10. • hanno un numero ristretto di canali
• tutti ricevono, ma pochissimi emettono
• ogni canale è limitato in tempo/spazio
• i contenuti sono selezionati all’origine
• il flusso di contenuti è a senso unico
• l’espansione geografica è limitata
• ogni emittente è in competizione con altre
11. • ha un numero infinito di “canali”
• tutti possono fare tutto
• non ci sono limiti di tempo o spazio
• tutti i contenuti sono pubblicati
• i contenuti sono modificabili nel tempo
• ogni informazione è visibile ovunque
• i contenuti sono spesso collegati tra loro
12. • un canale per ogni persona
• i contenuti sono organizzati per persona
• l’unità di misura è il singolo contenuto
• ogni contenuto è un punto di partenza
• un blog vale poco, la comunità è forte
• piccoli numeri, grandi opportunità
63. • la tecnologia abilita le persone a esprimersi
• tutti possono fare tutto, tutti sono abilitati
• tutto è pubblicato, il filtro è a posteriori
• la rete vive di relazioni
• mappa della società, sistema operativo
• dimensione globale
riassumendo…
64. • dalla linearità al caos creativo
• dalla gerarchia all’auto-organizzazione
• dalla qualità alla pertinenza
• dalla Verità alle verità
• dall’indirizzo comunitario alla
responsabilizzazione del singolo
• ogni nodo può immettere innovazione
un nuovo paradigma…
Vorrei proporvi un’astrazione. Quest’immagine potrebbe benissimo rappresentare questa sala, oggi, analizzata sotto forma di rete sociale. Ok, in realtà l’immagine si riferisce a un esperimento australiano, è il cuore di una comunità online di cittadini australiani, è solo un esempio. I pallini siamo noi, il groviglio di fili sono le relazioni tra di noi. Potremmo sembrare apparentemente estranei l’uno all’altro, in realtà tra molti di noi esistono relazioni più o meno intense. Per esempio... Ma queste relazioni e questa rete sociale non sono visibili se non in minima parte e solo alle persone che ne sono coinvolte. Magari quest’immagine vi inquieta, ne ho altre…
Questa, per esempio, è la rete sociale di Gesù Cristo, così come emerge (almeno secondo qualche studioso americano) dal Nuovo Testamento. Gesù è un ottimo esempio di hub, e d’altra parte non potrebbe essere altrimenti, ovvero di nodo in grado di connettere tra loro molti altri nodi. Un connettore di persone, insomma, un facilitatore di relazioni. Questo esempio non aggiunge molto a quello che già sappiamo riguardo alla vita di Cristo, perché è solo una visualizzazione differente di un universo chiuso, noto, condiviso di informazioni. Vi faccio un altro esempio, in tutt’altro contesto.
Il New York Times ha costruito questa rappresentazione sotto forma di grafo sociale sulla base di cronache ormai consegnate alla storia, è un esercizio divulgativo. Ma pensate alla nostra realtà di tutti i giorni, quella in divenire, che esploriamo minuto per minuto senza sapere che cosa ci aspetta. Torniamo a questa sala, per esempio: questa sala trasuda relazioni e informazioni che nella maggior parte dei casi sono disperse, inconoscibili, ignote, anche nei casi in cui un dominio pubblico potrebbe aggiungere valore ai presenti. Bene, quello che ci serve è un sistema operativo per le relazioni.
Diventano nodo attivi di una rete per l’esplorazione della conoscenza
L’impatto sull’informazione lo vediamo tutti i giorni
scadenza come necessità di produzione, adeguamento ai vincoli di distribuzione (“chiusura”, “deadline”)
sul web produzione e distribuzione coincidono
“cucina” diventa visibile
Il prodotto giornalistico è stato finora una sorta di palcoscenico: per decenni i giornalisti hanno vissuto in funzione di un momento in cui il loro lavoro veniva rappresentato su un palcoscenico mediatico. Dietro a quel prodotto finito ci sono contatti, discussioni e negoziazioni, ma nel momento in cui si va in scena restano dietro le quinte: da quel momento in poi ci sarà soltanto un racconto consolidato della realtà e la sua condivisione con un pubblico. Dentro la Rete il palcoscenico sparisce o quanto meno viene ridotto nelle dimensioni e abbassato al livello della platea.La gente non sta più soltanto seduta sulle poltroncine, ma è dappertutto, nei camerini, ai margini del palco, negli angusti passaggi della macchina da scena. I movimenti degli addetti ai lavori dietro le quinte entrano a far parte della rappresentazione, assumono una rilevanza che, se non è propriamente parte dello spettacolo, contribuisce comunque alla decodifica e alla comprensione di ciò che avviene in scena. Oggi non sappiamo necessariamente più notizie e più certe riguardo a ciò che accade nel mondo, ma possiamo dire di conoscere molto meglio il contesto e gli attori attorno a cui il racconto della realtà si forma.
Times extra 2008-2009
Un altro aspetto su cui dovremmo riflettere è la disgregazione della testata
non il giornale/prodotto, ma la capacità del giornale di fare ordine e mettere in relazione i fatti
non alternativa, ma simbiosi con filtro collettivo
punto di ingresso non è necessariamente la home page
frammenti a disposizione di percorsi soggettivi
se salta il lavoro di sistematizzazione e gerarchia
chi compone la griglia di interpretazione della realtà?
facilitazione di percorsi individuali
da giustificazione ontologica ad attributo
continuous news desk (14 redattori)
desk con web producer
multimedialità spinta
spazio allo sviluppo tecnologico
neutralità della piattaforma
grazie al web esce dai confini inglesi
integrazione dal 2008: carta, web e Observer
specializzazione nella condivisione
desk di attualità coordina la vita delle notizie
7 studi di registrazione, 24 postazioni di editing audio/video
continuous news desk dal 2000 ca.
dal 2008 (Murdoch): desk unificati per settore
redazioni “agnostiche”
desk centrale WSJ
ufficio centrale di attualità Dow Jones
Carta: 20% di sintesi attualità, 80% originale
<2008: redazione web esterna
continuous news desk come raccordo
>2008: integrazione
oggi: unico responsabile per ogni notizia
ogni desk cura i suoi progetti web
un desk specifico per aggiornamento di base del sito web
nuovo sistema editoriale nel 2010
giornalisti, grafici, sviluppatori e marketing lavorano a stretto contatto, per settore
programmatori come co-autori della notizia
open space organizzato a petali
ogni desk gestisce i suoi spazi di interazione nei social media
La Repubblica, processo di integrazione in corso dal 2007
Corriere della Sera, buone intenzioni dal 2009
Condé Nast, nuova impostazione come unica possibilità di salvezza dalla crisi
Nuove specializzazioni, social media editor
Jennifer preston, nytimes
facilitare incontro tra notizie e lettori
portare le notizie là dove sono i lettori
contatto diretto, non filtrato
rendere conto delle scelte editoriali
redattori della socialità
specializzazione a due vie, tra redazione e rete
commistione tra vita personale e professionale