2. Gianvittore Vaccari
Amministratore Unico
MODELLO REGIONALE SISTEMA ACQUEDOTTI: strategia, attuazione, efficacia, sviluppi
VENETO ACQUE S.p.A.
Società soggetta a direzione e coordinamento della Regione Veneto
Socio Unico Regione Veneto
4. Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto
La Giunta Regionale del Veneto, con deliberazione n. 1688 del 16.6.2000, ha approvato il Modello
strutturale degli acquedotti del Veneto, previsto dall’art. 14 della L.R. 5/1998, al fine di coordinare le
azioni delle otto Autorità d’ambito istituite con la legge medesima.
Tale elaborato, adottato dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 83 CR del 07.09.1999, ha
acquisito i pareri favorevoli della VII Commissione consiliare regionale, delle Autorità di Bacino
nazionali dei fiumi dell’Alto Adriatico, del fiume Adige e del fiume Po, e del Magistrato alle Acque.
Il Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto (MO.S.A.V) individua gli schemi di
massima delle principali strutture acquedottistiche necessarie ad assicurare il corretto
approvvigionamento idropotabile nell’intero territorio regionale, nonché i criteri e i metodi
per la salvaguardia delle risorse idriche, la protezione e la ricarica delle falde.
Il dettato della legge in questione offre la grande occasione di razionalizzare i sistemi idro-sanitari
(acquedotti e depurazioni) veneti con chiari obiettivi di funzionalità e di economia, ma anche di
sicurezza dei relativi servizi.
5. Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto
• L’obiettivo prioritario del Modello è la rimozione degli inconvenienti causati
dall’eccessiva frammentazione delle attuali strutture acquedottistiche,
mediante l’accorpamento massiccio dei piccoli e medi acquedotti, così da
ridurre le attuali fonti di approvvigionamento con un risparmio di risorse
idropotabili non inferiore al 15%.
• Altro obiettivo fondamentale è quello dell’interconnessione delle grandi e
medie condotte di adduzione esistenti. Con questa operazione il sistema
acquedottistico veneto diventerà di tipo reticolare, migliorando
sensibilmente l’affidabilità del servizio.
7. Modello Strutturale degli Acquedotti del Veneto
Il MOSAV recepisce a pieno questo principio con la creazione di un macrosistema che connette le
fonti con i centri di consumo ed incorpora i dispositivi di accumulazione idrica necessari, sia per la
regolazione dei flussi, sia come riserva per l’emergenza.
Trattasi in sostanza di un sistema reticolare munito di capacità di invaso.
In pratica la reticolazione del sistema adduttivo garantirà ai cittadini la sicura disponibilità di acqua
potabile, nonché il suo riutilizzo dopo l’uso.
Il Modello Strutturale individua tre grandi schemi idrici di interesse regionale:
• lo schema del “Veneto Centrale”;
• il segmento “Acquedotto del Garda”;
• il segmento “Acquedotto pedemontano”.
I tre schemi sono tra loro interconnessi lungo le rispettive frontiere.
9. Schema Acquedottistico del Veneto Centrale (S.A.VE.C.)
Una particolare applicazione del Modello strutturale è stata attuata per la zona del Veneto Centrale
comprendente principalmente le province di Vicenza, Padova, Venezia e Rovigo e rappresenta nel
contesto generale del MoSAV, lo Schema Acquedottistico del Veneto Centrale (S.A.VE.C).
Lo schema acquedottistico del Veneto Centrale percorre un’area molto vasta interna alle
Provincie di Venezia, Padova, Rovigo e Vicenza, ed ha l’obiettivo di servire un bacino di
utenti pari a circa 600.000 abitanti che attualmente si approvvigionano dal Po e dall’Adige, con
costi di potabilizzazione elevati e con qualità dell’acqua da distribuire relativamente bassa.
Tra le soluzioni prospettate è stato scelto lo schema che prevede l’interconnessione degli
acquedotti alimentati dalle falde del medio Brenta, dalle acque superficiali del Sile, dalle acque
superficiali dell’Adige e del Po in un unico schema che massimizzi l’utilizzo delle acque di falda
pedemontana, di produzione più economica e di migliore qualità.
10. Schema acquedottistico del Veneto centrale
(SAVEC): L’OPERA
DATI
RETE CONDOTTE: 150 km DIAMETRI: DN800/DN1200
INVESTIMENTO DI € 170 ML DI CUI € 100 ML DI CONTRIBUTO
CENTRALI INTERCONNESSE
- CAMAZZOLE (ETRA-ACQUEVENETE)
- VILLA AUGUSTA (ETRA)
- GAZZERA (VERITAS)
- SAONARA (ETRA)
- ARZERGRANDE (ACEGASAPSAMGA)
- CAVARZERE (ACQUEVENETE)
- BOSCOCHIARO (ACQUEVENETE/ACEGASAPSAMGA)
- CAVANELLA (VERITAS)
- CA DIEDO (ACQUEVENETE)
- CHIOGGIA (VERITAS)
11. Lo Schema Acquedottistico SAVEC contribuirà quindi al miglioramento
della gestione del sistema idrico potabile grazie all’interconnessione
degli acquedotti principali esistenti nell’area del Veneto centrale in un
unico schema che massimizzi l’utilizzo delle acque di falda
pedemontana, di produzione più economica e di migliore qualità,
riducendo gradualmente l’utilizzo della risorse idriche derivanti dai
grandi corsi d’acqua come il Fiume Adige, caratterizzato da costi di
potabilizzazione elevati e qualità dell’acqua distribuita qualitativamente
inferiore a quella pedemontana, cioè di falda.
14. Progettazione e realizzazione della condotta DN500/DN1000 di
collegamento tra i nodi idraulici di Montecchio Maggiore (VI),
Brendola (VI) e Lonigo (VI), nell’ambito degli interventi
interventi emergenziali per la sostituzione delle risorse idropotabili
contaminate da PFAS;
DATI
RETE CONDOTTE: 19 km DIAMETRI: DN500/DN1000
INVESTIMENTO DI € 17,3 ML
FINANZIATO INTERAMENTE DAL COMMISSARIO DELEGATO
15. Progettazione e realizzazione della condotta DN1000 di collegamento
tra i nodi idraulici di Piazzola sul Brenta (PD) e Brendola (VI), parte
nell’ambito degli interventi emergenziali del Commissario delegato e
parte negli interventi prioritari non emergenziali per la sostituzione
delle risorse idropotabili contaminate da PFAS;
DATI
RETE CONDOTTE: 34 km DIAMETRI: DN1000
INVESTIMENTO DI € 50 ML
DI CUI € 1,5 ML CONTRIBUTO DELLA REGIONE VENETO
€ 4,3 ML CONTRIBUTO DEL COMMISSARIO DELEGATO
TRATTA SUDDIVISA IN N. 3 STRALCI FUNZIONALI
- BRENDOLA-VICENZA OVEST (intervento inserito nel Piano
emergenziale del Commissario Delegato);
- VICENZA OVEST-VICENZA EST (in fase di progettazione);
- VICENZA EST-PIAZZOLA SUL BRENTA (in fase di progettazione)
17. 1. Veneto Acque s.p.a. proseguirà la propria mission di garantire ai cittadini piena e sicura disponibilità di un
bene indispensabile quale l’acqua potabile.
2. pianificazione acquedottistica avanzata: operare su vaste scale territoriali con l’obiettivo di passare dalla
tecnica classica dell’acquedotto “ad albero” a quella dell’acquedotto “a rete”.
3. la gestione unitaria degli acquedotti, delle fognature e degli impianti di depurazione corrispettivi,
considerandoli momenti successivi di un unico percorso di uso dell’acqua, percorso chiamato appunto “ciclo
integrale dell’acqua”, a completamento dell’attuale concetto di sistema idrico integrato.
20. CONCLUSIONI
• Il MoSAV è ancora attuale ed ha dimostrato essere stata una pianificazione strategica
lungimirante.
• Il MoSAV contribuirà ad un risparmio delle risorse idropotabili ora impegnate: un
importante passo verso un mondo più eco-sostenibile.
• La pianificazione deve svilupparsi sui due assi «verticale istituzionale» (Regione –
Autorità d’Ambito – Gestore SII) e «orizzontale gestionale» (Gestori SII), secondo un
percorso chiamato “ciclo integrale dell’acqua” secondo la nuova impostazione delle
Direttive europee.
• Grazie per attenzione e contributi sul tema
Gianvittore Vaccari
Amministratore Unico – Veneto Acque S.p.A.