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TEST “FARSICCIATA”
NOTIZIE VARIE
La “farsiccia” (neologismo per “salsiccia di farro”) all’aspetto sembra in tutto simile a quella
consueta. Al gusto si rivela invece diversa quanto gradevole, fatta com’è di un impasto che al
(poco) macinato di maiale aggiunge farro, frutta secca e “garum” (il preparato che nell’Antica
Roma costituiva una sorta di condimento universale). La nota dolce è accentuata da una salsa di
mosto cotto e mele cotogne. La “farsiccia” è una creazione di due fondatori di “Archeofood” (il
primo sito italiano dedicato alla storia e alla cultura del cibo): lo storico-archeologo Paolo
Braconi, docente di Economia e Cultura dell’Alimentazione dell’Università di Perugia, e lo chef
(anzi, “archeochef”, come lui stesso si definisce) Marino Marini di “Slow Food”, entrambi
impegnati, da anni, in una sorta di “archeologia attiva”, che mette a punto, rendendole
realizzabili e, come in questo caso, adatte ai palati moderni, le ricette del “Corpus apicianum”,
quel complesso ricettario che dal IV secolo dopo Cristo va sotto il titolo di “De Re Coquinaria”
di Marco Gavio Apicio (I sec. dopo Cristo), famoso gastronomo e insuperata fonte della cucina
della Roma Antica. La qualità del farro di Monteleone di Spoleto è assicurata dalla elevata
altitudine delle coltivazioni (sopra i 100 m) che consente al cereale di evitare ogni tipo di
trattamento, cosicché il prodotto si presenta genuino e completamente naturale. Ricco di amidi e
povero di grassi, dà una farina scura e granulosa, ottima per preparare minestre sane e leggere.
La prima presentazione fu nel 2006, presso la sede dell’Università dei Sapori, già laboratorio
Ecocal per il corso di Storia dell’Agricoltura e dell’Alimentazione della Facoltà di Agraria
dell’Università degli Studi di Perugia. Poi un crescendo di studi e ricerche che ne hanno
confermato le caratteristiche, le qualità organolettiche e gli importanti risvolti nutrizionali.
Oggi la Farsiccia, un antico ed al tempo stesso innovativo insaccato di farro e maiale, torna
protagonista di una serie di eventi itineranti e Consumer Test per farla conoscere al grande
pubblico.
Il progetto, nato in seno ad Archeofood dagli studi condotti dal Prof. Paolo Braconi e dallo Chef
Slow Food e docente dell’Università dei Sapori Marino Marini e cofinanziato dalla Regione
dell’Umbria nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale, si avvale del contributo sinergico di più
soggetti pubblici e privati: l’Università dei Sapori , la ditta Chiodi Carlo e Dario di S.Leo Bastia
(Città di Castello), il Parco Tecnologico 3A con capofila l’Università di Perugia (Centro
Interuniversitario per l’Ambiente – CIPLA)
La Farsiccia, un antico ed al tempo stesso innovativo insaccato di farro e maiale, prima di una
serie di idee innovative sulle quali si sta studiando e sperimentando, è frutto di una ricerca
condotta nel mondo degli insaccati dell’Antica Roma (farcimina): la salsiccia di farro e maiale
descritta nel celebre trattato di gastronomia romana antica, il De re coquinaria di Apicio. Far
(farro in latino) ha ispirato il nome ed ovviamente è la principale novità (ma non l’unica) negli
ingredienti di questo insaccato che, oltre a vantare 2000 anni di storia ed essere gustosissimo, ha
anche interessanti risvolti nutrizionali