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Giuliano martire a Cartagine nel 259
ed il suo territorio da Trapani al Monte


        storia ed iconografia
                                     da Salvatore Corso
                 in “La Fardelliana” XVI,1997, pp.5-110
‘U Munti (così indicato dai locali per trad. di Er) e l’agglomerato urbano Drepana (falce sul mare)
                apparivano da lontano ai marinai e a quanti giungevano dal mare.
                               Era la via più agevole fino ai Borboni.
Da terra si percorreva l’antica via Valeria (costruita dai romani nel 210 a.e.v.), da Panhormo a Drepana,
                 con diramazione alle Aquae Segestanae/ Calathameth /Ponte Bagni :
                 un tracciato proseguiva verso Alicia /Salemi fino a Lilibaeum/Marsala,
                                 l’altro giungeva direttamente a Drepana.
La statio Ad Olivam: qui appare San Miceli, denominazione della basilichetta bizantina
                          e dell’attiguo villaggio più arcaico
Iscrizione di Kobouldeus nel pavimento B della basilichetta bizantina San Miceli
        Kobouldeus in caratteri greci traslittera QuodvultDeus nome di cristiani d’Africa
I Vandali, di religione ariana, nel 440 e.v. dall’Africa erano sbarcati a Lilibeum e da qui, grazie anche all’aiuto di
Massimiano vescovo degli ariani di Sicilia, avevano raggiunto, non prima di gravi devastazioni, Panhormum, dove
Genserico ridusse in schiavitù perfino il vescovo Mamiliano, con Cristina, Oliva ed altri. A tale periodo risale la
distruzione della prima basilichetta San Miceli, trovandosi sulla strada che collegava Lilibeum a Panhormum. La
basilichetta venne riedificata con un nuovo pavimento, grazie al contributo dei coniugi Kobouldeous e Massima, a
beneficio del popoloso villaggio e di altri cristiani che transitavano (C.Lancia di Bruolo 1880-84, I, p. 276)
Dalle Aquae Segestanae c’era un itinerario per maritima loca,
   verso Castrum ad mare/Castellammare, volgeva a Cetaria/Scopulos/Scopello e si duplicava:
                         o proseguiva fino ad Egitarso/San Vito a la Punta
o saliva ad Aquae Perticianenses/Acque tenaci-salutari e Li Arbi/Bayda poi Curtji e ponte romano
Monte: pianta del territorio sec.XVIII, archivio storico, BCE
La via per maritima loca da Aquae Perticianenses/Acque tenaci-salutari e Li Arbi/Bayda scendeva a Curtji,
                            attraversando via climaci dietro Cofano, lo valicava
           e giungeva al tracciato della via fenicia fino al ponte romano sul fiume di Custunaci,
                            quindi si diramava per via Montis e verso Drepana.
Via fenicia : da Scurati al ponte romano sul fiume di Custunaci restano solchi e distanziate pietre miliari
                     con impresso segno della dea Tanit che i locali chiamano ’a pupa
In direzione del ponte romano si rinvengono resti di un edificio, per i locali Castello Linciasa, adattato in epoche diverse, sulla
  via fenicia. Sorge su un poggio e potrebbe segnare una costruzione della villa,delimitata, stante alle località dei rinvenimenti,
  da due sorgenti, Jazzinu / Giarzini - poco sopra la chiesa di sant’Andrea di Bonagia – e Linciasella nei pressi del ponte romano.




In spazi limitrofi al luogo di ritrovamento delle iscrizioni, reperti rinvenuti poi nel 1872, non conservati ma descritti:
nella contrada Anna Maria i grandi rottami di grossi latercoli, taluni dei quali con greche iscrizioni e di altre opere
figule, e la Grotta coperta da volte artificiali. Ne conservano memoria gli anziani che descrivono un muro antico
prospiciente verso il mare. Alla stessa antichità sono da riferire alcuni degli oggetti ornamentali : alla Linciasella grandi
frantumi di tegole di mattoni e di altri vasi di creta; sepolcri con coperchi di grossi mattoni di una argilla finissima a
color rosso corallino, rottami di tufo calcareo intagliati a forma di cornicione e di pilastri squisitamente riquadrati e
puliti, medaglie d’oro, cammei, ecc.. Segni da attribuire alla pregressa dimora di una famiglia come quella dei
Nicomachi, impiantatasi in una zona transitata dall’epoca preromana nella parte centrale dell’intera riviera di Bonagia.
TRAPANI : “Riviera di Bonagia”
                   insediamenti romani sulla via fenicia – via Valeria per maritima loca
         dalla vittoria dei romani alle Egadi (241 a.e.v.), Drepana fu Civitas e porto verso Africa e Oriente.

Due iscrizioni in greco - ritrovate nel 1842
per lavori di ampliamento della chiesa di
sant’Andrea, una conservata al Museo di
Erice e l’altra scomparsa e trascritta da
Antonio Cordici (1586-1666) – attestano
una grande villa della famiglia romana dei
Nicomachi, famiglia di senatori che
tenevano altri possedimenti in Sicilia e
alternavano la permanenza con viaggi, dal
porto di Drepana, inerenti alle loro cariche
pubbliche in Africa e in Asia. Nel III secolo
e.v. [era volgare] vi soggiornava Caio Asinio
Nicomaco Giuliano, console suffeto e
proconsole d’Asia. Villa dove la famiglia
illustre, tradizionalmente dedita alle
lettere, si rifugiava dai pubblici negozi e si
compiaceva delle memorie evocate dalla
vicinanza con Erice e ritrovate negli
scrittori della classicità. Allusioni alla
sontuosità della villa e alla vita che vi si
conduceva si ricavano da reperti fittili ed
amuleti, quanto dalla menzione, in questa
lapide, dei due fattori o procuratori che vi
permanevano più a lungo e che si
prodigavano nel renderla accogliente,
adorna di statua a Nicomaco Giuliano.
TRAPANI : I marinai sulle orme di Caio Asinio Nicomaco Giuliano,
                          a Cartagine seppero di cristiani che veneravano Julianus martyr nel 259.
                     Di ritorno impiantarono quella memoria in una prima chiesa, nel Casalicchio:
      a Julianus martyr, gratificando anche Caio Asinio Nicomaco Giuliano che attorno aveva vasti possedimenti.
      Nacque la ecclesia di Drepana, primitiva cristianità lontana da due luoghi-memoria dei martiri dei Vandali:
      adiacente al ponte romano c’era ecclesia Omnium sanctorum/ Pànta Aghìa/Luoghi di Tutti i santi/Bon-agia
   e, tra il Monte e il porto, ecclesia sancti Placidi (Kalendarium Cartaginense sec.V, Martirologium Jeronimianum
sec.VI), III nonas oct. in Sicilia Placidi, Eutichi et aliorum XXX / 5 ottobre in Sicilia [memoria] di Placido, Eutichio e altri
                                                               XXX .
TRAPANI : Casalicchio
Pugnatore (ps.di Lazzaro Locadello,1525-1628) nella Historia di Trapani del 1595 scriveva :
… capella di san Giuliano, la quale, per esser differente da quella de’ Lucchesi, era semplicemente di san Giuliano
appellata, ove quell’altra aveva il nome de’ lucchesi congiunto […] La casa del consul lucchese [dopo il 1286] era nel
quartiero di mezzo, vicino all’angolo meridionale della capella di santo Giuliano, che, per esser capella loro, è detta fin
oggi [dopo abbandono dei consolati nel ‘400] de’ Lucchesi, a differenza di quella de’ Trapanesi.
1430: prete Andrea de Danisio; 1464 Confraternita di san Giuliano de disciplina aggrega famiglie (Bosco,Fardella,Tobia…)
1527 sosta nel 1° Trasporto della “Madonna di Trapani” dal santuario.
Riassetto urbano, fortificazioni e trasferimento di Frati Minori fusero chiese: Madonna della Nuova Luce 1550-1605.
L’antica cappella di san Giuliano misurava m.10x6 fino all’ampliamento come Madonna della Nuova Luce nel 1739-1766.
MONTE e TRAPANI: muntisi e grecaglia
1595 Pugnatore scriveva: i cittadini d’Erice, prendendo occasione di risentirsi di quella puntura con cui fin all’ora sentivano
essere da’ trapanesi trafitti in esser gente del Monte di Trapani da lor per usanza nomati, come che *…+ gli paresse che i
trapanesi di questo modo mostrassero di tener loro ericini per sudditi, *…+ incominciarono a chiamar universalmente tutti i
trapanesi, con novo nome formato da lor di dispregio, grecaglia.
         La dizione tuttora parlata ‘U Munti suonava nella cartografia antica: Trapani vecchio e Trapani del Monte.
Grecaglia era ‘a ngiuria ai trapanesi assoggettati alla Chiesa di Costantinopoli dopo la venuta in Sicilia di Belisario nel 535,
tanto che nel X e XI sec. è attestato un vescovo “greco-ortodosso” nell’antica chiesa greca dell’Ascensione poi san Nicola.
                                                                       Quartiere di mezzo: chiese e reperti archeologici
          Anonimo, 1719: ancora Monte di Trapani
TRAPANI
                   Sanctus Julianus [Martyr]

     dalla chiesa-Confraternita di san Giuliano de’ disciplina
                    poi chiesa della Nuova Luce,
  di ridotte dimensioni (m.1,35) per l’antica chiesa di m.6x10,
                    ora nell’atrio del vescovado:
  marmo bianco, lettere P e L incise su gamba sotto mantello
          attribuzione generica a scuola pisana (sec.XIV)



Immagine più antica che nel sec.XVIII denominava strada
      su cui si apriva la chiesa dove era venerata
          nel primitivo quartiere Casalicchio.

      Personaggio giovane dalla chioma fluente,
  con tunica marcata da cintola e con mantello tirato,
          al collo catena con croce ricrociata
                tra le gambe una palma,
    nel pugno sinistro chiuso croce latina [caduta].
Piedistallo conferma con tre scene i segni martirali palma e croce.
La Passio dei santi Martiri Montano, Lucio, Flaviano, Giuliano ed altri d’Africa recita:
      Si pronunziò la sentenza, dinanzi a magistrato seduto, soldati e popolo.
A sinistra martirio: caldaia o fiamme con tizzoni sottostanti, presenti soldati, magistrato e popolo.
         A destra, cinto d’aureola, Julianus venerato da cristiani, impone mano a bambino.
Maestro del Polittico di Trapani
    inizi sec xv – particolare da tempera su tavola
                      Museo Pepoli


        Diffusione del culto attestata anche da atti notarili:
1424 Giovanni Panicula, esegue cona per chiesa san Domenico ,
 identica a quella già consegnata per Confraternita san Giuliano;
            seconda metà del secolo, Battista de Ariccio
  s’impegna con notaio Roberto de Asinara per cona quadrata:
             a sinistra san Giuliano, con spada dorata.

             Qui Julianus figura nel pilastrino di destra
posizione simmetrica e colori a Vito Martire, (croce , libro, cani).
Julianus è giovane avvolto in mantello a girocollo e calzari rossi,
distinte le insegne: falcone (di Ospitatore) e spada [di Martire?]
                     fusione di due iconografie.
Iconografie




  Riassetto urbano del 1543 lasciò solo
     chiesa san Giuliano de’Lucchesi;
             Loggia e portale
                  dal 1739
  in chiesa Madonna della Nuova Luce,
           ora al Museo Pepoli.
PORTALE su due pilastri e tre scomparti:
          scene in bassorilievo.
Nella trabeazione tra capitelli compositi
    MCCCCCVIIII ^ XIII ^ INDICTIONIS
Giuliano Mancino-Bartolomeo Berrettaro
Stemma della chiesa committente, in quattro emisferi accoppiati, sostenuto da due putti:
 a sinistra falcone e spada da leggenda Ospitatore ; a destra mitria e pastorale vescovili.
                  Statue sommitali logore dall’esposizione alle intemperie.
Statua sommitale a sinistra, classicheggiante, con falcone e libro,
                 sintetizza tre scene sottostanti.
A lato scena prima: Giuliano in preghiera si congeda dalla sposa.
Scene sottostanti:
Giuliano con falcone in mano e a cavallo incontra cervo che gli predice parricidio e matricidio.
                   Riconciliazione con la sposa dinanzi a vescovo e seguito
Statua sommitale a destra, tozza e con tunica tirata, spicca croce e [spada logorata di Martire ?],
                                  sintetizza tre scene sottostanti.
A lato, scena prima: Giuliano, riconciliato, serve a mensa pellegrino e Gesù al centro (Ospitatore)
Scene sottostanti:
Giuliano divenuto vescovo, seguito da ministrante, benedice fedeli (battezzati?) proni.
          A lato, sullo sfondo, portale merlato con due personaggi aureolati:
         Giuliano con croce in mano; pellegrino con bastone e mitria ai piedi
TRAPANI : Rollus concessionum…
  detto Libro Rosso [ricopiato da più antico], miniature,
      amanuense romano Raffaele Burghetto, 1601
                    Prospetto interno:
SUB TUUM PRAESIDIUM [invocaz. a Madonna di Trapani]
                        S.ALBERTUS
       S.IVUS V. [Utriusque] I. [Iuris] D. [Doctor]
          Julianus italianizzato IVONO / IVONE :
 lettura storpiata da caratteri di scrittura latina capitale
                con abbreviazione:       .VS


    Di santo Iuono primo protettore di Trapani.
    Era innanzi la venuta di questa dignissima imagine [la
    statua di Nino Pisano] il proprio e particolar avvocato di
    questa città santo Iuono.
    Ma poi, per cagione di questa figura, ne fu eziandio
    insieme con esso lui la Beatissima V. Maria che è da quella
    rappresentata.
    Laonde la imagine di tal santo fu nella chiesa portata
    [cappella dedicata]che alla detta divotissima figura […] è
    stata fabricata.

    Pugnatore in Historia di Trapani, p.terza c.XXI, nel 1595

    Madonna di Trapani patrona della città dopo la costruzione
    della sua cappella al santuario nel 1468.
TRAPANI : Natale Masuccio, 1613, indica chiesa con strada San Giuliano
Dopo aggregazioni di chiese tra 1555-1605, le Costituzioni della Confraternita di san Giuliano de disciplina,1622 e 1753
        obbligavano immagini e preghiere alla Madonna della Nuova Luce e a san Giuliano nostro protettore,
                   ad iniziativa del capitano fra marinai della marina piccola in viaggio o in porto.
                       Isola XXXXX Nominata di San Giulianello in contrada del Piano di S.Pietro,
              in Numerazione delle Case della città di Trapani, da Atti del Senato carpetta 19,sec.XVIII,
   anche quando era prevalsa la chiesa normanna del SS.Salvatore ( Trasfigurazione ) dal 1387 intitolata San Pietro.
TRAPANI
Chiesa dell’Annunziata, primo incavo a sx
              Olio su tela:
         Madonna in gloria tra angeli
 santi Alberto, Ivo, Giovanni Ev., Luigi Rabatà
                  ai piedi la città




Attribuzioni diverse:
G.M.Di Ferro (1772-1836): G. Arnino (1579);
M.A.Spadaro: G.La Francesca (1743);
G.Di Giovanni: D.La Bruna (1734)
difforme da opera per chiesa della Nuova Luce.
Ivo, posto dietro S.Alberto, perché due patroni,
veste da gesuita, orante come Beato Rabatà.

L’opera fu portata nella chiesa rinnovata 1760
TRAPANI :Palazzo del Senato 1705
                        1698 Giacomo Cavaretta offre 2.000 scudi
1702 Giuseppe Nolfo (1654-1725 c.) statue sommitali: Madonna, S.Alberto, S.Giovanni Battista

      Disegno di Paolo Rizzo (sec.XVIII):       Di segno di Rocco Mazzaresi da G.M.Di Ferro 1825:
  a destra della Madonna: Santo con croce?          a destra della Madonna: S.Giovanni Battista
Pugnatore, 1595, e Carvini, 1687, notavano antica conformazione del territorio: insenature a forma di due archi,
   dove il litorale, da ponente (Scapuccini ) alla cava Petra Palazzo fino alla punta ed oltre, dall’antichità era indicato
san Giuliano, con torre che segnava confine con il Monte, alle cui falde (ora sotto Cittadella della salute) rocce e scogli.
     T R A P A N I - M O N T E: territorio a tramontana (Territorio della città del Monte ,Archivio BCE)
san Giuliano a la Punta




Da sempre confine tra le due città, con torre:
nel 1416 una tonnara e chiesa san Giuliano;
          beneficio regio nel 1430,
  dove era abate Leonardus de Michilecto;
    nel 1698 Alberto Orlando consegna
       tre statue di pietra stucchiate,
    Immacolata, San Carlo, San Giuliano
Alla fine del XVI sec. i due archi ridotti formavano il Lago d’acqua per li salini poste sul versante a mezzogiorno
                   Dal ponte iniziava la via che, diramandosi, a destra conduceva all’Annunziata
            ed a sinistra al convento dei Paolotti già ecclesia sancti Placidi a Zachalanzir / Racanzili :
              la chiesa, ampliata in convento nel 1576, conservava fino al 1671 molte pietre scritte.
T R A P A N I : salina della chiesa san Giuliano nell’isola proprietà Abbrignano (Anonimo XVIII sec.)
               Ecclesia sancti Juliani de insula in terra Trapani, in uno degli isolotti attorno al porto naturale
              negli anni 1373-1374 pagava alla Sede Apostolica Romana una somma modesta, tar.1 gr.12 e ½.
                      Nel 1430 era beneficio del prete Johannes de Ramundo che integrava il reddito
    in ecclesia sancta Maria de Custunachi, titolo sovrapposto a quella antichissima Omnium sanctorum/Tutti i Santi.
   Dal 1550 le saline dell’odierna località isulidda, almeno fino al 1719, appartenevano alla nobile famiglia Abbrignano
                             che abitava nella rua nuova e che deteneva il titolo di san Giuliano.
Dal litorale San Giuliano al Monte
 da epoca remota si celebrava al 22 maggio Julianus, come a Cartagine dal martirio del 259




Nell’acropoli
sorgeva
la prima chiesa a
Julianus Martyr
a Cartagine
nel 259 e.v.:
culto importato
dalla vicina
Drepana
dove
gli erano intitolate
tre chiese
ERICE
                        città fortilizio


Il tempio-fortilizio era stato trasformato in epoca
romana e medievale.
Edrisi (1100-1166) geografo arabo scriveva:
[…] montagna enorme, di supeba cima e di alti pinnacoli,
difendevole […] Havvi una fortezza che non si custodisce, né
alcuno vi bada […]
E Ibn Gubayr (1145-1217) geografo arabo:
[…] I Rumi (cristiani) occupano su questa fortezza un picco riunito
alla montagna da un ponte e posseggono una città considerevole
sulla stessa montagna. Si dice che le donne di questo paese siano
le più belle dell’isola: che Dio le faccia diventare schiave dei
musulmani! Si chiama Gebel Hamid e non è accessibile che da un
lato solo. […] i cristiani non vi lasciano salire i musulmani.
ERICE: Chiesa San Giuliano ampliata 1612-1615 con stucchi di Pietro dell’Orto del 1794
iconografia, attestata già da Antonio Cordici per chiesa primitiva: città inespugnabile e fuga dei saraceni [romanizzati]
ERICE
       inespugnabile,
   acquisita dai Normanni




Solo nei diplomi normanni la città è Mons sancti Juliani, ma Antonio Cordici (1586-1666), primo storico, seguito
dagli altri, titolava la sua opera: La Istoria della città del Monte Erice oggi detta Monte di san Giuliano antichissima
città del regno di Sicilia. E Rocco Pirri (1567-1670) nel 1638: La città, cambiato il primitivo nome, Monte di Trapani
dal volgo chiamata […]Monte di san Giuliano dall’anno 1090 perché (come attesta la memoria ericina) quando era
assediata duramente dai Saraceni, all’improvviso sulle mura fu visto san Giuliano [ …] in armi, dalla cui imponenza
i nemici atterriti in parte furono messi in fuga ed in parte furono trovati morti […]: per questo prodigio la città da
allora prese dal santo denominazione e insegne. Nel 1687 ancora Vito Carvini: Ed è da tenersi per certo fra tante
dubiezze [sulla conquista normanna] che in Erice si ha per indubitata ed immemorabile traditione che il suo
adorato Giuliano quell’istesso sia che Milite da alcuni scrittori s’appella ed Ospitatore da altri ed il medesimo che
liberò un tempo la città nostra dalla saracena barbarie con l’insolita e miracolosa comparsa. Nello stesso anno
Girolamo Spalla: Bisogna ritenere che san Giuliano fosse l’identico invocato dal Conte Giordano perché gli fosse
d’aiuto, in quanto avesse sottratto dalle mani dei Saraceni ed avesse dedicato a Cristo questa città di Erice.
Pugnatore nel 1595 scriveva: i trapanesi indicavano gli ericini, per dizione tuttora parlata ‘U Munti e designata nell’antica c




                                               Pugnatore, 1595, scriveva:
                                                                   .


[i trapanesi] non bastarono mai a contenersi di chiamar gli ericini, come fanno, gente del Monte di Trapani, con tutto
  che eglino incominciassero infin sotto a’ Normanni a far chiamar la loro città Monte di santo Giuliano, per cagione
     d’una miracolosa diffesa che essi per publica fama dicono aver in una guerra incontr’a’Sarraceni avuto da lui.
ERICE: Chiesa san Giuliano
                primaziale prima del 1308 quando S.Maria è archipresbiteratus, su S.Cataldo, S.Antonio, S. Martino
e fuori porta S.Oliva, S.Bartolomeo, suburbane S.Maria Maddalena, S.Ippolito, S.Matteo, tra 1297-1339, oltre Ospedale S.Caterina


            La chiesa san Giuliano accoglieva assemblee dei cittadini, anche degli ebrei, almeno fino al XIII sec.
            La chiesa San Martino divenne Confraternita di famiglie, come chiese sant’Orsola e san Giovanni;
                                 chiesa san Cataldo ospitò dal 1435 assemblee di cittadini,
     chiesa Santa Maria, ampliata 1339 dentro le mura e detta Matrice, agli inizi del XV sec. arcipr. Bernardo Millitari.
Chiesa san Giuliano ampliata 1612-1615 con campanile del 1770: alla ricerca dell’identità del santo

 Antonio Cordici nel libro III di Istoria della città del Monte Erice scopre “schema narrativo” di conquista normanna
      redatto dal nobile ericino-trapanese Antonio Del Bosco nel 1581, senza riscontro nel cronista Malaterra:
  “schema narrativo” per fama appellava Milite e Ospitatore, dopo parricidio-matricidio, con falcone e mano nera.
     Altri appoggiarono lo “schema narrativo” e ricercarono identità del santo e reliquie per la chiesa ampliata.
 Rimase il titolo Martire sostenuto da tutti per la celebrazione del 22 maggio e difeso nel 1687 da Gerolamo Spalla
PRIVILEGIORUM ET GRATIARUM ALIORUMQUE DIVERSORUM ACTORUM EXCELSAE CIVITATIS MONTIS SANCTI JULIANI LIBER, Ms 1 BCE


            1604, identica fattura del frontespizio – iconografia deI Milite e Ospitatore: mano protesa sulla città
S.IULIANUS PROTECTOR EXCELSAE URBIS ERYCINAE nel foglio precedente S.ALBERTUS SICULUS ERYCINUS e patronus nel 1642.
Matteo Gebbia (+1697) in Vito Carvini, Erice antica e moderna, Ms. 8 BCE


Pianta del territorio della città di Monte San Giuliano   Stemma con svolazzi e denominazione della città
                                                           a sinistra S.Julianus, con spada, falcone e libro,
                                                                 a destra S.Albertus, con croce e libro
ERICE
 Centro Sales ex Monastero S.Teresa
         Tela da restaurare

 Giuliano è Milite, aureolato, in ginocchio,
  vestito alla romana con mantello rosso,
      circondato da angeli volteggianti,
            su sfondo luce divina:
 a destra porgono spada, a sinistra elmo,
 chi lo incorona regge palma (di Martire).

Richiama opera Domenico La Bruna (1734)
            Apoteosi di S.Giuliano,
   travolta da macerie belliche nel 1943,
             descritta nel 1927:
   tra nubi ed angeli, guerriero romano,
      spada e falcone tenuti da angeli,
  mantello rosso, palma in mano destra,
  sinistra protesa su Monte Erice lontano,
    in ginocchio a capo scoperto, a lato,
    Giordano normanno tra Torri e Porta
ERICE
        chiesa San Giuliano
             Pietro Orlando
     fine sec.XVII statua in legno
       sostituiva statua in legno
            vista da Cordici
      nella piccola chiesa antica




         Ormai si imponevano
        leggenda ed iconografia
        del Milite e Ospitatore:
guerriero, elmo, falcone in mano nera,
         anche se rimanevano
             manto rosso
   e festa del Martire al 22 maggio
CUSTUNACI: santuario

      Tavola inizi sec.XVI più volte rimodellata
    in Tribuna policroma legni/marmi sec.XVIII

Immacolata, marmorea, ignoto XVII sec., ricollocata

           Pietro Calamela, statue lignee:
    santi Patroni della città Monte san Giuliano
              Alberto e Giuliano, 1752
        con Sapienza e Abbondanza, 1756




  Dal 1422 il culto alla Madonna di Custunaci
     mutava chiesa Tutti i Santi a Linciasella
  in santuario trasferito nel 1577 sulla collina
       dentro fortezza a difesa dai pirati.
      1627 fabbrica di abside e cappellone:
  Immacolata interpreta predella del quadro,
   per Madonna di Custunaci - Patrona 1630
         con Alberto patrono dal 1642
            Giuliano sempre patrono
CUSTUNACI: san Giuliano, Patrono della città del Monte e del territorio


                                                                                     1752 statua lignea
                                                             iconografia da chiesa san Giuliano 1612-1615 città del Monte

santuario, cappellone del 1627:
ai lati dell’Immacolata del XVII sec. lunetta nelle pareti
parete sx san Giuliano (qui), parete dx sant’Aberto
iconografia da stemma della città del Monte
MALTA : SAN       GIULIANO : DIFFUSIONE DEL CULTO
          Altri marinai portarono in un villaggio di Malta da Cartagine la memoria del Martire:
    dell’antichità della chiesa non esistono tracce , resta al centro della cittadina e qui sullo sfondo;
                   in riva al mare su altissimo piedistallo, la rappresentazione in gesso.
Giovane in tunica corta e mantello accennato, destra alzata impugna croce, sinistra a guinzaglio levriero.
SAN GIULIANO in Sicilia




A parte diffusissima leggenda dell’ Ospitatore, memoria di sei vescovi in Italia ed in Francia.
Nell’antica diocesi di Lucca (ora prov. Pisa) resta la cittadina San Giuliano Terme, divenuta
parrocchia che non conserva immagine e la festa a settembre è dedicata alla Madonna:
resta rudere la chiesaccia o San Giuliano al Monte con una chiesina e spelonca, memoria di
eremita, beato, che accoglieva pellegrini.
In Sicilia, 1308/1310: Caltagirone, Naro, Piazza Armerina, Terranova-Gela, Licata;
sec. XVII: Caltanissetta, Racalmuto.
Palermo chiesa dedicata a due Martiri di Alessandria;
poi antico monastero accanto mura di ponente (teatro Massimo).
Messina, 1332, centro città; 1604 immagine libresca di guerriero, spada e palma;
1663/1678 Martire; 1701 rappresentato vescovo:
Martire portato da Trapani, per contatti prima e dopo passaggio privilegi nel 1315;
venerato anche San Liberale; da normanni, greci affidati ad archimandrita; influssi spagnoli.
Salemi, chiesa 1650, statua Ospitatore; Alcamo, centro, chiesa 1504, vescovo.
CALATAFIMI
    sec. XV, chiesa San Giuliano
   Martire, sec.XVII, anonimo, tela




Nell’antica chiesa, parrocchia nel 1619,
  Ospitatore patrono dei cacciatori:
soldato romano, elmo, spada, falcone,
     angelo porge corona e palma
      angelo tiene cacciagione [?].
Segni del Martire : palma
Trapani: da ex chiesa Madonna Nuova Luce :
qui tra gambe; per La Bruna il Santo regge palma
                                                     ERICE Centro Sales ex Monastero S.Teresa




CALATAFIMI: chiesa san Giuliano Martire
Segni del Martire : croce
TRAPANI : croce ricrociata e nel pugno sx chiuso
      croce nel sommitale del Portale
           MALTA : croce innalzata
Segni del Martire : libro [Evangeli]


                       ERICE:                                            CUSTUNACI:
 Stemma: svolazzi e denominazione della città             Cappellone 1627: Immacolata 1627 sec.XVII
                                                               due lunette in pareti: santi patroni
a sinistra S.Julianus, con spada, falcone e libro,       Qui da parete sx san Giuliano con spada e libro
      a destra S.Albertus, con croce e libro
A Trapani non resta memoria della venerazione e della festa, neppure liturgica, tranne l’iconografia.
      Così in Africa e a Cartagine, dopo le distruzioni dei Vandali nelle fiorenti Chiese della costa mediterranea.
    Resta memoria nella toponomastica e nella denominazione MONTE SAN GIULIANO assunta dall’antica Erice.
Fra le due sponde l’antico culto della dea del Monte, con duplice volo di colombe a segnare ‘a stacuni e ‘u mmernu,
                                     ώ 23 aprile e ώ 25 ottobre,
    continuava con la memoria di San Giuliano, da cui nasceva la chiesa di Trapani, cristianità fra Africa e Roma:
    legame mai smentito, infranto solo dall’oblio e da guerre fra popoli affratellati da vicinanza fisica e culturale.

Toponomastica ed iconografia sono testimoni di storia del paesaggio perché coinvolgono le origini e il presente.
Passione dei santi Martiri
Montano, Lucio, Flaviano, GIULIANO ed altri d’Africa l’anno di Cristo 259/260

Anche in mezzo a voi, o fratelli dilettissimi, ci è sorta una lotta ed ormai ai servi di Dio ed ai suoi
consacrati al suo Cristo non rimane altro che pensare alla moltitudine dei fratelli. L’amore e il dovere ci
spinge a questa lettera per lasciare ai fratelli che verranno una fedele testimonianza *…+
Ora avendo Montano avuto qualche diverbio con GIULIANO per quella donna che si era insinuata nella
nostra comunione e non comunicava, e continuando anche dopo la correzione, nella medesima
freddezza della discordia, la notte stessa Montano ebbe questa visione. Mi parve - diss’egli – che fossero
venuti a prenderci i centurioni *…+ giungiamo in un luogo candido dove le nostre vesti diventano bianche
*…+ dentro il mio petto vidi delle sozzure e mi destai *…+ Luciano mi viene incontro, gli riferisco la visione
e gli dico “Sai tu il perché di quelle sozzure? Questo, ch’io tosto non m’accordai con Giuliano” E in ciò dire
mi sveglio.
Per la qual cosa, o fratelli dilettissimi, conserviamo la pace, la concordia con ogni impegno *…+ Vi
auguriamo buona salute.
Queste cose le avevano scritte tutte insieme dal carcere. Ma perché era necessario che una narrazione
più estesa abbracciasse tutti gli atti dei beati MARTIRI, *…+ facciamo seguir qui le altre cose importanti a
sapersi. Essi, dopo aver sopportato per più mesi le pene del carcere e lungamente patito la fame e la
sete, vengono una volta tratti dalla segreta e presentati al pretorio del Preside. *…+ Contro gli altri, cioè
contro Lucio, Montano, GIULIANO, Vittorico, si pronunziò la sentenza e Flaviano fu ricondotto in carcere.
*…+ Gli altri, intanto, erano condotti al luogo del sacrifizio. Da ogni parte concorrono gli infedeli e i fratelli
*…+ Anche GIULIANO e Vittorico, insinuata lungamente la pace ai fratelli e raccomandati tutti ai chierici,
massime quelli che avevano patito la fame del carcere, con gaudio e senza paura erano venuti al luogo
della passione *…+ O gloriosi esempi dei Martiri! O illustri prove dei testimoni di Dio!
Meritamente siete tramandate alla memoria dei posteri, perché, siccome desumiamo gli esempi dalle
antiche Scritture, quando ci addottriniamo, così abbiamo da imparare qualche cosa anche dalle nuove.

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2021 06- 25 - Pranzo dell’incontro
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2020 - ATTPT - Giovanni Verga
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2020 - ATTPT - Preistoria e miti in sicilia
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ATTPT - 2020 - Tombolata
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2019 - ATTPT - Conviviale di fine anno
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San giuliano

  • 1. Giuliano martire a Cartagine nel 259 ed il suo territorio da Trapani al Monte storia ed iconografia da Salvatore Corso in “La Fardelliana” XVI,1997, pp.5-110
  • 2. ‘U Munti (così indicato dai locali per trad. di Er) e l’agglomerato urbano Drepana (falce sul mare) apparivano da lontano ai marinai e a quanti giungevano dal mare. Era la via più agevole fino ai Borboni.
  • 3. Da terra si percorreva l’antica via Valeria (costruita dai romani nel 210 a.e.v.), da Panhormo a Drepana, con diramazione alle Aquae Segestanae/ Calathameth /Ponte Bagni : un tracciato proseguiva verso Alicia /Salemi fino a Lilibaeum/Marsala, l’altro giungeva direttamente a Drepana.
  • 4. La statio Ad Olivam: qui appare San Miceli, denominazione della basilichetta bizantina e dell’attiguo villaggio più arcaico
  • 5. Iscrizione di Kobouldeus nel pavimento B della basilichetta bizantina San Miceli Kobouldeus in caratteri greci traslittera QuodvultDeus nome di cristiani d’Africa I Vandali, di religione ariana, nel 440 e.v. dall’Africa erano sbarcati a Lilibeum e da qui, grazie anche all’aiuto di Massimiano vescovo degli ariani di Sicilia, avevano raggiunto, non prima di gravi devastazioni, Panhormum, dove Genserico ridusse in schiavitù perfino il vescovo Mamiliano, con Cristina, Oliva ed altri. A tale periodo risale la distruzione della prima basilichetta San Miceli, trovandosi sulla strada che collegava Lilibeum a Panhormum. La basilichetta venne riedificata con un nuovo pavimento, grazie al contributo dei coniugi Kobouldeous e Massima, a beneficio del popoloso villaggio e di altri cristiani che transitavano (C.Lancia di Bruolo 1880-84, I, p. 276)
  • 6. Dalle Aquae Segestanae c’era un itinerario per maritima loca, verso Castrum ad mare/Castellammare, volgeva a Cetaria/Scopulos/Scopello e si duplicava: o proseguiva fino ad Egitarso/San Vito a la Punta o saliva ad Aquae Perticianenses/Acque tenaci-salutari e Li Arbi/Bayda poi Curtji e ponte romano
  • 7. Monte: pianta del territorio sec.XVIII, archivio storico, BCE La via per maritima loca da Aquae Perticianenses/Acque tenaci-salutari e Li Arbi/Bayda scendeva a Curtji, attraversando via climaci dietro Cofano, lo valicava e giungeva al tracciato della via fenicia fino al ponte romano sul fiume di Custunaci, quindi si diramava per via Montis e verso Drepana.
  • 8. Via fenicia : da Scurati al ponte romano sul fiume di Custunaci restano solchi e distanziate pietre miliari con impresso segno della dea Tanit che i locali chiamano ’a pupa
  • 9. In direzione del ponte romano si rinvengono resti di un edificio, per i locali Castello Linciasa, adattato in epoche diverse, sulla via fenicia. Sorge su un poggio e potrebbe segnare una costruzione della villa,delimitata, stante alle località dei rinvenimenti, da due sorgenti, Jazzinu / Giarzini - poco sopra la chiesa di sant’Andrea di Bonagia – e Linciasella nei pressi del ponte romano. In spazi limitrofi al luogo di ritrovamento delle iscrizioni, reperti rinvenuti poi nel 1872, non conservati ma descritti: nella contrada Anna Maria i grandi rottami di grossi latercoli, taluni dei quali con greche iscrizioni e di altre opere figule, e la Grotta coperta da volte artificiali. Ne conservano memoria gli anziani che descrivono un muro antico prospiciente verso il mare. Alla stessa antichità sono da riferire alcuni degli oggetti ornamentali : alla Linciasella grandi frantumi di tegole di mattoni e di altri vasi di creta; sepolcri con coperchi di grossi mattoni di una argilla finissima a color rosso corallino, rottami di tufo calcareo intagliati a forma di cornicione e di pilastri squisitamente riquadrati e puliti, medaglie d’oro, cammei, ecc.. Segni da attribuire alla pregressa dimora di una famiglia come quella dei Nicomachi, impiantatasi in una zona transitata dall’epoca preromana nella parte centrale dell’intera riviera di Bonagia.
  • 10. TRAPANI : “Riviera di Bonagia” insediamenti romani sulla via fenicia – via Valeria per maritima loca dalla vittoria dei romani alle Egadi (241 a.e.v.), Drepana fu Civitas e porto verso Africa e Oriente. Due iscrizioni in greco - ritrovate nel 1842 per lavori di ampliamento della chiesa di sant’Andrea, una conservata al Museo di Erice e l’altra scomparsa e trascritta da Antonio Cordici (1586-1666) – attestano una grande villa della famiglia romana dei Nicomachi, famiglia di senatori che tenevano altri possedimenti in Sicilia e alternavano la permanenza con viaggi, dal porto di Drepana, inerenti alle loro cariche pubbliche in Africa e in Asia. Nel III secolo e.v. [era volgare] vi soggiornava Caio Asinio Nicomaco Giuliano, console suffeto e proconsole d’Asia. Villa dove la famiglia illustre, tradizionalmente dedita alle lettere, si rifugiava dai pubblici negozi e si compiaceva delle memorie evocate dalla vicinanza con Erice e ritrovate negli scrittori della classicità. Allusioni alla sontuosità della villa e alla vita che vi si conduceva si ricavano da reperti fittili ed amuleti, quanto dalla menzione, in questa lapide, dei due fattori o procuratori che vi permanevano più a lungo e che si prodigavano nel renderla accogliente, adorna di statua a Nicomaco Giuliano.
  • 11. TRAPANI : I marinai sulle orme di Caio Asinio Nicomaco Giuliano, a Cartagine seppero di cristiani che veneravano Julianus martyr nel 259. Di ritorno impiantarono quella memoria in una prima chiesa, nel Casalicchio: a Julianus martyr, gratificando anche Caio Asinio Nicomaco Giuliano che attorno aveva vasti possedimenti. Nacque la ecclesia di Drepana, primitiva cristianità lontana da due luoghi-memoria dei martiri dei Vandali: adiacente al ponte romano c’era ecclesia Omnium sanctorum/ Pànta Aghìa/Luoghi di Tutti i santi/Bon-agia e, tra il Monte e il porto, ecclesia sancti Placidi (Kalendarium Cartaginense sec.V, Martirologium Jeronimianum sec.VI), III nonas oct. in Sicilia Placidi, Eutichi et aliorum XXX / 5 ottobre in Sicilia [memoria] di Placido, Eutichio e altri XXX .
  • 12. TRAPANI : Casalicchio Pugnatore (ps.di Lazzaro Locadello,1525-1628) nella Historia di Trapani del 1595 scriveva : … capella di san Giuliano, la quale, per esser differente da quella de’ Lucchesi, era semplicemente di san Giuliano appellata, ove quell’altra aveva il nome de’ lucchesi congiunto […] La casa del consul lucchese [dopo il 1286] era nel quartiero di mezzo, vicino all’angolo meridionale della capella di santo Giuliano, che, per esser capella loro, è detta fin oggi [dopo abbandono dei consolati nel ‘400] de’ Lucchesi, a differenza di quella de’ Trapanesi. 1430: prete Andrea de Danisio; 1464 Confraternita di san Giuliano de disciplina aggrega famiglie (Bosco,Fardella,Tobia…) 1527 sosta nel 1° Trasporto della “Madonna di Trapani” dal santuario. Riassetto urbano, fortificazioni e trasferimento di Frati Minori fusero chiese: Madonna della Nuova Luce 1550-1605. L’antica cappella di san Giuliano misurava m.10x6 fino all’ampliamento come Madonna della Nuova Luce nel 1739-1766.
  • 13. MONTE e TRAPANI: muntisi e grecaglia 1595 Pugnatore scriveva: i cittadini d’Erice, prendendo occasione di risentirsi di quella puntura con cui fin all’ora sentivano essere da’ trapanesi trafitti in esser gente del Monte di Trapani da lor per usanza nomati, come che *…+ gli paresse che i trapanesi di questo modo mostrassero di tener loro ericini per sudditi, *…+ incominciarono a chiamar universalmente tutti i trapanesi, con novo nome formato da lor di dispregio, grecaglia. La dizione tuttora parlata ‘U Munti suonava nella cartografia antica: Trapani vecchio e Trapani del Monte. Grecaglia era ‘a ngiuria ai trapanesi assoggettati alla Chiesa di Costantinopoli dopo la venuta in Sicilia di Belisario nel 535, tanto che nel X e XI sec. è attestato un vescovo “greco-ortodosso” nell’antica chiesa greca dell’Ascensione poi san Nicola. Quartiere di mezzo: chiese e reperti archeologici Anonimo, 1719: ancora Monte di Trapani
  • 14. TRAPANI Sanctus Julianus [Martyr] dalla chiesa-Confraternita di san Giuliano de’ disciplina poi chiesa della Nuova Luce, di ridotte dimensioni (m.1,35) per l’antica chiesa di m.6x10, ora nell’atrio del vescovado: marmo bianco, lettere P e L incise su gamba sotto mantello attribuzione generica a scuola pisana (sec.XIV) Immagine più antica che nel sec.XVIII denominava strada su cui si apriva la chiesa dove era venerata nel primitivo quartiere Casalicchio. Personaggio giovane dalla chioma fluente, con tunica marcata da cintola e con mantello tirato, al collo catena con croce ricrociata tra le gambe una palma, nel pugno sinistro chiuso croce latina [caduta].
  • 15. Piedistallo conferma con tre scene i segni martirali palma e croce. La Passio dei santi Martiri Montano, Lucio, Flaviano, Giuliano ed altri d’Africa recita: Si pronunziò la sentenza, dinanzi a magistrato seduto, soldati e popolo.
  • 16. A sinistra martirio: caldaia o fiamme con tizzoni sottostanti, presenti soldati, magistrato e popolo. A destra, cinto d’aureola, Julianus venerato da cristiani, impone mano a bambino.
  • 17. Maestro del Polittico di Trapani inizi sec xv – particolare da tempera su tavola Museo Pepoli Diffusione del culto attestata anche da atti notarili: 1424 Giovanni Panicula, esegue cona per chiesa san Domenico , identica a quella già consegnata per Confraternita san Giuliano; seconda metà del secolo, Battista de Ariccio s’impegna con notaio Roberto de Asinara per cona quadrata: a sinistra san Giuliano, con spada dorata. Qui Julianus figura nel pilastrino di destra posizione simmetrica e colori a Vito Martire, (croce , libro, cani). Julianus è giovane avvolto in mantello a girocollo e calzari rossi, distinte le insegne: falcone (di Ospitatore) e spada [di Martire?] fusione di due iconografie.
  • 18. Iconografie Riassetto urbano del 1543 lasciò solo chiesa san Giuliano de’Lucchesi; Loggia e portale dal 1739 in chiesa Madonna della Nuova Luce, ora al Museo Pepoli. PORTALE su due pilastri e tre scomparti: scene in bassorilievo. Nella trabeazione tra capitelli compositi MCCCCCVIIII ^ XIII ^ INDICTIONIS Giuliano Mancino-Bartolomeo Berrettaro
  • 19. Stemma della chiesa committente, in quattro emisferi accoppiati, sostenuto da due putti: a sinistra falcone e spada da leggenda Ospitatore ; a destra mitria e pastorale vescovili. Statue sommitali logore dall’esposizione alle intemperie.
  • 20. Statua sommitale a sinistra, classicheggiante, con falcone e libro, sintetizza tre scene sottostanti. A lato scena prima: Giuliano in preghiera si congeda dalla sposa.
  • 21. Scene sottostanti: Giuliano con falcone in mano e a cavallo incontra cervo che gli predice parricidio e matricidio. Riconciliazione con la sposa dinanzi a vescovo e seguito
  • 22. Statua sommitale a destra, tozza e con tunica tirata, spicca croce e [spada logorata di Martire ?], sintetizza tre scene sottostanti. A lato, scena prima: Giuliano, riconciliato, serve a mensa pellegrino e Gesù al centro (Ospitatore)
  • 23. Scene sottostanti: Giuliano divenuto vescovo, seguito da ministrante, benedice fedeli (battezzati?) proni. A lato, sullo sfondo, portale merlato con due personaggi aureolati: Giuliano con croce in mano; pellegrino con bastone e mitria ai piedi
  • 24. TRAPANI : Rollus concessionum… detto Libro Rosso [ricopiato da più antico], miniature, amanuense romano Raffaele Burghetto, 1601 Prospetto interno: SUB TUUM PRAESIDIUM [invocaz. a Madonna di Trapani] S.ALBERTUS S.IVUS V. [Utriusque] I. [Iuris] D. [Doctor] Julianus italianizzato IVONO / IVONE : lettura storpiata da caratteri di scrittura latina capitale con abbreviazione: .VS Di santo Iuono primo protettore di Trapani. Era innanzi la venuta di questa dignissima imagine [la statua di Nino Pisano] il proprio e particolar avvocato di questa città santo Iuono. Ma poi, per cagione di questa figura, ne fu eziandio insieme con esso lui la Beatissima V. Maria che è da quella rappresentata. Laonde la imagine di tal santo fu nella chiesa portata [cappella dedicata]che alla detta divotissima figura […] è stata fabricata. Pugnatore in Historia di Trapani, p.terza c.XXI, nel 1595 Madonna di Trapani patrona della città dopo la costruzione della sua cappella al santuario nel 1468.
  • 25. TRAPANI : Natale Masuccio, 1613, indica chiesa con strada San Giuliano Dopo aggregazioni di chiese tra 1555-1605, le Costituzioni della Confraternita di san Giuliano de disciplina,1622 e 1753 obbligavano immagini e preghiere alla Madonna della Nuova Luce e a san Giuliano nostro protettore, ad iniziativa del capitano fra marinai della marina piccola in viaggio o in porto. Isola XXXXX Nominata di San Giulianello in contrada del Piano di S.Pietro, in Numerazione delle Case della città di Trapani, da Atti del Senato carpetta 19,sec.XVIII, anche quando era prevalsa la chiesa normanna del SS.Salvatore ( Trasfigurazione ) dal 1387 intitolata San Pietro.
  • 26. TRAPANI Chiesa dell’Annunziata, primo incavo a sx Olio su tela: Madonna in gloria tra angeli santi Alberto, Ivo, Giovanni Ev., Luigi Rabatà ai piedi la città Attribuzioni diverse: G.M.Di Ferro (1772-1836): G. Arnino (1579); M.A.Spadaro: G.La Francesca (1743); G.Di Giovanni: D.La Bruna (1734) difforme da opera per chiesa della Nuova Luce. Ivo, posto dietro S.Alberto, perché due patroni, veste da gesuita, orante come Beato Rabatà. L’opera fu portata nella chiesa rinnovata 1760
  • 27. TRAPANI :Palazzo del Senato 1705 1698 Giacomo Cavaretta offre 2.000 scudi 1702 Giuseppe Nolfo (1654-1725 c.) statue sommitali: Madonna, S.Alberto, S.Giovanni Battista Disegno di Paolo Rizzo (sec.XVIII): Di segno di Rocco Mazzaresi da G.M.Di Ferro 1825: a destra della Madonna: Santo con croce? a destra della Madonna: S.Giovanni Battista
  • 28. Pugnatore, 1595, e Carvini, 1687, notavano antica conformazione del territorio: insenature a forma di due archi, dove il litorale, da ponente (Scapuccini ) alla cava Petra Palazzo fino alla punta ed oltre, dall’antichità era indicato san Giuliano, con torre che segnava confine con il Monte, alle cui falde (ora sotto Cittadella della salute) rocce e scogli. T R A P A N I - M O N T E: territorio a tramontana (Territorio della città del Monte ,Archivio BCE)
  • 29. san Giuliano a la Punta Da sempre confine tra le due città, con torre: nel 1416 una tonnara e chiesa san Giuliano; beneficio regio nel 1430, dove era abate Leonardus de Michilecto; nel 1698 Alberto Orlando consegna tre statue di pietra stucchiate, Immacolata, San Carlo, San Giuliano
  • 30. Alla fine del XVI sec. i due archi ridotti formavano il Lago d’acqua per li salini poste sul versante a mezzogiorno Dal ponte iniziava la via che, diramandosi, a destra conduceva all’Annunziata ed a sinistra al convento dei Paolotti già ecclesia sancti Placidi a Zachalanzir / Racanzili : la chiesa, ampliata in convento nel 1576, conservava fino al 1671 molte pietre scritte.
  • 31. T R A P A N I : salina della chiesa san Giuliano nell’isola proprietà Abbrignano (Anonimo XVIII sec.) Ecclesia sancti Juliani de insula in terra Trapani, in uno degli isolotti attorno al porto naturale negli anni 1373-1374 pagava alla Sede Apostolica Romana una somma modesta, tar.1 gr.12 e ½. Nel 1430 era beneficio del prete Johannes de Ramundo che integrava il reddito in ecclesia sancta Maria de Custunachi, titolo sovrapposto a quella antichissima Omnium sanctorum/Tutti i Santi. Dal 1550 le saline dell’odierna località isulidda, almeno fino al 1719, appartenevano alla nobile famiglia Abbrignano che abitava nella rua nuova e che deteneva il titolo di san Giuliano.
  • 32. Dal litorale San Giuliano al Monte da epoca remota si celebrava al 22 maggio Julianus, come a Cartagine dal martirio del 259 Nell’acropoli sorgeva la prima chiesa a Julianus Martyr a Cartagine nel 259 e.v.: culto importato dalla vicina Drepana dove gli erano intitolate tre chiese
  • 33. ERICE città fortilizio Il tempio-fortilizio era stato trasformato in epoca romana e medievale. Edrisi (1100-1166) geografo arabo scriveva: […] montagna enorme, di supeba cima e di alti pinnacoli, difendevole […] Havvi una fortezza che non si custodisce, né alcuno vi bada […] E Ibn Gubayr (1145-1217) geografo arabo: […] I Rumi (cristiani) occupano su questa fortezza un picco riunito alla montagna da un ponte e posseggono una città considerevole sulla stessa montagna. Si dice che le donne di questo paese siano le più belle dell’isola: che Dio le faccia diventare schiave dei musulmani! Si chiama Gebel Hamid e non è accessibile che da un lato solo. […] i cristiani non vi lasciano salire i musulmani.
  • 34. ERICE: Chiesa San Giuliano ampliata 1612-1615 con stucchi di Pietro dell’Orto del 1794 iconografia, attestata già da Antonio Cordici per chiesa primitiva: città inespugnabile e fuga dei saraceni [romanizzati]
  • 35. ERICE inespugnabile, acquisita dai Normanni Solo nei diplomi normanni la città è Mons sancti Juliani, ma Antonio Cordici (1586-1666), primo storico, seguito dagli altri, titolava la sua opera: La Istoria della città del Monte Erice oggi detta Monte di san Giuliano antichissima città del regno di Sicilia. E Rocco Pirri (1567-1670) nel 1638: La città, cambiato il primitivo nome, Monte di Trapani dal volgo chiamata […]Monte di san Giuliano dall’anno 1090 perché (come attesta la memoria ericina) quando era assediata duramente dai Saraceni, all’improvviso sulle mura fu visto san Giuliano [ …] in armi, dalla cui imponenza i nemici atterriti in parte furono messi in fuga ed in parte furono trovati morti […]: per questo prodigio la città da allora prese dal santo denominazione e insegne. Nel 1687 ancora Vito Carvini: Ed è da tenersi per certo fra tante dubiezze [sulla conquista normanna] che in Erice si ha per indubitata ed immemorabile traditione che il suo adorato Giuliano quell’istesso sia che Milite da alcuni scrittori s’appella ed Ospitatore da altri ed il medesimo che liberò un tempo la città nostra dalla saracena barbarie con l’insolita e miracolosa comparsa. Nello stesso anno Girolamo Spalla: Bisogna ritenere che san Giuliano fosse l’identico invocato dal Conte Giordano perché gli fosse d’aiuto, in quanto avesse sottratto dalle mani dei Saraceni ed avesse dedicato a Cristo questa città di Erice.
  • 36. Pugnatore nel 1595 scriveva: i trapanesi indicavano gli ericini, per dizione tuttora parlata ‘U Munti e designata nell’antica c Pugnatore, 1595, scriveva: . [i trapanesi] non bastarono mai a contenersi di chiamar gli ericini, come fanno, gente del Monte di Trapani, con tutto che eglino incominciassero infin sotto a’ Normanni a far chiamar la loro città Monte di santo Giuliano, per cagione d’una miracolosa diffesa che essi per publica fama dicono aver in una guerra incontr’a’Sarraceni avuto da lui.
  • 37. ERICE: Chiesa san Giuliano primaziale prima del 1308 quando S.Maria è archipresbiteratus, su S.Cataldo, S.Antonio, S. Martino e fuori porta S.Oliva, S.Bartolomeo, suburbane S.Maria Maddalena, S.Ippolito, S.Matteo, tra 1297-1339, oltre Ospedale S.Caterina La chiesa san Giuliano accoglieva assemblee dei cittadini, anche degli ebrei, almeno fino al XIII sec. La chiesa San Martino divenne Confraternita di famiglie, come chiese sant’Orsola e san Giovanni; chiesa san Cataldo ospitò dal 1435 assemblee di cittadini, chiesa Santa Maria, ampliata 1339 dentro le mura e detta Matrice, agli inizi del XV sec. arcipr. Bernardo Millitari.
  • 38. Chiesa san Giuliano ampliata 1612-1615 con campanile del 1770: alla ricerca dell’identità del santo Antonio Cordici nel libro III di Istoria della città del Monte Erice scopre “schema narrativo” di conquista normanna redatto dal nobile ericino-trapanese Antonio Del Bosco nel 1581, senza riscontro nel cronista Malaterra: “schema narrativo” per fama appellava Milite e Ospitatore, dopo parricidio-matricidio, con falcone e mano nera. Altri appoggiarono lo “schema narrativo” e ricercarono identità del santo e reliquie per la chiesa ampliata. Rimase il titolo Martire sostenuto da tutti per la celebrazione del 22 maggio e difeso nel 1687 da Gerolamo Spalla
  • 39. PRIVILEGIORUM ET GRATIARUM ALIORUMQUE DIVERSORUM ACTORUM EXCELSAE CIVITATIS MONTIS SANCTI JULIANI LIBER, Ms 1 BCE 1604, identica fattura del frontespizio – iconografia deI Milite e Ospitatore: mano protesa sulla città S.IULIANUS PROTECTOR EXCELSAE URBIS ERYCINAE nel foglio precedente S.ALBERTUS SICULUS ERYCINUS e patronus nel 1642.
  • 40. Matteo Gebbia (+1697) in Vito Carvini, Erice antica e moderna, Ms. 8 BCE Pianta del territorio della città di Monte San Giuliano Stemma con svolazzi e denominazione della città a sinistra S.Julianus, con spada, falcone e libro, a destra S.Albertus, con croce e libro
  • 41. ERICE Centro Sales ex Monastero S.Teresa Tela da restaurare Giuliano è Milite, aureolato, in ginocchio, vestito alla romana con mantello rosso, circondato da angeli volteggianti, su sfondo luce divina: a destra porgono spada, a sinistra elmo, chi lo incorona regge palma (di Martire). Richiama opera Domenico La Bruna (1734) Apoteosi di S.Giuliano, travolta da macerie belliche nel 1943, descritta nel 1927: tra nubi ed angeli, guerriero romano, spada e falcone tenuti da angeli, mantello rosso, palma in mano destra, sinistra protesa su Monte Erice lontano, in ginocchio a capo scoperto, a lato, Giordano normanno tra Torri e Porta
  • 42. ERICE chiesa San Giuliano Pietro Orlando fine sec.XVII statua in legno sostituiva statua in legno vista da Cordici nella piccola chiesa antica Ormai si imponevano leggenda ed iconografia del Milite e Ospitatore: guerriero, elmo, falcone in mano nera, anche se rimanevano manto rosso e festa del Martire al 22 maggio
  • 43. CUSTUNACI: santuario Tavola inizi sec.XVI più volte rimodellata in Tribuna policroma legni/marmi sec.XVIII Immacolata, marmorea, ignoto XVII sec., ricollocata Pietro Calamela, statue lignee: santi Patroni della città Monte san Giuliano Alberto e Giuliano, 1752 con Sapienza e Abbondanza, 1756 Dal 1422 il culto alla Madonna di Custunaci mutava chiesa Tutti i Santi a Linciasella in santuario trasferito nel 1577 sulla collina dentro fortezza a difesa dai pirati. 1627 fabbrica di abside e cappellone: Immacolata interpreta predella del quadro, per Madonna di Custunaci - Patrona 1630 con Alberto patrono dal 1642 Giuliano sempre patrono
  • 44. CUSTUNACI: san Giuliano, Patrono della città del Monte e del territorio 1752 statua lignea iconografia da chiesa san Giuliano 1612-1615 città del Monte santuario, cappellone del 1627: ai lati dell’Immacolata del XVII sec. lunetta nelle pareti parete sx san Giuliano (qui), parete dx sant’Aberto iconografia da stemma della città del Monte
  • 45. MALTA : SAN GIULIANO : DIFFUSIONE DEL CULTO Altri marinai portarono in un villaggio di Malta da Cartagine la memoria del Martire: dell’antichità della chiesa non esistono tracce , resta al centro della cittadina e qui sullo sfondo; in riva al mare su altissimo piedistallo, la rappresentazione in gesso. Giovane in tunica corta e mantello accennato, destra alzata impugna croce, sinistra a guinzaglio levriero.
  • 46. SAN GIULIANO in Sicilia A parte diffusissima leggenda dell’ Ospitatore, memoria di sei vescovi in Italia ed in Francia. Nell’antica diocesi di Lucca (ora prov. Pisa) resta la cittadina San Giuliano Terme, divenuta parrocchia che non conserva immagine e la festa a settembre è dedicata alla Madonna: resta rudere la chiesaccia o San Giuliano al Monte con una chiesina e spelonca, memoria di eremita, beato, che accoglieva pellegrini. In Sicilia, 1308/1310: Caltagirone, Naro, Piazza Armerina, Terranova-Gela, Licata; sec. XVII: Caltanissetta, Racalmuto. Palermo chiesa dedicata a due Martiri di Alessandria; poi antico monastero accanto mura di ponente (teatro Massimo). Messina, 1332, centro città; 1604 immagine libresca di guerriero, spada e palma; 1663/1678 Martire; 1701 rappresentato vescovo: Martire portato da Trapani, per contatti prima e dopo passaggio privilegi nel 1315; venerato anche San Liberale; da normanni, greci affidati ad archimandrita; influssi spagnoli. Salemi, chiesa 1650, statua Ospitatore; Alcamo, centro, chiesa 1504, vescovo.
  • 47. CALATAFIMI sec. XV, chiesa San Giuliano Martire, sec.XVII, anonimo, tela Nell’antica chiesa, parrocchia nel 1619, Ospitatore patrono dei cacciatori: soldato romano, elmo, spada, falcone, angelo porge corona e palma angelo tiene cacciagione [?].
  • 48. Segni del Martire : palma Trapani: da ex chiesa Madonna Nuova Luce : qui tra gambe; per La Bruna il Santo regge palma ERICE Centro Sales ex Monastero S.Teresa CALATAFIMI: chiesa san Giuliano Martire
  • 49. Segni del Martire : croce TRAPANI : croce ricrociata e nel pugno sx chiuso croce nel sommitale del Portale MALTA : croce innalzata
  • 50. Segni del Martire : libro [Evangeli] ERICE: CUSTUNACI: Stemma: svolazzi e denominazione della città Cappellone 1627: Immacolata 1627 sec.XVII due lunette in pareti: santi patroni a sinistra S.Julianus, con spada, falcone e libro, Qui da parete sx san Giuliano con spada e libro a destra S.Albertus, con croce e libro
  • 51. A Trapani non resta memoria della venerazione e della festa, neppure liturgica, tranne l’iconografia. Così in Africa e a Cartagine, dopo le distruzioni dei Vandali nelle fiorenti Chiese della costa mediterranea. Resta memoria nella toponomastica e nella denominazione MONTE SAN GIULIANO assunta dall’antica Erice. Fra le due sponde l’antico culto della dea del Monte, con duplice volo di colombe a segnare ‘a stacuni e ‘u mmernu, ώ 23 aprile e ώ 25 ottobre, continuava con la memoria di San Giuliano, da cui nasceva la chiesa di Trapani, cristianità fra Africa e Roma: legame mai smentito, infranto solo dall’oblio e da guerre fra popoli affratellati da vicinanza fisica e culturale. Toponomastica ed iconografia sono testimoni di storia del paesaggio perché coinvolgono le origini e il presente.
  • 52. Passione dei santi Martiri Montano, Lucio, Flaviano, GIULIANO ed altri d’Africa l’anno di Cristo 259/260 Anche in mezzo a voi, o fratelli dilettissimi, ci è sorta una lotta ed ormai ai servi di Dio ed ai suoi consacrati al suo Cristo non rimane altro che pensare alla moltitudine dei fratelli. L’amore e il dovere ci spinge a questa lettera per lasciare ai fratelli che verranno una fedele testimonianza *…+ Ora avendo Montano avuto qualche diverbio con GIULIANO per quella donna che si era insinuata nella nostra comunione e non comunicava, e continuando anche dopo la correzione, nella medesima freddezza della discordia, la notte stessa Montano ebbe questa visione. Mi parve - diss’egli – che fossero venuti a prenderci i centurioni *…+ giungiamo in un luogo candido dove le nostre vesti diventano bianche *…+ dentro il mio petto vidi delle sozzure e mi destai *…+ Luciano mi viene incontro, gli riferisco la visione e gli dico “Sai tu il perché di quelle sozzure? Questo, ch’io tosto non m’accordai con Giuliano” E in ciò dire mi sveglio. Per la qual cosa, o fratelli dilettissimi, conserviamo la pace, la concordia con ogni impegno *…+ Vi auguriamo buona salute. Queste cose le avevano scritte tutte insieme dal carcere. Ma perché era necessario che una narrazione più estesa abbracciasse tutti gli atti dei beati MARTIRI, *…+ facciamo seguir qui le altre cose importanti a sapersi. Essi, dopo aver sopportato per più mesi le pene del carcere e lungamente patito la fame e la sete, vengono una volta tratti dalla segreta e presentati al pretorio del Preside. *…+ Contro gli altri, cioè contro Lucio, Montano, GIULIANO, Vittorico, si pronunziò la sentenza e Flaviano fu ricondotto in carcere. *…+ Gli altri, intanto, erano condotti al luogo del sacrifizio. Da ogni parte concorrono gli infedeli e i fratelli *…+ Anche GIULIANO e Vittorico, insinuata lungamente la pace ai fratelli e raccomandati tutti ai chierici, massime quelli che avevano patito la fame del carcere, con gaudio e senza paura erano venuti al luogo della passione *…+ O gloriosi esempi dei Martiri! O illustri prove dei testimoni di Dio! Meritamente siete tramandate alla memoria dei posteri, perché, siccome desumiamo gli esempi dalle antiche Scritture, quando ci addottriniamo, così abbiamo da imparare qualche cosa anche dalle nuove.