1. Cop Santa Maria De Mattias :Copertina 26-04-2011 10:01 Pagina 1
Santa Maria
De Mattias
Una vita riuscita
ANNA MARIA VISSANI
E EMILIA SALVI
1 - Vallecorsa (FR).
Santa Maria De Mattias
Maria Matilde De Mattias nasce il 4 febbraio 1805.
Nel 1822, durante una missione popolare,
è colpita dalla predicazione di don Gaspare
del Bufalo e comincia a farsi largo in lei
il desiderio di offrire la sua vita al Signore.
Due anni più tardi si affida alla direzione
spirituale di don Giovanni Merlini.
Maria progetta la fondazione di un nuovo
Istituto di vita consacrata.
2 - Acuto (FR).
Il 2 marzo 1834 giunge ad Acuto, chiamata
dal Vescovo per un posto di maestra di scuola.
Nel paese, due giorni dopo, fonda la
Congregazione delle Adoratrici del
Preziosissimo Sangue di Gesù, che presto
si espanderà in Italia e all’estero.
3 - Roma.
Consumata dalle fatiche, ma felice di aver
donato la sua vita a Dio, Madre Maria De Mattias
muore il 20 agosto 1866.
Nel 1950 Pio XII la proclama Beata e il 18 maggio
2003 è canonizzata da Giovanni Paolo II.
€ 3,50
2. Anna Maria Vissani e Emilia Salvi
Santa Maria De Mattias
Una vita riuscita
4. Presentazione
A ccolgo con gioia la pubblicazione di questo piccolo li-
bro, che si propone di far conoscere una donna speciale
come è Santa Maria De Mattias. La storia che viene narrata,
ci riporta ad un’epoca in cui la Provvidenza aveva stabilito
di far conoscere al mondo, in modo più chiaro ed esperien-
ziale, l’amore di Dio, che è stato crocifisso per dare la vita a
tutti. Maria, infatti, non ha fatto altro, lungo l’arco della sua
esistenza, che correre ad annunciare l’amore di Gesù, che le
aveva rubato il cuore e l’aveva resa libera di amare e procla-
mare le meraviglie del Signore.
Lo Spirito Santo, nella Chiesa, si è servito di questa santa,
per entrare nelle “viscere” delle persone e depositarvi l’amo-
re di Dio, mediante la generosità di un cuore di donna e la
parola illuminante di una madre che ama i suoi figli. Dalla
contemplazione del Sangue prezioso di Cristo, in ginocchio,
ai piedi della Croce, Maria ha attinto la forza per realizzare il
progetto che aveva sognato all’inizio della sua avventura apo-
stolica: quello di “portare anime a Dio”, perché ogni essere
umano trovasse in Lui la felicità che andava e va cercando.
La Congregazione, che Maria De Mattias ha fondato, ha
camminato e continua a camminare nella storia, seguendo
le sue orme su questo stesso sentiero. Ancora oggi, attraver-
so le Adoratrici sparse nel mondo, propone a tutti, come
Maria nel suo tempo, uno stile di vita evangelicamente cen-
trato sui valori del mistero pasquale e del Sangue di Cristo.
L’invito che rivolgo al lettore è di accogliere l’esperienza
di Santa Maria De Mattias, qui raccontata, come una chia-
mata ad allargare lo spazio del cuore perché l’amore di Cri-
sto, entrandovi più liberamente, tocchi la vita di ciascuno e
abiliti a costruire un futuro più umano, in cui vivere come
amici, fratelli e sorelle in Cristo Gesù.
Ad ogni costo.
Suor Bernarda Krištic, asc
Superiora Generale
Santa Maria De Mattias 3
5. Introduzione
Una serie di racconti
abbiamo raccolto in nove storie la vicenda
di Maria De Mattias.
Narrare l’esistenza di una persona come lei
permette di emozionarsi e di sentirsi coinvolti.
Se poi si tratta di una vita toccata dal “divi-
no” se ne coglie anche il segreto come eco del
Mistero.
Messaggi
Il racconto è l’arte di comunicare le verità
più profonde e perciò inesprimibili. Gli avve-
nimenti della vita colti nella loro trama inte-
riore parlano più di ogni concetto. E parlano
al cuore.
afferma rabbi Nahaman di Bratislava:
“Dio ha creato l’uomo perché gli piac-
ciono le storie”. Dunque dalla vita
emerge sempre un messaggio di Dio
che sta a noi cogliere.
Una vita riuscita
Sembra difficile oggi trovare una
vita riuscita. Emergono in noi gli
aspetti difficili, a volte contraddittori,
oppure gli errori, tanto che ci siamo
rassegnati alla nostra mediocrità. Ci
incantiamo davanti ai personaggi
che i mass-media rendono “perfetti”
illudendoci che siano realtà. E così
4 Santa Maria De Mattias
6. non apprezziamo noi stessi. la riuscita di una
vita – di ogni creatura – passa sempre attra-
verso difficoltà e prove che mirabilmente fanno
trasparire la forza interiore, dono dall’alto.
“Ad ogni costo” ripeteva Maria De Mattias
di fronte alla sua responsabilità nei confronti
della storia.
Fai così anche tu!
Santa Maria De Mattias 5
7. Profilo della vita di
Santa Maria De Mattias
F iglia di Giovanni e Ottavia De Angelis,
Maria Matilde De Mattias è l’ottava di
dieci figli, sei dei quali morti in tenera età.
Maria nasce il 4 febbraio 1805 a Valle-
corsa, in provincia di Frosinone. Eredita
dalla sua gente un carattere forte e voliti-
vo. Vivace e irrequieta, viene spesso rim-
proverata dalla mamma che la vorrebbe
più quieta e assennata.
Il babbo, accanto al focolare, nelle lun-
ghe serate d’inverno, le racconta episodi
della Sacra Scrittura, che la bambina ascol-
ta avidamente.
A otto anni circa, il giorno di Pasqua,
sente parlare in chiesa, dell’Agnello pa-
squale e ne chiede il significato al padre.
È questo il primo approccio al mistero
Vallecorsa della redenzione. Da allora avverte più vi-
(FR). vamente di essere attratta dall’amore per
Chiesa di Gesù.
San Martino.
Battistero dove
fu battezzata
la santa.
Vallecorsa.
Panorama.
6 Santa Maria De Mattias
8. Come le altre ragazze del tempo, an-
che lei ama curare la sua persona e ador-
narsi in maniera piacevole, prendere par-
te a qualche festicciola, ma tutto ciò non
la lascia soddisfatta.
Davanti all’immagine della Madonna
si trattiene volentieri, ripetendo la pre-
ghiera insegnatale dal babbo: “Maria San-
tissima, datemi lume”.
La Vergine non delude le sue attese e
le pone davanti Gesù, “il suo caro Figlio e il
desiderio che Egli ha di farsi amare dalle anime
da lui ricomprate col suo Prezioso Sangue”.
È l’inizio di una graduale conversione
che la condurrà alla rinuncia di tutto ciò
che non è Gesù e la sua croce. Spesso si ri-
volge alla Vergine: “Maria aiutatemi, fatemi Vallecorsa.
ardere dell’amore di Gesù e di Voi; ditemi che Casa
ho da fare per piacere al vostro Figlio”. Ingag- De Mattias.
Santa Maria De Mattias 7
9. Vallecorsa. gia una dura battaglia per vincere il suo
Chiesa di egoismo, con alterne vittorie e sconfitte.
San Michele. Gesù, però, “con l’amabilità infinita la tira-
Pulpito dal va a sé”.
quale parlò Vinta da questo amore e fiduciosa
San Gaspare; nell’aiuto di Maria Santissima, fa “una to-
sul frontone tale offerta a Dio con un perfetto abbandono
l’immagine al Divin volere” e sente il cuore cambiato e
dell’agnello. pieno di coraggio.
a destra: Si trova in quest’alternarsi di speranza
ritratto di e sconforto, quando la grazia di Dio le vie-
San Gaspare ne incontro, nel marzo 1822, con l’arrivo
del Bufalo. a Vallecorsa di Gaspare del Bufalo, sacer-
dote romano e fondatore dei Missionari
del Preziosissimo Sangue, e dei suoi com-
pagni, per la predicazione di una missio-
ne popolare.
Ella accorre puntualmente a tutte le
prediche, seguendo ogni parola. Un gior-
no ha l’impressione che Gaspare le rivol-
ga “uno sguardo penetrante”, indicandole il
crocifisso che ha in mano. Si sveglia in lei
8 Santa Maria De Mattias
10. la brama di imitare i Missionari e di colla-
borare con il Signore per la salvezza delle
anime.
Intensificando la vita di penitenza e
di preghiera, divenuta ormai colloquio
con il Signore, in cui comprendere me-
glio la sua volontà, comincia a ricercare
e gustare la solitudine della sua
cameretta. Ma vive nel timore
di essere ingannata e “che le fosse
impossibile durare in quello stato di
vita nel quale sentivasi fortemente
chiamata”.
Nel maggio dello stesso 1822,
arriva a Vallecorsa un altro Mis-
sionario del Preziosissimo San-
gue, don Turribio Lenta, per
trattare della fondazione di una
casa di missione e per predica-
re il mese mariano. Maria, pro-
fondamente bisognosa di luce,
ricorre a lui per consiglio. Il
sacerdote intuisce, nella giova-
ne, la chiamata ad una vita di
totale donazione e, come primo
distacco, la esorta a rinunciare agli orna- Vallecorsa.
menti che indossa. Ella obbedisce pron- Casa
natale
dove visse
Maria
De Mattias.
Santa Maria De Mattias 9
11. tamente, provocando i rimproveri della
mamma e le dicerie della gente; ma
nel cuore sperimenta una grande
consolazione che l’aiuta a non re-
trocedere.
Quando in seguito don Gaspare
del Bufalo torna di nuovo a Valle-
corsa, gli espone la sua titubanza
nell’abbracciare una vita dedita
alle attività apostoliche, di cui
però avverte l’urgenza, senten-
dosi più attratta dalla vita clau-
strale.
Egli la dissuade dall’entrare in clausu-
ra, assicurandole che si può diventare san-
ti ovunque; la esorta a recitare l’Ufficio
della Beata Vergine e a leggere il testo del
Padre gesuita Alfonso Rodriguez Esercizio
di perfezione e di cristiane virtù; le suggerisce
inoltre di consigliarsi con qualche perso-
Vallecorsa. na dotta e saggia. Così Maria sale al San-
Santuario tuario della Civita, non molto lontano da
della Madonna casa sua, dove vive “un gran servo di Dio”,
della Civita. il quale dopo averla ascoltata, le assicura
10 Santa Maria De Mattias
12. “che il pensiero di occuparsi della salvez-
za delle anime era da Dio”, e le ingiunge
di mandarlo quanto prima ad esecuzione.
Maria sente il bisogno di una direzione
spirituale, per portare avanti il discerni-
mento e l’impegno di una vita totalmente
nuova. Provvidenzialmente, nel 1824 arri-
va a Vallecorsa don Giovanni Merlini, Mis-
sionario del Preziosissimo Sangue, per la
predicazione del quaresimale. Maria, assi-
dua alle sue prediche, prova fin dall’inizio
il desiderio di esporgli quanto aveva nel
cuore e chiede al Missionario di potergli Don Giovanni
parlare. Manifesta, così, con semplicità Merlini.
tutto il suo intimo.
Giovanni Merlini intravede
in questa giovane la disponi-
bilità a lasciarsi plasmare dalla
grazia di Dio e, dopo previo
consenso di don Gaspare del
Bufalo, diventa direttore spiri-
tuale della ragazza e s’impegna
ad aiutarla a percorrere il sen-
tiero della vita spirituale con
assiduità e profondità. Così ha
inizio la direzione spirituale
alla quale, come dice lo stesso
Merlini, ella “fu così costante, che
soleva poi dire, che se un angelo le
avesse suggerito l’opposto di quel-
lo che le diceva la guida, non gli
avrebbe affatto creduto, perché Id-
dio le aveva data questa per farle
conoscere la sua volontà. E diceva
ancora che era certa di averla rice-
vuta da Dio, perché vi aveva tro-
vato sempre spine, chiodi e croci”.
Mentre attende qualche oc-
casione favorevole per realizza-
re concretamente la chiamata
Santa Maria De Mattias 11
13. di Dio e darsi tutta a tutti, imitando i Mis-
sionari del Preziosissimo Sangue, comin-
cia a riunire in casa le giovani del paese,
“per istruirle e animarle a far vita devota”.
Non mancano nel frattempo richie-
ste dai vescovi dello Stato Pontificio che
cercano maestre per le scuole comunali
soggette alla loro giurisdizione, ma le vi-
cissitudini della storia non permettono
l’immediata realizzazione dei progetti.
Soltanto nel 1833 il Vescovo di Feren-
tino, Mons. Giuseppe Maria Lais, scrive a
Maria per proporle un posto di maestra
nella scuola di Santo Stefano o in quella
di Acuto. Maria sceglie Acuto. Risponde
a Mons. Lais con semplicità filiale: “Dopo
regole che vi avrà fatto un poco di orazione, se si sente
manoscritte ispirato a mandarmici, ci andrò volentieri”.
dalla santa. In quella lettera Maria espone il pro-
getto che ha in mente: la creazio-
ne di un “Pio Istituto”, del quale
indica il titolo, “Preziosissimo San-
gue”, e il vestiario. Definisce con
precisione le finalità e le manife-
sta con chiarezza: “le regole presso
a poco le medesime delle Maestre Pie,
per ciò che riguarda la vita di spirito
e la scuola, con questo di più di pro-
muovere la dottrina cristiana nelle
figliole, e nelle più grandi l’orazione
mentale nella medesima Scuola Pia.
Inoltre vi è luogo alle Convittrici, ov-
vero figliole che volessero essere rite-
nute alla Scuola Pia anche la notte,
onde dar loro più soda educazione,
tanto civile che morale, ed infine se
vi è comodo, si ritengano per 10 gior-
ni in casa quelle donne che amassero
stare un poco ritirate, ed applicarsi
un poco allo spirito”.
12 Santa Maria De Mattias
14. Consapevole dell’arditezza di questo Vallecorsa.
programma, ella stessa rassicura il vesco- la medioevale
vo: “Da ciò V.S. rev.ma rileva che l’impresa porta Missoria
sembra un poco troppo complessa, ma ciò vorrà dalla quale
dire che si andrà facendo quel che si potrà, e passò la santa
crescendo i mezzi, crescendo ancora il numero per recarsi ad
delle Maestre, si farebbe quel di più che non si acuto.
potrà fare da una o da due”.
Ed ecco la chiave del suo
ardimento: “Io confido tanto
in Dio, che se è sua Volontà,
che faccia questo bene nel modo
accennato, mi darà tutti i mez-
zi necessari al fine”.
È il primo giorno del
mese di marzo del 1834,
quando Maria, dopo aver
ottenuto la benedizione
del padre e di Gaspare del
Bufalo, parte alla volta di
Acuto.
Arrivata al paese, fa le
visite di convenienza alle
autorità e viene ospitata
in casa del priore Antonio
Longo.
“accomodò la scuola come
meglio poté, e nel dì seguente 4 di marzo e pri-
mo della Novena del patrocinio di San France-
sco Saverio Protettore del novello Istituto, diede
incominciamento all’opera di Dio. E fu questo
il giorno natalizio dell’Istituto delle adoratrici
del Preziosissimo Sangue” (giovanni merlini,
Compendio della vita di Maria De Mattias).
In Acuto si susseguono alterne vicen-
de, anche dure, per trovare una sede sta-
bile alla nuova opera e il sostentamento
per la scuola.
Quando nel 1835 arriva in aiuto una
maestra di Albano, Anna Farotti, Maria
Santa Maria De Mattias 13
15. vede che può realizzarsi quel pro-
getto per il quale è partita da casa.
Il 5 luglio 1835 Maria De Mat-
tias e Anna Farotti si riuniscono:
“Dopo aver invocato l’aiuto del Padre
de’ lumi ed aver innalzato fervide
preghiere al Cielo, la prima Maestra
Maria De Mattias venne a comuni-
care i propri sentimenti sopra la Fon-
dazione dell’Istituto all’altra Maestra
compagna anna Farotti. Qui le fece
conoscere il vantaggio, che sarebbe per
riportarsi all’anime dall’ideato Istitu-
to a gloria grande di Dio; giacché si
vedeva questo onor di Dio vilipeso, e
che molte anime correvano la via del-
Acuto (FR). la perdizione. Per riparare sì l’uno, che l’altro
Casa Madre. gran male, solo questo Istituto avrebbe potuto
Quadro far argine alla corrente precipitosa dei vizi. Si
raffigurante unì la Farotti a tali Santi pensieri, e si venne
il miracolo della alla risoluzione scambievole di fondare questo
luce, in cantina. pio Istituto sotto lo stendardo del Divin San-
Sotto: gue, giacché al fine di questo bagno salutare
Panorama si unisce il fine dell’Istituto. Da tali pensieri e
di acuto. risoluzioni, si venne anche all’altra del Titolo,
14 Santa Maria De Mattias
16. Acuto.
Casa Pilozzi,
prima sede
dell’Istituto
fondato
dalla santa.
che dovevano prendere e dare all’Istituto, e fu
dato il nome: ‘Istituto delle adoratrici del Di-
vin Sangue’”.
Qualche mese dopo, alcune ragazze Acuto.
di Acuto chiedono e ottengono di essere Orto con
ammesse nel nuovo Istituto. Con il passa- un leccio nella
re del tempo, a queste ne seguono altre, Casa Madre.
provenienti dalle zone limitro-
fe, e le Adoratrici diventano un
gruppo in crescita. Maria le for-
ma alla vita religiosa e le prepara
perché diventino abili maestre.
Nel 1840, su invito del comune
di Vallecorsa, che chiede suore
insegnanti per la locale scuola
femminile, la fondatrice apre
una comunità in questo paese.
La seconda, dopo quella di
Acuto. La buona fama che le
religiose si guadagnano, contri-
buisce a far conoscere l’Istituto
in varie parti del Centro Italia,
e diversi vescovi chiedono di po-
ter avere le suore come maestre
anche nelle loro diocesi. Quan-
do ha suore ben preparate, Ma-
ria apre altre comunità e alla sua
Santa Maria De Mattias 15
17. morte se ne contano sessanta, in Italia e
all’estero.
Dovendo discernere quali richieste
accogliere tra le molteplici, non potendo
accontentare tutti, ella preferisce fonda-
zioni nei paesi più isolati, spesso miseri,
dove più urgente è il bisogno.
Nelle scuole, le suore impartiscono
alle ragazze poche nozioni elementari,
ma in compenso danno loro una solida
formazione religiosa, basata soprattutto
sulla pratica della preghiera e delle virtù
cristiane. Esse continuano l’opera delle
associazioni, istituite di solito dai Mis-
sionari del Preziosissimo Sangue nelle
Acuto. missioni popolari, e le istruzioni e i ritiri
Casa Frasca spirituali per le donne, che la Fondatrice
in vicolo stessa inizia ad Acuto.
Gaudente. Quando Maria si reca nei vari paesi per
dare inizio a una nuova opera o
per incoraggiare le suore, si ferma
alcune settimane e svolge il mini-
stero apostolico diretto col popo-
lo. Così don Giovanni Merlini la
descrive nell’omelia, mai pronun-
ciata, scritta per il suo funerale: “È
un angelo che parla, con semplicità sì,
ma tutta ripiena di amor di Dio. Gli
argomenti che tratta sono per lo più
della Passione di Gesù Cristo, di Ma-
ria SS. o di qualche massima eterna, e
se ne investe totalmente che l’udienza
commuove, la fa lacrimare, e cercare
un confessore... E notate che non par-
la alla rinfusa, ma con ordine e come
si trattasse di cose imparate a memo-
ria, e pur non erano che sentimenti li
quali le uscivano dal cuore, e direste
quasi che avesse il dono della parola...
Non parla di rado, ma talvolta fino a
16 Santa Maria De Mattias
18. tre volte in un dì; né per pochi istanti, perché
spesso la dura fino ad un’ora, ed anche di più.
Non sa saziarsi, e tutto il suo contento è parlare
di Dio”.
Il Merlini va avanti e dice ancora: “È
consumata dalle fatiche, ed è contenta di dar
per Iddio anche il sangue, la vita”.
Maria si spegne il 20 agosto 1866 a
Roma, in Via Rasella.
Nel 1936, Pio XI proclama solenne-
mente le virtù eroiche di Maria De Mat-
tias. Nel 1950, viene proclamata Beata
da Pio XII. Nel 2003 Giovanni Paolo II la
proclama Santa.
Acuto.
Casa Madre,
la facciata,
oggi.
Santa Maria De Mattias 17
19. L’Agnello
C i sono delle parole che tutti sentono
e ripetono e che ti rimangono miste-
riose finché non hai il coraggio di chiede-
re: “Che significa?”.
La fortuna è quando trovi una persona
saggia che ti sappia rispondere.
Era la mattina di Pasqua e Giovanni De
Mattias stava tornando a casa dalla Messa
solenne. Naturalmente sua figlia Maria
era con lui. “Ma che significa – gli chiese
Acuto. improvvisamente – quando il sacerdote
Casa Madre. parla dell’Agnello Pasquale?”. Lì per lì
Camera di Giovanni rimase in un certo imbarazzo.
Maria Perché questa domanda? Era solo curiosi-
De Mattias, tà? Possibile che la sua Maria non sapesse
il Crocifisso cosa significava? E rispose deciso: “Si trat-
della santa. ta di Gesù Cristo, il quale come Agnello
mansueto fu condotto alla morte, dan-
do così il suo Sangue e la vita per la
nostra salvezza”. Mentre diceva queste
cose, vide che Maria si faceva straordi-
nariamente attenta, come se le parole
che lui aveva detto avessero toccato la
sensibilità più profonda della bambi-
na. Ne seguì un silenzio attonito.
Poi la conversazione proseguì. O
meglio, Giovanni continuava a ricor-
darle quanto, più volte, le aveva rac-
contato la sera attorno al fuoco. Le
narrava di Abele, ucciso dal fratello
come si uccide una pecora troppo
buona... E poi, “Ricordi? – le diceva
– quando ti ho raccontato di Giusep-
pe, anche lui venduto dai fratelli per
18 Santa Maria De Mattias
20. invidia? Venne rinchiuso in una cisterna,
venduto ai mercanti... e non si ribellava,
finché giunse in Egitto e lì divenne sal-
vatore dei suoi fratelli, accorsi là a causa
della carestia che infuriava nel loro pae-
se”. E Maria riascoltava volentieri queste
storie. Ma quella del sacrificio di Isacco la
riempiva ancora di commozione. Quando
il padre arrivò a raccontare la domanda di
Isacco: “Dov’è l’agnello per l’olocausto?” e
la risposta di Abramo: “Sul monte il Signo-
re provvede, figlio mio!”, questa volta si
commosse e pianse. Il padre, che la cono-
sceva bene, sapeva della sua profonda at-
tenzione, ma non poteva immaginare che
quanto stava dicendo la toccasse così for-
temente. Non le chiese alcuna spiegazio-
ne. Comprese che l’immagine dell’Agnel-
lo Gesù era la più forte per la sua Maria.
Giunsero a casa per il pranzo di Pasqua
e Maria era particolarmente esuberante,
come fosse avvolta da un’intuizione fortis-
sima.
A sera sul letto, davanti all’immagi-
ne del Crocifisso, le venne da dire que-
sta semplice preghiera: “Gesù mio caro,
quanti colpi crudeli al tuo cuore...!”. E si
addormentò con il desiderio di divenire
anch’essa capace di dare anche il suo san-
gue per i peccatori, senza ribellarsi. Mite
come agnella.
Santa Maria De Mattias 19
21. Lo specchio
U na stanza, una ragazza... uno spec-
chio! Tre protagonisti di una storia
forse lontana, ma non per questo meno
reale. Quindici anni, d’altra parte, è
un’età universale; la voglia di vivere scop-
pia dentro con tale prepotenza che nean-
che si riesce a contenerla.
Maria De Mattias, che nel 1820 aveva
appunto 15 anni, essendo nata a Vallecor-
sa (FR) nel 1805, in fatto di vitalità non
era da meno dei suoi coetanei. Correre in
una distesa senza orizzonti o fare una gita,
andare ad una festa o stare con le amiche
erano i desideri più ricorrenti quando,
nelle ore di solitudine, sognava ad occhi
aperti. A volte passava pomeriggi interi
chiusa nella sua stanza. Non perché fosse
in castigo, ma semplicemente perché al-
lora non si usava che le ragazze andassero
troppo in giro. D’altra parte i tempi erano
Vallecorsa.
Cameretta
di Maria
De Mattias.
20 Santa Maria De Mattias
22. così poco raccomandabili che mettere il
naso fuori di casa poteva persino costare
la pelle. Quella stanza era diventata il suo
mondo, anche perché conteneva quel-
lo che sentiva più suo: il suo letto, i suoi
vestiti, i suoi sogni, le sue speranze... e
uno specchio ovale sopra il comò, gran-
de quanto basta perché il suo faccino da
adolescente vi entrasse tutto, senza sforzo.
Era l’unico interlocutore della sua solitu-
dine.
Un giorno, stufa di stare sdraiata sul
letto, prese una sedia e vi si piazzò davan-
ti. Guardò di sfuggita l’immagine che lo
specchio le rimandava: non le piaceva per
niente. Non che fosse una novità, poiché
avrebbe voluto essere più bella e invece...
Disfece piano piano la treccia e lasciò
che i capelli scendessero lungo le spal-
le. Dopo averli pettinati accuratamente, lo specchio
li sistemò come facevano le ragazze alla nella cameretta
moda. Si guardò di nuovo. Ora, dentro lo di Maria.
specchio, non c’era più la Ma-
ria di prima, ma una ragazza
molto più bella, di quelle che
possiedono tanti vestiti, colla-
ne, bracciali, che vanno spesso
alle feste e magari hanno un
fidanzato su misura.
Un bel sogno insomma!
Bruscamente interrotto dalla
voce della mamma che la chia-
mava.
Questo gioco diventò ben
presto una specie di rito, ripe-
tuto spesso, specialmente nei
lunghi pomeriggi d’inverno.
Tuttavia, passando il tempo, il
sogno dello specchio si scon-
trava con una realtà sempre
Santa Maria De Mattias 21
23. più dura e difficile. Le domande che Ma-
ria aveva in testa erano sempre lì, senza
risposta: perché la vita faceva soffrire così
tanto? Cosa avrebbe riservato il futuro?
C’era qualcosa per cui valesse la pena vi-
vere?
Sentiva tutto il peso e la precarietà
di quello che stava vivendo. Chi poteva
aiutarla? In uno dei momenti più critici
accadde qualcosa di molto importante.
Aveva appena avuto un’accesa discussio-
Acuto. ne con la mamma; divergenze di opinio-
Casa Madre. ni su ciò che può essere permesso ai figli.
Maria della Lei aveva lottato come una leonessa per
Divina ottenere qualche concessione, ma aven-
Maternità; do avuto la peggio si era ritirata nella sua
l’immagine stanza a curarsi le ferite. Lo sfogo iniziale
è stata lasciò il posto ad un sottile senso di impo-
restaurata di tenza. Aveva una voglia matta di scappar
recente da via. Ormai colma abbastanza, si avvicinò
Suor lucia allo specchio e si guardò. Era la faccia
D’andrea, aSC. più spaventosa che avesse mai visto. Quasi
d’istinto, in preda alla rab-
bia, afferrò il primo oggetto
pesante a portata di mano
e stava per sferrare il colpo
che lo avrebbe mandato in
frantumi, quando, qualco-
sa, da dentro lo specchio,
attirò la sua attenzione.
Cos’era quel quadro sospe-
so al muro? Si avvicinò di
più aguzzando gli occhi per
vedere meglio, ma non riu-
scì ad identificarlo. Si voltò
lentamente verso la parete
bianca che aveva alle spal-
le. Ecco cos’era: il quadro
della Madonna! Pareva non
l’avesse mai visto prima, ep-
22 Santa Maria De Mattias
24. pure era lì da un sacco di tempo. In un
baleno saltò sul letto e lo ebbe subito
davanti. Un volto pallido e sorridente di
donna la fissava. Avvertì tutta la dolcezza
di quello sguardo posato su di lei; nean-
che sua madre l’aveva mai guardata così.
Si sentiva come afferrata nell’intimo. For-
se la Madre di Gesù poteva fare qualcosa
per lei. Senza quasi pensarci si ritrovò in
ginocchio sul letto. Le sue labbra mor-
morarono piano: Vergine Santa, aiutami!
Sembrò come se l’immagine si animasse
all’improvviso. “Non avere paura, ti aiute-
rò”, si sentì rispondere.
Quella voce interiore la scosse non
poco. Ebbe la certezza di non essere più
sola: qualcuno la conosceva meglio di se
stessa e l’amava così com’era. Nel fondo
del cuore provò una pace che non avreb-
be mai saputo spiegare con le parole. Da-
vanti a quell’immagine di giovane donna
dallo sguardo dolce, era pronta a fare la
domanda più decisiva, quella che, incon-
sapevolmente, la stava tormentando: che
cosa vuoi che io faccia della mia vita?
Santa Maria De Mattias 23
25. La sedia
Q uando una ragazza con una gran vo-
glia di vivere ha il coraggio di dirti:
“Mi piacerebbe proprio andare in Africa
come missionaria per insegnare, per rac-
contare di Gesù...”, senti che è giunto nel
suo cuore il forte desiderio di dare la vita.
Attende solo di maturare. L’adolescente
sogna anche avventure impossibili. Ma è
proprio dell’amore non fare calcoli, come
invece fanno gli adulti. Anche un deside-
rio impossibile, se trova spazio per cresce-
re, diventa realtà.
Maria De Mattias, dalla sua casa di
Vallecorsa, si chiedeva spesso: “Come po-
trò contenere nel cuore tanta passione
d’amore per il mio Signore? Che cosa po-
trò fare perché tutti, proprio tutti, cono-
scano che Dio ci ama fino a dare la sua
vita per noi?”.
Tina Tempesta,
interprete del
film “Maria
De Mattias:
una vita un
confronto”.
24 Santa Maria De Mattias
26. Mentre stava pensando e un po’ so-
gnando... ecco nella sua chiesa la predi-
cazione di una missione popolare. Pre-
dicatore: don Gaspare del Bufalo.
Lo ascoltava con entusiamo e più
passavano i giorni e più
cresceva in lei quel de-
siderio di essere mis-
sionaria. “Non si può
stare – pensava – senza
che tutti, proprio tutti, sappiano
quanto sangue Gesù ha sparso per
salvarci”. E non poteva trattenere per sé
questo desiderio. Era infatti una ragazza
dotata di una straordinaria comunicativa
e di un bisogno incolmabile di incontra-
re gli altri. Pur giovanissima era diventata la croce
centro di attrazione per le sue compagne; appartenuta a
la sua casa era ormai il luogo di incontri, San Gaspare
di piccole conferenze e di momenti di del Bufalo.
preghiera.
Prendeva una sedia, la mette-
va in mezzo alla sala e la faceva
diventare un altare. Sopra, su
una tovaglia, vi adagiava un Gesù
Bambino. “Ora mettiamoci a pre-
gare” diceva, invitando le compa-
gne a raccogliersi in silenzio e poi
ad effondere il loro amore per
Lui. Le invitava ad ascoltare la
voce di Dio, di Colui che si è fatto
piccolo come noi ed è morto per
amore nostro.
Invenzione di ragazza pia e
chiusa in paese sperduto della
Ciociaria? No! Arditezza di una
donna missionaria, capace di tra-
scinare le folle, perché innamora-
ta del suo Signore Gesù Crocifis-
so e della salvezza dell’umanità!
Santa Maria De Mattias 25
27. Diventata suora sviluppò grandemen-
te quel medesimo coraggio nella carità e
quello spirito profetico d’iniziativa che ne
avevano caratterizzato la gioventù: viaggia-
va, incontrava ogni categoria di persone;
alla sera stava con i pastori per fare loro
un po’ di catechismo; cercava di risolvere
problemi di case e di scuole; scriveva lette-
re in continuazione...
Tutto questo in un’epoca, a dir poco,
diffidente verso le donne.
Le scuole che organizzava erano so-
prattutto un mezzo per incontrare fan-
ciulle, giovani e famiglie e iniziarle alla
vita cristiana. Appena terminata la scuola,
infatti, liberava i locali e li metteva a di-
sposizione di tutti perché s’incontrassero
Immaginetta di e si istruissero. Al centro sempre il Croci-
Santa Maria fisso e il Vangelo.
De Mattias. Non si accontentava di parlare a ragaz-
zette e a donne. Voleva il popo-
lo. “Potessi avere una chieset-
ta, dove radunare tanta gente,
soprattutto i pastori!”, pensava
ogni tanto Maria la sera, prima
di coricarsi. Aveva adocchiato
una chiesa attigua alla casa, in
Acuto. Ottenutala, vi fece aprire
un passaggio tra la navata e la
casa, in modo da poter radunare
contemporaneamente le donne
nell’oratorio, e gli uomini nella
chiesa. E lei, ritta, con una sedia
davanti alla quale si appoggiava,
oppure salendovi addirittura so-
pra, predicava il mese mariano o
il mese dedicato al Preziosissimo
Sangue. In quel luogo si molti-
plicavano gli incontri, le novene,
i ritiri e gli esercizi spirituali.
26 Santa Maria De Mattias
28. Non si era mai visto nulla di simile in
Acuto, né in altri luoghi vicini. Ad ascol-
tarla c’erano persino preti e frati. C’era
gente cenciosa, povera e sfinita dalla fati-
ca, ma anche il clero che, sottomesso alle
idee napoleoniche, era ridotto ad una vita
superficiale e mondana.
Ben presto la meraviglia passò alla Cu-
ria, e poi al Vescovo in persona. Questi
volle mandare in Acuto un Padre Gesuita
con l’impegno di ascoltare di nascosto e
poi di riferire. “Parla meglio di un prete
– riferì il sacerdote –; annuncia con tanta
passione l’amore che Gesù ha per tutti noi
fino allo spargimento del Suo Sangue!”. Il
Vescovo dovette lasciarla predicare.
Ma un giorno, in quella amata chie-
setta di Acuto, quand’era tutto pronto
per iniziare la sua predicazione, un altro
sacerdote del luogo le ingiunse di non
aprire bocca. Ella sorrise tra sé e tacque
in quel momento! Ma il giorno dopo ri-
cominciò a parlare, tanto era l’ardore che
portava dentro. Era come un fiume in pie-
na che non sa trattenersi. Acuto.
Il coraggio apostolico e missionario Cappella
non trova ostacoli se il cuore è colmo di di Maria
fede, tanto è stato afferrato dal Signore De Mattias,
che dona la vita. mosaico.
Santa Maria De Mattias 27
29. Il mulo
D a sempre il viaggio ha segnato la sto-
ria di quanti vogliono uscire dalla
massa dei mediocri e conquistare i valori
più alti della vita.
1° marzo 1834: tutto era pronto per la
partenza da Vallecorsa. La giovane Maria
aveva sistemato i suoi bagagli; ora il suo
animo era rassicurato dalla benedizio-
ne di papà Giovanni, mentre il mulo era
pronto per questo viaggio attraverso bo-
schi insidiosi e sentieri impervi. Destina-
zione: Acuto. Non per fare scuola soltan-
to, ma per fondare un Istituto di donne
animate dalla forza del Sangue prezioso
di Cristo.
La prima partenza ha delle caratteri-
stiche particolari. “Quanta strada dovrò
fare?”, mormorava Maria nel suo cuore.
Anche il mulo non conosceva il percorso,
ma certamente era un buon compagno di
Tina Tempesta,
interprete del
film “Maria
De Mattias:
una vita un
confronto”.
28 Santa Maria De Mattias
30. viaggio per questa ragazza diversa da tut-
te le altre. Docile lei e docile anche lui.
Quando si accostò troppo ai rovi del bo-
sco, Maria si ferì all’occhio; uscì una goc-
cia di sangue, e lei pensò subito: “Il primo
sangue versato per il mio Amato Gesù,
che mi chiama a dare anche la vita”.
Anni dopo, quando l’Istituto era già
stato fondato ed era una realtà diffusa in
diverse regioni del Centro Italia, e molte
case e scuole erano state aperte, le ormai
numerose suore la chiamavano da un pa-
ese all’altro per sciogliere conflitti e rap-
pacificare gli animi. Maria andava appena
possibile. I suoi viaggi furono numerosi e
sempre più difficili.
Il mulo, che lei cavalcava, era spettato-
re delle tante difficoltà – alcune non pic-
cole – in quegli spostamenti, pieni di spe-
ranze e di attese. Certo, erano tempi duri!
Spesso doveva attraversare montagne
dove avvenivano continuamente episodi
di violenza. “Dio ci condurrà là dove ci
attendono fatiche e speranze di bene”, ri-
peteva spesso all’inserviente che viaggiava
con lei.
2 novembre 1841! Maria si mise in
viaggio con altre quattro compagne per
recarsi a Morino, sempre con il suo mulo!
Ad un certo punto il sentiero non fu più
visibile. La notte era buia e il bosco pie-
no di rovi. Non poteva andare né avanti
né indietro. Mancò poco che una di loro
precipitasse in un burrone. Il mulo si ac-
casciò per stanchezza o forse per fame.
Tutto rendeva impossibile quel viaggio!
“Come fare? Chi ci aiuterà ad uscire da
qui?”, affermò Maria con voce tremante.
Le altre compagne, ricordando le esorta-
zioni della Madre in tempi difficili, ripete-
Santa Maria De Mattias 29
31. vano: “Dio ci aiuterà e ci condurrà fuori
da questo buio pericoloso.
Confidiamo in Lui”. E si
misero a pregare la Ma-
donna, perché le aiutasse
a ritrovare il sentiero. “Non possia-
mo passare la notte in questo bosco
pieno di pericoli e di soldati”, mor-
morò Maria.
Molto spaventata, cercava con
ansia una luce dall’alto che le gui-
dasse. Anche il mulo era irrequieto
e sembrava non voler riprendere il
cammino. Tuttavia incoraggiato ri-
prese a trottare spedito in quel grovi-
glio di alberi e fratte spinose.
Improvvisamente un fanciullo, da
lontano, le chiamò invitandole a seguir-
lo e a fidarsi di lui. Maria, raggiante di
Il Crocifisso gioia, si affidò a quella voce. Alcuni sol-
dell’antico dati, nascosti nel bosco, si fecero avanti.
Seminario. Le ingiunsero di non fidarsi del bambino
e di non proseguire perché il bosco era
troppo pericoloso! “Non possiamo tor-
nare indietro – affermò Maria con voce
decisa, per incoraggiare le sue compagne
– dobbiamo raggiungere quel paese, dove
ci attendono. Il Sangue di Gesù ci spinge
ad andare oltre. Dio è con noi”. Anche il
mulo percepì la sua decisione e continuò
ad andare dietro a quel fanciullo.
Finalmente erano fuori da quella be-
nedetta fratta che impediva di scorgere la
strada giusta! Ferite dai rovi si ritrovarono
dopo poco al di là del fossato, mentre la
luce del mattino rendeva più forte il cuo-
re di Maria. Tante volte aveva detto alle
sue suore che occorreva fidarsi di Dio nelle
situazioni impossibili della vita. Ora era lei
ad essere messa alla prova! La sua fiducia
30 Santa Maria De Mattias
32. illimitata venne ripagata – come altre vol-
te – dalla gioia di aver ritrovato il sentiero
della sua missione. Da quella notte in poi,
in pochi giorni percorse oltre cento miglia
a piedi e a cavallo del suo mulo.
Non è mai troppa la distanza e la fati-
ca per chi corre con il pensiero e desidera
raggiungere tutto il mondo per portare
l’annuncio di salvezza e di speranza. È suf-
ficiente un mulo da cavalcare.
Una volta, avendo bisogno di una ca-
valcatura, Maria ne comprò uno. All’ap-
parenza sembrava buono, ma poi rivelò
un comportamento singolare: si lasciava
cavalcare solo da lei. Al contrario, quando
qualche suora provava a salirvi, l’animale
si imbizzarriva e rischiava di farle male. Fu
costretta a venderlo.
Come San Francesco, anche questa
santa trasmetteva amore a tutte le creatu-
re. Era fratello mulo a portare sulla sua
groppa quella donna coraggiosa, là dove
i poveri bussavano per la fame, dove i gio-
vani attendevano l’istruzione per vivere
in società, dove le folle si assiepavano per
ascoltare almeno una parola della predi-
catrice di Acuto, dove le suore gemevano
per le fatiche quotidiane della carità e
dell’insegnamento!
Santa Maria De Mattias 31
33. Le scarpe
Q uando una donna ama non trattiene
nulla per sé. È la generosità della ma-
dre, pronta a dare anche la vita per i suoi
figli. È la generosità dei santi, che solo
nella nudità si sentono felici, perché più
somiglianti all’Amore. Gesù aveva detto:
“A chi vuole toglierti la tunica, tu lascia
anche il mantello” (Mt 5,40).
E Maria De Mattias serbava nel suo
cuore questa grande Parola. Chi entrava
nella sua piccola camera si accorgeva che
non c’erano indumenti personali. Perfi-
no la coperta era stata tagliata a metà.
Le sue suore spesso le rimproveravano
la generosità senza limiti. Maria sorrideva
e con poche dolci parole, faceva loro capi-
re che i poveri hanno bisogno di ciò che si
possiede, anche della nostra vita.
“Non posso agire diversamente! – ripe-
teva spesso – Gesù ha dato tutto per noi,
fino allo spargimento del suo sangue”.
Vallecorsa.
registro delle
cresime dove è
stata registrata
Santa Maria
De Mattias.
32 Santa Maria De Mattias
34. La coperta, le scarpe, i suoi vestiti: tutto
quanto aveva lo donava a chi era più po-
vero di lei.
Incontrò un giorno una poveretta ir-
rigidita dal freddo. Veniva scalza, dalle
nude rocce dei monti Lepini, e Maria non
poté trattenere il suo impeto di carità: si
tolse le scarpe che indossava e con un ge-
sto delicato le diede alla poveretta. “Lei
ha più biosgno di me! – disse tra sé Ma-
ria – Da parte mia posso sperimentare la
nudità e la privazione. Tutto per dar gusto
al mio Gesù”. Una suora la vide con i pie-
di scalzi e subito commentò con le altre:
“La nostra fondatrice è sempre esagerata!
Non trattiene nulla per sé. Come farà a
camminare tanto senza le sue scarpe? I
suoi piedi, poi, sono così provati dalla fati-
ca che non può indossare qualsiasi cosa!”.
Quelle scarpe, infatti, avevano percor-
so tanta strada ed erano consumate dai
sassi dei sentieri impervi delle montagne
che dividevano un paese dall’altro. Ma-
ria era spesso costretta a scendere
dal suo mulo per fare il cammino
a piedi. Anche se sfinita e spes-
so ammalata, non poteva re-
stare lontana dalle sue figlie
che avevano problemi da ri-
solvere. Lei doveva andare,
doveva insegnare a servire
i poveri, a tenere le porte
aperte a chiunque avesse
avuto bisogno di una paro-
la, di un vestito, delle scar-
pe, anche dell’unica coperta
che si aveva sul proprio letto.
Graffiata dai sassi appuntiti
e dai rovi dei viottoli di campa-
gna, il sangue le usciva come segno
Santa Maria De Mattias 33
35. visibile di amore. Quell’amore che, sof-
frendo, sana le piaghe dell’umanità de-
turpata dall’angoscia e dal male.
Mentre i briganti, che a quel tempo
infestavano le montagne della Ciociaria,
percorrevano gli stessi sentieri per sfuggi-
re all’arresto e per commettere ogni sorta
di violenze sui viaggiatori, Maria si affati-
cava per arrivare là dove era necessario
consolare, aprire scuole e oratori a favore
di giovani e famiglie in ricerca di un senso
più profondo della vita.
“Chissà dove pretende di andare que-
sta donna! – gridò un giorno uno di loro,
appollaiato dietro un cespuglio della
montagna – Il sentiero è così pericoloso!”.
Ella ascoltò e non si lasciò intimorire; il
Sangue di Cristo era la sua unica forza.
L’ansia della salvezza dell’umanità tra-
sportava Maria là dove qualcuno attende-
va di conoscere il Cristo. Anche lei, come
donna grande e spoglia di sé, poteva do-
nare tutto ciò che era ed aveva. Nella nu-
dità del cuore e nella povertà di vita, dava
gloria all’Amore infinito di Dio, reso visi-
bile nel Sangue Prezioso di Gesù.
Briganti,
incisione di
Bartolomeo
Pinelli.
34 Santa Maria De Mattias
36. Le lacrime
Q uando si è innamorati e innamorati
sul serio, il cuore non trova più pace
finché non riposa in quello dell’ama-
to. Che sia inondato di gioia o la piena
dell’angoscia lo travolga, le lacrime diven-
tano un dolce prezzo da pagare all’amore.
Maria era innamorata di Gesù Crocifis-
so. Da quando si era lasciata prendere da
Lui, le era penetrato così profondamente
dentro da non riuscire più a cacciarlo via
neanche a volerlo.
“Tutto il giorno vado spasimando per
trovare Gesù – scriveva un giorno alla sua
guida spirituale –. Questa mia ricerca ap-
passionata non mi toglie la pace del cuo-
re. Anzi, all’occasione, canto, rido, suono
l’organo con serenità!”.
Lo andava cercando in ogni luogo. Lo
intravedeva nei volti scarni e stanchi de-
Acuto.
altare della
Cappella
di Maria
De Mattias.
Santa Maria De Mattias 35
37. gli anziani, lo riconosceva nel sorriso
allegro dei bambini, lo
leggeva nello sguardo
sereno delle sue suo-
re. Lo sentiva palpitare
persino dentro le cose.
A notte fonda, in un
silenzio quasi irreale, rot-
to soltanto da un latrare
di cani, un’ombra furtiva
scivolava giù per le scale
fino alla cappella della
casa. In quel luogo avve-
niva l’incontro più atteso
della giornata. Qui, alla luce
flebile di una candela, diritta davanti al
Santa Maria Crocifisso, Maria si sentiva libera di espri-
De Mattias mere al Signore il suo grande desiderio
davanti al di amarlo.
Crocifisso. Una sottile angoscia si accompagna-
va talvolta alla paura
di non arrivare a pos-
sederlo: così, immersa
nel timore e nell’amore,
dava sfogo a tutti i suoi
sentimenti. Gli occhi le
si riempivano di lacri-
me mentre diceva: “Mio
Gesù, io sto qui ai tuoi
piedi. Anche se tu mi
cacciassi con la spada
della giustizia, io voglio
sempre sperare in te che
sei il mio Salvatore”.
Una notte rimase
due ore in questo sta-
to. Aveva avuto una
giornata carica di ten-
sioni poiché questioni
urgenti ed importanti
36 Santa Maria De Mattias
38. le erano piombate addosso all’improvvi-
so. Mai prima di allora si era sentita così
impotente di fronte alla vita! Appena fu
davanti a Lui, in un’ora molto tarda, sentì
come se un grido prorompente le si fa-
cesse strada dentro il petto: “Ho bisogno
di Te e dell’unica forza del Tuo Sangue
Prezioso”, bisbigliò allora, quasi soffocata
dall’emozione. Ai piedi di Gesù Crocifisso
le pareva di essere uno dei tanti poveri del
Vangelo e mentre diceva: “Figlio di David,
abbi pietà di me!”, scoppiò in un pianto
dirotto. Non seppe mai spiegare cosa le
fosse successo in quel momento. Le sem-
brò di sentire il suo Gesù entrarle dentro, Stemma della
ferirle il cuore con una tale dolcezza da Congregazione
non poter fare a meno di amarlo e di vo- delle adoratrici
lerlo trattenere in sé. Una sottile paura del Sangue
di perderlo la fece piangere e pregare a di Cristo.
lungo finché gustò una profonda pace
interiore.
Dopo quella notte Maria ver-
sò molte altre lacrime per ot-
tenere la grazia di dare gusto
a Gesù e ripeteva spesso tra
sé: “Sì, Gesù solo, solo Gesù
voglio nel mio cuore e
niente più”. Erano lacrime
di una donna totalmente
aperta all’amore che vive
in profonda comunione
con il suo Signore.
La pace e la consolazio-
ne sono doni di Dio che si
esprimono fortemente at-
traverso le lacrime, fiumi che
fecondano la terra arida della
violenza uomina. Come le ac-
que del grembo di una madre che
custodiscono e nutrono la vita.
Santa Maria De Mattias 37
39. La pietra
I primi tempi, si sa, sono duri per tutti
quando si vuole realizzare qualcosa di
grande e di importante. Lo scoraggiamen-
to è sempre in agguato. Maria aveva pas-
sato molti momenti difficili, ma l’ostina-
zione del carattere e la convinzione che
il Signore volesse proprio quello per cui
stava lottando, l’avevano resa testarda e
risoluta a continuare l’opera. Scarsità di
mezzi, inesperienza, contrasti, erano sta-
ti ed erano ancora all’ordine del giorno.
“Adesso ci mancava anche lo sfratto” pen-
sò, mentre si distendeva sul letto, a tarda
notte, con le ossa rotte per la fatica. “For-
Monumento a tuna che non sono sola!”. Tornando con
Santa Maria la mente alla giornata trascorsa le ven-
De Mattias. ne spontaneo ringraziare il Signore per
quanto andava facen-
do. Il suo sogno
di veder sorge-
re un Istitu-
to di suore
all’insegna
38 Santa Maira De Mattias
40. del Sangue di Cristo, tutto dedito alla cari-
tà verso i più poveri, stava ormai diventan-
do realtà. Provava una specie di stupore
mentre ci pensava. Da sola che era, all’ini-
zio, si ritrovava con un discreto numero di
compagne. Insieme a loro stava costruen-
do il futuro. Le passò in rassegna una per
una: erano ragazze di paese, abituate alla
fatica e al sacrificio, innamorate della vita
e del Sangue di Cristo. Ottime pietre vive
nelle mani di Dio.
“Già, le pietre!”, sospirò prima di chiu-
dere gli occhi.
Al mattino ci si vedeva appena quan-
do un folto gruppo di uomini e donne di
Acuto partirono diretti verso la montagna,
dove andavano a prendere le pietre per la
ristrutturazione del vecchio ospedale che
doveva diventare la casa delle suore. In
fila indiana una processione silenziosa di
uomini, donne e bambini, saliva per i di-
rupi scoscesi, fino alla cava. Era una scena
che si ripeteva ormai da qualche giorno.
In testa c’era sempre Maria, con un basto-
ne per appoggio in una mano e il rosario
nell’altra. Il fiato grosso non le impediva
di animare tutta quella moltitudine: “Il
Signore ricompenserà a tempo debito la
vostra generosità. Il monastero che stia-
mo costruendo sarà anche una bella scuo-
la per i vostri figli. Vedrete quanto bene
si farà per questo paese di Acuto e per il
mondo!”. La gente era entusiasta. Quella
donna sapeva come prendere le persone.
La sentivano una di loro in quel suo non
risparmiarsi mai nelle fatiche e nella vici-
nanza che tante volte aveva dimostrato a
quanti si trovavano nel dolore. Per Maria,
trasportare sassi insieme agli altri e per lo
stesso scopo, era il segno più chiaro che
Santa Maria De Mattias 39
41. il Signore stava costruendo un bell’edifi-
cio spirituale. La gioia che ne provava le
impediva persino di sentire il dolore delle
mani ferite. Da una piccola sbucciatura
il sangue colava verso il braccio. “Non è
lavoro per una maestra questo”, disse un
robusto giovanotto che gli camminava ac-
canto. Maria sorrise. “Ci sono abituata –
rispose – l’ho fatto al mio paese quando
ero più giovane; ricostruivamo la casa che
poi ha ospitato i Missionari del Preziosissi-
mo Sangue. Hanno fatto del bene anche
loro!”. Associò mentalmente quel traspor-
tare pietre di allora con quello di adesso.
Per un attimo le venne da ridere. Chissà
quante altre volte, nel futuro, avrebbe
dovuto fare quel lavoro così faticoso! Ma
faticoso o no, se glielo avesse chiesto il Si-
gnore, lo avrebbe fatto senza pensarci due
volte. E si lanciò di nuovo lungo il sentie-
ro, con più baldanza di prima.
Acuto.
Chiesetta
dell’Immacolata.
altare Maggiore.
40 Santa Maria De Mattias
43. Lo scalpello
I l caldo di quell’estate del 1866 era ve-
ramente afoso. E per Maria De Mattias
lo era ancora di più perché dal 30 aprile
non s’era più rialzata dal letto per i tanti
malanni. Ricordava bene quella data: era
la festa della sua Santa Caterina.
Forte era, ormai da tanti giorni, la sua
calma interiore quanto confusa e piena
42 Santa Maria De Mattias
44. di conflitti la situazione politica.
Nella sua giovinezza Maria si sareb-
be ribellata e avrebbe fatto qual-
cosa; ora non faceva che ripetere:
“Non più sangue, Gesù mio, non più
sangue!”. E ripiegava la testa sul cuscino
bagnato di sudore.
Sembrava come una pietra im-
mobile, infossata nel letto del fiu-
me, levigata dall’acqua che scorre
continuamente. O meglio, pensando
a tutta la sua vicenda, più d’una delle
sue suore la paragonava ad una pietra,
tratta dalla montagna, grezza e senza for- Siena.
ma, che la storia ormai aveva ben model- Basilica di
lato. Si poteva collocarla al suo posto nella San Domenico.
costruzione del Regno di Dio. Santa Caterina
Dio era stato per lei come quello scal- e una devota,
pellino che stava lavorando sotto la sua 1330 circa,
finestra da diversi giorni. Batti e ribatti, andrea Vanni.
ogni pietra è pronta per fare la casa.
“Vuole che lo facciamo smettere?”,
chiese premurosa una suora. “No, no, lui
deve pur lavorare per la sua famiglia – ri-
spondeva la Madre –. Per me è come una
parabola che il Signore, sentendo questo
rumore, racconterebbe così: Il Regno dei
cieli è simile a un uomo che tutte le mat-
tine esce di casa per fare il suo lavoro di
scalpellino. Siede davanti ad un mucchio
di pietre senza forma e con martello e
scalpello le fa diventare un piccolo pezzo
di casa. Così Dio fa con i suoi figli, pie-
tre vive su Cristo, la pietra posta a fonda-
mento. Io sto per essere definitivamente
collocata al mio posto. La calcina che mi
unisce a Lui e a tutte voi è il Sangue pre-
zioso di Cristo”.
Diceva questo con affanno, ma con
pace. E le sue figlie ascoltavano attente,
Santa Maria De Mattias 43
45. quasi scorgendo sul volto della loro Ma-
dre il volto di Cristo.
Qualcuna di loro l’aveva conosciuta in
altri momenti, quando manifestava tutto
il suo vigore e la sua intraprendenza, a
volte anche durezza. Vedevano in lei ora
un capolavoro dello Spirito che con lo
scalpello della Croce l’aveva ben model-
lata.
Acuto. Sul letto di morte Maria benediceva il
Cappella Padre anche per averle dato una guida spi-
di Maria rituale – don Giovanni – che non si era ar-
De Mattias. reso di fronte alle sue durezze. “Le parole
Il reliquiario. di lui – raccontava – erano per me come
spine o come chiodi o
addirittura come cro-
ci”. Da don Giovanni,
dai suoi consigli, aveva
appreso a conoscere e
a fare la volontà di Dio,
ad ogni costo.
Batte e ribatte lo
scalpello sulla pietra.
Maria ormai senza
più voce, senza più for-
za, si immergeva nel
canto delle sue suore:
“O Crux, ave spes uni-
ca”. E si lasciò come
sgretolare nel fiume
che la portava al Padre.
Morì come aveva
sempre vissuto: con la
croce sulle spalle e un
canto di grazie nel cuo-
re, per i tanti segni di
redenzione che aveva
visto operare dal suo
Signore Crocifisso e Ri-
sorto.
44 Santa Maria De Mattias
46. La lettera
M aria De Mattias ha scritto tantissime let-
tere: al suo direttore spirituale, a vescovi,
sacerdoti, sindaci e anche al Papa. la maggior
parte, come quella che possiamo leggere qui di
seguito, sono indirizzate alle sue suore.
Viva il Sangue di Gesù Cristo
Carissima figliuola in Gesù
Viene Maria, la sua buona Madre e So-
rella. Auguro a tutte, ma in specie a Lei
un amor grande a Gesù Crocifisso, onde
possa accendere l’altre di sì dolce amore,
ed un totale distacco da tutti e da tutto,
che la faccia vivere della vita santissima di
Gesù…
Preghi assai per me… Dica a Maria
Fortunata, ed a Maria Leonora che in ap-
presso ci scriverò; ma prima aspetto che
mi scrivano loro. Iddio le benedica tutte.
Sono in Gesù Crocifisso.
acuto 21 aprile 1851
Sua Serva
Maria De Mattias
della Croce
Santa Maria De Mattias 45