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LA SOCIETÁ INDUSTRIALE

La rivoluzione industriale introdusse dei cambiamenti, ma la prima fonte di guadagno rimase
ancora l’agricoltura. Per questo l’aristocrazia terriera mantenne intatta la sua ricchezza.
In questo periodo, nacque la nuova borghesia agraria che considerava la terra come un bene da
sfruttare il più possibile.


Nel mondo contadino:
               o piccoli proprietari terrieri (coltivavano e vendevano i loro prodotti)
               o contadini senza terra (lavoravano le terre dei signori)
Nelle città:
               o i contadini andarono a lavorare come operai
               o altri contadini andarono a lavorare come domestici
Le condizioni della classe operaia non erano cambiate e, spesso, per indicare questa classe sociale
si utilizzava il termine di proletariato (ricorda: G. Pelizza da Volpedo, Il Quarto stato).


Nelle città e nelle campagne persisteva la categoria degli artigiani.


Nacque anche una nuova èlite economica e sociale: la borghesia industriale, cioè banchieri e
imprenditori, che investivano i capitali nelle attività produttive.
Questa borghesia industriale:
                  o investiva i capitali
                  o matrimoni con la nobiltà per ottenerne il titolo
                  o nuova mentalità: il lavoro visto positivamente, senso del risparmio e dello sforzo
                      personale.
La borghesia industriale si divideva in media borghesia (intellettuali, avvocati, medici e ingegneri)
e piccola borghesia (artigiani, piccoli commercianti e impiegati).


La CONDIZIONE DEGLI OPERAI diede vita a proteste e rivendicazioni. Inizia, così, un dibattito sulla
giustizia sociale (o questione sociale).
I partiti socialisti erano i rappresentanti dei lavoratori in politica. Tanto che, nel 1864, fu
fondata     a    Londra       l’Associazione       internazionale        dei    lavoratori,     detta    PRIMA
INTERNAZIONALE. Poi, nel 1876, la Prima Internazionale fu sciolta per le polemiche e nel 1889
venne fondata a Parigi la SECONDA INTERNAZIONALE. Anche questa volta ci furono molte
discussioni, tanto che i partiti socialisti si divisero in:
           o massimalisti (che poi prenderanno il nome di comunisti): volevano raggiungere
                 l’obiettivo con la rivoluzione.
           o riformisti (che poi prenderanno il nome di socialisti o socialdemocratici):
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                   SOCIALISMO                     COMUNISMO                           SOCIALISTI UTOPICI
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                   chiedeva           maggiori                  QUINDI                             QUINDI
                   tutele e salari.               Tendenza        politica      che Tendenza       politica    che
                                                  chiedeva maggiori tutele e chiedeva maggiori tutele e
                                                  salari.                             salari.
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VOLEVANO?          sociale e una società sociale e una società più sociale e una società più
                   più giusta.                    giusta.                             giusta.
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COSA                                              proprietà privata, volevano Elaborarono            delle teorie
VOLEVANO?                                         eliminare la società borghese troppo irreali, dette utopie.
                                                  e il sistema capitalistico
COME               Volevano raggiungere i Volevano raggiungere i loro
VOLEVANO           loro obiettivi attraverso obiettivi         attraverso       una
RAGGIUNGERE l’intervento                  dello necessaria rivoluzione.
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                   poteva             eliminare
                   l’ingiustizia        sociale
                   attraverso             delle
                   riforme.
TEORIZZATORI                                      Più importante teorico Karl Uno dei teorici fu Robert
                                                  Marx                                Owen
Nascono anche altre tendenze politiche e sociali, come l’anarchia, che rifiutava qualsiasi
    forma di comando o governo e rivendicava la libertà. Secondo gli anarchici, era necessaria una
    rivoluzione spontanea, senza una guida.


    La chiesa cattolica stessa prende una posizione politica. I cattolici volevano sia la libertà sia la
    giustizia sociale. Nel 1891, Leone XIII pubblicò l’enciclica Rerum Novarum, che sosteneva la
    cooperazione e la proprietà privata.


    La democrazia era l’ideologia della piccola borghesia. Essi vennero chiamati radicali perché
    credevano che tutti avessero gli stessi diritti politici; perciò volevano il suffragio universale.
    Ma per poter votare bisognava essere istruiti, quindi i radicali volevano che lo Stato si
    occupasse dell’istruzione di tutte le persone. Oltre a ciò, lo Stato doveva impegnarsi per
    rendere le tasse equamente distribuite.


    Il liberalismo era seguito dalla borghesia ricca. L’idea fondamentale era la libertà sia in ambito
    economico (detto liberismo) sia politico. Secondo il liberalismo, ogni uomo nasce libero, ma la
    sua libertà finisce dove inizia quella degli altri. Lo Stato non si deve occupare delle questioni
    economiche e deve essere ben equilibrato nei suoi tre poteri: legislativo, esecutivo,
    giudiziario. I liberali erano a favore del suffragio censitario.


    La questione del voto, censitario o universale, toccava soprattutto le donne, che erano escluse
    dai seggi. Per questo motivo, nacquero gruppi di donne, femministe, che chiedevano gli stessi
    diritti degli uomini. Le prime femministe si chiamavano suffragette, perché volevano il
    suffragio universale.


Dal XIX (‘800) si formano anche i sindacati, cioè associazioni nate per difendere gli interessi dei
lavoratori che per protestare non lavoravano: sciopero.
Grazie ai sindacati i lavoratori si erano uniti e riuscirono a ottenere:
       o aumento dei salari
       o diminuzione dell’orario di lavoro.
                                                   Ma
Allo sciopero i capitalisti rispondevano con le serrate, cioè chiudevano le fabbriche e non facevano
lavorare nessuno.


A volte, per fermare le proteste lo Stato interveniva con la repressione violenta (Chicago, 1
maggio 1886).



                                      La società di massa
La società di massa è la nostra società, che si è formata durante la seconda rivoluzione industriale.


Produzione di prodotti in massa                       Urbanizzazione



Ciò ha portato ad un’uniformità nei comportamenti e nei costumi, siamo una massa e perciò
questa società è anche detta società dei consumi.

In passato due erano le opinioni sulla società di massa:
    1) Preoccupazione: la persona si annulla e diventa uguale alle altre
    2) Opportunità: c’è un miglioramento per tutti

Dal punto di vista culturale la società di massa è migliore, perché



Era necessario che le persone avessero                Attraverso l’istruzione lo Stato poteva
studiato e avessero anche competenze                  diffondere i valori
teoriche

La maggior scolarizzazione avveniva attraverso i mezzi di comunicazione di massa (mass media),
cioè la radio, il cinematografo, …
Il settore terziario divenne quello maggiormente sviluppato.


Nella società di massa si diffonde maggiormente la democrazia, perciò tra Ottocento e Novecento
si raggiunse il suffragio universale.




La democrazia e il suffragio universale portarono alla nascita dei partiti di massa o partiti di
militanti. Essi sono organizzazioni diffuse nello Stato, con una direzione centrale, che hanno
l’obiettivo di diffondere particolari ideali politici.
I primi partiti di massa furono i socialisti.

I rappresentanti dei partiti, una volta eletti sedevano in Parlamento:

                                            PARLAMENTO
                                            PARLAMENTO

                 SINISTRA                       CENTRO                   DESTRA

                Democratici                     Moderati             Conservatori




                                            PRESIDENTE


Nella società di massa gli Stati diventano molto aggressivi:
    1) Protezionismo
    2) Nuove colonie

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La società industriale

  • 1. LA SOCIETÁ INDUSTRIALE La rivoluzione industriale introdusse dei cambiamenti, ma la prima fonte di guadagno rimase ancora l’agricoltura. Per questo l’aristocrazia terriera mantenne intatta la sua ricchezza. In questo periodo, nacque la nuova borghesia agraria che considerava la terra come un bene da sfruttare il più possibile. Nel mondo contadino: o piccoli proprietari terrieri (coltivavano e vendevano i loro prodotti) o contadini senza terra (lavoravano le terre dei signori) Nelle città: o i contadini andarono a lavorare come operai o altri contadini andarono a lavorare come domestici Le condizioni della classe operaia non erano cambiate e, spesso, per indicare questa classe sociale si utilizzava il termine di proletariato (ricorda: G. Pelizza da Volpedo, Il Quarto stato). Nelle città e nelle campagne persisteva la categoria degli artigiani. Nacque anche una nuova èlite economica e sociale: la borghesia industriale, cioè banchieri e imprenditori, che investivano i capitali nelle attività produttive. Questa borghesia industriale: o investiva i capitali o matrimoni con la nobiltà per ottenerne il titolo o nuova mentalità: il lavoro visto positivamente, senso del risparmio e dello sforzo personale. La borghesia industriale si divideva in media borghesia (intellettuali, avvocati, medici e ingegneri) e piccola borghesia (artigiani, piccoli commercianti e impiegati). La CONDIZIONE DEGLI OPERAI diede vita a proteste e rivendicazioni. Inizia, così, un dibattito sulla giustizia sociale (o questione sociale).
  • 2. I partiti socialisti erano i rappresentanti dei lavoratori in politica. Tanto che, nel 1864, fu fondata a Londra l’Associazione internazionale dei lavoratori, detta PRIMA INTERNAZIONALE. Poi, nel 1876, la Prima Internazionale fu sciolta per le polemiche e nel 1889 venne fondata a Parigi la SECONDA INTERNAZIONALE. Anche questa volta ci furono molte discussioni, tanto che i partiti socialisti si divisero in: o massimalisti (che poi prenderanno il nome di comunisti): volevano raggiungere l’obiettivo con la rivoluzione. o riformisti (che poi prenderanno il nome di socialisti o socialdemocratici): volevano le riforme. SOCIALISMO COMUNISMO SOCIALISTI UTOPICI IDEE Tendenza politica che Erano socialisti “integralisti” Erano ancora dei socialisti chiedeva maggiori QUINDI QUINDI tutele e salari. Tendenza politica che Tendenza politica che chiedeva maggiori tutele e chiedeva maggiori tutele e salari. salari. COSA Volevano l’uguaglianza Volevano l’uguaglianza Volevano l’uguaglianza VOLEVANO? sociale e una società sociale e una società più sociale e una società più più giusta. giusta. giusta. COSA Criticavano il diritto alla Criticavano il diritto alla Criticavano il diritto alla CRITICAVANO proprietà. proprietà, volevano abolire la proprietà. COSA proprietà privata, volevano Elaborarono delle teorie VOLEVANO? eliminare la società borghese troppo irreali, dette utopie. e il sistema capitalistico COME Volevano raggiungere i Volevano raggiungere i loro VOLEVANO loro obiettivi attraverso obiettivi attraverso una RAGGIUNGERE l’intervento dello necessaria rivoluzione. GLI OBIETTIVI? Stato; solo lo Stato poteva eliminare l’ingiustizia sociale attraverso delle riforme. TEORIZZATORI Più importante teorico Karl Uno dei teorici fu Robert Marx Owen
  • 3. Nascono anche altre tendenze politiche e sociali, come l’anarchia, che rifiutava qualsiasi forma di comando o governo e rivendicava la libertà. Secondo gli anarchici, era necessaria una rivoluzione spontanea, senza una guida. La chiesa cattolica stessa prende una posizione politica. I cattolici volevano sia la libertà sia la giustizia sociale. Nel 1891, Leone XIII pubblicò l’enciclica Rerum Novarum, che sosteneva la cooperazione e la proprietà privata. La democrazia era l’ideologia della piccola borghesia. Essi vennero chiamati radicali perché credevano che tutti avessero gli stessi diritti politici; perciò volevano il suffragio universale. Ma per poter votare bisognava essere istruiti, quindi i radicali volevano che lo Stato si occupasse dell’istruzione di tutte le persone. Oltre a ciò, lo Stato doveva impegnarsi per rendere le tasse equamente distribuite. Il liberalismo era seguito dalla borghesia ricca. L’idea fondamentale era la libertà sia in ambito economico (detto liberismo) sia politico. Secondo il liberalismo, ogni uomo nasce libero, ma la sua libertà finisce dove inizia quella degli altri. Lo Stato non si deve occupare delle questioni economiche e deve essere ben equilibrato nei suoi tre poteri: legislativo, esecutivo, giudiziario. I liberali erano a favore del suffragio censitario. La questione del voto, censitario o universale, toccava soprattutto le donne, che erano escluse dai seggi. Per questo motivo, nacquero gruppi di donne, femministe, che chiedevano gli stessi diritti degli uomini. Le prime femministe si chiamavano suffragette, perché volevano il suffragio universale. Dal XIX (‘800) si formano anche i sindacati, cioè associazioni nate per difendere gli interessi dei lavoratori che per protestare non lavoravano: sciopero. Grazie ai sindacati i lavoratori si erano uniti e riuscirono a ottenere: o aumento dei salari o diminuzione dell’orario di lavoro. Ma
  • 4. Allo sciopero i capitalisti rispondevano con le serrate, cioè chiudevano le fabbriche e non facevano lavorare nessuno. A volte, per fermare le proteste lo Stato interveniva con la repressione violenta (Chicago, 1 maggio 1886). La società di massa La società di massa è la nostra società, che si è formata durante la seconda rivoluzione industriale. Produzione di prodotti in massa Urbanizzazione Ciò ha portato ad un’uniformità nei comportamenti e nei costumi, siamo una massa e perciò questa società è anche detta società dei consumi. In passato due erano le opinioni sulla società di massa: 1) Preoccupazione: la persona si annulla e diventa uguale alle altre 2) Opportunità: c’è un miglioramento per tutti Dal punto di vista culturale la società di massa è migliore, perché Era necessario che le persone avessero Attraverso l’istruzione lo Stato poteva studiato e avessero anche competenze diffondere i valori teoriche La maggior scolarizzazione avveniva attraverso i mezzi di comunicazione di massa (mass media), cioè la radio, il cinematografo, … Il settore terziario divenne quello maggiormente sviluppato. Nella società di massa si diffonde maggiormente la democrazia, perciò tra Ottocento e Novecento si raggiunse il suffragio universale. La democrazia e il suffragio universale portarono alla nascita dei partiti di massa o partiti di militanti. Essi sono organizzazioni diffuse nello Stato, con una direzione centrale, che hanno l’obiettivo di diffondere particolari ideali politici.
  • 5. I primi partiti di massa furono i socialisti. I rappresentanti dei partiti, una volta eletti sedevano in Parlamento: PARLAMENTO PARLAMENTO SINISTRA CENTRO DESTRA Democratici Moderati Conservatori PRESIDENTE Nella società di massa gli Stati diventano molto aggressivi: 1) Protezionismo 2) Nuove colonie