anche la Chiesa viene subordinata allo Stato. Avviene una concentrazione del potere su uno specifico territorio. Lo Stato acquisisce il monopolio legittimo dell'uso della forza, tramite la burocrazia e la polizia; la forza è necessaria per mantenere l'ordine interno e difendere la comunità da attacchi esterni. Infine lo Stato moderno si basa sull'impersonalità del comando politico: la legittimazione proviene da regole, da un'obbedienza dettata dal riconoscimento da parte dei soggetti della legittimità del potere esercitato.
  • 14. Per la nascita dello Stato moderno fu fondamentale l’affermarsi di un’economia monetaria: i salari erano più alti e non più in Stato natura, come nel sistema feudale. Nasce una burocrazia assoluto legata allo Stato. Attraverso la tassazione, lo Stato può mantenere la sua burocrazia. La prima forma di Stato è lo Stato assoluto. Nasce dai conflitti militari. L'esigenza della guerra porta al prelievo fiscale per pagare le spese belliche, porta alla crescita dell’amministrazione statale per lo sforzo bellico, Stato porta all'accumulo di debiti per cui è necessario aumentare l’intervento statale nell’economia. Tuttavia al termine del democratico conflitto è necessario assicurare ai cittadini dei diritti che erano stati loro promessi per ottenere consenso. Di qui si passa dunque, per sviluppi successivi, allo Stato democratico, poiché il bisogno di legittimazione del potere centrale necessita lo sviluppo di un consenso trasformando i sudditi in cittadini. Stato sociale L'ulteriore evoluzione vede lo Stato Democratico diventare. Stato sociale, che interviene come attore nella vita economica del paese programmando lo sviluppo industriale ed economico.
  • 15. In quanto promotore di servizi pubblici lo Stato moderno sociale ha necessità di far quadrare il proprio bilancio attraverso la contabilità nazionale ovvero attraverso manovre economiche o leggi finanziarie per definire l'agire dello Stato per le entrate che compensino le uscite (spesa pubblica), ad esempio attraverso un adeguato ricorso alla tassazione sui contribuenti definito a sua volta dalla politica fiscale, limitando così il deficit pubblico e conseguente debito.
  • 16. Per la Dottrina sociale della Chiesa cattolica, lasciati ai cittadini la responsabilità ed il compito di determinare, a seconda delle mutevoli esigenze, l'organizzazione politica, tecnica ed istituzionale dello Stato, questo deve rispondere, sempre e comunque, ad alcuni requisiti: 1. Favorire la convivenza civile; 2. Garantire la giustizia; 3. Perseguire il bene comune, dell'intera comunità e non di un gruppo a detrimento delle legittime esigenze degli altri; 4. Garantire ed assicurare le giuste libertà individuali e sociali; 5. Rispettare la libertà religiosa ed i diritti della Chiesa.
  • 17. Per la teoria marxista lo Stato è destinato a scomparire al completamento del passaggio al nuovo modo di produzione. Intanto, lo Stato è un'organizzazione che non degenera garantendo i privilegi di pochi e, per la sua natura, non può perseguire il bene comune. Lo Stato, cioè, è, per il comunismo, sempre classista e si fonda, per sua natura, sulla costrizione e l’esercizio della forza. Diceva Lenin: «Lo Stato è il prodotto e la manifestazione dell'antagonismo inconciliabile delle classi...» Per Engels inoltre: «Lo Stato è, per principio, lo stato della classe più potente, della classe economicamente e politicamente dominante...» Da ciò deriva, secondo il comunismo, la necessità inevitabile di annientare e conquistare lo Stato borghese con la violenza (sempre Lenin affermava: «Lo Stato borghese non muore, ma è annientato dal proletariato nel corso della rivoluzione...») e la necessità della dittatura del proletariato e di uno Stato ancora più forte per annientare la borghesia («...tra la società capitalistica e la società comunista, si pone il periodo rivoluzionario di trasformazione dalla prima nella seconda, cui Friedrich Engels (1838 -1895) corrisponde un periodo di transizione nel quale lo Stato non potrebbe essere altro se non la dittatura rivoluzionaria del proletariato» secondo Karl Marx). Circa la natura del nuovo Stato proletario, socialista, ecco cosa ha scritto Lenin: ...«In realtà, questo periodo è inevitabilmente un periodo di lotta di classe di un'asprezza inaudita, un periodo in cui le forme di questa lotta diventano quanto mai acute, e quindi anche lo Stato di questo periodo deve essere uno Stato democratico in modo nuovo (per i proletari e i non possidenti in generale), e dittatoriale in modo nuovo (contro la borghesia).
  • 18. Per il Fascismo lo Stato non deve subordinarsi agl’individui, ma gli individui devono vivere ed agire per lo Stato e nello Stato. Questo ha per se un valore ed una dignità che deve essere affermata e difesa di fronte agli altri Stati. Il fascismo vuole l’instaurazione di un Governo forte che affermi la potenza della Nazione italiana all’estero e all’interno. Quindi rafforzando il potere centrale e i suoi organi, la disciplina e l’autorità dello Stato. “Nell‟attuale momento storico italiano”, ha scritto Mussolini, “Il potere esecutivo non è più considerato dipendente dal legislativo come uno strumento privo di valore proprio: la degradazione del Governo alla mera funzione esecutiva,………,è definitivamente scomparsa dal Diritto Pubblico Fascista … Fu un errore del liberalismo il ritenere che l‟unico possessore del diritto di rappresentanza dello Stato, cioè della sovranità, fosse la massa degli elettori, il collegio elettorale, nelle sue varie forme di costituzione. La sovranità dello Stato veniva così frazionata e polverizzata, e la pretesa sovranità reale di Rousseau, irrealizzabile per la mancata unanimità di concorso dei cittadini elettori, andò a finire nella sovranità dei capi partito e anche dei gregari localmente influenti dei vari partiti, i quali presero il posto delle vecchie baronie feudali accampate contro lo Stato con la pretesa assurda di essere svincolate da ogni soggezione al Governo dello Stato. Il Foscolo aveva detto che per rifare l‟Italia bisognava disfare le sette. La necessità storica italiana ha voluto che per rifare lo Stato si dovessero disfare le baronie medievali dei partiti. Questo compito fu assunto e risolto dal Fascismo, ed in questo momento della vita storica nazionale, il Governo Fascista rappresenta proprio la personalità dello Stato costituito dalla preminenza degli interessi generali sui particolari interessi di categorie o di classi economiche” (B. Mussolini – Gerarchia 1928 – n°8)
  • 19. Nonostante la sua importanza la nazione rimane un oggetto estremamente complesso: “un'idea chiara in apparenza, ma facile a essere gravemente fraintesa" come scrisse Ernest Renan (1823 -1892). Le ragioni di questa complessità meritano di essere indicate fin dal principio. In questa prospettiva risultano decisive tre differenti classi di problemi: 1. l'estrema varietà dei fattori che possono di volta in volta determinare le strutture concrete delle nazioni e delle forme della coscienza nazionale; 2. i mutamenti che vengono a prodursi nella storia di tali strutture tra il XVIII e il XIX secolo; 3. il rapporto che lega la nazione all'”idea di nazione”.
  • 20. Nelle riflessioni di carattere più generale sul tema della nazione ricorrono con una certa frequenza due argomenti strettamente correlati. 1. La fisionomia delle nazioni viene di regola determinata dall'interazione di fattori eterogenei quali la razza, l'etnia, il territorio, la lingua, le tradizioni, la cultura, un'eredità di memorie condivise, un sistema di istituzioni politiche comuni. 2. Ogni singola nazione costituisce sempre il prodotto di circostanze uniche e irripetibili, di uno sviluppo storico specifico in cui i diversi elementi sopra indicati - o solo alcuni di essi - operano in modi e con esiti di volta in volta differenti.
  • 22. la nazione è "un corpo di associati che vivono sotto una legge comune, rappresentati dalla stessa legislatura"
  • 23. a proposito delle "fonti del sentimento nazionale": "Qualche volta tale sentimento è l'effetto di identità di razza e di spirito; sovente comunità di linguaggio e di religione contribuiscono a farlo nascere. I limiti geografici sono pure una delle sue fonti; ma la sorgente più viva è l'identità del progresso politico, il possesso di una storia nazionale e di conseguenza di una comunità di ricordi” . La storia delle singole nazionalità e delle singole forme del sentimento nazionale dimostra tuttavia che "nessuna di queste circostanze è indispensabile o sufficiente per se stessa in senso assoluto"
  • 24. "Le Nazioni sono grandi e possenti comunità di vita sorte attraverso un lungo processo storico e sottoposte a movimenti e mutamenti ininterrotti; e perciò appunto c'è nella natura della Nazione qualche cosa di fluido. Sedi comuni, comune discendenza o, più esattamente, [...] uguale o simile mescolanza di sangue, lingua comune, vita spirituale comune, lega o federazione di parecchi Stati d'ugual natura: tutte queste possono essere caratteristiche importanti, essenziali, d'una Nazione; ma con ciò non è detto che una Nazione, per esser tale, debba possederle tutte insieme". Alla radice delle molteplici forme storiche dell'esistenza nazionale vi è sempre "un intimo nocciolo naturale nato dalla consanguineità" su cui vengono poi a svilupparsi "quella peculiare, profonda comunanza spirituale, quella più o meno chiara coscienza di essa, che elevano le varie stirpi riunite a dignità di Nazione".
  • 25. "la nazione, o più precisamente la razza, non consiste nella lingua, ma soltanto nel sangue"
  • 27. Identificazioni deboli, intermittenti e di regola limitate ai ceti colti e/o politicamente attivi. da un punto di vista politico o furono del tutto inerti o esercitarono una qualche funzione ma solo come “nazioni aristocratiche”
  • 28. Nazioni popolari, in grado cioè di generare identità forti e tendenzialmente esclusive in un pubblico di massa dai caratteri sempre più omogenei. Le nazioni dei moderni, in ragione del loro carattere popolare e della fortuna teorica e pratica delle dottrine democratiche, furono nel nazioni sovrane o potenzialmente tali, che iniziarono a intrattenere rapporti la sfera della politica e dello Stato nei due significati definiti dai principî dell'autogoverno popolare e dell'autodeterminazione nazionale. In quanto nazioni popolari e sovrane e in virtù della definizione di una compiuta idea di nazione le nazioni dei moderni furono nazioni coscienti, dotate cioè di una “volontà di essere nazione”
  • 29. Il suo successo iniziò quando riuscì, con pochi uomini, a prendere prigioniero il pretore Gaio Vetilio, impresa che gli diede la fiducia del suo popolo che lo scelse come capo della rivolta. Da allora raccolse una serie di successi sgominando ogni pretore che Roma gli mandò contro, fino al 143 a.c., data in cui riuscì a strappare gran parte del territorio lusitano a Roma. La reppubblica gli mandò quindi contro il proconsole Quinto Paolo Serviliano che dopo una serie di successi contro gli hispanici, cadde nella trappola tesagli dal capo dei ribelli lusitani durante un assedio. In cambio della salvezza del generale romano e del suo esercito, Viriato chiese e ottenne dal senato romano il riconoscimento dell'indipendenza dallo Stato romano delle regioni da lui occupate in quegli anni. Rappresenta il primo caso storicamente attestato di una rivolta nazionale
  • 30. Nel 1866 Napoleone III fece realizzare, ad Aime Millet, una statua di Vercingetorige alta sette metri; fu eretta sul sito presunto di Alesia. Sul piedistallo si può leggere: « La Gaule unie Formant une seule nation Animée d'un même esprit Peut défier l'Univers. » (Vercingetorige ai Galli in assemblea - Cesare. De Bello Gallico, vii, 29.) La Terza Repubblica strumentalizzò Vercingetorige insistendo sul suo ruolo eroico di resistente all'invasore. Questa propaganda era destinata ad esaltare il sentimento di rivincita dopo la sconfitta nella guerra contro la Germania, appena unificata nella Prussia. L'immagine del patriota gallico contro l'invasore è magnificata dai manuali scolastici: « La Gallia fu conquistata dai Romani, malgrado la valida difesa del Gallo Vercingetorige che è il primo eroe della nostra storia. »(Ernest Lavisse. Histoire de France, cours moyen, 1884.)
  • 31. Arminio ,cittadino romano, riscuoteva la piena fiducia di Varo, che lo promosse suo consigliere militare. Nel 9, a capo di Cherusci, Marsi, Catti e Bructeri, Arminio annientò l’esercito di Varo (20.000 uomini) nella battaglia di Teutoburgo nei pressi di Kailkriese. Arminio condusse le tre legioni romane sotto la sua stessa guida dentro la trappola che egli stesso aveva preparato. Il comando tattico della battaglia viene esercitato per i due schieramenti dallo stesso comandante. A Teutoburgo i legionari romani non furono neppure schierati in assetto di combattimento ma, contro tutte le regole, furono fatti proseguire dentro un territorio ostile in semplice assetto di marcia ed affardellati. La maggior parte fu uccisa senza potersi difendere, i germani si lasciarono andare ad atrocità, e si parlò di torture e mutilazioni perpetrate sui legionari catturati. Varo si suicidò e i romani non tentarono più di conquistare le terre al di là del Reno, che segnò per secoli il confine tra l’impero e i barbari. Dopo questa vittoria, Arminio tentò inutilmente di creare un'alleanza permanente dei popoli germanici con cui far fronte alla vendetta romana. Lo sconcerto che provocò il tradimento di un cittadino romano con molti privilegi per difendere una cultura considerata come primitiva ed inferiore fece desistere dalla romanizzazione della Germania . Non si comprese come ciò che i romani consideravano una emancipazione culturale potesse essere subita come una tirannia.
  • 32. Giovanna d’Arco, a torto o a ragione, è considerata come l’artefice dell’unità territoriale francese avendo portato alla rivolta dei francesi contro gli inglesi, eredi dei feudi normanni. Rappresenta la mutazione dello stato legato al diritto ereditario (transnazionale) in quello legato all’unità territoriale.
  • 33. Le Nazioni Territoriali sono Le Nazioni Culturali sono quelle quelle nelle quali un territorio che pur avendo una raggruppa popolazioni coese caratteristica etnico culturale dal punto di vista storico comune non sono uno stato culturale unico "nazioni fondate prevalentemente sopra un qualche possesso culturale conquistato con comune sforzo e nazioni che si fondano innanzitutto sulla virtù unificatrice d'una storia politica e d'una legislazione comuni".(Meinecke)
  • 35. "la Patria è prima di ogni altra cosa la coscienza della patria" e senza una tale coscienza gli Italiani sarebbero "turba senza nome, non Nazione; gente, non popolo".
  • 36. la comunanza di territorio, di origine e di lingua può "costituire compiutamente una Nazionalità" soltanto se a essa si lega una matura "coscienza della Nazionalità", che rappresenta "il Penso dunque esisto de' filosofi applicato alle Nazionalità".
  • 37. “La nazione lungi dal fondarsi sul principio 'zoologico' della razza, sulla lingua, sulla religione, su una comunanza di interessi o sulla 'geografia', altro non sarebbe che "un plebiscito di tutti i giorni", il "desiderio di vivere insieme" basato sul "comune possesso di una ricca eredità di ricordi" e sulla "volontà di continuare a far valere l'eredità ricevuta indivisa".
  • 38. “Le nazioni sono antiche come la storia”
  • 39. "la nazionalità è uno stato spirituale" e che "l'unico modo di decidere se un individuo appartiene a una nazione piuttosto che a un'altra è di domandarglielo".
  • 40. "la nazionalità è formata dalla decisione di formare una nazionalità". "nei tempi moderni è stata la potenza di un'idea, non il richiamo del sangue, che ha costituito e plasmato le nazionalità"; secondo lui fu il nazionalismo - in quanto ideologia dello Stato nazionale - a farsi storicamente portatore di una tale idea.
  • 41. "come in una comunità politica l'idea di Stato è provocata da coloro che detengono la potenza, così in una 'comunità culturale' - nel senso di un gruppo di uomini ai quali, in virtù del loro carattere, sono in modo specifico accessibili determinate prestazioni considerate come 'beni culturali' - i soggetti specificamente predestinati a propagare l'idea 'nazionale' [sono] quelli che usurpano la funzione direttiva, cioè gli 'intellettuali"'
  • 42. ha sostenuto che le nazioni e i nazionalismi acquistano il proprio senso specifico in relazione alla formazione e al consolidamento di una "società industriale orientata alla crescita" e che rappresentano fenomeni tipici della modernità. "le nazioni come maniera naturale, indicata da Dio, di classificare gli uomini, come destino politico intrinseco anche se di là da venire, sono un mito; il nazionalismo, che talvolta prende le culture preesistenti e le trasforma in nazioni, talvolta inventa queste culture e spesso le annulla: questa è una realtà, nel bene e nel male, e in genere una realtà inevitabile".
  • 43. Il nazionalismo si basa sulla storia pre-esistente del "gruppo", un tipo di moda questa storia in un senso di identità comune e storia comune. Questo non vuol dire che questa storia dovrebbe essere accademicamente valida o convincente – anzi molti nazionalismi si basano su interpretazioni storicamente errate degli eventi del passato e tendono a mitizzare troppo piccole parti inesatte della loro storia. Nazionalismo non richiede che i membri di una "nazione" siano tutti uguali, ma che sentano un intenso legame di solidarietà alla nazione e gli altri membri che la costituiscono. Un senso di nazionalismo può essere prodotto da qualunque ideologia dominante esistente in un determinato luogo. Il nazionalismo si basa sulla parentela pre- esistente, sulla religione e sui sistemi di credenze. Smith descrive i gruppi etnici che formano la base delle nazioni moderne come " etnie ". Quando si parla di stati nazione, "Potremmo definire uno Stato “stato-nazione” se, e solo se, una singola popolazione etnica e culturale abita i suoi confini, e i confini di quello stato sono sovrapponibili con i confini di quella popolazione etnica e culturale ". Una nazione, contemporaneamente, è "una popolazione che condivide un territorio storico, miti e memorie storiche, una Cultura pubblica, un'economia comune e comuni diritti e doveri per i suoi membri ". Etnie sono a loro volta definite come ["unità denominata di popolazione con origini comuni miti e memorie storiche, elementi di cultura condivisa, qualche legame con un territorio storico e un certo grado di solidarietà, almeno tra loro elite.” I confini di una etnia possono essere abbastanza riconoscibili anche quando non sussistono tutte le sue caratteristiche.
  • 44. le nazioni e le prime rudimentali forme della coscienza nazionale iniziano per molti aspetti ad apparire, se non già all'epoca dell'antico Israele e dell'antica Grecia, quantomeno nell'Europa medievale, in vari casi proprio attraverso una problematica relazione con la nascita e lo sviluppo degli Stati moderni. È innegabile, insomma, che le nazioni, le forme della coscienza nazionale e, in qualche misura, la stessa idea di nazione hanno una storia che precede la vicenda delle nazioni e degli Stati-nazione del XVIII-XIX secolo. Il punto è, però, che tra quella storia e questa vicenda si viene comunque a produrre una frattura profonda e che le nazioni che si affermano e si consolidano a partire dall'epoca della Rivoluzione francese sono qualche cosa di diverso - perlopiù di radicalmente diverso - dalle nazioni esistenti prima di allora.
  • 45. I Fase: la fase dei 'risvegliatori„ (es. Mazzini, Cattaneo, ecc,) II Fase: la fase dell'agitazione patriottica (Pisacane, Manin, Garibaldi, ecc.) III Fase: consenso di massa (Dannunzio, Gentile, Mussolini, ec c.)