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Mais de Sebastiano Valentino Cuffari(20)

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Il Fascismo

  1. L’Italia e l’avvento del Fascismo
  2. La crisi Inflazione altissima Debito pubblico alto Svalutazione della moneta
  3. Chi colpisce? Quale reazione?
  4. piccola borghesia salariata (impiegati) braccianti salariati Lavoratori salariati 1 2 3
  5. Altre questioni aperte gestione dei reduci - generazione abituata a condizioni di anormalità e di violenza vittoria mutilata - 1919, D'Annunzio con dei legionari occupa Fiume fino al 1920
  6. 1892: partito socialista, leader ne è Turati - classista 1919: partito popolare (cattolico), fondato da don Luigi Sturzo - interclassista 1921: partito comunista, fondato tra gli altri da Gramsci 1861: partito liberale NONÈ UN PARTITO DI MASSA Partiti italiani
  7. 1919: Movimento dei fasci di combattimento, fondati da Benito Mussolini, già direttore de L'Avanti, poi fondatore de Il popolo d'Italia Nascita del Fascismo
  8. Direttore del Avanti 1914 - favorevole all'ingresso in guerra. Prima spiegazione: la partecipazione alla guerra causerà una situazione di caos soociale tale da favorire la rivoluzione Seconda spiegazione: convinto dagli agenti segreti francesi a spingere per l'ingresso in guerra. Espulso dal partito socialista, fonderà il Popolo d'Italia. Benito Mussolini
  9. Il programma dei Fasci di combattimento Repubblicano Giornata lavorativa di 8 ore Innalzamento degli stipendi anticlericale e anticattolico nazionalista uso della violenza antidemocratico Mescola idee di sinistra, anche di estrema sinistra, con le posizioni nazionaliste.
  10. In Italia si ha le sensazione che da un momento all'altro possa scoppiare una rivoluzione comunista sul modello di quella russa. Manifestazione e rivolte di braccianti agricoli, scioperi e occupazioni nelle fabbriche. A Torino nasce un soviet. Giolitti, tornando presidente del consiglio, concede riduzione della giornata di lavoro e costringe i proprietari ad adeguamenti degli stipendi. La grande borghesia si sposta verso il movimento fascista; si sposta verso il fascismo anche la piccola borghesia. Biennio rosso (1919 - 1920)
  11. Il Fascismo in parlamento 1919, elezioni: la maggioranza relativa è del partito socialista. 01 1921, Giolitti fa un'alleanza con Mussolini prima delle elezioni per portare i fascisti dalla propria parte 03 i fascisti prendono 35 parlamenta ri 04 l partito liberale governa, insieme al partito popolare e insieme ai nazionalisti 02
  12. La presa del potere 22 ottobre 1922: adunata fascista a Napoli 27 ottobre 1922 - marcia su Roma presidente del consiglio Facta presenta la richiesta di stato di assedio, non accettata da Vittorio Emanuele III 1 2 3
  13. Il Fascismo al potere 30 ottobre 1922 - nomina di Mussolini a presidente del consiglio 16 novembre, insediamento del governo 4 5
  14. Primi provvedim enti nuova legge elettorale (chi otterrà il 25% prenderà il 75%) Legalizzazione della milizia
  15. Dalla democrazia alla dittatura fascista Rapimento Matteotti (10 giugno 1924) Assunzione di responsabilità di Mussolini (3 gennaio 1925) Leggi fascistissime 1 2 3
  16. - Abolizione della libertà di stampa - Abolizione degli altri partiti politici - Lista unica alle elezioni, voto palese - al voto del 1934 la lista ottiene il 99,8% dei consesi. - Tribunale speciale condanna 15.000 oppositori politici, elargiti circa 30.000 anni di carcere. Fra le vittime abbiamo Amendola, Gobetti, i fratelli Rosselli, Gramsci - Aboliti i sindacati (abolito anche il diritto allo sciopero) - Impiegati pubblici vengono obbligati all'iscirzione al partito nazionale fascista, pena il licenziamento. - Gran Consiglio del Fascismo: assemblea ristretta a cui partecipano i gerarchi fascisti scelti da Mussolini - potere legislativo ed esecutivo Le leggi fascistissime
  17. Manifesto degli intellettua li fascisti
  18. Manifesto degli intellettua li antifascist i
  19. Un totalitarismo imperfetto
  20. Con il termine t. si indica il complesso degli elementi che definiscono i regimi totalitari in epoca contemporanea, differenziandoli sia da quelli democratici sia da quelli autoritari. Storicamente il concetto nasce con riferimento alle esperienze del fascismo italiano: in un articolo scritto da G. Amendola per Il Mondo (1923) si parla del fascismo come «sistema totalitario» in quanto «promessa del dominio assoluto e dello spadroneggiamento completo e incontrollato nel campo politico e amministrativo», mentre l’uso del sostantivo si fa risalire a L. Basso che nel 1925 lo applicava alla realtà del partito unico «interprete dell’unanime volere». Fu lo stesso Mussolini a rivendicare per il fascismo una precisa «volontà totalitaria», capovolgendo il senso dispregiativo del termine. Totalitarismo (Treccani)
  21. In seguito esso si è esteso a connotare in maniera indifferenziata sia il regime nazista, sia i vecchi e nuovi sistemi comunisti; nel linguaggio comune descrive, al di là dei diversi giudizi di valore, una forma politica caratterizzata da assenza di strutture e controlli parlamentari, dalla presenza di un partito unico, dalla soppressione delle garanzie di libertà e pluralismo proprie dello Stato di diritto. Totalitarismo (Treccani)
  22. Per il filosofo R. Aron l’elemento di novità del t. rispetto alle altre forme autarchiche del passato e del presente è dato dal carattere rivoluzionario del partito unico, mentre per un altro filone di pensiero il tratto di originalità del «nuovo» t. consiste nell’essere basato sugli strumenti della comunicazione tecnologica e di legittimazione di massa. L’economista F. von Hayek ne ha sottolineato gli aspetti distruttivi della libertà economica (The road to serfdom, 1944), come conseguenza della pianificazione centralizzata e dell’invadenza di una tecnostruttura burocratica su ogni dimensione della vita sociale; H. Arendt ha pubblicato una delle opere più importanti sull’argomento (The origins of totalitarianism, 1951), individuando nel terrore l’essenza distintiva di questo regime. Totalitarismo (Treccani)
  23. Le caratteristiche peculiari che delineano il modello totalitario sono: la preminenza del partito unico sullo Stato; un radicale antipluralismo politico e sociale; l’ideologia della «rivoluzione permanente» e del «nemico oggettivo» per tenere alta la mobilitazione del consenso di massa; l’impiego massiccio delle tecniche di comunicazione come strumenti di propaganda; l’uso sistematico del terrore come strumento di governo. In questo senso i regimi moderni di t. si differenziano dall’autoritarismo, nel quale sono presenti alcuni di questi elementi, ma non tutti insieme e con lo stesso grado di intensità. In partic., i regimi autoritari sono diversi dai regimi totalitari poiché ammettono limitate forme di pluralismo, sia sociale che politico, nella misura in cui risultino funzionali alle strategie di mantenimento delle riserve di sostegno e di controllo sociale. Totalitarismo (Treccani)
  24. Perché imperfetto? monarchia chiesa cattolica accanto al regime fascista abbiamo altre due istituzioni forti, ovvero:
  25. Politica estera Negli anni '20 il regime si mantiene vicino alla Francia e alla Gran Bretagna 01 Negli anni '30 politiche colonialiste 03 1934, la Germania tenta l' annessione dell'Austria, l'Italia schiera truppe al confine 04 Concordato del 1929 con la Chiesa cattolica e il Vaticano 02
  26. Politica estera Invasione dell'Etiopia nel 1935, Conquistata un anno dopo grazie alle armi chimiche (vietate) 05 Avviciname nto alla Germania di Hitler 07 Asse Roma Berlino (1936), e Patto di ferro del 1939 08 L'italia viene sanzionata economicante da parte della Società delle Nazioni 06
  27. Ultraliberista negli anni '20 1 Anni 30: politiche protezioniste 2 Nazionalizzazione delle aziende (IRI) 4 autarchia 3 Quota 90 5 Politica economica
  28. Pensione (INPS) 1 Indennità da infortunio (INAIL) 2 Bonifiche e colonizzazione 3 Politiche sociali
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